Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1958/1959
Serie A
15-02-1959 - Giornata: 20 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - S.P.A.L. 2 - 0 (0 - 0)
RETI: 58. Manenti M.[A], 69. Manenti M.[A]

Alessandria US Cuman Pacifico, Boniardi Umberto, Giacomazzi Giovanni, Snidero Cirano, Pedroni Franco, Girardo Antonio, Castaldo Ercole, Manenti Michele, Lorenzi Benito, Pistorello Giancarlo, Tacchi Juan Carlos All.: Pedroni Franco

Formazione avversaria
S.P.A.L.: Toros; Malatrasi, Lucchi; Villa, Calza, Dal Pos; Morbello, Gasperi, Rozzoni, Sorio, Pandolfini. All.: Baldi (III) Fioravante.

Arbitro: Butti Mario (Como)
Note
Ammoniti: Villa [S], Lucchi [S], Girardo [A]. Angoli: 6-2 (3-1). Spettatori: 7.000. Giornata primaverile, terreno morbido. Inizio gara ore 15:00.

Commento
Un prezioso successo degli alessandrini impegnati nella lotta salvezza L'ALESSANDRIA CON DUE GOAL DI MANENTI RIESCE A SUPERARE LA DIFESA DELLA SPAL: 2-0 Una vittoria preziosa per l’Alessandria, e vittoria pienamente meritata. I timori della vigilia, durati per la verità anche per tutto il primo tempo, sono caduti di colpo: nei primi minuti della ripresa, la pur vitale formazione ferrarese non ha potuto contrastare il passo ai grigiazzurri – vestiti nella circostanza con una strana maglia color canarino –. I piemontesi hanno segnato due goals nel breve spazio di dieci minuti. Poi tutto è stato più facile, tutto procedeva per il verso giusto, e parevano anche scomparsi (si fa così per dire) i difetti congeniti nella squadra di Pedroni. 2 a 0, un risultato chiaro, che non lascia dubbi, che dice veramente come i meriti siano stati tutti da una sola parte. Prima di quei fatali 14’ e 24’, però, quanti guai sul campo! La formazione ideata da Pedroni non sembrava in giornata di vena; si muoveva Lorenzi con una certa decisione, ma Castaldo pareva assente, Manenti non trovava il ritmo, Pistorello giocava come mezz’ala ma dell’attaccante non dimostrava né la vivacità né l’estro, Tacchi si intestardiva in giochetti isolati, che non concludevano assolutamente nulla. La difesa non aveva fastidi, anche perché i tre attaccanti emiliani — anche questa volta la Spal non ha voluto cambiare il sistema di gioco — raramente riuscivano a portare qualche azione pericolosa sotto la rete di Cuman. Impressionavano invece per decisione e potenza, non disgiunte da una certa classe, gli uomini della retroguardia ospite: Pandolfini e Gasperi in posizione di rilancio, chiusura stretta di tutti gli altri a pochi passi dal bravo Toros. Pandolfini era il vero «dominatore», e da lui partivano i suggerimenti per le veloci manovre di contropiede, che Morbello, Rozzoni e Sorio cercavano, ma inutilmente, di portare a fondo. La sorpresa non è riuscita. Pedroni ed i suoi amici non hanno abboccato mai, anzi, adottando una intelligente tattica sul fuori gioco, hanno fermato in più occasioni Morbello e Rozzoni, manovranti ben oltre l’estrema linea di difesa. Data la tattica e l’importanza della posta in palio, la gara non poteva risultare molto spettacolare: le due squadre erano troppo impegnate a difendersi. La manovra era imprecisa anche perché troppi uomini si racchiudevano in poco spazio, per cui ne derivavano errori sia nei passaggi brevi che nei rilanci. Fortunatamente, nella ripresa la situazione è nettamente cambiata. La gara ha perso un po’ il ritmo convulso dei primi quarantacinque minuti e gli attaccanti piemontesi hanno potuto, con maggior ordine e con più ragionamento, portare assalti in serie alla retroguardia ferrarese. Lorenzi, a parte certi suoi atteggiamenti polemici con l’energico anche se ancora acerbo Calza, è stato l’artefice primo di questa riscossa; ha sbagliato un goal facile, ma è stato un perenne incubo per Dal Pos, Calza e Lucchi; un «folletto» irraggiungibile nonostante i suoi trentatré anni suonati. Al 14’ azione in «tandem» Castaldo-Lorenzi; sull’ala destra piomba Dal Pos e l’arbitro fischia il fallo. Tira lo stesso Castaldo e la palla giunge sul groviglio di uomini proprio nei pressi del rigore. Saltano in tanti, compreso il portiere Toros, però il più fortunato è Manenti, che di testa infila la rete completamente vuota: 1 a 0. Gli emiliani tentano qualche contropiede portando in prima linea anche… l’ala sinistra Pandolfini, ma la loro azione manca di forza ed i difensori piemontesi fanno buona guardia. Si arriva così al 24’ con Lorenzi sempre in agitazione. Tacchi lo serve in profondità ed il centravanti con due guizzi giunge in posizione di tiro, Toros intercetta ma non può trattenere la palla che finisce sui piedi di Tacchi. Tiro violento; respinge la traversa, ma sul rimbalzo interviene Manenti che, ancora di testa, manda in goal. Reclamano un presunto fallo di Lorenzi i difensori ferraresi, ma Butti non ha esitazione e indica il centro campo: Alessandria 2, Spal 0. La gara è proprio finita. Gli ospiti tentano qualche manovra per superare lo svantaggio, ma il loro gioco non ha freschezza né decisione. Anche Morbello non riesce a divincolarsi dalla stretta guardia di cui lo fa oggetto Boniardi. Si vede presto che la Spal è squadra da contropiede, che non può permettersi la licenza di andare in svantaggio per dovere poi giocare con una manovra «a piena orchestra». I «canarini» sono paghi del risultato. Hanno raggiunto il massimo delle loro aspirazioni. Soltanto Cuman non può concedersi soste e proprio alla fine si guadagna egli pure i suoi applausi con una parata a terra su calcio di punizione tirato da Sorio. Alla fine, visi allegri fra i padroni di casa e un po’ di nervosismo nelle file degli ospiti. Il presidente e direttore tecnico ferrarese, comm. Mazza, mette a posto ogni cosa: «Abbiamo giocato – ha detto – con tanti uomini influenzati, scesi in campo sotto l’effetto di antibiotici per far scomparire la febbre, il risultato è pesante, ma non ci può preoccupare». Forse Mazza aveva ragione, la «vera» Spal non è quella vista eri ad Alessandria. I grigiazzurri, dal canto loro, hanno fatto un passo lungo sulla strada della salvezza. Con quattordici punti si può guardare con più calma alla classifica. (Giulio Accatino, «Stampa Sera», 16 febbraio 1959) A volte basta un piccolo ritocco, e il gioco è fatto: ecco in breve sintesi quanto ha dovuto fare oggi Pedroni per raggiungere il risultato positivo. La partita, infatti, si era avviata nel primo tempo con un tema poco probante perché l’Alessandria potesse sperare di raggiungere un risultato utile e, ovviamente, sincero. Per tutti i primi 45 minuti era stato un batti e ribatti dalle estreme difese, con il gioco ormai solito delle parti in campo e cioè due uomini in attacco, più un terzo a fare da spola. Pistorello, impegnato in un massacrante lavoro di spola, col passare dei minuti accusava la fatica determinando un annebbiamento di idee, per cui i tifosi erano ormai pronti a… giustiziarlo. Poi venne il riposo e fu a questo punto che Pedroni ebbe ragione dell’avversario (prima di ritornare in campo). Snidero e Girardo ebbero disposizioni di avanzare maggiormente. Fin dai primi minuti della ripresa, si notò che dal gioco del primo tempo l’Alessandria passava a un motivo più sostanzioso e maggiormente confacente ai padroni di casa. La Spal, logicamente, restava sulla sua, senza recedere dal modulo di gioco impostato sulla rinuncia, ma quando subì la prima rete tentò vanamente di contrattaccare. Il risultato fu di dare via libera a un Lorenzi che si era dimostrato, unitamente a Manenti, il più pericoloso della prima linea grigia. D’altra parte, non si può dire che gli altri alessandrini abbiano giocato male. La cattiva prestazione del primo tempo era determinata più che altro dai tatticismi in tempo; fermo restando però la solidità del trio Cuman-Boniardi-Giacomazzi, al quale bisogna aggiungere Pedroni. Quando venne data via libera ai grigi, anche i due laterali dimostrarono il loro valore e le due ali, Tacchi e Castaldo, misero in evidenza le loro doti, fornendo tra l’altro a Pedroni consigli per il futuro. La Spal ha fatto il suo gioco, fin quando ha potuto, dimostrandosi però vulnerabilissima nel settore difensivo. Rozzoni e Sorio, ai quali si univa a tratti anche il velocissimo Morbello, hanno tentato di scrollare, soprattutto nel secondo tempo, il peso di dosso alla difesa; ma, purtroppo, la loro offensiva disordinata non è mai stata pericolosa al punto di far temere un rovesciamento della situazione. Sacrificato in continuità Pandolfini, unitamente a Villa e Dal Pos, il risultato finale rispecchia esattamente quanto la Spal ha meritato con la sua tattica chiusa. In suo favore resta una scusante, e cioè il fatto che Toros, Malatrasi, Lucchi e Dal Pos (quasi tutta la difesa) siano scesi in campo in non perfette condizioni fisiche: questo potrebbe spiegare molte cose. Non passa nemmeno un minuto che Pistorello allunga a Manenti, il quale supera in area Dal Pos e dà a Lorenzi: tiro, e Toros si salva in angolo. La premessa manda in visibilio il pubblico, ma poi il gioco va lentamente scadendo. Le azioni di attacco sono tutte alessandrine. Al 21’, su azione manovrata, la palla perviene a Tacchi, al limite dell’area: mezzo giro e tiro, debole, facilmente bloccato da Toros. Al 23’ Manenti alza un bel pallone a Tacchi, quale al volo tira e spedisce fuori. Poi, confusione di azioni e, quindi, al 27’, un po’ di luce: Snidero, dalla destra, indirizza sulla testa di Lorenzi in area, tocco a Pistorello che tira sfiorando l’angolo destro. Al 35’ si registra la prima azione pericolosa biancazzurra: punizione contro l’Alessandria al limite dell’area, tira Morbello e Rozzoni, di testa, manda fuori. La ripresa è tutt’altra cosa. Partono decisi gli alessandrini: al 1’ Tacchi manca, sparando alto. Contrattacco di Morbello, che manda fuori ostacolato da Giacomazzi. Al 13’, la prima rete: punizione battuta da Castaldo; palla alta sulla testa di Manenti che, anticipando Toros, insacca. Al 10’ una punizione di Sorio appena fuori area viene bloccata brillantemente da Cuman. Al 19’ un capolavoro di Lorenzi: Boniardi allunga in profondità, Manenti porge a Lorenzi che elude velocissimo Calza e toccata di esterno destro in rete, mentre Toros in uscita, a terra, riesce a toccare fortunosamente di tacco e mandare in calcio d’angolo. Al 21’, triangolazione Manenti-Lorenzi-Pistorello con tiro di quest’ultimo assai debole. Al 24’, la seconda rete: l’azione parte dal fondo campo, poi la palla perviene a Manenti in area, che tocca a Lorenzi; questi tenta il tiro, ma Toros, in uscita, respinge sull’accorrente Tacchi; tiro di questi sulla trave e Manenti, di testa, conclude in rete. L’Alessandria rallenta il ritmo del gioco, soddisfatta, e la Spal cerca disordinatamente di risalire. Però nulla conclude. Al 34’ un tiro al volo di Rozzoni viene facilmente parato da Cuman. Al 42’ Morbello impegna Cuman con una cannonata rasoterra da fuori area e infine, al 44’, Sorio, battendo una punizione dal limite dell’area, obbliga Cuman a un magnifico volo che manda la palla in angolo. Lieve incidente a Giacomazzi, senza però conseguenze. Per dovere di ospitalità, l’Alessandria in maglia canarina. (Franco Benzi, «La Gazzetta dello Sport», 16 febbraio 1959) La vigorosa compagine emiliana, che ha fatto segnare il passo col suo sconcertante comportamento anche ad avversari di pregio ha imbrigliato pure l’attacco degli alessandrini in una snervante lotta di rottura e rimandi inesorabili. Per quasi tutto il primo tempo, salvo alcuni fugaci tentativi di evadere dal duro assedio, gli uomini di Pedroni si sono insediati nella metà campo degli ospiti, sottoponendo l’estrema difesa ferrarese a continui, spericolati interventi. Con Boniardi e Giacomazzi a stretto rincalzo nella mediana, impegnata a nutrire costantemente la linea avanzata, gli alessandrini hanno nettamente dominato come quantità di attacchi, mentre in realtà tutto il lavoro di orditura e apparso privo di un solido coordinamento tecnico cagione prima dell’insuccesso. Troppe occasioni, infatti, si sono presentate ai grigi nei primi 45 minuti per superare l’estremo ostacolo ferrarese e sempre sono falliti per la mancanza di disciplina e decisione per giungere a colpire il bersaglio avversario. Il pubblico, già trepidante per l’incerta posizione in classifica della squadra alessandrina, che non è riuscita più a vincere dopo l’incontro con la Triestina (due mesi fa), ha espresso il suo disappunto con un glaciale silenzio, solenne ammonimento per lo svagato e inconcludente procedere che fu causa appunto della divisione della posta col Torino quindici giorni orsono, quando il successo fu più volte a portata di… piede. Dopo il riposo, l’Alessandria si è buttata nuovamente all’attacco. Il tempo passava e tutte le speranze di vittoria sembravano naufragare, ma ecco al 12’ due magnifici tiri, uno di Tacchi che finisce fuori, sia pure di poco, l’altro di Morbello, l’ex grigio il cui ritorno ad Alessandria, pur in avverso campo, era particolarmente atteso, il quale lascia sfuggire una fulminea stoccata a fil di palo. È questa, in verità, una delle poche azioni spalline, destinata anch’essa però a finire nel vuoto. Al 13’ il primo gol dell’Alessandria, autore Manenti. Per un fallo ai danni di Tacchi, Castaldo batte una punizione, Manenti è pronto ad intervenire e segnare di testa. Con questo vantaggio, l’Alessandria si muove più agilmente rinfrancato dal caldo incitamento dei tifosi. Al 19’ un veloce scambio di Manenti-Lorenzi sembra consolidare il successo, ma la difesa biancoblù è sempre pronta a sventare il pericolo. Al 21’ Toros spara un bel tiro di Pistorello su azione Castaldo-Lorenzi. Un minuto dopo Manenti fallisce un buon pallone; al 24’ lo stesso giocatore ottiene il secondo gol della giornata in un tripudio di applausi. L’azione parte da Manenti, che devia la sfera di cuoio a Lorenzi, ma il centrattacco, palla al piede, incespica e cade a pochi passi da Toros. Interviene Tacchi, il quale colpisce con foga la palla cha batte sulla traversa orizzontale e cade sul campo. Manenti è pronto a intervenire e insacca in rete. Niente da fare per la Spal, che tuttavia non disarma, anzi impegna seriamente Cuman il quale, con estrema abilità, al 34’ para un tiro di Rozzoni. Ad un minuto dalla fine, Sorio batte una punizione accordata dall’arbitro alla Spal. Cuman, però, con un piede riesce a liberare. (Giovanni Camagna, «Corriere dello Sport», 16 febbraio 1959) Dopo due mesi, l’Alessandria è tornata alla vittoria sul proprio campo, grazie anche a una deludente prestazione della Spal. Dopo un primo tempo scialbo, privo di azioni pericolose, i grigi sono riusciti a passare. L’Alessandria parte di scatto e un tiro di Lorenzi viene deviato a fondo campo. Un altro calcio d’angolo per l’Alessandria e quindi la prima azione su contropiede della Spal, ma è Tacchi che, al 21’, riesce ad effettuare – dopo inconcludenti tentativi da ambo le parti – un debole tiro che impegna Toros, sbagliando poco dopo un altro buon passaggio di Manenti. Nella ripresa, al 13’, una punizione calciata da Castaldo fa pervenire la palla a Manenti, che insacca di testa. La pressione dei grigi non diminuisce ed al 24’ una bella azione imbastita e conclusa da Manenti concretizza la netta supremazia degli alessandrini. Manenti serve Lorenzi, il cui tiro è respinto dal portiere; raccoglie Tacchi, che manda a battere sul montante e Manenti riesce a deviare in rete. («l’Unità», 16 febbraio 1959) VITTORIOSI I GRIGI SULLA SPAL (2-0) Domani a Padova Nell'assumere ad interim il compito di redigere settimanalmente le note sportive de «Il Piccolo», sentiamo innanzitutto il dovere di formulare all’amico e collega Andrea Canestri (a nome della redazione tutta) il più affettuoso e cordiale augurio di una pronta e completa guarigione, affinché possa tornare al suo posto di lavoro, per stilare, con la sua innata competenza ed intramontabile spirito giovanile, quelle brillanti cronache tanto seguite ed apprezzate dalla massa sportiva alessandrina. Ad Andrea Canestri quindi il nostro sincero «arrivederci presto!». Attendiamo che il suo grande e generoso cuore riprenda a gioire e soffrire unitamente ai nostri incatenati come sono dalla passione calcistica. Diamo uno sguardo panoramico ai grigi. La posizione dell’Alessandria, nella classifica generale, nonostante il netto successo di domenica scorsa sulla Spal, non è affatto edificante; comunque, non possiamo nemmeno affermare che essa sia preoccupante. Altre squadre, attualmente, giacciono ansimanti e premute in fondo alla graduatoria, con scarsissimi mezzi a disposizione per potersi risollevare. Le difficoltà delle altre contendenti danno la possibilità ai grigi di trarre da questa situazione notevole vantaggio. È ovvio che per poter sfruttare efficacemente il momento attuale, avvantaggiandosi del male altrui, occorre possedere una discreta salute, ciò che in questo momento, ad onor del vero, il complesso grigio apertamente accusa di non avere a sufficienza. Molte lacune sussistono nella compagine e i difetti riscontrati agli inizi del campionato sono rimasti tali e quali, dopo sette mesi di gioco. Ad una buona difesa fanno riscontro una mediana traballante ed un attacco slegato e confuso. L’unità alessandrina difetta di omogeneità fra i singoli reparti, il che fa diventare difficile anche l’incontro qualificato alla vigilia di «ordinaria amministrazione». E pensare che l’Alessandria ha a sua disposizione, per il perfezionamento tecnico dei giocatori, una pletora di allenatori mai riscontrata nel passato. Il fatto stesso di ricorrere ogni domenica al rivoluzionamento dei ranghi è una dimostrazione inequivocabile che i tecnici o non sono tali, oppure… Contro i ferraresi, gli alessandrini hanno disputato una gara caratterizzata da due ben distinte fisionomie. Ad un primo tempo caotico ha fatto seguito una ripresa buona. Intendiamoci, nulla di trascendentale è affiorato in questi 45 minuti di gioco ad eccezione di un maggiore impegno da parte di Lorenzi e compagni. Nella prima fase dell’incontro, i nostri baldi uomini di punta non solo non sono riusciti a trovare l’intesa tecnica ed agonistica per piegare il tenace avversario, ma nemmeno si sono sforzati di trovare fra loro quel minimo di cordialità e comprensione, indispensabili per confermare il principio che requisiti essenziali d’un vero atleta sono: volontà e generosità. Così, mentre i prodighi Boniardi, Giacomazzi, Cuman e Girardo hanno dato fondo alle loro energie onde arginare le pericolose offensive dei compagni di Morbello, alla metà campo, Lorenzi, Manenti e C. davano spettacolo, invero poco piacevole, di reciproche intemperanze, con danno al rendimento collettivo. Al Moccagatta sono continuati nei giorni scorsi ininterrottamente gli allenamenti: molti dei giocatori, già a riposo per indisposizione o contusioni, sono apparsi in piena efficienza, per cui non è improbabile che alcuni di essi siano inclusi prossimamente in formazione. (Romolo Vite, «Il Piccolo», 21 febbraio 1959) Tempo fa capitò tra le nostre mani un volumetto, un «Barlassina»: per gli anziani era il vademecum del gioco del calcio. Barlassina pressappoco diceva così: «Si dice che si gioca al foot-ball con i piedi. Non è vero, al foot-ball si gioca con la testa!». Lo ha dimostrato Manenti, domenica scorsa, segnando tutte e due le reti di testa. Con l’«esterno», ma più ancora con l’«interno» di quanto c’è – o dovrebbe esserci – nella testa! Nell’incontro Spal-Alessandria, vi era un seguito. Come è noto, il prof. Luciano De Sisti fu ad Alessandria quale allenatore atletico nella stagione calcistica 1957-58. Dopo aver lanciato la missilistica notizia del suo passaggio (arbitrario) al Milan, planò invece tra le casalinghe mura di Ferrara. I rapporti tra il prof. Romanò, succedutogli in Alessandria, ed il De Sisti, ebbero qualche spunto polemico più in sede direzionale che non fra gli sportivi che, quanto meno, valutarono le doti di infaticabile lavoratore del comasco. Così domenica Romano, che già aveva annotato a suo favore un punto a Ferrara (l’altro lo aveva… grattato l’arbitro De Marchi!) ebbe la soddisfazione di vedere i suoi ragazzi fare intera la posta. A termine partita abbiamo visto il prof. De Sisti… giù di forma! Domenica il tiro al bersaglio era fatto da Pistorello. L’atletico mediano era stato inserito nel ruolo di mezz’ala a seguito delle cattive condizioni di forma di Dorigo. Al «centro» era arrivato lui: toccava a lui! Il pubblico non ha considerato i chilometri che il lungo «Pista» ha macinato, i palloni che ha toccato in bene e in male: insomma, la mole di lavoro che si è sobbarcato. Non è ammesso sbagliare! Chissà perché durante l’incontro, ci veniva da rammentare il comportamento dei tifosi genoani, cui è stato riconosciuto grande merito per la salvezza della loro squadra nel campionato 1957-58. Amici, o «amici del giaguaro»? Questo nostro pubblico… C’è ancora da scrivere qualcosa su quanto è già stato scritto su di lui? Lo dicono freddo, apatico e via scrivendo… A noi pare tutt’altro che freddo e apatico, quando lo sentiamo «vituperare» i suoi ragazzi! Dà l’impressione del giovane respinto dall’amata! Ma appena le cose si mettono in modo favorevole eh…allora…, allora è tutt’altro affare! Si sente spalleggiato da quelli in campo e trova modo di fare «l’erlo», quasi che ad imitarlo nessuno fosse capace. Ma prima? Prima ci debbono pensare – da soli – quelli in campo. Che forza! (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 21 febbraio 1959) RISULTATI: Bari-Milan 0-2 Bologna-Udinese 2-0 Internazionale-Genoa 4-1 Juventus-Padova 2-1 Lanerossi Vicenza-Talmone Torino 2-0 Lazio-Fiorentina 0-0 Sampdoria-Napoli 0-0 Triestina-Roma 1-0 CLASSIFICA: Milan 32; Fiorentina 31; Internazionale, Juventus 28; Sampdoria 24; Lanerossi Vicenza 22; Padova, Roma 21; Napoli 20; Bologna, Genoa 18; Lazio, Spal 17; Bari 16; Alessandria 14; Triestina 12; Udinese 11; Talmone Torino 10. MARCATORI 25 gol Angelillo (Inter) 19 gol Altafini (Milan) 18 gol Montuori (Fiorentina) 13 gol Firmani (Inter), Hamrin (Fiorentina) 12 gol Danova G. (Milan) 11 gol Charles (Juventus), Nicolè (Juventus), Pascutti (Bologna), Pivatelli (Bologna) 10 gol Barison (Genoa), Brighenti (Padova), Sivori (Juventus) Il punto sul campionato La Lazio ha costretto i toscani al pareggio - Bella partita del Padova sul campo della Juventus -1 granata hanno perso a Vicenza: la loro situazione è sempre grave ma non disperata - Un passo avanti dell'Alessandria Quattro erano o quattro sono rimaste le squadre che possono nutrire speranza di conquistare il titolo di Campione. Delle altre, quelle che meno distano dal gruppo di torta, v'è da ritenere che nessuna vi pensi più, seppure vi ha mai pensato nel corso della competizione. Specialmente ora che, colla sconfitta subita, dalla Roma a Trieste e dal Padova a Torino e col risultato nullo in cui è incappata la Sampdoria sul proprio campo davanti al Napoli, il distacco fra i fuggitivi e gli inseguitori è aumentato, salendo addirittura a quattro lunghezze. Si può quindi con tutta tranquillità, almeno cosi ci pare, parlare del quartetto costituito dal Milan, dalla Fiorentina, dall'Internazionale e dalla Juventus, come del piccolo gruppo che, solo, ha ancora interesso alla questione del primato. Delle quattro, è toccato questa volta, nella ventesima giornata, alla Fiorentina di perdere un punto per istrada. Le altre tre hanno superato vittoriosamente le loro prove in misura ed in modo diverso l'una dall'altra: in trasferta la prima ed in casa propria, le ultime due. La Fiorentina si è fatta bloccare sullo zero a zero nella capitalo, ad opera della Lazio, in una partita dal sapore polemico anziché no. L'allenatore attuale dei laziali era, fino alla stagione scorsa, il responsabile tecnico dell'undici viola. In apparenza — come è diventato consuetudine nel calcio nostro — non v'è screzio fra le parti, che si sono separati, mesi fa in pieno accordo fra di loro. In sostanza l'urto ed il desiderio di una rivincita esistono ancora. E' l'occasione di dimostrare al mondo tante cose sulle quali prima non s'era fatto che discutere: l'occasione di fornire la prova per ambo i litiganti, che il cambiamento di posizione e di situazione è avvenuto in meglio, non in peggio. La Lazio di questa stagione, particolarmente quella di questo momento, non è in grado di competere ad armi pari edita Fiorentina ohe sta fra le primo della classifica. Una netta differenza di classe e di rendi mento separa l'un contendente dall'altro. Ma la rivalità fa spessa compiere miracoli, ed i laziali, stringendo i denti e lottando nel nome del loro comandante, hanno saputo tenere te sta ai toscani. E per intanto, il Milan torna ad essere solo al primo posto. Ha anche riportato la vittoria più convincente di tutte. E' andato sul difficile campo dei ba resi, e vi si è imposto per duo reti a zero: due reti segnate entrambe nel corso del primo tempo. E' un bel passo avanti, quello che hanno fatto i rossoneri. Al confronto i neroazzurri milanesi sono stati più prolifici, ma meno franchi. L'Internazionale ha infatti battuto per quattro reti a una il Genoa a San Siro, ma, avendo fruito di un rigore nel primo tempo, al successo vero essa non è giunta praticamente che negli ultimi tre minuti della partita. E la Juventus, da parte sua, operando sul proprio campo, non ha potuto piegare quella combattiva e coriacea squadra che è il Padova, che di stretta misura: un due a uno. Irto di incidenti di vario tipo è stato l'incontro disputatosi a Torino: un'autorete a danno dei bianconeri, un rigore mancato dai medesimi, pali che di qua e di là si sostituiscono ai portieri, punizioni massime invocate- e non concesse. Alla lunga è stata ancora una volta la testa di Charles a salvare il risultato che ha lasciato i bianconeri ancora in lizza per il titolo. I quali, domenica prossima, avranno un altro osso duro da rodare a Napoli, mentre il Milan avrà a che fare colla Sampdoria a San Siro, e mentre l'Internazionale dovrà vedersela colla Spai a Ferrara. Il compito più facile pare riservato alla Fiorentina chiamata ad ospitare la Triestina, ma l'impressione nostra è che il gruppo di testa non riuscirà ad incamerare nemmeno questa volta il totale completo dei punti a disposizione. Nuove dolenti note per il Talmone-Torino, a Vicenza. Senza fare del gran giuoco esso era riuscito a portare il risultato in bianco fino a nove minuti dal termine della jiartita, quando il solito infortunio è venuto a tarpargli le ali e ad abbatterlo. Bersaglio della mala sorte, i granata hanno visto ancora la loro situazione aggravata dai successi contemporaneamente riportati da diversi fra i suoi rivali diretti: la Triestina che ha battuto in casa la Roma, l'Alessandria che, pure sul proprio terreno, ha piegato la Spal per due a zero, la Lazio ha strappato un punto alla Fiorentina a Roma. Nella disgrazia, a mantenere il contatto di gomito coi torinesi non è rimasta che l'Udinese, battuta per due a zero a Bologna. Un po' più in su sta un'altra unità sconfitta in casa domenica: proprio quel Bari che deve venire a Torino domenica prossima, contro gli stessi granata Situazione sempre più difficile per l'undici torinese, quindi. Ma disperata, no. Noi insistiamo sul fatto che un paio di risultati positivi possano schiarire notevolmente l’orizzonte dei granata, che hanno bisogne di crederti nel successo per ottenerlo. Essi non devono a nessun costo perdersi d'animo. E ad aiutarli a superare il complesso di inferiorità chi li attanaglia — specie in prima linea — deve essere il pubblico: quello che, ora più che mai, deve ardentemente, tenacemente sostenere la squadra. (La Stampa - Vittorio Pozzo)