Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1978/1979
Serie C1
29-10-1978 - Giornata: 5 - Forlì - Tullo Morgagni


Forlì AC - Alessandria Calcio US 3 - 0 (1 - 0)
RETI: 11. Angeloni [Fo] , 51. Gabban [Fo] , 84. Angeloni [Fo]

Alessandria Calcio US Lucetti Angelo, Molinari Pietro, Contratto Renzo, Avere Bruno, Colombo Antonio, Ferrari Sergio, Calisti Angelo [46. Tonetto Flavio], Bongiorni Gabriele, Pandolfi Mario, Barozzi Roberto, Ferraris (I) Alessandro A disp.:(P) Brunetti Massimo, Picco Gianluigi All.: Capello Guido

Formazione avversaria
FORLI' AC: Busi, Schiano, Gabban, Grilli, Ravaglia, Luchitta, Fabbri [76. Piazza], Sabato, Marchini, Bernardini, Angeloni. A disp.. Ruffilli, Bonini. All.: Santarelli Attilio

Arbitro: Pirandola Giancarlo (Lecce)
Note
Alessandria in dieci uomini dal 84. per l'uscita dal campo per infortunio di Contratto. Ammoniti: Sabato [F], Bernardini [F], Barozzi [A]. Angoli: 4-10 Spettatori: 4.500 Inizio gara ore 14.30

Commento
INCREDIBILE ROVESCIO IN TERRA DI ROMAGNA L'Orso perde la testa... e il Forli lo bistratta La grande illusione è tramontata in terra di Romagna? La domanda è d’obbligo dopo la bruciante sconfitta con il Forlì con un punteggio sin troppo eloquente. L’Alessandria passata indenne sui campi di Padova e Biella è scivolata ingenuamente riaprendo polemiche appena sopite. Il risultato di 0-3 lascia chiaramente intendere in netta superiorità dell’avversario; in realtà le cose sono andate diversamente. I grigi pur dominando per tre quarti della partita, si sono lasciati infilare balordamente in contropiede rischiando il cappotto senza precedenti. Note le caratteristiche della compagine portata a sfruttare i rapidi capovolgimenti di fronte per tentare la via del gol. Contro i biancorossi la situazione si è capovolta: gli ospiti hanno mantenuto il dominio territoriale per settanta dei novanta minuti lasciandosi infilzare come anitre allo spiedo. I biancorossi di Santarelli passati in vantaggio per una distrazione collettiva, hanno atteso la ripresa per consolidare il risultato. Approfittando della irripetibile confusione tattica i romagnoli hanno preso di infilata l’area alessandrina presidiata da non più di due giocatori. Un gioco da ragazzi superare o mettere in difficoltà l'incolpevole portiere. Esiste una causa ben definita del tracollo? La domanda merita una attenta disamina della formazione ancor prima della partita. Mister Capello solitamente prudente nel muovere le pedine, per assicurare una maggiore mobilità al settore difensivo ha sacrificato Tonetto per Molinari. Quella che doveva essere la mossa vincente si è rivelata in realtà la grande trappola. Molinari ha caratteristiche di centrocampista, può essere sfruttato come mezzapunta, mai come difensore. L’aiessandrino contravvenendo le disposizione tattiche ha sovente dimenticato di dedicarsi al suo uomo preferendo muoversi in appoggio alle punte. La propensione del giocatore a portarsi in prossimità della zona gol ha finito per originare lo scompenso che sta alla base del crollo. L'Alessandria infilzata nella fase iniziale, dimenticando ogni norma prudenziale, ha seguito l’esempio del terzino catapultandosi in area avversaria alla ricerca del pareggio. Lo sbilanciamento in avanti si è risolto in un boomerang perche Colombo e Avere sono venuti a trovarsi senza il sussidio prezioso di Ferrari e Bongiorni. Mancando agli uomini di retroguardia il punto di riferimento l'intera impalcatura prima ha vacillato, poi è crollata. L'allenatore al termine della partita non ha mendicato scuse.« Abbiamo condotto la danza per tre quarti affrontando i padroni di casa a viso aperto, senza barricate, commettendo grosse ingenuità. I biancorossi con poca fatica hanno conquistato un grosso risultato giocando in contropiede. Le incertezze si pagano. L’inesperienza dei giovani ha avuto un peso determinante nel risultato di 0-3 ci chiude la bocca. Non meritavamo una punizione tanto pesante». La tripletta farà discutere lungamente i tifosi perchè il Forlì, sia detto per inciso, difficilmente riuscirà a ripetere l’impresa contro i futuri avversari. La compagine di Colombo con la tattica scriteriata, la mancanza assoluta di disciplina tattica ha praticamente regalato il risultato. La retroguardia che nelle prime quattro partite aveva subito una sola rete è letteralmente naufragata. La Alessandria sinora aveva adottato nelle gare esterne una disposizione oserei dire elementare, ma valida. Centrocampisti sulla trequarti davanti ai difensori, pronti a chiudere i corridoi o a sganciarsi con prudenza per avviare il dialogo offensivo. La cosidetta squadra «corta», poco disposta a correre l’alea dello sbilanciamento o dello spostamento del baricentro a vantaggio dell’avversario. Nell'ultima trasferta di Biella insistendo nello schieramento tattico, seppure in svantaggio di una rete, i grigi erano riusciti a rimediare sfiorando nel finale il colpo gobbo. Domenica invece la disposizione prudenziale è saltata e i padroni di casa, ringraziando, hanno colto un successo che sei-sette inserimenti offensivi, mai un alleggerimento sul compagno smarcato che lo fiancheggiava in attesa dell’imbeccata per filtrare nella munitissima retroguardia romagnola. Bongiorni pur sgobbando come un negro invece di rendersi utile ha finito con il favorire gli antagonisti. I colleghi infatti seguendolo nei reiterati tentativi hanno completamente sguarnito la fascia centrale a vantaggio di Fabbri e Angeloni, quest'ultimo autore di una doppietta. Un invito a nozze per una squadra che faticava a costruire azioni manovrate per giungere in prossimità di Lucetti. Un’Alessandria costantemente impegnata alla ricerca del gol, ma priva della chiarezza di idee indispensabili per penetrare all’interno del dispositivo difensivo dei padroni di casa. Se Bongiorni e, nella ripresa Ferrari hanno compiuto errori di leggerezza imperdonabili, altri compagni li hanno seguiti nella scriteriata condotta. Alludiamo principalmente a tre uomini: Pandolfi, Barozzi e Ferraris. L’ex savonese ripetendo la prova della precedente domenica con il Trento, oltre ad apparire lento e sfuocato ha smarrito la giusta posizione concedendo via libera a Bernardini. Novanta minuti disputati all’insegna della lentezza e della povertà tecnica. Da Pandolfi è logico attendersi esibizioni di maggior livello se non altro per l’esperienza derivante dalla lunga carriera. Alla prestazione negativa di un «senatore» si contrappone quella di un giovane, Barozzi. Il diciannovenne è apparso svuotato, privo di concentrazione al punto di perdere ogni contrasto, di buscarsi una ammonizione per simulazione di fallo. II prom ettente ragazzo ha un handicap notevole: il fisico. Venendogli meno la concentrazione ogni contrasto si trasforma in un calvario. Difficile dire quante volte sia finito a terra non certo per le cariche degli avversari quanto per mancanza di fiato. Con Barozzi in chiara difficoltà, neppure Ferraris ha tentato di uscire dalla mediocrità. Sottoposto a stretta vigilanza il bomber ha preferito attendere in zona senza beccare palla. Una specie di statua incapace di uscire dall’anonimato attraverso una impennata d’orgoglio. L’attaccante si è sempre espresso al meglio quando è riuscito a sfruttare lo scatto. Con retroguardia munite, serrate davanti al portiere esiste una sola possibilità per rompere il baluardo il movimento, in particolare sulle fasce per costringere l’antagonista ad uscire dal guscio. L’Alessandria con la condotta dissennata si è trovata a sciupare preziose energie senza trovare le giuste misure. Neppure è valso l’inserimento di Picco in sostituzione di Calisti che aveva disputato il primo tempo senza infamia e senza lode. Il ragazzo davanti ad una difesa solida ha profuso la migliore determinazione cercando invano lo spazio che predilige. Un’Alessandria travolta dall'orgasmo pronta a gettarsi in avanti non con dialoghi a largo respiro, ma con una serie di scambi a breve distanza tali da consentire ai biancorossi di appostarsi al limitare dell’area di rigore. Il Forlì manovrando con i lunghi traversoni ogni qualvolta si è mosso in contropiede ha letteralmente saltato il centrocampo grigio mettendo in difficoltà Colombo persino incerto ed un Avere cattivo quanto spaesato davanti alle sfuriate offensive. Una squadra priva di idee che pur mantenendo il controllo del pallone ha smarrito il filone del gioco a vantaggio di un avversario per nulla irresistibile, i mandrogni hanno letteralmente regalato il successo ai romagnoli. La lezione dovrebbe servire a fare meditare tecnico e giocatori alla vigilia del derby con la Juniorcasale. Troppi giovani dimenticano le disposizioni impartite, affrontando l'avversario senza usare il cervello. Nell’ultima trasferta uno dei pochi a salvarsi è stato Contratto impegnato sullo scattante Fabbri. Il ragazzo ha svolto diligentemente il lavoro, ha cercato di dare una mano ai compagni dal primo all’ultimo minuto, il terzino è risultato valido anche sotto il profilo dell'impostazione, ma con una squadra a brandelli sotto il profilo tattico e non della tenuta atletica, il gran prodigarsi ha dato risultati poco appariscenti. Nello spogliatoio alessandrino c’era al termine della partita molto nervosismo: i giocatori hanno capito troppo tardi di avere regalato il successo ad un avversario che non è affatto superiore. II bagno di umiltà dovrebbe dare i frutti a breve scadenza: domenica al Moccagatta si impone il primo successo della stagione, guai mancare il bersaglio. La classifica si mantiene corta (dalla prima, la Cremonese all'Alessandria ci sono due punti di differenza. L’ultima della graduatoria il Treviso di Romano Matté viaggia a quota tre). II grande equilibrio consiglia la massima prudenza, i punti valgono oro, specie quelli conquistati in trasferta. Domenica i grigi hanno perduto oltre all'imbattibilità la possibilità di mantenersi a stretto contatto delle prime. Un’occasione irripetibile. Mister Capello «freddato» dai romagnoli ha una settimana di tempo per tamponare la falla in particolare a centrocampo dove la mancanza di incontristi si fa sentire pesantemente. Ricorrerà al neo acquisto Gardiman (un terzino marcatore) oppure insisterà sullo schieramento tradizionale fidando nella ritrovata vena di Ferraris I? L’Alessandria deve sveltire il gioco, operare a tutto campo, porre in condizione gli uomini gol di inserirsi nella retroguardia avversaria. Il ricordo della partita di Forlì deve essere dimenticato in fretta, cancellato. I grigi pur con le carenze denunciate possono fornire un rendimento superiore come dimostrato in altre occasioni. La sconfitta, auguriamocelo, deve costituire il trampolino di lancio per riprendere con maggiore determinazione la strada della tranquillità. Brevemente i novanta minuti della contesa. Allo stadio è presente il pubblico delle grandi occasioni, quattromila persone per un incasso di diciassette milioni di lire. L’Alessandria si schiera con Molinari a fianco di Contratto mentre a centrocampo operano Calisti, Ferrari, Bongiorni e in posizione leggermente avanzata Barozzi con il compito di affiancare Ferraris. Gli ospiti si muovono con sicurezza, tengono sotto controllo le punte Fabbri e Angeloni (affidato a Colombo) mentre Molinari opera sul dinamico Sabato e Ferrari tiene a bada Marchini. Il centravanti sovente viene a trovarsi sulla fascia laterale con ripercussioni facilmente immaginabili. La prima azione è dei biancorossi con Grilli: la conclusione finisce a lato. Pronta la replica con un dialogo stretto tra Barozzi e Calisti con palla sulla destra di Busi. Il Forlì passa al 12’ grazie alla complicità della difesa mandrogna. Mischia in area, palla allo smarcato Sabato e bordata che i centra in pieno un braccio di Colombo. La sfera, smorzata finisce sui piedi di Angeloni e il gioco è fatto. La compagine di Capello non si scompone assumendo immediatamente il controllo del gioco. Manovra con sicurezza, stringe gli avversari in area, mancano unicamente le conclusioni. Sono in troppi ad attaccare e difendersi. La presunzione di mettere sotto i padroni di casa gioca un brutto scherzo perchè il baricentro dello schieramento si sposta eccessivamente. I centrocampisti ed in particolare Calisti e Pandolfi sono lenti nei movimenti, faticano a rientrare; Barozzi è irriconoscibile. Sui capovolgimenti l’Alessandria trema perchè Colombo e Avere non possono badare a tre-quattro avversari. Frilli al 28’ staffila da fuori area, stupenda la risposta di Lucetti. Altro capovolgimento di fronte alla mezz’ora con Ravaglia che spara in diagonale. II portiere respinge alzando la sfera a candela: Angeloni se ne impossessa, Lucetti lo contrasta e il giocatore finisce a terra dolorante consentendo a Colombo di liberare. I biancorossi invocano il rigore, inutilmente. I mandrogni riprendono a macinare gioco ed al 35’ Molinari imbecca Pandolfi. Il giocatore si allarga sulla sinistra centrando per Ferrari. Un difensore lo spinge da tergo e l’azione sfuma. Un fallo da massima punizione, ma anche in questo caso il direttore di gara è irremovibile. Insistono i grigi collezionando alcune punizioni, calci d ’angolo. Ferrari al 41’ appoggia su Calisti, apertura su Ferraris, rasoterra insidioso, con Busi costretto a salvarsi in angolo. Picco all’inizio della ripresa rileva Calisti per consentire a Ferraris di muoversi sulle fasce. L’avvio pare promettente: angolo di Barozzi e incornata del bomber: Busi devia in angolo. L’Alessandria scende in massa nella trequarti avversaria sguarnendo la difesa. E’ un errore imperdonabile e i romagnoli ne approfittano. Fluidificazione di Marchini, palla a Gabban inseritosi sulla destra con palla alle spalle di Lucetti. Prosegue il predominio territoriale dei mandrogni con un forte tiro di Molinari sventato in angolo, una punizione di Ferraris che brucia le mani al portiere. I padroni dicasa operano unicamente in contropiede come al 58’ auando Sabato servito da Fabbri centra il palo alla destra dell’estremo difensore. La tattica dei grigi è suicida, nessuno pare accorgersene. Contratto imposta al 71’ per Pandolfi, rimpallo favorevole per Ferraris libero: incredibilmente il bomber spara altissimo. Ultima mazzata per i grigi all’84 mentre tutta la squadra cerca il gol della bandiera. Rovesciamento di fronte. Marchini scende sulla sinistra, traversa per Angeloni che «salta» pure il portiere. Lo 0-3 dice chiaramente come hanno giocato Colombo e compagni. Capello ha i nervi a fior di pelle, altrettanto i giocatori. Una sconfitta tanto pesante è difficile da giustificare. Al derby la controprova, la riabilitazione (Il Piccolo - il Gattopardo) SMACCO DEI GRIGI IN TRASFERTA BATTUTI PER TRE VOLTE DAL FORLI Senza discussioni e senza attenuanti la sconfitta patita ieri dall'Alessandria in terra di Romagna, il risultato punisce forse eccessivamente i grigi di Capello, che tuttavia poco hanno fatto per rimettere in discussione la partita nel primo tempo, quando il passivo era ancora ridotto ai minimi termini. Purtroppo, all'Alessandria scesa al Morgagni di Forlì mancava quella convinzione e quel mordente sempre necessari quando si gioca in trasferta. In più, le tre punte Calisti, Barazzi e Ferraris si sono trovate ben presto a mal partito di fronte alla spigliata e poco permissiva compagine della difesa romagnola, imperniata sull'ottimo Luchitta, efficace sostituto dell'indisposto libero Zaniboni, bene spalleggiato dagli arcigni Schiano e Gabban. Il primo pericolo l'ha comunque corso il portiere forlinese Busi, che al quarto di gioco è stato salvato dall'esterno della rete su un fendente di Ferraris da punizione dal limite. E infatti è stato soltanto su calci piazzati che l'Alessandria è riuscita a rendersi qualche volta pericolosa. Era ancora l'esterno della rete, al 20', ad opporsi al diagonale di Calisti a conclusione di un'azione condotta da Pandolfi. Debole comunque la fiammata della squadra piemontese perché, dopo soli due minuti, il Forlì andava al sodo con Angeloni, che approfittava di una situazione ingarbugliata in area dopo due tiri consecutivi di Marchini e Schiano e, liberissimo, batteva in diagonale Lucetti. L'Alessandria subiva questo gol anche psicologicamente e infatti era sempre l'estremo difensore «grigio» a correre i maggiori pericoli: al 17', su incursione di Marchini; al 27' su tiro da fuori di Grilli che costringeva Lucetti a deviare in angolo; lo stesso Lucetti, al 30', si salvava poi ai limiti del regolamento atterrando Angeloni. Dopo questo episodio i ragazzi di Capello, che pure hanno dimostrato un discreto bagaglio tecnico e precisi schemi, organizzavano la riscossa e si rendevano pericolosi prima con Pandolfi al 31', poi al 35' era Ferraris che, lanciato a rete, veniva sospinto da tergo da Schiano con azione irregolare. Ma anche in questa occasione l'incerto arbitro Pirandola lasciava correre. E su un'incauta uscita a vuoto di Busi, della quale gli attaccanti alessandrini non sapevano approfittare, si concludeva il primo tempo e in pratica la partita dell'Alessandria che per tutta la ripresa doveva subire la risolutezza degli allievi di Santarelli. Al 51'. scorribanda sulla sinistra di Marchini e successivi cross al centro: la difesa alessandrina rimaneva ferma e Gabban poteva mirare a colpo sicuro. Dopo il raddoppio forlivese si susseguivano, blandi, gli attacchi dell'Alessandria e anche il nuovo entrato, Tonetto, sostituto dell' e; vanescente Calisto non riusciva a dar tono alla sua squadra, che raccoglieva solo calci d'angolo (alla fine saranno 10 contro i 4' del Forlì). Al 38'. su combinazione Marchini-Bernardi-Sabato, Angeloni scartava anche il portiere e depositava la sfera in rete. Sul capovolgimento di fronte si infortunava il migliore dell'Alessandria, Contratto, che era costretto a raggiungere gli spogliatoi. (La Stampa - Ed. Sport - G.M.) Risultati: Juniorcasale - Spezia 3-2 Lecco - Treviso 0-0 Novara - Como 2-0 Padova - Biellese 1-3 Piacenza - Mantova 0-0 Reggiana - Parma 0-0 Trento - Cremonese 1-2 Triestina - Modena 1-0 CLASSIFICA: Cremonese p.7; Forli, Biellese, Como, Juniorcasale, Reggiana, Triestina 6; Parma, Piacenza, Padova, Alessandria 5; Spezia, Lecco, Mantova, Novara, Modena, Trento 4; Treviso 3 MARCATORI: 4 RETI: Motta (Juniorca¬sale)3 RETI: Cavagnetto (Co¬mo), Angeloni (Forlì)2 RETI: Sadocco (Biellese), Mondonico (Cremone¬se), Braida (Parma), Mugianesi e Bongiorni (Spe¬zia), Gasparini (Trento) Il punto sul campionato Il Novara è riuscito ad ottenere la prima vittoria stagionale, facendo pace con il suo pubblico, contro l'avversario più difficile, il Como, capolista imbattuta del girone. Una agguerrita Biellese è andata a vincere sul campo del Padova con una prestazione oltre ogni previsione. Partita ricca di emozioni e accesa agonisticamente quella disputata tra Junior e Spezia: corretta nel primo tempo e deterioratasi nella ripresa, a spuntarla sono stati i padroni di casa. Il Trento è stato sconfitto dalla Cremonese che ha faticato parecchio ad imporsi. Giusto pareggio tra Piacenza e Mantova due squadre che hanno macinato molto gioco ma entrambe scarse in fase di conclusione. La Triestina ha vinto con pieno merito, gol di Mujesan all'84', un incontro spigoloso reso tale da un arbitraggio non all'altezza.