Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1960/1961
Serie B
28-05-1961 - Giornata: 37 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Reggiana AC 2 - 1 (1 - 0)
RETI: 88. Fanello G.[A] 32. aut. Calvani [Re] , 61. Greatti [Re]

Alessandria US Notarnicola Sergio, Melideo Rocco, Giacomazzi Giovanni, Pizzolitto Radames, Sperati Domenico, Soncini Antonio, Azzimonti Giorgio, Vitali Alessandro, Fanello Giovanni, Sicurani Alfonso, Bettini Sergio All.: Achilli Camillo

Formazione avversaria
REGGIANA AC: Ferretti, Martiradonna, Calvani, Fabris, Corsi, Bonini, Correnti, Sardei, Greatti, Mezzalira, Ogliari. All.: Del Grosso Luigi.

Arbitro: Campanati Giulio (Milano) [Grechi, Tonolini]
Note
Espulso 88. Vitali [A], Rigore parato al 50. a Sardei [R]. Ammonito Fabris [R]. Angoli: 6-5. Sugli spalti circa 3.000 tifosi della Reggiana Giornata grigia con leggero vento di scirocco, terreno brullo al centro, erboso ai lati Inizio gara ore 16,00.

Commento
FANELLO NEGA IL “VISTO” Artefice di questo nuovo successo ottenuto fra alterne e penose vicende è stato ancora l’inesauribile Fanello che a due minuti dalla fine ha segnato la rete della vittoria in condizioni eccezionali, avendo davanti a sé ben tre avversari ed altrettanti compagni di squadra stazionanti nell’estrema area degli ospiti. Un capolavoro d’intuizione, di decisione e di precisione che ha stordito i granata ed ha mandato in visibilio la folla alessandrina fino ad allora in pensiero per l’esito della travolgente disputa. Fanello è stato portato in trionfo fra gli attoniti sguardi dei delusi ospiti, come già prima delle ostilità si era commosso ed aveva pianto per il dono di un cannoncino d’oro offertogli dai suoi ammiratori per il magnifico comportamento in questo torneo. Il cavalier Adolfo Baloncieri, l’intramontabile “Balon”, ora pressoché calvo, grossi occhiali a stanghetta, grassoccio e lento, ma sempre vigoroso, che per oltre quaranta volte ha rivestito la maglia azzurra in competizioni internazionali, ha voluto personalmente dare alla giovane recluta l’aureo dono come simbolo di una continuità ideale collegante il glorioso passato del virtuoso calciatore alessandrino e le sicure affermazioni del perspicace attaccante calabrese. Il pubblico ha sottolineato con scroscianti applausi la breve, patetica cerimonia; quindi l’inizio delle ostilità, che segnaliamo a larghi tratti. Tra lo sventolio festoso ed incitante di centinaia di bandierine e striscioni inneggianti alla Reggiana, i grigi intessono le prime trame offensive e Soncini e Bettini impegnano con forti tiri l’estrema difesa granata che manovrano saggiamente a metà campo ma in tema di conclusione difettano alquanto. Al 20’ bella azione di Vitali che devia in corsa la palla a Fanello, e questi tira fortissimo raso terra obbligando Ferretti a bloccare in due tempi. Azioni alterne con prevalenza d’iniziativa grigia e al 31’ gli alessandrini pervengono al successo complice un infortunio degli ospiti: tiro obliquo dal fondo laterale di Sicurani verso il centro; Calvani interviene tardivo e colpisce male di testa la sfera di cuoio che fila diritta verso l’angolo destro della porta di Ferretti il quale, sorpreso, non tenta alcun intervento. Nella ripresa la Reggiana parte decisa all’attacco con una serie furibonda di azioni robuste ma non sempre corrette. Al 5’, a seguito di una furibonda mischia sotto il portiere alessandrino, l’arbitro concede un calcio di rigore ai granata: batte la punizione Sardei e Notarnicola con un balzo respinge di pugno il pallone che, ripreso di testa da correnti, finisce a lato. Dieci minuti dopo però l’intensa attività degli ospiti è premiata, sia pure anche qui complice la difesa grigia: su calcio di punizione dal limite dell’area di rigore alessandrina, Sardei finge di calciare e allunga di poco su Greatti che tira raso terra da una quindicina di metri. L’apparente innocuo pallone non viene però fermato dai difensori grigi che restano inchiodati al terreno e Notarnicola, stupito, vede varcare la soglia della sua casa dalla rotolante sfera di cuoio. Tutto da rifare per i grigi, ma i reggiani prendono ancora il sopravvento per tentare la vittoria che sarà invece appannaggio dei grigi a pochi istanti dalla fine. Sul sesto calcio d’angolo battuto contro gli ospiti respinge di testa Calvani: la palla perviene a Giacomazzi che la mette sul piede di Fanello stazionante sulla linea dell’area fatale. E’ un attimo: malgrado il fitto schieramento di avversari e di compagni di squadra il “fornaretto” riesce a trovare il preciso spiraglio per infilare la palla in rete, in un tripudio di applausi indicibile. E’ stato questo il miglior congedo del giovane calciatore calabrese all’affezionato pubblico alessandrino (Corriere dello Sport – Giovanni Camagna) Per gli ospiti praticamente tramontate le sperarne di promozione FANELLO CON UN GOAL IN EXTREMIS DECIDE LA GARA Gli emiliani incassano un'autorete e falliscono un rigore - Il goal risolutivo su mischia scaturita da un calcio d'angolo - Vitali espulso al 90' di gioco - Quasi tremila emiliani hanno seguito la loro squadra Il satanico Fanello ha portato ancora una volta la sua squadra alla vittoria. Ha potuto far poco durante la partita, stretto in una marcatura a tenaglia, ma il goal l'ha fatto. Mancavano tre minuti alla fine e le due squadre avevano segnato una rete ciascuna. La povera Reggiana aveva incassato un'autorete ed aveva visto all'inizio della ripresa respingere dal portiere alessandrino un rigore tirato da Sardei: una respinta poco regolamentare è vero, poiché Notarnicola era uscito di qualche metro dai pali con dei movimenti di finta per ingannare l'esecutore ed effettivamente c'era riuscito. Sarebbe stato un rigore da rifare ma Campanati aveva convalidato l'azione, come del resto si fa abitualmente da qualunque arbitro su ogni campo. La squadra ospite riusciva egualmente a segnare il pareggio verso il quarto d'ora della ripresa e stava arrancando vigorosamente per strappare la vittoria che per essa poteva voler dire promozione. A due minuti dalla fine i grigi ottenevano un calcio d'angolo, l'ultimo della giornata. Si creava una mischia davanti alla porta di Ferretti, due squadre in corpo a corpo e la folla col fiato sospeso. Avanzò anche Giacomazzi a dare man forte ai suoi attaccanti, due suoi tiri dal limite dell'area venivano respinti da casuali rimpalli, ma al secondo rimpallo ecco farsi luce Fanello circondato da almeno tre avversari. La folla scattò in piedi. Fulmineamente Fanello si portò con un colpo di testa la palla sul piede e tirò di sinistro attraverso un varco di non più di trenta centimetri, non un gran tiro ma un tiro esatto da chi non perde, anche nelle situazioni più intricate, la lucidità di mente: la palla filò bassa verso la porta, sorprese o ingannò Ferretti, sfiorò il montante alla sinistra del portiere e raggiunse il fondo della rete. In quel momento crollavano forse tutte le speranze della Reggiana di poter conquistare la promozione e Fanello consolidava la sua fama di goleador principe del campionato. Prima che si iniziasse la partita Baloncieri gli aveva consegnato in mezzo al campo, a nome dei tifosi alessandrini, un cannoncino d'oro che voleva essere nello stesso tempo un premio, un ringraziamento e un saluto perché nella prossima stagione Fanello, che è stato la grande rivelazione del girone dei cadetti, tornerà al Milan. Baloncieri, vecchia gloria alessandrina, ha parlato piuttosto a lungo e certamente lui sapeva che cosa dire al giovane astro nascente. Teneva fra le mani, che dovevano tremargli un poco dall'emozione, il prezioso regalo, una riproduzione del vecchio modello 75 della prima guerra mondiale, un lavoro d'artista, prezioso non solo per il suo costo. Poi, terminata la cerimonia, le squadre si sono schierate e Campanati ha dato il via alla lotta. Abbiamo cominciato dalla fine, ora dobbiamo tornare indietro. La folla era tutta punteggiata da berretti rossi: i tifosi della Reggiana. Erano arrivati 50 pullman che portavano 1800 persone, circa trecento auto avevano pure fatto il viaggio da Reggio con un supplemento di sostenitori, novanta bandieroni granata erano stati confezionati appositamente per l'avvenimento e ora erano agitati vigorosamente dagli ammiratori entusiasti. La partita cominciò in questo tripudio di bandiere. L'Alessandria aveva organizzato il suo schieramento temendo la potenza aggressiva del gioco degli emiliani. Il mediano destro Pizzolitto era battitore libero, il centromediano Sperati, che sostituiva Bercellino, stava sul centravanti Greatti, il migliore dell'attacco con Sardei di cui si occupava il laterale Soncini. I due terzini stavano sulle ali, ma Giacomazzi approfittando della posizione arretrata del suo uomo, avanzava fin oltre la metà campo per rilanciare le azioni d'attacco. Poiché il mezzo sinistro dei grigi, Sicurani, contrava Mezzalira, il laterale destro reggiano Fabris era reso libero ed egli ne approfittava per spaziare al centro campo ora incalzando l'attacco ora dando una mano al centromediano Corsi per controllare quel demonio di Fanello, un tipo da non perdere mai di vista. Fanello si trovava come in una tenaglia, mai nemmeno un metro di terreno libero. Da parte sua la Reggiana non aveva un battitore libero e casualmente lo diventava, ma solo a tratti, Fabris. La partita restò per lungo tempo come chiusa fra due sbarramenti difensivi. Un tiro di Fanello al 20' su passaggio di Bettini non diede alcun risultato. Rare le azioni a fondo. Più aggressiva la Reggiana che forzatamente impostava un gioco tutto d'attacco mirando essa chiaramente alla vittoria; meno ordinata ma vibrante, tutta sussulti e scatti, l'Alessandria. Si diceva: questa è una partita da zero a zero. Ecco invece la prima svolta. Al 31' Giacomazzi, che era giunto fino a tre quarti di campo in zona avversaria, lanciava Sicurani all'ala destra. Sul grigio correva Bottini, Sicurani lo scartava e entrava di sinistro. Il portiere a questo punto cercava di intervenire, ma prima che egli lasciasse i pali Calvani toccava male di testa e deviava la palla nella rete. La reazione della Reggiana non si concretava in azioni pericolose, ma al 6' della ripresa un atterramento di Greatti in aerea era sanzionato dall'arbitro con un calcio di rigore. Si verificava quello che abbiamo già raccontato all'inizio. Il pareggio veniva raggiunto dagli ospiti al 16' su punizione da venti metri realizzato da Greatti e per circa un quarto d'ora si vide il meglio della Reggiana: gioco e ritmo. L'Alessandria tirava i remi in barca lasciando all'attacco solamente Fanello e Vitali. Ma il gioco dei granata condensava poco, gioco nervoso di squadra eccitata. La partita sembrava ferma sul pareggio, ma a tre minuti dalla fine le speranze della Reggiana crollavano, e abbiamo già detto come. Al 90' l'arbitro espelleva Vitali. La squadra ospite usci dal campo costernata. Abbiamo visto Sardei piangere. Giungeva la notizia che il Palermo aveva vinto in casa contro il Prato, ora la Reggiana è staccata di due punti dalla squadra siciliana e domenica si giocheranno le ultime partite: la Reggiana giocherà in casa contro l'Ozo Mantova già in Serie A e il Palermo andrà a visitare il Foggia già in Serie C. Le speranze degli emiliani sono ormai legate ad un tenue filo. (Stampa Sera -Ettore Berra) Nell’ultima partita casalinga del campionato 1960-61 MAGNIFICA L’ALESSANDRIA SCONFIGGE LA REGGIANA (2-1) Una prestazione superlativa della squadra grigia Secondo le previsioni fatte alla vigilia, il commiato dei nostri giocatori dal loro pubblico è stato dei migliori. Non si poteva desiderare partita più bella e più emozionante, forse la migliore disputata in questo campionato sul nostro campo, perché il tifoso si potesse imprimere nella mente un ricordo duraturo della sua squadra, che lo accompagnasse per questi mesi di attesa del nuovo torneo. La nostra compagine « sentiva » l’importanza di questa partita non soltanto perché si sarebbero determinate le sorti della Reggiana, ma anche perché vi era impegnato il suo prestigio di fronte al pubblico ed al campionato stesso. Era l’ultima occasione che i grigi avevano di dimostrare d’essere una bella squadra non certo inferiore alle migliori che attendono scalpitando l’ingresso in serie A: e tale occasione non dovevano assolutamente lasciarsi sfuggire. Il pubblico a sua volta fiutò odor di battaglia, visse l’ansia di questo incontro, e si riversò numeroso, come da tempo non accadeva di vedere,a gremire gli spalti. A tutto ciò si aggiunse anche, come motivo determinante, un inconfessato ma pur vivo elemento sentimentale. Il tifoso è sempre burbero, severo, scontento della propria squadra: ma quando si tratta di vederla per l'ultima volta, di salutarla per il termine di un campionato, non sa resistere. Dimentica arrabbiature e delusioni e corre a lasciare un poco del suo cuore con quei ragazzi che, bravi o no che siano indossano pur sempre quella maglia grigia che è al disopra di ogni discussione, perché è tradizione e fede. Si è aggiunta poi una imponentissima vivace e turbolenta rappresentanza di tifosi reggiani e così il pieno è stato fatto. Sangue nostro. Ma anche un pubblico di eccezione ospitavano le tribune: vedemmo Gren, Parola, Cesarini, ed altri allenatori. Un folto gruppo di ex nazionali fra i quali si distinguevano il C. T. Ferrari, Baloncieri, Bertolini, Cattaneo e... Rivera. Tutti i magnifici prodotti del sangue nostro, puro alessandrino, insomma. E, come già era avvenuto a Como, quando la nostra squadra si sente osservata da uomini illustri pare trovare una diversa ispirazione e gioca con miglior puntiglio e superiore autorità. E così la Reggiana, squadra lanciatissima, scesa per cogliere il sigillo della promozione, è capitolata: «L’Alessandria non ha risparmiato alcuno, tra le ambiziose. Ha trattato tutte col metro del suo orgoglio, messo alla frusta da un campionato deludente in parte eppure riscattato da prestazioni dignitose, come appunto questa, fatta di caparbia volontà, di indomabile spirito agonistico, ideale compendio alle prodezze dei singoli più che ad autentica sostanza di gioco ». Così commenterà Angelo Ponti sulla «Gazzetta», e questo commento ci pare compendiare in sintesi tutto il giudizio che si può fornire su questa partita, e forse non solo su questa partita ma per tutto il finale del campionato. Volontà, prodezze dei singoli più che sostanza di gioco della squadra! Volontà e cannone. Il ritmo infuocato dell’incontro, è stato determinato anche da una possente prestazione fornita dalla Reggiana che, giustamente,voleva e doveva vincere ad ogni costo. E la sua sconfitta è stata determinata dalla solita prodezza di Fanello senza la quale non avrebbe certamente perduto avendo opposto un secondo tempo oltremodo autorevole. Infatti il suo gioco appariva più organizzato, volante e vivace anche se per la ridetta potenza offensiva del quintetto attaccante la squadra granata non riuscì mai a creare seri pericoli per la nostra porta: ma una possente forza morale le sosteneva. Subito l’autogol, anziché cadere in ginocchio aumentò lo slancio. attese il calo di qualche nostro uomo, sciupò un rigore, non si arrese e conquistò di forza il pareggio. Mai rassegnata. profuse fino allo spasimo le residue energie, gettando la spugna soltanto alla fine quando uno stupendo gol-beffa la convinse che non vi era strada per la promozione che passasse per Alessandria. « Francamente bisogna dire - ci diceva l’amico Tavecchia del Corriere della Sera – che gli emiliani non meritavano la sconfitta ma almeno un pareggio: ma sappiamo che Fanello è la vostra forza viva e guai a lasciarlo solo anche per un solo attimo ». Ed è proprio così: quando all’inizio dell’incontro il vecchio e grande Baloncieri gli consegnava sul campo il cannoncino d’oro come attestazione dei tifosi di profondo attaccamento alla sua squadra, oltre che riconoscimento all’indiscusso dominatore dei marcatori di Serie B, un fremito ed un applauso percorse gli spalti, applauso che venne anche dai numerosissimi tifosi emiliani. Essi lo guardavano con ammirazione e lo temevano, presaghi forse di una condanna che potesse venire proprio da lui. E così è stato: su tutti i campi d’Italia in cui è scesa quest’anno l’Alessandria, è stato come domenica: ammirazione e timore per questo ragazzotto pieno di vitalità e di forza, sorridente e sereno, dotato di una sorprendente mobilità e di un tiro che non perdona. Mentre lo vedevamo immobile ascoltare le parole affettuose che Baloncieri gli rivolgeva, ci coglieva commozione ed anche accorata malinconia nel pensare che tra poco ci lascerà. Ma tant’è: anche Fanello dovrà giustamente seguire il suo sentiero di campione verso alte vette così come è stato per chi lo ha preceduto nella nostra squadra. Il merito di tutti. Ma tutti i nostri ragazzi si sono prodigati con una prestazione che ha del prodigioso. Da Notarnicola (quanti salti di gioia per il rigore parato!) a Melideo ormai sicura pedina che ha conquistato la sicurezza ed il mestiere per qualunque incontro; da Giacomazzi che ha sventate risolutamente almeno tre azioni da rete disputando ancora una partita superlativa, a Pizzolito calmo sempre, infallibile nell’entrata e dotato di un senso di posizione veramente unico, da Sicurani che in queste ultime partite ha superato se stesso ed ogni primato di resistenza fisica: dalla difesa all’attacco (ricordate come ha tagliato in velocità il terzino Galvani centrando poi il pallone del gol?) a Soncini autentico dominatore del centrocampo nel primo tempo, calato soltanto verso la fine della gara; da Vitali autore di numerose solitarie azioni da brivido e dei soliti passaggi perfetti (perché Sandrino invecchiando diventi cattivello?) a Bettini che ci convince ogni giorno di più con quel suo gioco sobrio e quella sua abnegazione degna di un grande giocatore. Sperati si è forse trovato davanti ad una partita più grande di lui, ed ha alternato così ottimi spunti con altri momenti da brivido nei quali il suo scatto e la sua volontà non erano purtroppo sufficienti a fermare uomini esperti come Sardei e Greatti. Sconcertante ancora una volta Azzimonti: siamo tutti convinti che questo ragazzo sia dotato di buone qualità tecniche, ma abbiamo constatato che spesso non riesce ad inserirsi nel vivo dell’azione palesando una freddezza (forse solo apparente) che si risolve invece in timore, così che spesso pare assente dal clima dell’incontro. Probabilmente è questione di tempo e di pazienza: Azzimonti deve maturare, deve acquistare fiducia, fede in se stesso, convinzione in ciò che può fare, calore e forza. Questa la squadra di domenica, la squadra da ricordare, quella che il pubblico ha salutato in una commovente ovazione. (Il Piccolo, 3 giugno 1961 - Barbagrigia) RISULTATI: Brescia – Genoa 0-0 Catanzaro – Foggia 3-1 Como – Venezia 2-1 Marzotto Valdagno – Simmenthal Monza 1-3 Messina – Parma 1-1 Palermo – Prato 1-0 Sambenedettese – Mantova 2-0 Triestina – Novara 2-0 Verona – Pro Patria 3-2 CLASSIFICA: Mantova, Venezia p. 48, Palermo 44, Reggiana 42, Simmenthal Monza 41, Messina 40, Alessandria, Sambenedettese 39, Catanzaro 38, Pro Patria, Prato 37, Como 36, Genoa (-7) 34, Brescia, Parma 33, Triestina, Verona, Novara 32, Foggia 29, Marzotto Valdagno 19. Genoa 7 p. di penalizzazione. MARCATORI: 26 reti: Fanello (Alessandria), 16 reti: Raffin (Venezia), 15 reti: Sardei (Reggiana) 14 reti: Merlo (Foggia) 13 reti: Rambone (Catanzaro), Bean (Genoa), Mentani (Novara), Fantini (Palermo), Pagani (Pro Patria). Il punto sul campionato Il Palermo ringrazia calorosamente l’Alessandria. E’ il titolo della giornata, visto che i Grigi, battendo gli emiliani al Moccagatta hanno permesso ai rosanero, vittoriosi in casa con il minimo scarto sul Prato, di mettere un piede e mezzo in Serie A. Al Palermo sarà sufficiente un pareggio a Foggia (oppure che la Reggiana non riesca a battere il già promosso Mantova) per festeggiare il ritorno nella massima categoria. Fuoco e fiamme sulla lotta retrocessione. Il Novara ha perso a Trieste mentre il Verona vinceva con la Pro Patria. Così al terzultimo posto si affiancano tutte e tre con la complicazione di Brescia e Parma ferme a quota 33 ed il Genoa che a 34 punti, non deve perdere a Marassi proprio con la Triestina per non rischiare la C!