Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1958/1959
Serie A
19-10-1958 - Giornata: 5 - Milano - San Siro


Milan AC - Alessandria US 5 - 1 (4 - 0)
RETI: 1. Schiaffino J. [Mi] , 15. Danova G. [Mi] , 20. Altafini J. [Mi] , 21. Danova G. [Mi] , 88. Altafini J. [Mi] 69. Oldani (II) T.[A]

Alessandria US Notarnicola Sergio, Nardi Aldo, Russoni Bruno, Snidero Cirano, Girardo Antonio, Boniardi Umberto, Castaldo Ercole, Manenti Michele, Oldani (II) Tullio, Dorigo Aldo, Passarin Roberto All.: Pedroni Franco

Formazione avversaria
MILAN AC: Ducati; Fontana, Zagatti; Liedholm (I) Nils Erik, Maldini C., Occhetta; Danova, Galli Carlo, Altafini, Schiaffino, Grillo. All.: Bonizzoni Luigi; D.T.: Viani Giuseppe Ferruccio.

Arbitro: De Robbio Francesco (Torre Annunziata)
Note
Rigore sbagliato: 72’ Liedholm I [M, parato]. Ammoniti: Grillo [M], Boniardi [A], Girardo [A]. Angoli: 3-1 (1-0). Spettatori: 25.000 (19.000 paganti, incasso L. 10.000.000 circa) nonostante lo sciopero dei tram a Milano Bella giornata di sole, terreno accettabile. Inizio gara ore 15:00. «L’Unità» attribuisce la rete dell’Alessandria a Passarin.

Commento
Dopo venti minuti, il Milan batteva l’Alessandria per 4 a 0. I commenti erano tutti intonati sullo stesso ritornello. «Qui i rossoneri, più scatenati che mai, marciando allo stesso ritmo, arrivano almeno a… 14 a 0 e battono tutti i record e fanno impallidire persino l’Inter, che otto giorni prima aveva instaurato il gioco dell’…otto sulla ruota di San Siro». Invece, l’Inter stava impallidendo per conto proprio a Firenze ed il Milan, inceppatosi il fluido meccanismo che lo aveva portato a furoreggiare, all’inizio, non seppe più ritrovare la giusta vena e soltanto in fine di gara riuscì ad ottenere una quinta rete con il troppo «ignorato» Altafini. L’impressione di un terremoto rossonero era stata favorita anche dal tremebondo esordio del portierino grigio, quel Notarnicola arrivato dagli Stati Uniti un anno fa e preso «in extremis» da Pedroni per sopperire alle lacune di Stefani (fuori forma) e di Cuman (infortunato). Notarnicola, infatti, fu il primo giocatore dell’Alessandria a toccare il pallone. In fondo alla propria rete, però. Andò così. Calcio d’inizio di Altafini a Liedholm, tocco a Galli, smistamento a Schiaffino, breve discesa «in libertà» assoluta fino al limite e tiro tagliato a lambire il montante. Gol da lasciare secchi. Erano passati esattamente sedici secondi dal via. Notarnicola, naturalmente, rimase secco. Un po’ i patemi dell’esordio, un po’ quel gol a freddo, per venti minuti buoni egli perse la trebisonda e quando si risvegliò già quattro palloni gli erano finiti nel sacco (senza illusione alcuna al presidente della sua squadra). Col passare del tempo egli si rinfrancò e fu autore di interventi pregevoli, alcuni dei quali addirittura brillantissimi, fra i quali anche il tuffo per neutralizzare un rigore piuttosto blando di capitan Liedholm. E il Milan? Sembrava dovesse spaccare tutto. Liedholm e Schiaffino, per quella ventina di minuti pirotecnici, fecero da impareggiabili registi. Poi anch’essi rallentarono. Per tutto il primo tempo, a dire il vero, i rossoneri spinsero a fondo, attirati dal miraggio di un punteggio-record. Nella ripresa, invece, apparvero più sbandati. Galli, che a Genova era parso quasi un secondo Boniperti, ha avuto una giornata grigia. Forse incomincia ad accusare la stanchezza. Grillo, ancora una volta, si è dimostrato poco utile al gioco combattivo, rallentando oltre il lecito l’azione e ritardando ogni passaggio. Ed il povero Altafini si dannava a smarcarsi, invano. I gol sono stati segnati da Schiaffino e da Altafini e Danova, una doppietta a testa. La difesa rossonera non è parsa un baluardo di sicurezza, con Maldini che ebbe un avvio di strane titubanze e con Ducati, portiere esordiente, che si fece sorprendere dall’unica azione risoluta dei grigi. Ancora in fase offuscata Fontana. Con tutte le sue lacune, il Milan continua ugualmente a mantenere il suo primato in classifica. E questo è il lato positivo che conta più di ogni altro. (Brunello Tanzi, «Sport Illustrato», 22 ottobre 1959) Troppo esaltante il prologo (rossonero) per passar sotto silenzio gran parte del match, assolutamente da etichettare come mediocre. Quattro reti in ventun minuti, pareva d’essere al Luna Park a tre colpi per cento lire. Il Milan scherzava, andava in gol con una disinvoltura più unica che rara. Ed il catenaccio dell’Alessandria (Girardo su Altafini, Dorigo laterale, Boniardi libero) veniva addirittura disintegrato. Una festa, per i paladini del Milan. Senonché, sul 4-0, Liedholm e la sua tribù tirarono il fiato. Giusto, se vogliamo. Ma la gente, dopo una simile premessa, non voleva rinunciare alla scorpacciata; e c’è rimasta male, specie allorché, nella ripresa, il Milan giostrò modestamente al piccolo trotto e mancò numerosi gol (persino un rigore, figuratevi!) e manovrò secondo i condannabili schemi accentranti il gioco d’offesa in un imbuto. Così si udirono anche dei fischi e l’Alessandria riuscì a cavare da una mezza papera di Ducati pure il gol dell’onore. Solo a due minuti dalla fine, Altafini siglò l’ultima rete e ciò attenuò parzialmente quel senso di insoddisfazione che era facile captare tra i paladini rossoneri. Il lettore a questo punto avrà diritto di chiedersi che cosa mai si vuole da questo Milan se non basta più, adesso, neppure 5-1 (e il primato in classifica, anche se in condominio). Ma per rispondere con esattezza, bisognerà anzitutto chiarire che l’Alessandria vista ieri a San Siro è ben poca cosa. Quasi niente. Diamo a Franco Pedroni – allenatore serio e capace – cento ed una attenuante. Lui non poteva giocare (e si sa quanto pesi la sua presenza nell’organizzazione difensiva); in più Lorenzi squalificato, Tacchi infortunato, Vonlanthen fuori registro. L’Alessandria di oggi forse non può concedere un titolare a chicchessia; figurarsi se poteva concederne quattro al Milan sul campo di San Siro. Si aggiungano poi la partenza-lampo dei rossoneri e le incertezze iniziali di un portiere ancora a corto d’allenamento (è appena rientrato dagli Stati Uniti); si capirà allora cos’era l’undici grigio. O meglio, cosa non era. L’azione del Milan, snodatasi irresistibile nella fase iniziale, è andata via via afflosciandosi, mettendo a fuoco quelle lacune che non si scoprono solo adesso e che bisognerà colmare perché le ambizioni rossonere (leggi scudetto) possono trovare piena legittimazione sul campo. Ed il problema numero uno, a parer nostro, è quello di sfruttare adeguatamente i numeri di Altafini, ché altrimenti sarebbe stato delittuoso spendere centoquaranta milioni per non trarne adeguato reddito. Parliamoci chiaro: Altafini non è certo un virtuoso del tocco e neppure un tachipsichico; però è forte, coraggioso, veloce ed ha un tiro che non perdona. Nel corso della partita di ieri l’avremo visto scattare non meno di dieci volte; e sempre inutilmente, ché il tocchettare asmatico degli altri rendeva vano il suo continuo smarcarsi, le sue esaltanti galoppate mozzafiato. E con tutto ciò due belle reti le ha pur messe a segno. E ancora: la tendenza delle ali a stringere sempre sul centro. È comprensibile che lo faccia Grillo, il quale estrema di ruolo non è e purtuttavia si adatta (o almeno tenta di farlo) con lodevole impegno; si giustifica meno in Danova, ragazzo di mezzi tecnici enormi e freddo esecutore in zona-gol. Anche perché sia Schiaffino sia Galli non sono interni che – vuoi per attitudini, vuoi per carenza di mezzi fisici – possano spaziare troppo oltre i confini del loro raggio d’azione. Ne consegue fatalmente che la manovra rossonera non ha il dovuto respiro ed anche il ritmo si fa allora più blando. Sono lacune, queste, alle quali si può ovviare. Ed in ciò sta la forza del Milan attuale: fate che Grillo, apparso in netta ripresa, si abitui al gioco d’ala; si catechizzi Danova a giostrare sull’estrema (e ieri lo ha fatto nella fase iniziale, con risultati strepitosi, a conferma dei tanti numeri che possiede; poi ha gigioneggiato troppo e s’è confuso con gli altri); fate infine che Galli e Schiaffino si cerchino meno tra di loro e tentino invece di fiondare in direzione del centravanti; vedrete allora che l’attacco rossonero potrà tradurre in atto ciò che ieri – a dispetto delle cinque reti di facile effetto – è parso ancora allo stato potenziale. Già perché è solo il grande attacco, a nostro parere, che manca a far grandissimo il Milan capoclassifica. La retroguardia, ora che ha ritrovato un Liedholm stupendo per forma ed intelligenza manovriera, nonché sorretto dalla condizione più idonea per orchestrare il gioco a centro campo, garantisce in assoluto o quasi. Perché Occhetta il compito suo lo svolge bene (anche se ieri, infortunatosi, ha reso assai meno del solito) e Maldini mediocentro – laureatosi internazionalmente a pieni voti a Saragozza – è in istato di grazia e ciò gli permette di esprimere una personalità tecnico-stilistica di primissimo ordine. Quanto ai terzini, che però ieri hanno snobbato un poco, Fontana è elemento di tutta sicurezza e Zagatti sta attraversando un periodo di gran vena. Discutibile Ducati? Vero. Ma, a parte il fatto che il titolare è Buffon (il Buffon di quest’anno, cioè il candidato numero uno per Parigi), sarebbe ingeneroso buttar la croce addosso al ragazzo, stavolta forse più sfortunato che colpevole. Un giudizio sull’Alessandria attuale non può far testo. Una difesa rocciosa ma lenta (Nardi la sola eccezione) con un portiere da registrare – è venuto fuori dopo il quarto gol, un po’… tardi, dunque – un Boniardi che è sì povero di scatto da risultare negato al compito di spazzatutto, un Russoni spigoloso ed acerbo. Due discreti laterali. L’attacco latita, ché Dorigo deve pensare a ciò che avviene alle sue spalle e Passarin non ha la necessaria personalità per imporre un gioco; nel tandem di destra, non ancora al meglio delle condizioni sia Manenti sia Castaldo (ed è auspicabile, per il bene della squadra, che la trovino in fretta). Oldani è parso abbastanza agile e sbrigativo; va seguito con attenzione. L’arbitro De Robbio, chiamato a dirigere la partita più facile di questo mondo, ha sbagliato l’inimmaginabile; e tecnicamente e psicologicamente. Non è ancora maturo – è chiaro – per la Serie A. Cronaca. Gol-record dopo venti secondi: Altafini a Liedholm, ancora ad Altafini, a Galli, a Schiaffino; pallonetto a parabola e «compare» Notarnicola è spacciato. Uno a zero! Il vantaggio troppo presto acquisito non sembra attenuare lo slancio aggressivo del Milan. L’Alessandria timidamente si affaccia all’area rossonera, concludendo con tiracci sbilenchi. Ducati si fa applaudire al 12’ per una presa alta in mischia conseguente a punizione. Seconda rete al 15’: assolo di Danova, che scatta, stringe sul centro e poi di sinistro, da una quindicina di metri, lascia partire un tremendo proietto; e per Notarnicola non c’è niente da fare. La terza, stupenda, al 20’: passaggio-capolavoro di Liedholm a Schiaffino; centro del «Pepe», testa implacabile di Altafini. La quarta al 21’: Schiaffino «pesca» di precisione Danova, il cui sinistro micidiale fa secco ancora una volta l’esterrefatto portiere grigio. Splendido assolo di Altafini al 24’: fuori di un metro la sua sventola. Bersaglio mancato da Danova al 26’. Ancora di Danova uno spunto fantastico al 34’: Notarnicola para a stento. Acrobatismo di Galli al 36’: fallita la porta di un metro. Idem al 40’. Rigorissimo al 41’: Girardo fa rotolare per le terre «Mazzola». L’arbitro concede una punizione dal limite (che non sorte esito). Mischie paurose davanti a Notarnicola. Un palo di Grillo. Infortunato Occhetta (scontro con Manenti) alla mezz’ora del primo tempo; il mediano rossonero, benché zoppicante, restava al suo posto. Tempo. Ripresa. Centro perfetto di Grillo al 1’: Danova manca in modo sensazionale il tiro al volo. Saetta di Danova al 7’: Notarnicola ferma con tuffo in presa. Su fiondata impeccabile di Liedholm, Snidero salva in rovesciata su Galli al 9’. Fucilata di Grillo su punizione al 10’: il portiere grigio ferma in due tempi. Persino Maldini tenta di concludere a rete, sia pure senza fortuna, al 12’. Zagatti (figuriamoci!) manca il gol da tre metri al 13’. 20’: di nuovo Zagatti – da cinque metri – sciupa la più facile delle reti. 21’: ancora un fallo da rigore su Galli viene bellamente ignorato dal mediocre arbitro salernitano. 24’: vien giù Nardi di gran carriera, crossa, esce Ducati, chissà perché, e Oldani, di testa, lo batte facile. 4-1. Sensazionale traversa di Schiaffino (su punizione) al 27’. Rigore (finalmente!) al 31’ per atterramento di Danova da parte di Russoni. Tira Liedholm, piano e centralmente, ed il portiere grigio respinge in tuffo. Al 35’ l’arbitro ferma il lanciatissimo Altafini per un ipotetico fuori gioco: cose da pazzi! Gran saetta (36’) di «Mazzola» respinta a pugni da Notarnicola. Ancora Altafini (di testa) su centro di Grillo al 38’: il guardiano grigio blocca con sicurezza. Ultima rete al 43’: Grillo lancia Altafini, il quale resiste alla carica di Boniardi, sfugge al placcaggio di Notarnicola e, dalla destra, infila in diagonale. È tutto. (Emilio Violanti, «La Gazzetta dello Sport», 20 ottobre 1958) L'ALESSANDRIA E' TRAVOLTA A SAN SIRO: 5-1 L’Alessandria è stata battuta dal Milan con il secco risultato di 5 a 1 al termine di una partita che ha avuto un inizio vivacissimo, per finire poi in un gioco arido e senza molte emozioni. Incompleta la squadra rossonera, che lamentava le assenze di Buffon e di Bean; senza Cuman, senza Pedroni, senza Lorenzi e senza Vonlanthen l’Alessandria. Si è cominciato con palla al Milan: da Altafini a Liedholm, a Galli a Schiaffino; il sudamericano ha tirato a parabola da oltre venti metri e la palla è finita in goal. Erano trascorsi esattamente 16”. Il portiere alessandrino Notarnicola, che era al suo esordio, ha raccolto sconsolato la palla in fondo alla rete. D’accordo che era anche un po’ colpa sua, ché il tocco di Schiaffino non è parso imprendibile, ma – siamo sinceri – in questo primo successo milanista ha avuto forse parte preponderante il destino, tutto a favore dei rossoneri. Il ventitreenne estremo difensore grigiazzurro è parso allora frastornato dalla situazione che man mano veniva a determinarsi davanti a lui; terzini e mediani parevano titubanti nelle entrate, mancava una vera organizzazione difensiva. Al 14’ Danova tirava da circa trenta metri: bersaglio raggiunto facilmente: 2 a 0. Al 19’ Schiaffino fuggiva sulla destra e centrava proprio nell’area del portiere; sarebbe stato facile toccare di pugno e respingere, ma Notarnicola è rimasto inchiodato al terreno e Altafini, di testa, ha mandato in rete per la terza volta. Due minuti dopo Danova, caracollando, ha lasciato di sasso Russoni (lui pure esordiente) e con l’esterno del piede ha segnato ancora una volta. 21’: Milan 4 Alessandria 0. Troppo facile per i rossoneri, tanto facile che viene logico non esprimere giudizio alcuno sui meriti reali della squadra capolista. La Alessandria, in questo inizio di partita, non ha avuto modo di organizzarsi in difesa. Il primo goal di Schiaffino l’ha colpita «a freddo», togliendo così ai piemontesi ogni possibilità di realizzare un qualsiasi preordinato concetto tattico. È presto detto che Notarnicola deve accollarsi tutto il demerito della situazione, ma il giovane portiere, appunto perché era all’esordio davanti ad un numeroso pubblico e nel vasto campo di San Siro, aveva bisogno di un po’ di aiuto, di incoraggiamento. L’emozione deve averlo tradito senza scampo. Inutile comunque discutere: la gara era ormai decisa e non sarebbe stato semplice per nessuno tentare una reazione atta a dare frutti concreti. Si è giocato – su entrambi i campi, per la verità – senza tanta convinzione. L’attacco del Milan faceva convergere la manovra al centro, dove Altafini non riusciva a trovare il momento giusto per il tiro in goal; Danova e Grillo, dal canto loro, preferivano l’azione individuale e su una di queste puntate appunto Grillo colpiva la base del montante. Al termine di una manovra di contropiede, Oldani, a portiere fuori causa, non sapeva deviare in porta un pallone facile. Poche emozioni nella ripresa. I milanisti, ormai paghi del successo, giocavano al rallentatore, ingigantendo così i difetti organici della squadra. Altafini ha bisogno di spazio per poter tirare in porta (è la sua dote migliore), ma il gioco stretto al centro annulla questa virtù del brasiliano. In questo periodo, Notarnicola ha avuto interventi buoni parando secchi tiri di Danova, di Grillo e di Altafini. Al 24’ l’Alessandria ha segnato con Oldani e poco dopo l’arbitro concedeva un rigore per fallo di Russoni su Danova. Liedholm ha cercato di sorprendere il portiere alessandrino con un tiro debole, ma Notarnicola ha parato facilmente. L’ultima rete del Milan è venuta al 41’: Grillo ad Altafini che, superati tutti i difensori grigiazzurri, ha deviato in goal; 5 a 1. Una partita strana, che non può far storia. Il Milan ha avuto il compito facilitato dalle circostanze, ma nonostante ciò la squadra ha palesato parecchi difetti. L’Alessandria sta attraversando un brutto momento, ma bisogna anche convenire che la fortuna non assiste l’undici piemontese. È chiaro che il problema dell’Alessandria verte principalmente nella difesa ed è in questo settore che conviene operare e in tutta fretta. Si parla di Varglien, ai pensa anche a Nay (pare che i dirigenti preferiscano il più giovane granata), ma occorrerà non dimenticare neppure il portiere. Qualcuno ha parlato di fortuna dopo l’1 a 1 contro la Spal; però, poiché in quella partita gli alessandrini hanno lamentato la disavventura di Cuman (il quale ne avrà per oltre 40 giorni), bisogna dire che la gara di Ferrara ha portato forse il guaio più serio, l’incidente a cui sarà più difficile porre rimedio. (Giulio Accatino, «Stampa Sera», 20 ottobre 1958). Un «catenaccio» di burro. È stato facile per il Milan, come per un Einstein la tavola pitagorica. Battere l’Alessandria è stato veramente un gioco per la capolista rossonera, che dopo 18” aveva già realizzato una rete con Schiaffino e dopo 22’ ne aveva messo a segno quattro. Troppo facile. Neppure bello. E il pubblico ha cessato presto di divertirsi, perché sul terreno di San Siro, sotto un magnifico sole “partenopeo”, era come se su un ring salissero Marciano contro il peso “piuma” Spilunghetti. Troppo difficile mantenere un pur fittizio equilibrio. A rendere levigata la via del Milan ha contribuito anche il portiere alessandrino Notarnicola, un ragazzotto esordiente al posto dello sfasato Stefani e dell’infortunato Cuman. Notarnicola è stato acquistato in estremo dal Torino. Giocò una volta emigrato in America nella nazionale USA Calcistica. Bene, Notarnicola, che ha cinque fratelli, è stato preso a benvolere dall’allenatore Pedroni, che lo ha messo in campo contro il Milan. Emozionatissimo, digiuno di intesa con i compagni che gli stavano davanti, il portiere ha subito un gol dietro l’altro senza battere ciglio: quello di Schiaffino, appena messo il pallone in gioco, è stato uno spiovente classico e beffardo che coronava una azione Mazzola [Altafini]-Liedholm-Galli. Al 14’ ha segnato Danova, con azione personale, dopo aver stretto a centro e aver tirato di sinistro verso l’incrocio dei pali da 30 metri. Un altro portiere lo avrebbe fermato quel tiro. Pazienza. Terzo gol al 20’, suggerito da Liedholm che apriva a destra verso Schiaffino: il centro alto era ripreso di testa da Mazzola, che insaccava mentre Notarnicola se ne stava immobile tra i pali. Due minuti dopo, quarta segnatura rossonera, ancora autore il brillantissimo Danova che ripeteva l’azione precedente: stringeva al centro e di destro questa volta, insaccava a terra, con un tiro teso e forse imparabile. Se su questo gol il portiere alessandrino non aveva nulla da fare, sui precedenti avrebbe potuto meglio contrastare le azioni risolutive. Ma, lo si è detto, l’emozione e la mancanza di affiatamento, hanno giocato un brutto scherzo al debuttante. Nella ripresa, rinfrancatosi, Notarnicola ha compiuto due o tre ottime parate e respinto anche un rigore, tirato da Liedholm con una certa sufficienza. Ma ormai, le sue incertezze del primo tempo avevano spogliato di ogni interesse l’incontro, che nella ripresa è vissuto con l’asma andando lentamente verso la sua morte naturale. Che partita è quella di due squadre di cui una dopo poco più di venti minuti di gioco vince per quattro a zero e l’altra è già sepolta sotto il peso di una manifesta inferiorità? Il catenaccio alessandrino, infatti non riusciva mai a camuffare la desolante pochezza della formazione grigia. Il Milan ha dominato in lungo e in largo. Nella ripresa, si è preso il lusso di incassare un gol segnato da Oldani al 25’ su errore dell’esordiente Ducati, che nel primo tempo non era stato infastidito neppure da un pallone. Il Milan però ha segnato un altro gol con Mazzola, che ha superato terzini e portiere su lancio di Grillo al 42’, ha sbagliato inoltre un calcio di rigore con Liedholm che ha permesso a Notarnicola di far bella figura respingendo. Ha colpito un palo (nel primo tempo) con Grillo e una traversa (nella ripresa) con Schiaffino. Ha sbagliato altri gol con Mazzola, che pare venga «sabotato» un poco dai compagni di linea, i quali gli passano subdoli palloni. Come vedete, vittoria per kappaò. La difesa rossonera ha avuto un Maldini ben centrato, un Fontana ottimo, mentre Zagatti ed Occhetta hanno commesso errori frequenti. Bene Liedholm, e all’attacco note liete per tutti, eccezione fatta per Grillo, ritardatore delle azioni. È stato però un Milan che ha giocato in pantofole, quasi fosse gara d’allenamento. Non aveva avversario. Il catenaccio alessandrino, infatti, non appariva affatto di cemento armato ma piuttosto di lattemiele. Tutta la squadra di Pedroni, per ora, è di questa dolce sostanza. Sciopero generale dei tram, oggi (e domani). Nonostante questo, 25.000 spettatori. Bella giornata di sole. Nell’Alessandria debuttava come portiere Notarnicola, un giovane acquistato recentemente dal Torino e un tempo portiere della Nazionale statunitense. Esordiente anche il terzino Russoni. Nel Milan esordio di Ducati, essendo infortunato Buffon. (Ferruccio Berbenni, «Corriere dello Sport», 20 ottobre 1959) Il Milan non ha faticato molto per piegare la fragile compagine alessandrina. I grigi, quando hanno trovato il coraggio di spingersi all’attacco, hanno mancato dell’uomo deciso nel tiro che sapesse sfruttare le occasioni. Gli ospiti, proprio in apertura di gioco, si sono mangiati due facili reti; altre occasioni hanno perso nella ripresa. Il Milan ha avuto, dunque, vita facile, soprattutto sviluppando chiare manovre di gioco, particolarmente nel primo tempo, che la difesa avversaria non ha saputo arginare. Gli ospiti hanno incassato la prima delle cinque reti al 15”, ad opera di Schiaffino; hanno fatto seguito, sempre su azioni di manovra, le reti di Danova, Altafini ed ancora Danova. I rossoneri hanno dominato pure a piacimento nella ripresa, ma non si sono qui impegnati eccessivamente. Il predominio del Milan sembrava portare alla segnatura di altre reti, ma Danova, Altafini e Grillo hanno sciupato più di una occasione; è stata invece l’Alessandria che in una azione di contropiede è riuscita al 24’ della ripresa a marcare con Passarin, che ha raccolto di testa un lungo traversone del terzino Nardi. Al 31’ il Milan ha fallito un rigore; per un atterramento di Danova in area, l’arbitro aveva concesso la massima punizione: tiro di Liedholm sulla destra del portiere, parato. Una nuova parata di Notarnicola su stangata di Altafini, una nuova occasione sbagliata da Danova ed infine l’ultima rete, al 42’, segnata dal centravanti. («l’Unità», 20 ottobre 1958) SI AVRA' DOMANI CON IL GENOA IL RISVEGLIO DEI GRIGI? Pedroni rientrerà al centro della mediana A Milano, ancora una volta, l’Alessandria si è trovata in svantaggio all’inizio della partita e ciò ha provocato il crollo della difesa nella prima metà del primo tempo. Il portiere Notarnicola, colto da timor panico, ha commesso errori marchiani, ma però tutta la retroguardia deve essere chiamata in causa per la mancanza di un gioco di collegamento e per i tardivi interventi, in modo che non sono ostacolate scrupolosamente le azioni dei baldanzosi avversari. Dopo mezz’ora, l’Alessandria si è svegliata contrapponendo azioni discrete e buone manovre a metà campo al gioco dei padroni di casa. Nella ripresa, il risultato è stato di 1-1. Ciò sta a dimostrare che le possibilità dei grigi non sono poche, è questione di fiducia e di impegno da parte di tutti i giocatori. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 25 ottobre 1958) A Milano, ancora una volta l’Alessandria si è trovata in svantaggio all’inizio della partita e ciò ha provocato il crollo della difesa nella prima metà del primo tempo. Il portiere Notarnicola, colto da timor panico, ha commesso errori marchiani, ma però tutta la retroguardia deve essere chiamata in causa, per la mancanza di un gioco di collegamento e per i tardivi interventi, in modo che non sono state ostacolate scrupolosamente le azioni dei baldanzosi avversari. Dopo mezz’ora l’Alessandria si è svegliata, contrapponendo azioni discrete e buone manovre a metà campo al gioco dei padroni di casa. Nella ripresa, il risultato è stato di 1-1. Ciò sta a dimostrare che le possibilità dei grigi non sono poche, è questione di fiducia e di impegno da parte di tutti i giocatori. Ci consta che il Consiglio Direttivo ha richiamato alcuni giocatori a maggior serietà nella vita privata ed a spontaneo impegno nelle partite. In questo primo scorcio di campionato, l’Alessandria ha incassato 19 goals in 5 partite; l’anno scorso, lo stesso passivo di reti fu raggiunto alla 22ª giornata di campionato. Il portiere esordiente Notarnicola è stato ingaggiato d’urgenza dall’Alessandria perché Stefani, fuori forma, tardivo nelle uscite ed incerto nella presa, costringeva la squadra grigia a trovarsi in condizioni d’inferiorità nel primo quarto d’ora della partita. Infatti, Lojacono, per la Fiorentina, aveva segnato due minuti dopo il calcio d’inizio e Luosi, per il Padova, all’undicesimo. A Milano, Schiaffino ha segnato solo dopo sedici secondi (diconsi secondi) di gioco, di modo che Notarnicola è stato sleale dei confronti di Stefani. Un giornale milanese ha definito l’Alessandria una squadra di quarta serie, precisando che Notarnicola, malgrado le quattro reti subite nei primi 5 minuti di gioco, è stato uno dei migliori dei grigi. Questa considerazione non è stata allietante per noi: ai giocatori alessandrini il dovere di costringere i critici a modificare i loro giudizi. Si dimentica con troppa facilità che l’Alessandria era priva di Lorenzi, Vonlanthen, Tacchi, Pistorello, Pedroni, Stefani e Cuman e la critica demolitrice e beffarda trova sempre buon gioco, rilevando i 19 goals subiti. Non riusciamo però a comprendere a che serie appartenga l’Inter, che ha già subito 9 reti e, pur avendo maramaldeggiato contro la Spal segnando 8 reti, ne ha a sua volta incassate 4 a Genova e 4 a Firenze. Forse, perché l’Inter è costata quest’anno mezzo miliardo, è considerata «fuori serie»? (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 25 ottobre 1958) RISULTATI: Fiorentina-Internazionale 4-0 Genoa-Bari 1-0 Napoli-Lanerossi Vicenza 1-0 Padova-Bologna 1-0 Roma-Juventus 3-0 Spal-Lazio 0-3 Talmone Torino-Triestina 1-0 Udinese-Sampdoria 1-1 CLASSIFICA: Fiorentina, Milan 9; Genoa, Juventus, Roma 7; Bologna, Internazionale, Lazio 6; Napoli, Padova, Talmone Torino 5; Sampdoria, Spal 4; Bari, Lanerossi Vicenza, Udinese 3; Alessandria 1; Triestina 0. MARCATORI: 11 reti: Angelillo (Inter), 6 reti: Montuori (Fiorentina), 5 reti: Danova (Milan), 4 reti: Hamrin (Fiorentina), Barison (Genoa), Altafini (Milan), Da Costa (Roma). Il punto sul campionato Sugli altari calcistici odierni ci sono Fiorentina, Roma e Lazio. La Juventus, battuta, all’Olimpico dai giallorossi, viene riassorbita dal gruppo degli inseguitori, mentre il Milan (5-1 all’Alessandria), in compagnia dei viola fiorentini - che, a loro volta. hanno “castigato” l’Inter con un secco 4-0 – continua a mantenere saldo lo scettro del primato. Assieme a sabaudi a capitolini al terzo posto si aggiunge il Genoa a cui è bastato un gol per aggiudicarsi l’incontro. Cade anche il Bologna, per la prima volta nel campionato, a Padova. La Lazio con il 3-0 rifilato alla Spal sul suo terreno, è l’unica di giornata ad ottenere due punti fuori casa. Tra le altre solo la Sampdoria con il suo 1-1 rimediato ad Udine non torna a mani vuote dalla trasferta.