Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1958/1959
Serie A
29-03-1959 - Giornata: 25 - Bari - della Vittoria


Bari US - Alessandria US 1 - 0 (0 - 0)
RETI: 69. Mazzoni M. [Ba]

Alessandria US Cuman Pacifico, Nardi Aldo, Giacomazzi Giovanni, Snidero Cirano, Pedroni Franco, Pistorello Giancarlo, Sgorlon Alberto, Manenti Michele, Filini Giancarlo, Girardo Antonio, Tacchi Juan Carlos All.: Pedroni Franco

Formazione avversaria
BARI US: Magnanini; Romano, Gariboldi; Mazzoni, Seghedoni, Macchi; De Robertis, Bredesen, Catalano, Conti, Cicogna. All.: Tabanelli Paolo.

Arbitro: Moriconi Antonio (Roma)
Note
Rigore sbagliato: 60’ Conti [B, parato]. Angoli: 7-5 (5-0). Spettatori: 18.000. Cielo coperto, terreno buono. Inizio gara ore 15:30.

Commento
Due squadre in lotta per la salvezza non offrono mai uno spettacolo di alto livello, ma solo un incontro vivace e impegnativo. Lo hanno dimostrato ancora una volta il Bari e l’Alessandria che, com’è noto, bazzicato i quartieri bassi della classifica. L’Alessandria mostra subito chiaramente le proprie intenzioni e, fin dal calcio di inizio, arretra le due mezze ali a dare man forte alla difesa. Al 4’ un tiro di Cicogna viene dal mediano alessandrino deviato in calcio d’angolo e, sulla susseguente punizione, Catalano calcia proprio su un difensore che libera. 7’: lungo rinvio di un difensore ospite e palla che perviene a Sgorlon che supera Seghedoni e si dirige tutto solo verso Magnanini, ma nel tiro conclusivo sbaglia mandando a lato. Si gioca sempre su mezzo campo (quello alessandrino) e i difensori ospiti mettono in mostra tutto il repertorio dei mezzi difensivi leciti ed illeciti, qualche rara volta che gli ospiti riescono a giungere nelle vicinanze di Magnanini la loro precipitazione e ingenuità fanno sì che le azioni sfumino malamente. Pedroni, al 26’, forse per difendersi, mette k.o. Conti al limite dell’area di rigore. Ma la punizione è battuta da Mazzoni lentamente e Cuman non ha difficoltà a parare. Al 31’ lungo rinvio di Seghedoni e palla rincorsa da Catalano e Pedroni, il centravanti barese si libera elegantemente del capitano alessandrino e calcia deciso a rete; il guardiano ospite para ancora. Subito dopo, Conti fugge sulla destra, dà a De Robertis e questi a Bredesen che sbaglia nettamente il bersaglio, né Catalano rimedia nonostante un colpo di testa in extremis. 42’: altra fuga di Conti, questa volta sulla sinistra, e palla smistata davanti alla porta di Cuman. Precisa giravolta di testa di De Robertis, ma Nardi, con estrema decisione, riesce a salvare mandando in calcio d’angolo. Si riprende e subito Cuman corre un serio pericolo. Mazzoni indirizza a rete da distanza ravvicinata, anche se difficile, ma ancora una volta Nardi salva sulla linea fatale. Su rovesciata, De Robertis al 3’ riprende in area Catalano, ma il suo tiro di destro trova il guardiano alessandrino pronto. Scende tutto solo Tacchi al 4’ verso la rete di Magnanini, ma al limite dell’area Seghedoni lo ferma non del tutto regolarmente. L’arbitro lascia correre. Incredibile al 6’: Conti si impossessa della sfera, supera in bellezza Nardi e Pedroni e poi tira, ma Cuman riesce a toccare di poco la sfera che schizza in area, riprende Bredesen che di testa indirizza a rete sguarnita, ma questa volta è il palo a dire di no. Ancora una travolgente azione personale di Conti al 7’ ma Pedroni, appostato sulla linea di fondo, respinge con la punta del piede. 12’: calcio di punizione, battuto da Giacomazzi con tiro forte e radente che Magnanini a stento riesce a trattenere. Al 15’ Cicogna batte un calcio d’angolo sul quale Cuman esce bloccando la palla, ma l’arbitro (non siamo riusciti a spiegarcelo) decreta un calcio di rigore in favore dei locali. Batte Conti ma colpisce il palo, riprende De Robertis ma manda a lato di poco. Abbiamo però avuto l’impressione che il guardiano ospite si sia mosso molto prima del fischio dell’arbitro. Al 24’ il Bari va in vantaggio. In precedenza, Nardi aveva dato indietro a Cuman, che però raccoglieva la sfera di poco fuori dall’area di rigore per cui l’arbitro decretava un calcio di punizione. Batteva Mazzoni, ma la barriera respingeva, riprendeva lo stesso Mazzoni che con un gran tiro mandava la sfera a sbattere contro la traversa per poi finire nel sacco. Lunga discesa di Catalano al 36’, ma proprio in area viene ripreso da un difensore. Riprende Bredesen, ma calcia di poco sulla traversa. Gli ospiti non disdegnano ora di portarsi in avanti, compreso lo stesso Pedroni, ma sono sempre i padroni di casa a mantenere in pugno le redini della gara fino al termine. (Nicola Morgese, «l’Unità», 30 marzo 1959) IL BARI SUPERA L'ALESSANDRIA CON UN FORTUNOSO GOL DI MAZZONI Conti ha colpito un palo su calcio di rigore - Belle azioni di Tacchi Al 23’ della ripresa il biondo Bredesen infilava un corridoio e metteva in azione tra i due terzini avversari il veloce Cicogna. Cuman, nel tentativo di salvare, si precipitava sulla palla e se ne impossessava con le mani oltre la linea bianca. La conseguente punizione era calciata dal mediano Mazzoni che, dopo avere fatto carambolare la palla contro la barriera dei difensori, la riprendeva e segnava con una fucilata dal basso in alto. All’infuori della rete, la partita si è svolta all’insegna della più completa povertà tecnica. Inutilmente le due squadre hanno cercato di rimediare a questa mediocrità con gli spunti veloci dell’alessandrino Tacchi e dei baresi Conti e Bredesen. Il maggior volume di gioco è stato dei baresi, i quali, tuttavia, avevano l’attenuante della formazione rimaneggiata. L’Alessandria ha badato più a coprirsi che ad attaccare: ha ripiegato Pistorello a secondo centromediano e Filini a mediano laterale, mentre il solo Tacchi ha svolto compito di molestia. Nel primo tempo, la partita è stata senza storia. Nella ripresa il gioco si ravvivava. Tacchi portava lo scompiglio al 4’ e Romano risolveva con un fallaccio da rigore. La palla sgusciava, però, a Sgorlon e l’arbitro accordava soltanto la regola del vantaggio, che l’attaccante grigio non sapeva sfruttare. Al 6’ scendeva Conti: il barese dribblava tre avversari e calciava colpendo in pieno la traversa. Riprendeva di testa Bredesen, ma era ancora il palo che si sostituiva al portiere ormai fuori causa. Al 9’, altra ubriacante discesa di Tacchi, fermato da uno sgambetto di Macchi sul limite. Al 17’ Conti colpiva su rigore il palo, al 23’ Mazzoni riusciva a calciare dentro la rete. La reazione degli ospiti era spettacolare, ma vana. Magnanini al 30’ salvava sui piedi di Tacchi; l’alessandrino riusciva a tirare egualmente, ma sfiorava il montante. Ancora un angolo sciupato da Tacchi al 32’, una punizione dal limite e due angoli consecutivi per gli alessandrini al 33’. Poi il gioco ristagnava. Seguivano altre grossolane papere dei baresi che, trovatisi spesso a pochi passi da Cuman, sciupavano incredibilmente. (Aurelio Calitri, «Stampa Sera», 30 marzo 1959) Non sempre le vittorie, che sulla carta si definiscono comunemente scontate in partenza, sono altrettanto facili a conseguirsi sul terreno di gioco, perché molto spesso va a finire che, alla prova dei fatti, diventa giusto il contrario. È questo il caso della partita che ha visto oggi di fronte i biancorossi baresi e i grigi alessandrini. Di fronte allo scarso valore tecnico dell’Alessandria, non ha fatto riscontro, da parte dei biancorossi, quella sicurezza che era nelle previsioni. Invece di prendere subito l’iniziativa e di cercare di guadagnare un vantaggio iniziale che potesse consentire loro di proseguire con tranquillità la gara, i padroni di casa si sono lasciati invischiare dal gioco confuso degli ospiti. Hanno lasciato agli uomini di Pedroni l’iniziativa – ammesso e concesso che di iniziativa possa parlarsi in una gara del genere – e si sono fatti trascinare in lungo e in largo, a vuoto, per tutto il campo. Anche oggi, Bredesen ha lasciato alquanto a desiderare; Conti, anche se solo a tratti, ha giocato benino; lo ricordiamo veramente irresistibile al 5’ della ripresa, in una azione personale conclusa con un palo, colpito poi nuovamente di testa, sul rimbalzo, da Bredesen, e al 6’ sempre della ripresa, quando per un soffio Pedroni gli ha tolto la palla dai piedi. In un ruolo decisamente non suo, Catalano, al centro della prima linea, ha fatto quel che ha potuto. De Robertis e Cicogna hanno tenuto duro fino al termine e, se avessero potuto disporre di un coordinatore, certamente le loro sgroppate si sarebbero potute concludere positivamente. Quando ne ha avuto la possibilità, Mazzoni ha tentato di assumere la regia della squadra barese, compito arduo, ma al quale il capitano dei biancorossi è abituato. Poco nell’Alessandria. Cuman ha salvato più volte la sua rete dalle disordinate aggressioni della prima linea barese e lo ha fatto con una notevole dose di stile e di sicurezza. Tutto sommato, Pedroni si è salvato rispetto agli altri, specialmente nel primo tempo, quando non ha mai ceduto in difesa ma passato avanti, dopo il gol barese, ha chiaramente mostrato i suoi anni. Pistorello, che per buona parte del primo tempo ha fatto da battitore libero, è sensibilmente calato sul finire. Il terzino destro, Nardi, e l’ala sinistra, Tacchi, sono andati d’accordo in fatto di gioco duro e di scorrettezze, tanto che l’arbitro più volte ha dovuto intervenire. Tacchi, comunque, è stato senz’altro l’uomo più attivo dell’attacco. Dopo un primo tempo quanto mai insignificante, le due squadre si sono leggermente scosse nella ripresa. Al 15’, mentre il Bari batteva un calcio dalla bandierina, Nardi [in realtà Snidero, N.d.T.] ha «cinturato» Conti e l’arbitro non ha esitato a decretare la massima punizione. Tirava Conti, ma Cuman riusciva a respingere il tiro. De Robertis raccoglieva la sfera e la mandava oltre la linea di fondo. Il gol della vittoria barese al 23’: punizione dal limite, la palla, calciata da Mazzoni, viene respinta dalla barriera e ripresa dallo stesso Mazzoni che, con una mezza giravolta, la spedisce nel sacco. (Paolo Magrone, «La Gazzetta dello Sport», 30 marzo 1959) UNA VITTORIA SUL LANEROSSI VICENZA POTREBBE SIGNIFICARE SALVEZZA Con regolarità impressionante, la tattica Pedroni non ha funzionato neppure a Bari, dove la squadra di casa ha fatto di tutto per non vincere. L’Alessandria del momento non incute timore ad alcuno e, se le cose continueranno così, chissà dove andrà a finire. Continua la girandola: fuori Oldani, dentro Filini, fuori Castaldo, dentro Sgorlon e fuori anche Boniardi, reo di avere disputato un campionato con i fiocchi! Attendiamo ancora oggi di vedere la formazione definitiva e la valorizzazione di quei giovani che dovrebbero rappresentare i titolari del prossimo campionato. E pensare che molte altre squadre hanno fatto debuttare ragazzi, hanno saputo infonder loro fiducia, si sono permesse il lusso di battere squadroni. Qui la cosa non sembra possibile e la scusa è sempre la solita: i giovani sono insufficienti. Non dipenderà dal mettere o togliere, a seconda di come tira il vento? Fa piacere leggere su settimanali locali certi attacchi più o meno sensati contro coloro che scrivono cose vere e reali. Per essere simpatici a questi tali bisognerebbe incensare, come essi fanno, il doppio «catenaccio» e la rinuncia a giocare con la scusa che gli attaccanti sono poco adatti al gioco offensivo. Pensiamo sarebbe più opportuno convocare i «tali» che scrivono certe piacevolezze ed impartire loro una lezione teorica sul gioco del calcio e sulla necessità di adattare (e non subire) il proprio gioco a quello degli avversari. Ma si sa bene che ognuno deve legare l’asino dove vuole il padrone e noi, per fortuna, non abbiamo ancora padroni che ci obbligano a ripetere che «tutto va bene». Comunque pensiamo che sono i risultati che contano, e non le lettere aperte o certi articoli molto spiritosi che vorrebbero dire ma, in definitiva, non dicono proprio nulla. Il dilemma Pedroni. Si dimette da allenatore, non si dimette, è stato dimesso d’autorità, non è stato dimesso. Un ginepraio che non si presenta di facile soluzione. A sentire i corrispondenti locali, Pedroni se ne sarebbe andato come allenatore e sarebbe rimasto come giocatore. La cosa non c’interessa molto, ma ci preme invece battere domani il Lanerossi per approfittare del calendario favorevole, almeno per quanto riguarda il numero delle partite in casa. Tempo fa avevamo letto su un settimanale alessandrino che diverse squadre avevano sostituito l’allenatore, cercando un capro espiatorio per gli errori commessi dai dirigenti durante i mesi estivi. Però talune squadre sono risorte con questa «strage degli innocenti», mentre l’Alessandria, che nella estate aveva saputo fare cose egregie in fatto di campagna acquisti e vendite, divide l’ultimo posto con altre due squadre e non si sa come andrà a finire! Vedremo se la «strage degli innocenti» ha giovato o meno a chi l’ha compiuta, e vedremo se veramente «errare é umano, perseverare è diabolico». (Egi, «Il Piccolo», 4 aprile 1959) RISULTATI: Fiorentina-Padova 3-0 Genoa-Sampdoria 0-0 Lanerossi Vicenza-Internazionale 2-1 Milan-Juventus 1-1 Roma-Napoli 8-0 Spal-Udinese 0-1 Talmone Torino-Lazio 1-0 Triestina-Bologna 3-2 CLASSIFICA: Fiorentina 39; Milan 38; Juventus 34; Internazionale 33; Lanerossi Vicenza 29; Sampdoria 28; Bologna, Napoli 25; Padova, Roma 24; Genoa, Lazio 22; Bari 20; Spal, Triestina 18; Alessandria, Talmone Torino, Udinese 17 MARCATORI 27 gol Angelillo (Inter) 23 gol Altafini (Milan) 22 gol Montuori (Fiorentina) 19 gol Hamrin (Fiorentina) 15 gol Firmani (Inter) 14 gol Pascutti (Bologna) Il punto sul campionato Nel torneo di calcio nuovi sviluppi della lotta per il titolo La Fiorentina resta sola al comando dopo il pari della Juventus a Milano A San Siro i bianconeri hanno messo in evidenza un gioco migliore - L'Inter battuta dal sorprendente Lanerossi Vicenza - Nel settore di coda le vittorie del Talmone Torino e della Triestina La venticinquesima giornata del campionato, non ha risolto nessuno dei problemi che aveva sul tavolo: si è limitata a fare da elemento chiarificatore per alcuni di essi. In testa alla classifica, il pareggio con cui si è chiuso l'incontro di Milano e la sconfitta nella quale è incorsa l'Internazionale a Vicenza, hanno rotto l'equilibrio esistente e creato un nuovo stato di cose. Tutto favorevole alla Fiorentina, quest'ultimo. I viola sono stati i soli ad uscire dalla contingenza a punteggio pieno. Affrontavano, sul proprio terreno, un Padova che si trova apertamente in regresso di forma: ne ha rotto il catenaccio, ed ha vinto per tre reti a zero. E si trova così ancora una volta sola in testa alla classifica. Il grande incontro di San Siro ha richiamato un gran pubblico, ma si è chiuso con un nulla di fatto: una rete per parte. La Juventus ha giuocato meglio del suo avversario, e si può dire che abbia, più che sfiorato, mancato l'occasione di vincere. Quella occasione che la avrebbe rimessa in lizza per il primato. Nella partita, il Milan ha, più di ogni altra cosa, messo in mostra le pecche del suo funzionamento del momento attuale: specialmente quelle della prima linea. Le quali hanno spiegato le ragioni delle diciotto reti che i suoi attaccanti hanno segnato in meno di quelli dei toscani, e detto in termini abbastanza chiari come ben difficilmente i rossoneri possano giungere ad assicurarsi lo scudetto nella stagione. Un po' lo stesso referto che malgrado la prova complessivamente favorevole, l'incontro ha espresso nei riguardi dei bianconeri torinesi. Chi risulta come completamente tagliata fuori dalla lotta, è l'Internazionale. I neroazzurri erano, come detto, a Vicenza, e sono andati in vantaggio dapprima e crollati poi. I sei punti di distacco dalla capolista, con un totale di diciotto ancora in disputa, tolgono all'Inter ogni speranza di colmare lo svantaggio. Giornata quindi completamente favorevole alla Fiorentina. Giù, in fondo alla scala dei valori, un gran tramestio di risultati, ma, come situazione, buio pesto ancora. Il Talmone Torino, pur giuocando per più di metà dell'incontro con dieci uomini soli, ha vinto un incontro che proprio perdere non poteva per la sua salvezza. Giuocano in modo soddisfacente, i granata, da parecchie giornate a questa parte, eppure dall'ultimo posto non riescono ad allontanarsi: sono ancora sempre costretti a dividerlo con altri. Perché, ogni volta, i suoi rivali diretti si muovono essi pure. Viene alla memoria la massima ferravilllana: non possono colpire gli avversari, perché questi non stanno fermi. Domenica, contemporaneamente, la Triestina ha battuto in casa propria il Bologna, e perfino l'Udinese, che sul terreno altrui non aveva ancora riportato un successo pieno è andata a vincere a Ferrara. A perdere è stata invece, oltre alla Spal, l'Alessandria a Bari. E così, a quota 17, la più bassa, stanno ora, assieme ai granata, i grigi ed i friulani. Nei sostenitori del Talmone Torino — che domenica sarà chiamato a giuocare al Vomero, contro quel Napoli che è tornato da Roma col pesante bagaglio di otto reti al passivo — la convinzione della salvezza si basa ora sul ritrovato tono di giuoco della squadra. Un tono che, alla lunga, deve finire pur per dare i suoi frutti. (La Stampa - Vittorio Pozzo)