Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 2020/2021
Serie C
17-06-2021 - Giornata: 2 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta
Playoff Finale


Alessandria US 1912 - Padova Calcio 0 - 0 (0 - 0)	Terminata dopo i rigori


Alessandria US 1912 Pisseri Matteo, Prestia Giuseppe, Di Gennaro Matteo, Parodi Luca [120. Rubin Matteo], Mustacchio Mattia, Casarini Federico [70. Giorno Francesco], Bruccini Mirko, Celia Raffaele, Chiarello Riccardo [70. Di Quinzio Davide], Corazza Simone [115. Stanco Francesco], Arrighini Andrea [81. Eusepi Umberto] A disp.:Cosenza Francesco, (P) Crisanto Lorenzo, (P) Crosta Luca, Frediani Marco, Gazzi Alessandro, Macchioni Alessandro, Mora Christian All.: Longo Moreno

Formazione avversaria
PADOVA CALCIO: Dini, Germano, Kresic, Rossettini, Curcio, Hraiek Saber [94. Mandorlini Matteo], Hallfredsson [110. Vasic], Jelenic [70. Bifulco], Ronaldo, Chiricò [94. Gasbarro], Biasci [88. Paponi]. A disp.: Vannucchi, Merelli, Firenze, Andjelkovic, Nicastro, Pelagatti, Cissè. All.: Mandorlini Andrea

Arbitro: Marcenaro Matteo (Genova) [Laudato, Ceccon; IV: Bitonti]
Note
Risultato finale: 5-4 Sequenza dei rigori: Ronaldo [P] (gol), Bruccini [A] (gol), Paponi [P] (gol), Stanco [A] (gol), Curcio [P] (gol), Eusepi [A] (gol), Rossettini [P] (gol), Giorno [A] (gol), Gasbarro [P] (fuori), Rubin [A] (gol). Ammoniti: 34. Bruccini [A], 35. Halfredsson [P], 66. Casarini [A], 73. Kresic [P], 79. Hraiek [P], 96. Mandrolini Andrea [P – All dalla panchina], 106. Mandorlini Matteo [P], Angoli: 6-7 Recuperi: 1.+ 5.+ 0.+ 1. Spettatori: 1.000 circa Pausa ristoro a metà dei due tempi. Tiri: 13-11 In porta: 7-4 (Statistiche di Lega Pro) Giornata molto calda, terreno in discrete condizioni Inizio giovedì ore 18,00 con diretta Rai Sport PROMOSSA: ALESSANDRIA

Commento
L’ORSO SPENNA LA GALLINA ( AI RIGORI) 45 anni, 11 mesi, 18 giorni, 1 ora, 25 minuti. Tanto è durata l’attesa dal momento in cui si era chiuso, il 26 giugno 1975, lo spareggio di Milano con la Reggiana. La serie B è realtà, finalmente. La nemesi ha colpito il Padova che, come i Grigi del 2017 (era il 17 giugno!), ha perso la promozione per differenza reti ed è stata superata nella finale dei playoff. Onore comunque ai veneti che si sono battuti alla pari per 210 interminabili minuti La partita. Formazioni con alcuni ritocchi rispetto a domenica. Nell’Alessandria rientra Mustacchio dopo la squalifica e Casarini riprende il suo posto a centrocampo. Mandorlini dispone nuovamente di Saber, Ronaldo e Chiricò ma deve fare a meno di Della Latta. La prima frazione è giocata a ritmi piuttosto elevati malgrado il grande caldo. Un paio di tiri da fuori hanno costretto Dini a smanacciare in angolo; quando l’Alessandria ha allentato la pressione è uscito il Padova che, però, si è reso veramente pericoloso una sola volta. Al 45’ le squadre vanno al riposo in perfetta parità. Dopo la pausa le formazioni riprendono il gioco ad un ritmo decisamente più blando. I Grigi tendono a mantenere il possesso ma il Padova è sempre pronto a ripartire. I portieri sono i maggiori protagonisti compiendo veri e propri miracoli togliendo dalla porta palloni destinati in fondo al sacco. Le sostituzioni operate dagli allenatori non hanno mutato il quadro tecnico della partita. Cinque minuti di recupero dopo il 90’ e poi supplementari. Nel primo dei due tempi addizionali l’Alessandria subisce e non riesce a pungere in attacco, la tensione cresce, in campo ed anche sulle panchine con qualche battibecco tra i giocatori. La decisione finale è ai rigori: la porta scelta è quella sotto la Nord e sembra di buon auspicio. Otto rigori centrati, quasi tutti nell’angolo basso a destra del portiere poi arriva l’ultimo tiro padovano: Gasbarro cambia angolo e manda fuori. Tocca a Rubin, entrato trenta secondi prima della fine dei supplementari, l’ultimo tiro. Rubin non sbaglia. Ed è l’apoteosi. (Museo Grigio - Sergio Giovanelli) DOPO 46 ANNI L’ALESSANDRIA TORNA IN SERIE B OGGI LA SQUADRA IN PULLMAN SCOPERTO PER LE VIE DELLA CITTÀ Regia del dirigente Borio: alle 18 partenza dallo stadio “Non sappiamo quale sia il giro ma i tifosi lo meritano” Come i grandi club. Questa sera, alle 18, i grigi partiranno dal Moccagatta su un pullman scoperto e faranno il giro della città. È il regalo che la società vuole fare ai propri tifosi, i mille che hanno potuto assistere alla cavalcata nei playoff ma anche tutti quelli che dai balconi e alla televisione hanno sofferto e gioito fino al rigore decisivo calciato da Rubin. Una festa, quella col pullman per le vie del centro e non solo, che è stata anticipata da una altrettanto grande e spontanea che ha avuto ieri sera Piazza Garibaldi come centro nevralgico di tutto il tifo con la gioia incontenibile degli sportivi mandrogni.«La regia è di Luca Borio, non sapremo ancora che giro faremo ma vogliamo essere vicini alla nostra gente». Lo dice il presidente Di Masi nel dopo gara raggiante: il patron dei grigi è raggiante per aver portato, dopo otto anni e mezzo dal suo insediamento, la squadra in serie B. Il pullman che attraverserà Alessandria sarà un modo per fare sì che i tifosi dicano il loro «grazie» a tutti i giocatori, indistintamente. Ma anche a Moreno Longo, artefice principale di questo grande traguardo. Anche la partita decisiva ha dimostrato quanto tatticamente l’Alessandria non abbia sbagliato nulla. L’allenatore dei grigi vince la partita a scacchi nei confronti di Mandorlini spostando Parodi sulle tracce di Chiricò, uno dei più temuti tra i patavini, tanto che l'ex Ternana lo annullerà. Grigi che non si sbilanciano quasi mai, restano attenti sulle posizioni concedendo pochissimi ai temuti giocolieri avversari. Nel primo tempo i locali hanno uno squillo con Corazza ma è Jelenic a mettere i brividi con Pisseri che risponde alla grande ipnotizzando l'attaccante ospite. In campo le squadre non si risparmiano, Pisseri è nuovamente decisivo nel neutralizzare una conclusione di Biasci nel secondo tempo che sembra destinata in fondo al sacco, poi Mustacchio sfiora il gol di testa. I rigori premiano l'Alessandria che può festeggiare il ritorno in B (La Stampa ed. Alessandria – Francesco Gastaldi) NOTA: per un problema tipografico il dorso di Alessandria de La Stampa non è mai arrivato alle edicole. I servizi sulla partita sono stati riproposti (modificati) il giorno successivo: MISSIONE COMPIUTA I GRIGI SUL PODIO DEL PIEMONTE Di Masi l’aveva promesso: “Noi dopo Juve e Toro”Adesso l’Alessandria è la terza forza della Regione I mille che hanno potuto assistere alla fantastica cavalcata nei playoff hanno invaso il campo, ma la gioia per la B dei grigi è stata anche di tutti quelli che dai balconi e alla televisione hanno sofferto e gioito fino al rigore decisivo calciato da Rubin. Anche la partita decisiva ha dimostrato quanto tatticamente l’Alessandria non abbia sbagliato nulla. L’allenatore dei grigi ha vinto la partita a scacchi nei confronti di Mandorlini spostando Parodi sulle tracce di Chiricò, uno dei più temuti tra i patavini, tanto che l'ex Ternana lo ha annullato. Grigi attenti sulle posizioni, bravissimi a concedere poco ai temuti giocolieri avversari. Nel primo tempo i locali hanno avuto uno squillo con Corazza ma è stato Jelenic a mettere i brividi con Pisseri che risponde alla grande ipnotizzando l'attaccante ospite. Pisseri nuovamente decisivo nel neutralizzare una conclusione di Biasci nel secondo tempo che sembrava destinata in fondo al sacco, poi Mustacchio ha sfiorato il gol di testa, infine i rigori emozionanti e la festa. Quella dei grigi è stata anche la vittoria di due torinesi, entrambi granata, cioè il presidente Luca Di Masi e l’allenatore Moreno Longo. Il primo dal 2013 non ha mai lesinato sforzi e investimenti per riportare l’Alessandria nel calcio che conta («sul podio del Piemonte, dopo Juve e Toro» è stata sempre la sua promessa), ha vinto la Coppa Italia di serie C ed è arrivato in semifinale in quella dei «grandi» nel 2016, con Juve, Inter e Milan. Il secondo è arrivato il 22 gennaio di quest’anno a guidare una squadra sfiduciata e in crisi d’identità, sesta in classifica a dispetto di un’imponente campagna acquisti. Con pazienza, il mister ha compattato il gruppo e ha recuperato giocatori che col precedente tecnico erano rimasti ai margini (su tutti Casarini, ex Bologna in A) e ha inculcato nella squadra la filosofia del lavoro duro e dello spirito di sacrificio. miano l'Alessandria che può festeggiare il ritorno in B. (Francesco Gastaldi) Alessandria e Longo in trionfo IL CIELO È GRIGIO SULLA B AI 10° rigore Rubin firma la promozione 46 anni dopo. Delirio al Moccagatta, Padova ko Non aveva mai tirato calci di rigore, Matteo Rubin. Entrato in campo al 15' del secondo tempo supplementare perché Parodi, l'uomo che ha cancellato dal campo Chiricò, è stramazzato a terra con i crampi per tanto correre. «Il mister mi ha chiesto se me la sentivo, soprattutto di calciare dal dischetto. Certo, gli ho risposto: mai avrei pensato che sarebbe stato quello decisivo». Invece, dopo quasi 130 minuti, compresi i recuperi, la palla più importante è toccata a lui, a uno dei più esperti, specialista in promozione. Non ha giocato molto, ma ha fatto gruppo. E ha risposto presente nella notte in cui c'era un debito da saldare con la storia. Rubin da Bassano del Grappa, un veneto che boccia la grande favorita, perché anche dopo lo 0-0 all'Euganeo il Padova si è presentato con i favori del pronostico per ammissione dello stesso Moreno Longo e non è mai stata pretattica la sua, ma sincerità, umiltà e convinzione. Tatticamente ha vinto lo specialista in finali: quella per il titolo Primavera con il Toro, quella a Frosinone per salire in A e, adesso, la B che Alessandria attendeva da 46 anni e sugli spalti c'erano alcuni che erano a San Siro, il giorno dello spareggio salvezza perso con la Reggiana, e sulla strada del ritorno piangevano. Anche ieri sera hanno pianto, ma di gioia. Una promozione meritata: tatticamente Longo ha azzeccato tutto, soprattutto spostare Parodi a sinistra, per neutralizzare Chiricò. Mossa perfetta, l'ex Foggia è stato sempre anticipato anche quando, nel primo tempo, ha provato, una volta, a presentarsi davanti a Pisseri. L'Alessandria ha dominato a centrocampo, con il rapidissimo Chiarello ad aggredire Hallfredsson. Nel primo tempo Longo ha chiesto di sfruttare di più Mustacchio a destra, quando la squadra lo ha fatto, nella ripresa, sono arrivate le occasioni migliori, anche un'incornata dell'esterno su cui Dini ha fatto un miracolo. Mandorlini, a metà ripresa, ha provato ad aggiungere fisicità, ma senza esito: i suoi uomini, a tratti, sembrava quasi che non sentissero le sue urla dalla panchina, come se ci fosse uno scollamento. L'Alessandria, invece, ha sentito tutto bene. «Il mister è rimasto molto lucido, ha sempre trasmesso la convinzione - sottolinea ancora Rubin - che ce la potessimo fare». È destino che la gente grigia debba sudarsele le grandi imprese: miglior circolazione di palla, più occasioni, un solo intervento vero di Pisseri su Biasci, ma risultato inchiodato e i rigori sempre più vicini. Sarebbe stata una beffa per tutti: per i mille che hanno cantato, perle migliaia fuori che hanno poi invaso strade e piazze urlando "Serie B", le due parole che mancavano dal vocabolario da un tempo infinito. I tiri decisivi sotto la Nord, con il fiato sospeso: trasformazioni bellissime, di potenza, spiazzando i portieri, un equilibrio che proprio non voleva rompersi. Ronaldo e poi Bruccini, Paponi e poi Stanco, Curcio e poi Eusepi, Rossettini e poi Giorno: ancora parità. Va Gasbarro, recuperato per questa sfida e calcia a lato. Il Moccagatta resta con il fiato sospeso. Tocca a Rubin, calmo, impassibile, nonostante la palla pesi un quintale, perché dentro ci sono le aspettative di una città intera, di tutto il popolo grigio. Secondi interminabili, la palla entra, tutta Alessandria è su quel campo. Di Masi adesso può piangere, la squadra lancia al cielo Moreno Longo, arrivato cinque mesi fa, che ha anticipato i tempi. E' arrivato per costruire, ha già scalato un piano che sembrava una parte impossibile per Alessandria. «Questa è una promozione fantastica, che abbiamo preso anche in questa finale con le unghie e con i denti. Ci siamo aggrappati e l'abbiamo fatta nostra. I ragazzi sono protagonisti enormi e grandissimi uomini: sono felice per il presidente, per Luca Borio e Federico Vaio, per Fabio Artico, per chi mi ha dato questa opportunità. Una dedica? Alla mia famiglia, che mi supporta, mi sta vicino, mi permette di fare al meglio il lavoro che amo». Il conto è saldato: il 17 giugno di quattro anni fa l'Alessandria perdeva la B a Firenze contro il Parma. Oggi la seconda lettera dell'alfabeto torna al Moccagatta. Lanotte è lunga ed è meravigliosamente grigia. (Tuttosport – Mimma Caligaris) I GRIGI BATTONO IL PADOVA ALL’ULTIMO RIGORE ALESSANDRIA IN B, È PAZZA GIOIA Grigi dopo 46 anni promossi ai rigori. Orgoglio Padova e Mandorlini in lacrime Umberto Eco per lamentarsi della sua città diceva che «non c’è nulla di nuovo tra la Bormida e il Tanaro». Adesso qualcosa di nuovo c’è, perché dopo 46 anni di discese ardite e risalite l’Alessandria ritorna in Serie B. Un successo inseguito al termine di una vera maratona, dopo la sconfitta con il Como in campionato alla penultima giornata e un approccio ancora più convincente ai playoff. Battuto un Padova degno avversario, soltanto i rigori hanno fatto la differenza dopo 210’ di battaglia. Tra andata e ritorno non ci sono stati gol, nemmeno i supplementari hanno rotto l’equilibrio e solo l’ultimo turno dal dischetto ha deciso la finale. Gasbarro ha incrociato a lato il suo sinistro, il bassanese Rubin ha messo all’incrocio il suo (dichiarando alla Rai di non averne mai calciato uno in carriera…) e si è scatenata la festa grigia, con l’invasione di campo che solo a fatica ha consentito la regolare cerimonia di premiazione. La festa L’Orso esulta. Nel 2017 la finale di Firenze contro il Parma era andata male, stavolta il trionfo è arrivato e Alessandria se lo è goduto tutto in una afosa notte di giugno che entra nella lunga storia del club. Il presidente Luca Di Masi è stato l’ultimo a lasciare il campo dopo la premiazione e il primo a saltare in tribuna dopo il rigore di Rubin, elegantissimo nel suo outfit non propriamente estivo (la cabala è la cabala.…) con l’abbraccio dell’amico Fabio Caressa, alessandrino d’adozione. Poi è corso in campo e i giocatori l’hanno lanciato in trionfo, tra baci e abbracci con il d.s. Fabio Artico e ovviamente con Moreno Longo, che a caldo è riuscito a dire: «È stato qualcosa di straordinario. La sconfitta di Piacenza (14 marzo, 1-0, n.d.r.) è stata la svolta, lì abbiamo capito che potevamo andare in B perché si è creata una grande alchimia tra società e squadra. Questo era un progetto a lungo termine che si è concretizzato in anticipo, sono felicissimo di poterlo portare avanti». La partita L’equilibrio non si è spezzato dopo 210’ di assalti reciproci, occasioni da una parte e dall’altra, mosse e contromosse. Forse il Padova ha costruito qualcosa in più anche al ritorno, per questo su questa promozione il marchio del portiere Pisseri è evidente, viste le parate nel primo tempo su Jelenic e soprattutto nella ripresa su Biasci. Longo ha potuto contare su Mustacchio e l’esterno -pur a sprazzi- s’è fatto sentire, ma anche Mandorlini grazie al rientro di Ronaldo (soprattutto), Chiricò e Saber ha proposto una squadra ancora più tosta e compatta. Il tecnico dell’Alessandria ha cambiato fascia a Parodi per fargli marcare a uomo Chiricò, e le scintille tra i due sono state evidenti. Il collega del Padova ha proposto una squadra che in mezzo è spesso riuscita ad avere la meglio,poi nei supplementari l’ha corretta con il modulo3-5-2 per non correre rischi. Anche stavolta i due reparti d’attacco hanno combinato ben poco e sul fronte grigio il più insidioso è stato Mustacchio,con un colpo di testa a metà ripresa sventato da Dini. Malgrado la fatica, il gran caldo, la tensione e lo stress, la partita è sempre stata corretta, un autentico spot per la categoria. Il gol pareva nell’aria, invece soltanto i rigori hanno fatto la differenza per l’Orso come accaduto - anche per i vari cambi di regolamento -soltanto nel 1995 (Avellino) e nel 1996 (Castel di Sangro). L’onore delle armi Complimenti anche al Padova, che in cuor suo covava il bis del 2009, quando nell’altra finale per la B dopo lo 0-0 in casa andò a vincere 2-1 sul campo della Pro Patria. Perdere ai rigori fa male, ma aver buttato la B da capolista con quel finale sciagurato in favore del Perugia è stato peggio. Coraggio, il Padova ci riproverà per la terza volta di fila. Molto probabilmente senza Mandorlini in panchina (ieri scappato via dopo i rigori con le lacrime per la rabbia e la delusione), ma con una società che merita di salire. (La Gazzetta dello Sport – Nicola Binda) il Padova deve arrendersi ai Grigi che tornano in cadetteria dopo 46 anni LONGO PIEGA MANDORLINI ALESSANDRIA IN B AI RIGORI Altra battaglia senza gol. Dopo i tempi supplementari dal dischetto Gasbarro sbaglia, Rubin no. Ed è festa Le lacrime di gioia di Moreno Longo, che si mischiano a quelle di delusione di Andrea Mandorlini. Una sorta di sliding doors a tutti gli effetti, quella che porta l'Alessandria in Serie B, condannando invece alla permanenza in C il Padova. A quanto pare è proprio questa l'immagine simbolo che si porta via la finale playoff, con i rigori che si rivelano pesanti come dei macigni. Sta di fatto che quella di ieri rimane una serata attesa ben 46 anni per i piemontesi. Un lasso di tempo in cui si sono intrecciati sogni, speranze e al tempo stesso beffe, rimpianti e delusioni. Questa volta però è tutto vero, perché davanti al proprio pubblico Moreno Longo corona una cavalcata a dir poco trionfale. Per lui non può che essere un riscatto a tutti gli effetti, dopo che il suo Toro l'aveva scaricato nella massima serie. Ad Alessandria ecco, però, giungere il rilancio con la ciliegina rappresentata dalla promozione. ERRORI DECISIVI. Quella contro il Padova era la partita da non sbagliare, ancora di più dopo quanto accaduto nel primo atto di domenica scorsa. In campo però bisogna fare i conti con il caldo e la stanchezza, accompagnati da una buona dose di errori, causa scarsa lucidità. Ne sa qualcosa Jelenic, ancora di più Biasci, che spreca la più clamorosa delle occasioni nella ripresa solo davanti a Pisseri. Un errore che alla fine costerà un'intera stagione ai veneti, puniti da una inevitabile lotteria dei rigori. Gasbarro, il più fresco tra gli ospiti, sbaglia col suo sinistro, mentre Rubin porta in paradiso una città che attendeva questo traguardo da troppo tempo, [Alessandria è in B, il sogno a lungo inseguito è ora realtà. (Corriere dello Sport – Riccardo Guglielmetti) I Grigi L’ALESSANDRIA IN SERIE B PADOVA BATTUTO AI RIGORI È l’Alessandria la quarta squadra promossa in serie B dopo Perugia, Ternana e Como. I grigi di Moreno Longo hanno battuto il Padova di Mandorlini 5-4 ai rigori (0-0 all’andata). Una storica promozione, l’Alessandria manca da 46 anni dalla B. Gianni Rivera debuttò in A nel 1959 a 16 anni proprio con i grigi dell’Alessandria. (Corriere della Sera) L’ALESSANDRIA TORNA IN B DOPO 46 ANNI Nella finale playoff i Grigi battono il Padova 5-4 ai calci di rigore Solo i rigori risolvono il match che vale il pass per la cadetteria dopo lo 0-0 dei 90 minuti d'andata e le reti inviolate dei 120 di ritorno. Decisivo il rigore fallito da Gasbarro che permette alla squadra di Longo di raggiungere le gia' promosse Como, Perugia e Ternana. Sfuma il sogno degli uomini di Mandorlini. Nonostante l'alta posta in gioco, le due squadre non si risparmiano in avvio. Passano solo 4' ed è il Padova ad avere la prima chance per sbloccare il doppio confronto: Jelenic calcia verso la porta ma Parodi devia in maniera provvidenziale. Risponde la squadra di casa al minuto 10 con un tiro-cross dello stesso Parodi, smanacciato da Dini. Tra le fila degli ospiti è sempre Enej Jelenic a rendersi pericoloso, ma non è altrettanto cinico: il tu per tu con Pisseri lo vince quest'ultimo al 20'. Dopo qualche conclusione facile preda dei due portieri, il ritmo si attenua in maniera del tutto concepibile visto anche il torrido caldo protagonista al 'Moccagatta'. I biancoscudati ci provano a ridosso del duplice fischio con il tiro a giro di Chiricò, di un soffio largo dalla porta avversaria. Le fatiche dei primi 45' non indirizzano i due tecnici a inserire forze fresche. Si prosegue con i medesimi attori in campo, consapevoli che ogni errore può costare una stagione. Al 63' si fanno rivedere in avanti gli uomini di Mandorlini: Biasci viene imbucato da Ronaldo ma si fa ipnotizzare da un miracoloso Pisseri. Al 76' è invece Dini a evitare il gol sul colpo di testa di Mustacchio. La gara non si sblocca, serve una giocata singola che almeno per i tempi regolamentari non arriva. Nell'ultimo quarto d'ora di secondo tempo le due compagini si dividono tra timidi attacchi e parecchi falli. Ne esce fuori una contesa piuttosto nervosa che si prolunga ai supplementari. Gli overtime sono caratterizzati da crampi (tra cui quelli di Hallfredsson, costretto a uscire) e interruzioni, con pochissimi attacchi degni di nota. Sono i rigori a decidere la sfida promozione, in particolare il penalty fallito da Gasbarro che condanna il Padova. Dopo 46 anni, il sogno è realtà per l'Alessandria. (RAISport) NON CI POSSO CREDERE Jelenic e Biasci si divorano la promozione, ai rigori decisivo l’errore di Gasbarro: è l’Alessandria a salire in B Il sogno è svanito ai rigori. Sogno di andare in B, di prenderci quello che ci sarebbe spettato, come i ragazzi della Fattori invocavano. Una battaglia infinita, che l'Alessandria ha vinto dal dischetto, perché i grigi hanno fatto centro 5 volte su 5 e perché i biancoscudati si sono fermati a quota 4, fallendo il quinto penalty con Gasbarro, che non ha inquadrato la porta, calciando sul fondo. I grigi ritrovano la cadetteria dopo 46 anni, e la loro festa è giustamente incontenibile. Che amarezza, invece, per Padova, che tristezza infinita, che boccone indigesto da ingoiare! È un 2021 maledetto, Covid a parte, sul piano sportivo abbiamo fallito tutti i traguardi possibili: la chance di salire in Serie A con il Cittadella (battuto dal Venezia), due scudetti mancati all'ultimo atto con il Petrarca Rugby (piegato dal Rovigo) e il Plebiscito di pallanuoto femminile (sconfitto ai rigori dall'Ekipe Orizzonte Catania), e adesso il ko nella finale playoff di Serie C. La sfortuna impera alle nostre latitudini, e c'è da chiedersi perché mai si debba essere così tanto penalizzati. Forse non lo sapremo mai, ma certo mancare quattro obiettivi su quattro fa male, tanto male. TROPPI ERRORI Alla resa dei conti, quando contava un solo risultato, il successo, Mandorlini ha pagato dazio, condannato dagli errori clamorosi dei suoi giocatori sotto porta e dall'assenza di lucidità e freddezza nei momenti cruciali della sfida di ritorno. Il Padova non è riuscito a battere Pisseri in almeno 4 occasioni, sbagliando l'impossibile. Pur avendo esercitato a tratti la supremazia territoriale, è invece mancato al momento cruciale, ingigantendo il limite che lo ha accompagnato per l'intera stagione, quello della mancanza di un centravanti vero, un bomber che facesse centro con continuità. La sua partita – nel catino bollente del Moccagatta c'erano quasi 35 gradi – l'ha iniziata bene, ma prima Jelenic (tiro rimpallato sul fondo all'interno dei 16 metri) e poi Kresic (colpo di testa sul corner successivo) hanno sfiorato il bersaglio. Ci si attendeva la risposta di qualità di chi era rimasto fuori all'andata, per squalifica: ebbene, a parte Ronaldo, sia Saber che Chiricò hanno deluso. Mira sbagliata su punizione per il folletto di Mesagne, troppe imprecisioni a centrocampo da parte della mezzala ex Carpi. L'Alessandria, nonostante la pressione subìta da un avversario pimpante, ha retto, si è riorganizzata e ha cominciato a mettere il naso dalle parti di Dini, bravo a sventare i pericoli portati da Corazza e Parodi. Ma al 20' gli ospiti si sono mangiati le mani per il clamoroso gol fallito da Jelenic: lo sloveno, dopo una sgroppata poderosa sulla sinistra e l'ingresso in area, ha tirato addosso a Pisseri, che ha potuto solo ringraziare di aver scampato il pericolo. Arrighini, approfittando di un errore di Saber al limite, ha calciato prontamente e Dini ci ha messo ancora una pezza. Poi, prima del riposo, Chiricò ha fatto gridare al gol con un sinistro deviato sul fondo. BIASCI, NON SI PUÒ Nella ripresa il Padova ha avuto più intensità di manovra, e quando è ripartito ha creato le premesse per il vantaggio, fallendo al 21' una palla-gol enorme, con Hallfredsson che ha imbeccato Ronaldo, il quale è filato via alla sua maniera e ha servito Biasci in area piccola: a due passi dal portiere la conclusione è stata proprio su Pisseri, che si è salvato. E buon che nel finale Dini ci abbia messo una pezza su un bellissimo colpo di testa di Mustacchio. Il resto sono stati due tempi supplementari in cui le squadre si sono trascinate, fra stanchezza e crampi, con cambi inevitabili. Poi la lotteria dei rigori, che ha penalizzato il Padova. No, non doveva finire così. (Il Mattino di Padova – Stefano Edel) PADOVA, SFUMA ANCORA IL RITORNO IN B PASSA L’ALESSANDRIA ALL’ULTIMO RIGORE-BEFFA Si ferma in maniera beffarda all'ultimo rigore la rincorsa del Padova alla serie B, a conclusione di una stagione incredibile in cui il salto di categoria sembrava il verdetto più scontato. Al Moccagatta di Alessandria, nella finale di ritorno dei play off di serie C, finisce a reti bianche esattamente come era capitato quattro giorni prima all'Euganeo, con la squadra di Mandorlini che si dimostra superiore all'avversario, ma che paga a caro prezzo le ottime occasioni non sfruttate in particolare da Jelenic e Biasci, alle quali si aggiunge una conclusione di Chiricò, ieri meno brillante del solito, che sfiora il secondo palo per la millimetrica deviazioni di un difensore. Il gran caldo fa poi calare gradualmente i ritmi e i supplementari non cambiano l'inerzia dell'incontro. Si va così ai calci di rigore che vedono i primi otto giocatori tutti a segno, con Gasbarro che calcia a lato e Rubin che regala all'Alessandria una promozione che mancava da 47 anni. Un esito che ha il sapore della maledizione dopo che la promozione diretta era svanita all'ultima giornata, con il primo posto in classifica a pari merito con il Perugia, premiato dalla migliore differenza reti negli scontri diretti, nonostante il migliore attacco e la difesa meno perforata del girone. IL FUTURO A rendere ancora più amaro il verdetto, le recriminazioni per alcune infelici decisioni arbitrali, in particolare per un clamoroso gol di mano assegnato alla Triestina, che hanno fatto la differenza. Ora si tratta di capire il futuro dei biancoscudati, anche se il progetto tracciato due stagioni fa dal finanziere Joseph Oughourlian, proprietario della società e del club francese del Lens, prevede un arco temporale di tre anni per l'obiettivo del salto di categoria. (Il Gazzettino di Padova – Andrea Miola)

Playoff Finale

Alessandria US 1912 - Padova Calcio 0 - 0 (0 - 0)

Terminata dopo i rigori

Alessandria US 1912

Formazione avversaria

Arbitro: Marcenaro Matteo (Genova) [Laudato, Ceccon; IV: Bitonti]

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