Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1914/1915
1ª Categoria
17-01-1915 - Giornata: 2 - Milano - Velodromo del Sempione
Semifinali Nord Gruppo B


Milan FBCC - Alessandria FBC 2 - 1 (0 - 0)
RETI: 22. rig. Pizzi (I) A. [Mi] , 63. Brevedan E. [Mi] 89. Poggi (I) D.[A]

Alessandria FBC Fillide Cesare Stefano, Ticozzelli Giuseppe, Milano (II) Felice, Savojardo Amilcare, Carcano Carlo, Lazoli (I) Carlo, Torricelli Aldo, Della Casa (I) Angelo, Grillo Edoardo, Poggi (I) Domenico, Bosio Luigi All.: Smith George Arthur

Formazione avversaria
MILAN FBCC: Barbieri Luigi, Sala Marco, Pizzi (I) Amilcare, Scarioni (II) Alessandro, Soldera (I) Francesco, Lovati, Morandi Ernesto, Ferrario Romolo, Brevedan, Trerè (II) Attilio, Van Hege. All.: Commissione Tecnica

Arbitro: Laugeri Melanio del Torino
Note
Spettatori: 4.000 Giornata di sole seppur fredda; terreno viscido e pantanoso. Inizio ore 15,00 NOTE: l’attribuzione della paternità del secondo gol milanista è controversa. Leggendo i vari giornali sembrerebbe chiaro che l’autore sia Brevedan; altri, appoggiandosi alla Gazzetta dello Sport, lo assegnano a Morandi. La nostra personale opinione va verso Brevedan perché ci sembra che la rosea abbia descritto il fatto in maniera lacunosa che non chiarisce la questione, anzi finendo per indurre all’errore anche i ricercatori più attenti.

Commento
IN UNA GARA DURA E OSTINATA MILAN BATTE ALESSANDRIA 2 A 1 Sotto il giallognolo e spesso tappeto di segature che copriva tutto il terreno del Velodromo lasciando solo verso le due curve opposte settori circolari di neve biancastra e gelata, si celava una ben pericolosa insidia pei combattenti. Il sole aveva sgelato tutto il campo rendendo il terreno sdrucciolevole e pantanoso e dove l’ombra delle tribune non s’era opposta al lento lavorio dei tepidi raggi solari si sprofondava in una melma spessa e vischiosa. Avanti lo stesso inizio dello scontro si poteva quindi logicamente propendere per una vittoria dei grigi che doveva venire fatalmente a sovvertire un pronostico basato nell’incertezza nella quale si era dovuto stilarlo unicamente più su di una normalità del terreno sulla stessa anormalità del campo del Velodromo che aveva saputo altre volte, anche dopo un lungo diluviare ne giorni uggiosi e tristi dell’autunno conservare compattezza e speciale resistenza all’infiltrare e al permanere nel sottosuolo dell’acqua. Questa volta il campo aveva invece apertamente tradito i suoi affittuari e li tradiva proprio nella battaglia più accanita e decisiva ponendosi ad esclusivo servizio degli ospiti, che in fatto di football sono sempre graditi quando … perdono e non minacciano seriamente. Su di un fondo così cattivo gli uomini del Milan leggeri all’attacco e nella linea mediana avrebbero dovuto essere necessariamente alla mercé di avversari aitanti, ben inquadrati su ogni scaglione e particolarmente rotti alle fatiche dei terreni pantanosi. Per una strana curiosità della sorte affidata a chiesta al tradizionale soldino buttato in aria, il Milan volle poi, per evitare ci combattere nel primo tempo col sole in sfavore soggiornare sull’area che era stata più colpita dal disgelo: su di uno di questi terreni dai quali è tanto difficile sloggiare il nemico quando si piazza nel suo assedio fitto, serrato e pericolosissimo. Vedemmo quindi la partita persa pei rosso-neri già nel primo tempo e persa senza alcun diritto di appello, ché la ripresa pur togliendo a loro il maggiore assillo del terreno vischioso e ponendoli su di un area dove il pallone avrebbe corso senza trovare la viscida resistenza del campo e gli uomini tutti della difesa e della linea mediana si sarebbero trovati più a loro agio avendo sicurezza e forza nel rimando: non avrebbe però mai potuto soccombere per l’inadattabilità dei mezzi fisici dei poco prestanti forwards rosso-neri, di portare le loro impetuose serrate e velocissime irruzioni fin dinanzi ed anche entro la rete del portiere alessandrino. Di astuzia gli uomini non avrebbero potuto pensare quella massiccia e salda barriera che la squadra grigia pone dinanzi alla sua porta usando dell’opera indefessa del suo trio mediano e della prontezza e della forza dei terzini, poiché il terreno si opponeva apertamente ad un giuoco di volontà a di destrezza. Di forza poi?! … Le ragioni di una sconfitta. Riuscirebbe perciò assai strana la sconfitta di chi sul terreno appariva il più forte e doveva essere per conseguenza diretta anche il dominatore, se l’Alessandria non avesse commesso uno di quegli errori nei quali qualche volta ritorna pagando fin troppo cara la scappata. Sceso in campo preoccupato di arginare di forza quello che doveva essere l’impetuoso ed irresistibile attacco milanese, non s’accorse che il terreno gli era particolarmente amico; che il Milan non avrebbe potuto svolgere il suo consueto giuoco in simili condizioni e che l’handicap gravava sulla prima linea rosso-nera per la mancanza dell’ottimo e velocissimo Bozzi, pesava già di troppo sulle stesse sorti dell’incontro, confinando l’uomo più pericoloso alla sinistra in un posto assolutamente inadatto ai suoi mezzi. Con maggior calma ed osiamo dire con maggior discernimento l’Alessandria avrebbe dovuto accorgersi subito di tutto ciò ed il capitano dei grigi da savio ed acuto dirigente del piccolo plotone avrebbe dovuto far mutare tattica ai suoi uomini: compiere subito quello che non era poi un sacrificio: abolire il giuoco pesante, affidarsi ad un giuoco larghissimo ed avvolgente dove la maggior mole e la miglior resistenza dei suoi uomini avrebbe messa a ben dura prova tutta la difesa avversaria e l’avrebbe anche fiaccata fino alla vittoria. Invece si mancò non soltanto a quello che poteva essere un principio di tattica; non soltanto persistendo in un giuoco pesante e falloso si ottenne lo scopo diametralmente opposto a quello al quale si voleva arrivare, ma in effetti si giuocò anche assai male e quello che è peggio si giuocò male nella migliore e noi crediamo non tanto facilmente ripetibile occasione che la buona sorte offriva. Le fasi della partita. Il Milan temeva di tutto ieri: dell’avversario e dell’avversità del terreno, dell’handicap che lo colpiva e quasi di una impreparazione al massimo cimento. Non scese in campo con quella baldanza che da sola gli assicura i tre quarti del successo e che gli valse le ultime magnifiche e fortunate offensive osate di contro ai plotoni del Casale e del Genoa sul terreno del Velodromo. Iniziò la partita sotto un vago senso di inferiorità, dominato quasi dal ricordo di un’Alessandria forte e dominatore e si lasciò chiudere nelle prime azioni della partita in quel classico assedio che noi avevamo previsto. Il ritorno all’efficienza sua offensiva gli venne offerto dal giuoco duro e falloso degli avversari. Ogni arresto ed ogni conseguente free kick diradava le file dell’attacco grigio, lo allontanava. Permetteva alla linea mediana di tentare il sostegno della controffensiva ed ai forwards di tentare su un terreno più sicuro e sodo l’incursione verso la rete alessandrina. Così ebbe modo il Milan di vincere il cauchemar [incubo, N.d.S.] dei primi minuti: così potè riorganizzarsi e ritornare degno dei suoi competitori: così potè a folate involgere tutta la difesa opposta fino a farle commettere qualche errore che si risolse purtroppo in un grosso guaio: nel penalty, cioè nel primo punto per il Milan. Ed i rossoneri, tratto un sospirone per lo scampato pericolo, forti del vantaggio conseguito, poterono rifarsi d’un colpo di ogni apprensione sentirsi rinfrancati e forti tanto da non temere più fino alla paura ed alla sconfitta l’avversario. Dei due tempi il meglio giuocato fu senza dubbio il primo: e volle segnare una visibile superiorità d’attacco dei grigi frustata dal fatale penalty. Il più accanito fu il secondo. E nel caos, nell’affanno che addossava un po’ l’una sull’altra le file grigie ed annullava tutta l’efficienza dell’attacco alessandrino, il Milan ebbe il miglior giuoco. Il suo assalto che s’impantanava – è la parola più esatta – presso la rete di Fillide, fu il più serrato. Il ritorno di Van Hege al suo consueto posto di inside fuse il quintetto attaccante rosso-nero, ed impegnando il belga da solo nelle sue rapide avanzate e nei suoi dribbling ricamati con finissima tecnica sullo stesso terreno vischioso, buona parte della difesa avversaria finì coll’aprire ai compagni di linea alessandrina varchi facili per abbordare la rete alessandrina. Ed ancora una volta fu passata confermando appena in tempo la vittoria, ché negli ultimi secondi dell’incontro Poggi s’incaricava di salvare l’onore della giornata per la sua squadra. Fra le varie linee. Ma dove mancò l’Alessandria fu all’attacco. La presenza di Smith avrebbe valso la vittoria. Quella di Poggi non riuscì a coordinare il quintetto e furono sciupate occasioni facilissime per varcare la porta di Barbieri e per dare tutt’altra fisionomia e tutt’altro risultato all’incontro. Le buone occasioni furono sciupate un po’ da tutti, non si può quindi far partitamente colpa a qualche uomo della prima linea grigia. Il sostegno, se ebbe accenni di particolare durezza alle sue due estremità, fu però infaticabile e soprattutto saldo e forte. Carcano cercò di far di tutto per arginare il piccolo disastro e per buttare e sostenere i suoi forwards ad una controffensiva disperata e tenace. Sul terreno difficile, l’ex uomo del Nazionale apparve ancora una volta come il miglior condottiero della linea mediana, che militi attualmente nelle nostre squadre. Non peccò neppure lui di soverchia gentilezza, ma il suo giuoco va affinandosi: ciò che perde di sicurezza di decisione un po’ troppo dura e veemente nelle entrate in azioni, acquista in eccellenza e soprattutto è curata in distribuzione della palla. Sui terzini, anche con Milano in una dubbia giornata, si volle imperniare l’ottima difesa grigia. E fu una difesa ostinata, bella, magistrale soprattutto per quello che riguarda l’azione svolta dal granatiere. Ticozzelli, confermando le sue eccezionali giornate di Genova e di Milano negli incontri pro-Belgio, fu ancora una volta instancabile pronto e densissimo, sgrovigliando a pochi metri dalla sua rete delle pericolose melée che attendevano solo l’attimo di disattenzione, il ritardo dell’entrata in azione, per pronunciarsi in altrettanti goals palleggiando di sicurezza e di forza in ogni momento. Il portiere Fillide che a Milano faceva il suo debutto come guardiano della porta grigia, superò la lusinghiera fama appena formata negli incontri massimi sostenuti ad Alessandria. I grigi, più che sulle ottime riserve, hanno nei giovani delle vere promesse. Fillide parò tutto: un miracoloso e fulmineo tiro di Van Hege deviandolo miracolosamente in porta con un plongeon ardito e riuscito; i precisi e forti traversoni di Morandi; gli shoots dell’impetuoso e falloso Trerè; e perfino il calcio di rigore! Anche quello! La palla viscida gli scivolò poi di mano dopo che egli in plongeon l’aveva già afferrata. Lasciò libero transito al secondo goal perché segnato da tre uomini a pochi centimetri dalla sua rete. Il Milan ebbe fallosa ed incerta la difesa nelle prime fasi della partita; poi si riprese e tornò precisa e soprattutto forte su Sala. Barbieri fu il consueto e brillante difensore della sua rete. Si salvò una prima volta rifugiandosi nel provvidenziale giuoco pericoloso e subendo una carica. Non vide il pallone che costò il goal al Milan perché la schiena di un compagno lo porse a Poggi a pochi passi dall’ultima bianca linea. La linea mediana fu in una giornata felicissima e Soldera, Lovati e Scarioni gareggiarono nel giuoco massacrante dell’half, disfacendo ogni lavoro svolto dagli avversari. L’assalto nel primo tempo, con Van Hege all’estrema sinistra fu rotto e sconnesso anche perché l’impetuoso e ancora veloce Trerè si trovò più di una volta solo e senza aiuto negli abbordaggi verso la rete avversaria. Nella ripresa, col belga spostato verso il centro, l’attacco milanese si svolse assai meglio. Se Brevedan non avesse insistito nel suo palleggio legato alla sua personale azione e se il minuscolo Ferrario avesse avuto maggior decisione nel tiro, il Milan avrebbe ottenuto un più sensibile vantaggio nel secondo tempo. La partita. Sull’incontro movimentato e veloce del primo tempo c’è poco da dire. I rossoneri, liberati dall’incubo che li aveva addossati alla loro rete in un disperato lavorio di rimando, volano presto al contro attacco e raccolgono le azioni al centro lasciando di quando in quando che anche Van Hege dall’estrema sinistra intervenga. E fu in una di queste entrate, in azione con Trerè che il terzino grigio Milano tentando l’ultimo arresto, scivola sul terreno e ferma con la mano il pallone. Il conseguente penalty e tiro di Pizzi. Il milanese calcia di forza ma il pallone gli scivola un po’ sui piedi e prende una traiettoria diritta e non discosta dal portiere grigio che si lancia disperatamente in plongeon, tocca appena il pallone che gli scivola di mano e scavalca la linea bianca. Il contro attacco alessandrino produce sterili azioni. La ripresa saluta il deciso e irruente attacco dei milanesi. Fillide para gli attacchi che i rossoneri gli muovono. I grigi arginano come meglio possono la furia rossonera e sui rimandi di Ticozzelli abbozzano qualche attacco che trova pronti difensori milanesi. Al 18° minuto Morandi, riceve al di là dei due terzini grigi un lungo rimando: per rimettersi nella … legalità passa all’indietro ai sopraggiungenti uomini del centro e a non pochissima distanza dalla rete alessandrina infila la porta senza che Fillide se ne accorga. Alessandria, a soli 35 secondi dalla fine, Poggi approfittando quasi di un autogoal dei rosso-neri riesce a raccogliere il pallone rimandato verso la porta milanese dall’intervento non richiesto ed inopportuno del petto di Lovati e finalmente segnare una rete. L’arbitro, Laugeri, non è apparso nella sua migliore giornata. (La Gazzetta dello Sport – Franco Scarioni) MILAN F.B.C. BATTE ALESSANDRIA F.B.C. (2-1) Sul bellissimo campo sportivo milanese di Via Arona, si sono incontrate oggi le squadre del Milan F.B.C. e dell’Alessandria, per una interessante partita di campionato. Le tribune erano letteralmente gremite di pubblico. Si calcola che assistessero al match quattromila persone. L’incontro tra le due migliori squadre del gruppo non ha però soddisfatto. La partita caratterizzata, come del resto si prevedeva, dalla foga eccessiva dei giuocatori ha interessato, ma ha lasciato una disillusione a chi credeva di assistere ad una disputa tecnicamente interessante. Fin dalle prime battute è apparsa evidente l’intenzione da parte degli alessandrini, di imporsi di forza, e il Milan Club, quantunque cercasse di contrapporre un giuoco veloce, ma non irruente, ha dovuto rinunziare al giuoco fine che la sua. squadra ci ha fatto ammirare in molte occasioni. E' stata una corsa indiavolata alla caccia del pallone, una confusione antipatica che ha lasciato una pessima impressione. Dire della partita sarebbe superfluo. La superiorità tecnica del Milan contrastata solo con la violenza e apparsa a rari intervalli e meritatamente i rosso-neri hanno saputo ottenere alla fine la vittoria. Noi attendiamo all'opera il Milan in battaglie difficili, ma contrapposte squadre che conoscano la fase e la scienza di questo bel giuoco. Nel primo tempo il Milan segna un punto su calcio di rigore per merito di Pizzi al 18.o minuto. Alla ripresa una veloce discesa di Morandi dà occasione a Brevedan di segnare un secondo punto a soli 17 minuti dall'inizio del secondo tempo. Un minuto prima della fine l'Alessandria salva l'onore della partita in una melée per merito di Torricelli. Arbitro Laugeri del Torino. (La Stampa) LE SEMIFINALI DI CAMPIONATO LA VITTORIA DEL MILAN SULL’ALESSANDRIA Le tribune del Velodromo Sempione, nella giornata fredda ma allietata dal sole, presentavano ieri un aspetto magnifico. Oltre quattromila persone si erano date convegno intorno al campo ove si sarebbe combattuta una delle più appassionanti battaglie del campionato. Una folla, dunque, grande e distintissima, nella quale si ammiravano le eleganze invernali di molte signore. L’incontro, fin dal suo inizio, avvinse tutto il pubblico alle sue sorti. Poche volte abbiamo visto un inizio gara così violentemente combattivo. La grigia squadra si Alessandria non usò una tattica temporeggiatrice: si gettò invece a fondo all’attacco, rapida, impetuosa, travolgente. I grigi, evidentemente, s’erano studiati di conquistare subito un vantaggio che avrebbe potuto essere decisivo per il morale della squadra e per l’esito numerico finale. Di fronte a quell’impeto subitaneo, rabbioso con il quale gli alessandrini si gettarono subito alla conquista della vittoria il Milan, che pur è una squadra che non si lascia cogliere di sorpresa, si smarrì un poco, piegò in difesa, giuocò a tratti disordinatamente, sotto l’infuriare dell’assalto avversario. L’Alessandria fu ieri provato da molta sfortuna. La prima, e la maggiore, fu quella di non essere riuscita a strappare subito un punto di supremazia per vivere, il resto dell’incontro, sul vantaggio conseguito. La fase pericolosa creata al quarto minuto sotto la porta del Milan, con Barbieri a terra contendendo il pallone alla massa degli attaccanti, non riuscì a dare il punto. Sicché il Milan, dopo aver fronteggiato nel quarto d’ora iniziale l’eccezionale foga degli alessandrini, potè quando l’incontro divenne più calmo per il decadere dell’impeto avversario, tentare a sua volta la propria chance. Un discutibile fallo di mano di Milano II, punito dall’arbitro Laugeri con un calcio di rigore, diede al Milan il tanto disputato vantaggio. Fillide, il portiere grigio, era riuscito ad arrestare il pallone, ma la forza del colpo era stata tale, che la palla gli uscì dalle mani ed entrò lo stesso in porta. La partita d’ieri, data la forza equivalente delle squadre, doveva decidersi per un solo punto. E quel goal per il Milan era già un vantaggio formidabile per le sorti dell’incontro. L’Alessandria lo intuì e si perse d’animo. La squadra grigia non si ritrovò più che a tratti, non ottenne più la magnifica continuità e poderosità di giuoco del primo quarto d’ora, pur continuando a combattere da pari a pari col Milan. E l’incontro andò a poco a poco perdendo di vivacità per circoscriversi in un giuoco sempre più inutilmente violento, inceppato non sempre opportunamente dagli arresti dell’arbitro. La ripresa vide il prevalere della squadra rosso e nera. Un secondo goal, frutto di un traversone di Morandi, che si trovava in netta posizione di “fuori giuoco” non avvertita dall’arbitro, smontò completamente la squadra alessandrina, che fu vista, per dieci minuti, serrata tutta in difesa, poiché disperava ormai di salvarsi dalla sconfitta. Ma sul finire i grigi attaccarono di nuovo con forza e l’ultimo minuto di giuoco vide coronato da un goal gli sforzi della prima linea alessandrina. La vittoria del Milan non ha convinto. L’arbitro indispose la folla con alcuni suoi errori. Egli non vide, per esempio, un fallo di mano di Pizzi nell’area di rigore, alla ripresa; non vide il “fuori giuoco” di Morandi, che recò il secondo goal ai milanesi. La partita fu quindi falsata dai deliberati dell’arbitro. Il Milan ha dato nell’incontro quanto i suoi supporters si aspettavano. La squadra di vecchia carriera, lungi dallo smarrirsi completamente nel difficile incontro, seppe sfruttare la sua buona fortuna e prendere un nettissimo sopravvento sugli avversari, quando questi disperarono della vittoria. L’Alessandria ha ancora il difetto di tutte le squadre giovani: fuori dal suo campo, è facilmente vittima dello scoraggiamento. Provata dalla sfortuna, la quale volle che i responsi dell’arbitro le tornassero spesso in sfavore, la squadra grigia non seppe aspettare con calma le fasi propizie. Varie volte gli attaccanti grigi persero occasioni facili sotto il goal di Barbieri per precipitazione. Entrambe le linee di attacco erano in cattiva giornata. Eccellenti le difese, che ebbero solo qualche defaillance nei terzini Pizzi e Milano II. Emerse su tutti il giuoco del capitano alessandrino, Carcano, il quale, specialmente nel primo tempo, fu magnifico per potenza e resistenza: un giuocatore che merita di conservare il suo posto in squadra nazionale. (Corriere della Sera). LA DIFFICILE VITTORIA DEL MILAN SUI GRIGI ALESSANDRINI L’esito del match compromesso dall’arbitraggio del sig. Laugeri? L’Alessandria ha dovuto soccombere alla balda compagine dei rosso-neri del Milan per l’inesplicabile decisione nel tiro in porta dei suoi forwards. Grillo e Poggi debbono avere da soli sulla coscienza almeno una dozzina di grossolani errori e pochi metri da goal, di fronte ai quali neppure l’ottimo trainer Smith ha saputo contenere la sua tradizionale flemma inglese. Eppure i grigi meritavano domenica a Milano ben altra sorte; chiusi in una formidabile difesa, forti di una linea di sostegno veramente eccezionale, la stessa linea dei forwards riunisce cinque ottimi elementi che potrebbero essere di non comune rendimento, ove non complicassero ed arruffassero con allarmante frequenza le serrate trame del loro veloce giuoco. Gli “avanti” alessandrini dettero prova di affiatamento e di una discreta intesa nei primi quindici minuti dell’incontro allorché riuscirono con bella audacia e straordinaria foga a far addossare le file dei rosso-neri contro il goal di Barbieri, in una accanita e disperata difesa. Il goal non accordato per giuoco pericoloso, ed in seguito il penalty che concedeva un prezioso vantaggio al Milan valsero a disarmare gli avanti alessandrini, che nella smania di pareggiare, svolsero di preferenza un giuoco individuale e più sull’uomo che sulla palla. Di questi palesi difetti seppe a tempo opportuno approfittare il Milan che, passato il quarto d’ora di pericolo, si riebbe, coordinò la propria tecnica di giuoco a folate, a larghi e veloci passaggi, e neutralizzato l’attacco avversario col lavoro oltremodo proficuo di Scarioni, Soldera e Lovati, seppe gettarsi con travolgente foga e meraviglioso impeto alla controffesa. Poche squadre avrebbero potuto resistere alla violenta rabbiosa raffica dei grigi che fin dai primi minuti di giuoco volevano ad ogni costo assicurarsi un netto vantaggio inteso a garantir loro una privilegiata condizione per il resto della partita. Ma i rosso-neri sono ormai maestri nell’arte di non lasciarsi sorprendere e come possono esplicare un giuoco impetuoso e travolgente, sanno all’occasione sfoggiare una mirabile calma; così è stato che, una volta acquetati i bollenti spiriti dei grigi, i valorosi compagni di Van Hege seppero rendersi padroni della situazione. La … storia del “penalty”. La partita si è risolta a questo modo proprio nelle sue prime battute; né vogliamo negare che il “penalty” concesso con troppo accondiscendente generosità dall’arbitro, abbia affrettata la soluzione della contesa e dell’incerta superiorità dei grigi e dei rosso-neri. Noi siamo convinti che molti altri arbitri nei panni di Laugeri non avrebbero concesso il calcio di rigore che ha deciso della vittoria. Sul terreno viscido e pantanoso Milano II nell’intercettare un passaggio sdrucciolò sulla palla e la sfiorò colle mani, del tutto involontariamente. Di qui la risoluta e suprema punizione di Laugeri, che diramò pochi giorni or sono, quale membro della C.T., una circolare agli arbitri tendente a dimostrare come il penalty deve essere accordato solo nei casi di falli volontari e di eccezionale gravità. Ora Milano II, oltre all’attenuante del terreno pessimo aveva quella dell’involontarietà del fallo ed egli, nel disgraziato arresto non tentava di fermare un tiro diretto in goal, bensì un semplice cross. Ma la suprema autorità giudicante ha ritenuto necessario il penalty e noi ci inchiniamo riverenti di fronte a tanto sapere. Del resto Laugeri ha avuto una giornata particolarmente infelice, specie per ciò che riguarda il controllo dei fuori-giuoco. Quante volte egli non ha fischiato a sproposito? E forse che, quando Morandi iniziò la scappata che, con successivo passaggio a Brevedan doveva fruttare il secondo goal ai rosso-neri, la piccola estrema destra milanese non si trovava in netta posizione di off-side? Non sono mancate però le occasioni in cui i rosso-neri sono stati danneggiati dall’operato arbitrale ed in questa equa suddivisione di errori, Laugeri non poteva essere davvero più imparziale. E’ destino che anche i migliori arbitri vadano incontro a non comuni defaillances ed abbiano delle pessime giornate che purtroppo coincidono quasi sempre cogli incontri di maggior importanza! Una vera rivelazione è stato il giovane Fillide dell’Alessandria, portiere destinato al più lusinghiero avvenire; l’ottimo Smith lo ha preso sotto la sua premurosa e particolare attenzione. Ottimi dell’Alessandria Carcano, Savojardo, Ticozzelli in gran giornata, e Lazoli. L‘attacco dei grigi si rafforzerà sensibilmente col passaggio di Milano II in prima fila, allorché Pirovano si allineerà al fianco di Ticozzelli. Siamo convinti che in tale formazione, e sul proprio campo, l’Alessandria non troverà chi saprà piegarla. Degni di ogni lode, del Milan: Barbieri, Sala, Soldera, Scarioni e Van Hege. (Guerin Sportivo, 21 gennaio 1915 – Guerinetto) IL MATCH MILAN-ALESSANDRIA Il risultato del match di domenica scorsa è stato completamente falsato dalla condotta dell’arbitro il quale (sono parole dei giornali di Milano) per malanimo e congenita insufficienza ha preso di mira la squadra dei grigi. I due punti ottenuti dal Milan sono stati infatti regalati alla squadra rosso-nera dall’arbitro Laugeri, il quale non si è dimenticato di essere socio del Torino ed ha commesso ogni arbitrio in modo scandaloso pur di allontanare, dalla squadra del suo cuore, il pericolo grigio. L’Alessandria si è vista così, non solo strappare la vittoria, ma è stata fortemente handicappata per i successivi match. L’ingiusta sconfitta non ha però smontato i bravi grigi che attendono il Milan per il retour-match. In quanto al Laugeri siamo lieti che il Corriere della sera e lo Sport abbiano fatto giustizia bollandolo a fuoco; data l’indiscutibile sua competenza, più grave è la sua colpa per aver tentato in mala maniera sul cammino della vittoria una squadra che dà tutta se stessa per affermarsi usando solo il proprio valore. (La Lega Liberale, 23 gennaio 1915) MILAN BATTE ALESSANDRIA 2-1 L’incontro svoltosi oggi tra le due fortissime squadre sul campo di Via Arona prevedevasi certamente interessante, ed infatti gran folla era accorsa: pure il giuoco pesante non brillò certamente di virtuosità tecnica e specialmente a più riprese degenerò per irruenza. Il pubblico prese parte vivissima con i suoi incoraggiamenti alla partita. Arbitrava Laugeri che non soddisfece davvero. Egli fu indeciso e spesso parziale. Infatti non esitò ad accordare ai rosso-neri un penalty per un involontario hand di Milano II che venne tramutato in goal dai milanesi. Ed infine rese valido un altro goal segnato da Brevedan su centrate di Morando in evidente posizione di off-side. La giovane squadra dei grigi di Alessandria forte in difesa fu nell’attacco deficiente. I suoi 5 uomini furono mancanti di decisione e precisione e mancarono varie occasioni per segnare. Poggi, del Savona, nuovo acquisto dei grigi, non si trovò d’accordo con i nuovi compagni e rese meno dell’aspettativa. Il Milan scese in campo mancante di Bozzi, sostituito da Trerè era del resto completo. Laugeri fischiava l’inizio della partita alle 15 precise. LA palla va subito all’Alessandria che dopo brevi schermaglie costringe Barbieri a parare per una prima volta e poi per altre volte ancora con tiri che divengono pericolosi sempre più. Torricelli al 10. correndo velocissimo centra un tiro fortissimo che Poggi lo raccoglie e tira in goal ma Barbieri para eccellentemente. I grigi sono immediatamente su lui e lo caricano violentemente, il goal sembra sicuro quando Laugeri fischia per giuoco pericoloso ed il pericolo è evitato. La partita prosegue tra i falli che si susseguono con grande frequenza e viene perciò sospesa più volte. Al 16. Fillide salva in corner un forte tiro di Van Hege poi è Alessandria che attacca ancora. Al 20. Morandi con un eccellente traversone centra Milano II che però scivolando nel raccogliere commette l’hand involontario di cui già accennammo. L’arbitro concede il calcio di rigore che è tirato da Pizzi. Fillide para, però la presa gli sfugge ed il pallone penetra nella rete dei grigi alessandrini. Rimessa in giuoco la palla Alessandria torna con rinnovata energia all’attacco ed attua un corner che però riesce nullo. Poggi si lascia sfuggire più d’una occasione ed il pareggio non avviene. Al 26. altro corner per i grigi che assalgono sempre più vivacemente per tutto il tempo senza però poter penetrare la rete milanese. Il secondo tempo è ancora vivace. E’ ancora Morandi a condurre i grigi nuovamente all’assalto ma Ticozzelli salva in corner. I rosso-neri si rianimano e dopo qualche minuto per non più andarsene, s’insediano nell’area avversaria subito ottenendo un corner. Carcano fa l’impossibile per sventare il pericolo, ma vani sono i suoi sforzi. Milano insiste nell’attacco. Morandi al 18’ in perfetta posizione d’off-side riceve il pallone da Lovati. Brevedan raccoglie e segna il secondo punto per i rosso-neri. Alessandria al secondo punto si disanima: i suoi uomini non sanno più ritrovarsi. Lazoli, Carcano e Savojardo perdono buona occasione. Solo verso la fine in una melée Torricelli riesce finalmente a segnare un goal nella rete di Barbieri, poco dopo Laugeri fischia la fine. I migliori del Milan furono Scarioni, Soldera, Lovati, Van Hege e Morandi. Dell’Alessandria Fillide, Ticozzelli, Carcano e Savojardo. (L’Italia Sportiva - Casario) RISULTATI: Novara – Vigor 3-2 CLASSIFICA: Milan p. 4, Alessandria, Novara 2, Vigor 0. Il punto sul campionato Il secondo gruppo ha il suo team vergine di sconfitte. Il Milan. e per virtù propria e della dea fortuna che sempre aiuta gli audaci, seppe essere vittorioso sia a Novara che in casa propria misurandosi coi massicci alessandrini. Non sono usciti incolumi i rosso-neri dalle carezze novaresi e alessandrine: parecchi di essi sortirono squassati dal giuoco irruento impiegato dagli avversari; ma alla resa dei conti possono consolarsi coi risultati ottenuti. L’Alessandria è un magnifico plotone, prestante fisicamente, resistentissimi. Ma gli avanti grigi non posseggono tiro in porta seppur sospinti da una seconda linea magnifica e possono essere fiduciosi nella valentia della loro estrema difesa. Il Novara ha voluto vendicare la sconfitta col Milan rivalendo contro il Vigor sul terreno casalasco. Pel contegno indecente di una parte del pubblico in rispetto all’arbitro la Federazione ha squalificato questo terreno. Così le probabilità del Novara appaiono diminuite e sarà ben difficile a questo undici che pure per valore individuale e per affiatamento era assai temibile, di accedere alla finale. Quarta in questo gruppo è la Vigor, che nelle due sconfitte subite per opera di Alessandria e Novara seppe difendersi onorevolmente e lasciare adito alla speranza che in casa propria potrà far valere meglio le proprie ragioni. (La Stampa Sportiva, 24 gennaio 1915 - Arbiter)

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Milan FBCC - Alessandria FBC 2 - 1 (0 - 0)

RETI:

22. rig. Pizzi (I) A. [Mi] , 63. Brevedan E. [Mi] 89. Poggi (I) D.[A]

Alessandria FBC

Fillide Cesare Stefano, Ticozzelli Giuseppe, Milano (II) Felice, Savojardo Amilcare, Carcano Carlo, Lazoli (I) Carlo, Torricelli Aldo, Della Casa (I) Angelo, Grillo Edoardo, Poggi (I) Domenico, Bosio LuigiAll.: Smith George Arthur

Formazione avversaria

MILAN FBCC: Barbieri Luigi, Sala Marco, Pizzi (I) Amilcare, Scarioni (II) Alessandro, Soldera (I) Francesco, Lovati, Morandi Ernesto, Ferrario Romolo, Brevedan, Trerè (II) Attilio, Van Hege. All.: Commissione Tecnica

Arbitro: Laugeri Melanio del Torino

Note

Commento

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Crediti

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Fillide Cesare Stefano, Ticozzelli Giuseppe, Milano (II) Felice, Savojardo Amilcare, Carcano Carlo, Lazoli (I) Carlo, Torricelli Aldo, Della Casa (I) Angelo, Grillo Edoardo, Poggi (I) Domenico, Bosio Luigi

All.: Smith George Arthur