Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1958/1959
Serie A
21-09-1958 - Giornata: 1 - Torino - Comunale


Talmone Torino AC - Alessandria US 6 - 1 (3 - 0)
RETI: 20. Piaceri G. [Ta] , 27. Bertoloni Q. [Ta] , 32. Marchi A. [Ta] , 56. Armano G. [Ta] , 66. Piaceri G. [Ta] , 78. Arce D. [Ta] 90. rig. Dorigo A.[A]

Alessandria US Stefani Ideo, Nardi Aldo, Boniardi Umberto, Snidero Cirano, Pedroni Franco, Dorigo Aldo, Vonlanthen (II) Roger, Oldani (II) Tullio, Lorenzi Benito, Manenti Michele, Tacchi Juan Carlos All.: Pedroni Franco

Formazione avversaria
TALMONE TORINO AC: Vieri Lido; Grava, Farina; Bearzot, Tarabbia, Bonifaci; Armano, Arce, Piaceri, Marchi, Bertoloni. All.: Allasio Federico.

Arbitro: Ferrari Silvio (Milano)
Note
Ammonito: Manenti [A]. Angoli: 11-2 (4-1) oppure 2-12. Spettatori: 16.000. Giornata calda e cielo leggermente coperto, terreno perfetto. Inizio gara ore 16:00.

Commento
I grigio-azzurri sono apparsi ancora a corto di preparazione DI SLANCIO IL TALMONE TORINO SUPERA L'ALESSANDRIA: 1-6 Piaceri esordisce in Serie A realizzando due reti - Arce uno dei migliori in campo - Sicure parate di Vieri Per la giornata di apertura del campionato, i granata hanno riservato una bella e gradita sorpresa ai loro sostenitori ed al pubblico torinese in genere. Hanno vinto per 6 a 1 – rimanendo sul 6 a 0 fino ad un minuto dal termine, quando un rigore li ha costretti a concedere il punto dell’onore agli avversari – e, quel che più conta, hanno meritato pienamente il risultato, giuocando in modo autorevole e pienamente convincente. È vero che l’avversario dell’occasione non brillava gran che per il grado di forma ed era anzichenò inconcludente, ma bisogna riconoscere che a determinare il suo contegno incerto è stato più di ogni altra cosa la prova ferma decisa e positiva fornita dall’undici torinese. Il quale ha segnato tre reti nel primo tempo e tre nel secondo ed ha messo in mostra un comportamento ed una efficienza di cui nessuno, si può dire, si attendeva l’uguale. Ha cominciato dominando subito, il Torino, e per una ventina di minuti, rare controffensive degli alessandrini a parte, ha recitato la parte del protagonista assoluto in campo. È stato comunque in una di queste controffensive che gli ospiti si sono visti presentare la più bella delle occasioni su azione aperta. La loro mezz’ala destra, Oldani, trovando via libera sulla destra, attirava fuori rete il portiere Vieri e sferrava prontamente un forte tiro basso che sarebbe certamente finito a segno se Tarabbia, con un intervento velocissimo, non fosse giunto a deviare a lato per un calcio d’angolo, esattamente all’ultimo secondo. Scampato questo pericolo, i padroni di casa, pensavano subito a mettere al sicuro il risultato. Due reti in sette minuti, tre nello spazio di tredici: l’una più bella dell’altra. Ad aprire il punteggio era il novellino della squadra, il toscano Piaceri. Il ragazzino dal nome che è un programma aveva già sfiorato i montanti e la traversa con qualche meritevole tentativo quando, al 20’, riceveva un passaggio raso a terra da Arce, il granata più intraprendente di tutti, e rispondeva senza esitazione con un secco tiro basso che mandava la palla a finire di precisione nell’angolo basso della rete, sulla sinistra di Stefani. Era tale la gioia di Piaceri che egli si produceva in un mezzo salto mortale sul campo ed i suoi compaesani, giunti in forze da Camaiore, esplodevano in un fracasso indiavolato. Non era che l’esordio. Sette minuti dopo, Armano e Bertoloni si scambiavano di posto: il primo centrava forte ed alto dall’ala sinistra ed il secondo, in posizione di mezz’ala destra, si proiettava quasi in volo per colpire con una gran testata la palla e spedirla irresistibilmente in rete. Faceva due a zero. E, dopo altri sei minuti di prevalenza, il vantaggio per i torinesi prendeva forma più concreta ancora. Marchi, che giuocava prevalentemente in posizione arretrata costituendo con Bonifaci e Bearzot uno sbarramento che la faceva da padrone a metà campo, riceveva un bel passaggio da Bertoloni, avanzava di qualche passo ed entrando in area faceva partire a mezza altezza un tiro violento: il portiere dei grigi, con un gran volo, arrivava a toccare la palla ma non ad impedirle di entrare in rete. Subito dopo, Piaceri, che Arce tutelava e lanciava come si fa con un pupillo, serviva ottimamente il compagno, ma questi veniva fermato dall’arbitro per «fuori giuoco». Il primo tempo terminava con una bella occasione maturata per gli alessandrini e da questi regolarmente sciupata. La partita poteva oramai già considerarsi vinta per i torinesi. A togliere ogni dubbio sul risultato finale pensavano, ad ogni modo, i minuti iniziali della ripresa. Mostrandosi più vivace che nel primo tempo, Lorenzi aveva appena sferrato un insidioso tiro basso, a cui Vieri aveva risposto con una bella parata bassa, quando i granata sfondavano sulla destra, andando via con successivi scambi in profondità. Marchi giungeva fin sulla linea di fondo e di qui spediva al centro un pallone alto che era un capolavoro di precisione. Ad Armano, che era saltato fuori all’ultimo momento in posizione di mezz’ala sinistra, non rimaneva altro da fare che protendersi verso l’alto e spedire di testa ed inesorabilmente in rete. Portava il totale a quattro a zero. Punto sul vivo, l’undici alessandrino reagiva con qualche decisione, non giungendo ad altro che a mettere in mostra le doti di prontezza e di colpo d’occhio del portiere avversario, Vieri. Si giungeva così al 21’ e si assisteva allora ad una prodezza della coppia Arce-Piaceri. Il primo lavorava per il suo «protetto», che stava in quel momento nella posizione di ala destra, attraversava diagonalmente il campo; Arce batteva, l’uno dopo l’altro, tre avversari e poi deponeva, come per un invito, la palla sul piede del compagno. Piaceri non si faceva pregare: rispondeva senz’altro con un tiro trasversale a mezza altezza di rara potenza e precisione. Al portiere dei grigi non rimaneva che raccogliere la palla nella sua rete per la quinta volta nell’incontro. La energica controffensiva degli ospiti portava i torinesi ben vicini alla capitolazione: i grigi mancavano per indecisione un punto che pareva già bell’e fatto. E, poco dopo, Vieri doveva prodursi in una grande parata su tiro di Vonlanthen. Ma, al 34’, una sesta rete veniva ad aggiungersi al già pingue bottino dei granata. Avevano segnato tutti, almeno una volta, gli attaccanti torinesi, meno Arce che, combinazione, era stato quello che si era prodigato nei tentativi più audaci. Arce riceveva sulla sinistra da Bertoloni ed a lunghe falcate, secondo il suo solito, si avviava sulla sua destra battendo uomo dopo uomo. Ad un dato punto pareva volesse servire nuovamente Piaceri, invece si fermava di colpo e di destro sferrava un tiro che non dava nessuna mercé a Stefani. Rallentava allora il ritmo dei granata ed i grigi potevano concedersi finalmente un serrate finale di discreta insistenza. Nel corso della medesima, proprio al minuto finale, il mediano Dorigo faceva partire un forte tiro. La palla colpiva Bearzot prima alla testa, poi su un braccio, e l’arbitro concedeva senz’altro la punizione massima. Dorigo stesso convertiva inesorabilmente. Era il punto della bandiera, per chi aveva perso secco. Giuoco inconcludente della Alessandria, evidentemente ancora molto a corto di preparazione, e bella partita, superiore ad ogni attesa, da parte del Talmone Torino. Erano in molti ad attendersi un piccolo disastro, per i granata. Successo pieno, invece, con uomini in eccellenti condizioni di forma: da Vieri in porta, passando per Bonifaci e Marchi, i due regolatori del giuoco, andando fino ad Arce e Piaceri, questo ultimo la rivelazione della giornata. Chi ben comincia… Con quel che segue. (Vittorio Pozzo, «Stampa Sera», 22 settembre 1958) Una partita senza molta storia questa conclusasi con la vittoria, tanto netta da sorprendere, dell’undici granata. Una partita presto decisa che, se da una parte ha visto il Talmone Torino imporsi ben più nettamente di quanto il risultato, per sé eccezionale, non dica, d’altro canto ha registrato il crollo dell’Alessandria, battuta in modo tale da non poter nemmeno avanzare qualche giustificazione scusante. I granata non hanno dovuto faticare per cogliere il loro primo successo. Anche in fase di assestamento, hanno dimostrato di aver percorso molto cammino lungo la via che potrà portarli ad una solida base di gioco, riuscendo a disporre a piacimento degli avversari. Ora è difficile dire se tanta fluidità di manovra, tanta abilità siano state la conseguenza logica di una preparazione accelerata e accurata o non siano piuttosto dipese dalla impossibilità degli avversari di fornire anche solo una prestazione mediocre. Resta il fatto che l’undici granata ha fornito una buona prova, dimostrando come il lavoro di Allasio sia servito a dare alla intiera squadra una impostazione di gioco che potrà risultare più o meno favorevole nel confronto con altre squadre di maggiore consistenza che quella grigia. De suoi uomini, Piaceri era il più atteso alla prova e l’ha superata più che brillantemente. Con una praticità ammirevole, il ragazzo ha mostrato di saper puntare a rete con sicurezza, inserendosi nel contempo anche nel gioco dei compagni. Arce ha costituito uno spettacolo a parte, volenteroso e preciso, e con lui è piaciuto Marchi, ammirevole nel lavoro di ordinamento a centro campo. Armano, Bertoloni e gli altri uomini della difesa non sono stati da meno, anche se andranno rivisti impegnati in un compito meno facile. L’Alessandria ha deluso anche chi già poco pretendeva dopo quanto le gare precampionato avevano detto. Si tratta di una squadra ancora senza gioco che raramente riesce a mascherare le sue deficienze grazie alla buona volontà di pochi dei suoi uomini di punta. Mancata all’attacco, dove Vonlanthen non è praticamente esistito e dove Lorenzi solo a tratti ha saputo rendersi pericoloso, le sue possibilità sono rimaste affidate ad Oldani, un ragazzo dalle ottime idee ma troppo solo per poterle svolgere felicemente. In difesa, la relativa marcatura dei difensori ha finito per dare via libera ai granata ogni qualvolta questi hanno insistito all’offensiva. La gara è praticamente vissuta attraverso la sequela delle reti. La prima è seguita immediatamente all’unica azione pericolosa dell’Alessandria: al 19’, un tiro di Oldani aveva infatti sorpreso Vieri e solo l’intervento in extremis di Tarabbia aveva salvato un gol certo. Al 20’ Armano allungava a Piaceri solo sul limite dell’area di rigore: l’esordiente granata mandava in rete imparabilmente. Al 23’ un palo colpito da Bertoloni, poi al 27’ era Marchi a lanciare Armano appostato a fondo campo. Da qui la palla era mandata a spiovere in area, dove Bertoloni, con un colpo di testa, la spediva in rete. Al 32’, la terza rete ad opera di Tony Marchi che, con un tiro violento, batteva nettamente Stefani. La ripresa era anche di marca granata. All’11’ un centro di Marchi era raccolto da Armano che di testa segnava ancora. Poi, dopo una parata di Vieri su punizione battuta da Tacchi, era Piaceri a segnare al 21’, raccogliendo un esatto passaggio di Arce. Infine, era il «guaranì» a mettere a segno la sesta rete al 33’, andato a rete solo, dopo aver scartato anche Stefani uscito dai pali. Al 45’, un tiro di Oldani era intercettato con la mano in piena area da Bearzot. Rigore, che Dorigo realizzava facilmente. (Franco Bernardi, «Corriere dello Sport», 22 settembre 1958) Soddisfazione del pubblico granata che temeva una possibile insofferenza del proprio undici alle caratteristiche del nuovo terreno sul quale sarà d’ora in avanti chiamato a giocare. Tutti hanno potuto invece notare come il Talmone Torino può riuscire a far gioco anche sul rettangolo dello stadio Comunale. Al senso euforico prodotto da tale constatazione, i tifosi hanno aggiunto anche la piacevole sorpresa di aver visto i tre esordienti della compagnia funzionare egregiamente di fronte alle difficoltà della massima serie. Il portiere Vieri, il centromediano Tarabbia e il centravanti Piaceri non sono per nulla apparsi impacciati o intimoriti dal fatto di giocare in una categoria nella quale facevano tutti e tre il loro debutto. Che, si ripete, esso è apparso abbastanza felice. Era molto tempo che la squadra granata non otteneva una affermazione tanto franca ed un punteggio così concreto: e tutti ne hanno tratto conclusioni di buon auspicio. Sulla legittimità del successo, non può estendersi ombra di dubbio: sulle proporzioni inusitate si potrebbe però affermare che gli avversari alessandrini hanno offerto una discreta collaborazione ai padroni di casa, rivelandosi ancora non in perfette condizioni e purtroppo anche difettanti di intesa: sia tra uomo e uomo (e questo deve intendersi specialmente per il quintetto attaccante) che tra reparti. L’Alessandria ha forse erroneamente impostato l’incontro su una tattica di tipica difensiva: ali piuttosto arretrate, lasciando il compito di puntare verso l’area avversaria unicamente al terzetto centrale. Se n’è avuto come conseguenza che i terzini del Talmone Torino hanno quasi in permanenza operato verso la mezzeria del campo, in posizione avanzata rispetto ai due laterali Bearzot e Bonifaci, i quali hanno così avuto facile compito di prodursi – assieme al buon tattico italoinglese Marchi – in ripetute azioni di coordinamento e di lanci, quasi tutti bene sfruttati dagli uomini del reparto attaccante. Impegnati quasi di continuo a difendersi, gli alessandrini, nelle pur numerose volte che hanno abbozzato contrattacchi, si sono trovati la via sbarrata dalla copertura efficace del Talmone Torino. L’incontro si è iniziato con i granata che hanno subito assunto l’iniziativa; ma le azioni, per un certo periodo, sono rimaste in quasi perfetto equilibrio. Soltanto al 20’ di gioco lo scattante Piaceri ha brillantemente sfruttato un buon allungo da metà campo, sul corridoio centrale, operato da Armano; il giovane si è lanciato sulla palla, colpendola in corsa circa all’altezza del limite dei sedici metri. Tiro secco e radente; Stefani, sorpreso, ha dovuto incassare la bellissima segnatura, la quale ha suscitato il tripudio di un folto gruppo di sportivi saliti a Torino da Camaiore, paese natale del giovane neo-granata, per assistere alla sua prima partita nella massima serie. Al 28’ era l’accorto Marchi che allargava ad Armano, spostatosi a sinistra. Il conseguente perfetto traversone era magistralmente raccolto, di testa, da Bertoloni e inviato alle spalle di Stefani. Cinque minuti appresso era Bertoloni – sempre attivo e generosi nei suoi spunti – a scendere veloce lungo la propria zona d’operazione; passaggio corto a Marchi che, con tiro aggiustatissimo, segnava la terza rete. Verso il termine del tempo, Tacchi sferrava un tiro secco che finiva tra le mani di Vieri. La ripresa non cambiava gran che fisionomia. All’11’, altro gol torinese: era Piaceri che passava a Marchi verso destra, l’interno granata mandava a sua volta al centro una palla dosatissima che Armano, saltando tempestivamente, di testa metteva a segno. Al 21’, nuova prodezza di Piaceri, che sfruttava mirabilmente un invito di Arce e realizzava la quinta segnatura. L’ultima rete dei granata era opera di Arce, al 34’, dopo un movimentato duetto con Bertoloni; il fantasioso sudamericano scartava abilmente Snidero, costringeva Stefani ad uscire evitandolo di bravura e segnando a porta sguarnita. La fine stava per giungere quando i grigi, in un affannoso nuovo contrattacco, entravano in area, Dorigo tirava secco e colpiva casualmente la mano di Bearzot. L’arbitro accordava subito il rigore che il medesimo Dorigo si incaricava di trasformare. (Umberto Maggioli, «La Gazzetta dello Sport», 22 settembre 1958) Con un punteggio sonante che non ammette alcuna discussione, il Talmone Torino ha conquistato i primi due punti del campionato. I granata non solo hanno vinto segnando sei reti alla sfuocata compagine alessandrina, ma hanno messo in mostra un gioco veloce, piacevole, a tratti addirittura di alta levatura tecnica. Più felice, insomma, non poteva essere l’esordio della squadra torinese e miglior sorte non poteva sperare il nuovo allenatore della squadra, Allasio. Il punteggio, seppur cospicuo, avrebbe potuto assumere proporzioni ancora più vistose se, nel primo tempo, a portiere ormai battutissimo, la traversa non avesse respinto un tiro fortissimo di Bertoloni e, soprattutto, se nel secondo tempo gli avanti torinesi, ormai paghi del risultato largamente raggiunto, non avessero indugiato nel far dell’accademia. Comunque, come dicevamo, il nuovo Talmone Torino ha dimostrato di essere una squadra degna della maggiore considerazione. Dopo un quarto d’ora di gioco stagnante a metà campo, è stato il Torino a correre un serio pericolo. Si era al 18’ quando Oldani indirizzava un traversone intelligente verso l’area di rigore. La intera difesa granata, colta di sorpresa, era tagliata fuori, ma Lorenzi (l’ombra ormai del giocatore che conoscevamo), solo davanti al portiere, non è riuscito ad insaccare. Punta sul vivo dal pericolo corso, la squadra torinese è apparsa da questo momento trasformata e un minuto dopo giungeva al successo. Era proprio Piaceri che, da venti metri, calciava rabbiosamente verso la porta un pallone che, nonostante il tentativo di Stefani, si insaccava nell’angolino destro. Altri due goals, nel giro di pochi minuti andavano ad ingrossare il bottino. Al 26’ l’azione partiva da Marchi, il quale effettuava un traversone lungo la intera area del campo per lanciare Armano. L’ala destra raccoglieva il pallone e avanzava in serpentina scartando due avversari. Giunto all’altezza della bandierina. Armano effettuava un centro teso a mezza altezza, sul quale si tuffava di testa Bertoloni mettendo nel sacco. Goal bellissimo e 2-0. Sei minuti dopo, altra rete. Arce, dal centro campo, lanciava Piaceri il quale, a sua volta, metteva in moto Marchi. Con rara freddezza e preciso calcolo, l’italoinglese avanzava di pochi passi e con un secco tiro batteva irrimediabilmente Stefani. La ripresa veniva a confermare la netta superiorità del Torino. Dopo alcune schermaglie e alcune belle azioni dei padroni di casa, veniva, al 10’, la quarta rete. Era ancora Piaceri a servire Marchi il quale spiattellava in area una palla che Armano non si faceva sfuggire e realizzava da pochi passi. Al 20’, il secondo goal del giovane centravanti: Piaceri raccoglieva al volo un magnifico passaggio di Arce e insaccava con una cannonata di rara potenza. Giunti a questo punto, tutti gli attaccanti granata avevano segnato ad eccezione di Arce. Il pubblico chiedeva a gran voce il punto del mezzo destro e la squadra collaborava a questo scopo. E finalmente, al 33’, la rete di Arce veniva. È stato proprio un goal tutto suo, in quanto il giocatore, raccolta la sfera a tre quarti di campo, si produceva in una serie di finte e di scatti brucianti, superando prima un mediano e poi il terzino Nardi. Giunto a pochi passi da Stefani, invitava il portiere all’uscita ed entrava in rete con la palla. La gara si trascinava stanca verso il finale quando, proprio al 90’, per un fallo involontario di Bearzot, l’arbitro concedeva un rigore realizzato da Dorigo e che permetteva ai grigi di segnare il punto della bandiera. (Marcello Carli, «l’Unità», 22 settembre 1958) UMILIANTE SCONFITTA SUBITA DAI GRIGI A TORINO Domani i “grigi,, chiamati alla prova d'appello contro la forte e tecnica Fiorentina È inutile rifare la cronaca della partita Torino-Alessandria, già commentata da tutti come una prestazione umiliante, una cosa pietosa. Nelle nostre note di sabato scorso avevamo posto in evidenza il complesso di errori in tema di organizzazione tecnica, errori che avevano messo la nostra squadra alla mercé della Fedit di Roma. Avevamo accennato al giocatore Passarin che risultava, tra gli acquisti, ancora sull’Aventino e si allenava sfiduciato. Si pensi che non è mai stato incluso durante le partite di allenamento nei reparti della prima squadra, per prepararlo ad amalgamarsi coi compagni nel caso di una sua utilizzazione; prove che avrebbero anche servito a giudicare se era o meno all’altezza tecnica e di rendimento richiesta. Così facendo, vi sarebbe anche stata la possibilità di presentare giustificati motivi ed eventualmente di irrigidirsi circa le pretese del locatore per il premio d’ingaggio. Non vantiamo la priorità di aver segnalato (nella forma attuale della nostra squadra) il giocatore Passarin come il più indicato a sostituire Tagnin, uomo di centro campo, indispensabile per una squadra che applichi la tattica del terzino libero, perché sugli spalti del Moccagatta, durante gli allenamenti intersettimanali, decine di sportivi «brontoloni» avevano già notato che il giocatore interista era l’uomo indicato a tamponare, se non proprio a risolvere, le eventuali falle della retroguardia alessandrina. È stato pure un errore tecnico pretendere che Vonlanthen e Manenti potessero svolgere il compito di uomini di «impostazione»: occorrono delle doti di fiato, scioltezza di movimenti e velocità negli spostamenti, qualità che i due giocatori purtroppo non hanno: dovrebbero entrambi essere «riforniti» per svolgere le azioni conclusive, e non fungere da rifornitori. A Torino, dopo la segnatura della quinta rete dei granata, Pedroni, aperte le braccia, si è rivolto al portiere Stefani come per dire: «Ma cosa fai?». Forse Pedroni, che durante la settimana aveva sudato quattro camicie per allenare il portiere, ha commentato tra sé: «Ne valeva la pena?». All’inizio della partita col Torino la nostra difesa eseguiva i «passaggini» in area, con eccessiva sicurezza. Tacchi aveva dimenticato di indossare la maglia grigia e dava la palla ai granata; Nardi, in una rimessa di rimando della palla in area serviva, nel vero senso della parola, Arce sulla linea dell’area di rigore come per dire: «Segna, se ne sei capace: provaci!». Pareva che l’Alessandria volesse imitare il gioco del gatto con il sorcio, ma dopo il «raté» da oltre venticinque metri di Piaceri, il Torino è diventato gatto e l’Alessandria sorcio. Ad Alessandria si è sempre avuto un eccessivo timore nell’immettere i giovani in squadra (quest’anno finalmente ha esordito Oldani); noi pensiamo che se Filini giocava nel Torino, sarebbe stato incluso in squadra come è stato fatto per Piaceri. Questo ragazzo ha costituito la meraviglia e la gioia dei dirigenti del Torino, dando una infinità di dispiaceri agli alessandrini. Ironia del caso: l’Alessandria è stata sconfitta per 6-1, mentre ha chiuso in vantaggio nei calci d’angolo: 12-2. Si dirà: «Come mai?». Qualcuno ha detto: «Con Marcellini in squadra, tre palloni non sarebbero entrati in rete. Con il portiere del Torino a difesa della nostra rete avremmo vinto per 2-1, perché Vieri ha parato due tiri micidiali, troppo difficili per Stefani. E i «se» e i «ma» concludono con il rilevare che quando il Torino era costretto in angolo, nessun giocatore aveva l’incarico di marcare, con astuzia, il portiere. Si deve forse scrivere a Carcano, per chiedergli come un attaccante deve fare per ostacolare l’uscita del difensore avversario? (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 27 settembre 1958) RISULTATI: Bari-Bologna 0-0 Fiorentina-Lanerossi Vicenza 3-1 Genoa-Napoli 3-3 Lazio-Sampdoria 1-0 Milan-Triestina 2-0 Padova-Roma 3-3 Spal-Juventus 0-0 Udinese-Internazionale 1-3 CLASSIFICA: Fiorentina, Internazionale, Lazio, Milan, Talmone Torino 2; Bari, Bologna, Genoa, Juventus, Napoli, Padova, Roma, Spal 1; Alessandria, Lanerossi Vicenza, Sampdoria, Triestina, Udinese 0. MARCATORI 3 gol Angelillo (Inter) 2 gol Abbadie (Genoa), Galli C. (Milan), Mariani (Padova), Montuori (Fiorentina), Piaceri (Torino) 1 gol Arce (Torino), Armano (Torino), Bertoloni (Torino), Bertucco (Napoli), Bettini L. (Udinese), Cervato (Fiorentina), Da Costa (Roma), Di Giacomo (Napoli), Dorigo (Alessandria), Loiodice (Roma), Maccacaro (Genoa), Marchi (Torino), Menti (L.R. Vicenza), Novelli C. (Napoli), Prini (Lazio), Rosa (Padova), Zaglio (Roma) Il punto sul campionato Oltre 200 mila spettatori incita prima giornata del torneo L'Inter, la Juventus e il Torino nei tre episodi salienti del campionato A Udine i nerazzurri hanno ottenuto l'unica vittoria fuori campo - Inatteso pareggio dei juventini a Ferrara Con il 6-1 sull'Alessandria i granata hanno riportato il successo più vistoso - Giusta severità degli arbitri Il campionato è cominciato. E subito ha rotto gli argini, ed è straripato come interesse di pubblico. Quarantacinquemila persone a Roma, quarantamila a Bari, trentacinquemila a Milano, trentamila a Genova, più di ventimila a Torino ed a Ferrara: un complesso di poco meno di duecento e trentamila spettatori sui nove centri sui quali si disputavano partite della categoria maggiore. Questo sta a dimostrare che lo sport della palla rotonda esercita pur sempre una straordinaria attrazione Viva era la curiosità di vedere il grado di efficienza in cui si sarebbero presentate le squadre maggiori e minori, dopo le modificazioni apportate alla loro struttura nel corso dei mesi estivi. E le sorprese non si seno fatte attendere. Sorprese non spettacolose, intendiamoci, ma sempre risultati non corrispondenti alle previsioni. Quattro vittorie casalinghe, quattro esiti di parità, ed una sola vittoria in campo esterno, starebbero u dimostrare che un certo equilibrio di valore fra i diciotto contendenti esiste. A vincere fuori casa è stata l'Internazionale sola, che ha piegato per tre reti a una i friulani dell'Udinese sul loro terreno. A realizzare questo unico successo esterno della giornata, è stato l'argentino Angelino, che diventa così il primo capolista, nell'ordine cronologico, dei tiratori scelti della competizione, seguito dall'uruguaiano' Abbadie, dall'argentino Montuori, dal romanista Galli, dal patavino Mariani, e, come vedremo in seguito, dal novellino granata Piaceri, con due reti per ognuno. La notizia di quella che viene considerata come la sorpresa maggiore della giornata, giunge da Ferrara. Qui la Juventus non ha potuto superare lo Spai, ed ha dovuto accontentarsi di un risultato in bianco. Mancavano di Sivori, colto da febbre, i bianconeri, e ad un dato punto della partita hanno avuto Muccinelli azzoppato. Ma d'altra parte essi, dopo poco più di mezz'ora di giuoco hanno potuto operare in undici contro dieci, per essere stato uno dei terzini ferraresi espulso dal campo a seguito di un fallo più antipatico che veramente pericoloso a danno di uno degli attaccanti torinesi. La squadra campione ha giuocato al di sotto del suo livello migliore — al di sotto, per esempio, di quello che aveva raggiunto nel primo tempo dell'incontro amichevole che aveva sostenuto colla Fiorentina mercoledì scorso. Colla sua mancanza dì continuità l'undici capitanato da Boniperti, pare voglia dare subito, fin dall'inizio della competizione, ragione a coloro che sostenevano e sostengono che la Juventus avrà a che fare quest'anno con difficoltà superiori a quelle della stagione scorsa per vincere il Campionato — se pur lo vincerà —. Per intanto essa non ha incominciato, come dodici mesi or sono, balzando in testa: ha ora cinque unità davanti a sé in classifica: Internazionale, Milan. Lazio, Talmone-Torino e Fiorentina. Un piccolo handicap, ma sempre un handicap, come si dice in linguaggio ippico. Già: ci sono i granata torinesi, fra i primi cinque. E questa costituisce pure una sorpresa, per il pubblico della nostra città, ma nel senso favorevole del termine. Il Talmone Torino ha battuto, allo Stadio comunale, che è diventato il suo campo oramai, l'Alessandria per sei reti a una. E nessun incide» > ha turbato lo svolgimento della gara, anzi l'andamento del giuoco giustifica e corrisponde perfettamente all'esito della partita. Undici uomini che si sono portati egregiamente tutti quanti, quelli in maglia granata, con, in più, il fatto gradito dell'elemento più giovane, il centro avanti Piaceri, che si è comportato in modo promettente e che ha segnato due delle sci reti della sua squadra. Era stato fatto oggetto di tali e tante critiche l'undici torinese — anche a seguito delle scadenti prove fornite nel corso della preparazione — che la celiente esibizione che coincide coll'apertura del campionato ha meravigliato e soddisfatto l'intero ambiente torinese. L'ima in un senso e l'altra nell'altro, fanno parlare di sé fin dai primi passi della competizione, le compagini della nostra città. Come secondo compito i granata dovranno ora recarsi a Genova, contro la Sampdoria che ha perso domenica di stretta misura a Roma, ad opera della Lazio. Ciò, mentre l'Udinese, unica squadra sconfitta in casa, sarà ospite dei bianconeri, i quali però saranno chiamati ad affrontare domani sera mi veste di Campioni d'Italia, il Wiener Sport Klub, in gara eliminatoria per la Coppa d'Europa. Gravi incidenti — ad eccezione di un duro colpo alla testa subito da Milani — non hanno turbato lo svolgimento della prima giornata di campionato. Le Istruzioni' di maggiore severità impartite agli arbitri in occasione dell'apertura della competizione, hanno avuto per conseguenza la distribuzione in giro di chiane calci di rigore, nonché l'espulsione di tre giocatori per falli volontari e pia Come era logico, questa aumentata severità non è piaciuta- al pubblico, che ad essa non è abituato. Noi applaudiamo ad essa, invece. Bisogna che gli spettatori delle nostre partite si abituino alla rigidità dei concetti arbitrali, se vogliono assistere ad incontri regolari, a prove cioè in cui anche i soli atti di prepotenza vengano puniti e repressi. (La Stampa - Vittorio Pozzo)