Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1968/1969
Serie C
22-12-1968 - Giornata: 15 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Udinese AC 1 - 4 (1 - 2)
RETI: 15. Villa (I) L.[A], 38. aut. Lojacono F.[A] 16. De Cecco [Ud] , 76. Galeone [Ud] , 78. Blasig [Ud]

Alessandria US Moriggi Avelino, Piacentini Lorenzo, Rossi Alberto, Chinellato Bruno, Colombo Antonio, Lojacono Francisco Ramon, Cervio Nunzio, Berta Massimo, Villa (I) Lino, Tomy Mario A disp.:(P) Rosso Giacomo All.: Pietruzzi Mario- D.T.: Cappelli

Formazione avversaria
UDINESE AC: Pontel, Caporale, Fedele, Bernard, Ramusani, Galeone, Mantellato, De Cecco, Blasig, Franzot, Maiani. All.: Comuzzi Roberto – D.T.: Viani.

Arbitro: Bravi Carlo (Roma)
Note
Partita terminata con leggero anticipo a causa delle intemperanze dei tifosi grigi. L'arbitro venne assediato negli spogliatoi e il bus dell'Udinese venne preso a sassate.

Commento
SFORTUNA ED ERRORI CONDANNANO I GRIGI Non tutta la colpa di quanto è accaduto si può fare ricadere unicamente sull'arbitro — Le allegre croniche distrazioni della difesa grigia Cappelli preso di mira dai tifosi in posizione veramente critica SFORTUNA, ERRORI TATTICI stanno indubbiamente alla base della secca sconfitta subita dai grigi contro i bianconeri friulani. Quando si perde per quattro a uno è difficile dire se la responsabilità ricade unicamente sull'arbitro o se invece deve essere suddivisa equamente tra direttore di gara e giocatori grigi. I tifosi esasperati hanno demolito parte della rete di protezione e il sig. Bravi di Roma (che bravo non è stato) ha chiuso la gara con oltre un minuto di anticipo per evitare peggiori guai. I fulmini della Lega ricadranno ora sulla società: squalifica del campo e multa saranno il regalo di Natale non gradito da nessuno. Come si è giunti a tanta esasperazione? L’Alessandria, come era avvenuto nelle precedenti occasioni, pur dominando ha messo in luce una difesa piuttosto allegra, incapace di controllare efficacemente le punte avversarie. Un Moriggi in giornata storta, non 6 una novità, ma gli altri? Le quattro reti degli udinesi sono scaturite da altrettanti errori della nostra retroguardia. Agli avversari, come era avvenuto con il Monfalcone e con le altre squadre venute al Moccagatta, si concede troppa libertà d’azione ed i gol fioccano con una regolarità spaventosa. Dopo il gol di Villa ecco giungere puntuale la mazzata del pareggio, poi De Cecco approfittando di un altro sbandamento collettivo insacca il secondo pallone. L’Alessandria dopo il riposo ritorna in campo decisa a non mollare: attacca, ma disordinatamente, sfiora gol già fatti. La porta di Pontel sembra stregata. Poi l’arbitro non convalida due gol, dice di no ad un terzo, nega un rigore. Riparte l’Udinese e in contropiede trova più facile del previsto il corridoio per giungere a Moriggi. La sfortuna ha avuto, come abbiamo detto un suo ruolo determinante: negarlo sarebbe assurdo. Quello che invece lascia perplessi è il modo con cui i grigi affrontano le gare interne. Ancora più sconcertante è l’atteggiamento tattico di Cappelli che da quando ha assunto la direzione tecnica — e sono diverse domeniche] — non ha affatto mutato volto a questa Alessandria edizione 1968-69. Lo schema è lo stesso di quando imperava la coppia Loiacono-Pietruzzi. Si direbbe, stando ai risultati, che il tecnico milanese non abbia portato molta fortuna ai grigi che dopo il successo di Busto continuano ad imbarcare acqua da tutte le parti. I tifosi dopo che il presidente Sacco aveva speso una considerevole cifra si attendevano qualcosa di più. Con il passare delle domeniche viene spontaneo domandarsi se per caso Cappelli, che affiancò il presidente nella campagna acquisti, non abbia sbagliato tutto. L’Alessandria disputa la maggior parte delle gare più con la forza della disperazione che con le armi della tecnica. La caparbietà dimostrata dagli undici uomini in maglia grigia nella ripresa conferma quanto andiamo scrivendo. Si domina per la maggior parte dei novanta minuti senza riuscire mai ad acquistare quel margine di sicurezza necessario per giocare in scioltezza. Le grida ostili che si sono levate non solo all'indirizzo dell’arbitro, ma di Cappelli sono un sintomo del malcontento che serpeggia tra gli sportivi che speravano veramente di avere trovato la squadra che sarebbe stata in grado di vincere il girone. Contro l’Udinese gli alessandrini si sono trovati veramente a malpartito. Il rientrante Tomy, su cui si fondavano gran parte delle speranze continua a deludere così come Corbellini. Che dire dei reparti arretrati dove il solo Colombo si è prodigato sino allo spasimo per cercare di trovare il suggerimento buono per i suoi compagni? Un vero naufragio dunque. Con più fortuna si sarebbe rimediato un pareggio. Troppo poco per i nostri beniamini che all'inizio del campionato sembravano dovere dominare le avversarie dall'inizio alla fine. La scorsa settimana avevamo scritto che questa doveva essere la partita della verità in quanto dopo i novanta minuti non ci sarebbero stati ulteriori equivoci sul futuro dell’Alessandria. La partita con l’Udinese ha dato un responso veramente negativo per i ’’ragazzi” dell’ing. Remo Sacco. Solo un miracolo può ora aprire la strada della promozione. Al punto in cui ci troviamo sarebbe forse più conveniente pensare veramente al futuro. Le illusioni non giovano ad alcuno; con i se e i ma non si è mai fatto la storia da quando mondo è mondo. Per dirla con Bartali "c’è tutto da rifare”. Si avrà il coraggio di incominciare nuovamente da zero? Con il nuovo anno ci auguriamo di tutto cuore di vedere veramente una squadra da serie C che sappia lottare con schemi efficaci e con una difesa che sia veramente capace di controllare il gioco degli avversari. E’ questo l’augurio che tutti gli sportivi fanno all'Alessandria edizione 1968-69 (Il Piccolo - Il Gattopardo) L'ALESSANDRIA PERDE, LA FOLLA SI SCATENA L'Udinese vince per 4 a 1 - A tre minuti dal termine i tifosi cercano di sfondare la rete di protezione - L'arbitro fischia la fine con anticipo e con i guardalinee si rifugia negli spogliatoi - Assedio Sfondata la porta che immette nello stanzone - La polizia interviene - Sassate contro il pullman dei friulani - Dimostrazioni anche contro il tecnico dei grigi - Lo stadio alessandrino verrà squalificato? L'incontro Alessandria-Udinese è finito in modo quasi drammatico. I grigi si portano in vantaggio al quindicesimo minuto, si fanno raggiungere Ingenuamente dopo appena trenta secondi e poi superare a causa di una autorete di Lojacono. Nella ripresa, la sfortuna e l'arbitro si accaniscono contro 1 piemontesi: sull'1 a 2, il direttore di gara non concede un goal all'Alessandria, poi nega un calcio di rigore per un evidente fallo di mano in area. Il pubblico si indispettisce, urla la propria rabbia, 1 giocatori alessandrini si lasciano prendere dal clima acceso e si lanciano avventatamente all'attacco, permettendo cosi all'abile contropiede dei friulani di battere altre due volte Moriggi. Il risultato Anale a favore dell'Udinese è pesante: 4-1. A questo punto la vicenda si tinge di giallo. La rete di recinzione alle.spalle e di fianco della porta friulana viene presa d'assalto dai tifosi: comincia ad oscillare. E' il 39 della ripresa. Uno spettatore riesce a scavalcare l'ostacolo; alcuni agenti di pubblica sicurezza .lo bloccano e lo respingono al punto di partenza. Il gioco viene sospeso; altre persone tentano di superare la barriera di recinzione; alcuni più decisi cercano di abbatterla. I calciatori alessandrini invitano 1 tifosi a desistere dalla loro protesta. Non c'è nulla da fare. La rete di recinzione continua ad essere scrollata con furia. A11'87' sta per cedere. L'invasione di campo appare Inevitabile. L'arbitro Bravi, fischia la fine e corre precipitosamente versa il sottopassaggio che conduce agli spogliatoi seguito dai guardalinee e dagli atleti della due squadre. Oggetti di tutti i generi volano in campo: un segnalinee evita per un miracolo uno sgabello di legno, ma viene colpito di striscio dal bastone di una bandiera grigia. Lo spogliatolo è subito stretto d'assedio. A forza di spallate i tifosi fanno « saltare » la porta che immette accanto alla stanza dell'arbitro, forzando le due spranghe di ferro che rinforzano l'ostacolo. E' un momento drammatico, lo stesso arbitro ed i guardalinee corrono un serio rischio. Per fortuna il servizio d'ordine è pronto ad intervenire. Una ventina di agenti abbandonano l'ingresso principale e « caricano ». Volano -pugni e calci, alcuni agenti e spettatori rimangono contusi. Nulla di grave, comunque. L'ira dei tifosi si proietta allora verso i giocatori ed i dirigenti dell'Udinese che stanno lasciando il campo. L'allenatore Viani è bersagliato di sputi e insulti. Una frase particolarmente offensiva fa perdere le staffe all'anziano trainer che si toglie gli occhiali e fa per avventarsi su un tifoso" La reazione è paurosa, Viani sta per essere travolto e colpito; agenti e giocatori friulani riescono a strapparlo dalle braccia degli aggressori ed a trascinarlo sul pullman:. Quando l'automezzo parte, volano sassi, un centinaio - di persone colpiscono con pugni, calci e bastoni la carrozzeria del torpedone ammaccandolo. Vanno In fratumi anche alcuni vetri dei finestrini, poi l'autista Innesta la marcia e si fa largo con decisione. L'assedio prosegue, si sposta nuovamente allo stanzone del direttore di gara. Dura a lungo, oltre un'ora, finché l'arbitro viene fatto uscire da una uscita secondaria su un'autovettura della polizia che a sirena spiegata lo trasporta in stazione. Il signor Bravi era qui atteso da un altro gruppo di tifosi che, probabilmente, per la presenza degli agenti, si sono limitati ad espressione verbali poco natalizie. La burrasca non è ancora finita. I tifosi rimasti al « Moccagatta » se la prendevano intanto con il direttore tecnico dell'Alessandria, Cappelli, invitandolo a dimettersi; anche il presidente ing. Sacco e stato fatto oggetto di una manifestazione di protesta. In parole povere, è stato chiesto che la squadra venga riaffidata a Lojacono; i « tatticismi » di Cappelli, secondo la folla, portano a brutte avventure, tipo quella capitata ieri con l'Udinese. Effettivamente la formazione dell'Alessandria scesa in campo contro 1 friulani non era fra le più Indovinate. Cappelli aveva « sacrificato » Daolio compromettendo cosi l'efficienza del centrocampo, affidandolo a due giocatori, Berta e Ghinellato insufficienti in fase d'impostazione. Giocando poi con quattro punte (Corbellini, Tomy, Dori e Villa) l'Alessandria veniva a ridurre ulteriormente la potenzialità del proprio centrocampo, creando come si è spesso notato, una « zona morta » tra difesa ed attacco, settore nel quale manovrava a suo piacimento l'udinese De Cecco. A questi errori d'impostazione vanno aggiunti gli errori dell'arbitro alcuni del quali determinanti: innanzitutto 11 goal non concesso al 21' della ripresa su colpo di testa di Tomy, con Pontel che ha « recuperato » il pallone oltre la linea di porta tirandolo letteralmente indietro; poi il « mani » evidente ed intenzionale di Fedele che ha fermato la traiettoria di un tiro di Lojacono diretto in porta. Il fallo non è stato punito. A tutto ciò, bisogna aggiungere che il quarto goal dell'Udinese è stato realizzato con un giocatore frlu lano. De Cecco, in fuorigioco di almeno dieci metri. Il capitano dell'Udinese, che si trovava al limite dell'area di rigore dell'Alessandria, è ritornato precipitosamente indietro mentre il suo compagno Blaslè avanzava con il pallone al piede: l'arbitro non si è accorto della posizione irregolare di De Cecco e mentre i difensori grigi avevano un attimo di esitazione, Blasig sgusciava fra un palo di avversari ed infilava lestamente in rete. L'Udinese ha confermato di essere un grosso complesso: fortunato ma anche abile ed accorto. L'Alessandria, come sì è detto, ha mille motivi per piangere su questa sconfitta ma deve soprattutto riconoscere che una buona parte delle cause che hanno originato la sconfitta (oltre all'arbitro) risalgono alla sua inefficienza-. Nessuno del grigi, a cominciare dall'Incerto Moriggi per finire all'attivo ma inconcludente Dori può essere « salvato » dalle responsabilità dell'incontro di ieri. Si è vista molta buona volontà, tanta generosità ma troppa confusione: una grossa squadra nasce soprattutto dalla buona disciplina tattico-agonistica. Da questo lato, l'Alessandria è andata progressivamente peggiorando: quella vista all'inizio del torneo era certo molto più funzionale. In breve la cronaca delle reti. Al 15' Lojacono smista a Colombo, questi scende fin quasi all'altezza della bandierina, poi crossa, Corbellini tocca in avanti, prende Villa che a spara » in rete: 1 a 0 Trenta secondi dopo De Cecco pareggia: Maianl centra in area grigia, incertezza dei difensori e goal: 1 a 1. Al 38' l'autorete di Lojacono: Rossi entra male su un pallone in apparenza innocuo, Lojacono cerca di rimediare con una mezza rovesciata mentre Moriggi esce dal pali. Il pallone scavalca il portiere ed è 1 a 2 per l'Udinese. Ripresa: al 2' segna Villa ma l'arbitro annulla per fuori gioco; al 6' punizione per l'Alessandria, Villa tira e segna, ma l'arbitro annulla nuovamente perché 11 gioco è stato ripreso senza il suo fischio. Al 13' la respinta di Blasig dalla linee di porta con Pontel tagliato fuori; al 21' il goal contestato; al 29' su punizione, Lojacono passa a Tomy, gran tiro che Pontel devia a fatica in angolo; al 31' scambio De Cecco Galeone, questi se ne va e batte Moriggi. Al 33' altro contropiede friulano e quarto ed ultimo goal di Blasig con De Cecco, come si è detto, in evidente fuorigioco. (La Stampa - Ed. Sport - Giorgio Gandolfi) Risultati: Alessandria - Udinese 1-4 Biellese - Trevigliese 1-1 Astimacobì - Sottomar. 0-0 Marzotto - Verbania 1-1 Novara - Treviso 0-0 Piacenza - Solbiatese 3-0 Pro Patria - Monfalcone 3-0 Rapallo - Cremonese 0-0 Triestina - Legnano 0-0 Venezia - Savona 2-1 CLASSIFICA: Udinese, Treviso p.21; Piacenza 20; Solbiatese 19; Pro Patria 18; Trevigliese, Monfalcone, Triestina 17; Novara, Savona 16; Alessandria 15; Legnano, Venezia 14; Biellese, Verbania 12; Cremonese, Rapallo 11; Sottomar. 10; Astimacobì 9; Marzotto 8 MARCATORI: 10 reti: Longo (Solbiatese), Blasig (Udinese); 9 reti: Ulivieri (Legnano); 8 reti: Bellinazzi (Venezia); 6 reti: Solbiati (Pro Patria ); 5 reti: Ciclitira (Monfalcone), Tomy e Lojacono (Alessandria). Postini (Trevigliese); 4 reti: Bramati (Novara), Del Barba (Solbiatese), Medeot (Monfalcone), Mola e Pestrin (Piacenza), Paina (Triestina), Magistrelli (Treviso), Fregonese (Venezia); 3 reti: Villa (Alessandria), Galeone (Udinese), Marella (Legnano), Gabetto (Novara), Ceccotti (Pro Patria ), Bianchi (Rapallo); Rossi (Solbiatese), Ferranti (Piacenza), Dalmonte (Savona), Algarotti (Trevigliese). Simonato (Treviso). Il punto sul campionato Il 3-0 è stato tutt'altro eccessivo per il Piacenza, i giallorossi hanno dominato la Solbiatese che ha fornito una prova deludente: il pubblico locale si aspettava qualcosa di più ma i giocatori non erano nella giornata migliore. Un primo tempo vivace specie per le aggressive puntate a rete del Marzotto poi nella ripresa il freddo ha sfibrato i giocatori: il Verbania ha fatto un solo tiro in porta ed ha trovato il gol. Ennesimo passo falso del Rapallo che ha ceduto un punto alla Cremonese, poche le occasioni capitate ai giocatori per superarsi. Risultato in bianco tra Novara e Treviso anche se i padroni di casa sono apparsi in netta ripresa.