Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1972/1973
Serie C
28-01-1973 - Giornata: 19 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Venezia Calcio 2 - 2 (1 - 1)
RETI: 18. rig. Musa E.[A], 60. Bianchi B.[A] 30. Serato [Ve] , 87. Serato [Ve]

Alessandria US Pozzani Flavio, Maldera (II) Attilio Benedetto, Mayer Bruno, Berta Massimo, Paparelli Ezio, Salvadori Roberto, Bianchi Bruno, Manueli Luigi, Cini Sergio , Lorenzetti Giuseppe [57. Di Brino Marcello], Musa Ezio A disp.:(P) Croci Claudio All.: Marchioro Giuseppe

Formazione avversaria
Venezia: Seda, Santarello, Parlanti, Bassanese, Ronchi, Flaborea, Ridolfi, Badari, Serato, Scarpa, Modonese. A disp.: Fornasiero, Trevisanello. All: Meucci Cesare

Arbitro: Levrero Pierluigi (Genova)
Note
Espulsi: 73. Mayer [A] Ammoniti Musa [A], Paparelli [A], Santarelli [V], Bianchi [A]. Spettatori 10 m ila circa, di cui 7566 paganti per un incasso lordo di lire 12 milioni 316 m ila 900 Angoli: 5-6 Giornata di sole (sia pure invernale) e fondo campo in ottime condizioni Inizio gara ore 14.30

Commento
Recuperi: Derthona - Vigevano 3-1 Cremonese - Savona 0-1 Pro Vercelli - Parma 0-1 SPORT SIGNIFICA DISCIPLINA, AUTOCONTROLLO, RESISTENZA FISICA, CAPACITA’ DI REAZIONE: TUTTO RISPETTANDO DETERMINATE REGOLE. QUANDO QUESTE ULTIME VENGONO MENO, QUANDO LA PERSONA PREPOSTA A FUNGERE DA GIUDICE INAPPELLABILE DIMOSTRA INCAPACITÀ’, O SI LASCIA ANDARE AD INTERPRETAZIONI PERSONALISTICHE, IL CAOS SI SOVRAPPONE ALL’ORDINE. LE REAZIONI SI PROPAGANO A CATENA INCOMINCIANDO DALL’ATLETA, DAI TECNICI, AGLI SPORTIVI. La folla si scatena, non discerne più il bene dal male, credendosi vittima di un sopruso ordito a propri danni; reagisce e travolge, alla ricerca di una giustizia che è sempre sommaria. La premessa è doverosa prima di addentrarci nel commento di Alessandria - Venezia, una delle partite chiave del girone A, del campionato di serie C. I quotidiani hanno illustrato ampiamente quanto accaduto; hanno analizzato l'andamento dei novanta minuti; hanno pronunciato la sentenza che non è certo di assoluzione nei confronti dell'arbitro Levrero di Genova. A ventiquattro ore dalla conclusione della gara conclusasi sul punteggio di 2-2, il giudizio sul direttore dell incontro non è mutato. Se incidenti sono accaduti c’è un solo colpevole ed è proprio la persona che la Lega aveva designato per la partitissima. Si potrà obiettare che l’uomo sbaglia: giusto, ma perseverare è... diabolico. L’Alessandria pagherà ovviamente io scotto degli incidenti, in quanto la società è sempre responsabile di quanto accade sul proprio terreno, anche se la colpa è dell’uomo in giacca nera. II giudice sportivo non potrà ignorare la scintilla che ha scatenato la buriana che poteva avere conseguenze ancora più serie. Se ci sarà squalifica del campo sarà consumata un’altra grave ingiustizia non solo ai danni dell’Alessandria, ma dello sport. Valutando a mente serena la partita e quanto accaduto, non si può stendere un velo sugli incidenti causati da tifosi troppo sbrigativi che si sono sentiti defraudati da un successo che i grigi avevano meritato. La cronaca, che non è fatto aleatorio, lo conferma sia analizzandola da una visuale che dall’altra. Aveva ragione il Commissario straordinario ing. Remo Sacco ad affermare, a fine partita, rivolto ai cronisti: « Scrivete la verità, non vi chiedo altro ». La verità è stata scritta dai giornalisti locali e da quelli scesi nella città della paglia per vedere questa Alessandria che, dopo 19 turni di campionato, conserva la propria imbattibilità anche se in questi ultimi tempi la dea bendata sembra divertirsi alle sue spalle. Resistere a diciannove assalti, è la conferma più probante che l’undici di Marchioro non è una meteora spuntata all’orizzonte del campionato 1972-73. La riprova l’abbiamo avuta proprio contro i lagunari, avversari grintosi che la tradizione vuole imbattuti al Moccagatta. L’undici nero-verde ha disputato una grande partita, ma ha raccolto più di quanto preventivato, non certo per merito proprio, come vedremo tra poco. L Alessandria esce dal confronto a testa alta, con la certezza che il ruolo di capolista le spetta di diritto. Al giro di boa i grigi sono giunti con un punto in meno arrivato, ma con le chance per ricuperarlo se i ragazzi risponderanno alle sollecitazioni del tecnico con io stesso entusiasmo della prima parte del campionato. Il Parma incalza ad un solo punto: un incentivo in più per attraversare l’attuale periodo oscuro in cui la sorte ha giocato un ruolo che definiamo determinante. L’Alessandria ha gli uomini per respingere la minaccia, per confermarsi degna della promozione che insegue ormai da molti anni con scarsa fortuna. I tifosi — che sono moltissimi— devono essere ancora più vicini ai beniamini, non devono far loro mancare il caldo incitamento. L’orso grigio chiamato ad affrontare più la avversa tradizione che il Venezia, ha risposto appieno alle aspettative sotto il profilo del gioco, della carica umana. I dodici giocatori scesi in campo (compreso quindi Di Brino chiamato a sostituire l’infortunato Lorenzetti) hanno lottato senza risparmio contendendo ai nero-verdi ogni palla. Il centrocampo è stato ancora una volta il perno d’acciaio del complesso, anche se un ingranaggio non ha funzionato come era nelle previsioni. Parliamo del giovane Manueli, il quale pur facendo appello alla carica derivantegli dalia verde età, non sempre è riuscito a fornire quell’apporto che lo aveva contraddistinto in passato. Il ragazzo tuttavia non si è arreso anche se la visione del gioco è apparsa piuttosto approssimativa. Il peso dell’interdizione e del sostegno alle punte è stato bravamente retto da un Berta maiuscolo e, da un Salvadori che pur non essendo all’apice, non ha rinunciato a gettarsi su ogni palla. Il capitano in particolare è risultato ancora una volta tra i migliori. Resta sempre un mistero da dove attinga tante energie. Con un Berta concentrato, che riesce a dare una sua impronta alla partita e un Bianchi che in fatto di lanci è maestro, il quintetto di punta sa trovare la via del gol. Affiancando all’ex veneziano un Musa spumeggiante, in giornata di vena, avrete subito un quadro completo della situazione. Musa contro il Venezia è riuscito a ipnotizzare la palla, a imprimerle tocchi da vero artista. Non sempre ha trovato io spiraglio giusto, m a ciò non è dipeso dalla scarsa volontà. Il ragazzo resta per Marchioro una importante pedina per il futuro. L’avere un attaccante che oltre ad usare i due pie di, sa esaltarsi non è facile. Una citazione particolare merita poi il tanto discusso centravanti Sergio Cini. Il pubblico lo attendeva con il pollice verso, m a alla fine nessuno ha avuto l’ardire di muovergli un appunto. Se Cini non è andato in gol lo deve prima alla sfortuna e poi al bravissimo Seda che gli ha parato due palle impossibili. Proprio allo scadere del primo tempo il centravanti, con colpi di reni eccezionali, ha fatto tremare i nero-verdi. Durante la contesa si è mosso disinvoltamente liberandosi del diretto avversario. Peccato che i compagni non sempre abbiano sfruttato con aperture improvvise sulle fasce laterali. Ha tentato in alcune occasioni Bianchi, il quale copiando i vecchi compagni, si è servito dei traversoni lunghi per mettere in movimento le punte. Per Cini una iniezione di fiducia in vista dei futuri preventivamente sulla fama del passato: è necessario rinfrescarla al presto per non cadere nell’oblio. Abbiamo sinora parlato di centrocampo, di attacco. Cosa dire della difesa? Scorrendo la classifica ci si accorge che ha sinora subito 14 reti, indubbiamente troppe. Qualcosa non funziona nel delicato ingranaggio, Maldera, Paparelli e Mayer lasciano troppo spazio agli avversari; non parliamo poi di Berta che si danna l'anima altrove. La retroguardia è troppo perforabile c la conferma la si è avuta pure domenica. Il cincischiare eccessivamente con la sfera, abbandonarsi a preziosismi è dannoso. Troppe volte l’avversario riesce a incunearsi nei corridoi facendo poi centro. Marchioro deve provvedere, considerato che proprio per le incertezze di questo settore, sono stati perduti lungo il cammino preziosi punti. E’ un problema da affrontare immediatamente senza ulteriori indugi per evitare di m andare alle ortiche il gran lavoro delle punte le quali il gol lo trovano ad ogni partita. Se in 19 partite si è riusciti a mettere a segno 28 reti non si può ignorare che per 14 volte Pozzani e Croci si sono inchinati per raccogliere la palla in fondo alla rete. Analizzando i gol subiti ci accorgiamo che in almeno il cinquanta per cento delle reti incassate la responsabilità non la si può addebitare ai numeri uno. Se Marchioro riuscirà a trovare una soluzione efficiente per questo reparto il record dei grigi dell’imbattibilità sarà conservato sino alla trentottesima giornata. Due righe sulla partita « stregata » della scorsa domenica. La squadra ha affrontato i nero-verdi a viso aperto pervenendo al primo gol su calcio di rigore realizzato dal super giustiziere Musa. Il primo pareggio degli ospiti al 31’ ad opera di Serato mentre due suoi compagni si trovavano in posizione di fuori gioco: Ridolfi, autore del prim o tiro deviato da Pozzani, e Modenese che era finito addirittura dietro all’estremo difensore alessandrino. Nel finale due bellissime occasioni sfumate solo per la bravura di Seda. 42’ avanza Paparelli che effettua un cross teso sul quale munge puntuale la testa di Cini. La palla colpita di precisione vola verso Pangolino basso, alla sinistra del portiere che si salva con tempestivo intervento a terra. 45’: il capolavoro della giornata, fazione più elettrizzante. Manueli batte una punizione e Bianchi di testa corregge a rete. Cini con uno splendido colpo di reni inzucca spedendo la sotto la traversa. E ’ ancora il diabolico Seda a deviarla in angolo. Nella ripresa dopo alcune travolgenti azioni di Musa il gol dell’effimero vantaggio al 13’: Salvadori a Musa appostato nell’area. L’ala supera con un pallonetto l’esterrefatto Parlanti poi scocca il tiro, rasoterra e angolatissimo. Seda si libera in tuffo, ma l’accorrente Bianchi non si lascia certo sfuggire una occasione così elementare. La partita ha la sua svolta decisiva al 29’ quando Levrero con una cervellotica decisione espelle Mayer. Un capolavoro di m alafede considerato che ulteriori chiarim enti potevano essere chiesti al segnalinee. Il ’’libero’ c Parlanti si contendono il pallone sulla fascia laterale finendo a terra. L’alessandrino è il più lesto a rialzarsi per rincorrere la sfera, ma muovendo le braccia colpisce l’avversario che fa la solita scena. Levrero assai lontano interviene per indicare la via degli spogliatoi a Mayer. Tanta severità, considerate alcune precedenti simulazioni, lascia sbigottiti, perplessi. Sino a quel momento l’arbitro aveva ammonito e fischiato falli a senso unico senza troppo preoccuparsi di dirigere più oculatamente. A farne le spese erano stati Musa (che rischia la squalifica) Paparelli e Bianchi. Come ha riconosciuto M archioro la « machiavellica decisione ha provocato un vero trauma sui ragazzi » i quali innervosendosi non hanno fatto altro che favorire i veneziani che proprio a cinque minuti dal termine hanno colto il pareggio. Il mister alessandrino è stato categorico « Sul 2-1 non potevamo più perdere la partita se non fosse intervenuta l’espulsione di Mayer. I ragazzi choccati si sono deconcentrati con Sa conseguenza che conoscete. Non è facile restare calmi in simili frangenti. La squadra ha tuttavia superato ogni più rosea aspettativa per cui non ho alcun rimprovero da muovere ai ragazzi ». Perchè ha deciso la sostituzione di Lorenzetti? « Nel primo tempo aveva ricevuto una botta al bicipide destro. Nell’intervallo il prof. Mazza gli ha praticato una iniezione di novocaina, ma il dolore non si è attenuato. Davanti ad una situazione del genere non è rimasto che dare via libera a Di Brino spostando in avanti B erta ». Lo sa che il Parma ha vinto per due a zero? « Non mi interessa ciò che ha fatto il Parma, risponde deciso, ognuno fa la sua strada. Non ci siamo certamente arresi oggi; riprenderemo i punti che sono sfuggiti non sempre per colpa nostra ». Marchioro saluta e poi se ne va dai suoi ragazzi che escono a gruppetti dallo spogliatoio. Massimo Berta ha un diavolo per capello: se ne va rifiutando pure l’intervista alla RAI. Preferisce, giustamente, tenere la lingua a freno per non aggrovigliare la matassa. L’ultimo ad andarsene è Musa: gli sportivi lo applaudono, gli danno pacche sulle spalle. Nello spogliatoio intanto Levrero è sempre chiuso nel suo stanzino mentre fuori un gruppo di contestatori è sul piede di guerra. L’ing. Sacco, Borasio, Testa, Cappelli, Armano passeggiano nervosamente, ma senza aprire bocca. Anche se non parlano si legge nei loro occhi quanto stanno rimuginando. L’arbitro alle 17,40 lascia finalm ente il Moccagatta sotto buona scorta: difficilmente tornerà su questo campo dove è riuscito a scatenare la folla. Resta il dilemma: domenica si giocherà al Moccagatta contro il Piacenza o sul campo neutro? Lo sapremo stasera dalla Lega la quale deve emettere un giudizio leale e non di parte. L’Alessandria, qualunque sia la destinazione è pronta a riprendere il cammino: si sta per imboccare la strada del ritorno e le distrazioni non sono ammesse. Lo sanno sia Marchioro che i giocatori i quali sono pronti a vendere l’anima pur di difendere la posizione in classifica e la imbattibilità. Il campionato continua per cui non resta che guardare al domani che potrebbe riservarci sorprese migliori. I grigi, il loro pedaggio alla dea bendata, l’hanno pagato. (Il Piccolo - Il Gattopardo) I GRIGI, RIDOTTI IN DIECI, COSTRETTI AL 2-2 DAI VENETI La partita falsata dalla decisione dell'arbitro Levrero - Episodi di violenza al termine dell'incontro: un'ora e mezza di assedio agli spogliatoi Dove va a finire il calcio? Anche oggi, il fatto sportivo si è tramutato in una serie di episodi che nulla hanno a che spartire con lo sport, tanto più gravi perché avvenuti al termine di una partita sostanzialmente corretta, giocata ad un buon ritmo e con qualche pregevole spunto tecnico: risse, insulti, caccia all'uomo nei confronti dei giocatori veneziani mentre cercavano di raggiungere il loro pullman, arbitro assediato per un'ora e mezzo negli spogliatoi. Tutto questo perché? Innanzitutto per quella che ormai è irrefrenabile consuetudine del pubblico. Quell'atteggiamneto di rabbia repressa che è pronta ad esplodere al minimo accenno. E inoltre perché l'arbitro Levrero ha fornito questo "accenno", espellendo Mayer senza nessuna giustificazione valida. Ma l'operato dell'arbitro — che deve essere stigmatizzato con franchezza — non basta a spiegare l'esplosione di violenza, cui motivi sono molto più profondi. Alessandria e Venezia sul campo hanno fatto il loro dovere. Non altrettanto il signor Levrero e una parte del pubblico alessandrino. La passione per i propri colori è una gran bella cosa sul piano folcloristico, ma diventa colpevole leggerezza (anche nei confronti della società) quando passa il segno. Provocazione da parte dell'arbitro, d'accordo. Ma certi tifosi che intendono lo sport come una battaglia privata, dovrebbero imparare a tenere a freno i nervi. L'Alessandria ha concluso il girone di andata senza conoscere sconfitta in diciannove partite, grazie al pareggio odierno contro il Venezia. Un Un risultato particolarmente favorevole, che fornisce l'esatta misura del valore della squadra e basta da solo a giustificare le aspirazioni di promozione dei grigi. Anche oggi, nonostante il risultato parzialmente negativo, la squadra ha dato una ulteriore prova dei suoi mezzi: il Venezia non era avversario da sottovalutare, preciso, attento, forte di un'intelaiatura collaudata, e gli uomini di Marchìoro hanno avuto qualche difficoltà a controllarlo. L'Alessandria si è tuttavia opposta con grinta e determinazione ed ha finito con il farsi sfuggire la vittoria soprattutto perché la decisione del signor Levrero l'ha ridotta in dieci uomini. Non si è trattato soltanto di una inferiorità numerica — che ha avuto il suo peso — quanto delle ripercussioni di carattere psicologico che il fatto ha in piena area, era vistosamente falciato da Ronchi; calcio di rigore, tramutato da Musa. Sembrava l'inizio di un'offensiva a tutto campo per i grigi. Invece, il Venezia, sorrnione e validissimo a centrocampo, riusciva ad imporre la sua manovra mentre il bravissimo Seda neutralizzava da campione due tentativi di Cini. Al 30' il pareggio. Ridolfi sulla sinistra si libera bene e trova lo spazio per il tiro, che Pozzani respinge come può. Cioè male, perché la palla arriva a Serato, centravanti grezzo ma prontissimo a sfruttare l'occasione, che la mette in rete. L'Alessandria non cede e ricomincia il suo carosello offensivo con Musa in netta evidenza, tutte finte e gioco spumeggiante, forse più appariscente che concreto. Ma al 59' la sua azione è irresistibile: scavalca Parlanti con un pallonetto e si presenta sul fondo, attira il portiere in uscita e mette il pallone al centro, dove il liberissimo Bianchi non ha difficoltà a segnare. Qualche minuto dopo l'espulsione, che avrà un peso determinante sugli incidenti finali. Mayer e Parlanti inseguono il pallone; poi il secondo rovina a terra, colpito forse dal gomito dell'avversario. Levrero arriva di corsa, dando l'impressione di voler ammonire Parlanti per simulazione di fallo. Invece, espelle Mayer, con -una decisione che non trova giustificazione nei fatti. Ripetiamo: lo scontro è avvenuto in azione di gioco e soltanto l'evidentissima «scena» di Parlanti l'ha tramutato in un fallaccio intenzionale. Non si sa se è maggiormente da sottolineare l'abilità di attor tragico del giocatore oppure la colossale ingenuità dell'arbitro. Il gioco, naturalmente, ne risente, e in campo gli scontri diventano decisi, anche perché la folla preme minacciosamente. Tutto si concluderebbe senza drammi se il Venezia, all'86', non arrivasse al pareggio. Mischia in area alessandrina, scambio fra Badati, e Scarpa, finché il pallone (dopo un rimpallo con un difensore) non arriva a Ridolfi: tocco a Serata e gol, con la folla che si scatena. Gli episodi finali non sono che una spiacevole conseguenza: il fatto grave è che i giocatori del Venezia abbiano potuto raggiungere il pullman solo pagando un umiliante tributo di insulti e di spintoni. In certi casi, un servizio d'ordine più nutrito dovrebbe rendersi indispensabile. (La Stampa - Ed. Sport - Beppe Bracco) Risultati: Belluno - Seregno 0-0 Cossatese - Cremonese 1-0 Padova - Legnano 2-1 Parma - Verbania 2-0 Piacenza - Derthona 2-0 Solbiatese - Rovereto 1-0 Trento - Savona 1-1 Udinese - Pro Vercelli 1-0 Vigevano - Triestina 1-1 CLASSIFICA: Alessandria p.27; Parma 26; Udinese 25; Savona 24; Venezia 23; Cremonese, Padova 21; Seregno Cossatese, Legnano 20; Trento, Solbiatese, 19; Derthona, 18: Belluno 17; Pro Vercelli 16; Rovereto 15; Triestina 14; Piacenza, Vigevano 13; Verbania, 9 Marcatori: 9 reti: Musa (Alessandria); 8 reti: In ferrerà (Belluno) e Prunecchi (Rovereto); 6 reti: Bianchi (Alessandria), Sega (Parma), Bergamo (Trento), Serato (Venezia), 5 reti: Mondonico (Cremonese), Proietti (Legnano), Tombolato (Padova), Maioni (Pro Vercelli), Corbellini (Savona), Fumagalli (Solbiatese), Schilirò (Vigevano). Il punto sul campionato Vittoria del Parma sul Verbania in un match dalle scarse emozioni, la squadra ospite si è battuta con grande generosità e per lunghi tratti della gara ha comandato il gioco. Il duello tra la Pro Vercelli e l'Udinese è stato quanto mai atletico: hanno vinto i friulani con una rete a un minuto dalla fine grazie ad un rigore siglato da Blasig. Sul campo neutro di Monza, il Piacenza è riuscito ad avere ragione del Derthona in giornata infelice: la stanchezza ha giocato un ruolo determinante. Nono risultato utile consecutivo per la Cossatese, sconfiggendo di misura la Cremonese al termine di un incontro molto combattuto, caratterizzato dalla severità dell'arbitro. Savona bloccato sul pari dal Trento: un risultato che non ha riconosciuto a pieno i meriti della squadra di Volpi. Il Vigevano non è riuscito a vincere nemmeno con la Triestina.