Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1958/1959
Serie A
05-10-1958 - Giornata: 3 - Ferrara - Comunale


S.P.A.L. - Alessandria US 1 - 1 (0 - 0)
RETI: 87. rig. Broccini P. [S.] 73. Manenti M.[A]

Alessandria US Cuman Pacifico, Nardi Aldo, Boniardi Umberto, Snidero Cirano, Pedroni Franco, Girardo Antonio, Castaldo Ercole, Manenti Michele, Oldani (II) Tullio, Dorigo Aldo, Passarin Roberto All.: Pedroni Franco

Formazione avversaria
S.P.A.L.: Maietti; Malatrasi, Lucchi; Gasperi, Ferraro, Dal Pos; Vitali G., Pandolfini, Orlando, Broccini, Morbello. All.: Baldi (III) Fioravante.

Arbitro: De Marchi Bruno (Pordenone)
Note
Espulso: 89’ Castaldo [A]. Ammonito: Manenti [A]. Angoli: 7-2 (3-1). Spettatori: 11.000. Tempo sereno, terreno ottimo. Inizio gara ore 15:30.

Commento
L'Alessandria meritava il successo PER UN DUBBIO RIGORE LA SPAL RIESCE A RAGGIUNGERE I GRIGI Un vistoso errore dell’arbitro De Marchi di Pordenone ha tolto all’Alessandria, sul campo della Spal, la prima meritata vittoria di questo campionato. Il direttore di gara, forse non ben attento all’azione, forse ingannato dalla «scena» abilmente recitata dal centravanti ferrarese Orlando, ha ravvisato gli estremi del calcio di rigore in un’occasione in cui tali estremi assolutamente non esistevano. Si era a due minuti dalla fine della partita, Broccini ha realizzato la massima punizione e l’Alessandria, che conduceva per uno a zero grazie al goal segnato da Manenti al 27’ della ripresa, ha visto sfumare ingiustamente il prezioso successo. L’episodio che ha dato all’incontro una conclusione non rispondente all’andamento del giuoco si è verificato, come abbiamo detto, al 43’ della ripresa. Il portiere alessandrino Cuman è saltato per bloccare in presa alta un innocuo pallone e quando già l’estremo difensore aveva la sfera tra le mani e ad azione quindi finita, si è prodotto uno scontro fra Pedroni, che si trovava davanti al portiere, e il centravanti emiliano Orlando. Il numero 9 della Spal, in netto ritardo sul pallone, è andato a cozzare contro il centromediano grigio, che si è limitato a resistere all’urto. Orlando è caduto a terra a due metri dalla porta, rimanendo inanimato, e l’arbitro, malgrado le proteste dei grigi, ha decretato il «penalty» che ha salvato la Spal dall’ormai certa sconfitta. La squadra di Pedroni, dopo i vistosi insuccessi con un Talmone Torino in vena e con la grande Fiorentina, si è trovata finalmente di fronte a una avversaria della sua categoria – di quelle cioè che aspirano solo a non retrocedere – e la ha dominata con le sue stesse armi della difesa stretta e del contropiede. Pedroni ha infittito il più possibile lo sbarramento davanti all’area di rigore, operando come difensore libero alle spalle di tutti dopo aver affidato a Girardo il controllo del centroavanti Orlando e aver ordinato una posizione permanentemente arretrata anche a Dorigo e a Passarin. Questa tattica non sarebbe servita a nulla all’Alessandria di qualche settimana fa, impreparata e sfiduciata. Ma il progressivo miglioramento della condizione atletica e la decisa volontà di riscossa di tutti i giuocatori hanno permesso ai grigi di attuare il loro catenaccio con risultati assai più positivi del prevedibile. La Spal, che ha pareggiato, difendendosi, con la Juventus e ha vinto, sempre difendendosi, a Trieste, si è trovata a disagio contro una antagonista che la costringeva ad attaccare. La prima linea biancoazzurra, complice la giornata contraria di Vitali e Broccini, ha pasticciato a lungo senza riuscire a districarsi dai mille ostacoli che sorgevano sul suo cammino. L’unico che dimostrava una certa chiarezza di idee era l’ex grigio Morbello, al quale però Nardi montava una guardia strettissima. Soltanto due volte la Spal è riuscita, nel primo tempo, a minacciare la rete di Cuman: al 15’, quando un errato rinvio di Girardo si è trasformato in un lancio a Orlando che, giunto in area a contatto con Pedroni, è incespicato sulla palla al momento del tiro, e al 20’, quando Cuman, caricato da Vitali, ha perso il pallone e l’affannosa mischia a mezzo metro dalla linea si è conclusa con un calcio d’angolo. Nella ripresa, il giuoco è continuato sugli stessi binari, forse con una maggiore aggressività da parte della Spal. Al 10’ Cuman (il migliore degli alessandrini con Nardi, Pedroni e l’esordiente Passarin) ha deviato oltre il fondo con una grandissima parata un tiro di Vitali, respingendo quindi di pugno anche il calcio d’angolo. Poi la folata offensiva della Spal si è progressivamente spenta e l’Alessandria, sempre lucida nei suoi tentativi in contropiede e arcigna nel suo giuoco difensivo, si è costruito il goal che avrebbe potuto garantirle la vittoria. Al 26’ una azione Snidero-Dorigo-Manenti si è conclusa con un tiro dell’interno destro che ha mandato il pallone a stamparsi sulla traversa. Il giuoco è proseguito e l’Alessandria ha ottenuto una rimessa laterale. Da Dorigo la palla è andata sulla sinistra a Oldani, che ha messo rasoterra al centro dell’area. Manenti è sbucato in corsa dietro un terzino e ha segnato imparabilmente. Si assiste ora al convulso ma improduttivo serrate della Spal, a cui l’arbitro dà involontariamente un aiuto a due minuti dalla fine assegnando ai ferraresi il rigore inventato, già descritto all’inizio. Dopo il goal del pareggio di Broccini dal dischetto degli undici metri, l’atmosfera si fa nervosa. L’alessandrino Castaldo ha un gesto di reazione a un fallo di Lucchi e il direttore di gara, temendo il peggio, lo espelle. Poi De Marchi fischia la fine, sanzionando un pareggio di cui lui, con il suo involontario errore, è stato il principale protagonista. (Gianni Pignata, «Stampa Sera», 6 ottobre 1959) Una inutile carica di Pedroni al centroattacco spallino Orlando, a quattro minuti dalla fine, ha visto svanire il successo pieno della squadra grigia sul campo spallino. Infatti, l’arbitro, quasi allo scadere del tempo, mentre l’Alessandria conduceva con un gol di scarto, decretava giustamente il calcio di rigore dal dischetto bianco, che Broccini trasformava in rete con un eccellente tiro carico di dinamite e scoccato con una furba finta che spiazzava il pur bravo Cuman. Delusione tra i grigi alessandrini ed esultanza sugli spalti dai quali i tifosi spallini stavano sfollando con una rumorosa espressione di delusione. In verità, la vittoria dell’Alessandria sarebbe suonata come una beffa, poiché l’undici di Pedroni ha offerto veramente una prestazione assai scadente e da dimenticarsi presto. Per ottanta minuti su novanta, i piemontesi se ne sono stati rinchiusi nella loro area di rigore, affidandosi solo a quattro o cinque azioni di contropiede che comunque sono state condotte assai pericolosamente da uomini come Manenti e Oldani, assai scattanti e incisivi. L’Alessandria ha vissuto in virtù di una mediana di ferro, nella quale ha giganteggiato il suo capitano Pedroni che è stato certamente il miglior uomo in campo, anche se la sfortuna ha voluto che fosse proprio lui a procurare alla sua squadra il famoso fallo da rigore. La mediocrità dei terzini è stata così in gran parte attenuata dalla mediana, impostata però su uno schema esclusivamente difensivo. Gli uomini di Pedroni hanno dimostrato di non avere neppure l’ombra di un quadrilatero, in quanto i due laterali si sono assunti il compito di vigilare i vertici dell’area di rigore, tenendo di mira Pandolfini e Broccini, come sempre insidiosi e pronti nel tiro a rete. In queste condizioni, si è trovata subito impacciata. Le ragioni devono individuarsi nella scadente prestazione di alcuni uomini quali Gasperi e Dal Posa nella zona mediana del campo e Morbello e Orlando all’attacco, del tutto incapaci di penetrare nelle retrovie alessandrine. Ammonito Manenti nel primo tempo; nel secondo tempo Dal Pos si è prodotto uno strappo muscolare ed è uscito per due minuti. Al 44’ è stato espulso Castaldo per un fallo su Lucchi. (Lino Cristofari, «Corriere dello Sport», 6 ottobre 1959) Una partita da 0-0 che si è risolta con una rete per parte. Il che non vieta che si debba parlare in tono decisamente negativo per entrambe le squadre colpevoli, l’Alessandria di aver fatto di tutto per togliere ogni sapore al gioco del calcio, la Spal di non aver saputo trovare la formula adatta per scardinare la distruttrice difesa avversaria. L’incontro è vissuto in vuota monotonia fino al 27’ della ripresa, quando i grigi, dopo aver colpito la traversa, sono riusciti a passare in vantaggio. La reazione ferrarese non è stata gran che vivace, comunque la palla al 39’, su punizione di Broccini girata da Morbello e deviata dal petto di Nardi, è andata a colpire il palo. Al 42’, poi, su traversone di Gasperi, Pedroni, di spalla, ha spostato Orlando, il quel è caduto a terra, mentre Cuman bloccava la sfera: l’arbitro ha decretato il rigore trasformato con forte tiro angolato da Broccini. Subito dopo è venuta l’espulsione di Castaldo e quindi la fine senza ulteriori colpi di scena. Sul risultato non vale la pena di discutere: entrambe le squadre hanno fatto ben poco per guadagnarsi qualche cosa di più della divisione dei punti. Gli alessandrini, naturalmente, che erano riusciti insperatamente ad andare in vantaggio, hanno ragione di dolersi per quel rigore concesso a tre minuti dalla fine, anche perché De Marchi, il quale era sembrato piuttosto… largo di vedute, è divenuto all’improvviso severissimo proprio negli ultimi minuti. Il gioco è mancato del tutto: l’Alessandria ha tenuto costantemente Girardo quasi al fianco di Pedroni e Dorigo arretratissimo, facendo in più occasioni ressa davanti al proprio portiere, con Oldani unico effettivo uomo di punta. Dall’altra parte, gli spallini si sono essi pure mantenuti in una posizione arretrata, dettata evidentemente un po’ dalla paura del contropiede avversario ed un po’ dall’intenzione di partire da lontano per aprire maggiormente il gioco. Le mezze ali di conseguenza sono state il più delle volte sulla linea di metà campo o poco oltre, col risultato di lasciare solo soletto Orlando alle prese con numerosi avversari e senza possibilità di appoggiarsi all’indietro. Neppure sulle ali le manovre si sono sviluppate in velocità, sicché è riuscita a fare buona figura anche la modesta difesa dei grigi che all’inizio aveva dato l’impressione di poter essere facilmente superata. Vi è da aggiungere che nel primo tempo gli spaventi più grossi sono stati corsi proprio da Manenti, mentre Cuman ha dovuto impegnarsi solo in uscite alte, vendendo minacciato da un autentico tiro, nella ripresa, soltanto in una occasione. Si comincia al piccolo trotto in fase di studio: tutti stanno indietro e lo spettacolo langue. C’è un colpetto di testa di Morbello, poi un modesto tiro da lontano di Gasperi ed un salvataggio in corner di Nardi intervenuto deciso tra Cuman e Pandolfini su lancio di Morbello. Ancora due parate alte del portiere ospite su Pandolfini e Morbello, poi al 20’ un traversone di Pandolfini non viene trattenuto da Cuman: nasce una mischia a due passi dalla linea bianca ma non si va oltre un calcio d’angolo. Al 42’, cross di Castaldo raccolto di testa con forza da Passarin a breve distanza da Maietti il quale, con un guizzo prodigioso, riesce a respingere. Corner per i grigi al 43’: tira Castaldo e allontana di pugno Maietti; ributta in mezzo Snidero, rovescia Oldani e Manenti conclude alto. Al 5’, fortissimo tiro di Orlando ribattuto da un ginocchio di Pedroni e al 10’ gran tiro di Vitali che Cuman, con un bel volo, riesce ad alzare. Qualche mischia in area alessandrina; al 27’, però, un tiro di Manenti viene sfiorato da Maietti e respinto dalla traversa. La palla finisce a sinistra, ove Oldani la rimette al centro; Manenti raccoglie e segna da due passi. Sembra che il risultato non debba mutare, ma al 42’ viene l’episodio del rigore, poi l’espulsione di Castaldo. Terreno in ottime condizioni malgrado la pioggia caduta nella mattinata e fino a pochi minuti prima dell’inizio. Poi ha fatto la sua comparsa un debole sole. Lievi incidenti a Dal Pos e Orlando. Al 43’ del secondo tempo l’arbitro ha espulso Castaldo, reo di aver colpito Lucchi con un calcio. (Giorgio Contarini, «La Gazzetta dello Sport», 6 ottobre 1958) In «zona Cesarini» e su rigore, la Spal si è salvata nella partita odierna dalla disfatta. La squadra ferrarese, favoritissima alla vigilia, ha offerto una prova deludente contro la compagine alessandrina. [riga illeggibile] scarsa tecnica e [riga illeggibile] sia da parte della Spal che degli ospiti. I grigi, che per buona parte dell’incontro hanno giocato in difesa, sono andati per primi in vantaggio su tiro di Manenti, a pochi metri dalla porta. La Spal, che mai ha seriamente impegnato la difesa ospite, ha raggiunto il pareggio su tiro dal dischetto degli undici metri. Broccini, ha segnato con tiro teso in angolo. Il rigore, concesso con [parola illeggibile], è stata la conseguenza di un atterramento di Orlando in area da parte di Boniardi. Si sono salvati dalla mediocrità generale Maietti, Malatrasi e Morbello per la Spal, l’ottimo Cuman, Pedroni e Oldani per gli ospiti. («l’Unità», 6 ottobre 1958) DOMANI CONTRO IL PADOVA AVREMO LA COMPLETA RISCOSSA DEI GRIGI? Trovatasi con tre punti di vantaggio in classifica sull’Alessandria, la squadra ferrarese credeva di «maramaldeggiare», al pari del Torino e della Fiorentina. Il fatto di avere imbrigliato la Juventus nella prima partita di campionato ha dato la sicurezza ai ferraresi di poter disporre a piacimento della nostra squadra, mancante per giunta di Tacchi, Lorenzi e Vonlanthen. Poiché non sono i nomi che pesano sulla bilancia della partita, bensì il comportamento della squadra, Pedroni e compagni, che anelavano smentire le precedenti prestazioni negative, hanno serrato i ranghi, per dare segni di fattiva ripresa. La vittoria ai grigi non è sfuggita a due minuti dalla fine solo perché il direttore di gara, anziché espellere il simulatore Orlando – come era accaduto alcuni anni fa in Alessandria per il nostro centrattacco inglese – decretava il più inesistente dei calci di rigore. A dimostrazione di aver perduto il senso della misura, l’arbitro, per ricevere ancora un applauso dal pubblico ferrarese espelleva Castaldo, per un fallo discutibilissimo. A Ferrara i grigi sono stati i vincitori murali della partita, anche se le squadre sono apparse tecnicamente in ritardo. Siamo lieti di questa affermazione, che rimette l’Alessandria in carreggiata. Si noti che mancavano all’attacco tre uomini illustri, Lorenzi, Tacchi e Vonlanthen. Spostando Dorigo all’attacco e includendo Passarin quale uomo di centrocampo, si sono date a Manenti maggiori possibilità di concludere. Tutti i resocontisti delle partite di calcio hanno definito ingiusto il calcio di rigore concesso alla Spal. Solo i giornali di Milano non hanno rilevato l’incongruenza dell’arbitro De Marchi: evidentemente si tratta di miopia simulata, perché hanno pur visto che l’Alessandria… ha palesato modeste qualità tecniche. Il Torino e la Fiorentina, dopo aver maramaldeggiato contro la Alessandria (6 goals granata e 4 viola) si erano illuse di potere, con le scorpacciate, rinforzare le compagini. Domenica scorsa, entrambe le squadre citate sono state costrette al pareggio in casa, mentre l’Alessandria è stata defraudata della vittoria fuori sede. Se ne deduce che i troppi goals segnati ai grigi sono difficili da digerire! (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 11 ottobre 1958) RISULTATI: Fiorentina-Lazio 1-1 Genoa-Internazionale 4-2 Milan-Bari 4-2 Napoli-Sampdoria 3-2 Padova-Juventus 1-4 Roma-Triestina 1-0 Talmone Torino-Lanerossi Vicenza 1-1 Udinese-Bologna 1-1 CLASSIFICA: Milan 6; Fiorentina, Juventus, Roma 5; Bologna, Internazionale, Spal 4; Genoa, Lanerossi Vicenza, Lazio, Napoli, Talmone Torino 3; Sampdoria 2; Alessandria, Bari, Padova, Udinese 1; Triestina 0. MARCATORI 6 gol Angelillo (Inter) 5 gol Montuori (Fiorentina) 3 gol Danova G. (Milan), Loiodice (Roma) Il punto sul campionato Giornata di interessanti risultali nel torneo italiano di calcio Ha un doppio valore per la Juventus il successo ottenuto sul Padova La squadra bianconera ha allontanato il pericolo di una crisi ed è passata al secondo posto alle spalle del Milan - L'Inter sconfitta a Genova conferma le incertezze della difesa - Un prezioso punto per l'Alessandria - Contro lo sbarramento dei vicentini la difficile gara del Talmone Torino - Partita burrascosa a Firenze Cosi, dopo gole tre domeniche dall'inizio del campionato, vi. è un'unica squadra a pieno punteggio. E questa è il Milan, che ha battuto finora la Triestina ed il Bari in casa propria, ed il Napoli al Vomero, segnando nel complesso sette reti e subendone due: il Milan che, nelle previsioni della vigilia non emergeva proprio come uno dei favoriti. Vengono, subito dopo i rossoneri milanesi, la Juventus, la Fiorentina e la Roma, che sono incappate in un risultato pari per ognuna. Ed a queste quattro unità sono da aggiungere, nel ruolo delle ancora imbattute, il Bologna e la Spal. Sei squadre che non hanno conosciuto sconfitta finora. Le posizioni accennano così a delinearsi presto, nel campionato di quest'anno. Ciò, in contrasto coll'interesse della lotta; perché, più, la'fisionomia della classifica conserva carattere incerto e contorni indefiniti, e maggiore attrazione la competizione esercita sulla folla degli appassionati. Il Milan — citiamolo per primo, in onore del primato che al momento detiene — si è liberato del Bari a San Siro, con qualche difficoltà. Al riposo di metà tempo perdeva per uno a zero. Si risollevò in seguita, passando in testa, facendosi raggiungere ancora, ed imponendosi definitivamente nella ultima mezz'ora della partita. L'undici barese si è dimostrato comunque superiore all'attesa. Il Milan, che diventa cosi per il momento la squadra da battere, è atteso domenica prossima a Genova da una Sampdoria che, sul proprio campo è quanto mai agguerrita e battagliera. La Juventus ha superato l'ostacolo del Padova allo stadio Appiani. Al nome suo era stata intitolata la domenica. A seguito del rovescio subito quattro giorni prima a Vienna nella Coppa dei Campioni, avrebbe fatto comodo a parecchi, se i bianconeri, emozionati e scombussolati, si fossero fatti battere in questa occasione. Per Milano, Firenze e Roma sarebbe stato uno spettro che, proprio in inizio di campionato, si allontanava, o per lo meno, perdeva terreno. I torinesi incominciarono effettivamente la gara in tono timoroso, ed andarono presto in svantaggio. A dare loro, ani-, mo fu una prima autorete — dovevano essere due nel corso dell'incontro — da parte di un difensore patavino. Ma, da quel momento i juventini, rinfrancati e risollevati presero saldamente in mano le redini del gioco, e non le cedettero più. Conclusero anzi con una spettacolosa rete di Stacchini, il redivivo. Un po' enfatizzato dal duplice infortunio delle autoreti dell'avversario, il successo della Juventus comunque c'è stato e meritato anche. Esso era necessario alla squadra, in questo momento. Mancava, e mancherà forse ancora per una domenica Charles, e Nicole, il sostituente, non era ancora completamente rimesso da un precedente infortunio. Un nuovo rovescio, ol tre a rendere difficile la situazione di campionato, avrebbe potuto avere conseguenze incalcolabili per l'avvenire della compagine. Il momento era dei più pericolosi. E l'undici ha dato prova di coraggio e di fermezza d'animo, superandolo vittoriosamente. Ed una lode va tributata al riguardo agli anziani, Boniperti, Ferrari e Corradi, nonché al giovane Mattrel, che, col loro saldo contegno, hanno retto nel periodo iniziale creando le basi per il successo finale. Dovrà ricordarsi a lungo, di questa sua bella prova morale, la Juventus. Ora essa è attesa da incontro casalingo contro quel Napoli, ohe domenica, giocando sul proprio terreno, ha battuto dopo dura lotta e di stretta misura, la Sampdoria. Sarà un'altra prova difficile, per i bianconeri. Un altro incontro, oltre a quello di Padova, dominava la giornata: quello di Genova. Qui si trovavano di fronte l'undici che porta il nome della città e l'internazionale di Milano, Era la prima prova veramente difficile che i nero-azzurri fossero chiamati ad affrontare nel torneo. E l'hanno persa, per due reti a quattro, fornendo una chiara e palese conferma alle osservazioni che, fin dall'inizio della stagione, sul loro effettivo valore si facevano. Le risultanze che, per i milanesi, si possono trarre da questo collaudo genoano, sono infatti: attacco forte, e difesa debole. Il Talmone-Torino ha urtato domenica, sul suo terreno, in quel cieco ostacolo che è il catenaccio. Quella tattica cioè che si era giurato ohe non si sarebbe più vista sui campi nostri nella corrente stagione. Il Lane Rossi-Vicenda ha badato essenzialmente a difendersi, ha segnato per primo su un'azione di contropiede, e non si è fatto raggiungere che verso il termine della gara da un preciso ed astuto tiro di punizione partito dal piede di Arce. Per la prossima giornata, i granata torinesi sono attesi a Bari, e la prova non sarà proprio delle più facili. I rimanenti rilievi che si possono fare sulla terza domenica della competizione concernono l'Alessandria, che, contro la Spai a Ferrara si trovò a vincere per una rete a zero, e chiuse in pareggio solo per un calcio di rigore subito a tre minuti dal termine, ottenendo così il suo primo punto in classifica; e la partita di Firenze, dove, facendo centro sull'exallenatore della Fiorentina, i motivi polemici sono prevalsi, si sono avuti tre espulsi dal campo, e l'incontro, burrascoso anziché nò, è terminato senza vincitori né vinti. V'è da temere, che, malgrado tutte le buone premesse e promesse, di incidenti se ne vedano parecchi anche nel campionato di quest'anno. (La Stampa - Vittorio Pozzo)