Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1961/1962
Serie B
11-03-1962 - Giornata: 26 - Genova - Luigi Ferraris


Genoa CFC - Alessandria US 1 - 0 (1 - 0)
RETI: 30. Bean [Ge]

Alessandria US Notarnicola Sergio, Sperati Domenico, Giacomazzi Giovanni, Migliavacca Giancarlo, Bassi Giampiero, Schiavoni Antonio, Vitali Alessandro, Rizzo Francesco (1943), Cappellaro Renzo, Sala Giuseppe, Bettini Sergio All.: Rava Pietro

Formazione avversaria
GENOA CFC: Da Pozzo, Bagnasco, Bruno, Occhetta, Colombo, Baveni, Bolzoni, Giacomini, Firmani, Pantaleoni, Bean. All.: Gei Renato

Arbitro: Sebastio Giovanni (Taranto)
Note
Inizio gara ore 15.00

Commento
I GRIGI HANNO DATO SPETTACOLO In svantaggio di una rete, non sono riusciti a segnare per le eccezionali parate del portiere genoano Domani il Simmenthal Monza al «Moccagatta» Questa volta siamo soltanto rammaricati e dispiaciuti, non avviliti. Abbiamo dinnanzi a noi undici giornali usciti lunedì, ciascuno dei quali dedica titoli e buone parole osannanti l'Alessandria, il suo spirito battagliero ed indomabile, ed anche la sua tecnica, frutto di una scuola calcistica che nessuno ha mai dimenticata. Abbiamo ancora nell'orecchio l'applauso cordiale del pubblico genovese di solito così avaro di complimenti o di comprensione verso gli altri, che questa volta non potè nascondere il suo stupore per tanta vitalità, per simile levatura tecnica, ed anche la tremenda paura per il rischio corso. Tutto ciò ci consola e non ci fa almeno imprecare contro il destino come in altre occasioni. Ancora una volta l'Alessandria ha dimostrato di essere viva, di avere spirito e classe, e di meritare una classifica ben superiore a quella che ha attualmente. E la classifica è molto strana: in poche giornate la squadra potrebbe essere in seconda posiziono alle spalle del Genoa, come pure potrebbe trovarsi a lottare con disperazione per salvarsi dalla retrocessione. Sono le stranezze del campionato di serie B che lo rendono però anche altamente interessante fino all'ultimo. E’ nostra opinione comunque che la squadra nell'ultimo scorcio di campionato migliorerà ancora la classifica per la caratteristica del suo gioco e per l'equilibrio con cui ha dosato fino ad oggi il suo sforzo. I due volti dell'incontro La partita ha avuto due distinte caratteristiche che hanno indotto in errore i nostri avversari ed il pubblico, attraverso il suo svolgersi. Il primo tempo vide la nostra compagine dominata dal Genoa. L'autorità dei padroni di casa, la mole di gioco che svolgeva come da una inesauribile fonte, la freschezza di idee e di condizione fisica, crearono uno stato di soggezione nei nostri uomini i quali non riuscivano mai ad organizzarsi, a prendere in mano, sia pure a tratti, le redini del gioco per imbastire azione di alleggerimento o meglio ancora di offesa: i nostri riuscivano solo a difendersi a tratti con ordine ed a tratti anche con affanno. Alla mezz'ora venne il gol fatale per la sconfitta, proprio da un momento di affannoso e quindi disordinato difendersi. Tutti credettero che si aprisse l'orizzonte per una clamorosa vittoria del Genoa padrone assoluto del campo per tutta la gara. Ma venne il secondo tempo. Il Genoa si era ormai spompato: i suoi uomini di maggior rilievo, a cominciare da Occhetta, non avevano più la freschezza di idee e di condizione della prima parte della gara, arrancavano e sbagliavano i passaggi. La dosatura delle forze, era stata fatta in modo diverso. E qui si scatenò l'Alessandria. Potremmo riportarvi numerosi commenti di critici tutti lusinghieri ed anche interessanti per le doti tecniche della nostra squadra che pongono in risalto, ma preferiamo dirlo noi con una frase sola: l'Alessandria dimostrò spirito agonistico eccellente, impostazione tecnica non comune, freschezza fisica eccezionale. Furono almeno venticinque minuti, alternati da brevi pause in cui l'avversario annaspava sul contropiede, nei quali vedemmo la nostra squadra come poche volte la si può vedere: era però l'Alessandria di tante memorabili partite di questo campionato disputate fuori casa con autorità e classe. In poche battute, con tre passaggi al massimo, si perveniva sotto rete e partiva il tiro. Giustamente tutti hanno lodato quel portiere Da Pozzo che ne salvò nettamente il risultato: pur trattandosi di un ottimo portiere, deve però riconoscersi che non sempre è possibile fornire prestazioni come quella fornita domenica. Ma il destino è questo: proprio contro l'Alessandria questo portiere doveva compiere le migliori parate del campionato. A noi resta la consolazione delle affermazioni del suo allenatore Gei : mai visto un Da Pozzo tanto in forma, mai vista a Marassi una squadra aggressiva e pericolosa come l’Alessandria. Se il punteggio della classifica fosse stabilito in base ai meriti che vengono dalle prestazioni di una squadra, noi saremmo certo promossi in serie A. La grande prova della nostra prima linea Questa volta, bisogna riconoscerlo, sulla vetta degli onori, dobbiamo porre gli uomini della nostra prima linea. Tutti e cinque hanno dato vita ad una partita che ha posto in evidenza anche troppo chiaramente quali sono le loro possibilità : meritano di essere tutti uniti in un elogio sincero perchè tutti hanno contribuito alla riuscita di un secondo tempo stupendo. Se vogliamo poi scendere all’esame del comportamento di ognuno di essi, dovremo dire che il più grande e commovente è stato il piccolo guizzante instancabile Sala. Non passa domenica che egli non cresca di classe e di condizione. Assorbito in funzioni difensive nel primo tempo, in un oscuro gioco di interdizione che egli assolve volenterosamente, ma per il quale non è tagliato, egli esplose nel secondo tempo allorché la squadra si distese all’attacco e dominò nettamente il campo dalla propria area a quella avversaria, vincitore nei duelli, rapido — palla al piede — nell'impostare la manovra offensiva. Un suo tiro doveva aver miglior fortuna ma non lo trovò pronto nel guizzo come era apparso in qualche altra occasione. Sala, che è anche un bravo ragazzo con i suoi scrupoli ed i suoi problemi, al termine della partita aveva gli occhi arrossati per il pianto e non si dava pace, e non lo si poteva consolare. Fatti memorabili questi — commenterà poi l'amico Borlotti su Stampa Sera — in una epoca mercenaria, che ci provano come nel calcio vi siano ancora ragazzi che giocano con il cuore. Accanto a Sala, un altro ragazzo, il Rizzo, che si è ridestato ed ha fornito il meglio di se stesso compreso un grande tiro, partito all'improvviso da oltre venti metri che ebbe la fortuna di trovare un Da Pozzo in giornata. Ma ove il portiere non poteva arrivare con l'intuito, ci arrivò con la fortuna: e così vedemmo due nostri gladiatori non essere premiati dal gol perchè parve che la dea bendata stesse alle spalle del portiere genoano a guidare i suoi movimenti: ci riferiamo a Cappellani e Bettini. Grande partita del primo, grandissima del secondo. Cappellani, che si porta dietro sintomi di una stanchezza che non ha potuto smaltire in una sola domenica di intervallo, se ha perduto in scatto ed agilità, non ha però perduto in mobilità e prontezza di tiro. E così domenica si è prodigato con quella generosità per la quale egli si fa voler bene dai tifosi, ma soprattutto ha saputo sferrare almeno tre tiri a rete violenti ed imprevedibili che fecero impallidire le pur focose platee. Almeno due palloni, in una partita normale sarebbero finiti in rete, ma, come si è detto, ove Da Pozzo non parò fu il pallone a finirgli addosso. E venne poi da ultimo la saetta sparata al volo da Bettini da 6-7 metri che scomparve sotto il portiere lasciando tutti di stucco. Fu una sicura rete che non venne per l'imponderabile, a premiare una delle più belle e generose partite che Bettini abbia mai disputate. La fascia centro sinistra del campo fu tutta sua ed egli si prodigò in una azione dopo l'altra con una continuità e potenza sbalorditive. Se continuerà su questo passo Bettini raccoglierà grandi soddisfazioni: non gli manca nulla per diventare una grande ala sinistra. A parte, un accenno commovente per un grande ed intelligente Vitali: finta ala destra, egli prese una posizione a centro campo che gli servì ad ispirare tutte le nostre azioni. Ora ha anche ripreso a scartare l’uomo con sicurezza, a farsi largo con autorità. Quando gira lui, gira tutta la squadra. E' un vecchio detto ormai, mai vecchi proverbi sono i migliori, come il buon vino. Retroguardia di lusso Ci riferiamo alla mediana: vedemmo domenica il grande Firmani indispettirsi per la guardia che gli faceva Bassi, tentare di fare il tunnel (a Bassi!) e poi finire sulla sinistra. Questo è il Bassi che ormai conosciamo. Accanto a lui un Migliavacca perfetto e dai due volti: chiuso in copertura nel primo tempo, libero in gioco di appoggio all'attacco nel secondo. Migliavacca sta disputando forse il miglior campionato della sua carriera, dopo aver ritrovato il suo posto di mediano. Schiavoni generoso e lucido come sempre. Vedemmo anche lui uscire dalla mischia nel secondo tempo e farsi avanti con autorità fino ai limiti dell'area, appoggiare ai compagni di prima linea o tirare in porta. Al termine ci parve però particolarmente affaticato. Questo ragazzo che gioca con tanta dignità ed abnegazione, non ha ancora perduta una bàttuta dall'inizio del campionato. Indietro, un ottimo Notarnicola che specie nel primo tempo fu sottoposto ad un fuoco di fila non indifferente. Riuscì a deviare almeno quattro palloni che strapparono applausi al pubblico. Il gol subito fu causato da un malinteso tra lui ed i compagni: il che può anche capitare e noi non ci sentiamo di buttar la croce addosso a nessuno specie dopo una partita come quella di domenica. Combattivo come sempre e tenace Sperati, autoritario Giacomazzi anche se la sua prestazione ci è parsa up poco più in sordina di tante altre domeniche. Torniamo a casa per vincere Che dirti di più amico lettore? Il nostro settimanale discorso è finito. Forse ti sei già annoiato nel leggerlo, ma noi preferiamo così: fra tante cose inutili che ti possiamo dire, ve ne sarà pure qualcuna che ti garba o di par giusta. Ma non riceviamo più lettere di protesta: è buon segno questo? Non si sa. Per intanto ci accomiatiamo da te alla vigilia di un grande incontro. Scende il Simmenthal Monza, una squadra che ha arrancato fino ad oggi più di noi, che ha deluso spesso i suoi tifosi, che ha corso gravi rischi ma che... ha tanti punti come noi. Questo è il campionato di serie B. Domenica si deve vincere, per motivi di classifica, ma anche per motivi di orgoglio. Al ritorno da due trasferte come quella di Modena e di Genova, con la squadra tutta in piedi ed alla ribalta degli onori, si deve vincere. Non sappiamo nulla della form azione, ma pensiamo che Rava intenda riconfermarla totalmente. La preparazione di questa settimana non ha messo in evidenza alcun fatto eccezionale. Spirito e morale sono buoni, le intenzioni ottime. E noi, nati per soffrire anche la domenica, attendiamo ancora una volta di applaudire i nostri ragazzi, cosi come si applaude il parente che torna a casa dopo un viaggio avventuroso sotto il pallido sole che segue le ore di tempesta. (Il Piccolo, 17/03/1962, Barbagrigia) La squadra grigia impegna a fondo la capolista IL GENOA PIEGA A STENTO L'ALESSANDRIA: 1-0 Di Genoa-Alessandria, uno a zero per i rossoblu, si potrebbe raccontare solo il secondo tempo se l'unico goal della contesa non fosse stato segnato invece nel corso dei primi 45' : perché la gara ha mostrato solo nella ripresa quanto di vivo e di interessante aveva In serbo, dopo essersi trascinata piuttosto incolore nella prima sua frazione, con gioco a ritmo blando ed a corrente alternata. Il Genoa di ieri non era il migliore della stagione ed inoltre aveva di fronte un'Alessandria molto chiusa in difesa e parecchio intraprendente all'attacco. Il solido catenaccio del piemontesi ha annullato le manovre liguri per oltre mezz'ora finché una prodezza di Bean, agevolata da un imprevisto pasticcio dei difensori grigi, non ha fatto segnare al confronto una svolta decisiva. L'azione determinante (al 31') è partita da Occhetta, ha toccato Firmani, Bean e Bolzoni che ha tentato un nuovo passaggio. Sullo spiovente dell'ala è uscito Notarnicola, ostacolato però da due compagni che — evidentemente — avevano il suo stesso intento: ne è sortito un piccolo caos, c'è stata una respinta a casaccio e sulla sfera, che ricadeva in area, si è avventato Bean che in mezza rovesciata ha infilato nella rete incustodita. La partita, dopo il punto di Bean, si rispegneva, con i genoani paghi del successo ed i grigi delusi dalla disavventura subita. Nella ripresa però, dopo una vampata iniziale dei rossoblu (con un palo di Giacomini al termine di una possente azione di Firmami), il tono del confronto mutava d'acchito. L'Alessandria svincolava dai compiti difensivi Migliavacca, Sohiavoni e Sala e si proiettava all'attacco con impeto furibondo, mettendo più e più volte in pericolo la rete genoana. Al 12' il portiere rossoblu cominciava la serie delle parate che dovevano consentire al Genoa di portare in salvo (a fatica) la vittoria, volando sul piedi di Cappellaro che stava per ribattere un pallone precedentemente respinto da Giacomini su tiro di Schiavoni. Un paio di minuti appresso era Vitali ad impegnare Da Pozzo con un tiro da lontano ed al 21' l'Alessandria sfiorava il pareggio. Giacomazzi si portava all'attacco piazzando in area un lungo traversone che la testa di Vitali allungava ancora: Cappellaro, spalle alla porta, compiva una rapida giravolta e deviava a fil di palo; ma con un balzo fulmineo, con il pugno proteso, Da Pozzo riusciva a mandare in angolo. Subito dopo il Genoa (la contesa era vibrante, senza soste) mancava con Firmani il raddoppio: su cross di Bolzoni l'inglese sbagliava mira di pochi centimetri. Ventiquattresimo minuto, altra grossa occasione per i grigi. Rizzo intercettava un rinvio di Colombo, puntava a rete e da una dozzina di metri sparava secchissimo: la palla rimbalzava sui pugni chiusi di Da Pozzo ed usciva a lato. Ancora l'Alessandria di scena al 24' con l'appoggio dei laterali e la presenza del piccolo, vivacissimo Sala. Azione Vitali-Cappellaro, passaggio a Sala incuneatosi in area, deviazione precisa ribattuta alla meglio da Da Pozzo, testa di Schiavoni e palla tra le braccia del portiere genoano rientrato tra i pali. Trentaduesimo minuto, nuovo attimo cruciale della partita. Manovra tra Sperati e Rizzo, cross teso, testa di Cappellaro che serve Bettini in corsa: da sette metri l'ala sinistra scaraventa a bersaglio con estrema violenza e Da Pozzo, con un guizzo entusiasmante, serra la palla in presa mentre Bettini, disperato e sbalordito, si copre il volto con le mani. Il Genoa, che sente il pericolo vicino, si scuote in fase offensiva (33') conclusa da Firman. con un tiro radente il palo, che Notarnicola respinge con prontezza. Al 35' l rossoblu sono nuovamente in area grigia ma Bassi, accanito controllore di Firmani, rimedia in corner. L'ultimo brivido lo fornisce l'Alessandria al 44'. Azione nitida di Schiavoni e Sala, tocco a Migliavacca, traversone in area e rete fasulla di Cappellaro che segna, colpendo la palla nettamente con il pugno. Negli spogliatoi una frase di Gei, allenatore genoano, sintetizza la prova degli alessandrini: forse è stata la partita in cui il Genoa — sul proprio campo — ha corso più rischi; il secondo tempo dei grigi è stato esemplare e pareva non dovesse finire mai. Nell'altro stanzone, mentre tutti parlano con una punta di delusione, un ragazzo di diciotto anni piange in silenzio. Si chiama Giuseppe Sala ed è stato tra i migliori in gara. Piange perché ha sbagliato — dice lui — un tiro che poteva essere goal. Non è vero che il calcio viva, oggi, solamente di quotazioni finanziarie. Almeno finché i ragazzini reagiranno alle vicende di una partita con Io stesso animo di Sala. (La Stampa Sera Giuseppe Barletti) RISULTATI: Cosenza-Novara 1-0 Genoa-Alessandria 1-0 Lucchese-Bari 1-2 Messina-Modena 4-1 Napoli-Como- 3-1 Pro Patria-Parma 2-0 Reggiana-Brescia 1-1 Sambenedettese -Catanzaro 0-0 Simmenthal Monza-Lazio 2-1 Verona-Prato 1-0 CLASSIFICA: Genoa p. 39; Verona 32; Modena 29; Napoli 28; Lazio, Pro Patria 27; Messina, Brescia, Prato 26; Alessandria, Reggiana. Simmenthal Monza, Catanzaro, Parma 25; Lucchese, 24; Novara, Sambenedettese 23; Como, Cosenza 20; Bari 19 Penalizzato 6 punti MARCATORI 14 gol: Firmani (Genoa) 13 gol: Ciccolo (Messina) 12 gol: Bean (Genoa), Mentani (Novara) 11 gol: Cappellaro (Alessandria) 9 gol: Gratton E. (Lucchese), Rambone (Catanzaro) 8 gol: Greatti (Reggiana), Morrone (Lazio), Pagliari (Modena) 7 gol: Bonacchi (Bari), Calloni G. (Messina), Corelli (Napoli), Macor (Sambenedettese), Muzzio (Pro Patria), Postiglione (Verona), Recagno (Brescia) Il punto sul campionato Grazie al penalty trasformato da Zampaerlini, il Verona ha approfittato del passo falso del Genoa riducendo il distacco a sette punti dalla vetta, battendo il Prato. Pesante sconfitta del Modena, sul campo del Messina: emiliani mai in partita con Goldoni che, a sei minuti dal termine, ha siglato il gol della bandiera. Il Cosenza ha sconfitto, di misura, il Novara su un terreno pesante a causa della pioggia caduta. Contro la Lazio il Monza, seppur ridotto con l'uomo in meno, è riuscito dapprima a pareggiare il gol di Governato e quindi a rovesciare le sorti dell'incontro.