Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1969/1970
Serie C
21-09-1969 - Giornata: 2 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Udinese AC 1 - 1 (0 - 0)
RETI: 87. Piacentini L.[A] 50. Berzaghi [Ud]

Alessandria US Moriggi Avelino, Piacentini Lorenzo, Legnaro (I) Gaetano, Marella Giovanni, Colombo Antonio, Coppetti Giorgio, Villa (II) Silvano, Magri Pier Luigi, Tomy Mario, Chinellato Bruno [79. Berta Massimo], Dori Franco A disp.:(P) Zoppi Lorenzo All.: Manente Sergio

Formazione avversaria
UDINESE AC: Miniussi, Caporale, Fedele, Piccolo, Zampa, Ramusani, Ceccolini, Giavara, Calisti [58. Bon], Maiani, Berzaghi. A disp.: Lattanzi. All.: Montez Oscar.

Arbitro: Frasso Luigi (Capua)
Note
Ammoniti: Caporale [U] Angoli: 10-3. Spettatori: 6.000 Giornata di sole, campo ottimo Inizio gara ore 15.00

Commento
I grigi evitano la sconfitta a 3’ dalla fine ALESSANDRIA-UDINESE 1-1 (0-0) È andata così. Con affanno l’Alessandria, quando ormai tutto sembrava concludersi in una disfatta, riusciva ad acciuffare il pareggio a 3’ dal termine con una rete di Piacnetini. Era ormai da mezz’ora che tutta la squadra grigia era all’arrembaggio, sia per il necessario forcing per rimontare lo svantaggi osubito nei primi minuti della ripresa, sia perché lo stesso Montez concedeva il campo portando il tredicesimo giocatore Bon dal 58’ a sostituire Calisti, ormai stremato. Le punte degli ospiti restavano pertanto ridotte a due (Berzaghi e Ceccolini) con un evidente rafforzamento del centrocampo e quindi la difesa alessandrina poteva avanzare alternativamente qualche pedina per dare man forte agli avanti, fino a quel momento bloccati dai bravi difensori bianconeri. Il pareggio quindi scaturiva come la più lapalissiana delle risultanti: autore Piacentini, il terzino di turno all’attacco. Il risultato, diciamolo pure, è più che esatto ed oltretutto si rispecchia nelle due reti quasi simili: quella udinese (la prima) con la difesa alessandrina inspiegabilmente ferma sul tiro di Berzaghi e poi quella dei grigi con i bianconeri altrettanto imbambolati sull’azione di Piacentini, L’Alessandria però è quella che, alla resa dei conti, ha balbettato di più. Il suo repertorio tattico si è trovato inceppato da un Chinellato evanescente e da un Coppetti (costretto a coprire i vuoti del compagno) anche lui disorientato per almeno tutta la prima parte. Ed era proprio in questo settore che l’attacco dell’Udinese filtrava fino a portarsi nella zona dove anche Marella denunciava un’evidente indecisione, senza sfruttare cioè quell’arma tipica del battitore libero che è l’anticipo sull’attaccante avversario. La rete svegliava poi i grigi e Coppetti allora si faceva più vivace, ma solo quando Berta entrava a sostituire Chinellato (78’) l’azione dei padroni di casa diveniva finalmente degna del rango che compete ai piemontesi. D’altra parte l’Udinese di oggi non era certo l’avversario che i grigi si aspettavano. Nel primo tempo i bianconeri non hanno adottato misure difensive e, fidando su di un centrocampo ottimamente impostato da Piccolo, Giavara e Maiani, potevano lanciare in avanti Calisti verso la rete di Moriggi, un Calisti positivo sotto ogni punto di vista. Poi il centravanti scompariva (si giocava ormai nella ripresa) e il giovane Piccolo crollava a tal punto da decidere Montez all’innesto di Bon per rinforzare la centrocampo. Ed ecco la cronaca delle reti: al 5’ della ripresa Berzaghi parte tutto solo dalla destra caracollando orizzontalmente al limite dell’area. Al 42’ il pareggio: ammasso di uomini nell’area dell’Udinese con Legnaro che sta calciando una punizione dalla destra (pochi metri dal fondo); palla lata al centro che Magri alza ancora di testa verso sinistra dove giunge tutto solo Piacentini (nessuno lo controlla) e il tiro violentissimo di punta si insacca a mezza altezza. (La Gazzetta dello Sport – Franco Benzi) “GRIGI”: TEST NEGATIVO SALVA ALL’ 87° PIACENTINI Mediana ed attacco i punti dolens dell'Alessandria salvatasi in zona Cesarini, Nulla la prova di Tomy, abulico; appena sufficiente quella di Villa. Deluse le aspettative dei seimila tifosi accorsi al “Moccagatta” per vedere all’opera un undici combattivo e non rinunciatario L’INCUBO DELLA SCONFITTA si è dissolto a tre minuti dalla conclusione della gara e ad opera di un terzino che inseritosi in avanti, alla "Facchetti”, ha colto il segno. La beffa è stata evitata, il pareggio è risultato da non gettare alle ortiche se si pensa che non si giocava con il Derthona, come sette giorni orsono, ma con un’Udinese veterana della C e squadra che sa il fatto suo. Tuttavia bisogna subito precisare che l’Alessandria chiamata ad affrontare un test particolarmente impegnativo ha deluso. Dagli uomini di Manente ci si attendeva qualcosa di più sia sul piano della volontà che della tecnica. Rispetto a Tortona non si è registrato alcun miglioramento: i punti deboli di allora si sono ingigantiti al cospetto di un avversario che non aveva alcuna intenzione di finire k.o. Copetti, Villa, Tomy e Chinellato sono i nei più evidenti di un undici che pur essendo ben impostato per quanto concerne gli schemi di gioco non riesce a concretizzare la propria superiorità. Il Copetti rivisto al Moccagatta, continua ad essere l’ombra di quello ammirato in alcune prestazioni precampionato; Villa con le sue incursioni al centro lascia scoperto tutto il settore destro; Tomy continua a brillare unicamente per il suo assenteismo; Chinellato discreto in fase di interdizione è nulla quando deve trasformarsi in suggeritore. Così contro un avversario che dispone di uomini tatticamente e atleticamente preparati, si sono sudate, le sette e forse più camicie per mettere una pezza alla partita della conferma che invece si stava trasformando in una Waterloo con tutte le conseguenze possibili e immaginabili. Nel primo tempo in particolare è sembrato che il sole autunnale avesse annebbiato la volontà un po’ a tutti. Gioco svogliato, punte che non si sa bene cosa volessero fare (ma Villa deve giocare ala o convergere al centro?) centrocampo infoltito di uomini, ma senza una proiezione decisa in avanti. Tomy che continua ad accusare strani malesseri (dolori alle gambe?) sembrava una statua: credeva forse che i palloni gli spiovessero sui piedi? Immobile con le spalle rivolte verso la porta avversaria muoveva solo il. capo per osservare dove era la sfera; mai un contrasto deciso, una azione in profondità. Dei pochi tiri buoni verso la porta di Miniussi l’unico a centrare lo specchio era Colombo. Era sintomatico che con un undici così svogliato in cui solo i difensori e il combattivo Magri si davano veramente da fare, le cose volgessero inevitabilmente al peggio. La doccia fredda è giunta dopo soli cinque minuti dall’inizio della ripresa. Una staffilata da fuori area di Berzaghi e il pallone finisce alle spalle dell’esterrefatto Moriggi che già all’inizio della ripresa aveva rimediato la solita papera domenicale. Il risveglio c’è stato a dire il vero, m a senza molto costrutto. Nonostante la squadra si trovasse in svantaggio di una rete non si è trovato di meglio che rinunciare alle punizioni dirette: è proprio indispensabile che M agri debba appoggiare la sfera sul signor Tomy? Non è più utile tentare direttamente il tiro a rete quando si è al limite dell’area di rigore evitando di impegnare inutilmente un uomo come la mezz'ala, l’unico che potrebbe sfruttare la sua statura per tentare la via del gol con una deviazione di testa? Misteri che non si riescono a spiegare. L’Alessandria con la poco lieta prospettiva di subire la prima sconfitta casalinga proprio contro un’avversaria diretta, si è gettata all’arrembaggio. Un vero assedio davanti alla porta di Miniussi, ma con poche conclusioni. Il motivo è semplice: ogni qualvolta un uomo in maglia grigia avanzava non c’era m ai un compagno libero o che almeno tentasse di trovarsi in posizione idonea per appoggiare o calciare direttamente. Quando un difensore friulano interrompeva il dialogo, gli avanti rinunciavano immediatamente al contrasto. Il solo, come sempre a dannarsi l'anima era Magri. Con il passare dei minuti la confusione è aumentata senza che si cercasse di porvi rimedio. Il punto dispensa Chinellato: essendo Magri impegnato in un lavoro di ricupero di palloni si notava la assenza di un regista, di un uomo che mettesse un po’ di ordine in tanto bailamme. Manente - meglio tardi che mai - a dodici minuti dalla conclusione si è deciso ad immettere Berta sacrificando il suo numero dieci. Pur mancando solo una manciata di minuti allo scadere della partita, si è subito visto che i grigi potevano farcela. Con un uomo d’ordine le cose sono mutate in meglio e proprio sul palo d’arrivo è giunto il tanto sospirato pareggio. Punizione cross di Legnaro, pennellata di Magri verso l’accorrente Piacentini e gran staffilata sotto la traversa che il bravo Miniussi neppure ha visto. Una cosa è certa: se l’Alessandria avesse giocato con la concentrazione dell’ultimo quarto d’ora gli sportivi non avrebbero dovuto penare tanto. Il risultato di parità/deve considerarsi giusto perché i grigi pur senza brillare non sono stati inferiori agli avversari. Se avessero infatti giocato con maggiore concentrazione, impegnando severamente gli avversari che quando erano in possesso della palla potevano disporne a loro piacimento, le cose avrebbero potuto prendere un’altra piega. Inutile recriminare oltre, strapparsi i capelli: l’uno a uno è sanzionato, meglio dunque proiettare lo sguardo nel futuro. Manente è un allenatore che non ha bisogno dei nostri consigli ragion per cui avrà preso ben nota dei mali che angustiano i suoi uomini. Siam o all’inizio del campionato ed è giusto concedere qualche attenuante per quanto riguarda il gioco: non si possono invece fare concessioni sulla combattività. L’avversario bisogna contrario, rendergli la vita difficile, lottare su ogni pallone. Tomy ed altri suoi compagni sembrano non averlo capito: sta al trainer spiegare l ’importanza del sapere cercare la palla, di difenderla a denti stretti. Ai grigi vorremmo poi rammentare che in serie C si gioca con meno tecnica e maggiore aggressività: dato che nella squadra non ci sono divi o fuoriclasse, tutti devono tirare, come si suol dire la carretta, con molta umiltà. Gli sportivi si attendono ora una pronta riconferma sin da domenic sul campo della matricola Seregno: l’impegno è difficile, ma non impossibile. Sotto dunque per non perdere sin dalle prime battute l’autobus per la serie B. (Il Piccolo – Il Gattopardo [Giuseppe Zerbino]) L’Udinese raggiunta all’87’ da Piacentini L’ALESSANDRIA SALVATA (1-1) DALLA RETE DI UN DIFENSORE Generosa ma inconcludente prova dei grigi – Centrocampo inconcludente, punte imprecise. Un terzino, Piacentini, ha salvato l'Alessandria da una amara sconfitta quando mancavano tre minuti alla conclusione: l'Udinese, rivelatasi fresca, agile, esperta, un complesso da promozione, stava conducendo in porto una affermazione di notevole portata quando il capitano dei grigi, portatosi anch'egli rompeva la barriera eretta dai bianconeri scaraventando alle spalle di Miniussi il pallone dell'1 a 1. L'Udinese, che aveva iniziato l'incontro molto guardinga, accortasi che l'Alessandria non incuteva poi tanto timore, si spingeva sempre più avanti fino ad arrivare a segnare con un secco, improvviso tiro di Berzaghi che trovava l'intera difesa alessandrina ferma. È stato proprio in questa situazione che si è visto il carattere dell'Alessandria impostata da Manente: molta generosità ma poche idee, gioco spezzettato con passaggi corti, insistenti, a volte fin troppo. Così giocando l'Alessandria faceva il gioco della compagine avversaria i cui difensori erano fortissimi nei contrasti, per non parlare poi dei palloni alti. L'Udinese poteva essere battuta soltanto in velocità con lanci lunghi, in profondità: i grigi però non hanno mai tentato di farlo. Per sua fortuna, l'Alessandria possiede alcuni difensori - Colombo, Piacentini e Legnaro - in grado di spingersi avanti e di tentare la via della rete: Colombo e Piacentini, a volte assecondati dal libero Marella, alla resa dei conti sono stati i più pericolosi per Miniussi il quale si è salvato con molta bravura al 17' su una autentica stangata dello stopper grigio. Contro il tiro di Piacentini, peraltro, l'ottimo portiere friulano non ha potuto far nulla: il capitano alessandrino (a sei-sette metri dalla rete) ha ricevuto il cross effettuato da Legnaro - Magri lo deviava leggermente - « sparando » in rete un autentico bolide. Indubbiamente la vittoria dell'Udinese sarebbe stata ingenerosa nei confronti dell'Alessandria la quale, nonostante i suoi difetti, ha pur sempre lottato dal primo all'ultimo minuto. A centrocampo, peraltro, l'undici dì Manente funziona a due fasi, cioè con Magri e Chinellato, mentre Coperti perde colpi. L'ex giocatore del Marzotto ogni tanto dimostra la sua bravura con passaggi smarcanti, decisi, ma quando si tratta di spingere, è stranamente assente, fuori posizione. Così si spiega perché Magri e Chinellato ad un certo punto della gara sono addirittura « scoppiati »: dovendo sobbarcarci anche il lavoro del compagno, hanno finito per perdere la loro normale lucidità. Manente negli ultimi dieci minuti dell'incontro ha provveduto alla sostituzione di Chinellato con Berta: quest'ultimo, con la squadra in svantaggio, con più di un elemento letteralmente a terra sia nel morale sia come flato, non poteva certo compiere il miracolo invocato dai sempre numerosi, generosi tifosi grigi. Manente ha ancora molto lavoro da svolgere: deve registrare il centrocampo per dare maggiore respiro alla difesa che in giornate normali può essere il migliore reparto dell'intero girone (ieri, stranamente, Colombo e Piacentini « soffrivano » i contrasti con gli avversari al contrario del bravissimo Legnaro). L'attacco, naturalmente, resta il problema numero uno per il tecnico alessandrino essendo Tomy totalmente fuori fase mentre Villa lavora molto ma senza risultati (tiene troppo il pallone, soprattutto quando dovrebbe tirare in porta). Indubbiamente un Tomy in condizioni normali permetterebbe alla squadra di esplodere e di sfruttare le occasioni che il centrocampo - funzioni esso più o meno regolarmente - è in grado di costruire. Ma che cosa ha questo Tomy? (La Stampa Ed. Sport – Giorgio Gandolfi) RISULTATI: Biellese - Lecco 1-0 Marzotto - Pro Patria 0-0 Novara - Venezia 0-0 Rovereto - Padova 1-0 Sottomarina - Monfalcone 0-3 Trevigliese - Legnano 0-3 Treviso - Solbiatese 1-1 Triestina - Derthona 1-0 Verbania - Seregno 4-2 CLASSIFICA: Legnano, Rovereto p. 4 ; Alessandria, Monfalcone, Udinese e Solbiatese 3; Biellese, Lecco, Marzotto, Padova, Seregno, Treviso, Triestina e Verbania 2; Pro Patria, Venezia, Novara e Trevigliese 1; Derthona e Sottomarina 0 MARCATORI: 2 RETI: Lojacono, Proietti (Legnano), Miorandi (Rovereto), Silva (Seregno), Berzaghi (Udinese). Il punto sul campionato La Biellese ha debuttato davanti al suo pubblico, vincendo grazie ad una rete segnata al 25' della ripresa da Guidetti contro il Lecco: non è stato un bell'incontro dato che la squadra lombarda si è chiusa in difesa. Il Verbania ha sconfitto il neo promosso Seregno che è partito molto forte grazie ai suoi giovani mettendo in difficoltà la difesa locale. Tutto facile per il Legnano contro una Trevigliese irriconoscibile: alla base del crollo alcuni errori tattici e la disastrosa giornata del portiere. Andato in vantaggio al 24' del primo tempo con Miorandi, il Rovereto si è chiuso in difesa fino a fine match: il Padova è andato diverse volte vicino al gol ma si è trovato davanti una squadra coriacea e ben disposta.