Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1959/1960
Serie A
27-03-1960 - Giornata: 24 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Lanerossi Vicenza AC 3 - 1 (0 - 0)
RETI: 52. Giacomazzi G.[A], 65. rig. Tacchi J.[A], 69. Rivera G.[A] 88. Agnoletto M. [La]

Alessandria US Stefani Ideo, Nardi Aldo, Giacomazzi Giovanni, Snidero Cirano, Pedroni Franco, Girardo Antonio, Maccacaro Cesare, Moriggi Mario, Rivera Gianni, Migliavacca Giancarlo, Tacchi Juan Carlos All.: Pedroni Franco

Formazione avversaria
LANEROSSI VICENZA AC: Battara; Burelli, Savoini; Zoppelletto, Capucci, Traverso (I) Luigi; Agnoletto, Brognoli, Cappellaro, Leopardi, Fusato. All.: Lerici Roberto.

Arbitro: Campanati Giulio (Milano)
Note
Espulso: 56’ Zoppelletto [L]. Ammoniti: Savoini [L], Maccacaro [A]. Angoli: 1-4 (1-1) oppure 1-3. Spettatori: 7.000. Giornata grigia con leggero vento, terreno viscido e allentato. Inizio gara ore 15:30.

Commento
D’accordo: non tutte le ciambelle riescono con il buco, e questa odierna dell’Alessandria non si presenta certo con i dovuti crismi della regola d’arte. Un risultato vistoso, è vero, ma non certo raggiunto da un gioco d’assieme, quel gioco che ad un determinato momento fa esclamare allo spettatore: «Ecco: questa è l’Alessandria!». Niente affatto. E se esclamazione c’è stata, è indubbiamente merito della grande classe di Rivera, il ragazzo-spettacolo della giornata, appoggiato a tratti da virtuosismo di Tacchi. Comunque sia, il fatto è che, scatenatisi i due dopo il «la» di un Giacomazzi che, malgrado gli anni, si dimostra pur sempre uno dei migliori difensori, il tatticismo di Lerici è andato all’aria. Era uno scombussolamento che si veniva a creare nelle retrovie biancorosse, ma non certamente previsto dal tecnico vicentino. Ed allora, ecco che per annullare Rivera si votarono in continuità due o tre uomini, il che ovviamente, serviva ad alleggerire (anche a seguito dell’espulsione di Zoppelletto) gli altri alessandrini. Questo è il quadro dal momento in cui Rivera e Tacchi iniziarono la loro «bagarre». Prima c’era stato un attimo di tremenda paura per l’Alessandria quando Brognoli aveva colpito violentemente il palo alla sinistra di Stefani. Per Alessandria-Vicenza è tutto qui. Si potrebbe passare ora alla valutazione dei singoli complessi, ed in questo caso le note sarebbero dolenti assai. L’Alessandria, già l’abbiamo accennato in apertura, non è certo comparsa come squadra e questo spiega forse le prestazioni negative degli ultimi tempi. Così è stato anche per Savoini ed i suoi. Forse più organizzato il loro gioco, ma certo intestardito in un catenaccio che non aveva ragione di esistere, considerata la pochezza dei grigi. Cronaca. Primo tempo. 9’: su passaggio trasversale di Cappellaro, Brognoli dalla sinistra spara violentemente sul palo. 16’: punizione al fulmicotone di Tacchi che il bravo Battara sventa di pugno, mandando in calcio d’angolo. 17’: nuova punizione di Tacchi e questa volta la respinta di Battara finisce sui piedi di Maccacaro, che tira alto. 41’: assolo di Maccacaro, che viene atterrato in area da Capucci; niente rigore. Ripresa. 7’: fallo di Savoini fuori area. Tira Nardi sulla sinistra in area. Entra Giacomazzi di testa, portando in vantaggio l’Alessandria. 20’: Tacchi allunga a Rivera, che si presenta solo davanti a Battara. Scarto del centravanti ed il portiere in tuffo lo trattiene nei piedi. Rigore trasformato da Tacchi. 24’: Tacchi imbecca Rivera al limite dell’area. Giravolta che «elimina» Capucci. Poi, tiro a mezza altezza e rete. 27’: serie spettacolare di Tacchi, che finisce sbilanciato nel tiro. 32’: ancora Rivera, solo su invito di Tacchi. Burelli e Capucci atterrano il «baby». 38’: azione Rivera-Moriggi-Rivera e poi a Migliavacca; solo davanti a Battara, tocco lungo, facile per il portiere annullare parando. 40’: punizione tirata da Tacchi. Palla «lisciata» da Battara e Maccacaro manda verso la rete di testa da un metro circa. Savoini, sulla linea, libera. 43’: calcio d’angolo sulla destra contro l’Alessandria. Cappellaro passa ad Agnoletto. Cross sbagliato e palla contro l’interno del palo e quindi in rete. (Franco Benzi, «La Gazzetta dello Sport», 28 marzo 1960) Imbrigliata nel primo tempo dalla difesa vicentina, l’Alessandria ha ritrovato nella ripresa il ritmo e lo slancio che dovevano portarla alla vittoria. È un passo avanti, ma non è ancora la sicurezza. Due aspetti ha avuto la partita. Battaglia aperta nel primo tempo, tutta impostata sulla manovra. La squadra grigia aveva abbandonato il suo schieramento tipico a catenaccio e giocava per vincere. La prudenza si manifestava invece nel campo avversario con la posizione arretrata della mezz’ala Leopardi pressoché in linea col centromediano. Attaccando, l’Alessandria tendeva a scoprirsi. Il gioco aperto non gli viene facile e spontaneo come quello chiuso, larghi spazi vuoti si aprivano nella formazione e in essi dilagavano gli avanti vicentini, non altrettanto abili nel concludere come nel manovrare, ma certo compatti e insidiosi malgrado l’insufficienza di tiro. Il Lanerossi perdeva la sua più bella occasione al 10’ con un tiro della mezz’ala Brognoli, di eccezionale violenza, che colpiva lo spigolo del montante alla sinistra di Stefani e rimbalzava violentemente in campo. Non diciamo che con un esito più fortunato di questo tiro la partita avrebbe preso un’altra piega perché quello che sarebbe venuto dopo lo possiamo solo inventare ma non prevedere, tuttavia l’episodio merita di essere rilevato. L’Alessandria risalì gradatamente la corrente. Due cannonate di Tacchi su punizione da una ventina di metri erano magistralmente parate dal portiere vicentino, Agnoletto falciato da Pedroni era costretto ad uscire per qualche minuto dal campo ed appena rientrato subiva ancora la peggio in uno scontro con Girardo. Alla fine del tempo, punti di merito per il Lanerossi, una combattività energica ma disordinata dei grigi, tanto che non si sarebbe potuto dire quale squadra la vittoria avrebbe premiato. Nella ripresa, seconda fase della lotta, la partita dell’Alessandria si spianava. Al 7’ un fallo di Savoini su Maccacaro provocava una punizione da una ventina di metri sulla destra. Batteva Nardi con parabola lunga, all’attacco si era portato anche Giacomazzi e fu lui a spiccare il salto più alto di tutti ed a deviare con un fortissimo colpo di testa la palla nella rete. Aperta la strada alla vittoria, essa si allargava improvvisamente quattro minuti dopo il goal per una decisione un poco affrettata dell’arbitro il quale, colto un fallo di Zoppelletto su Moriggi, lo rimandava senz’altro negli spogliatoi. Che la decisione abbia fatto piacere alla folla non ne dubitiamo, perché essa agevolava il compito della squadra grigia, ma che la stessa folla l’abbia giustificata e approvata non lo crediamo, perché il senso della giustizia non fa certo difetto agli alessandrini. Campanati avrà fischiato una cinquantina di falli, tutti più gravi di quello di cui era stato ritenuto colpevole Zoppelletto. Due specialmente, uno di Pedroni e uno di Savoini, falli da espulsione, erano passati con un avvertimento e una ammonizione per entrambi i giocatori, tanto che appariva sproporzionato all’entità dell’episodio il provvedimento contro Zoppelletto. Ma quando arbitra Campanati, giudice tecnicamente a posto ma sprovvisto di senso delle proporzioni e troppo impulsivo, tutto può succedere. Il Lanerossi denunciò subito la gravità della mutilazione subita e cominciò lo sbandamento della squadra. Al 20’, su contrattacco in risposta ad un calcio d’angolo, fuggiva Rivera approfittando di un errore di Capucci, il quale calcolata male la traiettoria di un rinvio si lasciava scavalcare dal rimbalzo della palla e restava tagliato fuori dall’azione. Si era ad una quarantina di metri dalla porta, Rivera si liberò con poche falcate dalla minaccia dell’avversario che inseguiva e varcava la soglia dell’area di rigore ove intanto era uscito Battara il quale, non sapendo come fare per salvarsi, si buttava coi piedi fra le gambe dell’avversario e lo mandava a rotoli. Rigore, e Tacchi segnava la seconda rete. Debole reazione del Lanerossi ormai spacciato. Un’occasione perduta da Leopardi al 22’ e due minuti dopo il terzo goal alessandrino. Capucci parava col petto un tiro di Migliavacca, Rivera gli soffiava la palla al rimbalzo, fuggiva e non aveva difficoltà a segnare. A metà ripresa, l’Alessandria non solo si era largamente assicurata la vittoria, ma era risorta con un gioco vigoroso, ricco di iniziativa, incontenibile di slancio. Mancava al Lanerossi un adeguato spirito di reazione, sembrava quasi che si arrendesse alla fatalità del destino. L’Alessandria sfiorava al 40’ il quarto goal su colpo di testa di Maccacaro su punizione di Tacchi, e Capucci salvava sulla linea della porta, poi al 43’, su corner, Agnoletto, che aveva avuto la palla da Cappellaro, effettuava un potente traversone dalla destra: la palla batteva contro la facciata interna del montante alla destra di Stefani e deviava in rete. Il giudizio sulla partita deve indubbiamente tener conto della mutilazione subita dal Lanerossi nel periodo critico del suo gioco, quando già perdeva per due a zero. La squadra è stata ottima fino a questo momento, poi è andata alla deriva. Indipendentemente dall’episodio, si deve comunque rilevare la bella partita dell’Alessandria, squadra dotata di una ammirevole forza morale che ha reagito e continua a reagire a tutte le disavventure del campionato. Rivera, Tacchi, Maccacaro, Snidero, Nardi e Giacomazzi sono stati i migliori. Efficace tenuta atletica di tutti, fiato da vendere, facoltà di semplificare la manovra riducendola alle linee essenziali. Forma e spirito della squadra sono per i tifosi una promessa: la promessa della salvezza. (Ettore Berra, «Stampa Sera», 28 marzo 1960) L’incontro è stato più arduo ed angoloso del previsto. Gli ospiti hanno sfoggiato, specie nel primo tempo, vivacissima attività e al 9’ una cannonata di Brognoli, sferrata da una ventina di metri, è stata respinta proprio all’incrocio dei pali, a portiere ormai battuto. Se i biancorossi avessero realizzato quel potente tiro, quando gli attaccanti guidati da Cappellaro dominavano nella metà campo dei grigi, non sappiamo quale esito avrebbe potuto avere l’incontro, poiché l’Alessandria, dopo aver mantenuto per un quarto d’ora una serrata ostilità sotto la rete difesa da Battara (il quale ha salvato almeno tre difficili tiri di Tacchi) ha dovuto subire in seguito la prevalenza tattica e tecnica degli ospiti. Questi sono passati a loro agio tra le file dei grigi, i quali non riuscivano ad organizzare alcun tema né difensivo né offensivo. Per buona sorte, nemmeno gli attaccanti vicentini sono riusciti, benché più disciplinati ed accorti, a superare la barriera difensiva alessandrina e così il primo tempo si è chiuso a reti inviolate. Nella ripresa si è avuto, invece, un pieno capovolgimento della situazione. Già al 4’, Battara ha dovuto prodigarsi in una assai difficile parata su tiro angolato di tacchi e quattro minuti dopo il Vicenza ha subito un nuovo calcio di punizione da una trentina di metri, tirato da Nardi: la palla è pervenuta obliquamente a Giacomazzi, spostato tra gli attaccanti, il quale, con un balzo prodigioso, ha colpito di testa la sfera di cuoio mandandola imparabilmente in rete. Da questo momento, l’Alessandria ha partita vinta, poiché gli attacchi si ripetono ora con maggiore insistenza e precisione, guidati dal saettante Rivera, che mette in allarme la difesa vicentina. Praticamente si gioca nella metà campo ospite senza nessuna possibilità per i biancorossi, che tentano solo saltuariamente di capovolgere l’andamento della partita. Infatti, al 19’, una fuga in linea del Lane Rossi costringe i grigi a difendersi in calcio d’angolo; salva Giacomazzi, che passa a metà campo dove staziona Rivera; questi supera l’atletico Capucci e, tutto solo, fugge verso la rete di Battara, il quale esce dai pali e con un tuffo agguanta la palla; nello stesso istante, però, fa ruzzolare a terra l’esile attaccante grigio, per cui l’arbitro decreta il calcio di rigore che viene trasformato (20’) da Tacchi. Il gioco riprende ancora a favore dei grigi e, in una pericolosa azione di Rivera, questi da metà campo lascia in asso i suoi due angeli custodi e, giunto in area di rigore, con una stoccata segna la terza rete. Al 40’, altra azione irresistibile di Rivera, che viene travolto da due avversari. Nella susseguente punizione avviene una mischia paurosa sotto la rete di Battara. La palla sta per varcare la linea fatale, ma interviene Savoini che respinge fortunosamente. A 2’ dalla fine, in una nuova rabbiosa reazione vicentina, si ha una confusa azione sotto la rete di Stefani che, coperto, viene battuto dal tocco finale di Agnoletto, che segna così il punto della bandiera per la squadra veneta. Questa, benché privata, al 12’ del secondo tempo, dell’apporto di Zoppelletto, espulso, ha continuato a battersi con ardore e volontà, specie da parte di Traverso e Savoini. Giornata grigia con leggero vento; terreno molto viscido e pesante, specie a metà campo, per la pioggia di questi giorni. Gioco vivace ed eccessivamente robusto, con parecchi contusi e severi richiami dell’arbitro, che ha ammonito Savoini del Lane Rossi e Maccacaro dell’Alessandria e, al 12’ della ripresa, ha espulso Zoppelletto del Vicenza. (Giovanni Camagna, «Corriere dello Sport», 28 marzo 1960) Con la preziosa vittoria sui lanieri, gli alessandrini hanno aumentato le speranze di rimanere in Serie A. Protagonisti della partita sono stati Battara, che ha avuto ottimi interventi, e il giovane Rivera, che ha confermato la sua classe. Dopo aver sostenuto la pressione alessandrina nel primo tempo, grazie anche alle esibizioni del suo portiere, il Lanerossi ha avuto nella ripresa l’handicap di vedere espulso il mediano Zoppelletto per proteste. Dopo aver colpito la traversa in apertura del secondo tempo, i grigi ottengono al 7’ la prima rete su punizione dal limite; batte Nardi e Giacomazzi di testa devia alle spalle di Battara. Al 19’ Rivera è atterrato in area da Battara e il rigore viene trasformato da Tacchi. Rivera aumenta il bottino al 24’ con una bellissima azione conseguente ad un traversone di Snidero. Al 40’ Savoini salva a porta vuota e ad un minuto dalla fine il Lanerossi ottiene la rete della bandiera: su angolo, batte Agnoletto che mette direttamente alle spalle dell’indeciso Stefani. («l’Unità», 28 marzo 1960) La prima delle partite interne è stata vinta dai grigi con un certo margine e per questo motivo la massa dei tifosi ha ripreso a sperare nella salvezza ed ha promesso di non abbandonare la squadra in questo momento critico. La prova c’è stata perché se pensiamo che nella partita contro il Padova i paganti non sono arrivati a duemila dobbiamo concludere che gli sportivi alessandrini sono in fermento e puntano alla salvezza della loro squadra. Iniziata la serie favorevole? Sarebbe ora, e crediamo davvero che la buona stella dell’Alessandria sia risorta: a Genova Ocwirk sbaglia un rigore decisivo, contro il Lanerossi gli ospiti colgono un palo sullo zero a zero, Giacomazzi segna la prima rete, l’arbitro espelle un vicentino che non aveva fatto nulla, Capucci commette due errori puerili che permettono due segnature. Si tratta della volta buona, e ai ragazzi dell’Alessandria non rimane che insistere. L’uomo ombra. Da non confondersi con l’attore William Powell, che tanti anni fa interpretò films con Myrna Loy appunto con questo titolo…! No, si tratta di Pedroni, che se continuerà a giocare così, potrà precludere la via verso la salvezza alla sua squadra. Non si può in Serie A giocare centrosostegno in quella maniera! E siamo certi che il capitano-allenatore si sarà reso conto della sua insufficienza atletica e di forma e troverà la forza di escludersi dalla formazione per far posto a un uomo più scattante, più preciso, più in fiato. Sappiamo che il suo apporto alla squadra è sempre stato buono, ma in questo momento siamo certi che Pedroni non può giovare all’Alessandria, a meno che non ritrovi di colpo la sua forma migliore, cosa di cui dubitiamo parecchio. Sempre novità: Maccacaro nuovamente all’ala, e per ragioni imprescindibili, ogni volta che ha fatto qualche cosa di buono contro il Lanerossi, l’ha fatto nella posizione di centroavanti. Ritorniamo agli antichi amori, speriamo di non ritornare agli antichi… risultati! Dopo questi tre punti l’Alessandria, i suoi dirigenti e tutti gli sportivi respirano un’aria molto migliore, fanno dei conti, pensano che in fondo la salvezza non è poi impossibile. Basta vincere le partite in casa, sussurrano, basta racimolare un paio di punti fuori casa, si dicono a bassissima voce. Ragionamenti non fuori luogo, calcoli abbastanza logici, ma ci pare che la cosa più importante da guardare sia la squadra, il suo gioco, i suoi uomini non tutti a posto. Si possono vincere tutte le partite in casa, si capisce, ma con Nardi in quelle condizioni, con Pedroni che fa acqua da tutte le parti, con Girardo spremuto e soprattutto senza le mezze ali, diciamo senza le mezze ali, si potrà compiere un «exploit» tanto impegnativo? Noi lo speriamo con tutte le nostre forze superstiti, e già domani saremo a Udine per portare il nostro incitamento alla squadra: soltanto il terreno di gioco potrà risolvere tutti gl’interrogativi e tutto verrà deciso all’ultimo momento, non certo prima dell’ultima partita. Le avversarie dirette non stanno certo meglio, specialmente per quanto riguarda il calendario, ma a noi preme la sorte dell’Alessandria ed è per questo motivo che preghiamo caldamente Pedroni di non lasciarsi prendere dal nervosismo e di varare la formazione più idonea, senza più cambiarla. (Enzo Garavelli, «Il Piccolo», 2 aprile 1960) RISULTATI: Bari-Atalanta 1-0 Fiorentina-Juventus 1-0 Genoa-Udinese 0-0 Lazio-Napoli 2-1 Milan-Internazionale 5-3 Padova-Sampdoria 4-1 Palermo-Bologna 0-0 Spal-Roma 2-1 CLASSIFICA: Juventus 38; Fiorentina 36; Milan 35; Internazionale 29; Padova, Spal 28; Bologna 25; Atalanta 23; Lanerossi Vicenza, Roma 22; Sampdoria, Udinese 21; Bari, Lazio, Napoli, Palermo 18; Alessandria 17; Genoa 15. MARCATORI 18 gol Hamrin (Fiorentina) 17 gol Altafini (Milan), Sivori (Juventus) 16 gol Charles (Juventus) 13 gol Brighenti (Padova) 11 gol Selmosson (Roma) 10 gol Bettini L. (Udinese), Morbello (Spal), Pivatelli (Bologna) Il punto sul campionato Il vantaggio dei bianconeri ridotto a due ponti sui toscani e tre sui rossoneri La sconfitta subita dalla Juventus a Firenze riporta l'incertezza nella lotta per il primato Oltre alle due protagoniste della gara fiorentina, anche il Milan, dopo il trionfo nel derby con l'Inter, può sperare di vincere il campionato di calcio - In coda un pareggio del Genoa ed una preziosa vittoria dell'Alessandria Novità sono avvenute nel gruppo di testa della classifica della divisione maggiore. Novità di grande rilievo. La Fiorentina ha. battuto, sul proprio campo, di stretta misura, la Juventus, e contemporaneamente il Milan si è scatenato a San Siro sull'Internazionale, superandola per cinque reti a tre. Una nuova situazione si viene così creando nella lotta per il primato, una situazione che fino ad alcuni giorni fa ben pochi avrebbero previsto. Rilevanti le cause, importanti le conseguenze. La Fiorentina ha avuto una mezz'ora — la prima del primo tempo — nella quale ha sviluppato un volume di giuoco veramente notevole. Nel corso] della medesima ha segnato una rete spettacolare a mezzo di colui che è diventato il cannoniere della divisione A. E, sempre a mezzo dello stesso uomo, lo svedese Hamrin, avrebbe dovuto segnare ancora. Comunque la cosa è bastata per costringere alla resa una Juventus che era l'ombra di quella delle sue migliori giornate.- una Juventus, nella quale nessuno brillava individualmente, e ben poco funzionava in quanto a manovra collettiva. Una Juventus, in cui i due soliti protagonisti del suo bel giuoco — Charles e Sivori — erano fermi, lenti e abulici. La parte migliore dell'incontro è identificabile nel primo tempo, ed in. esso la Fiorentina si 6 nettamente imposta all'avversario come giuoco e come slancio, ed avrebbe anche più marcatamente dovuto imporsi come risultato. Nei dieci minuti centrali della ripresa, la Juventus ha avuto come un sussulto di energia, è andata alla riscossa, ed ha sfiorato il pareggio. Uno sprazzo di giuoco volitivo, e nulla più. Poi le acque si sono quetate, il giuoco è calato di tono ed anche un po' degenerato, e la gara è terminata, sotto l'aspetto tecnico, nella mediocrità. Una bella Fiorentina, nel complesso, ed una Juventus diversa da quella abituale. Ed un risultato giusto. A San Siro, il Milan scatenato, con un centro avanti, Altafini, addirittura infuriato ed il cui slancio ha trovato sfogo in ben quattro reti, ed una Internazionale che ha reagito come ha potuto. Un totale di otto reti nella gara: cinque per il Milan e tre per i nerazzurri. Ed una prova bella e convincente della squadra che ha vinto. Conseguenze. La Juventus è sempre al primo posto. Ma il suo vantaggio che era stato ad un determinato momento di cinque lunghezze e che alla vigilia era ancora di quattro, si è ridotto a due sul più vicino inseguitore, la Fiorentina. Ed a tre punti di distanza dai bianconeri sta il Milan, che ha ritrovato di colpo la sua efficienza coll'annuncio della primavera. Non è chi non veda come la lotta per la conquista del titolo, che accennava a risolversi ed a spegnersi, si sia ravvivata di colpo. Il pensiero corre all'avvenire. Mancano ancora dieci serie di gare al termine della contesa: sono venti punti tuttora in palio. Il Milan deve ancora incontrare i due avversari diretti: prima la Fiorentina a San Siro — fra quindici giorni — e poi la Juventus a Torino, un mese appresso. Una situazione che era inattesa che è certamente tanto intricata quanto interessante. Difficile per tutte tre le squadre lo è di sicuro. Forse ad arbitre della contesa posso no ergersi unità di un calibro minore, come il Padova o la Spai. Sarà un finale di campionato infuocato. Intanto lo spirito di reazione ha portato tutte quattro le squadre che stavano in coda alla classifica, Genoa, Alessandria, Lazio e Bari a guadagnare dei punti. Di modo che. la situazione generale è rimasta immutata: col Genoa — che ha pareggiato con l'Udinese — all'ultimo posto e l'Alessandria che ha battuto il Lanerossi — al penultimo. Anche qui una decisione che non giungerà che all'ultimissimo istante. (La Stampa – Vittorio Pozzo)