Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1972/1973
Serie C
13-05-1973 - Giornata: 33 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Verbania AS 1 - 0 (0 - 0)
RETI: 73. Salvadori R.[A]

Alessandria US Croci Claudio, Maldera (II) Attilio Benedetto, Di Brino Marcello, Paparelli Ezio, Colombo Antonio, Salvadori Roberto, Vanzini Franco, Manueli Luigi [62. Cini Sergio ], Bianchi Bruno, Lorenzetti Giuseppe, Musa Ezio A disp.:(P) Pozzani Flavio All.: Marchioro Giuseppe

Formazione avversaria
VERBANIA AS: Fellini, Andreoli, Galimberti, Bosani [62. Ferrante], Perego, Bagnoli, Pellegrino, Cavallino, Abate, Marforio, Paris. A disp.: Cianfriglio. All.: Magistrelli.

Arbitro: Lanzetti (Viterbo).
Note
Ammoniti: Perego [V] Spettatori: 3.000 circa, di cui 1403 paganti per un incasso di L. 2.367.700. Angoli: 12-1 Giornata di sole, fondo erboso del campo in perfette condizioni Inizio gara ore 16.00

Commento
PASSA DA VALMURA LA STRADA PER LA PROMOZIONE IN SERIE B La vittoria sul Verbania e i concomitanti pareggi di Parma, Udinese e Venezia rilanciano l’undici alessandrino © A due punti dalla capolista si torna a sperare L’importanza della prossima trasferta Davvero strano il destino di questa Alessandria che dopo avere quasi vinto il campionato Io getta alle ortiche poi, come in una fiaba, si trova nuovamente nella condizione di raggiungere quel traguardo che con il trascorrere delle giornate sembra a portata di mano. Dopo sette anni di serie C anche il tifoso più ferrato alle avversità denuncia qualche sbandamento: nelle ultime tre stagioni i grigi hanno avuto a portata di mano la serie cadetta e l’hanno mancata. Prima la Reggiana, poi il Lecco ed infine il Parma. Nelle ultime domeniche la situazione è precipitata: gli emiliani che parevano di ferro stanno segnando il passo. Dopo la secca sconfitta di Venezia, ecco il pareggio interno con un Derthona che, scottato dalla sconfitta con la Cossatese, non vuole arrendersi. Al termine del derby con i grigi, alcuni dirigenti bianco-neri, quasi per scusarsi del punto strappato ai cugini, avevano promesso che altrettanto avrebbero fatto con i parmensi: sembrava una spacconata, ma la realtà ha dimostrato che i tortonesi sanno tenere fede agli impegni tanto più se questi interessano gli ’’odiati" parenti alessandrini. Il Parma non ce l’ha fatta a mettere sotto i leoncelli; il derbissimo tra Udinese e Venezia si è concluso a reti inviolate. L'unica a guadagnare dalla trentatreesima giornata è stata l’Alessandria impegnata con il fanalino di coda Verbania. La classifica attuale per quanto riguarda i piani alti è la seguente: Parma, 45, Udinese 44, Alessandria e Venezia 43. Quattro squadre in un fazzoletto, a cinque giornate dalla conclusione del lunghissimo torneo di serie C iniziatosi, come i j lettori ricordano, la seconda domenica di settembre. I Non è tutto in quanto la 34.esima è ancora più succosa. Diamo uno sguardo: Seregno - Parma; Derthona - Udinese, Triestina - Alessandria e Venezia - Cossatese. Una giornata di quelle con la G maiuscola che potrebbe dire una parola forse decisiva ai fini della classifica. Vogliamo sbizzarrirci in un pronostico? Nel caso per nulla ipotetico che il Parma e l Udinese non riuscissero ad andare più in là di un pareggio e l'Alessandria vincesse, unitamente al Venezia, avremmo questa classifica da brivido; Parma 46, Alessandria, Udinese e Venezia a quota 45 nientemeno che a soli 360’ dalla conclusione delle ostilità. Qualora invece il Parma uscisse sconfitto dal confronto con il Seregno potremmo avere ben quattro squadre appaiate a 45 punti. Sono illazioni in quanto l’esperienza insegna che non si deve mai vendere la pelle dell’orso prima che abbia tirato realmente le cuoia. L’Orso guarda caso, si identifica nell’Alessandria che la maggioranza aveva dato per spacciata sin dalla scorsa domenica dopo il deludente pareggio es terno con la Pro Vercelli. E’ bastato un successo pieno, stentato fin che volete, per rimettere in carreggiata l’undici dell’irriducibile Marchioro. Il tecnico che resta tra coloro che sono sospesi — non si sa infatti se l’ing. Remo Sacco gli riconfermerà la fiducia o meno anche se i tifosi sono favorevoli al bis — la scorsa settimana ci confidava di continuare a coltivare una speranziella. « Nel calcio accadono a volte fatti, impensati. Credi una squadra spacciata e questa risorge; un’altra invece che gira a pieno ritmo crolla improvvisamente. Per questo credo che per l'Alessandria l’ultima parola non sia ancora detta ». Effettivamente quanto accaduto domenica sembra dargli ragione, tanto è vero che al momento attuale l’aggancio non sembra per nulla impossibile. Contro il Verbania i grigi non hanno brillato: prima di perforare la retroguardia sono stati necessari ben 73 minuti, troppi considerato che l’undici di Pedroli è l’unico ad essere certo della retrocessione. Per passare si è resa necessaria la prodezza di un ex, Salvadori, che sino a quel momento non aveva combinato molto di buono. L’Alessandria mancava dello squalificato Berta (il turno di riposo forzato gli ha indubbiamente giovato dopo trentadue partite utili consecutive e tutte disputate ad un ritmo piuttosto elevato) e l’assenza si è fatta sentire più del previsto nella fascia centrale dove si è registrata m olta confusione. Quello che per il momento preoccupa maggiormente è l’attacco il quale per andare a rete deve giostrare decine di minuti davanti alla rete avversaria. I locali pur dominando in lungo e in largo il primo tempo, non sono riusciti a creare nel primo tempo che un’unica azione vera da rete con Musa. La pressione è risultata costante, ma raramente i grigi sono stati capaci di mettere un uomo nella condizione di fiondare a rete. Spiegare il motivo di quanto accaduto sul rettangolo è più semplice di quanto si creda. L’Alessandria attacca con tre punte di cui una è Vanzini. Il ’’senatore ’ giostra sulla fascia laterale mentre i compagni inevitabilmente stringono al centro lasciando sguarnito un settore. Se Vanzini opera a sinistra, Musa e Bianchi al centro, è evidente che un centrocampista deve sganciarsi per occupare il settore destro: contemporaneamente i compagni devono avanzare a centrocampo per raccogliere eventuali rinvii della difesa ospite. Restando immobili, accade che le tre punte saranno sempre sotto il fucile puntato di almeno sei avversari i quali, non dovendo badare ad altri possono agire indisturbati. E’ dall’inizio del campionato che Marchioro va predicando l’utilità di manovrare a più largo raggio, se non altro per costringere il contendente ad uscire allo scoperto. Trattandosi del Verbania era logico sperare che la manovra offensiva venisse condotta con maggiore determinazione: contro un undici che poco ha da dire il gioco alla garibaldina offre sempre vantaggi notevoli. I mandrogni invece hanno operato in maniera opposta, mantenendo non meno di sei giocatori nella propria metà campo, uno a fare da pendolo e tre a cozzare contro il fortino degli ospiti. La tenuta atletica ha una importanza notevole quando si tratta di fare del movimento per costringere la opposta fazione ad aprire il corridoio per fare filtrare le punte. Alcuni uomini invece denunciano una carenza preoccupante sotto questo profilo. Prendete ad esempio Bianchi che ad ogni contrasto finiva inevitabilmente a mordere il tappeto erboso. Lorenzetti dal canto suo è apparso ben lontano dal plafond normale: qualche sgroppata poi, invece del tiro, il passaggio all’avversario. Quello che maggiormente colpisce in questa Alessandria è la cocciutaggine con la quale i goleadors insistono sul dribbling invece di cercare la conclusione fuori area con tiri improvvisi. Nella prima frazione di gioco un solo giocatore ha cercato di sorprendere Fellini con un pallone improvviso. La musica non è certo cambiala nella ripresa: attacco a testuggine; doppio consumo di energie, passaggi in un fazzoletto; insistenza nel cercare l’avversario invece di evitarlo come sarebbe logico pensare. Vanzini, Lorenzetti, Musa si sono ripetutamente trovati in zona tiro, ma piuttosto che assumersi una tale responsabilità hanno preferito insistere con il risultato, scontato, di cozzare contro un m uro invalicabile. Trattandosi di atleti esperti, pare quasi impossibile che debbano accadere cose del genere, eppure al Moccagatta, registrano con una particolare insistenza. Il continuo quanto sterile tambureggiare davanti alla porta dei ragazzi di Magi-si rolli, è sfociato nell’unica rete della giornata, m essa a segno dal solito ex di turno, Salvadori. Una zuccata decisa alla sfera, su calcio d’angolo, e il pallone si insacca di prepotenza mentre l’estremo difensore cerca vanamente di agguantare quella palla assassina. Da queste poche note appare chiaro che l’Alessandria, pur vincendo, non ha convinto. Diremmo che i grigi hanno disputato una delle peggiori partite di campionato. L'importante, come faceva rilevare il vice Rinaldo Borasio, è vincere. « Quante volte si è giocato bene e alla fine ci si è dovuti accontentare di un pareggio? ». Nel calcio accade che non sempre si riesce ad agguantare l’intera posta mandando in visibilio la platea: tuttavia il vincere senza convincere lascia sempre perplessi per quanto può accadere la domenica successiva. I ragazzi di Marchioro quest’anno non hanno mai brillato di vivida luce: hanno giocato, risposto con impegno alle sollecitazioni, m a senza fornire la prova sulla validità sotto il profilo sia fisico che psicologico. Sono appunto queste riserve che non consentono di potere concludere con un pronostico positivo riguardo al domani. Saremmo ben felici che i fatti smentissero quanto abbiamo scritto nelle ultime settimane. Non essendo dei profeti tutto può accadere ed è quello che i tifosi si augurano. La squadra più che dalla vittoria striminzita sui Verbania, viene rilanciata psicologicamente dai pareggi del Parma e dell’Udinese. La possibilità di mantenere la promessa fatta a suo tempo a Sacco, riprende consistenza con la possibilità di fare propri quei premi finali che spetterebbero in caso di promozione. L’Alessandria deve disputare ancora tre gare in trasferta e due in casa (Rovereto e Legnano): all’inizio del pirone di ritorno, il mister aveva Dromesso quattro vittorie lontano dal Moccatratta. Sinora è riuscito a tornare a casa con i due punti una sola volta (Belluno) per cui la... profezia ha la possibilità di tradursi in realtà. Se ciò accadesse la promozione non resterebbe affatto una meta utopistica. La promozione quest'anno è raggiungibile a meno quattro o meno cinque. L’Alessandria viaggia a meno sette per cui si deve fare bottino pieno sia in trasferta che al Moccagatta anche se l’obiettivo appare quasi impossibile. Per attuare il programma al quale abbiamo accennato è indispensabile una carica agonistica notevole, il costante impegno da parte degli undici che vestiranno la maglia grigia. I giocatori dovranno sapere soffrire in campo e se necessita, come si dice comunemente, sputare l’anima. Saranno in grado gli alfieri della città della paglia a fare tutto ciò? L’interrogativo è veramente di pragmatica per stendere un pronostico il più aderente possibile alla realtà. Domenica prossima rientrerà Berta e il centro campo ne trarrà giovamento: inoltre Salvadori che era reduce dalla partita giocata in notturna dalla nazionale semiprofessionistica scenderà in campo con una maggiore carica fisica. In difesa non dovrebbero registrarsi varianti: tra i pali Croci resta sempre una sicurezza mentre Maldera sta gradatamente riprendendosi dall’infortunio. Nella gara di domenica scorsa ha dimostrato di essere sulla via della form a migliore: il rodaggio gli è indubbiamente servito. Il compagno Di Brino dopo la non certo brillante partita con la Pro Vercelli si è prontamente riscattato con una prova generosa tanto da risultare tra i migliori in campo. Sottotono l’esibizione di Colombo, Paparelli e dello stesso Salvadori autore del gol della vittoria. Marchioro dovrà badare essenzialmente al settore di punta, deve sveltirne la manovra; evitare che le azioni divengano asfittiche nei pressi dell’area di rigore. L’Alessandria punta sul vivo deve assolutamente rimboccarsi le maniche, cercare il successo pieno, ricredersi sulle proprie capacità che sono certamente superiori a quelle attuali. La restante parte la devono fare i tifosi i quali nelle ultime partite hanno disertato in massa il Moccagatta. Pure i fedelissimi del Club « Alè grigi » hanno riposto in naftalina bandieroni e stendardi. Se i grigi vincono a Trieste l'entusiasmo deve risorgere attorno alla squadra perché il campionato sarà a quattro giornate dalla conclusione, ancora tutto da giocare. Ai giocatori diciamo solo forza, stringete i denti, la promozione è ancora alla vostra portala. (Il Piccolo - Il Gattopardo) I GRIGI SOFFRONO PER 73' POI BATTONO IL VERBANIA Uno a zero al Moccagatta Alessandrini nervosi, fischiati dal sblocca il risultato - Dignitosa prova dei biancocerchiati ormai condannati alla retrocessione Un colpo di fortuna anche per l'Alessandria. Giocando piuttosto male, con affanno, pasticciando parecchio, i grigi hanno superato un Verbania eccezionalmente vitale e vigoroso, ma soprattutto rosicchiato un punto alle tre rivali nella corsa alla promozione. Una giornata che rilancia i piemontesi e che fa scordare almeno per ora le contestazioni e le polemiche talvolta impietose del loro tifosi. Da qualche settimana i grigi sembrano ricaricati nel morale. Il loro gioco è tutt'altro che esaltante, ma Marchìoro ha una giustificazione: «Meglio irritare il pubblico e vincere che farci applaudire e restare scornati». Per poco però non accadeva anche con il Verbania. L'Alessandria è riuscita a spuntarla con una rete dell'ex» Salvadori a 17 minuti dalla fine. Fino a quel momento ha sofferto in misura inimmaginabile. In pratica, soltanto t difensori sono stati all'altezza della situazione; a centrocampo e all'attacco si è distinto il solo Vanzini, con una serie di veloci incursioni e precisi suggerimenti. Gli altri hanno accusato non poco disagio: lento e individualista Bianchi, approssimativo Cini, che ha sostituito nel finale l'inconcludente Manueli, non sempre continui e lucidi Lorenzetti e Musa. Lo stesso Il grigio Vanzini Salvadori ha di positivo soltanto il gol del successo. Tuttavia va riconosciuto che anche con così vistosi scompensi, l'Alessandria ha avuto ugualmente occasioni per superare agevolmente il Verbania. Un po' di nervosismo nella fase conclusiva e soprattutto la brillante prestazione del portiere bianco cerchiato Fellini hanno impedito un bottino più appropriato all'evidente differenza di classe. Il Verbania, travagliato da una profonda crisi economica e già condannato alta retrocessione, ha disputato un incontro esemplare per correttezza e impegno. Il d.s. Pedroli l'aveva anticipato prima dell'inizio: «La nostra squadra non è in disarmo; concluderemo il campionato con dignità. A fine stagione perderemo Magistrelli: ne sono addolorato, però è giusto che pensi alla sua carriera. Lanceremo come allenatore il nostro Bagnoli». I bianco cerchiati mostrano subito le unghie con Galimberti (secondo minuto) che sbaglia di poco il bersaglio. Musa e Manueli tentano qualche duetto, ma il dialogo è asmatico, ci sono improvvisi e inspiegabili indugi. E' ancora il Verbania ad apparire più pericoloso. Al 16' per un pelo gli ospiti non vanno in vantaggio: azione veloce di Pellegrino e rovesciata insidiosa di Abate. Il portiere grigio è chiaramente battuto, ma salva Di Brino sulla linea. II pubblico alessandrino si spazientisce: ha inizio la sequenza di insulti alla squadra, che accusa l'urto dei verbanesi scatenati. Al 32' sempre in cattedra l'undici di Magistrelli, con una buona manovra Paris-Abate. I grigi si scuotono al 40'. Traversone di Vanzini e tocco di Musa: il portiere ospite vola per deviare in corner. La ripresa sembra avviarsi sullo stesso binario: Verbania in attacco con Cavallino (47'), poi con Abate (50') e Alessandria insofferente e sfasata. I fischi dei tifosi sono assordanti e finalmente i grigi trovano la cadenza giusta. Al 60' sono gli ospiti a chiudersi in area: Vanzini continua la spola, Lorenzetti e Maldera scaricano decine di palloni in avanti. Al 70' tenta il gol Lorenzetti, ma Fellini è ancora abile e blocca in due tempi. Tre minuti dopo la rete decisiva. Intesa Bianchì-Lorenzetti e il Verbania subisce un calcio d'angolo. Lo batte l'interno sinistro, in area irrompe Salvadori e insacca con un violento colpo di testa. Maldera, generoso e diligente, ripropone altri temi offensivi; Vanzini si produce in un'ennesima sgroppata, ma il Verbania non si concede altre distrazioni e chiude in bellezza con uno scambio Cavallino-Pellegrino: la palla sibila davanti alla porta. Dopo la partita, negli spogliatoi i grigi sono esultanti: ammettono la loro incerta prova con il Verbania, ma fanno osservare che anche il Parma accusa cedimenti sempre più preoccupanti. (La Stampa - Ed Sport - Eros Mognon) Risultati: Trento - Belluno 0-1 Parma - Derthona 1-1 Cossatese - Piacenza 1 2 Cremonese - Pro Vercelli 0-0 Savena - Rovereto 1-1 Legnano - Seregno 0-0 Vigevano - Solbiatese 1-0 Padova - Triestina 1-0 Udinese - Venezia 0 0 CLASSIFICA: Parma p.45; Udinese 44; Alessandria, Venezia 43; Savona 37; Cremonese, Seregno 35; Legnano, Padova 33; Piacenza 32; Trento 31; Pro Vercelli, Solbiatese, Belluno 30; Cossatese, Vigevano 29; Rovereto; Derthona, Triestina 28; Verbania 17 Marcatori: 14 reti: Musa (Alessandria); 12 reti: Prunecchi (Rovereto); 11 reti: Inferrerà (Belluno) e Sega (Parma); Corbellini (Savona), Blasig (Udinese) Il punto sul campionato Udinese e Venezia si sono contese fino allo spasimo i due punti, ma la gara si è chiusa con un nulla di fatto. Pareggio casalingo per il Parma contro il Derthona: gli emiliani hanno palesato una cattiva condizione di forma confermando quello che avevano fatto vedere nelle ultime gare. Nulla di fatto tra Cremonese e Pro Vercelli, punto importante per i bianchi per togliersi dalla zona pericolosa. Sconfitto sul proprio campo dal Piacenza, la Cossatese ha visto aggravarsi il pericolo della retrocessione, subendo due gol nel primo tempo e nel secondo tempo si è trovata in superiorità numerica. Incontro con gioco scialbo quello tra Legnano e Seregno, risultato giusto, incontro lento e frammentato con pallone sempre a centrocampo.