Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1976/1977
Serie C
16-01-1977 - Giornata: 18 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria Calcio US - Padova AC 1 - 1 (1 - 1)
RETI: 40. Pileggi D.[A] 31. Sanguin [Pa]

Alessandria Calcio US Zanier Adriano, Giglio Angelo, Di Brino Marcello, Vanara Elio [33. Rolfo Orano], Romei Roberto, Alberti Antonio, Pileggi Danilo, Vianello Ennio, Marullo Michele, Borghi Ambrogio, Frigerio Emilio A disp.:Ghezzi Ivan, (P) Vezzulli Ivano All.: Viviani Franco e Trebbi Mario

Formazione avversaria
PADOVA AC: Rottoli, Scalabrin, Bottaro, Di Mario, Berti, De Petri, Tripepi, Sanguin, Vendrame, Mocellin, Ballarin. A disp.: Cossato, Berti, Nicoletto. All.: Pin Gabriele

Arbitro: Madonna Giuseppe (Ercolano)
Note
Ammoniti: Rolfo [A], Borghi [A], Berti [P]. Spettatori: 1.500 circa di cui 1.081 paganti per un incasso di 2.170.000 lire. Inizio gara ore 14.30

Commento
ALESSANDRIA - PADOV 1 - 1 L'arbitro Madonna non fa la... grazia Quando la paura fa novanta, opti cosa si complica; basta uno spillerò d’aria per temere il peggio. II discorso calza a pennello per l’Alessandria, costretta ad affrontare ogni domenica gli avversari con l’animo del gladiatore, che deve obbligatoriamente superare l’antagonista per salvare la pelle. Il dispendio di energie è enorme, i risultati, sul piano pratico, poco apprezzabili, come confermano le cronache del lunedì. Il discorso si ingarbuglia ulteriormente se aggiungete un arbitro che chiude entrambi gli occhi sugli atterramenti in area e che fischia come una locomotiva senza una chiara valutazione dei falli. Le sfortune si assommano, rendendo il quadro ancora più nero. Sul quadro tecnico della squadra ci soffermeremo tra breve; al momento ci preme sottolineare il periodo di jella che perseguita l’undici di Trebbi. Sono esattamente tre domeniche che gli attaccanti alessandrini vengono bistrattati in area. Ad Udine fu Frigerio ad essere atterrato; a Piacenza ancora la mancina grigia; con il Padova il centravanti Marnilo in ben due distinte occasioni. La speranza di ottenere almeno un calcio di rigore sono andate deluse davanti alle imperscrutabili decisioni arbitrali. Nell’ultima partita disputata al Moccagatta è stato giocato ai danni dei padroni di casa un bruttissimo scherzo. L’arbitro Madonna di Ercolano non solo ha chiuso entrambi gli occhi, ma alla terza occasione, volutamente ignorata, ha ammonito capitan Borghi per proteste. L’undici di Trebbi grazie agli svarioni dei signori in giacchetta nera, si trova in una situazione di classifica precaria anche se non disperata. Il morale dei giocatori ne risente a dismisura; le possibilità di ristabilire l’indispensabile clima di distensione diminuiscono. L’Alessandria attraversa un momento difficilissimo come documentato dal curriculum delle ultime prestazioni. Superato il Mantova alla dodicesima giornata, in sei partite, di cui tre casalinghe, è riuscita a racimolare la miseria di due punti. Troppo poco per una squadra che ha l’ambizione minima di concludere la stagione al sestultimo posto, poco sopra la zona calda della retrocessione. L’undici di Trebbi ha due mesi arranca faticosamente, ha il fiato grosso. Gli sportivi ancor prima dei tecnici temono il crollo, la crisi. Effettivamente il momento è delicato considerato il clima che attornia la squadra. L'Alessandria è una società in balia delle onde, senza un responsabile diretto, senza un programma definito né por il presente né per il futuro. Un sodalizio che si affida all'entusiasmo di poche persone le quali, pur con la buona volontà, non riescono a rasserenare l’ambiente. La crisi ha risvolti psicologici, finanziari, tecnici. E’ la somma delle tre componenti a determinare, a nostro giudizio, gli attuali sbandamenti. I giocatori, è vero, giocano, si impegnano, ma manca il quid per trasformarli, per dargli la sicurezza indispensabile per affrontare i cimenti che l’attendono. Confrontando i risultati ottenuti nella prima parte della stagione, quando si sperava nella normalizzazione dei rapporti ai vertici del sodalizio, e in quelli attuali si nota uno sfasamento notevole. Diciamo che i giocatori pur rispondendo alle sollecitazioni dei tecnici denunciano una debolezza di origine morale, uno stato di acquiescenza. Sono considerazioni necessarie nel momento in cui devono essere tirate le fila per affrontare il girone di ritorno nelle migliori condizioni possibili per risalire gradatamente la scala della classifica ed attestarsi su posizioni meno pericolose. Ancor prima di considerare l’aspetto tecnico è urgente affrontare quello morale. E’ il compito più difficile. Il generai manager Franco Viviani e il segretario Franco Coscia hanno, come si suole dire, una patata bollente tra le mani, guai a lasciarla cadere nuovamente nella pentola. E’ fuori discussione che la volontà non basta, occorre qualcosa di più concreto. La parola torna all’ing. Remo Sacco ed alla sua famiglia ritiratasi definitivamente dalla scena senza preoccuparsi di quanto accadrà domani. Si parla con insistenza di trattative per cedere la squadra, ma al momento le indiscrezioni sono alquanto pessimistiche. 11 gruppo disposto a rilevare l'Alessandria esiste, sono la cifra richiesta e i pesanti gravami a renderlo titubante davanti ad un’operazione difficilissima, piena di rischi. Rilevando la società è necessario ristrutturarla ad ogni livello, potenziare il parco giocatori per creare i presupposti della rappacificazione tra dirigenti e pubblico. La frattura tra la massa dei tifosi e la squadra è evidente, basta scorrere i giornali per accorgersi che la media delle presenze al Moccagatta si è arenata sulle mille unità. Un record negativo davanti al quale è necessario correre urgentemente ai ripari. La Società grigia negli ultimi due mesi (la squadra grigia tornerà a giocare al Moccagatta nel prossimo febbraio) ha incassato esattamente 9 milioni 388.600 lire lorde. Detratte le spese si scende ad otto milioni, una cifra irrisoria sia per fronteggiare le spese di gestione quando per ridurre il pauroso deficit accumulatosi negli ultimi anni. La gestione media della società dovrebbe aggirarsi sui quindici milioni mensili: ogni lettore può trarre le conclusioni senza l’aiuto di un contabile. Il sodalizio di via Gentilini come accaduto nella scorsa stagione ’’chiuderà” con un ulteriore pesante disavanzo. Per rimediarvi vi è una sola strada: cedere ai migliori offerenti i pezzi migliori da Pileggi a Marullo da Alberti a Frigerio, da Zanier a Di Brino. Significa in altre parole ricominciare la stagione 1977-78 da.... sotto zero, senza possibilità alcuna di costruire una compagine capace di inserirsi nella lotta per il primato. 11 nuovo gruppo dirigente se getterà il dado dovrà forzatamente mettere mano al portafogli aggiungendo alla cifra da versare a Sacco un altro mezzo miliardo. Esiste sulla piazza un team così pazzo da spendere un miliardo di lire? La risposta è negativa a meno che si realizzi il sogno di Robbiano, l’ex generai manager della Novese e del Savona. Il poliedrico dirigente da tempo fa la corte ai Sacco per ottenere la responsabilità della conduzione avendo intravisto la possibilità di un ottimo affare se l’industriale si deciderà ad abbassare notevolmente il quorum della richiesta. Robbiano è un volpone: conoscendo gli alessandrini sa perfettamente che approntando una formazione capace di conquistare la serie B può contare su un pubblico potenziale aggirantesi sulle 6000 unità. I mandrogni dopo le magre degli ultimi tempi hanno sete di calcio per cui le presenze al Moccagatta potrebbero subire un ulteriore incremento. Al momento, ovviamente, siamo nel campo delle illazioni, ma una soluzione deve pure essere trovata per riportare le maglie grigie ai vecchi fasti. Al momento è indispensabile stringersi attorno alla squadra dimenticando i motivi di tensione che hanno originato tante incomprensioni. L’Alessandria in altre parole deve assolutamente uscire dall'equivoco e concludere la stagione alla meno peggio in attesa del rivoluzionamento dei vertici. L’ing. Remo Sacco davanti ad un passivo che si accresce con il trascorrere dei mesi uscirà quanto prima allo scoperto perchè è impensabile che un uomo della sua statura resti indifferente davanti ad un bilancio chiaramente da fallimento. L'ora della verità non è lontana. Sulla partita ci siamo brevemente soffermati all’inizio del servizio. L'Alessandria ad un primo tempo accettabile, anche se costellato da errori grossolani, ha fatto seguire una ripresa incolore, priva di nerbo. Sulle cause psicologiche abbiamo scritto, analizziamo quelle di ordine tecnico. Reduci da due sconfitte consecutive (Udine e Piacenza) la squadra è scesa in campo con l’unica innovazione obbligata di Romei stopper in sostituzione dell’infortunato Colombo. Trebbi e Viviani hanno schierato il meglio, l'organico d'altronde non offre altre possibilità di scelta. Capitan Borghi e compagni sin dalle prime battute hanno chiaramente dimostrato l’intendimento di andare a segno, di interrompere la lunga serie negativa. Sospinti da Vanara e Borghi i grigi sono scattati alla garibaldina per liquidare il conto con un Padova, deciso dal canto suo, a tornarsene a casa almeno con un punto. 11 neo allenatore Pin conscio dei limiti della sua compagine ha disposto le pedine saggiamente: centro campo a doppia mandata, un solo attaccante, l’ala Ballarin. Marullo e Frigerio tenuti sotto costante sorveglianza hanno trovato un muro invalicabile contro il quale hanno continuato a cozzare per i novanta minuti della partita. Giocando con avversari preoccupati di difendere lo zero a zero è indispensabile operare sulle fasce tentando nei limiti del possibile di aprire un varco entro il quale inserire un uomo gol. E' una premessa elementare. E' invece accaduto il contrario. Gli alessandrini si sono gettati a capofitto contro la barriera avversaria manovrando preferibilmente su un solo settore, il sinistro, dimenticando le aperture sull'opposto versante. Gli inserimenti, a turno di Pileggi, Giglio e dello stesso Di Brino che abbandonava la posizione per raccogliere il passaggio ed inserirsi nell'area avversaria, sono rimasti lettera morta per quarantacinque minuti. Un arrembaggio inconsulto, privo di uno schema logico; un continuo assalto alla baionetta contro... mitragliatrici (cioè i difensori patavini che sovrastavano nettamente nel gioco aereo i padroni di oasa). La voglia di andare a bersaglio ha creato le premesse del vantaggio patavino che ha fatto temere il peggio. L’undici di Trebbi, è vero, non ha avuto dalla propria parte la fortuna (come sul tiro bomba di Giglio a porta sguarnita e salvataggio miracoloso del terzino Scalabrin sulla linea di porta) come la cronaca documenta, ciò tuttavia non li assolve dagli errori compiuti nell’arco della partita e nella ripresa. Nell’ultima frazione sono mancati clamorosamente i collegamenti tra il centro campo e i reparti avanzati. Maritilo, Frigerio e, a turno. Pileggi o Giglio si sono trovati completamente isolati alle prese con un nugolo di difensori pronti a respingere l’offesa per passare al contropiede. Abbiamo contato cinque-sei alessandrini nella metà campo grigia a sorvegliare le uniche due punte venete: sarebbe bastato avanzare due uomini per evitare che le palle finite in zona morta fossero facile preda degli avversari. 11 Padova trovatosi inaspettatamente in vantaggio dopo mezz’ora di gioco (gli ospiti nelle diciassette giornate avevano raggranellato la miseria di quattro gol) ha cercato di difendere il vantaggio, indi raggiunto dalla rete di Pileggi si è fatto letteralmente in quattro per limitare i danni e tornarsene a casa con un punto che vale doppio perchè conquistato contro una diretta antagonista. Sulla prestazione dei singoli diremo che Di Brino, Vanara sino a quando è rimasto in campo, Borghi e l’inesauribile Vianello, hanno meritato ampiamente la sufficienza. Le punte Marnilo e Frigerio si sono distinte per alcune impennate personali, raramente per un dialogo a più voci. Dubbi ha sollevato la prestazione di Pileggi, un ragazzo che deve battersi con determinazione, sfruttare il buon bagaglio tecnico. Il nazionale in diverse occasioni ha brillato per la scarsa volontà, per la rassegnazione. Senza infamia e lode il lavoro svolto da Giglio; un gradino sopra i giovani Romei e il libero Alberti, un ragazzo nel quale crediamo se non altro per la freddezza dimostrata in ripetute occasioni. Analizzando singolarmente le prestazioni dei ragazzi il giudizio è meno deficitario: al calcio però si gioca in undici. E’ il collettivo in altre parole a rendere perplessi, a fare sorgere dubbi notevoli. 11 Padova era avversario tutt'altro che irresistibile; occorreva aggredirlo con ordine invece di un arrembaggio disordinato. Una prestazione da dimenticare anche se resta l’amaro per i rigori che l’arbitro Madonna ha negato rigori sacrosanti, sui quali è inutile soffermarsi a discutere. Contrariamente alle previsioni il 1977 si è aperto per i colori grigi nefastamente con il bilancio di un punto su sei a disposizione. L’attenzione si polarizza sulle prossime trasferte in terra veneta. Domenica i grigi affronteranno al Sant’Elena il Venezia, seguirà il confronto con il Clodiasottomarina, prima gara di gira, ne di ritorno. L’Alessandria gioca con i neroverdi, fanalino di coda della classifica una grossa carta, diciamo semi decisiva nonostante al termine della stagione manchino ancora 19 gare. Con quale spirito l’undici di Borghi scenderà in campo? Trebbi e Viviani sono chiamati a compiere un’opera di persuasione non indifferente per cercare di inculcare nei ragazzi quella voglia di vincere e di ben figurare della parte iniziale del torneo. Stringere i denti, fare appello al cuore è d’obbligo per uscire dalle secche di un momento travagliato. I tifosi ne siamo certi cercheranno di stringersi attorno ai giocatori per rincuorarli, per spronarli. Sulla formazione non sono previste novità: con un parco giooatori di 14 elementi le possibilità di scelta sono ridotte al lucimino. L’allenatore Trebbi spera nel ricupero dell’infortunato Colombo e di Vanara colpito duramente ad un ginocchio. Elio è un veterano pronto a fare il proprio dovere sino in fondo. L’obiettivo minimo delle due trasferte è di un punto, se saranno due tanto di guadagnato: la classifica necessita di ossigeno. Dalla retroguardia sono diverse le squadre in fase ascendente, guai arrendersi. Superata la china della crisi sarà più facile affrontare le incognite del girone di ritorno. Il calendario pare dare una mano ai grigi che, dopo la trasferta di Clodiasottomarina godranno del vantaggio di giocare al Moccagatta altre nove gare: su un bottino totale di 18 punti, almeno dodici potrebbero essere incasellati. La quota dei 34 punti indispensabili per sopravvivere tra i semiprofessionisti è, nonostante tutto, alla portata di mano di una compagine che dispone di anziani radati e di un nucleo di giovani decisi a conquistarsi nella prossima stagione un posto al sole in squadre di serie superiore. (Il Piccolo - Il Gattopardo) ALESSANDRIA SOLTANTO 1-1 CON IL PADOVA Rimontato al 40' un gol subito alla mezz'ora. l'Alessandria, nella prima partita del '77 al Moccagatta (dopo le due consecutive trasferte, entrambe negative, ad Udine e a Piacenza), non è riuscita ad andare oltre il pareggio malgrado avesse di fronte un'avversario, il Padova, non certo pericoloso e sceso in campo più disposto a difendersi che ad attaccare. Un risultato in parte negativo i grigi hanno sempre più bisogno di punti, se si tiene anche conto che dovranno ora affrontare altre due consecutive, trasferte, dovuto in buona dose alla sfortuna e ad un arbitraggio vergognoso (il direttore di gara ha tra l'altro negato due rigori da manuale), ma anche ad una impostazione tattica sballata. Net primi 45 minuti l'Alessandria ha insistito troppo ad attaccare balordamente sulla sinistra senza tenere in conto le buone marcature sulla destra: poi. specialmente nell'ultima mezz'ora, sono stati lasciali all'attacco soltanto Marullo, Frigerio e Giallo, mentre un numero eccessivo di giocatori rimuneri fermo a metà campo con una tattica quasi suicida. Cosi, alla fine di una partita che sulla carta veniva definita non eccessivamente impegnativa. l'Alessandria si è dovuta accontentare di incasellare, nella già poco pingue classifica, un solo striminzito punto. Troppo poco j se non si vuole finire impantanati nelle paludi di tondo classifica. Al 31' doccia fredda per gli alessandrini. Calcio d'angolo respinto dalla squadra locale e Sanguin, con un tiro forse deviato involontariamente da Romei, sorprende Zanier portando in vantaggio i biancoscudati. Reagisce bene l'Alessandria e al 40' giunge il pareggio. Borghi calcia una punizione, respinge corto Rottoti e Pileggi raccoglie centrando con precisione i! bersaglio. E' appena iniziata la ripresa e Manilio, in area, viene caricato da due avversari è atterrato: rigore. non c'è dubbio, ma l'arbitro inspiegabilmente fa proseguire. La cosa si ripete al 54': è ancora Marullo ad essere atterrato In area da De Petri e ancora una volta. Ira le proteste generali, l'arbitro nega la massima punizione. Poi. mentre il Padova si accontenta di alleggerire la pressione con sporadici contropiede, i grigi perdono ottime occasioni lasciando troppi uomini fermi a metà campo e il risultato di parità è ancora tale al fischio finale. Così l'Alessandria perde un'occasione d'oro per ritrovare la stratta della vittoria. (La Stampa - Ed. Sport - Franco Marchiaro) Risultati: Albese - Pergocrema 1-0 Biellese - Venezia 10 Ciodiasott. - Pro Vercell 2-0 Cremonese - Triestina 0-0 Lecco - Mantova 3-0 S. Angelo L. - Bolzano rin. Seregno - Casale 1-1 Treviso - Pro Patria 3-0 Udinese - Piacenza 1-0 CLASSIFICA: Cremonese p.28; Udinese 27; Lecco* 24; Treviso 22; J. Casale 21; Piacenza 21 P. Vercelli* 20; Mantova* , Triestina 19; Bolzano*, Pergocrema 17; S. Angelo** L. 16; Albese, Alessandria 15; Biellese* 14; Pro Patria 13; Seregno* , Ciodiasott. 12; Padova 11; Venezia 9 *due gare in meno una gara in meno Marcatori: 9 reti: Pellegrini (U dinese); 8 reti: Zandegù (Lecco) e Cavagnetto (Pro Vercelli). 7 reti: M arullo (Alessandria) e Bercellino (Biellese); 6 reti: Canzi (Seregno), De B ernardi (Treviso) e Dri (T riestina); 5 reti: D’Urso (Bolzano), Ghidoni (Venezia) Il punto sul campionato Ha vinto l’Udinese sul Piacenza, con un gol di Basili al 33’: è stata una partita dai due volti: nel primo tempo i bianconeri hanno fatto scintille, hanno attaccato la porta brillantemente difesa da Lazzara. Nella ripresa i biancorossi hanno abbandonato la tattica difensiva, rendendosi pericolosi con azioni di contropiede. La Cremonese, i giornata no, si è lasciata imporre il pari dalla Triestina che ha tentato il colpaccio. Netta vittoria del Lecco sul Mantova. La Biellese ha sconfitto il Venezia di misura ma con pieno merito, incamerando due punti preziosi in ottica classifica: i padroni di casa hanno sbagliato diverse altre occasioni da gol. Vittoria e consistente passo avanti il classifica dell’Albese contro il Pergocrema: il risultato poteva essere più vistoso ma le precarie condizioni del campo hanno impedito agli attaccanti di concretizzare la mole di lavoro. Buona partita, nonostante il fango, e pareggio finale tra Seregno e Casale: gli ospiti hanno avuto maggiori occasioni. Secco due a zero con cui il Clodia si è sbarazzato della Pro Vercelli: i padroni di casa sono scesi in campo un po’ timorosi e hanno badato soprattutto a controllare il gioco evitando che le punte avversarie si avvicinassero alla porta.