Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1959/1960
Serie A
22-05-1960 - Giornata: 32 - Firenze - Comunale


Fiorentina ACF - Alessandria US 3 - 1 (1 - 0)
RETI: 13. Hamrin [Fi] , 49. Azzali [Fi] , 82. Hamrin [Fi] 51. Maccacaro C.[A]

Alessandria US Stefani Ideo, Nardi Aldo, Giacomazzi Giovanni, Snidero Cirano, Pedroni Franco, Girardo Antonio, Oldani (II) Tullio, Migliavacca Giancarlo, Maccacaro Cesare, Rivera Gianni, Tacchi Juan Carlos All.: Pedroni Franco

Formazione avversaria
FIORENTINA ACF: Sarti; Robotti, Castelletti; Rimbaldo, Gonfiantini, Segato (II) Armando; Hamrin, Lojacono, Montuori, Azzali (II) Claudio, Petris. All.: Carniglia Luis Antonio.

Arbitro: Rigato Iginio (Venezia)
Note
Angoli: 5-2 (2-2). Spettatori: 10.000. Incasso: lire 4.000. Giornata estiva, terreno buono. Inizio gara ore 16:00.

Commento
Il colpo non è riuscito all’Alessandria. Nella giornata si presentava una delle occasioni in cui i grigi speravano per portare via un prezioso punto di classifica: uno di quei punti di cui essi hanno un bisogno sacrosanto, nella situazione in cui versano. A guastare le uova nel paniere dell’undici piemontese è bastato lo svedese Hamrin. Il quale ha segnato da solo due reti, la prima e la terza, e ha fatto segnare l’altra. Hamrin sa trovarsi al posto giusto al momento giusto. A dire quanto ha fatto nell’occasione, ci sarebbe da narrare la partita intiera. Nel primo tempo ha creato subito l’occasione di segnare per il suo compagno Montuori: e questi ha colpito il palo. Poi, al 13’, ha raccolto lui stesso il centro che Montuori gli aveva restituito dalla destra, e di testa ha deviato irresistibilmente in rete, dando l’avvio al risultato della giornata. Quindi, poco prima del riposo di metà tempo, ha perforato sulla sinistra l’intera difesa alessandrina ed ha mandato al centro un pallone basso, forte e preciso al centimetro, che nessuno dei suoi quattro compagni di prima linea è arrivato a raccogliere. Alla ripresa, dopo quattro minuti di gioco ha imbeccato il suo collega di sinistra Azzali in modo così magistrale che a questi null’altro è rimasto da fare se non di sospingere la palla in rete. Poi, su un forte tiro di Montuori dalla destra, tiro respinto a stento dal portiere Stefani, lo svedese già lanciato in piena velocità, in posizione centrale, si è visto sfuggire la palla di un soffio. Infine, a otto minuti dal termine, un traversone di Petris dalla destra – una delle poche cose buone fatte dal triestino nel corso dell’incontro – trovò Hamrin tutto solo e smarcato in posizione di mezz’ala sinistra. Qualcuno invocò un fuori gioco e si fermò: lo svedese, su cenno dell’arbitro, andò invece avanti e spedì in rete senza complimenti. Questo, per non citare che gli episodi salienti d’una gara tutta costellata delle sue prodezze personali. Voleva segnare, il simpatico ragazzo, forse per raggiungere e superare Sívori nella speciale classifica dei cannonieri della stagione, e la efficienza sua è riuscita a confermarla in modo palese. Si potrebbe quasi aggiungere che la Fiorentina deve alla sua brava ala destra il risultato della giornata. Perché, se si eccettua Montuori, veramente volenteroso e intraprendente, il rimanente della prima linea viola non ha brillato affatto di viva luce. Tutt’altro. I due elementi di sinistra, Azzali e Petris, combinarono tali e tante incongruenze ed errori da meritare i rimproveri altisonanti degli spettatori. Il pubblico fiorentino, che sa essere amaramente spietato quanto altri mai coi suoi giocatori, ha beccato severamente e in modo speciale l’ala sinistra Petris, e nell’occasione non gli si possono dare tutti i torti. Il triestino non progredisce affatto come efficienza, da quando si è trasferito a Firenze. L’Alessandria non ha certo fatto economia di energie in questo incontro. La squadra è conscia dell’importanza della posta e si è prodigata appieno sia in difesa come all’attacco. In difesa, il capitano e centromediano Pedroni assunse al solito il ruolo e la posizione di battitore libero, e speculò in modo anche pericoloso sul «fuori gioco» di taluni fra gli avversari. Forse, la terza e ultima rete – che non fu comunque decisiva ai fini del risultato – fu dovuta appunto a questo rischioso espediente tattico. Per il rimanente – come prontezza e sicurezza di interventi – i difensori grigi si portarono tutt’altro che male. Troppo povera di risorse tecniche è apparsa invece la prima linea degli ospiti, per poterla spuntare su uomini come Sarti, Castelletti e compagni. Castelletti fu pienamente all’altezza della situazione, ma quel nuovo centromediano dal nome di Gonfiantini, frutto di allevamento locale, possiede coraggio, discernimento e personalità. Ha tenuto il suo posto con onore e merita conferma. Della prima linea alessandrina, si diceva. Un uomo solo di essa ha destato buona impressione: Tacchi. Veloce e incisiva, l’ala sinistra ha fatto sia nel primo come nel secondo tempo cose lodevoli, e si è meritato dal pubblico anche applausi a scena aperta. Dalla sua iniziativa è sgorgato il punto con cui l’Alessandria, subito dopo la rete di Azzali, poté ridurre la distanza del punteggio fra le due unità. È stato su un suo centro dalla sinistra che, al 7’, Maccacaro, gettandosi a terra, poté con un colpo di testa battere il portiere Sarti, in quel momento completamente fuori posto. Oldani specialmente si rese colpevole in ambedue i tempi della partita di più d’un errore al momento culminante delle azioni: a tre minuti dal segnale di chiusura, egli, sempre su passaggio di Tacchi, colpì anche un palo. E Rivera non ha brillato affatto di viva luce. Per quasi tutta la durata dell’incontro, egli ha tentato di fare l’uomo di punta della linea, rimanendo in attesa di situazioni che non si sono mai presentate. Quando ha voluto fare da solo, è stato sballottato via senza pietà da difensori poco misericordiosi. Degli episodi basilari dell’incontro è stato detto. La partita in sé non ha raggiunto mai un livello tecnico elevato. Vi hanno assistito, in giornata a tratti serena, circa dodicimila spettatori. (Vittorio Pozzo, «Stampa Sera», 23 maggio 1960) Rivera era il grande atteso. E Rivera è stato il grande assente. Il risultato non interessava al pubblico fiorentino se non per le note polemiche che hanno infiorato le cronache settimanali. Il pubblico voleva vedere Rivera e il baldo interno (Rivera è stato schierato col numero 10, ma ha funzionato da centroavanti in coppia con Maccacaro) ha deluso completamente. Aveva iniziato bene servendo ottimamente Tacchi con la prima battuta dopo il «via» dell’arbitro Rigato. Aveva driblato successivamente Rimbaldo e Gonfiantini, poi, con un servizio «tagliato», aveva invitato Tacchi al goal. L’intervento falloso di Robotti causava una punizione e, sulla conseguente battuta di Tacchi, c’era solo il brivido dell’esterno della rete. Poi, due grandi interventi di Robotti (magnifico nella scelta di tempo, nel controllo perfetto a terra del pallone, rapido nel servizio preciso agli attaccanti), hanno spento ogni velleità di Rivera, che ha vagato per il campo in cerca della posizione. In altre due occasioni Rivera era riuscito a smarcarsi, ma i due tiri erano sortiti poco preciso il primo e fiacco il secondo. L’Alessandria ha trovato una fiorentina polemica, come avevamo preannunciato in sede di presentazione. I viola oggi hanno disputato una fra le migliori prestazioni, al di sopra senz’altro dello standard medio del rendimento, e le punte splendenti dell’ottima condizione viola sono state Hamrin e Montuori. Soprattutto Miguel oggi merita la citazione del migliore: fantasia, classe, intelligenza, freddezza hanno costituito il filo logico delle stupende azioni offensive che il cileno suggeriva a tutti, e che soprattutto lo scatenato Hamrin ha dimostrato di gradire. Montuori ha sempre cercato lo svedese e in almeno tre occasioni avrebbe potuto segnare lui stesso: non l’ha fatto per l’altruistico scopo di rilanciare Kurt nella classifica dei cannonieri. Per lunghi periodi, lo stesso complesso difensivo dei grigi sembrava incantato ad ammirare i testi di un assoluto repertorio sopraffino che l’arte del sudamericano, fusa con quella dello svedese, riuscivano a produrre. E il pubblico andava in delirio. Si attendeva una partita rinunciataria dell’Alessandria, ma questa, per la verità, ha mostrato più volte la volontà di sopperire alla evidente inferiorità tecnica, attaccando in massa e fallendo per poco, in qualche occasione, il bersaglio. Maccacaro per primo, dopo pochi minuti di giuoco, si faceva anticipare da Sarti in uscita (a tutti è parso che l’esordiente Gonfiantini abbia tenuto il «rosso» dei grigi con la consumata esperienza di uno stopper consacrato alla Serie A) e l’Alessandria mancava di andare in vantaggio. I viola, d’altra parte, lamentavano un tiro di Montuori che la traversa aveva ribattuto in campo (l’azione era stata perfettamente triangolata tra Lojacono, Hamrin e Montuori). Verso la mezz’ora, i grigi fallivano con Oldani, guizzato male, cioè fuori tempo, sull’allungo spericolato che Castelletti aveva effettuato al suo portiere Sarti: il pallone usciva fuori di poco. Tuttavia, in questa prima parte di giuoco, la Fiorentina era pervenuta al successo al 13’ con Hamrin e l’azione merita la descrizione minuta. Rimbaldo spezza un tentativo di Oldani e Hamrin inizia al piccolo trotto l’avvicinamento; poi, improvviso, parte di scatto, lascia «surplace» Girardo, fattosi incautamente incontro, duetta con Montuori in un doppio scambio volante. Miguel va sulla destra improvviso, poi taglia un pallone verso il centro con i grigi immobili e infilati in contropiede. Hamrin vola e di testa spiazza Stefani in volo; il portiere sfiora la palla con la mano, ma non riesce a fermarla. La Fiorentina segna così la prima rete, che sarà l’unica del primo tempo. Il tempo necessario per ribattere e la palla torna ai viola con Montuori servito da Lojacono. Montuori supera con una serie di scatti iniziali l’intera retroguardia; poi passa ad Azzali, che dalla sinistra offre allo smarcato Hamrin; tiro al volo, ma la palla incoccia nel piede di Giacomazzi, rinvenuto alla disperata. L’Alessandria si salva così dalla seconda segnatura. Per dieci minuti sono ancora Hamrin e Montuori sono a dare spettacolo con il sostegno a centro campo di Lojacono e del libero Segato (oggi capitano). Infatti, la posizione di Migliavacca arretrato ha lasciato il mediano viola a spaziare libero nella zona centrale del campo. Segna ancora la Fiorentina, ma Rigato, oggi abulico e danneggiato dalle interpretazioni dei segnalinee, i peggiori… fuori campo, annulla la più bella rete. La Fiorentina aveva attaccato con l’intero quintetto e ben quattro giocatori (Azzali operava il passaggio quasi dalla linea di fondo) erano in grado di «fulminare» nella rete dell’esterrefatto Stefani: tutti lasciavano che fosse Hamrin a segnare, ma l’arbitro annullava per un discutibile fuori gioco. La partita poi si spegneva. C’era, al 30’, l’azione mancata da Oldani, al 34’ una punizione di Tacchi lambiva il montante, un palo di Segato (ma l’arbitro aveva fischio un fuori gioco di posizione di Petris). Si andava così al riposo con l’Alessandria, che aveva al passivo una sola rete e poteva dirsi fortunata. Si riprendeva con l’incitamento di un centinaio di tifosi venuti da Alessandria, che dalla curva Nord incitavano la squadra alla lotta. Scandivano il nome di Rivera, ma il ragazzo oggi era in giornata negativa e continuava a vagare in lungo e in largo in cerca della posizione; è apparso svuotato. Soltanto in un paio di occasioni ha mostrato l’ottima tecnica individuale con un paio di belle azioni: in una ha addirittura spiazzato con gioco da fermo Rimbaldo, Lojacono e Castelletti, ma ha sciupato l’occasione procuratasi con un tiro nettamente sbagliato. Dopo quattro minuti di spettacolo – nella seconda parte della gara – Hamrin e Montuori permettevano che Azzali segnasse. L’interno viola (pecca di fragilità il ragazzo, tiene troppo la palla ed è lento nello scatto talvolta, comunque potrebbe sempre essere ottimamente utilizzato perché le sue prestazioni non sono ormai negative) ha ricevuto un passaggio da Hamrin; ha finto la restituzione della palla allo svedese e da una dozzina di metri, smarcandosi, ha infilato Stefani con un tiro imprevedibile. Sul 2 a 0 la Fiorentina comincia a snobbare, ma l’Alessandria, disperatamente, cercava il gol. Dopo una splendida azione di Lojacono, Montuori e Hamrin, Giacomazzi, oggi valoroso e tenace, rilanciava e dava il pallone a Rivera in zona centrale. Rivera porgeva a Tacchi, che faceva tutto da solo guizzando via (superando Robotti) e crossando da fondo campo. Maccacaro di testa deviava da un metro da terra e Sarti nulla poteva. Sul 2 a 1 l’Alessandria tentava il pareggio e anche Nardi si portava ad impegnare Sarti; ma la Fiorentina tornava a comandare e al 37’ chiudeva la partita con un’altra rete di Hamrin, servito da Petris. Al 42’ si aveva il palo di Oldani e la partita non aveva più storia. L’Alessandria merita la citazione per la correttezza con la quale ha affrontato l’incontro per lei decisivo. Tra i migliori, Hamrin e Montuori da una parte, Stefani, Tacchi e Migliavacca dall’altra. In senso assoluto, su tutti, Montuori. Fra i viola esordiva Gonfiantini: ha avuto un buon inizio, qualche incertezza; ma in complesso non ha deluso. (Marcello Giannini, «Corriere dello Sport», 23 maggio 1960) Solo quattro atleti hanno salvato la baracca in questa deprimente partita di fine stagione: Montuori ed Hamrin per la Fiorentina, Rivera e Tacchi per l’Alessandria. Gli altri (fatta eccezione per Gonfiantini, pure positivo e brillante) hanno deluso in pieno i diecimila sportivi presenti al Comunale. Si trattava, infatti, di un incontro di scarso livello tecnico e agonistico, non tanto perché i toscani (che hanno ormai da lungo tempo deposto ogni velleità) non si sono mai impegnati a fondo, quanto per la scarsa prova offerta dai grigi alessandrini, scesi a Firenze con l’intenzione di non perdere per non retrocedere in Serie B. Pensate che tra le due squadre è apparsa meno combattiva (ed è tutto dire) l’Alessandria, la quale ha attuato una tattica coperta sin dalle prime battute, retrocedendo la mezzala Migliavacca sulla linea dei mediani per dar modo al lento Pedroni di giocare come «battitore libero». Questo schieramento gli alessandrini lo hanno mantenuto anche quando stavano perdendo per due reti a zero, lasciando ai soli Rivera, Tacchi e Maccacaro il compito di far saltare la barriera difensiva viola, oggi poco sicura. Se i piemontesi avessero azzardato di più, forse non avrebbero perso facilmente, poiché i viola, in fase difensiva, sono apparsi spaesati, poco veloci e lenti di riflessi. Bisogna dire però che la Alessandria è mancata in pieno alla prova. Anche la Fiorentina non è stata da meno: sarebbe bastato che i suoi atleti avessero forzato un po’ di più per vincere con uno scarto di reti maggiore. La Fiorentina di qualche mese fa, contro un’Alessandria remissiva, avrebbe potuto divertire il pubblico e segnare molti goals. Invece, i viola, dopo avere tentato di assicurarsi il successo alle prime battute, visto che non ci riuscivano, si sono seduti, hanno rallentato il ritmo, hanno giocato in «surplace». Non forzando il ritmo della gara, i toscani hanno contribuito a rendere più emozionante l’incontro, perché il successo pieno lo hanno raggiunto solo al 37’ della ripresa. Tra i viola, come abbiamo detto, gli unici che hanno tentato di rendere più animata la gara sono stati Montuori ed Hamrin, oggi in vena di prodezze. Non è passato ancora un minuto che Montuori, su cross di Hamrin, di testa gira il pallone in rete: Stefani rimane fermo e il cuoio si stampa sulla traversa. Al 6’, puntata dei grigi: Maccacaro allunga a Tacchi, pronto scatto e tiro con palla che si smorza sull’esterno della rete. Al 10’, errore della Fiorentina e duplice occasione da rete per i piemontesi che non viene sfruttata. Sul lancio di Tacchi parte Maccacaro, pressato da Robotti e Gonfiantini. Il «rosso» alessandrino ha la meglio, si porta in area viola e spara: Sarti vola e respinge alla meglio. Il pallone cade sui piedi di Oldani che, fatti due passi, effettua il tiro: Sarti para nuovamente. Al 12’ sono i toscani ad andare in vantaggio. Petris si sposta sulla destra e allunga a Montuori, nel ruolo di estrema. Montuori, con un paio di finte, mette in orgasmo la difesa alessandrina e poi crossa al centro; Hamrin, in tuffo, colpisce il cuoio di testa e lo indirizza nell’angolino opposto dove si è piazzato Stefani: uno a zero. Al 13’, occasione da goal per i padroni di casa, che però non viene sfruttata. Montuori di «taglio» lancia Azzali. La mezz’ala si porta in area alessandrina, ma credendo di essere in fuori gioco si ferma. Intanto, Hamrin si è portato al centro e attende il passaggio. Azzali si decide, allunga il pallone ad Hamrin che, essendo pressato da Giacomazzi e Pedroni, colpisce male. Al 19’ Hamrin segna, ma rigato annulla per fuori gioco. Al 23’, altra palla-goal per i grigi: Castelletti, nel tentativo di allungare il pallone a Sarti, sbaglia. Di questo ne approfitta Oldani che, al volo, manda fuori da due passi. Al 38’, punizione per la Fiorentina: Montuori lancia Segato che spara, mandando il pallone a sbattere sul palo. Si riprendono le ostilità e al 3’ i padroni di casa aumentano il vantaggio. È Montuori che dà il via. Il centroavanti dalla destra crossa la sfera al centro; Oldani, che è retrocesso, manca il pallone. Lo raggiunge Azzali e, di destro, batte Stefani. Al 7’ gli alessandrini raccorciano le distanze con Maccacaro. Azione Rivera-Tacchi, con cross dell’ala; Maccacaro, solo davanti a Sarti, di testa devia in rete: 2 a 1. Al 30’ Hamrin manca in pieno una facile occasione da rete. Al 37’, però, lo svedese si riprende la rivincita. Su allungo di Petris, Hamrin fugge sulla sinistra del campo, evita Giacomazzi e, da una decina di metri, fulmina il povero Stefani. I grigi, al 42’, non hanno la fortuna dalla loro: su fuga di Tacchi, il pallone conclude la sua corsa sui piedi di Oldani, che tira in porta; Sarti non si muove e il cuoio, dopo aver picchiato sul palo, torna in campo. (Loris Ciullini, «l’Unità», 23 maggio 1960) Squallido incontro, tipico di fine stagione. Gioco a livello… invisibile, ritmo deprimente; né i grigi sono riusciti ad esprimere una prestazione valida sotto il profilo agonistico. Gli uomini di Pedroni hanno accettato la blanda schermagli quasi con rassegnazione, convinti forse di non potercela fare. Ed è stato così che la Fiorentina, sempre più vaga nei suoi schemi, sempre meno efficace nelle sue complicate elaborazioni, ha potuto portare in fondo vittoriosamente il match, senza patemi, senza preoccupazione. I fischi, ovviamente, si sono sprecati, il pubblico esigendo una prova almeno decente dei suoi. I guizzi di Montuori (tornato perentoriamente alla ribalta) e di Hamrin non erano certo sufficienti ad illuminare una scena spaventosamente buia. La crisi della squadra viola continua senza che se ne vedano le possibilità di un «ritorno» a breve scadenza. Il campionato, ormai, ha già detto tutto per i viola e non si può pretendere che la situazione debba cambiare i suoi modesti toni ora che i fuochi dell’interesse sono praticamente spenti. La storia di ogni anno e di tutte le squadre che hanno esaurito la loro carica vitale si ripete puntualmente. Il suo gioco è sterile, le sue iniziative sbiadite. Che fare? Inutile farne un dramma, inutile prendersela con chi non ha più nulla da dire. Semmai, c’è da pensare con… raccapriccio a quella che sarà la prossima attività, che anche per la squadra di Carniglia continuerà fin quasi a metà luglio. Se oggi si gioca ad un livello così modesto, cosa accadrà fra oltre un mese? Ma torniamo alla partita odierna. Necessità di cronaca impone di rilevare le deficienze affiorate in questa occasione. Sul piano individuale, i viola si sono salvati soltanto con i citati Montuori ed Hamrin ed in parte con Castelletti e il debuttante Gonfiantini, capitato, poveretto, in una squadra a mezzo. Incertezze ha rilevato Sarti (sul gol di Maccacaro il pur esperto estremo difensore viola nemmeno si è mosso), come pure Robotti ha messo in evidenza grosse lacune. Sfasati i due laterali, segnatamente Rimbaldo, mentre Lojacono non è andato oltre una prestazione modestissima, incaponitosi in sterili «dribblings» ed in ancor più sterili tentativi di tiro a rete. Azzali è andato al disotto dei suoi pur modesti limitati, mentre Petris non ha indovinato né un tiro né un’azione concertata. Abbiamo detto della povera Alessandria. I piemontesi, evidentemente stanchi e svampiti, sul piano della manovra collettiva, non hanno saputo offrire più di tanto, mentre i tentativi individuali non andavano oltre l’accademia senza costrutto, talché poche sono state le volte in cui la difesa viola ha dovuto intervenire seriamente. Tacchi e Rivera, aiutati da un Maccacaro talvolta insidioso, hanno cercato di dar fastidio agli avversari, ma soltanto raramente hanno potuto. Tacchi ha giocato tuttavia a strappi, così come Rivera ha espresso il suo meglio soltanto in un paio di occasioni. Rivera ha anche fallito un paio di tiri da posizione favorevole, sbagliandoli per evidente stanchezza al momento decisivo. Tuttavia, Rivera ha avuto modo di farsi notare per il suo stile e per i suoi spunti. Decisamente giù di corda Oldani, come pure Migliavacca. In difesa, Giacomazzi meglio di Nardi, mentre i due laterali hanno alternato cose buone ad altre incomprensibilmente fasulle. Debole Stefani, piuttosto disorientato Pedroni. I grigi hanno avuto comunque il gran pregio di non ridurre la partita ad una specie di «corrida». Pedroni naturalmente si è fatto proteggere da Girardo, senza tuttavia ordinare ai mediani e alle mezze ali di arretrare. Rigato ha diretto con molta sufficienza, troppo stancamente: anche l’arbitro mestrino ha subito il clima dell’incontro. Pomeriggio estivo, leggermente ventilato. Terreno in buone condizioni. Nessun incidente di rilievo. Ha debuttato in maglia viola Piero Gonfiantini, nato a Signa (Firenze), il 12 giugno 1937, proveniente dal vivaio della società. Le note di cronaca. Un calcio di punizione al 1’ per l’Alessandria: Tacchi mette fuori. Una rovesciata di Hamrin (passaggio di Montuori) al 2’: Stefani è pronto. Un cross di Hamrin al 3’, Montuori devia di testa: traversa, salva Pedroni. Al 10’, occasione per l’Alessadnria. Tacchi a Maccacaro, il tiro del centravanti viene deviato di piede da Sarti; riprende Oldani; Sarti riagguanta in presa. Due minuti dopo, la Fiorentina passa: Robotti a Montuori spostato sulla destra; parte il cross; testa di Hamrin; Stefani tocca la palla, ma non la trattiene. Rete. Un minuto dopo, lo stesso Hamrin (passaggio di Azzali) manca la rete da un metro. Al 24’ Castelletti passa a Sarti; entra Oldani, ma la palla finisce fuori. Altro non c’è da segnalare fino al termine del primo tempo. La ripresa si riapre con il secondo gol dei viola. Hamrin scatta sulla destra, poi serve Azzali; il tiro della mezzala è violento e il pallone si insacca in angolo. L’Alessandria ha ora una vivace reazione, Rivera si mette in azione e al 7’ serve Tacchi: il passaggio radente dell’ala trova pronto Maccacaro alla girata di testa; pallone nell’angolo, con Sarti immobile. Due a uno. L’Alessandria continua nella sua offensiva per pochi minuti. Rivera sbaglia un paio di tiri, mentre la Fiorentina cerca di riorganizzare le sue file. Al 37’, la rete che toglie ogni dubbio al risultato. Azzali lancia Petris e l’ala sinistra passa ad Hamrin; il tiro dello svedese non perdona. Tre a uno. Al 42’ un’azione Tacchi-Rivera permette ad Oldani di tirare a rete; la traversa respinge. Non c’è altro. (Nerio Giorgetti, «La Gazzetta dello Sport», 22 maggio 1960) Domenica nerissima per l’Alessandria, che oltre ad aver perduto il suo incontro, e fin qui nulla di anormale, ha visto vincere fuori casa le avversarie dirette che ora l’hanno staccata di ben tre punti. Pertanto, da una situazione abbastanza buona, l’Alessandria è precipitata di colpo al penultimo posto in classifica, con ben poche speranze di salvezza. Soltanto un miracolo, infatti, potrebbe permettere uno spareggio, se l’Udinese dovesse conquistare un solo punto nelle sue due trasferte. Lasciamo fuori la Lazio, che dovrebbe già domenica contro il Padova portarsi a quota ventinove, come pure il Napoli. Non tutto è perduto, siamo d’accordo, ma domenica 22 maggio sarà per noi una data che non dimenticheremo facilmente. Hamrin batte Alessandria: lo scatenato svedese ha fatto quasi tutto da solo, ha segnato due reti, ha fatto segnare la terza, ha scombussolato tutta la difesa grigia, e tutto perché, pare, vuole scavalcare Sívori nella classifica dei cannonieri. Pensiamo che sia il destino a muovere tutte queste pedine! Tacchi, che per molte domeniche aveva lasciato molto a desiderare, a Firenze ha giocato con una volontà ammirevole (vestirà la maglia viola?), si è dato da fare in tutti i modi, è stato applaudito a scena aperta; Oldani, che da tempo giocava in modo ammirevole, sempre tenendo conto dei suoi limiti ben chiari, a Firenze è stato in ombra e per di più ha fallito un paio di goals facilissimi che potevano dare un punticino all’Alessandria. È destino che i grigi debbano sempre giocare in numero inferiore! La Fiorentina non era certo nella sua migliore giornata, ed è stata fischiatissima dal suo pubblico: ma l’Alessandria ha forse dato l’impressione di una squadra che lottava per non morire? Possibile che qualche giocatore non senta proprio alcun attaccamento per la squadra che gli dà i soldi, che lo valorizza, che dovrebbe rappresentare la sua bandiera? L’Alessandria ha giocato con rassegnazione, e se non fosse stato per Tacchi e per Maccacaro, che si sono dati da fare per cinque, non avremmo visto mai la prima linea. A ciò aggiungete la giornata poco felice di Snidero, la nullità di Rivera e gli errori di Oldani oltre, naturalmente, all’incapacità assoluta di Migliavacca. Quanti duelli ha vinto Pedroni con Montuori, Hamrin, Azzali? Innumerevoli, perché la sua volontà e la sua forma sono ammirevoli. Ha giocato come ai tempi migliori, si è dato da fare come un negro, ha cercato con ogni mezzo di galvanizzare tutti gli altri, ma a Firenze galvanizzare Rivera era un sogno, come a Padova. Ad ogni modo, Pedroni non ha alcuna responsabilità in questo finale di campionato e gli sportivi non possono che applaudirlo. (Enzo Garavelli, «Il Piccolo», 28 maggio 1960) RISULTATI: Atalanta-Spal 2-2 Bari-Juventus 1-3 Genoa-Lazio 2-4 Milan-Bologna 2-2 Padova-Napoli 1-2 Palermo-Lanerossi Vicenza 1-0 Roma-Sampdoria 6-1 Udinese-Internazionale 1-1 CLASSIFICA: Juventus 53; Fiorentina 45; Milan 41; Internazionale 36; Padova 35; Spal 34; Bologna, Roma, Sampdoria 33; Atalanta 30; Lanerossi Vicenza 29; Bari, Lazio, Napoli, Udinese 27; Palermo 25; Alessandria 24; Genoa 17. MARCATORI 27 gol Sivori (Juventus) 24 gol Hamrin (Fiorentina) 23 gol Charles (Juventus) 19 gol Altafini (Milan), Brighenti (Padova) 15 gol Manfredini (Roma) 14 gol Erba (Bari) 13 gol Bettini L. (Udinese), Pivatelli (Bologna), Selmosson (Roma) Il punto sul campionato La Fiorentina, grazie alla vittoria ottenuta contro l'Alessandria, penultima in graduatoria, aveva blindato il secondo posto in classifica e, di conseguenza, l'accesso alla Coppa delle Coppe. Risultati di parità per le due formazioni milanesi: il Milan è stato bloccato dal Bologna al termine di una gara in cui i rossoneri erano andati avanti di due gol con Galli ed Altafini ma erano stati rimontati da Demarco e Campana mentre i nerazzurri avevano riagguantato la gara di Udine, a undici minuti dal termine, con il gol di Firmani. Malavasi aveva consentito al Palermo di tenere viva una minima speranza di salvezza con due punti di ritardo dall'ultimo posto per evitare la retrocessione.