Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1960/1961
Serie B
16-04-1961 - Giornata: 30 - Novara - Comunale


Novara AC - Alessandria US 1 - 1 (1 - 0)
RETI: 5. Canto [No] 49. Fanello G.[A]

Alessandria US Notarnicola Sergio, Melideo Rocco, Giacomazzi Giovanni, Pizzolitto Radames, Bercellino (I) Giancarlo, Soncini Antonio, Marmo Remo, Vitali Alessandro, Fanello Giovanni, Migliavacca Giancarlo, Bettini Sergio All.: Achilli Camillo

Formazione avversaria
NOVARA AC: Lena, Zanetti, Scaccabarozzi, Testa, Udovicich, Baira, Manzino, Zeno, Canto, Galimberti, Bramati. All.: Facchini Carlo

Arbitro: Rebuffo Giovanni (Milano)
Note
Inizio gara ore 15.30

Commento
DAL PAREGGIO CON IL NOVARA ALL'INCONTRO DI DOMANI CON IL VERONA Non potrà essere rifatto il tondo del campo “Moccagatta?,, Ritorno da Novara sotto una pioggerella minuta che pare un pianto: un poco come la partita vista. Unica consolazione: il punto portato a casa ed un altro desiderio esaudito. La settimana scorsa ci eravamo augurati che, nell’entrare in campo i nostri giocatori non venissero accolti da una bordata di fischi, ma da un incitamento caldo ed affettuoso. E così è stato. Con la partita a Novara ci auguravamo che un discreto numero di tifosi seguisse la squadra affinché i nostri ragazzi sapessero tangìbilmente per chi giocare. Ebbene, malgrado la giornata ingrata , malgrado lo storico incontro di Torino che avocava a sé imperiosamente i soliti iuventini, abbiamo visto tanti e tanti tifosi alessandrini giungere a Novara, tanti da lasciarci letteralmente stupiti. E’ stata ancora una volta la palese dimostrazione di un insopprimibile affetto per la nostra squadra, del tenace attaccamento per i colori grigi che, attraverso i marosi delle incertezze e delle delusioni, fanno parte del bagaglio degli affetti, della tradizione e del costume della nostra città . Ed i tifosi a turno con i rimbrotti o con gli applausi, si sentono legati al carro cigolante di questa loro società che trasporta nel tempo i sogni o le delusioni delle trepidanti domeniche calcistiche della storia alessandrina. E sauditi quindi nelle nostre speranze e compiaciuti con noi stessi e con tutti. Purtroppo invece, insoddisfatti al termine dell’incontro per quanto avevamo visto, in una gara troppo povera e mediocre di gioco per appagare le sia pur modeste aspettative. Non era certo la baldanzosa squadra che avevamo visto otto giorni prima sconfiggere il Messina imponendo un gioco autoritario e preciso, quella che arrancava contro uno sferratissimo Novara possente solo nella gagliardia (leggi durezza) del suo gioco. Così che soltanto la soddisfazione del conquistato pareggio può in parte consolarci del mancato spettacolo e della nuova prestazione. La visita del Maestro Ma rincontro più lieto e non previsto che abbiamo fatto domenica è stato quello con Ettore Berrà. La presenza dell’anziano giornalista della « Stampa », considerato giustamente il maestro dei giornalisti di calcio in Italia , ci galvanizzò e ci stupì. Sorridendo ci disse che aveva disertato i grandi incontri di Torino e di Milano perchè gradiva rivivere l'atmosfera di un derby piemontese dalle antiche tradizioni: era dalla partita giocata a Prato che Ettore Berrà non vedeva la nostra squadra e noi ricoradavamo ancora (e le riporteremo nel nostro resoconto settimanale ) le sue osservazioni ed i suoi suggerimenti. Purtroppo al termine della partita Berrà scrollava la testa : il lettpre avrà letto il suo servizio lunedi e ne conosce quindi l’opinione. L ’Alessandria di domenica si è identificata ancora una volta con Fanello, di una classe al di sopra di tutti, caparbio e saggio, pronto e sicuro sempre nella manovra e nel tiro a rete. Ma il resto della squadra è purtroppo povero di gioco, ed anzi senza un gioco impostato e prestabilito, minuto ed impreciso, lasciato alla iniziativa di qualcuno, framemntario sempre ed approssimativo. Vi sono, è vero, delle notevoli attenuanti, ma le attenuanti non hanno mai fatto assolvere nessuno. Strana (e dura!) partita Quando un giornalista genovese in occasione dell’incontro Alessandria-Genoa scrisse, provocando il nostro dispetto, che i nostri terzini entravano con la violenza che usano gli spaccalegna della Val d'A osta, per abbattere i boschi, usò certo un linguaggio scortese e di scarso buon gusto. Ma se quel signore avesse assistito all’incontro di domenica avrebbe forse nei riguardi del Novara usato termini ancora più crudi. Non abbiamo ben compreso perchè il Novara sì sia buttato nella gara con tanta violenza. Non ricordiamo un incontro giocato da una avversaria cosi duramente, come quello di domenica. Forse, al di sotto di ogni fatto contingente, bruciavano quei cinque palloni in cassati in Coppa Italia o quei quattro in cassati in Campionato nel girone di andata : forse vi era l’orgoglio delle antiche battaglie per un primato regionale che aveva subito un duro scossone da queste recenti sconfitte, non sappiamo bene cosa ci fosse. Certo è che l'incontro si è subito presentato particolarmente duro. Hanno subito sentito gli effetti hanno subito sentito gli effetti di quella concezione di gioco Fanello era letteralmente sovrastato da Uldovieich gigantesco centrosostegno il quale stupirà poi i giornalisti per aver praticato un gioco scorretto al quale non è abituato e che mai gli è stato visto usare (Gazzetta del Popolo). I nostri ragazzi per la verità non si attendevano una simile accoglienza e sono stati come frastornati: hanno stentato subito a mettersi in movimento, facendosi spesso anticipare più per timore che per abilità o scatto dell'avversario. E venne subito una rete balzata fuori appunto da un attimo di indecisione della nostra difesa, che trasformò l’incontro in una affannosa rincorsa alla ricerca del pareggio. Anche questa rete iniziale fu evidentemente determinante per l'andamento dell'incontro e probabilmente la nostra squadra avrebbe giocato assai meglio se fosse stata in parità. Invece ha subito l’iniziativa e gli assalti disordinati del Novara per i primi quaranta cinque minuti senza riuscire a prendere in mano le redini del gioco, a costruire azioni degne di questo nome. Solo nel secondo tempo, galvanizzata dalla stupenda rete di Fanello, riprese quota fino a dominare ed a sfiorare almeno altre due reti che è proprio un peccato non siano state segnate. Se da un primo superficiale esame possiamo infatti affermare che è già lusinghiero un pareggio, ripensando alle occasioni create e poi perdute, dobbiamo dolerci di non aver raggiunto la vittoria che ci ha teso le braccia più volte. Duello a due Due uomini hanno veramente primeggiato in questa mediocre partita, creando motivi di interesse e di notevole agonismo: i due terzini destri, Melideo da una parte e Zanetti dall’altra hanno dato vita ad un duello a distanza che ha appassionato tutti gli osservatori ed in particolare i ricercatori di nuove promesse del calcio italiano. Si trovavano di fronte due giovani terzini fra i più dotati e promettenti della serie B: Zanetti, veloce e tecnico, Melideo, scattante ed impetuoso. I due ragazzi hanno disputato sicuramente una delle più belle partite di questo loro campionato . Anche se i giornali hanno ,maggiormente messo in evidenza la prova di Zanetti, dicendo che questo giocatore farà sicuramente strada, affermiamo con tutta certezza e senza ombra di spirito partigiano che Melideo non gli è stato inferiore sotto nessun aspetto, neanche quello tecnico dal momento che ha migliorato in questi ultimi tempi il tono delle sue prestazioni e di tutto il suo gioco fino a dimostrare come la volontà e l’abnegazione possano in un ragazzo dotato. II resto della nostra squadra ha denunciato squilibri veramente imponenti. A postò sempre Giacomazzi, che se conserverà la sua condizione fisica, con avversari del calibro di quelli di domenica potrà giocare ancora per molto tempo, discreto Bercellino e non di più: questo ragazzo, giovane in verità e facile all’emozione, domenica « sentiva » la presenza sul campo di tanti amici e tifo si e parenti scesi d alla vicina Gattinara , per cui, come sempre avviene in simili circostanze, la prestazione non è stata delle migliori. Volenteroso Soncini il cui rientro in squadra è stato sicuramente prematuro e forzato a causa dell’indisponibilità di Sicuran i: Soncini ha alternato momenti buoni ad altri meno buoni palesando imprecisione soprattutto in fase di rilancio. Lo abbiamo poi visto spostato sulla destra (Plzzolito giocava arretrato fra i terzini e Migliavacca fungeva da effettivo mediano sinistro ). Tale spostamento a destra oltre tutto non deve aver giovato a Soncini che è molto bravo di sinistro e quindi spesso costretto ad aggiustarsi la palla ed a cercare la posizione prima di calciare. E Pizzolito in fase difensiva appare un lusso » per dirla con Tortolini (« Tuttosport ») di fronte ad un attacco che non doveva preoccupare eccessivamente. Ed infatti il nostro mediano non ha faticato a dar man forte ai terzini che raramente ebbero bisogno. Trio al rallentatore Migliavacca, Bettini e Vitali, hanno giocato al rallentatore. Il primo si buscò un duro calcio alla caviglia che lo costrinse ad un gioco assai guardingo tanto che perdette freschezza e continuità, doti particolari del buon Migliavacca alle quali siamo abituati da molto tempo. Il suo errore più evidente è stato costituito dalla mancata rete al 36’ del secondo tempo allorché si presentò per lui la migliore delle occasioni per vincere la partita: una incursione di Fanello aveva provocato il solito orgasmo nella difesa novarese. Il centravanti allungò a Vitali e questi, portatosi sulla destra fermò la palla, fintò l’avversario, a lungo, per tenerlo lontano, guardò avanti per cercare l’uomo libero e vide sulla sinistra Migliavacca che sopraggiungeva assolutamente libero: alzò la palla di misura scavalcando gli uomini davanti a lui e deponendola ai piedi della nostra m ezz’ala. Migliavacca poteva comportarsi in vari modi, ma scelse il peggiore: attese la palla sul sinistro e calciò con l’esterno forse senza convinzione o forse sperando di imprimerle un effetto diabolico. Ma spedì invece a lato e di molto. Bettini e V itali in particolare, costituivano purtroppo la parte meno redditizia della nostra squadra. Il Bettini si mantenne a centrocampo nella posizione che pare assumere più volentieri nelle giornate di scarsa vena, rinunciando così ad inserirsi nella manovra ed a tentare anche uno solo dei suoi violenti tiri a rete. Vitali, pressato e pestato all’inizio, perdette ogni aggressività e giocò con lentezza, facendosi sempre anticipare e limitando si a qualche buon passaggio. Oltre a Fanello ci piacque molto in prima linea Marmo, specie nel primo tempo, eccezionalmente vivace ed aggressivo, rapido e preciso nello smistamento , utile alla manovra. Già altra volta abbiamo detto che questo ragazzo deve essere incoraggiato ed infatti così è stato. Peccato che nel secondo tempo si sia buscato due brutti colpi che lo hanno costretto a giocare in minorate condizioni fisiche. Notarnicola ha parato un paio di tiri alti sotto la traversa, assai pericolosi, che per un momento ci mozzarono il fiato. Blocco poi qualche pallone in mischia con felice intuito. Errò invece in altri momenti creando disagio per se e per gli altri: il ragazzo fa comunque tutto il suo dovere in questo momento di grave penuria di portieri e non possiamo che augurarci che egli possa tener duro. Il viaggio continua Siamo soltanto alla seconda tappa delle nostre tre consecutive trasferte. Domani andremo a Verona, terra romantica e generosa, ove i tifosi soffrono pene maggiori alle nostre per un campionato peggiore del nostro. Anche questa era una squadra che sulla carta sognava grandi cose. Domenica sarà un incontro particolare: lo scontro di un orgoglio deluso, contro la delusione tramutata in orgoglio. Difficile prevedere un risultato , possibile comunque sperare in un altro pareggio. Questa settimana la preparazione è stata intensifica a: è riapparso in campo Arbizzani che comincia a rivedere il pallone, ha ripreso gli allenamenti Sicurani che forse la settimana prossima sarà disponibile (Il Piccolo - Barbagrigia) Nel campionato di serie B vivace incontro tra le piemontesi L'ALESSANDRIA STRAPPA IL PAREGGIO A NOVARA: 1-1 Il centrattacco fanello risponde nella ripresa alla rete iniziale di Canto - Scialbo gioco dei grigi e slancio generoso dei novaresi che avevano dovuto sostituire parecchi titolari La divisione dei punti fra Novara e Alessandria costituisce un risultato salomonico che non soddisfa, per ragioni diverse, le due squadre. Se guardiamo le due unità al disopra del risultato, dobbiamo dire che sono esse che non soddisfano 11 pubblico. L'Alessandria uscirà da questo campionato con un'esperienza amara. Essa è andata progressivamente declinando e non ha più ritrovato il ritmo e la sostanza del suo gioco. Ha perduto la sua rocciosa saldezza, la compatta potenza della sua manovra, quella scintilla d'estro che provocava certe indimenticabili fiammate, esaltanti per il pubblico e per la compagine stessa. Abbiamo l'impressione — e speriamo che sia un'impressione errata — che stia normalizzando il suo gioco su di un piano dimesso che potrebbe portarla ad uno scadimento anche più profondo. Peccato! C'è ad Alessandria una tradizione che si dovrebbe cercare di conservare, c'è ancora il prestigio di una scuola che ebbe momenti fulgidi e che non dovrebbe mal declinare, c'è il ricordo delle glorie passate che pure dovrebbe ispirare i giovani d'oggi. La Serie B è una pericolosa livellatrice, tende ad uniformare tutte le squadre ad un tipo di gioco che è ritenuto caratteristico di questo girone, un gioco di puro combattimento, sbrigativo, di povera tecnica e di grande animo. Chi lo accetta scrìve la sua condanna. Il gioco vero non lo si deve abbandonare mai, esso è la sola e insostituibile forza durevole di una squadra, la sola pianta che dia frutti costanti. L'Alessandria giocava bene un tempo, oggi gioca male. Il suo slancio era una volta legato al gioco, oggi se lo lascia dietro come un bagaglio ingombrante perché nella B bisogna assaltare, bisogna correre, bisogna sopraffare l'avversario. E' un grosso errore. Si veda il Mantova se il gioco se lo lascia dietro. E della strada ne ha già fatta molta e ne farà ancora. Nell'Alessandria di una volta correva il gioco più degli uomini, era un muoversi compatto di tutta la squadra, trascinata dalla sua idea ispiratrice, legata alla sua manovra, con una fioritura Ininterrotta di spunti, di varianti sempre nuove, di accorgimenti tattici sempre diversi. Era un bello spettacolo. Si scendeva ad Alessandria per assistere, più che ad una partita, ad un festival del gioco. Per molti anni abbiamo seguito l'affascinante avventura della compagine grigia che portava in giro il piccolo tesoro di una creazione originale uscita da una fucina di maestri. Perché non si potrebbe riaprire quella scuola? Non diciamo che essa darebbe oggi gli stessi frutti di allora perché vi sono dei limiti di classe che non si possono scavalcare, ma almeno si resterebbe nel grande alveo del gioco ed 1 benefici risultati che se ne trarrebbero invoglierebbero i giovani a scavare sempre più profondo nel solco della grande storia calcistica alessandrina. Un tipo come Rivera non poteva crescere che in quell'ambiente e su quel terreno. Significa che il fondo è ancora buono, che il vecchio seme non si è del tutto disseccato, che sarebbe solamente necessario un po' di lavoro per fare del devastato orto il fragrante giardino di un tempo. Illusioni? Può darsi. Meglio, del resto, pascersi di illusioni che vivere senza Ideali. Quando sì lavora per il gioco non sì sciupa mai il proprio tempo. Ieri l'Alessandria suscitava in noi melanconiche riflessioni. Essa non può rassegnarsi a portare indefinitamente nel campionato un abito non suo. E' un abito pieno di toppe che umilia il suo, rango passato. A Novara la squadra ha corso il grosso rischio di farsi infilare come un passerotto da un avversarlo che le dava all'attacco ti vantaggio di tre pedine. Se invece delle tre riserve ci fossero stati i tre titolari, nessuno saprebbe dire come la giornata sarebbe finita. Il Novara ha avuto molta sfortuna quest'anno, ma è vivo, è una forza che reagisce, è una volontà che si fa strada Ad ogni stagione tira fuori qualcosa di nuovo. Ora ha pronto Zanetti, un terzine sul quale molti occhi dì tecnici si sono già posati, volitivo, colpitore preciso, dotato di senso di posizione, dì tecnica, di stile. E' maturo per essere lanciato sul mercato, ed il Novara purtroppo lo lancerà. Diciamo purtroppo perché è triste che una Società debba ogni anno privarsi dei suoi prodotti migliori per sopravvivere. Zanetti e Baira sono gli esponenti di due generazioni: quella che sorge e quella che è avviata al tramonto. Baira è un esempio e un ammonimento per tutti, la vecchia bandiera della squadra, la dimostrazione di quanto possano nel gioco la volontà e il carattere. Zanetti è il puledro scalpitante che chiede orizzonti nuovi per la sua affermazione. Il primo è tutto senno, calcolo, esperienza e buon senso; il secondo è tutto freschezza di slancio, spontaneità di intuito, prorompente giovinezza. Noi li abbiamo seguiti ieri per tutto rincontro: con commozione l'anziano, con ammirazione il giovane. Su questi due poli opposti si orienta il gioco della squadra azzurra cercando la via della sua rinascita. (La Stampa - Ed. Sport - Ettore Berra) Novara-Alessandria 1-1 Triestina-Como 1-2 Catanzaro-Genoa 4-1 Reggiana-Monza 1-0 Venezia-Palermo 2-0 Brescia-Parma 2-1 Mantova-Pisa 3-1 Foggia-Pro Patria 2-1 Messina-Sambenedettese 1-2 Marzotto-Verona 1-1 CLASSIFICA: Ozo Mantova, Venezia p. 38; Reggiana 36; Palermo 35; Messina 33; S. Monza, Catanzaro 32; Pro Patria, Como, Prato, Sambenedettese 30; Parma, Alessandria, Novara 29; Brescia 28; Triestina 26; Genoa 25; Verona 24, Foggia 22; Marzotto 17 Il punto sul campionato Il Catanzaro ha superato il Genoa con un clamoroso punteggio, il successo è stato ottenuto nel primo tempo, durante il quale sono stati messi all'attivo tre gol.