Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1976/1977
Serie C
14-11-1976 - Giornata: 10 - Treviso - Omobono Tenni


Treviso AC - Alessandria Calcio US 2 - 0 (1 - 0)
RETI: 40. Fellet [Tr] , 80. De Bernardi [Tr]

Alessandria Calcio US Zanier Adriano, Romei Roberto, Di Brino Marcello, Borghi Ambrogio, Colombo Antonio, Alberti Antonio, Pileggi Danilo, Vianello Ennio, Marullo Michele, Vanara Elio [63. Baretta Giancarlo], Frigerio Emilio A disp.:Giglio Angelo, (P) Vezzulli Ivano All.: Trebbi Mario - D.T. Viviani Franco

Formazione avversaria
TREVISO AC: Gregorutti, Cusinato, Tesser, Pasinato, Zavarise, Fellet, De Bernardi, Zambianchi, Stefanelli, Colusso, Salati. A disp.: Da Ros, Valcarenghi, Marchini. All.: Fornasaro Bruno

Arbitro: Savalli Francesco (Trapani)
Note
Espulso 85. Pileggi [A]. Giornata di pioggia, terreno pesantissimo. Inizio gara ore 14.30

Commento
TERZA SCONFITTA PER 0-2 Fatale all'Alessandria l'espulsione di Pileggi Marnilo e Frigerio falliscono il bersaglio in apertura, i veneti no, unanimi riconoscimenti alla squadra di Trebbi, impegnatasi allo spasimo per contendere le sfuriate dei padroni di casa. Domenica ad Alba il terzo ” derby ” della stagione. Treviso il sogno si é... infranto. I grigi, rilanciati dal successo conseguito a spese della Pro Patria, inciampati nell’ostacolo rappresentato dai veneti. Ridotti in dieci, per l’espulsione del centrocampista Pileggi, l’undici di Trebbi ha alzato bandiera bianca seppure con l’attenuante della riduzione numerica, un gol fortunoso da una trentina di metri ed il secondo in sospetta posizione di fuori gioco. Lo zero a due in altre parole lascia perplessi, indipendentemente dalle giustificazioni che il tecnico e i giocatori possono accampare. L’Alessandria, continuando l’altalena dei risultati, ha conosciuto una battuta d'arresto che consente alle squadre di retroguardia di ridurre le distanze. La prima delle due trasferte in programma si conclude conseguentemente con un rovescio che ripropone i soliti problemi. La squadra risente delle recenti e passate vicissitudini? E’ una domanda da porsi alla luce del travaglio interno della società, alla ricerca di una collocazione che gli consenta di affrontare il campionato senza eccessivi patemi d’animo. La sconfitta riapre i consueti interrogativi di ordine psicologico e pratico. Sinora Trebbi e Viviani hanno lavorato sodo per superare sul piano tecnico le molteplici difficoltà derivanti dalle incertezze finanziarie che pesano sinistramente sul complesso. Il generai manager genovese per fronteggiare il delicato momento venerdì scorso aveva concluso la difficile trattativa inerente le cessioni di Arrigo Dolso e Edoardo Reja al Benevento, Un’operazione che era nell’aria da tempo, ma che tardava a giungere in porto per la differenza tra richiesta e offerta. Entrambi i giocatori posti sul mercato chiedevano un’adeguata contropartita per indossare un’altra maglia. Viviani, con molto tatto, è finalmente riuscito alla distanza a perfezionare il trasferimento positivamente, sia a vantaggio della società grigia che dei giocatori interessati. L’operazione ha un duplice risvolto: sancire il ringiovanimento della compagine e, consentire nel contempo, il potenziamento del piano finanziario tutt’altro che roseo. Il trasferimento degli atleti grigi nel Meridione consente alla società di via Gentilini di tirare il fiato, ma sino a quando? Gli sportivi si auguravano una soluzione alquanto diversa da quella scaturita. I milioni introitati lasciano insoluti molti problemi; minacciano di fare naufragare la barca grigia in un lasso di tempo più lungo invece che a breve scadenza. Nessuno discute sulla decisione tecnica assunta dai responsabili alessandrini; è il mezzo scelto per tamponare le falle che lascia perplessi. La famiglia Sacco sgravata in tal modo da impegni che parevano impellenti muterà domani il clichè sinora seguito che è quello di completo disinteresse verso i colori grigi? Gli appassionati non dimenticano quanto accaduto in passato con la cessione di altri giocatori il cui ricavato non è servito affatto per il potenziamento della squadra. A fine campionato potrebbe accadere la stessa cosa senza possibilità alcuna di avviare il tanto auspicato processo di rilancio da troppo tempo sperato. Con il capitale, seppure ridotto, introitato con le cessioni di Dolso e Reja alla società campana si è probabilmente instaurato una politica gradita alla famiglia di Spinetta Marengo, ma non certo agli appassionati. Sarebbe interessante conoscere a questo proposito il parere di mister Viviani che ha ribadito proprio in questi giorni l’intendimento di restare alla guida della compagine mandrogna Nell'attesa di avere una risposta al quesito soffermiamoci sugli atleti che lasciano i grigi dopo una lunga parentesi. Arrigo Dolso ha disputato complessivamente cinque stagioni con la maglia dell'Orso e Edoardo Reja tre. Giocatori dalle caratteristiche diametralmente diverse, lasciano ad Alessandria molti ricordi, in particolare il primo giunto in riva al... Tanaro l'anno di Mario David. Le estrosità di Arrigo non mancarono di dividere la massa degli appassionati. Atleta dotato di indubbie qualità tecniche, ma incostante sotto il profilo del rendimento, costituì per anni un grosso interrogativo. Basterà ricordare l’anno no di Marchierò e l’esplosione nel campionato della promozione sotto la guida di Ballacci. Snobbato dall'attuale tecnico milanista, che non esitò a relegarlo, tra le riserve, il giocatore si riprese perentoriamente Fanno successivo confermandosi un cervello di primo piano. Gli sportivi hanno ben presenti le prestazioni monstre fornite, tanto per avere alcuni riferimenti, contro il Mantova e il Monza. Furono partite disputate alla grande, caratterizzata dal segno della classe del giocatore. Promossa l'Alessandria tra i cadetti Arrigo costituì uno dei perni della formazione chiamata a lottare per evitare la retrocessione. L'assenza del giocatore nel famoso spareggio di San Siro contro la Reggiana fu determinante. Nell'ultimo campionato disputato in grigio la stella di Dolso non sempre ha brillato di fulgida luce, ma l’apporto fu ugualmente determinante ai fini della salvezza. La partenza di Arrigo Dolso, funambolo del pallone lascia un vuoto almeno sotto il profilo sentimentale perchè mai giocatore riuscì in tanti anni a catalizzare l'interesse, seppure sotto profili diversi, della massa degli sportivi. Se l’impronta di Arrigo ha per un lustro condizionato la squadra, non meno interessante si presenta la figura di Reja. Determinante senza ombra di dubbio fu il contributo fornito dall’ex giocatore palermitano in occasione del campionato di promozione. Si può dire che Edoardo fu il grande propulsore della compagine di Ballacci, il trascinatore inesauribile. Centrista eccezionale, dotato di polmoni d’acciaio fu la classica spalla di Volpato: brillante nelle fluidificazioni e tenace in difesa dominò per un campionato la scena meritandosi plausi incondizionati. L’infortunio che l’anno successivo io bloccò nella fase precampionato fu determinante per l’Alessandria: Castelletti privo del centrocampista per eccellenza si trovò a fronteggiare situazioni alquanto critiche. La ripresa di Edoardo fu lenta e incerta. L’operazione al menisco incise negativamente sul rendimento dell'atleta che cercò invano di tornare sui livelli della precedente stagione. La conferma si ebbe lo scorso campionato dominato dalle incertezze, dai tentativi del giocatore di tornare ad essere il Reja che gli sportivi avevano conosciuto ed apprezzato nell’anno in cui l’Alessandria era veramente un "rullo compressore” che macinava gli avversari senza perdere una battuta. Dolso e Reja partono per altri lidi in cerca di nuovi successi anche se l’età ne frena lo slancio. Riusciranno nelle file del Benevento, formazione che ha ambizioni di promozione a ritrovare l’estro dei tempi migliori? Gli sportivi se lo augurano di cuore se non altro per ringraziarli di quanto hanno saputo fare nella città della paglia. Chiuso il capitolo sul contributo dato dai giocatori che hanno "chiuso” il ciclo alessandrino riprendiamo il discorso sulla partita giocata dai grigi sul l’ostico campo di Treviso. L’undici di Trebbi per la terza volta è incappato in uno 0-2 (in precedenza era accaduto a Lecco e Biella) che a prima vista lascia perplessi. L’Alessandria ha invece disputato una partita gagliarda confermando i giudizi che riportiamo. E’ mancata invece nelle conclusioni: Marullo e Frigerio per precipitazione e sfortuna hanno fallito il gol quando il risultato era inchiodato sullo 0-0 poi, subita la rete non c’è stato più nulla da fare per rimontare. E’ una storia che si ripete con troppa frequenza. Alla squadra manca il pizzico necessario per essere "cattiva”, per imporre il carattere che solitamente caratterizza la parte iniziale della contesa. Riusciranno Trebbi e Viviani a "correggere” l'handicap? L’undici mandrogno in terra veneta è uscito con l'onore delle armi, ma a mani vuote. A differenza di Biella c’è la considerazione positiva di una prestazione accettabile. Capitan Borghi e il suo manipolo si sono battuti sino allo scadere uscendo a testa alta che è pur sempre titolo di merito. « I grigi hanno giocato all’altezza delle loro tradizioni: ficcanti aperture sulle ali in fase di attacco, coriacei e ben registrati nelle retrovie. Hanno però trovato di fronte una squadra che cresce di partita in partita e quindi — scrive Emilio Lebreton sulla Gazzetta del Popolo — hanno dovuto ammainare bandiera uscendo dal "Tenni” a testa alta per nulla umiliati per la sconfitta. L’incontro era cominciato nei migliori dei modi per gli ospiti che nel giro di un minuto (12’ e 13’) davano l’allarme all’estremo difensore trevisano, costringendolo prima ad un’uscita sui piedi di Marullo e quindi con una puntata di Frigerio la cui conclusione faceva la barba alla porta di Gregorutti». Commento positivo anche per il corrispondente di Stampa sera che titola il servizio «Alessandria in dieci cede al Treviso». Si è trattato di un incontro «tra due squadre forti e generose su un campo pesantissimo per la pioggia a tal punto che il gioco alla lunga è diventato impossibile al punto da non consentire ai giocatori, ritrovatisi con il fiato mozzo e le idee annebbiate, di produrre manovre efficaci e d’influire sul risultato... L’Alessandria ha tenuto autorevolmente il campo ed ha sfiorato più volte il successo con Marullo e Frigerio. Al primo si è opposto con una prodezza il portiere trevisano, il secondo ha fallito il bersaglio di un soffio». Antonio Chiades per il «Tuttosport» evidenzia che le squadre hanno dimostrato un’ottima condizione. « Ma l’Alessandria è stata un’avversaria veramente ostica, in quanto i grigi hanno manovrato parecchio impegnando a fondo il Treviso, soprattutto nella prima parte della gara ». I grigi in svantaggio al 40’ hanno visto sfumare la possibilità di ricuperare al 18’ della ripresa quando l’arbitro Savalli ha espulso Pileggi che aveva protestato troppo vivacemente con un guardalinee ». Concludiamo la rapida rassegna con il commento della Gazzetta dello Sport. «Dopo 90’ di gioco veloce, piacevole e sostanzialmente corretto, nonostante lo stato del terreno, la squadra trevisana ha acquisito con pieno merito un successo su una squadra certamente tra le più interessanti ed agguerrite del girone... I grigi si sono dimostrati compagine omogenea e hanno messo in evidenza un gioco fluido e arioso all’attacco (ottimi Frigerio e Pileggi) mentre Marullo non è riuscito a fare meglio per l’attenta guardia di Savarise. Le due ali alessandrine e il centrattacco sono sempre state molto pericolose in fase di attacco, sia in quella di preparazione dell’azione, peccando nelle conclusioni non per demerito, ma per robustezza delle retrovie avversarie. Alle punte alessandrine non è mancato l’apporto del centrocampo e in particolare le bordate trevigiane e le scorribande di Salati e De Bernardi. La difesa alessandrina ha chiuso bene e, tolto l’infortunio occorsogli in occasione della prima rete, Zanier si è dimostrato all’altezza della situazione sbrogliando con tempismo altre puntate trevigiane veramente insidiose». I giudizi sono sostanzialmente favorevoli alla squadra di Trebbi che, come a Lecco, ha raccolto molti consensi. E’ mancato al termine dei novanta minuti il supporto del punto preventivato alla vigilia alla luce della prestazione della Pro Patria. E’ indubbio che ai grigi difetta la continuità per cui basta il cedimento di alcuni uomini per creare scompensi che si ripercuotono negativamente sull’economia del gioco del collettivo. Inutile indugiare oltre sul risultato negativo di Treviso, occorre guardare al futuro. La classifica del girone A, sempre più corta, impone di riprendere il cammino con ulteriore determinazione. Le terzultime infatti sono a soli due punti, ad un tiro di schioppo per intenderci. Il campionato riserva ai grigi, per il prossimo turno la trasferta derby di Alba. L’undici longarolo affidato a Benedetti ha fallito sul campo dei bustocchi la possibilità di fare bottino pieno conquistando tuttavia un punto. Gli albesi sono alquanto prodighi sul terreno amico: su cinque partite disputate sul tempo amico hanno collezionato tre pareggi e due sconfitte. Diciamo che hanno fatto peggio dell’Alessandria che al Moccagatta ha raccolto due vittorie e altrettanti pareggi contro una sola sconfitta. (Il Piccolo - Il Gattopardo) ALESSANDRIA IN DIECI CEDE AL TREVISO: 0-2 Incontro tra due squadre forti e generose su un campo pesantissimo per la pioggia, a tal punto che il gioco alla lunga è diventato impossibile al punto da non consentire più al giocatori, ritrovatisi con il fiato mozzo e le idee annebbiate, di produrre manovre efficaci e d'influire sul risultato. Ha avuto la meglio il Treviso, che nel finale si è trovato di fronte ad un'Alessandria In dieci uomini per l'espulsione di Pileggi e del tutto incapace a rimontare lo svantaggio accumulato. Quanto di buono e di bello (compatibilmente con lo stato del terreno) la partita ha offerto, lo si è visto nel primo tempo, e non è stato poca cosa sia sull'uno che sull'altro fronte. L'Alessandria ha tenuto autorevolmente il campo e ha sfiorato più volte il successo, particolarmente con Marullo e Frigerio. Al primo si è opposto con una prodezza il portiere Gregorutti, il secondo ha fallito il bersaglio di un soffio. Ma il Treviso non è stato da meno, con due occasioni clamorosamente fallite da Salati e De Bernardi. Il duello e proseguito, tra i piemontesi insistenti e tenaci ed i trevigiani fortissimi a metà campo e in grado di filtrare bene le azioni avversarle. Ha sbloccato il risultato, a cinque minuti dal riposo, un difensore, il libero Fellet, che, fattosi avanti, ha fiondato da trenta metri. Ancora un'azione di sorpresa ha consentito al Treviso di porre al sicuro il risultato, al 36' della ripresa, quando già le squadre avevano speso tutto o quasi e il gioco si svolgeva a fatica. E' stata una lunga fuga di De Bernardi che ha sorpreso l'Alessandria tutta protesa in avanti, e ha portato il trevigiano solo davanti a Zanier: in velocità, che Bernardi ha saltato anche lui e ha messo in rete. (La Stampa) RISULTATI: Biellese – Cremonese 0-0 Bolzano – Triestina 1-0 Clodiasottomarina – Mantova 1-1 Juniorcasale – Lecco 2-0 Pergocrema – Pro Vercelli 2-2 Piacenza – Padova 1-1 Pro Patria – Albese 0-0 Seregno – Venezia 2-0 Udinese – S.Angelo 1-1 CLASSIFICA: Mantova, Udinese p. 15, Cremonese, Lecco 14, Treviso 12, Bolzano, Pro Vercelli, Piacenza 11, Juniorcasale, Pergocrema 10, Alessandria, Biellese S.Angelo 9, Triestina, Albese 8, Seregno, Venezia, Pro Patria, Padova 7, Clodiasottomarina 6. MARCATORI: 7 reti: Pellegrini (Udinese), 6: Marullo (Alessandria), 5: D'Urso (Bolzano), Motta (Juniorcasale), Zandegù (Lecco), Ghidoni (Venezia). Il punto sul campionato La Juniorcasale vince con merito e con un pizzico di fortuna con il Lecco e rimodella la classifica in un'altra giornata in cui le viaggianti fanno pochi punti. La Cremonese affonda con la Biellese sul fango del “Lamarmora” e non va oltre il risultato di partenza il Mantova a Chioggia non morde e porta a casa un solo punto. L'Udinese sciupona regala un punto al S.Angelo. Una bella ma poco temibile Albese chiude 0-0 la sfida a Busto Arsizio sfiorando anche la vittoria. Successo scacciacrisi del Seregno sul Venezia.