Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1976/1977
Serie C
21-11-1976 - Giornata: 11 - Alba - San Cassiano


Albese US - Alessandria Calcio US 0 - 1 (0 - 1)
RETI: 13. Frigerio E.[A]

Alessandria Calcio US Zanier Adriano, Giglio Angelo, Di Brino Marcello, Romei Roberto, Colombo Antonio, Alberti Antonio, Baretta Giancarlo, Vianello Ennio, Marullo Michele [71. Ghezzi Ivan], Borghi Ambrogio, Frigerio Emilio A disp.:Rolfo Orano, (P) Vezzulli Ivano All.: Viviani Franco e Trebbi Mario

Formazione avversaria
ALBESE US: Eberini, Strumia, Soro, Saioni, Fantini, De Gasperi, Tilotta, Rampanti, Carelli, Luciani, Magara. A disp.: Ticconi, Manica, Mattaini. All.: Benedetti Enzo

Arbitro: Stillacci Giovanni (Torino)
Note
Espulsi 62. Romei [Ale], 88. Tilotta [Alb]. Ammoniti: Romei [A]; Baretta [Ale], Soro [Alb]; Fantini [Alb]. Spettatori 1.100 circa. Inizio gara ore 14.30

Commento
BUSSA INUTILMENTE L'ALBESE L'ALESSANDRIA APRE E VINCE I grigi bissano Casale passando ai « Coppino» con una rete di Frigerio © Vano il lungo assedio dei padroni di casa alla rete di Zanier© Partita movimentatissima: espulsi Romei e Tilotta © Scambio di accuse tra gli allenatori delle due squadre L’undici di Trebbi era privo di Pileggi (oggi gioca in nazionale) e Vanara © Arriva il M antova: un appuntamento importante per Borghi e compagni, decisi a infliggere ai virgiliani la prima sconfitta stagionale © Tifosi sostenete i beniamini! Frigerio ritrova la via del gol e per l’Alessandria (la rete vale due punti). II derby numero tre della stagione ha dato ragione a Viviani e Trebbi che, buggerati a Treviso, hanno rimediato con un successo che si presterà alle critiche, ma è moneta sonante per la classifica. Rocco, ai tempi del Padova, continuava a ripetere agli osservatori: « Il risultato è quel che conta. Gli elogi servono a sollevare unicamente lo spirito, non certo la classifica ». I tecnici grigi, partendo da tale presupposto, hanno schierato una formazione decisa a fare risultato, indipendentemente dalle assenze di Fileggi e Vanara. Il contributo del giovane nazionale e dell’esperto senatore é notevole ai fini del gioco collettivo. Privare l’Alessandria delle due pedine significa ridurne la potenzialità, mettere in difficoltà i reparti. II campionato, come si sa, concede poco spazio alle divagazioni, ai ripensamenti: occorre affrontare domenica su domenica gli avversari pronti a trarre vantaggio dalle menomazioni altrui. La trasferta di Alba era considerata alla vigilia tra le più insidiose in quanto legata alla dichiarata determinazione dei padroni di casa di spezzare la serie negativa, di agguantare il primo successo' casalingo. L’allenatore Benedetti al termine della gara con la Pro Patria, aveva ribadito il concetto: « Con i grigi ci batteremo al meglio per scrollarci di dosso la jella, per tranquillizzarci sotto il profilo psicologico ». L’Alessandria scottata a Treviso ha adottato le giuste contromisure per affrontare un avversario intenzionato ad aggredire; a sfruttare possibili errori per andare a rete. La partita, era stato scritto durante la settimana, si vince tatticamente, scegliendo le giuste pedine per bloccare sul nascere le prevedibili, insistenti incursioni avversarie. Il generai manager e l'allenatore hanno ponderato lungamente la scelta degli uomini per evitare di trovarsi a mal partito con una formazione decisa a troncare la serie negativa con una prestazione grintosa, di carattere. L’esito del derby ha confermato quanto sostenuto nei giorni precedenti il confronto. L’Alessandria si è presentata un centrocampo munitissimo, appostato davanti alla difesa per evitare gli inserimenti degli azzurri sulle fasce laterali c per avere, nel contempo le possibilità di sostenere concretamente il gioco degli attaccanti. L’Alessandria si è imposta grazie all’attendismo che ha caratterizzato i novanta minuti di gioco. L’Albese consci di dovere ad ogni costo fare valere il fattore campo si è letteralmente portata in avanti senza preoccuparsi di quanto accadeva alle spalle. Era quanto in realtà Trebbi voleva: imbrigliare il centrocampo per scattare in contropiede negli spazi che inevitabilmente si sarebbero aperti. Le premesse ai verificarsi di tali condizioni sono siate gettate presentando un Ciglio con funzione di uomo d’attesa, libero da impegni di marcatura, pronto ad inserirsi sulla fascia senza dimenticare di concedere un aiuto ai compagni della retroguardia. L’ex comasco ha assolto il compito in maniera encomiabile evitando di infoltire il centrocampo. Operando sulla fascia centrale ha creato le premesse per consentire l’avvio delle azioni di alleggerimento, una delle quali è risultata fatale ali’Albese. Se Giglio è stata la chiave che ha consentito ai grigi di strappare il secondo successo stagionale esterno, un plauso spetta agli uomini sui quali è gravata la responsabilità di tenere a bada gli incursori avversari. Di Brino, Colombo e Romei sono do elogiare in blocco per la volontà, la concentrazione evidenziata durante l’arco della partita. Trebbi c Viviani si sono preoccupati principalmente di Carelli considerato non a torto l’ottimo squadra dell’Albese. 11 centravanti langarolo ha una visione di gioco notevole: sa manovrare con sicurezza, cercare le idonee aperture e, inserirsi, al momento giusto negli spazi. L’andamento della partita ha confermato la supposizione della vigilia. Sul cervello albese ha operato Romei, un ragazzo esuberante, combattivo che a volte non sa frenare l’irruenza con le conseguenze facilmente immaginabili. L’ex sampdoriano ha operato sino al momento dell’espulsione (una trovata dell’arbitro, considerato dai presenti il peggiore dei ventitré protagonisti della gara) saggiamente non concedendo un solo attimo di respiro al pericoloso avversario. I tecnici grigi ponendo in difficoltà Carelli hanno consentito a Di Brino e Colombo di muoversi con minori patemi d’animo. Lo stopper alessandrino alle prese con il giovane Tilotta ha giocato una partita ad alto livello operando costantemente sull’anticipo cd in particolare sui palloni alti. L’alessandrino conscio dell’importanza della posta in palio non si è limitato unicamente a stringere da vicino l’attaccante, ma ha trovato volontà e fiato per ergersi a perno della retroguardia. Un,! prestazione stupenda considerate le caratteristiche di Tilotta, un ragazzo dallo scatto bruciante, pronto ad inserirsi negli spazi. Bloccata l’Albese con notevole disinvoltura e neutralizzato con un gioco lineare, privo di cattiverie Margara, gli alessandrini hanno costruito le premesse per il successo giunto al termine di una gara nervosa conclusasi con la espulsione di due giocatori, diverse ammonizioni e calcioni a volontà. L’Alessandria ”chiusi” gli uomini gol langaroli ha costruito il successo con una condotta di gara attenta, impostata sul contenimento delle folate dei padroni di casa e con improvvisi rovesciamenti di fronte. II collettivo ha funzionato in particolare quando i ragazzi di Trebbi sono venuti a trovarsi in svantaggio numerico per l’espulsione di Romei ammonito nel primo tempo e responsabile di un fallo di ostruzione al limite della area di rigore. L’allontanamento del ragazzo invece di piegare la volontà di Borghi e del suo manipolo lo ha galvanizzato come dimostrano le ripetute incursioni nella parte finale che potevano arrotondare ulteriormente il risultato. Per l’Albese sarebbe stata una beffa, ma nel calcio sono le reti a fissare i risultati. Gli errori si pagano salatamente (e l’Alessandria lo ha provato ripetutamente a proprie spese) insistere su quello che poteva e non è accaduto serve unicamente ad alimentare una sterile polemica. Un’Alessandria in piena salute, vispa, decisa a scrollarsi da dosso il timore panico al quale accennava negli scorsi giorni mister Viviani. « I ragazzi hanno dimostrato in diverse occasioni di avere la possibilità di combattere ad armi pari con qualsiasi avversario. Difettano della mentalità vincente, della sicurezza nei propri mezzi ». L’osservazione del tecnico è stata smentita con i fatti nel movimentato derby giocato all’insegna della prestanza fisica e su un terreno in cui è praticamente impossibile puntare sugli schemi, sulla consistenza del centrocampo. Una Alessandria utilitaristica alla resa dei conti, capace di recitare il copione sino in fondo anche nei momenti in cui bastava un nonnulla per essere travolti da un antagonista disordinato, ma decisamente proiettato a raddrizzare le sorti di una partita decisa ancora prima del fischio iniziale dell’arbitro. il grande merito dei giocatori in maglia grigia c di essere riusciti a tenere saldamente in mano le fila del gioco, consci delle proprie capacità. Difficile spiegare altrimenti la resistenza opposta ad una squadra che si batteva con determinazione senza badare al dispendio di energie. L’Albese ha cercato di aggredire gli alessandrini sin dai primi minuti catapultando in avanti il trio centrale d’attacco sostenuto dai centrocampisti ed in particolare Saioni e Rampanti. 11 giovane Baretta seppure attaccato da un avversario deciso a sopraffarlo sul piano dell’impegno e dell’agonismo ha tenuto i nervi saldi bloccandolo sulla fascia centrale imitato da un Vianello puntiglioso per nuovi timoroso di un Rampanti, forse leggermente in ombra, ma con un bagaglio tecnico notevole. La retroguardia presa d’infilata ha, come si suole dire, tirato fuori le unghie, da Zanier attento e preciso ,'il giovane libero Alberti calmo e freddo negli interventi. L’assedio alla retroguardia alessandrina si è protratto per una decina di. minuti durante i quali l’intero pacchetto difensivo ha dimostrato la coesione indispensabile per evitare d’essere travolto. Zanier in particolare con alcuni interventi notevoli ha lasciato chiaramente intendere d’essere tutt'altro che disposto ad alzare bandiera bianca. La foga degli azzurri in maglia bianca ha subito il colpo decisivo, destinato a pesare sull’intera gara al 13’. II solito Giglio fluidifica sul settore destro guadagnando una rimessa laterale: è lo stesso giocatore ad avviare il gioco con l’appoggio su Baretta lesto nel centrare sotto la rete di Eberini. Frigerio intuisce l’invito, anticipa Soro e con un tocco vellutato depone la sfera alle spalle dell’estremo difensore. Per l’Albese è un colpo che le mozza il fiato. L’undici langarolo accusa il colpo, ma lo sbandamento è di breve durata. Trascinati da un Carelli che pare inesauribile cerca disperatamente di risalire la china del risultato. L’incitamento del pubblico è costante, tale da spronare i beniamini ad insistere in un arrembaggio che invece di aumentare le probabilità del pareggio le diminuisce. L’Alessandria gioca in punta di piedi evitando di scoprirsi, di prestare il fianco alle incursioni dei padroni di casa. Colombo giganteggia in fase difensiva aiutato dai compagni pronti a gettarsi su ogni palla, a cercare d’imbastire l’azione di .alleggerimento. Capitan Borghi che attende Luciani in zona si batte con la consueta vivacità anche se in qualche occasione gli appoggi prestano il fianco ad inquietanti interrogativi. La mole di lavoro svolta dagli albesi è impressionante, tale da ubriacare se i ragazzi di Trebbi non possedessero una invidiabile preparazione. La resistenza degli alessandrini è esemplare davanti ad una squadra decisa ad imporsi più attraverso la prestanza fisica che gli schemi, le manovre elaborate. Dietro al blocco difensivo si erge Zanier splendido a sventare, in almeno due occasioni, altrettante palle gol. I ragazzi di Trebbi ed in particolare i giovani tengono saldamente il campo ed in particolare il maratoneta Vianello pronto a contrare Rampanti e ad appoggiare in avanti dove Frigerio mette a dura prova la grinta di un Soro che, contrariamente al solito deve badare all’avversario invece d'inserirsi nelle trame offensive dei compagni. Lo stesso Marullo seppure poco mobile, in alcuni casi impacciato trova modo di compiere alcune sgroppate che servono a tenere in costante allarme la retroguardia albese. Concluso il primo tempo in posizione di vantaggio (l’arbitro probabilmente contagiato dall’atmosfera fischiava la fine della frazione al 49’) i grigi non mutano la posizione tattica. Viviani e Trebbi insistono nella stessa tattica risucchiando nella metà campo alessandrina gli albesi che cercano vanamente lo spazio necessario per manovrare, per andare in gol. La pressione dei padroni di casa diviene ancora più costante dopo l’espulsione di Romei. L’Alessandria ridotta in dieci serra le file affidandosi al contropiede che non tarda a giungere. Prima è Frigerio ha saettare sopra la traversa poi è lo stesso Giglio a mancare la palla del raddoppio. Il successo è troppo importante per lasciarselo sfuggire e Trebbi, giustamente, opera una sostituzione importante: rileva Marullo il cui apporto offensivo è notevolmente scemato inserendo un altro centrocampista: Ghezzi. L’Albese costretta ad attaccare avanza disordinatamente con una serie di passaggi laterali a tutto vantaggio degli alessandrini saldamente appostati al limite dell’area di rigore. I langaroli hanno una grande occasione con Magari liberatosi sulla destra, ma il tiro che poteva sorprendere Zanier esce a lato. Nei minuti finali è l’Alessandria a tornare a galla con .alcune ficcanti azioni di alleggerimento che costringono i langaroli a muoversi con maggiori patemi d’animo. La Alessandria ha dimostrato, come in altre occasioni un notevole carattere, una concentrazione notevole. Analizzando l’andamento della contesa indipendentemente dal risultato appare chiaro che i grigi hanno saputo con una condotta accorta imbrigliare un undici combattivo, impegnatosi allo stremo lungo l’arco dei novanta minuti. L’Albese ha il solo torto di essere caduta nel tranello teso dagli ospiti: ha attaccato in massa senza accorgersi che mancava lo spazio per manovrare, per creare le premesse indispensabili per andare a segno. Nel dedalo di difensori operanti davanti a Zanier lo stesso Carelli, encomiabile per volontà, ha finito con il perdere la tramontana. Il centravanti, nervi a fior di pelle, è andato a cozzare contro il blocco difensivo alessandrino senza riuscire a cavare il classico ragno dal buco. I compagni lo hanno imitato dopo che era fallito il tentativo di arretrare sulla fascia centrale per indurre gli alessandrini ad uscire dal guscio per tentare l’aggiramento sulle estreme. Un’Alessandria utilitaristica, indubbiamente, che ha saputo sfruttare ogni circostanza con consumata esperienza. Difficile estrarre dal cilindro il migliore dei grigi: ognuno si e impegnato, ha lottato senza lasciarsi intimorire. L’allenatore Benedetti al termine della gara ha accusato l'Alessandria di non possedere un gioco, d’essere una squadra di scarponi. Un giudizio estremamente pesante che non trova alcun avallo sul piano della praticità. Su un terreno di ridotte dimensioni nessuna squadra può esprimersi compiutamente sotto il profilo tecnico. L’agonismo eccessivo denunciato da Benedetti non era stato messo in pratica mesi or sono dalla stessa squadra al Natal Palli di Casale Monferrato ? Parlando di gioco intimidatorio ricordiamo il pugno di Rampanti a Romei non rilevato, volutamente, dall’incerto arbitro torinese che ha collezionato una serie di papere clamorose. Colossale quella nel primo tempo ai danni dei grigi: un attaccante albese devia, nettamente con il braccio la palla in angolo e il direttore di gara non esita un istante a indicare il corner. Evitiamo di esprimere giudizi sull’interpretazione dei falli, sul prolungamento del primo tempo per ben quattro minuti quando in campo il gioco era filato via liscio come l’olio. L’Alessandria ha impostato una partita difensiva come preannunciato alla vigilia: doveva sacrificarsi sull’altare delle ambizioni dei padroni di casa ? Un errore simile lo aveva compiuto la prima giornata facendosi infilzare dal Clodiasottomarina. Nel calcio la praticità serve quando si deve curare la classifica, evitare dannosi sbandamenti. I due punti conquistati nel derby oltre a migliorare la media inglese consentono a Borghi e compagni di preparare in un’altra ottica il confronto della prossima domenica con il Mantova di Bonafìn ex allenatore delta Novese. I virgiliani costretti al pareggio sul terreno amico da un Piacenza in evidente ripresa scendono nella tana dell’Orso con serie ambizioni: mantenere l’imbattibilità, tentare di guadagnare l’intera posta per tenere sotto tiro la volpe Udinese. L’Alessandria priva di Pileggi e probabilmente di Romei ricorrerà a Vargara tenuto prudenzialmente a riposo lo scorso turno. I ragazzi di Trebbi galvanizzati dai due punti conquistati al Coppino e dalla buona posizione di classifica cercheranno di ripetere l’exploit con un gioco valido e pratico. Domenica prossima il pubblico sugli spalti non dovrebbe mancare: ne vale la pena. 1 ragazzi di Trebbi e Viviani si battono secondo le previsioni senza fare rimpiangere i "senatori” : forse si è veramente sulla strada buona, auspicata da anni. L’Alessandria d’oggi ha delle carenze tecniche, ma una carica notevole e molta determinazione. Diversi giocatori nel derby hanno letteralmente sputato l’anima per contrastare gli avversari, per mantenere il vantaggio conquistato in apertura con la rete di Frigerio. Diciamo che dopo tale prova Borghi e il suo manipolo meritano fiducia. Ai tifosi dare un aiuto concreto con un incitamento costante. L’Alessandria la prossima domenica potrebbe trovarsi in una posizione di classifica veramente invidiabile, superiore ad ogni previsione. Al tifoso il compito di favorire l’impresa, di dimostrare l’attaccamento ai colori sociali al di sopra dei motivi di tensione che sinora hanno caratterizzato la prima parte della stagione. II grido di "forza grigi” deve riecheggiare sugli spalti come ai bei tempi. Il momento della riscossa, salvo gli imprevisti, dovrebbe essere vicino. (Il Piccolo - Il Gattopardo) UN BEL COLPO DEI GRIGI AD ALBA Uno a zero - Partenza-lampo dell'Alessandria e gol al 13' dell'ala Frigerio - Poi gli uomini di Trebbi si chiudono in difesa e resistono agli assalti della squadra albese che sfiora il pari - Espulsi Romei e Tilotta L'Albese gioca, l'Alessandria fa il gol, il resto lo fa l'arbitro Stillacci di Torino. In sintesi Albese-Alessandria è tutta qui. Una partita nervosa e spezzettata, giocata dall'Albese con volontà pari alla confusione. Il gol che 1 grigi hanno messo a segno dopo soli tredici minuti ha infatti sconvolto 1 piani della squadra di Benedetti, costringendola da quel momento ad una affannosa rincorsa per la ricerca del pareggio. Per contro da quel momento la squadra di Trebbi, scesa ad Alba con obiettivo un pareggio, si 6 trincerata in difesa, sfruttando paradossalmente a suo vantaggio il fattore campo. Ad Alba infatti le ridotte dimensioni del terreno di gioco favoriscono sempre la squadra che deve difen¬ dersi. Ad essa basta un po' di grinta per respingere costantemente gli assalti degli awerari, che non trovano mai varchi verso la porta. Nonostante tutto l'Albese avrebbe avuto, soprattutto nel secondo tempo, qualche grossa occasione per pareggiare, ma tutto è sfumato per l'imprecisione di tiro di quanti a turno si sono presentati davanti alla porta di Zanler, che si e salvato, qualche volta, con una buona dose di fortuna. Oltre alle squadre si è reso protagonista in campo l'arbitro Stillacci. La partita, anche se giocata con grinta come non si vedeva da tempo, non è stata cattiva, qualche scontro c'è stato, ma non più maligno di quelli che si vedono ogni domenica sul campi di calcio. Stillacci invece ha fischiato a suo piacimento e spesso a sproposito, com¬ pletando il suo capolavoro con due espulsioni, quella di Romei e quella di Tilotta, decretate con troppa fretta. Soprattutto dopo l'allontanamento di Romei la partita avrebbe potuto prendere una svolta diversa, in quanto da quel momento (mancavano 28 minuti alla fine), i grigi sono stati costretti a difendere un risultato senza l'uomo che doveva arginare il « cervello a Carelli. Ma oggi 11 risultato sembrava segnato in partenza, perché neppure in vantaggio numerico gli uomini di Benedetti sono riusciti a mutare volto alla partita. Proprio dal quarto d'ora della ripresa in poi 1 padroni di casa hanno comunque espresso il meglio del loro « forcing », proiettandosi in avanti in massa, trascinati dall'infaticabile Strumia, da un lucido Luciani e da un generosissimo Carelli, scoprendosi oltre il lecito in difesa e favorendo in almeno due occasioni i contropiedi ospiti, che sono stati sciupati però prima da Frigerio e poi dal terzino Giglio. Resta comunque il fatto che per un motivo o per l'altro, l'Albese non solo non riesce a vincere in casa, ma non mette in rete neppure un tiro. Il futuro per 1 langaroli si dipinge di tinte sempre più fosche perché con l'attuale disponibilità di uomini non si vede chi possa, qualora se ne presenti la concreta occasione, assurgere al ruolo di goleador. L'Alessandria invece ha la prerogativa di giocare bene e di perdere, oppure di giocare male e di vincere. Oggi è scattata questa seconda combinazione ed i grigi tornano a casa con due punti certamente Insperati. La carica degli undici albesi inizia dal primo minuto di gioco quando Strumia spedisce alto un suggerimento di Carelli. Ancora Carelli in evidenza all'8', questa volta un suo centro teso attraversa tutta l'area e viene raccolto da Tilotta che spara alle stelle. Ed arriva a sorpresa il gol. Da un fallo laterale di Giglio la palla giunge a Baretta che crossa, Frigerio precede tutti e da pochi passi supera Eberlni. Raggiunto il vantaggio, l'Alessandria si richiude nel suo guscio e l'Albese riprende il suo monotono martellamento. Al 19' un corner di Saloni viene girato da Carelli sulla traversa con uno splendido colpo di testa, al 20' ancora Carelli si fa precedere in uscita da Zanier e lo stesso portiere grigio salva al 26' ricacciando il pallone col piedi su azione di Strumia e respinge infine d'intuito al 43' una corta conclusione di Magara. Con quattro incomprensibili minuti di recupero l'arbitro chiude il primo tempo. Stesso copione nella ripresa. Si destreggia in apertura Frigerio sciupando tutto con una conclusione alta, ma è subito l'Albese a riprendere l'iniziativa. I cross piovono sulla testa di Zanier da ogni posizione: al 55' il portiere si trova tra le braccia un colpo di testa di Saloni, ma al 62' cede il ruolo di protagonista all'arbitro che espelle Romei per un normale fallo di gioco su Carelli. La partita potrebbe incattivirsi, ma i giocatori dimostrano molto «self control» e badano sopratutto a giocare. Al 68' infatti Strumia serve Magara a centro area, tiro dell'ala e parata pronta di Zanler che di piede devia in angolo. L'ultima grossa occasione l'Albese se la divora al 78' con Saloni, che tira secco in diagonale dalla sinistra ma spedisce a Alo palo. L'Alessandria sembra rinfrancarsi e va in contropiede con Frigerio (83') e Giglio (88') ma con troppo poca convinzione. Chiude invece le ostilità l'arbitro Stillacci, che a due minuti dalla fine espelle anche Tilotta per proteste. (La Stampa - Ed. Sport Fabio Vergnano) Risultati: Albese - Alessandria 0-1 Biellese – Clodiasottomarina 2-1 Cremonese - Treviso 1-0 Juniorcasale - Bolzano 0-0 Lecco - Pergocrema 3-0 Mantova - Piacenza 0-0 Padova - Pro Vercelli 0-1 S. Angelo Lodigiano - Pro Patria 1-0 Triestina – Seregno 1-0 Venezia – Udinese 0-2 CLASSIFICA: Udinese p. 17; Lecco, Mantova, Cremonese, 16; Pro Vercelli, 13; Treviso, Bolzano, Piacenza, 12; Juniorcasale, Alessandria, Biellese e S. Angelo Lodigiano, 11; Triestina, Pergocrema. 10; Albese, 8; Seregno. Venezia, Pro Patria, Padova, 7; Clodiasottomarina, 6 Marcatori: 8 reti: Pellegrini (Udinese); 6 reti: Zandegù (Lecco) e Marullo (Alessandria); 5 reti: D’Urso (Bolzano), M otta (Juniorcasale), Ghidoni (Venezia). Il punto sul campionato Primo successo esterno della Pro Vercelli sul campo, difficile, del Padova: il gol è stato realizzato da Rossetti su punizione, battuta dal limite dell’area di rigore. Il Casale ha disputato una gara sottotono contro il modesto Bolzano, il centrocampo non è stato in grado di servire palloni giocabili per i centravanti. Mantova e Piacenza hanno terminato la loro gara a reti inviolate al termine di un incontro che ha detto poco: le due squadre si sono occupate di chiudere i varchi in difesa e hanno tralasciato la manovra offensiva. Vittoria della Triestina ai danni di un Seregno irriducibile che è riuscito più volte a mettere in difficoltà la retroguardia alabardata. Il derby è andato alla capolista Udinese che avrebbe potuto avere la meglio con un punteggio più rotondo.