Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1958/1959
Serie A
11-01-1959 - Giornata: 15 - Bologna - Comunale


Bologna FC - Alessandria US 4 - 0 (1 - 0)
RETI: 21. rig. Bodi L. [Bo] , 70. Pascutti E. [Bo] , 75. Pascutti E. [Bo] , 78. Pascutti E. [Bo]

Alessandria US Cuman Pacifico, Nardi Aldo, Boniardi Umberto, Pistorello Giancarlo, Pedroni Franco, Snidero Cirano, Lorenzi Benito, Girardo Antonio, Filini Giancarlo, Dorigo Aldo, Tacchi Juan Carlos All.: Pedroni Franco

Formazione avversaria
BOLOGNA FC: Santarelli; Rota, Pavinato; Bodi, Mialich, Fogli; Perani, Maschio, Vukas, Randon, Pascutti. All.: Benčić Ljubo; D.T.: Foni Alfredo.

Arbitro: De Marchi Bruno (Pordenone)
Note
Ammonito: Pedroni [A]. Angoli: 6-3 (4-2). Spettatori: 11.000 oppure 15.000. Giornata soleggiata, terreno leggermente fangoso. Inizio gara ore 14:30.

Commento
Il rientro di Pascutti ha coinciso col ritorno del Bologna alla vittoria. Il riferimento – come avverte il tabellino delle reti – non è per nulla causale. Dopo un palo nel primo tempo, il ragazzo ha segnato da centravanti tre volte nella ripresa, più una quarta annullata per fuori gioco. E le sue prodezze sono valse a legittimare sul piano del risultato il pingue successo rossoblù che, sino a metà ripresa, appariva gratuito (per via del rigore) e assai poco convincente. Passato nel secondo tempo al comando della prima linea, Pascutti ha così confermato nel più clamoroso e convincente dei modi la propria eccellente disposizione per il ruolo di centravanti. E non solo spuntando a rete da ogni parte, ma vivificando il gioco del reparto (fino a quel momento praticamente inesistente), legando l’azione sui due fronti, infondendo brio anche ai compagni che avevano sonnecchiato per oltre un’ora. In breve, il centrattacco che Foni sognava per quella sua «lunatica» prima linea. L’esplosione di Pascutti e la resurrezione finale dell’attacco bolognese non redimono comunque, sul paino tecnico, una partita decisamente brutta. La più brutta, anzi, vista quest’anno allo stadio. Per oltre un’ora anzi è stato un avvilimento generale, quanto a gioco. Una confusione da non dire, un’assoluta mancanza di ordine e criterio nelle azioni, un tira e molla a di poco indisponente. Da una parte, un’Alessandria miseramente chiusa a catenaccio con Pistorello e Pedroni sul centravanti, Girardo arretrato su Maschio, Dorigo lui pure sulla linea dei mediani. Dall’altra, un Bologna pieno di iniziativa, ma incapace di costruire un gioco decente. Una squadra slegata all’attacco e neppure troppo franca in difesa, dove le partenze in palleggio di Tacchi e Lorenzi, che incrociavano al centro, e qualche presa difettosa di Santarelli, generavano sovente orgasmo. In tutto il primo tempo, il Bologna poteva mantenere l’iniziativa – senza peraltro marcare una vera superiorità – per l’autoritaria condotta di Mialich, l’eccellente tessitura di Bodi, la propulsione continua e felice di Randon, l’unico che riuscisse a combinare qualcosa all’attacco e che anche tentasse il tiro a rete! Vukas, centravanti, lavorava diligentemente per gli altri, pochissimo per se stesso. E comunque il Bologna in area avversaria praticamente non esisteva. Da notare che l’Alessandria aveva rasentato da vicino il successo subito al 1’, su una incursione di Lorenzi sulla sinistra con perfetto invito a Filini che tagliava fuori Mialich. Sul centravanti lanciato salvava in provvidenziale uscita Santarelli, ribattendo il primo tiro, mentre il secondo usciva di molto oltre il fondo. Il Bologna, dal canto suo, si faceva vivo soltanto al 14’ con un’azione Perani-Vukas e tiro di Randon che il portiere non tratteneva: sulla palla piombava allora Pascucci, respingeva la base del palo e Perani insaccava. Pascutti, però, era rimasto sulla linea di porta e De Marchi (un arbitraggio oculatissimo il suo) rilevava prontamente il fuorigioco. Veniva su rigore al 21’ l’unico vantaggio rossoblù del primo tempo. Apertura di Randon su Maschio, cross su Vukas che, inciampando nella morsa di Pistorello e Pedroni, finiva a terra. Fiacche proteste alessandrine e rigore trasformato da Bodi. Tutto qui il primo tempo. Uno spettacolo da vietare ai minori di anni 20. Nella ripresa, Foni decideva per Pascutti centravanti e non ne rimaneva pentito. Pedroni, dal canto suo, confermava sostanzialmente l’assetto della retroguardia, tenendosi il fido Pistorello a fianco e solo scambiando i due laterali effettivi: Snidero sull’evanescente Maschio e Girardo su Randon, migliore rossoblù del primo tempo. Gli andava male, all’allenatore dei grigi, perché proprio nella seconda parte Maschio cominciava a dar… segni di vita e Randon, dopo aver speso tanto, calava notevolmente alla distanza. Invece, Pascutti, al centro, vitaminizzava l’attacco. Al 7’ lo si vedeva su perfetto rilancio di Randon saltar via Pistorello, fuggire in contropiede per tutta la metà campo alessandrina e, nonostante la carica di Pistorello, impegnare Cuman a terra. Un minuto dopo, su un cross al centro di Bodi, lo stesso Pascutti eseguiva una splendida rovesciata che il portiere neutralizzava con fatica. Intanto cresceva Maschio ed al 21’ un suo tiro in corsa, su servizio di Bodi, annunciava la seconda segnatura dei petroniani. Quattro minuti dopo, infatti, da un’altra magistrale impostazione dell’argentino, nasceva la seconda rete: intesa Perani-Vukas-Pascutti e gol inesorabile. Era il segnale del crollo alessandrino. I grigi si buttavano disordinatamente in avanti (Pistorello ora centrattacco!), il centrocampo più non esisteva e la loro difesa non era più né chiusa né aperta. Il Bologna poteva così dettare legge. Ed alla mezz’ora esatta, dopo aver dribblato un paio di uomini sulla sinistra, Vukas spediva al centro, a mezza altezza: Pascutti si tuffava e di testa ne usciva un altro siluro imprendibile! 35’: manovra elegante di Maschio sulla destra, poi cross al centro area; un difensore mancava l’intervento, sbucava Pascutti (in fuori gioco) e segnava. Immediato annullamento di De Marchi. Si rifaceva il goleador rossoblù tre minuti più tardi: su punizione di Vukas, Pascutti di slancio rubava di testa il tempo a Nardi e segnava. Finiva con una piccola ovazione al numero undici. Foni, in cuor suo, l’avrà già promosso a numero nove. Giornata soleggiata, terreno pesantuccio. Nel Bologna assente Pivatelli, indisposto. Vukas e Pascutti si sono scambiati di posto alla ripresa, riprendendo i primi ruoli negli ultimi minuti di gioco. Spostamenti continui invece nelle file dei grigi. Nessun infortunio, un solo ammonito (Pedroni al quarto d’ora della ripresa) e due gol annullati per fuori gioco ai padroni di casa: Perani al 14’ del primo tempo e Pascutti al 35’ della ripresa. (Renato Lemmi Gigli, «La Gazzetta dello Sport», 12 gennaio 1959) Una modesta unità questa Alessandria (gli spettatori si sono chiesti come avesse potuto tener testa alla Roma) di limitate possibilità, squadra che ha preteso di praticare il «catenaccio» senza possedere gli uomini adatti per applicarlo. Ma non è soltanto per la ridotta efficienza dei grigi che si è giunti al secco quattro a zero. Gli è che oggi il Bologna, pur senza compiere alcunché di trascendentale, ha finalmente indovinato la formazione del quintetto offensivo. L’attacco rossoblù, infatti, è stato l’artefice principale del successo. Tutti gli uomini – anche se di tanto in tanto, specialmente all’inizio, hanno denunciato qualche sfasatura – hanno trovato lo slancio, l’aggressività e, quello che più conta, l’orientamento della rete. Con più calma, il Bologna avrebbe potuto realizzare una mezza dozzina di gol (li avrebbe fatti, a dire il vero, ma l’arbitro ne ha annullati due) e forse anche più. Perché, particolarmente nel secondo tempo, è stato agevole aver ragione di un dispositivo malfermo, ondeggiante e incerto. La grande giornata di Maschio, Vukas, Pascutti, Randon e anche di Perani ha portato il Bologna ad una affermazione rassicurante. Era dal 26 ottobre che il Bologna non vinceva. Oggi ha fatto addirittura una mezza scorpacciata di reti, traendo profitto dalla palese inferiorità degli avversari, la cui condotta ha lasciato alquanto perplessi. Non si è riscontrato un solo punto di forza nelle file degli ospiti. Difesa deboluccia, specialmente sulla sinistra, mediana discreta, attacco disordinato, convulso, tortuoso, con uomini che non si intendono, che mancano di scatto e di prontezza. Il solo Tacchi si è rivelato pericolo. Insomma, l’Alessandria non ha offerto una prestazione che abbia convinto. I rossoblù hanno controllato la partita a piacimento, pur correndo qualche rischio. Tra le due protagoniste è esistita una netta linea di demarcazione di valori. L’Alessandria non ha nemmeno indovinato la tattica. Ha continuato a difendersi anche quando si trovava con due gol sul groppone. È passata al contrattacco quando non cera ormai più nulla da fare. D’altra parte, ha dimostrato di non poter comportarsi meglio. I grigi si sono lasciati sfuggire una ottima occasione al 1’ di gioco, quando Filini, lanciato in profondità, si è trovato nella favorevole condizione di poter approfittare d’uno «svarione» della difesa, ma il centroattacco ha calciato a vanvera. Poi il Bologna ha afferrato saldamente le redini dell’incontro e lo ha guidato a piacimento. Al 15’ l’arbitro – che ha diretto con polso fermo – ha annullato una rete di Pascutti. Il primo gol è scaturito da un duplice fallo di Pedroni e Pistorello su Vikas. Rigore che Bodi trasformava di precisione. Nella ripresa, il Bologna premeva con insistenza. L’Alessandria denunciava le sue crepe. Una entusiasmante azione di Maschio al 26’ consentiva ai locali di realizzare il secondo gol. Maschio serviva Perani che a sua volta rimetteva al centro; Vukas raccoglieva e dava a Pascutti che non perdonava. Ormai lanciato, il Bologna aveva via libera. Un preciso allungo di Vukas a Pascutti al 33’, colpo di testa fantastico, gol. A cinque minuti dalla fine, fallo di Pedroni fuori area. Batteva Vukas, raccoglieva Pascutti di testa, il quale infilava la rete di Cuman per la quarta volta. (Gianni Rossi, «Corriere dello Sport», 12 gennaio 1959) L'ALESSANDRIA CROLLA A BOLOGNA DOPO UN DISCUTIBILE RIGORE Sino al ventesimo minuto i piemontesi avevano retto bene - Pasciutti ha segnato tre gol per i rossoblu' Un discutibile rigore ha dato il via alla sconfitta alessandrina. L’inizio era stato assai promettente per i grigi, che avevano sfiorato il goal al primo minuto, quando Filini, lanciato da Pistorello, batteva in velocità i terzini e si presentava solo davanti a Santarelli. Il tuffo del portiere in uscita e il successivo errore dello stesso centrattacco dopo la respinta facevano sfumare la facile occasione, che avrebbe anche potuto far assumere un volto diverso all’incontro. L’Alessandria insisteva all’attacco fin quasi al quarto d’ora e il Bologna si salvava al 13’ con un fortuito intercettamento del tiro di Tacchi (sfuggito a Pavinato) da parte di Rota. Lo slancio dei grigi si arrestava a questo punto e riprendeva il solito gioco estremamente prudente, con una o entrambe le mezze ali arretrate e Pedroni battitore libero. Al 20’ l’episodio del rigore. Vukas irrompeva in area buttandosi letteralmente tra Pedroni e Pistorello: lo jugoslavo, mentre stava per girarsi, andava a terra, forse tradito dal suo stesso impeto. L’arbitro segnava il disco del rigore con troppa leggerezza perché si trattava se mai d’un fallo di ostruzionismo (da notare che era Vukas in fase di sfondamento), punibile con un tiro di seconda. Niente da fare: Bodi batteva Cuman con un forte pallone. La rete non faceva cambiare tattica a Pedroni e francamente la difesa riusciva a cavarsela bene, anche perché lo stesso Pedroni, con Vukas al centro (Pivatelli indisposto non era sceso in campo), aveva un compito abbastanza facile per la lentezza dello jugoslavo, che tra l’altro si spostava troppo spesso a sinistra facendo doppione con Pascutti. L’attacco grigio operava solo qualche puntata con Filini e Tacchi, mentre Lorenzi si era spento dopo i primi venti minuti. Era l’argentino ad impegnare ancora il portiere rossoblù con un violento tiro di punizione. Il Bologna non riusciva a concludere, nonostante i numerosi attacchi (una rete era stata annullata a Perani per un fallo sul portiere da parte di Pascutti) e il primo tempo finiva con il risultato di uno a zero. I rossoblù ripartivano subito all’attacco nella ripresa. Pascutti al centro dava maggiore pericolosità al reparto di punta e già al 7’, dopo una fuga da metà campo, entrava solo in area e si faceva parare, anche perché pressato da Pistorello, il tiro. Era però lo stesso Pascutti a mettere in ginocchio i grigi (apparsi rassegnati e sfocati) con ben tre goal, due dei quali molto belli di testa. Maschio, più libero per l’allentamento delle maglie difensive, poteva crescere alla distanza distinguendosi con eccellenti lanci. È stato appunto da un suo allungo a Perani che nasceva il secondo goal: l’ala destra crossava a Vukas, il quale serviva Pascutti spostato sulla sinistra; da pochi passi l’attaccante non sbagliava. Eravamo al 26’. Sei minuti dopo, Vukas, con una serpentina, si liberava di due avversari, arrivava fin quasi sul fondo e centrava a mezz’altezza: Pascutti era ancora pronto e con un magnifico tuffo di testa portava a tre le reti. Il Bologna era ormai padrone del campo e un altro goal veniva annullato a Pascutti per fuori gioco al 35’. Al 38’ Pedroni si aiutava con le mani nel trattenere Maschio; punizione dal limite e il pallone di Vukas scavalcava la barriera e perveniva all’irresistibile Pascutti: ancora un magnifico goal di testa. A due minuti dalla fine, con i grigi tutti avanti, Pistorello sbagliava il facile punto della bandiera. Niente da dire sul risultato. Il Bologna ha forse trovato in Pascutti, scatenato addirittura nella ripresa, il centrattacco ideale ed è potuto ritornare alla vittoria dopo otto domeniche di magra. Cattiva giornata dei difensori grigi (si sono salvati Nardi e Pistorello), peraltro assai poco alleggeriti dagli attaccanti. Rimane il dubbio che sia stato proprio quel rigore a provocare lo choc… (Ermanno Mioli, «Stampa Sera», 12 gennaio 1959) Negli ultimi venti minuti, il Bologna ha legittimato un successo fino a quel momento apparso, se non immeritato, piuttosto fortunoso. Nella prima mezz’ora Tacchi, il più pericoloso dei grigi, ha avuto l’attiva assistenza di Lorenzi e, con frequenti spostamenti, il tandem ha tenuto in vita l’iniziativa dell’Alessandria; il Bologna stenta ad assumere l’iniziativa. 21’: Vukas è in area e tenta di rompere d’impeto l’accerchiamento. Girardo (o Pistorello?) vista la mala parata, impedisce allo jugoslavo di arrivare sulla palla; su Vukas cade «sapientemente» Pedroni. «Rigore!», dice De Marchi. Batte Bodi: fucilata imparabile. Ripresa: i rossoblù riescono a trovare i collegamenti, a differenza dell’Alessandria, che si fa sempre più remissiva. Al 25’ Randon a Maschio, prodezza (stop, mezza girata e immediato rilancio), passaggio a Perani, centro: Pascutti in corsa fulmina in rete di sinistro. Al 32’ Vukas, sulla destra, si destreggia in una cerchia di avversari. Evita Nardi, centra a mezza altezza: Pascutti si tuffa e di testa mette in rete. Poco dopo, al 38’, Vukas imbecca Maschio, pronto a rilanciare Perani, che restituisce la sfera: l’oriundo è trattenuto irregolarmente da Pedroni; punizione dal limite. Batte Vukas, che serve Pascutti sulla sinistra: un’altra entrata di testa della scatenata a ala ed altra rete. Poi la fine. (Giorgio Astorri, «l’Unità», 12 gennaio 1959) TERZA CONSECUTIVA TRASFERTA DEI GRIGI DOMANI A MILANO CONTRO L'INTER L’Alessandria domenica scorsa aveva avuto a Bologna un buon inizio, sfiorando il successo al primo minuto di gioco. Non si trattò del resto, come qualcuno ha sostenuto, di un errore di Filini, ma di una vera prodezza del portiere felsineo che, gettandosi a valanga, è riuscito a fermare fortunosamente la palla. Dopo un quarto d’ora di gioco, con altri tentativi da parte dei grigi, l’arbitro ha concesso un calcio di rigore che ha sorpreso anche gli sportivi bolognesi. Con tali prospettive di deliberazioni strambe, il morale di una squadra va a catafascio. Nel secondo tempo, lo spostamento tra i padroni di casa di ruolo del centravanti ha dato a Pascutti la possibilità di trovarsi in vantaggio nei confronti di Pedroni. Noi siamo d’avviso che l’allenatore dell’Alessandria è in superallenamento in quanto, lo ripetiamo, per allenare i suoi giocatori si esaurisce e perde lo scatto, che è una delle sue migliori prerogative. Le tre reti segnate nella ripresa sono scaturite nel giro di otto minuti e ciò denota che nel reparto di retroguardia qualche altro elemento è fuori fase. È stata una sconfitta a largo punteggio, quella di Bologna, ma la squadra alessandrina ha dato l’impressione di poter tenere degnamente il campo, nonostante l’euforia dei giocatori e del pubblico bolognese. L’arbitro De Marchi, lo stesso che aveva costretto l’Alessandria al risultato pari a Ferrara, contro la Spal, concedendo un calcio di rigore a favore dei padroni di casa quando gli ospiti erano in vantaggio, ha fatto il bis accordandone uno, ipotetico, a favore del Bologna, domenica scorsa. L’arbitro si è affrettato a concedere la massima punizione perché l’Alessandria aveva incominciato alla «garibaldina» e il famoso Bologna che «tremare il mondo fa», aveva tremato alla prima incursione di Filini e al sibilare delle sventole Tacchi. Quindi il rigore fantasma ha messo le cose a posto. Come sono bravi gli arbitri, da Parpaiola a Biancone, da Guarnaschelli a De Marchi. Non si potrebbe invitare tra noi Fidel Castro, per mettere democraticamente le cose a posto nel consesso calcistico? (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 17 gennaio 1959) RISULTATI: Bari-Internazionale 1-2 Lazio-Genoa 2-4 Milan-Padova 4-1 Napoli-Udinese 1-1 Spal-Lanerossi Vicenza 0-0 Sampdoria-Roma 0-0 Talmone Torino-Fiorentina 0-6 Triestina-Juventus 0-3 CLASSIFICA: Milan 24; Fiorentina 23; Internazionale 20; Juventus 18; Napoli, Roma, Sampdoria 18; Bologna, Genoa 15; Padova, Lazio 14; Lanerossi Vicenza, Spal 12; Alessandria, Udinese 10; Bari, Triestina 9; Talmone Torino 8. MARCATORI 21 gol Angelillo (Inter) 17 gol Montuori (Fiorentina) 15 gol Altafini (Milan) 10 gol Hamrin (Fiorentina) 9 gol Danova G. (Milan), Firmani (Inter), Pascutti (Bologna) 8 gol Da Costa (Roma), Nicolè (Juventus), Pivatelli (Bologna) Il punto sul campionato La Fiorentina batte il record dei goals e diventa minacciosa per il Milan Alle spalle delle due squadre di testa, Inter e Juventus avanzano, dopo le vittorie di Bari e Trieste In coda l'Udinese ha ottenuto un importante pareggio a Napoli - La situazione del Talmone Torino La quindicesima giornata del campionato non ha modificato né la fisionomia della classifica né la posizione dei singoli concorrenti. Fatta eccezione per la Roma, che ha pareggiato a Genova colla Sampdoria, le squadre del gruppo di testa hanno superato tutte vittoriosamente la loro fatica. E, fatta eccezione per l'Udinese, che è andata a pareggiare a Napoli, quelle del gruppo di coda, o di stretta 0 di larga misura, hanno subito tutte una sconfitta. In alto il Milan capolista, operando sul proprio terreno, pur privo di Altafini, ha battuto senza gran fatica il Padova per quattro reti a una. La Fiorentina, seconda nell'ordine, è venuta a Torino, e, senza impegnarsi a fondo, ha inflitto un altro severo rovescio — sei a zero — ai granata che tuttora si dibattono nelle spire di una crisi diventata puramente tecnica. A Bari, l'Internazionale portata fino ad un certo punto la partita in parità, è passata vittoriosamente nell'ultima parte dell'incontro. Ed a Trieste infine, la Juventus in formazione inedita, ha debellato i giuliani con un netto tre a zero — tre reti di Nicole ritornato alla sua posizione naturale di centro avanti. Su quattro vittorie, di cui tre ottenute in casa d'altri, la sola eccezione a questa serie di successi, è come già accennato, il pareggio della Roma sul campo della Sampdoria. La quale ultima, le occasioni di vincere le ha avute, e le ha sciupate malamente. Tutto come prima quindi nei posti d'onore; col Milan e colla Fiorentina che continuano il loro duello a distanza, e colla secondo, delle due in gran forma. I viola hanno segnato esattamente cinquanta reti nel corso di quindici incontri, di cui venti nelle tre ultime giornate di gare. Fa una media di più di tre reti per partita, scusate se è poco. Il giuoco fluido, semplice ed efficace dei toscani ha impressionato molto benevolmente il pubblico torinese domenica scorsa, e v’è già chi vede senz'altro nell'undici viola i campioni d'Italia della stagione. V'è tempo per pensarci si, dato che la Fiorentina ed il Milan non incroceranno i ferri che nella decima giornata del girone di ritorno sul terreno della prima nominata. V'è tempo per pensarci su, anche perché un terzo incomodo potrebbe venire ad inserirsi fra i due contendenti e dire un,a parola tutta sua. Intendiamo riferirci alla Juventus, la quale, se veramente coll'arretramento di Charles a centro mediano e coll'inserimento di Nicole a centravanti è riuscita a conferire consistenza alla sua difesa e forza penetrativa al suo attacco, sarebbe ancora in tempo per interloquire nella questione del primato. Non sarebbe la prima volta che uno spostamento interno nella formazione di una squadra, trasforma materialmente il giuoco ed il rendimento. Domenica prossima la Juventus sarà chiamata a giuocare in casa propria avendo come avversario quella Lazio che. facendosi battere l'altro ieri allo Stadio Olimpico dal Genoa per quattro reti a due ha subito la'sorpresa più dolorosa di tutta la giornata, e sta ora scivolando giù dalla scala della classifica. Contemporaneamente, sul proprio terreno non opererà che l'Internazionale che avrà per ospite l'Alessandria. Il Milan sarà a Udine, e l'incontro Roma-Fiorentina avrà luogo su campo neutro per ambo i contendenti, a Livorno cioè, per i noti provvedimenti a danno della squadra della capitale. Non mera- Nuove trattative avviale per l'allenatore dei granata Come i sfamato il trasferimento di Baldi - Nella Juventus il terzo lancio,, del giovane Nicole significherebbe se la situazione del gruppo di testa rimanesse immutata anche al termine della penultima giornata del girone di andata. E giù nelle posizioni di fondo non si sono avuti cambiamenti di momento nemmeno. Il Talmone-Torino ha perso in casa dalla Fiorentina per sei a zero — la più larga marcatura di tutta la giornata per le due prime Divisioni professionistiche — la Triestina, pule in casa è stata battuta, come abbiamo visto, dalla Juventus per tre a zero, l'Alessandria ha ceduto sul campo del Bologna per quattro a zero, e solo il Bari, fra le proprie mura, non si è arreso che di stretta misura — due a uno — all'Internazionale. Unica unità del gruppo di coda a sfuggire alla sorte comune, è stata l'Udinese, come già detto, che ha pareggiato a Napoli per uno a uno. I friulani fanno quindi un passo in avanti, mentre il rimanente della situazione rimane come era: il Talmone-Torino da solo all'ultimo posto, e la Triestina, l'Alessandria ed il Bari assieme, al penultimo. Domenica prossima, combinazione, i granata ed i loro più prossimi rivali in disgrazia sono tutti in trasferta la Triestina a Vicenza, l'Alessandria a San Siro contro l'Internazionale, il Bari a Napoli, ed infine il Torino a Padova. Non meraviglierebbe se anche in questo caso le posizioni dei contendenti rimanessero come esse sono attualmente. Il caso dei granata torinesi La loro sconfitta di domenica era preventivata: di nuovo e di forte, in essa, non c'è che il punteggio che la contraddistingue. I torinesi hanno lottato con coraggio per una buona mezz'ora. Poi, la mala sorte dapprima e la schiacciante superiorità tecnica e fisica degli avversari li hanno costretti alla resa. Di una effettiva ripresa della compagine non si poteva ancora pensare nella circostanza. L'undici è in cura, e non potrà riprendersi che in prosieguo di tempo, quando avrà riacquistato quanto di forze materia li aveva perduto nel disgraziato inizio di campionato. La situazione, per la squadra, va affrontata con fredda lungimiranza e con fiducia nell'avvenire. La posizione del momento è meno difficile di quanto paia di primo acchito: disperata non lo è affatto. Basta pensare che una vittoria allontanerebbe ora, subito, gli interessati di ben quattro posizioni dall'ultimo posto. Sono in tanti a lottare per non cadere! Ed ancora ora, effettivamente non si sa che cosa in alto si intenda per cadere. (La Stampa - Vittorio Pozzo)