Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1958/1959
Serie A
26-04-1959 - Giornata: 29 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Napoli AC 2 - 1 (1 - 0)
RETI: 26. Pistorello G.[A], 56. rig. Tacchi J.[A] 82. Del Vecchio E. [Na]

Alessandria US Cuman Pacifico, Boniardi Umberto, Giacomazzi Giovanni, Snidero Cirano, Pedroni Franco, Pistorello Giancarlo, Lorenzi Benito, Filini Giancarlo, Vonlanthen (II) Roger, Dorigo Aldo, Tacchi Juan Carlos All.: Robotti Luciano

Formazione avversaria
NAPOLI AC: Bugatti; Comaschi, Greco (II) Elia; Beltrandi, Betello, Bertucco; Novelli (I) Carlo, Di Giacomo, Vinício, Del Vecchio, Gasparini. All.: Amadei Amedeo.

Arbitro: Campanati Giulio (Milano)
Note
Angoli: 5-1 (1-0). Spettatori: 7.000. Giornata grigia, terreno brullo e duro. Inizio gara ore 15:40 (con dieci minuti di ritardo per un ritardo della terna arbitrale). Un minuto di raccoglimento in memoria del giornalista Carlo «Carlin» Bergoglio.

Commento
Una partita nata male, con un arbitro giunto in extremis e un con un conseguente ritardo di dieci minuti nell’inizio del gioco, con tre reti bruttissime e frutto tutte di errori delle difese ed una assai bella e del tutto regolare annullata, con un primo tempo fiacco, al punto di chiedersi dov’era l’interesse dei grigi in lotta per non retrocedere, con un Napoli che soltanto nel finale ha lottato con la grinta necessaria a fare apparire la sua prestazione degna di un incontro di campionato, cancellando in parte la cattiva impressione creata in precedenza. Uno sguardo panoramico sui novanta minuti porta comunque, nonostante il crescendo agonistico dell’ultimo quarto d’ora, ad amare considerazioni sulle squadre in campo, che mai sono riuscite a condurre un’azione combinata, affidandosi invece entrambe soltanto all’estro di pochi attaccanti e alla potenza dei difensori che, per la maggior parte anziani, hanno dovuto limitare il loro compito ad un lavoro di rottura di rottura, efficace ma bruttissimo a vedersi. Il fatto di essere ormai il calcio alla fine della stagione e l’ansia che serpeggiava nelle file alessandrine, anche se non troppo evidente, possono giustificare quanto è avvenuto nel corso dell’incontro, ma non di meno c’è da augurarsi che al «via» del prossimo torneo uomini come Pedroni, Boniardi, Comaschi possano concedersi un po’ di meritato riposo, sostituiti da giovani elementi come ad esempio quel Filini che oggi, pur rivelando limiti di classe e una eccessiva rigidità nei movimenti, ha portato le uniche note positive fra i ventidue in campo. Il Napoli ha perso l’incontro, fra il logico tripudio dei tifosi locali ma, considerando che il signor Campanati ha annullato una regolarissima rete di Lorenzi, avrebbe potuto condurre in porto un risultato di parità soltanto se la difesa non si fosse lasciata prendere dal panico nelle due occasioni che hanno portato alle segnature avversarie e che l’attacco si fosse reso conto in tempo che era inutile, nella giornata, appoggiare tutto il gioco su Vinício il quale, oltre ad essere in periodo di scarsa vena, era oggetto delle attenzioni di Pedroni che, nei novanta minuti, ha impiegato tutte le astuzie che i lunghi anni di carriera gli hanno insegnato. Bloccato il suo numero nove, l’attacco partenopeo ha vissuto unicamente sulla vena di Del Vecchio e su qualche puntata delle ali, mentre Di Giacomo, partendo da lontano per l’insufficiente appoggio dei laterali, si esauriva prima di giungere in zona utile per il tiro. Note positive – a parte l’incidente del rigore – si hanno per la prestazione di Betello che, dopo un inizio incerto, ha preso ad anticipare con sicurezza un Vonlanthen che nell’occasione è parso ricordarsi a tratti degli antichi fastigi, quando indossava la maglia della Nazionale rossocrociata. Nelle file dell’Alessandria, Tacchi, Vonlanthen e Lorenzi hanno a tratti condotto in contropiede azioni bellissime, Pistorello ha giocato una giudiziosa partita ma la difesa – pur considerando il risultato positivo – ha impressionato più per la sua decisione e durezza che per la organizzazione, apparsa in molte occasioni più fortunosa che intenzionale. D’altra parte, anche il Napoli può battersi il petto per lo stesso motivo ed a conferma di ciò togliamo subito dagli appunti la cronaca della rete di apertura che può essere considerata un vero infortunio. Si era infatti giunti senza eccessive emozioni al 26’ del secondo tempo quando, su un centro lungo di Dorigo, Bugatti usciva dai pali per abbrancare il pallone in presa alta, scontrandosi violentemente con il compagno di squadra Beltrami e finendo a terra dolorante mentre Greco II liberava in calcio d’angolo. Sul tiro dalla bandierina, uno spiovente al centro della porta, Beltrandi ostacolava nuovamente l’azione di Bugatti che, pressato, non toccava il pallone sul quale si lanciava Pistorello insaccandolo in rete con tutta facilità. Da questo momento, ed entriamo così nella cronaca dell’incontro, l’Alessandria limitava sempre più la propria naturale tendenza a proteggere l’esiguo vantaggio e, per l’aumentata pressione degli ospiti, la sua attività offensiva, affidandola unicamente agli spunti del fantasioso Tacchi e dall’ancora brillante Lorenzi che trovavano in Vonlanthen il terzo vertice su cui appoggiare la loro triangolazioni. La pressione partenopea era però soltanto per supremazia territoriale e Cuman poteva dormire sonni tranquilli fino al 41’ quando Vinício si ricordava delle antiche virtù e, spostato sulla sinistra, aggirava brillantemente Pedroni, toccando poi all’accorrente Di Giacomo il cui tiro, tagliatissimo, spiazzava Cuman e usciva sul fondo sfiorando la traversa. L’apertura della ripresa ci offriva un Napoli più efficiente, con un duetto Vinício-Del Vecchio concluso da quest’ultimo con una stangata al volo che trovava Cuman pronto alla parata. Al 4’, da un fallo di Pedroni su Vinício, nasceva una punizione che lo stesso brasiliano indirizzava sulla barriera. Al 7’ Novelli evitava il centromediano dei grigi al quale riusciva però un prodigioso recupero. Dalla pressione degli azzurri nasceva… la seconda rete dei grigi. Filini raccoglieva un pallone a mezzo campo e lo indirizzava verso Vonlanthen che era pronto a scattare affiancato da Betello. Giunto nell’area, ma spostato verso destra, l’elvetico fermava la palla ed il centromediano del Napoli perdeva il momento favorevole per toccarla in corner; dopo un attimo di surplace, Vonlanthen accennava a rientrare superando Betello che da terra allungava una gamba, agganciandolo nettamente a un piede. Rigore giusto ma evitabile, che Tacchi trasformava lasciando di stucco Bugatti con un bolide di eccezionale potenza. Lo svantaggio immeritato dava una nuova scossa agli uomini di Amadei che traducevano la loro pressione in alcuni tentativi a rete, costringendo Cuman a difficili interventi, come al 14’ su una punizione di Gasparini deviata astutamente da Del Vecchio e respinta con uno splendido volo dal portiere alessandrino. Al 24’ Filini perdeva una bellissima occasione rinunciando al tiro a rete dopo una lunghissima azione personale e si giungeva, al 35’, alla rete annullata, senza dubbio la più bella della giornata. Snidero raccoglieva un pallone uscito dall’area azzurra e la indirizzava prontamente verso Bugatti, sbagliando però la mira. Sul bolide, che stava per uscire a lato dopo avere attraversato in diagonale la porta, si avventava con un fantastico tuffo a pesce Lorenzi proiettando in rete. Il giubilo di «Veleno» era di breve durata, Campanati aveva infatti ravvisato una impossibile posizione di fuori gioco. Al 37’, finalmente, il Napoli coronava gli attacchi con una rete. Fuggiva Gasparini portandosi avanti la palla con un indovinato colpo di tacco e giunto sul fondo centrava corto addosso a Pistorello che, forse sorpreso dall’omaggio, indugiava quel tanto sufficiente da permettere a Del Vecchio di infilare da due passi. Ultimi minuti di passione per i tifosi dell’Alessandria chiuso in area sotto la pressione dei napoletani; per loro fortuna, Vinício aveva la mira fasulla e gettava alle stelle, al 45’, un pallone che si era fermato benissimo col petto a cinque metri da Cuman. Giornata coperta, leggermente ventilata, terreno pressoché privo d’erba ma in buone condizioni. Pubblico delle grandi occasioni, con al centro dei popolari una piccola banda con ottoni e grancassa, che ha dato la carica ai grigi in ogni occasione favorevole. Nel corso dell’incontro è stato osservato un minuto di silenzio per commemorare Carlin, il direttore di «Tuttosport», deceduto ieri. L’arbitro e i segnalinee sono giunti da Milano pochi minuti prima dell’incontro, che ha avuto inizio con un ritardo di dieci minuti circa. (Bruno Perucca, «Corriere dello Sport», 27 aprile 1959) Una vittoria preziosa per l’Alessandria, e vittoria pienamente meritata. Il Napoli ha avuto uno sprazzo di reazione soltanto sul finire, quando il risultato poteva considerarsi ormai acquisito con le reti segnate da Pistorello e da Tacchi (rigore). Ci sarebbe voluto un Vinício in forma per riportare in equilibrio le sorti del match dopo il goal di Del Vecchio; il brasiliano invece ha fallito grossolanamente l’occasione del pareggio, ed il «miracolo» napoletano non si è verificato. Il 2 a 1 a favore dei piemontesi ha avuto così la consacrazione finale, ed è giusto che sia andata così, perché la squadra alessandrina ha dimostrato per più di un’ora il suo buon diritto al successo pieno, un’ora di gioco condotto con decisione e coraggio alla ricerca di quella vittoria necessaria per progredire sulla strada della salvezza. Negli ultimi minuti la stanchezza accusata da molti atleti ha reso difficile il compito dei difensori grigiazzurri – in maglia color canarino per dovere di ospitalità – ma questo nulla toglie ai meriti degli uomini di Pedroni, che possono pensare ora all’avvenire con maggiore tranquillità. Parlando dell’Alessandria, non si può accennare ad una prestazione superiore, ma bisogna dire della buona volontà di tutti per far bene. La manovra d’attacco è pur sempre legata all’estro di qualche atleta, ma non ci si trova più di fronte ad una compagine volutamente arroccata a difesa, ma tendenzialmente portata in avanti. Gli uomini della retroguardia hanno dimostrato ieri di poter reggere da soli all’urto di avversari di chiara fama; gli avanti hanno potuto così manovrare con una certa facilità, facendo leva su un Lorenzi piuttosto vivace, su un Tacchi a volte «assente» a volte travolgente, su Vonlanthen sempre classico anche se ancora un po’ lento, e sul giovanissimo Filini, che ieri si è meritato veramente gli applausi dei suoi amici per azioni pregevoli. Dietro, ottimo Cuman e sicuri come al solito gli altri, ad eccezione forse di Boniardi, a cui devono pesare gli anni e le fatiche di tutto il torneo. Il Napoli visto ad Alessandria è una squadra ben modesta ed il giudizio non può variare neppure di fronte al finale che gli uomini di Amedei hanno fornito. «Mancano» nell’undici napoletano gli uomini migliori (Vinício, Comaschi e lo stesso Bugatti sono irriconoscibili) e tutta la squadra risente della scansa vena dei suoi «assi». Si è compreso ieri ad Alessandria come i dirigenti azzurri siano così larghi di multe per scarso rendimento. La gara ha avuto inizio in ritardo perché l’arbitro, signor Campanati, è giunto al campo appena tre minuti prima dell’ora ufficiale. È stato osservato un minuto di raccoglimento in memoria di Carlin (Carlo Bergoglio), morto sabato mattina. Non si può dire che il gioco delle due squadre destasse entusiasmo, ma è doveroso ammettere una certa prevalenza degli alessandrini, che passavano in vantaggio al 27’ su azione susseguente al primo calcio d’angolo della giornata: tiro dalla bandierina di Dorigo, sulla palla piombava Bugatti il quale, ostacolato dal compagno Beltrandi, non prendeva nulla… Raccoglieva Pistorello, ottimamente appostato, e con tiro esatto superava il «mucchio» Bugatti-Beltrandi-Lorenzi, tutti a terra. Al 43’ Filini avrebbe potuto raddoppiare, ma il giovane attaccante ha anticipato la conclusione e ne è uscito un tiro-invito per Bugatti. Nella ripresa, la situazione non è cambiata: ha giocato di più l’Alessandria, mentre continuava a deludere il Napoli. All’11’ azione Lorenzi-Vonlanthen. Il centroavanti era affrontato ed atterrato da Betello, il quale lo tratteneva anche quando lo svizzero tentava di risollevarsi per rincorrere il pallone. Campanati non ha avuto dubbio nell’indicare il dischetto del rigore: Tacchi ha «saettato» imparabilmente alla sinistra di Bugatti: 2 a 0. A questo punto, gli alessandrini hanno avuto la colpa di rallentare il ritmo, ma non è che gli ospiti ne abbiano approfittato molto. Soltanto Del Vecchio, al 37’, ha reagito con foga alla situazione: ha superato in pochi metri quattro avversari ed ha deposto in rete con un tocco bellissimo (2 a 1). Il goal del Napoli – marcato due minuti dopo una rete di Lorenzi annullata per fuori gioco dello stesso giocatore – ha riportato un po’ di foga nelle file napoletane, ed a Vinício è capitata l’occasione del pareggio: la palla ha colpito i cartelloni pubblicitari sopra la curva dei popolari. Non è proprio in forma il brasiliano! Al fischio di chiusura, grandi applausi alla squadra di Pedroni, che con la vittoria sul Napoli ha praticamente chiuso il suo capitolo «retrocessione». (Giulio Accatino, «Stampa Sera», 27 aprile 1959) La partita ha avuto il suo periodo migliore nella ripresa, non soltanto per la concitazione del gioco e dell’agonismo, ma anche per la notevole tenuta tecnica di entrambe le squadre, quasi che Alessandria e Napoli fossero decise a riscattare la deprimente impressione di un primo tempo tirato alla carlona, con poca arte, molte sfasature, specialmente da parte di un Napoli impacciato in ogni settore. Si era cominciato in sordina, dopo che Campanati aveva fatto osservare un minuto di raccoglimento in memoria del collega Carlin, e subito si era visto che i due attacchi non marciavano a ritmo pieno, né per intesa né per decisione di scatto. Quello del Napoli era evanescente, anche perché i suoi due assi brasiliani, Vinício e Del Vecchio, pareva che facessero da spettatori, costantemente anticipati da Pedroni, Snidero e Pistorello. Nell’altro campo, l’attacco alessandrino, che recuperava Vonlanthen dopo un’assenza di quasi quattro mesi, non andava meglio: lo svizzero appariva tardo nello scatto; Tacchi, con mirabolanti acrobazie e Lorenzi con tocchi di alta sicurezza tecnica, abbozzavano qualche tema, ma non trovavano l’intesa; anzi, Tacchi pareva facesse di proposito ad ignorare Lorenzi. Ne è uscito un primo tempo caotico, con palleggi lunghi e svagati, sui quali talvolta nasceva uno sprazzo di azione, subito interrotta. Nel compito di ricucire le trame sempre spezzate, il Napoli quasi spariva a centro campo, con una mediana debole in generale e debolissima in Betello. Incredibilmente tenace e in palla, invece, l’aitante e massiccio (e rotondo) Comaschi. Nell’Alessandria la prontezza di recupero era maggiore, grazie al vorticoso lavoro di gambe del mediano Pistorello e dell’interno Filini, che è stato un po’ la rivelazione della giornata. Le vecchie volpi della difesa grigia – da Pedroni a Giacomazzi – davano il tono alle respinte e ai rilanci. Notevole, sopra tutti, Pedroni, che in questo periodo ha salvato con i suoi interventi di perfetto tempismo almeno tre situazioni quasi disperate. Proprio a Pedroni spettava di mettersi in luce al 13’ di gioco con un bello scatto su Del Vecchio, filante a rete. Prima vi era stato un tiro di rara potenza scagliato da Vinício a lambire l’esterno del palo, e c’era stata anche una notevole discesa triangolare fra Pistorello, Vonlanthen e Filini, con tiro finale di quest’ultimo che impegnava Bugatti. Ma questi, come altri episodi similiari, non davano grandi brividi. E neppure il gol era di carattere elettrizzante. Nasceva dal primo angolo ottenuto dall’Alessandria. Batteva Dorigo e la palla spioveva nell’area di porta. Bugatti alzava le braccia, ma veniva involontariamente ostacolato dal compagno Beltrandi, che controllava il vicino Vonlanthen. Niente presa, e palla che carambolava in area: pronto, Pistorello insaccava. Nel tentare il recupero, il Napoli non accelerava di molto il suo gioco, mentre nell’Alessandria lo stesso Tacchi sembrava mettersi sull’Aventino, dopo un vano tentativo di intesa con il dinamico Filini. Molti guizzi partenopei impegnavano Pedroni, che se la cavava robustamente contro Vinício. Brillante Di Giacomo al 42’, che si liberava e fulminava un tiro che sfiorava la traversa superiore. L’ultima parola spettava però ai grigi. Al 43’ un lungo lancio di Giacomazzi liberava Filini; il pivellino entrava in area, stringeva e sparava, ma la palla era centrata su Bugatti. L’inizio della ripresa era caratterizzato da alcuni felici lanci di Lorenzi a favore di tacchi, che filava come una lepre e rispondeva con tiri e anche con cross che permettevano a Dorigo ed agli altri di insidiare la rete di Bugatti. Anche il Napoli si era meglio organizzato ed operava discrete azioni, stimolate dallo stesso Comaschi che, camminando camminando, effettuava lunghe discese sulla destra. Ma a questo punto l’Alessandria raddoppiava per azione personale di Vonlanthen, partito su tocco di Pistorello. Roger non riusciva a staccare Betello, che lo inseguiva e lo sviava sulla destra, ma arrivava a bloccare la palla ed a sbilanciare l’avversario, che cadeva. Mentre Vonlanthen si staccava per sfruttare la palla ormai sua, l’avversario, da terra, alzava il piede e lo agganciava, facendolo ruzzolare. Rigore lampante, che Campanati imponeva e che Tacchi realizzava con tiro fortissimo verso il montante, a sinistra di Bugatti. Nell’ultima mezz’ora, l’iniziativa degli attacchi passava al Napoli. Ma siccome le dense linee arretrate dei grigi reggevano, i pericoli maggiori li correva ancora Bugatti, investito dai contropiede alessandrini. Notevoli finezze di Lorenzi, la manovra imperiosa di Tacchi e la coraggiosa abilità del giovane e non sprovveduto Filini. Ancora due corners contro il Napoli, poi una terza rete che era un capolavoro di Lorenzi, ma che non contava perché Campanati l’annullava… e forse con ragione. Ecco come si sono svolte le cose: discesa sulla destra e tiro-cross di Snidero, che mandava la palla, a mezza altezza, a trasvolare velocissima lo specchio della porta. Lorenzi, con scatto felino, si tuffava in avanti e infilava di testa. Tutto bello, tutto lineare. Ma era o no in fuorigioco Lorenzi al momento dello scatto? Dalla tribuna parve di sì, ma neppure noi si è potuto osservare se Lorenzi, che era già in corsa, fosse o meno partito da posizione irregolare. Comunque, l’episodio ha giovato nel dare vibrazioni agli ultimi minuti della partita. Il Napoli era ormai tutto lanciato alla conquista di un eventuale recupero. La difesa alessandrina reggeva bene, ma alcune situazioni sembravano molto aggrovigliate. Vi era un forte tiro di Novelli sulla fiancata esterna della rete di Cuman. Finalmente, batti e ribatti, al 37’, per una discesa di Gasparini, una palla alta provocava un equivoco tra Boniardi e il portiere. Ne approfittava Del Vecchio per insaccare. Sul 2-1 le mischie si infittivano. Giacomazzi riceveva un colpo, rimaneva a terra e veniva portato fuori per pochi secondi. L’Alessandria subiva il suo unico calcio d’angolo. E proprio su questo Vinício riusciva a recuperare la palla, respinta corta, ed a sparare il tiro che poteva essere quello del pareggio. Ma la palla volava alta. Decisamente, la giornata voleva premiare il cuore dei grigi. Incidenti di gioco a Bugatti nel primo tempo, a Boniardi e Giacomazzi verso la fine della ripresa: semplici contusioni. (Mario Zappa, «La Gazzetta dello Sport», 27 aprile 1959) Gli uomini di Pedroni hanno strappato con i denti un risultato positivo che fino all’ultimo momento è apparso insidiato dalla veemente riscossa dei napoletani. Dopo aver chiuso al primo tempo in vantaggio, i padroni di casa hanno raddoppiato su calcio di rigore e poi hanno segnato ancora per merito di Lorenzi un goal che l’arbitro Campanati ha annullato per fuorigioco. Poi dopo la mezz’ora della ripresa, il Napoli ha accorciato le distanze, ma nell’ultimo quarto d’ora non è riuscito più a passare nonostante il serrate finale. Le due squadre hanno praticato un gioco più ricco di temi agonistici che tecnico. Specie nei primi 45’, il timore di scoprirsi troppo che regnava in ambedue i campi ha privato lo spettacolo del mordente necessario per vincere. Nella ripresa, il Napoli si è lanciato alla ricerca del pareggio attaccando in massa e la sua iniziativa ha movimentato la partita che stava languendo. Da sottolineare che gli azzurri hanno denunciato il modo palese la poca intraprendenza di Vinício, molto ben controllato da Pedroni. Il centroavanti partenopeo ha riscattato in parte la scialba prova fornita inizialmente soltanto nell’ultima mezz’ora, quando ha appoggiato l’azione di Del Vecchio, di Di Giacomo, di Gasparini e di Novelli, sempre attivi su ogni palla fornita loro da una incommensurabile mediana al centro della quale ha tenuto degnamento il posto Betello, per altro autore del fallo che è costato al Napoli il calcio di rigore. Positivo in tutti i sensi il ritorno di Vonlanthen tra le file dei grigi. Lo svizzero è stato protagonista di parecchi ottimi lanci e soprattutto coordinatore del gioco del centrocampo, dove l’assenza di Pedroni, destinato come al solito nel ruolo di battitore libero davanti a Cuman, ha creato un vuoto rilevante. Cominciata in sordina, la partita è finita in crescendo ed ha avuto un periodo finale da spasimo. Il suo pregio però non è stato tutto qui perché alcuni elementi si sono distinti non soltanto per impegno, ma anche per tecnica. Sono stati pochi a dire il vero e fra questo, oltre al già citato Vonlanthen, si debbono aggiungere Tacchi in campo grigio, Del Vecchio e Gasparini in campo azzurro. L’inizio è dell’Alessandria e nei primi tre minuti tira due volte fuori bersaglio. Poi è Del Vecchio che sbaglia la porta di Cuman e al 6’ Bugatti para su centro di Filini, subito dopo tocca a Cuman intercettare un tiro di Gasparini. Ma si tratta di un fuoco di paglia che ben presto si spegnerà. Si entra così nella fase più monotona della partita. La palla ristagna a centro campo e raramente si avvicina – portatavi della manovra – ad una delle due reti. Vinício gioca molto avanzato e si fa bloccare per tre volte consecutive in fuori gioco; in tale modo ferma la manovra dei suoi compagni e le azioni degli azzurri rimangono solamente abbozzate. Al 26’ l’azione che un minuto dopo si tramuta in goal. È corner per l’Alessandria, tira Dorigo e Bugatti esce per intercettare ma sulla palla interviene anche Beltrandi. I due si ostacolano a vicenda e Pistorello ne approfitta per mettere a rete di piatto da un paio di metri. La reazione del Napoli è senza consistenza, cosicché il tempo si chiude sull’1 a 0 per l’Alessandria. All’inizio della ripresa, Del Vecchio giunge in area dopo uno scambio con Vinício; il tiro, però, è parato da Cuman. Dopo un paio di discese in contropiede di Dorigo e Tacchi su suggerimento di Vonlanthen, il Napoli si insedia quasi stabilmente in area alessandrina e Pedroni colleziona più di un fallo per interventi precipitosi su Vinício, adesso assai più mobile che in precedenza. Al 12’ Vonlanthen lancia Tacchi, che giunge in area tallonato da Betello. Quest’ultimo si vede sfuggire l’avversario e lo sgambetta, per cui Campanati non ha esitazione a concedere il calcio di rigore. Tira Tacchi ed il bolide si insacca per la seconda volta alle spalle di Bugatti. Adesso il Napoli va all’attacco alla disperata e sembra sempre in procinto di passare, ma all’ultimo momento un difensore grigio, e a volte anche un attaccante ammassato davanti a Cuman, giunge in tempo per sventare la manovra. L’Alessandria colleziona ancora qualche corner infruttuoso e al 24’ Filini, lanciato da Vonlanthen, si fa applaudire per una bella discesa. Ma tutto questo secondo tempo, nonostante il punteggio sfavorevole (un pareggio sarebbe stato indubbiamente più giusto), si può dire appartenenza al Napoli. I partenopei battono una punizione dopo l’altra. Comaschi è sovente molto avanzato assieme a Beltrandi e Bertucco, ma ogni sforzo appare vano ed è invece l’Alessandria che segna il suo terzo goal annullato – come già detto – per fuorigioco di Lorenzi. La gran massa di gioco dei partenopei non può comunque non riuscire fruttuosa e al 37’ Del Vecchio raccorcia le distanze segnando il goal della bandiera. L’infaticabile Gasparini fugge sulla sinistra e crossa a mezza altezza. Pistorello interviene, ma la palla gli sfugge e prontissimo Del Vecchio raccoglie e segna da due metri. Il finale diventa così accesissimo ed è un continuo assalto da parte degli azzurri, le cui azioni però si infrangono sempre contro l’estrema difesa degli alessandrini. Dopo un corner a favore del Napoli ed un ultimo a favore dell’Alessandria, si chiude. (Enzo Corti, «l’Unità», 27 aprile 1959) Salvo imprevisti, del resto quasi impossibili, l’Alessandria ha raggiunto una posizione tranquilla in classifica, dopo tante vicissitudini e tante polemiche che hanno dato il «la» ad una nuova impronta della squadra ed hanno contribuito ai recenti successi. La volontà e un gioco offensivo, di sfondamento: ecco le armi delle quali non può fare a meno una squadra che punta alla salvezza. E queste armi finalmente sono state sfoderate, con risultati positivi. Nervoso oltre il necessario il capitano dei grigi, quando il risultato era già acquisito! Forse la stanchezza, forse qualche avventata decisione arbitrale; ma un uomo della sua esperienza non deve mai lasciarsi andare e rischiare un’espulsione che avrebbe potuto essere gravissima. Convivenza difficile durante la partita ed anche a partita finita: pare che negli spogliatoi «Veleno» abbia aggredito con male parole Tacchi: ma non è possibile una tregua tra i due, almeno ancora per cinque giornate di campionato? I polmoni di Filini, inverosimili! Dopo una partita a quel ritmo, correva in lungo ed in largo per il campo. Forse ancora acerbo, ma utilissimo: capito, Robotti? A quando il rientro di Oldani, Moriggi? Qualche punto in più l’avrebbe l’Alessandria, se avesse insistito sui tre giovani. I «Fedelissimi» sono tornati dopo un’assenza di molti anni: hanno avuto in dono un fazzolettino ciascuno, e lo hanno sventolato senza posa, accompagnandosi con una banda. A qualche cosa sono serviti: per lo meno ci hanno insegnato che per incitare i propri giocatori occorre organizzarsi, occorre essere inquadrati! Proponiamo di evitare l’ingresso al campo ai possessori di minuscole radioline: tifo per la partita che si sta svolgendo sotto gli occhi, sta bene; ma tifo anche per le partite delle altre pericolanti è troppo. Con l’inflazione di infarti che gira! Tre settimane di vacanza per il campionato: non ci piacciono molto, ma serviranno a riordinare le idee, a prepararsi con calma. Solo calma occorre in questo convulso finale. E forza grigi! (Egi, «Il Piccolo», 2 maggio 1959) RISULTATI: Bologna-Lazio 1-1 Fiorentina-Spal 1-2 Internazionale-Triestina 1-0 Lanerossi Vicenza-Bari 0-0 Roma-Genoa 5-0 Sampdoria-Juventus 3-2 Talmone Torino-Milan 3-3 Udinese-Padova 1-2 CLASSIFICA: Milan 44; Fiorentina 43; Internazionale 39; Juventus 37; Lanerossi Vicenza 32; Padova, Sampdoria 30; Roma 29; Bologna, Napoli 28; Genoa 26; Lazio 25; Bari 24; Alessandria, Spal 23; Udinese 22; Triestina 20; Talmone Torino 19 MARCATORI 31 gol Angelillo (Inter) 27 gol Altafini (Milan) 22 gol Hamrin (Fiorentina), Montuori (Fiorentina) 18 gol Firmani (Inter) 15 gol Da Costa (Roma), Pascutti (Bologna) Il punto sul campionato Dieci minuti di zuffa furiosa ira i giocatori sul campo dello Stadio Comunale L'acceso finale di Torino-Milan sull'agitata scena del campionato La lotta per conquistare lo scudetto e per sfuggire alla retrocessione rende sempre più incandescente l'atmosfera delle partite - Ogni domenica, si rinnovano gli incidenti - La situazione resta incerta: in testa, la Fiorentina, sconfitta in casa dalla Spai, si è lasciata superare dai rossoneri; in coda, nessuno ha ancora perso le speranze di salvarsi - Una salutare parentesi per le gare internazionali Veramente un campionato più agitato e più movimentato di questo, è un po' difficile da immaginare. Ieri, in occasione della ventottesima giornata o sestultima che dire si voglia, esso ha perfino varcato la misura. Nell'incontro fra quella che è ora la prima squadra in classifica, e l'ultima, sono avvenuti incidenti che stupiscono e lasciano come un senso di amarezza e di disgusto. La partita che in sé è stata tecnicamente scadente, era diretta da un arbitro francese, E questo, ce lo si lasci dire, ha costituito il primo errore c la prima ragione degli incidenti. Dopo di aver fatto annunciare ai giuocatori delle due parti in causa, con fiero cipiglio, che avrebbe senz'altro espulso i colpevoli del minimo alito di scorrettezza o di violenza, egli non mandò via dal campo nessuno, nemmeno di fronte all'aperta elargizione di calci. E. dalle derisioni e dalle provocazioni, si passò senz'altro alle vie di fatto. L'autorità dell'arbitro era tutta di apparenza e poco o nulla di sostanza. Noi non vogliamo scagionare nessuno di colpe fin troppo palesi, ma insistiamo sulla circostanza che con un arbitro italiano, l'incontro avrebbe preso tutt'altro andamento. Il fatto di quest'incontro era troppo intimamente italiano, per poter essere diretto da persona che delle nostre cose non ha la minima conoscenza e non capisce nulla. Fra il primo incidente e l'ultimo, v'è un diretto rapporto di discendenza. Un giudice di gara che conosce i suoi polli, avrebbe stroncato ogni cosa in sul nascere. Come sono andate le cose, l'incontro è terminato con un risultato di parità, per tre reti a tre. E l'arbitro ha giudicato regolare il giuoco ed il suo esito. E, visto che il pubblico non si è mosso e che nessuna colpa gli può essere addossata, le conseguenze sono, almeno per il momento, tutte interne e sportive. Innanzi tutto, il Milan ritorna in testa alla classifica. Perché esso ha perso un punto, ma la Fiorentina li ha contemporaneamente persi tutti e due. Giuocava sul proprio terreno, la Fiorentina, ed aveva per avversario la Spal. E, dopo di essere andata in vantaggio su rigore nel primo tempo, ha finito per perdere per due a uno. Costituisce, questo, uno degli altri fatti grossi della giornata, Anche se i viola presentavano ancora una formazione incompleta. A dimostrazione e conferma del fatto che l'interesse della grande competizione nazionale, resta sempre distribuito sull'intera superficie della classifica, la Spai, una delle unità che ancora si trovano in lotta per sfuggire alla retrocessione, ha influito direttamente sulla contesa per l'attribuzione del primato della stagione. In due domeniche consecutive, si è recata sui campi delle due capoliste, e, ad una ha portato via un punto ed all'altra ambedue. E così ora ci troviamo col Milan al primo posto, e la Fiorentina al secondo. Precisamente come quindici giorni or sano. Ciò, mentre in fondo alla classifica, la situazione del Talmone-1'orino risulta leggermente migliorata, avendo almeno due delle concorrenti dirette, la Triestina e l'Udinese, persi i rispettivi incontri. La Triestina ora a San Siro, contro l'Internazionale, ed è riuscita a contenere i previsti guasti nella misura di una sola rete del secondo tempo, grazie anche alla pessima giornata della grande maggioranza dei neroazzurri. Proporzioni a parte, l'esito della partita era preventivato l'Udinese invece operava sul proprio terreno, ed aveva a che fare co un parente prossimo il Padova ed ha perso per due, reti a una, non arrivando a segnare il punto della bandiera che negli ultimi minuti della partita. La posizione dell'Udinese fornisce una ulteriore prova di quanto sia dura ed accanita la lotta, giu', in fondo alla classifica. Dopo tutta una serie di risultati positivi, essa si trova oggi nuovamente al terz'ultimo po¬sto, subito raggiungibile — in due giornate cioè — da coloro che la seguono. Il Talmone Torino ne sa qualche cosa, di questi risultati positivi che non riescono a districare dal pantano, perché è l'intero pantano che si muove, Vedasi il caso dell'Alessandria, che. giuocando fra le proprie mura, ha battuto questa volta il Napoli per due a uno, ed è salita così a quota ventitré. A proposito della quale, ritorna ora, più di prima la domanda di quale possa essere la vera quota della salvezza per le cinque o sei squadre interessate. Ventiquattro o venticinque, viene da rispondere. (La Stampa - Vittorio Pozzo)