Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1961/1962
Serie B
31-12-1961 - Giornata: 16 - Reggio Emilia - Mirabello


Reggiana AC - Alessandria US 1 - 1 (0 - 0)
RETI: 63. Volpi [Re] 76. Rizzo F.[A]

Alessandria US Notarnicola Sergio, Sperati Domenico, Giacomazzi Giovanni, Migliavacca Giancarlo, Bassi Giampiero, Schiavoni Antonio, Vanara Elio, Rizzo Francesco (1943), Cappellaro Renzo, Soncini Antonio, Sala Giuseppe All.: Rava Pietro

Formazione avversaria
REGGIANA AC: Galbiati, De Ponti, Martiradonna, Placanica, Grevi, Ogliari, Morosi, Correnti, Volpi, Greatti, Savoldi. All.: Del Grosso Luigi.

Arbitro: Cataldo Domenico (Reggio Calabria)
Note
Inizio gara ore 14,30

Commento
Reggiana 1 Alessandria 1 BUONA PROVA DEI «GRIGI» SUL DIFFICILE TERRENO EMILIANO L'Alessandria è uscita dal « Mirabello » con un prezioso punto. E' quasi certo però che se i «grigi» avessero attaccato con maggior intensità avrebbero potuto guadagnare l'intera posta. Per due volte nel primo tempo Cappellaro, solo davanti all'estremo difensore granata, ha fallito per troppa precipitazione. I « grigi » non hanno saputo approfittare del vuoto che la Reggiana presentava a centro campo e, pur imbastendo pregevoli azioni, impostate su di un ritmo veloce, particolarmente dalle due ali, non hanno saputo concludere nella fase finale. Indubbiamente la tattica di gioco adottata dai piemontesi ha dato i suoi frutti: i « grigi » si sono schierati con Schiavane battitore libero alle spalle di Bassi; i « granata » hanno cercato subito la via della rete, impostando la gara sulla velocità. Le loro azioni sono state però ben contenute dalla difesa piemontese, che con lunghi rilanci ha dato spesso l'avvio ad azioni di contropiede di molto superiori a quelle condotte per linee interne dalla Reggiana. Dopo uno sterile predominio iniziale da parte dei « granata», il primo serio pericolo lo ha corso la rete reggiana: Galbiati doveva uscire alla disperata su Cappellaro, che dopo aver scartato Grevi si era ormai portato in area. Null'altro di notevole nei primi 15 minuti di gioco. La ripresa ha visto nuovamente i « granata » portarsi all'attacco. Al 16’ la Reggiana riesce a passare con Volpi il quale, raccolta la palla, più volte deviata in area dagli alessandrini, riesce di testa, ad indirizzarla in rete. Si apre immediatamente lo schieramento alessandrino alla ricerca del pareggio, che non si fa attendere. L'arbitro concede al 30' una punizione a favore dei « grigi » a circa tre metri dal limite dell'area di rigore. La barriera dei « granata » è difettosa e il pallone, calciato da Rizzo, si infila in un varco, sorprendendo Galbiati. L'ultimo quarto d'ora dell'incontro vede gli emiliani vanamente protesi all'attacco, ben contenuti però dagli alessandrini, asserragliatisi a difesa nella propria area. (Stampa Sera – OR.N.) PREZIOSO PAREGGIO SUL CAMPO REGGIANO Un Capodanno un poco più sereno del Natale: questo il primo pensiero al termine della faticaccia di Reggio. Quel punticino proprio ci voleva per tante ragioni. Per la classifica innanzi tutto dal momento che la situazione si era fatta precaria e quasi preoccupante e poi per motivi di ordine morale. La immeritata sconfitta di Napoli aveva letteralmente prostrato i nostri ragazzi che non si potevano dar pace. C’era pericolo che perdessero la fiducia in se stessi e nella buona stella che deve pur sempre apparire ogni tanto nell’incerto cielo della speranza. E così ne vedemmo parecchi negli spogliatoi di Reggio Emilia prepararsi all’incontro con ferma volontà, ma anche con preoccupante pessimismo. Se anche questo incontro fosse andato male, si sarebbe aperta una brutta parentesi nella dura battaglia di questo campionato: una demoralizzante fase che sarebbe stato difficile curare. E tutto ciò fa parte propriamente dell’incerto destino che caratterizza il gioco del calcio. Si prenda ad esempio proprio il Napoli: dalla sorte dell’incontro con l'Alessandria dipendeva la permanenza in carica dell’allenatore e la fiducia da concedersi a parecchi giocatori: al termine del primo tempo, quando perdeva per tre a due tutto sembrava ormai deciso fra le urla d’un pubblico esasperato. Il miracolo della vittoria conquistata alla fine, seguito dal pareggio ottenuto domenica a Cosenza, hanno salvato tutti, e la squadra, Baldi e Fanello in testa, è tornata a casa accolta dalla fòlla plaudente. Tale esempio vale anche per noi. Dopo lo zero a zero del primo tempo i nostri ragazzi avevano ripreso fiducia ed entusiasmo: pareva che più nulla potesse fermarli. Ma venne improvvisa la rete a riaprire, tragica, la prospettiva di una nuova sconfitta. Conquistato il pareggio, difeso poi con la disperazione che viene dalla paura, scoprirono pregi che parevano essere stati dimenticati e doti che non si erano fino a quel momento messe in evidenza. Buon auspicio quindi per questo ritorno a casa con una ospite assai scorbutica ad attenderci sulla soglia, quale è il Pro Patria. Un campo impossibile. La partita disputata a Reggio dalla nostra squadra è stata durissima e per gli assalti furiosi che ha dovuto contenere e per il fondo che era veramente impossibile. Probabilmente neanche il Moccagatta prima del lavoro di rinnovamento del fondo, non è mai stato in condizioni pietose come il campo della Reggiana nel quale non esiste traccia d’erba, ma solo uno strato di terra ricoperto da carbonella, polvere ed altre materie similari. La squadra granata, conoscendo forse le caratteristiche di quel campo, si è buttata subito all’arrembaggio cercando di cogliere il successo almeno fino a quando i suoi uomini avessero fiato. I primi venti minuti misero a dura prova la nostra difesa. Ma si constatò subito che eravamo in buona giornata. La mediana si dispose bene secondo i piani prestabiliti e finalmente vedemmo il centro campo dominato dai nostri uomini. Migliavacca, Bassi e Schiavoni (cui possiamo unire a tratti Soncini) hanno fornito una prestazione superlativa. Dobbiamo fermare la nostra attenzione innanzi tutto su Migliavacca. Senza tema di smentita possiamo affermare che questo giocatore ha ormai trovato il ritmo adatto per essere un ottimo mediano. L’incontro di domenica è stato la conferma di una serie favorevole di impressioni. Bassi è stato il perno, come sempre, di tutta la squadra. Preciso e scattante, insuperabile negli scontri diretti, il taciturno Bassi continua ad essere la rivelazione della squadra. Schiavoni non fallisce una partita, mantenendo tutte le promesse fatte al suo rientro nell’Alessandria: si è buscato un duro colpo allo stinco nel primo tempo, che lo lasciò tramortito dal dolore. Ma si riprese bene e tenne duro anche nei minuti finali quando la Reggiana si buttò all’arrembaggio. Quando la mediana riesce a fornire prove come quelle di domenica, si può star certi che il risultato utile non può mancare. E malgrado la bella prova fornita a Napoli, dobbiamo riconoscere che domenica a Reggio i tre mediani sono stati nettamente superiori a se stessi per la continuità dell’azione e la posizione nettamente indovinata. Le occasioni mancate. In prima linea le note sono positive. Specie nel primo tempo abbiamo avute due occasioni nate dal contropiede che avrebbero potuto portarci in vantaggio. Abbiamo visto il buon Cappellaro, ritornato l’uomo dei tempi migliori, giocare una generosa partita: allorché si impossessava della palla provocava un allarme generale nella difesa avversaria. Lucido sempre nei suoi movimenti, ha servito a dovere i compagni ed ha puntato a rete con una autorità veramente rara. Ad un certo momento riuscì a filtrare fra terzino e centrosostegno puntando in piena corsa verso l’area: fu il momento più bello della gara. Il portiere gli uscì incontro con felice scelta di tempo, tanto che parò di piede il potente tiro che il nostro centravanti indirizzò verso la rete. Peccato: sarebbe stato uno stupendo gol. Altrettanto aveva fatto il nostro Vanara poco prima andando via velocissimo sulla destra: aveva al fianco il terzino che non riusciva ad ostacolarlo. Temendo forse la carica e la fatica prolungata su quel pantano, Vanara improvvisamente desistette fermando la palla di colpo e passandola al centro, così che l’azione sfumò. Ma Vanara ha rinnovato l’impressione di essere in ottima forma, pronto al guizzo od al tiro, ed anche al passaggio rapido, senza egoismi o manie di preziosismi. Ala sinistra ha giocato l’altro giovane, Sala, in luogo di Bettini afflitto da un leggero strappo che non lo lascia tranquillo. Se pure il Sala non ha rinnovato tutte le cose belle messe in mostra in altre occasioni, ha però giocato per novanta minuti con una generosità veramente commovente: credo di averlo visto in ogni angolo del campo a contendere la palla a uomini grossi il doppio di lui, senza timori o smarrimenti, pronto sempre a riportarsi nel vivo dell’azione offensiva. Sala costituisce una preziosa pedina per la nostra squadra e potrà essere domani un ottimo giocatore di manovra. Anche egli avrebbe potuto nel primo tempo donarci una bella rete allorché giungendo in piena corsa nell’area avversaria ricevette un magnifico pallone rasoterra che chiedeva di essere solo calciato in porta. Purtroppo il tiro di Sala fu di molto più alto del palo e si perdette nel cielo dei sogni. Lucido e classico sempre il giovanissimo Rizzo che gioca già con la maturità e la freddezza (a volte anche troppa) di un anziano quasi come se si portasse dietro un grande bagaglio di esperienza. Alcune sue aperture ampie sulle ali, operate così, a freddo e senza calcolo, hanno dato vita a tutto il gioco d’attacco che da tempo non conosceva più questo gioco. Come già a Napoli, anche a Reggio ha segnato un magnifico gol, questa volta su punizione eludendo una barriera maldestramente organizzata, ed anche... il buon Cappellaro che si approntava a battere la punizione stessa. Il successivo abbraccio fra i due ci fece temere per la loro incolumità per la violenza con cui venne prodigato. Soncini mediano-mezz’ala ha svolto un buon gioco di accordo anche se certi suoi rallentamenti per il piacere di abbandonarsi ad inutili dribbling sono sintomo di non perfetta condizione. E’ però solo questione di tempo. L’ingeneroso pubblico lo ha coperto di ingiurie per tutta la partita per il solo fatto che è di Parma: Soncini era mortificato ma sorridente. Notarnicola e Sperati. Questi due uomini avevano il pesante compito di sostituire Melideo ed Arbizzani. Per fortuna l’hanno assolto bene. Sperati in forma è sempre uomo di riguardo e per la volontà che lo sostiene fino allo spasimo e soprattutto per quello scatto veramente bruciante che gli permette... di competere con Bassi. Quasi sempre è entrato a dovere. Verso il termine della partita s’è trovato solo, spalla a spalla col centravanti Volpi, uomo veloce e fantasioso, che stava per andare a rete: lo superò deviando a lato una palla che gli valse un applauso. Il ragazzo, prodotto della nostra scuola, era felice. Notarnicola ha giocato con intelligenza anche se in qualche uscita ci ha fatto provare i brividi. Solo nel gol subito fui preso in contropieide da una girata di testa improvvisa, venuta dall’avversario. Ma il nostro portiere era coperto dall’affollamento in area. Verso il termine, in piena burrasca anticipò lo stesso Volpi con balzo sicuro, salvando la partita. Era il momento più brutto per noi: la Reggiana, subito il pareggio si era scatenata con furibonda violenza, lo stesso Cappellaro giostrava in difesa (ad un certo momento mandò in corner): questo per dar l’idea di quanto forsennato fosse l’assalto. Fu in quel momento che si potè apprezzare la saldezza della nostra difesa. Bravo sempre, anche se un poco affaticato e qualche volta in difficoltà, capitan Giacomazzi. (Il Piccolo, 5 gennaio 1962 - Barbagrigia) RISULTATI: Brescia - Prato 0-1 Catanzaro - Modena 2-2 Cosenza - Napoli 1-1 Lazio - Novara 1-1 Lucchese - Sambenedettese 1-1 Parma - Messina 2-1 Pro Patria - Genoa 2-2 Simmenthal Monza - Bari 0-0 Verona - Como 2-0 CLASSIFICA: Genoa p. 24; Lazio 20; Modena* 19, Verona, Parma, Prato 18, Messina, Pro Patria 17, Reggiana, Brescia, Catanzaro 16, Lucchese, Napoli 15, Alessandria 14; Simmenthal Monza, Cosenza 13; Como 12; Novara, Sambenedettese 11, Bari (-10) 7. * = una gara in meno. Bari 10 p. di penalizzazione. MARCATORI: 9 reti: Cappellaro (Alessandria), Ciccolo (Messina), 8 reti: Rambone (Catanzaro), 7 reti: Firmani (Genoa), Morrone (Lazio), Muzzio (Pro Patria), 6 reti: Bean (Genoa), Corelli (Napoli), Mentani (Novara). Il punto sul campionato I sette pareggi che hanno caratterizzato l’ultimo turno del 1961 hanno movimentato poco la classifica. Sugli scudi il Prato, unico a vincere fuori casa, per di più sul campo del Brescia, ostico tradizionalmente per tutti e appaiato in classifica. I fiorentini, curiosamente, sono accompagnati al successo da due squadre, Parma e Verona con identico rendimento. Diverso, forse, il contenuto del risultato: se al Bentegodi il risultato, vista la differenza di valori tra Verona e Como, è apparso praticamente scontato, a Parma la squadra di casa è apparsa molto più positiva dei precedenti incontri casalinghi ed il Messina è stato punito al di là dei propri demeriti. Delle altre partite da segnalare la Lazio che ha letteralmente buttato via un punto giocando in maniera dissennata contro un Novara ordinato che ha meritato ampiamente il pareggio. Un altro 1-1, quello di Cosenza, ha dato i lsegnale che, forse, la crisi del Napoli è finita: gli azzurri hanno ritrovato la via del gol e del gioco.