Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1972/1973
Serie C
06-05-1973 - Giornata: 32 - Vercelli - Leonida Robbiano


Pro Vercelli US - Alessandria US 0 - 0 (0 - 0)


Alessandria US Croci Claudio, Di Brino Marcello [55. Manueli Luigi], Paparelli Ezio, Berta Massimo, Colombo Antonio, Mayer Bruno, Vanzini Franco, Salvadori Roberto, Cini Sergio , Lorenzetti Giuseppe, Musa Ezio A disp.:(P) Pozzani Flavio All.: Marchioro Giuseppe

Formazione avversaria
Pro Vercelli: Castellazzi, Valdinoci, Jussich, Ripamonti, Bonni, Sadocco, Rossi, Stara, Tonelli, Bonanomi, Maioni. A disp.: Caligaris, Balocco. All.: Facchini-Bellomo Sergio

Arbitro: Chiapponi Araldo (Livorno).
Note
Espulsi: 85. Berta [A] Ammoniti: 51. Berta [A], 78. Di Brino [A] Angoli: 7-3 Spettatori: 6000 circa, con un incasso di 8 milioni di lire Giornata ventilata, con apparizione del sole dopo la pioggia caduta in mattinata; fondo del campo ottimo Inizio gara ore 16.00B

Commento
SFUMANO A VERCELLI ULTIME SPERANZE DI TORNARE IN SERIE B Il Venezia ha battuto il Parma, ma l’Alessandria non è stata in grado di superare le ’’bianche casacche” Venezia e Udinese hanno tenuto fede ai pronostici della vigilia: i lagunari hanno umiliato la capolista (3-1) mentre le zebrette friulane l'hanno fatta da padroni a Rovereto imponendosi con l’identico risultato. All’appuntamento è mancata solo l’Alessandria che, nel "derby" con i vercellesi, non è stata in grado di sbloccare il risultato, rimasto così inchiodato sullo 0-0. Classifica attuale: Parma 44, Udinese 43, Venezia 42, Alessandria 41. L’Udinese è l’antagonista più ferrata degli emiliani che accusano lo sforzo. Non si spiega altrimenti il crollo al Sant’Elena per 3-1. Sinora i biancocrociati, in 31 partite avevano incassato nove gol: in soli novanta minuti il loro portiere ha dovuto inchinarsi come non gli era mai accaduto in passato. Con un Parma che sente io stress del lungo cammino, i bianconeri udinesi sembrano i più papabili alla serie B. Il calendario del resto sembra favorirli. Il campionato 1972-73 della serie C, girone A, avrà pertanto un finale incandescente in quanto negli ultimi anni non si era mai avuta una lotta così incerta. Dal novero delle candidate è scomparsa l’Alessandria che, nel girone di andata, aveva imposto la sua dura legge. Dopo le ultime traversie si pensa va ad una impennata orgogliosa in grado di reinserire la compagine grigia tra le primattrici del torneo. Le previsioni non sono state rispettate, ed i grigi si apprestano ad affrontare il loro ottavo campionato di serie C. Nella pur lunga storia dell’Alessandria U.S. non era mai accaduto un fatto del genere. In questi sette anni sulla panchina si sono succeduti diversi allenatori: l’unico a resistere due stagioni è stato Sergio Manenti, allontanato, udite, dopo che aveva conquistato il secondo posto dietro ad una Reggiana (che incassò solo nove reti durante le 38 partite) che l’anno successivo, con gli stessi uomini, sfiorò il traguardo della promozione in serie A. Fu certamente un gravissimo errore, in quanto la venuta di Mario David non fece altro che complicare maggiormente la precaria situazione. L’esperienza con David si concluse anzitempo, ma Sempre in ritardo visto che il bisturi doveva essere usato con un certo quale anticipo. Ouest’anno si è tentato con Giuseppe Marchioro, ritenuto dallo staff grigio il solo tecnico in grado di riuscire a far decollare il velivolo alessandrino. Dopo il primo rovescio di Savona il tecnico si è trovato completamente isolato o quasi; le responsabilità gli sono piovute tra capo e collo tanto che solo la sollevazione dei giocatori ha evitato un licenziamento anticipato. In Alessandria gli sportivi sono abituati a queste operazioni, in quanto un capro espiatorio lo si deve pur trovare. L’allenatore, ovviamente è il più esposto alle manovre di corridoio dato che lo si paga 10 si può benissimo dare in pasto ai leoni. Il Commissario straordinario Remo Sacco ha speso in questi anni decine e decine di milioni di lire senza riuscire a togliere il classico ragno dal buco. Dell’indù striale di Spinetta Marengo abbiamo il massimo rispetto perchè, essendogli stati vicino, sappiamo che vuole la promozione. Il grosso handicap è che in molti casi agisce d’impulso sotto la spinta di pressioni che sono sempre costanti. Per parlarci chiaro alludiamo a quei dirigenti soloni che del senno di poi ne fanno una vera arte. Con i se ed i ma non si è mai fatta la storia. Eppure alcuni di costoro pretenderebbero di riuscirvi, a dispetto della millenaria avventura umana su questo globo. Negli scorsi anni abbiamo sentito ripetere, con una certa insistenza, che 11 pubblico alessandrino non rispondeva alle sollecitazioni sportive. Come si può fare una squadra se poi gli appassionati disertano il Moccagatta? Si finge di ignorare che la presenza del pubblico è direttamente legata ai risultati che l'undici è in grado di fornire. Quest’anno, tanto per fare un esempio, sono stati superati i 160 milioni di incasso e se tutto fosse filato per il verso giusto il traguardo dei 200 milioni sarebbe stato agevolmente raggiunto. Gli sportivi non sono pertanto insensibili: è necessario solo essergli più vicini, cosa che non avviene in Alessandria città dove non accade nulla (o quasi) tra il Bormida e il Tanaro. Il discorso ci ha allontanati dal canovaccio iniziale che è appunto quello di ricercare i motivi degli improvvisi cedimenti della compagine. Abbiamo detto, e lo ripetiamo, che le responsabilità non possono essere fatte cadere, all’infinito, sull'uomo che siede in panchina. Manenti si trovò ad operare con un organico ridottissimo, non più di 12-13 uomini validi: quando invocò rinforzi giunse... Principe. David dal canto suo assunse ‘l’incarico quando la rosa era ormai completa, con molti doppioni. Con Marchioro le cose andarono diversamente, ma non nel modo voluto. Il tecnico si trovò ad esempio, un centravanti, Marami, che era ormai al termine della carriera. Qualcuno osservò che si poteva giocare pure senza un centravanti fisso, ma poi si corresse frettolosamente. A novembre giunse Cini a dare manforte a Bianchi che centravanti non è. Marchioro voleva qualcosa in più, a quanto ci risulta, ma non fu possibile accontentarlo II tecnico nel corso del campionato ha sudato le sette proverbiali camicie per concedere qualche turno di riposo agli uomini-squadra; per Berta, invece si è insistito oltremisura. Agli errori tecnici se ne sono aggiunti altri psicologici che turbano tutt’ora _ la squadra per cui al momento attuale è veramente utopistico pensare di annullare lo svantaggio che ci separa dal Parma. A Vercelli gli alessandrini hanno denunciato le pecche divenute croniche: manca la penetrazione e il gran gioco a centrocampo e fino al limite dell’area di rigore si esaurisce nel nulla. Durante i novanta minuti non mancano le impennate dei singoli, ma è troppo poco. Nel derby, come avevamo scritto la scorsa settimana, la vittoria era d’obbligo se si intendeva veramente continuare a sperare. Ne è scaturito il pareggio che serve ben poco ai fini del primato. Degli uomini schierati si sono salvati Croci, Manueli (chiamato a sostituire lo sfocato Di Brino) Vanzini, Salvadori, Lorenzetti e Musa. Per gli altri il pollice è decisamente verso a terra. Nel primo tempo, come era prevedibile, i bianchi sono partiti all’arrembaggio e la retroguardia mandrogna ha scricchiolato sinistramente. Croci confermando di essere ormai maturo alla serie C ha parato pure l’impossibile poi, quando era irrimediabilmente battuto, il palo gli ha dato una mano. Con un Paparelli piuttosto dimesso, un Di Brino poco lucido; Colombo in ombra, Berta nervoso e un Cini inesistente, i padroni di casa si sono presentati più volte nell’area alessandrina per cercare il gol. Dopo che l’arbitro aveva annullato una rete ai vercellesi, Tonelli ha avuto sul piede la palla gol, ma l’ha sciupata banalmente. Per dare maggiore consistenza alle punte Marchioro è ricorso nella ripresa a Manueli e, a dire il vero, la manovra si è sveltita anche se non è stata trovata la via della rete. Dopo due belle parate di Croci, l’Alessandria riusciva a passare con Musa, ma l’arbitro annullava per fuori gioco. Nel finale i grigi l’hanno fatta da padroni, ma era troppo tardi. Lorenzetti ha colpito il palo, Salvadori è stato bistrattato in area, ma il direttore di gara ha chiuso entrambi gli occhi. Berta che in precedenza aveva avuto alcuni scontri con Rossi è finito anzitempo negli spogliatoi. Sintetizzando, prima frazione di gioco a vantaggio dei padroni; ripresa a fasi alterne, anche i pericoli maggiori li ha corsi Croci. Soffermandoci brevemente sulla prova dei singoli diremo che Vanzini si è battuto con la consueta carica; che Salvadori ha ribadito di essere - lieta di sicuro avvenire; che Musa è apparso più incisivo del solito e che infine Lorenzetti ha dato qualche saggio di quella bravura che negli ultimi tempi pareva avere definitivamente perduto. A proposito della buona mezz’ala risussurra che il prossimo anno lascerà Alessandria per altri lidi. Non si conosce ovviamente la società che avrebbe una opzione. L’undici di Marchioro è squadra che pur avendo la volontà di vincere non riesce a tradurre in pratica le intenzioni. L’attacco denuncia la mancanza di uno stoccatore per cui il gran lavoro dei centrocampisti e di Vanzini resta sempre lettera m orta o quasi. L’ultima rete realizzata dai grigi in trasferta risale ad alcuni mesi orsono: né Bianchi né Cini riescono dunque a risolvere i problem i di Marchioro che sono assai più complicati di quanto può sembrare all’uomo della strada. Se domenica Cini ha mancato una rete clamorosa, altrettanto aveva fatto, in due occasioni Bianchi nella trasferta di Udine. La ricerca di un centravanti resta il principale obiettivo dell’ing. Sacco il cui obbligo m orale resta quello di fare il possibile per riportare l’Orso grigio nuovamente in serie B. Le esperienze seppure amare degli ultimi tre anni dovrebbero avere insegnalo qualcosa. Insistiamo su questo tasto perchè stiamo velocemente avvicinandoci alla fine del campionato. Per l’Alessandria il capitolo premozione è chiuso a meno di un miracolo. Dato che quest’ultimo si verifica assai raramente, meglio mettere il cuore in pace onde prepararsi a mente serena a gettare le basi per il futuro. La domanda che in questi ultimi giorni ci è stata più volte posta verte sulle intenzioni del Commissario straordinario Sacco. Resta ancora alla guida dei grigi, abbandona o invece, deluso, si limiterà ad imbastire una squadretta da media classifica? Conoscendolo pensiamo che le soluzioni valide restano due: replica o se ne va. Se ritenta non vuole commettere altri errori. Pensiamo sia questa l’ipotesi giusta. Qualora invece gli intendimenti fossero diversi, allora è auspicabile che lasci ad altri la non lieve responsabilità di riportare l’Alessandria in serie B. Gli sportivi, una volta tanto, hanno diritto di conoscere, seppure a grandi linee il futuro della squadra che è di tutti coloro che amano il calcio e non patrimonio esclusivo di un solo uomo. Dopo sette anni è veramente giunto il momento di parlare chiaro, senza acrimonia, senza sentimenti di rivalsa. Lo spettacolo di pubblico ammirato in occasione della partita Alessandria - Parma dimostra che l'entusiasmo attorno alla squadra è cosa reale e non utopistica. Al termine del campionato mancano ancora sei partite; domenica al Moccagatta sarà di scena il Verbania poi, seguirà la trasferta in quel di Trieste dove a dire il vero la fortuna non è stata mai propizia ai ragazzi in maglia grigia. In queste ultime partite non si deve abbassare bandiera: il secondo posto è sempre traguardo di tutto rispetto. Non si afferma forse che non c’è due senza tre? Il prossimo dovrebbe essere l’anno della tanto auspicata promozione in quanto non avremo più nulla da spartire con la cabala. Nelle ultime restanti gare Marchioro tenterà qualche esperimento che risulterà utile per il futuro. E dato che siamo in tema di allenatore sarebbe interessante sapere se Marchioro sarà ancora il trainer per il prossimo campionato o se invece è pronto il sostituto. Diverse società di serie A e B hanno già provveduto alla bisogna senza scatenare né scandali, né sommosse di piazza. Altrettanto si dovrebbe fare in Alessandria se non altro per iniziare un discorso che si apre sempre troppo tardi quando ormai si sono acquistati i giocatori. Un po’ di chiarezza non guasta. Nel corso del campionato abbiamo sempre mantenuto un contegno piuttosto distaccato, proprio per non intorbidire le acque: ora il silenzio non è più d’oro. Pure i tifosi hanno il diritto di fare conoscere il loro pensiero particolare dopo avere versato decine e decine di milioni di lire. (Il Piccolo - Il Gattopardo) ALESSANDRIA E PRO VERCELLI: PAREGGIO NELLA LOGICA Le due squadre non potevano perdere - Emozionante l'incontro al Robbiano malgrado il nulla di fatto - Primo tempo per i bianchi, ripresa per gli alessandrini - Annullato un gol per parte (entrambi su fuori gioco) In una partita dove le due squadre in campo non possono assolutamente perdere non c'è risultato più logico del pareggio. E pari si è avuto fra Pro Vercelli e Alessandria (0-0) al termine dì un confronto che è stato però esaltante sul piano del gioco, dell'agonismo e dell'impegno. Da una parte i bianchi, desiderosi di far dimenticare una stagione poco brillante, alla ricerca di quei punti che servono per evitare di essere coinvolti nella lotta per la retrocessione. Una Pro Vercelli generosa, dal volto completamente diverso da quello mostrato sette giorni fa nella sconfitta interna con il Seregno. Dall'altra parte un'Alessandria essenziale, prudente e anche un po' avara, ma attenta a cogliere qualsiasi errore dell'avversaria per piazzare la «zampata» vincente. Onestamente, il risultato può accontentare tutte e due le rivali, anche se la situazione dei grigi, nel disperato tentativo di riagganciare la vetta della classifica, avrebbe richiesto di portare via l'intera posta. Ora che il Parma è stato sconfitto a Venezia, l'Alessandria può ancora sperare, ma i conti si devono fare anche con Udinese e Venezia. A sei giornate dal termine dì un torneo che si fa sempre più avvincente e incerto, sono quattro le squadre raggruppate in testa in tre punti: sempre al comando, a quota 44, il Parma, che però sembra accennare a qualche piccolo sbandamento (ma ora il calendario si fa più facile per gli emiliani); segue l'Udinese a 43, il Venezia a 42 e l'Alessandria a 41. Non si può dire come finirà. I grigi hanno il compito più difficile perché non solo devono recuperare, ma debbono anche sperare nei passi falsi dei diretti antagonisti. E, visto l'impegno che tutti mettono quando giocano con la squadra di Marchioro, il cammino sembra disseminato di troppi ostacoli. Prendiamo la Pro Vercelli: orgoglio, rivalità, gioco tutto è saltato fuori in questo « derby » che ha avuto una bella cornice di pubblico, compreso uno sparuto gruppo di tifosi delle bianche casacche venuto da Roma con tanto di striscione di incoraggiamento. Gli uomini di Facchini e Bellomo hanno avuto un avvio bruciante dal quale l'Alessandria si è salvata grazie a un po' di fortuna, alla disposizione tattica coperta e alla calma dimostrata da tutti. Se il primo tempo fosse terminato 2-0 a favore dei vercellesi non ci sarebbe stato nulla da dire. Alla distanza però, praticamente dall'inizio del secondo tempo, l'Alessandria ha preso il sopravvento e se nei primi quarantacinque minuti non aveva mai avvicinato pericolosamente la porta di Castellazzi successivamente avrebbe anche potuto centrare il colpo a sorpresa. A determinare lo sbandamento iniziale degli alessandrini e la conseguente pressione del vercellesi è stata la veemenza con la quale Rossi e compagni si sono battuti sin dai primi momenti di gioco e la « mossa » tattica di Facchini che ha impiegato il terzino e n. 7 vercellese in un ruolo inusitato, schierandolo a centrocampo per smistare come una mezz'ala i palloni per Tonellì e Maìonì. L'espediente ha avuto successo: il terzino alessandrino Di Brino, trascinato nella mischia, ha perso la misura facendosi sovente tagliar fuori dalle azioni veloci di Rossi. Di Brino in area si batte sempre con coraggio ma trasportato fuori perde di efficacia. Le cose poi sono andate meglio per l'ala quando Marchioro ha messo il cursore Berta all'ormai spompato Rossi. Sino a quel momento però, cioè nel primo tempo, la Pro Vercelli ha dominato il gioco d'attacco. Dopo soli 60" c'è stato un tiro di Tonellì e un lancio di Bonanomi. Al 5' cross di Tonellì, Paparelli s'inciampa e Maioni ha la possibilità di tirare con calma, invece si gira appena e lascia partire un pallone che passa ben lontano dalla porta. Dopo quattro minuti centra Bonanomi e Tonelli tira rasoterra andando a colpire il palo alla destra di Croci. Al 10' ancora Bonanomi calcia fuori, ma al 20' su invito di Maioni, Tonellì, di testa costringe Croci a un intervento acrobatico. Il portiere alessandrino si ripete al 28' uscendo sui piedi di Tonellì che aveva seminato mezza difesa dei grigi. Quattro minuti prima l'arbitro Chiapponi aveva annullato un gol di Tonelli per un fuorigioco già fischiato di Maioni. Lorenzetti chiudeva la frazione di gioco con un primo tiro nella porta di Castellazzi, un pallonetto che il portiere non aveva però difficoltà a parare. Nella ripresa cambiava la musica. Al 47' l'Alessandria aveva una bella occasione: Lorenzetti faceva filtrare un pallone in piena area ma Cini, ancora una volta poco incisivo, se la lasciava sfilare davanti senza poter concludere. Al 55' Marchioro faceva entrare Manueli al posto di Di Brino. Berta prendeva la guardia di Rossi, Salvadori passava in mediana e Manueli giocava mezz'ala. Al 64' e 66' altre due favorevoli occasioni per la Pro: prima Croci neutralizzava un gran tiro di Tonelli (sempre sfortunato il centravanti nelle conclusioni) poi parava un altro bel calcio di Rossi. Al 77' Lorenzetti impattava la situazione dei gol annullati facendosene cancellare uno per fuorigioco. Tre minuti dopo il n. 10 grigio si esibiva in una girata al volo che colpiva la traversa pareggiando anche i conti della cattiva sorte con il palo dì Tonelli. A sette minuti dalla fine l'ultimo brivido: Musa dribblava Jussich e si presentava da solo davanti a Castellazzi in uscita. L'ala finiva a terra e gli alessandrini reclamavano il rigore che però l'arbitro non concedeva. All'85' Chiapponi espelleva Berta per un fallo su Rossi. Era l'episodio conclusivo di una partita giocata abbastanza duramente, senza però che le scorrettezze abbiano preso il sopravvento sul gioco. (La Stampa - Ed. Sport - Cristiano Chiavegato) Risultati: Derthona - Cossatese 0-1 Solbiatese - Cremonese 0 0 Triestina - Legnano 1-1 Bellone - Padova 0-0 Venezia - Parma 3-1 Seregno - Savona 2-1 Piacenza - Trento 1-1 Rovereto - Udinese 1-3 Vigevano - Verbania 0-0 CLASSIFICA: Parma p.44; Udinese 43; Venezia 42; Alessandria 41; Savona 36; Cremonese, Seregno 34; Legnano 32; Trento, Padova 31; Piacenza, Solbiatese 30; Pro Vercelli, Cossatese 29; Triestina, Belluno 28; Rovereto, Derthona, Vigevano 27; Verbania 17 Marcatori: 14 reti: Musa (Alessandria: 12 reti: Prunecchi: 11 reti: Sega (Parma); 10 reti- Inferrerà (Belluno), Rizzati (Parma), Corbellini (Savona), Blasig (Udinese) Il punto sul campionato Successo del Venezia sul Parma maturato principalmente nella seconda frazione: la partita è stata piacevole con gli ospiti che sono partiti alla carica con un gioco fin troppo maschio e spinoso. La Cossatese ha espugnato il campo del Derthona grazie a una rete segnata da Poirè e dal rigore parato da Molli in cui gara nella quale è mancato l'orgoglio dei giocatori di casa. L'Udinese ha vinto sul campo del Rovereto, vittoria importante perchè ha permesso ai bianconeri di accorciare le distanze dalla capolista Parma. La vittoria del Seregno, sul Savona, è giunta soltanto a quattro minuti dalla fine grazie a Vanazzi con gli ospiti che hanno fallito quattro palle gol. Il Legnano è venuto a prendersi un punto a Trieste, facendo il minimo indispensabile per pareggiare. Il Belluno ha rimediato un punto contro il Padova. Punto prezioso della Solbiatese contro la Cremonese: i locali hanno mancato la vittoria da nove domeniche.