Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1976/1977
Serie C
07-11-1976 - Giornata: 9 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria Calcio US - Pro Patria et Libertate Calcio 4 - 0 (2 - 0)
RETI: 30. Marullo M.[A], 38. Marullo M.[A], 82. Marullo M.[A], 87. Marullo M.[A]

Alessandria Calcio US Zanier Adriano, Romei Roberto, Di Brino Marcello, Borghi Ambrogio, Colombo Antonio, Alberti Antonio, Pileggi Danilo [84. Baretta Giancarlo], Vianello Ennio, Marullo Michele, Vanara Elio, Frigerio Emilio A disp.:Giglio Angelo, (P) Vezzulli Ivano All.: Trebbi Mario - D.T. Viviani Franco

Formazione avversaria
PRO PATRIA ET LIBERTATE CALCIO: Fellini, Frigerio, Trabalza, Mela, Vallacchi, Carniti, Aliverti [54. Fortunato], Navarrini, Pietropaolo, Bosani, Nicolini. A disp.: Bonetti, Barra. All.: Rosa Humberto

Arbitro: Vitali Renzo (Bologna)
Note
Violento temporale primo dell'inzio gara poi schiarite con pallido sole. Terreno pesante e fangoso Spettatori: 1.000 Inizio gara ore 14.30

Commento
MARULLO SI SVEGLIA E PIOVONO LE RETI Poker vincente del centravanti alessandrino, validamente spalleggiato da Borghi L’Alessandria, sull’orlo del dissesto finanziario, ha fornito una prova di carattere, superando con largo margine la Pro Patria © Il centrocampo rinfrancato dall’avanzamento di Vanara e dalla verve dell’azzurro Pileggi. Perchè i Sacco tacciono? I giocatori, senza stipendio da due mesi, meritano un plauso. Viviani resta al suo posto se l’ingegnere terrà fede alle promesse ® Due trasferte attendono la squadra di Trebbi: prima Treviso e poi il tradizionale derby con l’Albese L'Alessandria si sveglia, trova Marnilo e sotterra la povera e sprovveduta Pro Patria sotto una valanga di gol: quattro, per la precisione. I "fedelissimi” presenti allo Stadio fanno salti di gioia. Erano anni che si attendeva una... esplosione del genere. Il supercritico obietterà: e la Pro Patria ? I bustocchi hanno fatto il loro dovere sino in fondo, ma su un terreno reso pesante dalla pioggia caduta sino a pochi minuti prima della gara, solo i grigi si sono destreggiati con una concentrazione degna dei tempi eroici del calcio italiano. Pareva di vedere l’Alessandria del dopoguerra, quando gli orsacchiotti erano i dominatori del fango. La compagine mandrogna super criticata per la partita di Biella si è rappacificata con i tifosi; ha dimostrato, volendolo, di possedere la grinta sufficiente per lare tremare l'avversario. Il merito dei ragazzi guidati da Trebbi e Viviani è duplice perchè hanno saputo, oltre a battere i bustocchi, tornire una prova di carattere. Con i tempi che corrono trovare undici giocatori disposti a dannarsi l'anima per dimostrare attaccamento ai colori sociali è cosa rara. La società grigia attraversa, inutile nasconderlo, uno dei momenti più travagliati della sua esistenza. Nei sessantaquattro anni di storia, mai era accaduto un periodo nero, senza prospettive come l'attuale.Privi di una dirigenza, con il conto in banca perennemente in rosso tema disperatamente di uscire dal baratro, di trovare una giusta dimensione. Le vicissitudini della società sono legate ai dieci di gestione dissennata della famiglia Sacco. Due lustri di attività calcistica all'ombra del vecchio blasone; molto denaro speso nella fase iniziale (ricordale i Nicolò, i Loiacono) poi il miracolo propiziato dall'arrivo di Dino Ballacci. La promozione tra i cadetti fu in realtà una illusione ottica, uno spiraglio di breve durata. La costituzione della società per azioni, frenò lo slancio della famiglia del miliardario di Spinetta Marengo. Il rapido declino delle fortune alessandrine sono episodi recenti. La « spallata » di Paolo Sacco alle finanze del sodalizio (640 milioni spesi per... rafforzare l’Alessandria appena retrocessa tra i semiprofessionisti) ha dato il colpo definitivo ai bilanci, li debito attuale dell'Alessandria supera largamente il miliardo di lire, si parla per l’esattezza di 1.500.000.000. Un buco da capogiro che ha indotto il "patriarca", cioè l'ing. Remo Sacco a togliere dalle mani dei figli un giocattolo che costava troppo caro. La decisione è senz'altro saggia nella misura in cui si opererà per riportare ordine all'interno di un’azienda dissestata. La strada era e resta una sola: ringiovanire i ranghi con elementi idonei per contenere la spesa c nel contempo allevare giocatori. La politica instaurata sin dalla scorsa stagione da Franco Viviani è valida nella misura in cui tecnici e giocatori possono operare senza patemi di ordine finanziario e psicologico. Innanzitutto è necessaria una guida, un uomo attorno al quale far ruotare l’attività della società. Viviani c Coscia pur responsabilizzati non posseggono le caratteristiche per fungere da elementi catalizzatori. Trovato l’uomo idoneo, la figura di prestigio, è indispensabile assicurare la tranquillità finanziaria per proseguire il lavoro in un clima di distensione invece che di sospetto. Purtroppo sino al momento in cui scriviamo il sodalizio non ha guida, né denaro sufficiente per affrontarne il cammino. Di presidente o amministratore unico non se ne paria da mesi. Dalla villa - fortino di Spinetta si attende inutilmente un segno di buona volontà, un suggerimento. I Sacco impegnati nelle molteplici attività dedicano poco tempo all'Alessandria che in passato gli servì se non altro per allargare il giro delle conoscenze. I creditori bussano alla porta, i giocatori fanno altrettanto tramite Trebbi. Gli stipendi saranno pagati, ma quando? Alla domanda nessuno può rispondere con certezza, neppure Franco Viviani assuntosi il pesante fardello. L’ingegnere all'inizio della stagione fece delle promesse precise, ma sinora non le ha mantenute, come i fatti dimostrano. Diciamo che continua a giocare sull'equivoco, a prendere tempo per giungere al termine della stagione e vendere a man salva i pochi pezzi che valgono qualcosa sul mercato. Un atteggiamento dilatorio che prelude a tempi duri. Il soffocamento dell’Alessandria in atto da qualche anno prosegue: sino a quando la società avrà ossigeno per vivere? La domanda impone una risposta. Probabilmente sino al termine della stagione, indi si vedrà come dare la mazzata definitiva sulla testa dell’Orso grigio o se volete dello sportivo. Alle partite disputate al Moccagatta assistono pochi intimi: sono i fedelissimi che gioiscono o soffrono con i giocatori. La maggioranza delusa, esasperata per Patteggiamento dei Sacco diserta il campo. Gli alessandrini hanno perduto la fiducia verso l’industriale spinettese. La credibilità è svanita davanti ad una serie di promesse rimaste senza seguito, il "profeta" cioè Paolo Sacco, l’attuale amministratore dell’Alessandria società in accomandita semplice, in passato ne fece molte ed i quotidiani li riportarono con titoli a nove colonne. Basta sfogliare i giornali per averne conferma. « Porterò l’Alessandria in serie A » oppure « I giocatori disporranno di assistenza, saranno impiegati nelle nostre attività ». Le promesse, come le cambiali. sono giunte a scadenza, ma in protesto. Il ”presidentissimo” travolto dagli avvenimenti o dalle "gaffe” (ricorderemo tra le molte lo scherzetto giocato al Grosseto con l’assegno post-datato di 50 milioni di lire che gli è costato un giocatore) privato dal padre del grande potere si è ritirato per l’ennesima volta nell'ombra a preparare inutili piani di rimonta. A credergli sono rimasti in pochi, forse — esagerando — una decina di persone. Il ragazzetto che ha rovinato l'Alessandria vive nell'isolamento totale: neppure i bambini' gli credono. Intende il genitore ripetere le gesta del primogenito? Remo Sacco è individuo intelligente ed astuto per cui è facile arguire che agirà in maniera alquanto diversa anche se la sua scelta non contribuirà ai rilancio dei grigi. Nell'attesa che si trovi la soluzione all'enigma o al rompicapo cinese, resta unicamente la squadra che domenica ha risposto con i fatti «le parole al "ras" della società. Il complesso capitanato da Borghi ha sputato l’anima per cancellare la disastrosa prova della precedente e infausta giornata di Biella. Una prestazione da elogiare perché dimostra che con la grinta, la determinazione possono essere superati ostacoli di ogni natura. Prendendo io spumo dal successo un collega ha domandato al generai manager Viviani se risponde al vero la voce delle sue prossime dimissioni. « Lo scorso luglio ho assunto unitamente al segretario sig. Coscia un impegno morale per mandare avanti la società. Lo mantengo sino in fondo se la situazione migliorerà, se l’ing. Sacco ci ascolterà. Nel contempo mi appello agli sportivi affinché ci sostengano rendendo meno pesante la fatica ». La risposta de! tecnico è chiara: è disposto a restare ai suo posto, a continuare a lottare nella misura in cui l’industriale gli fornirà i .mezzi per proseguire l’attività. Sinora il sostegno è stato solo morale se è vero, come lo è, che il tecnico è senza contratto. Franco Viviani avrà con molte probabilità, nelle prossime ore, contatti diretti con l’ingegnere per cercare dall'equivoco, per impostare un programma serio su basi solide. Mancando assicurazioni precise qualcosa accadrà certamente. L Alessandria per esprimersi al meglio, per crescere ha necessità dell'appoggio delle persone che contano oltre che della massa di sportive Attendendo il chiarimento, la squadra cercherà di svolgere sino in fondo il suo dovere. La sonante vittoria conquistata a spese della Pro Patria è servita nel frattempo ad attenuare il clima di tensione. Trebbi e Viviani nel momento di maggiore pericolo hanno superato, con la squadra, l’esame. L’undici mandrogno ha disputalo al Moccagatta novanta minuti all'insegna del combattimento, senza badare a risparmiare energie. I bustocchi davanti ad un avversario che macinava chilometri e gioco ha finito con il perdere la tramontana, con l’abbassare bandiera. I lombardi si sono praticamente arresi senza condizioni. La settimana che aveva preceduto rincontro era risultata tra le più movimentate. Le critiche erano piovute da ogni direzione. I mister chiamati a rimediare alla brutta di Biella hanno preparato la riscossa schierando la nuova formazione nella partita di Coppa Italia giocata giovedì a Vigevano e interrotta dall’arbitro per impraticabilità dei terreno di gioco quando le compagini erano a reti inviolate. Ricuperato il giovane Alberti nel ruolo di stopper si è operato la mossa attesa da tempo: l'avanzamento di Vanara nel ruolo di regista. La scelta tecnica è risultata valida perché Elio per i trascorsi e per la intelligenza tecnica sa destreggiarsi abilmente in un settore del campo che è giustamente giudicato tra i più delicati. Escluso dalla formazione Rolfo e inserito l’estrema destra Pileggi, l'intero collettivo ha tratto profitto dall'innovazione. Il complesso presenta ancora dei punti deboli, ma un passo avanti si è compiuto: il risultato, nell'essenza più che nella numericità lo conferma. I grigi operando con un centrocampo meglio coordinato riescono ad alleggerire il lavoro della retroguardia consentendo nel contempo maggiore mobilità, alle punte fisse Marullo e Frigerio sostenute sulla fascia da Pileggi. Se Vanara resta il fulcro. Borghi può inserirsi con minori preoccupazioni in profondità sapendo di avere alle spallo un maratoneta come Vianello. Un diciannovenne 'dai sette polmoni. La mobilità del varesino permette il costante collegamento tra i settori arretrali e gli attaccanti. I difensori, nel contempo, si muovono con minore assillo disponendo di mastini quali Romei e Di Brino pronti ad incollarsi all'avversario o di sospingersi in avanti nel momento in cui l'antagonista retrocede per parare le incursioni di Marullo e Frigerio. La Pro Patria ha favorito la manovra alessandrina? Indubbiamente in quanto costrettavi dalla poderosa mole di lavoro dei centrocampisti alessandrini pronti a sostenere l’offensiva avvalendosi di sganciamenti in profondità operati a turno da Pileggi. Borghi e dall'appoggio di un Di Brino in giornata di vena per non parlare dello stopper Colombo, i lombardi pur operando in fase difensiva (due soli uomini in avanti) nel tentativo di superare io sbarramento centrale dei padroni di casa hanno finito con il prestare il fianco agli improvvisi capovolgimenti di fronte. I ragazzi di Trebbi, imposto il gioco lo hanno sostenuto^ con un duro lavoro che ha richiesto un impegno di energie notevole, li lavoro ai fianchi dell’avversario ha finito per demolirlo, per creare i presupposti alla larga messe di reti. L'eroe della giornata è Marullo autore della quaterna che ha rilanciato l'attaccante nella zona alta dei goleador. Una giornata nata sotto buona stella, ma propiziata sia dalla verve del ragazzo che dai suggerimenti di Borghi altruista a dismisura. Il poker di reti è stato infine propiziato dalia marcatura di Mela che ha commesso l’imperdonabile errore di concedere a Marullo spazio per muoversi, per incunearsi negli spazi liberi. E’ risaputo quanto il nostro attaccante soffra i marcamenti stretti, asfissianti. Concedendogli libertà il ragazzo ha la possibilità di fruttare la progressione, di fare valere il fiuto di... rapinatore di gol. A vantaggio di Marullo il terreno di gioco pesante, tale da frenare lo scatto dei difensori. Le migliori prestazioni il diciottenne le ha fornite sui terreni allentati dove può fare emergere la sua struttura atletica. Il centravanti con i quattro gol si è –rappacificato con i tifosi: saprà proseguire sulla stessa strada in futuro? La domanda è di prammatica considerando i precedenti che non depongono a suo favore. La vendemmiata di gol oltre ad incidere positivamente sul morale — senza esaltarlo — dovrebbe indurlo a perseverare, a cercare ogni domenica di ripetersi. Quattro gol in novanta minuti sono molti, difficile ripetersi, ma servono come credenziali per imporre un certo rispetto riverenziale da parte degli avversari. Nel contempo non devono illuderlo. Nel calcio un giocatore si valuta sul metro di una stagione e non di poche partite. Attendiamo il ragazzo alla controprova sin dalla prossima domenica sul tutt'altro che facile campo di Treviso. Se Marullo si è riconfermato l'uomo gol, capitan Borghi Io ha assecondato con una intelligente condotta. Ambrogio liberato dal complesso della regia ha manovrato sulla fascia centrale lanciandosi negli spazi che gli si aprivano. Ha propiziato la rete d ’apertura con una fiondata da una ventina di metri che ha bruciato le mani a Feliini (e Michele ne ha approfittato per inaugurare la serie delle reti); scodellato il pallone dell’ultimo gol con un pallonetto oltre il "grappolo” dei difensori lombardi e proprio sui piedi del numero nove con il quale aveva imbastito la manovra offensiva. Di Borghi il suggerimento per la terza marcatura: un lungo lancio in profondità tale da consentire al compagno d’attacco di andare a bersaglio. Il capitano merita un elogio per la determinazione e la grinta che profonde dall’inizio del campionato; un crescendo da campione. Meritava un gol pure Frigerio, ma gli sforzi della mancina non hanno sortito l’effetto sperato più per sfortuna che incapacità. L’alessandrino ha lavorato molto e sovente a vantaggio dei compagni evitando di cozzare contro il diretto avversario. Il lavoro in equipe si è risolto a vantaggio del collettivo come il risultato conferma. Sorpresa piacevole per Fileggi schierato con la maglia numero sette, ma in pratica impiegato in funzione di ala tattica. Il ragazzo convocato per la nazionale semi professionisti, pur in difficoltà per i postumi di una bronchite che lo tormenta da una ventina di giorni, ha trovato la falcata giusta. Partendo da lontano ha creato pericolose situazioni in area lombarda adoperandosi nel contempo a rinsaldare il centrocampo. Non sono mancati i lanci in profondità, i suggerimenti "pennellati” a conferma che il giovane possiede chiarezza oltre ad un buon controllo di palla. I tecnici della nazionale hanno Visto giusto nel concedergli fiducia: altrettanto devono fare i tifosi. Se il centrocampo ha macinato gioco senza creare confusioni e intasamenti una larga fetta di merito spetta al vecchio e sempre valido Vanara. La scelta di Elio come supervisore è indovinata in attesa che la posizione di Dolso si chiarisca positivamente. L’esperienza del giocatore è indiscussa: sa fare viaggiare la palla nei corridoi giusti, smarcarsi per ricevere il passaggio di ritorno, trovare il compagno con rapidi spostamenti sulle estreme. Domenica si è espresso al settanta per cento della condizione per cui è facile prevedere prestazioni ancor più incisive. Il pacchetto difensivo c l'attacco si sono infine avvalse di un maratoneta del calibro di Vianello. L’ex varesino su un terreno impossibile ha giocato in scioltezza confermando le previsioni che lo indicano centrocampista di propulsione di notevole peso. Ricordiamo che il ragazzo ha diciannove anni per cui è in piena formazione fisico-atletica. Sullo standard di Vianello un altro giovane postosi in luce nella scorsa stagione, il libero Alberti. Raggiunta in ritardo la miglior condizione fisica (il ragazzo aveva disertato le gare di Coppa Italia per il mancato raggiungimento dell'accordo finanziario) lo studente universitario ha dimostrato di essere tornato sui livelli del finale del campionato 1975- 1976. Vanara ha trovato il naturale sostituto in un ruolo considerato tra i più delicati. Colombo stopper insuperabile ha fornito una ennesima prova di carattere bloccando il diretto avversario, trovando spazio per azioni di alleggerimento. Un baluardo difficilmente superabile, una bandiera per i giovani e, a proposito di nuove leve un piauso al grintoso Romei, un terzino che lascia poco spazio all’avversario, li compagno Di Brino ha giocato una delle migliori partite della stagione. Inesauribile nel gioco di spola, ha manovrato a tutto campo per nulla preoccupato del dispendio di energie. Un Marcello alla grande anche se non possiede il piede vellutato. Normale amministrazione .infine per Zanier: una sola grande parata nei primo tempo e poi normale amministrazione. Per l’estremo difensore dopo tanti patemi d’animo novanta minuti di relax o quasi. L'Alessandria raggiunta quota nove si accinge ad affrontare due trasferte consecutive, Treviso e Alba prima di tornare al Moccagatta per ricevere una blasonata, il Mantova. Riusciranno i grigi a racimolare due punti? Giocando con la grinta di domenica il traguardo è tutt'altro che utopistico (Il Piccolo - Il Gattopardo) L'ALESSANDRIA SCATENATA: 4-0 Marullo mattatore con la Pro Patria Davanti a pochi Intimi, finalmente una vittoria senza discussioni. Marullo, calabrese zazzeruto diciottenne, segna quattro gol ed esce dal campo gongolante. Ci sono anche applausi, ovviamente proporzionati al numero dei tifosi, e un paio di « flash » scattati dall'unico fotografo presente. A casa sua, probabilmente, l'ingegner Remo Sacco sta calcolando con compiacimento l'aumento di quotazione del giovane centravanti. Sul fatto la gente ironizza perché i guai della società non sono di certo sanabili con una manciatina di milioni in più incassati con la vendita di un giocatore. Un argomento scottante, sul quale torneremo con calma domani o dopo: adesso ci limitiamo ad analizzare le cose viste. In panchina, Viviani e Trebbi sorridono largo: la crisi minacciava di toccare anche l'aspetto tecnico, il successo rotondo dà un po' di respiro ad una situazione già di per se stessa non troppo rosea. L'Alessandria vince perché sul terreno pesante dimostra di trovarsi più a suo agio della Pro Patria. Malgrado un'orribile divisa da squadra di rugby, rigoni orizzontali bianchi e blu, gli ospiti affondano nel fango e non ce la fanno a costruire azioni: In attacco portano palla, impresa assai difficile, in difesa bucano e regalano, a centrocampo contrastano con vigore, ma senza troppo cervello. Solo nel primi minuti tentano il contropiede, e tuttavia pericoli veri e propri! non ne creano: alla fine, taccuino alla mano, contiamo un misero tiro in porta, autore il numero sei Camiti. Per il resto, solo disordinate puntate per liberare l'area. Quella vista oggi al Moccagatta è squadra che di certo farà poca strada. L'Alessandria invece ha regurgiti di tradizione. Forse il ricordo di Banchero, antico « uomo del fango » (fatte, ovvio, le debite proporzioni tecniche), forse più semplicemente le caratteristiche fisiche dei giocatori o la volontà di reagire alle critiche dopo la sconfitta di Biella, fatto è che l'Alessandria lotta nel pantano con spirito magnifico. Ci sono anche errori, ingenuità, ma tutto sommato la prova della squadra è decisamente positiva. Gli anziani soprattutto danno grande esempio di serietà professionale. Vanara gioca in mezzo, ordina e contrasta, detta assai bene lo schema, Colombo e Di Brino lottano senza timori rischiando nella mischia ginocchi e polmoni. Anche Borghi non è male: tre gol su quattro nascono da passaggi suoi, l'ultimo poi è praticamente merito del centrocampista che triangola con perfezione in area: di Marullo c'è solo il tiro vincente. Sugli spalti mille persone scarse applaudono timidamente. Non ci sono striscioni né bandiere: anche il tifo, ad Alessandria, sta lentamente morendo. La giornata invece è strana. Un temporale violento, campo allagato, nuvoloni neri che solcano il cielo, ma a tratti una lama di sole taglia i contorni e rinforza 1 colori: l'erba diventa verdissima, le pozzanghere riflettono i raggi, quasi quasi brillano anche i giocatori bruni di fango. Marullo esce inquadrato dalla macchina del fotografo. Segna due volte per tempo, è l'eroe, giusto che raccolga gli onori dovuti. In campo lotta bene, al di là dei gol messi nel sacco: tocca di sinistro, è veloce, opportunista. Spesso, malgrado la statura non eccessiva, riesce a rubare palloni anche di testa. Mela, l'avversario diretto, scrolla il capo sconsolato: capita raramente che l'uomo da marcare segni ben 4 gol, ma la colpa stavolta è in gran parte sua. Non sulla prima rete, che pesa sulla coscienza del portiere Fellini, incapace di fermare un tiro da fuori di Borghi, ma sulle altre tre lo stopper della Pro Patria buca clamorosamente lasciando via libera al centravanti che ha tutto il tempo di prendere la mira prima del calcio. I demeriti dell'avversarlo non eliminano tuttavia i pregi dell'attaccante. Magari Marullo non varrà tutti i quattrini che Remo Sacco spera di realizzare, ma il giovane è interessante, da seguire con attenzione. Stesso discorso per Pileggi, ala tornante, anche lui calabrese e diciottenne: tatticamente e tecnicamente è bravo, esagera solo a tratti nel dribbling. Ma oggi il terreno è infido e Pileggi appare uomo da campi asciutti. Non a caso, distrutto dalla fatica, viene sostituito da Baretta quando mancano 6' alla fine. (La Stampa - Ed. Sport - Carlo Coscia) RISULTATI: Albese – Seregno 0-0 Cremonese – Clodiasottomarina 2-0 Lecco – Biellese 2-0 Padova – Mantova 0-0 Piacenza – Bolzano 2-0 Pro Vercelli – Juniorcasale 2-0 S.Angelo – Triestina 0-0 Udinese – Treviso 0-0 Venezia – Pergocrema 2-0 CLASSIFICA: Lecco, Mantova, Udinese p. 14, Cremonese 13, Treviso, Pro Vercelli, Piacenza 10, Bolzano, Alessandria, Pergocrema 9, Triestina, Juniorcasale, Biellese, S.Angelo 8, Venezia, Albese 7, Pro Patria, Padova 6, Clodiasottomarina, Seregno 5. MARCATORI: 6 reti: Marullo (Alessandria), Pellegrini (Udinese), 5: Motta (Juniorcasale), Zandegù (Lecco), Ghidoni (Venezia), 4: D'Urso (Bolzano), Jacovone (Mantova), Dri (Triestina). Il punto sul campionato Stranissima sequenza di risultati: a parte il 4-0 dell'Alessandria la schedina della giornata vede cinque 2-0 e quattro 0-0 con il trionfo del fattore campo. In vetta un terzetto: l'Udinese pareggia con il Treviso e il Mantova a Padova: il Lecco batte la Biellese e raggiunge le altre due. La Cremonese ha ottenuto un successo di ordinaria amministrazione con il Clodia e tallona le prime. Vittoria della Pro Vercelli nel derby del Quadrilatero con la Junior e vittoria anche di un Piacenza, apparso in ripresa, con il Bolzano. La classifica rimane cortissima: il terzetto Bolzano, Alessandria, Pergocrema ha cinque punti meno delle prime e quattro in più delle ultime.