Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1955/1956
Serie B
18-09-1955 - Giornata: 1 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Verona AC 1 - 2 (0 - 2)
RETI: 51. Vitali A.[A] 12. Lonardi L. [Ve] , 25. Buzzin S. [Ve]

Alessandria US Ravera Vincenzo, Nardi Aldo, Bosio Bruno, Russi Franco, Traverso (I) Luigi, Battistella Adelmo, Vitali Alessandro, Perin Gastone, Serone Roberto, Tinazzi Giorgio, Matteucci Carlo All.: Scamuzzi Piero

Formazione avversaria
VERONA AC: Moro; Silvestri, Begalli; Zamperlini, Franchini, Achilli; Galassini, Pavanello, Perli, Buzzin, Lonardi. All.: Allasio Federico.

Arbitro: Corallo Tommaso (Lecce)
Note
Spettatori: 8.000 oppure 12.000. Inizio gara ore 16:00.

Commento
In Serie B netti successi di Catania e Udinese L'ESPERIENZA DEL VERONA BLOCCA L'ALESSANDRIA: 2-1 Eletto il Consiglio dei grigi: l'ingegnier Silvio Sacco nominato Presidente Sei ore prima dell’inizio ufficiale della stagione calcistica – ieri mattina alle 10 – l’assemblea dei soci dell’Alessandria ha eletto, con votazione unanime, i nuovi dirigenti. L’ing. Silvio Sacco, che è stato acclamato presidente, sarà affiancato dal signor Siro Gobbi in qualità di vicepresidente e da ventidue consiglieri. A completare una giornata sportiva così bene incominciata ci sarebbe voluta una vittoria sul Verona. I grigi invece hanno mancato il primo appuntamento con il successo. Difetti di preparazione, madornali errori difensivi, tributo di inesperienza di fronte ad un avversario quotato ed esperto che punta alla promozione, hanno contribuito a dar sostanza alla prima sconfitta della compagine grigia. Una sconfitta che non va drammatizzata, poiché molte altre squadre dovranno abbassare bandiera sul loro campo di fronte alla quadrata formazione veronese, ma che ha contribuito a raggelare l’entusiasmo dei dodicimila spettatori accorsi al Moccagatta. La squadra alessandrina era attesa alla prova forse con eccessivo ottimismo. Pochi erano coloro che si ricordavano di valutare le possibilità del giovane complesso grigio in rapporto al valore notevole degli avversari. Come previsto, invece, l’esperienza di atleti anziani (ma tutt’altro che in declino) come l’ex milanista Silvestri e l’ex nerazzurro Achilli ha avuto buon gioco nell’arginare i coraggiosi attacchi alessandrini, dopo che una doppietta di ingenui errori dell’estremo difensore Ravera aveva inopinatamente concesso ai gialloblù veneti, senza eccessivo merito, un vantaggio di ben due reti dopo nemmeno mezz’ora. I grigi infatti, dopo aver dominato, sia pure senza precisione nel tiro, nella fase iniziale della gara, si sono trovati in svantaggio all’11’ per colpa del sole e dell’ingenuità del loro portiere. L’ala sinistra veronese Lonardi ha battuto una punizione di seconda e Ravera ha tentato la bloccata alta, ma abbagliato dal sole ha appena sfiorato il pallone, deviandolo in rete. Se Ravera non avesse neppure tentato l’intervento, trattandosi di una punizione a due calci, l’eventuale goal non sarebbe stato valido. Logicamente lo sconcertante episodio ha creato un po’ di orgasmo nelle file alessandrine, e di ciò ha approfittato il Verona per cercare la botta decisiva. Vi è riuscito al 25’, ancora con la collaborazione della difesa grigia. Un malinteso fra Traverso e Bosio, concluso da un corto rinvio di quest’ultimo, ha permesso infatti a Buzzin di tirare a rete dal limite dell’area: Ravera, coperto, si è tuffato quando il pallone era ormai oltre la linea. Due a zero. A questo punto i grigi si sono riscossi, lanciandosi caparbiamente all’attacco in un disperato tentativo di recupero. Ma per far breccia in una difesa solida come quella veneta (in cui Silvestri e Franchini non fallivano un pallone e Achilli dava prova di una classe intramontabile) occorrevano armi migliori di quelle a disposizione dell’attacco piemontese: Serone e Matteucci, poco allenati – il primo perché appena rientrato dalla licenza matrimoniale, il secondo guarito di fresco da un infortunio – vagavano sul campo senza molto costrutto, mentre Tinazzi appariva stranamente assente dal vivo del gioco. Una prima linea limitata alla buona volontà di Perin e all’intraprendenza del classico Vitali poteva dare ben pochi fastidi all’ex giallorosso Moro. Nella ripresa tuttavia le sorti parvero volgersi a favore dei grigi, che accorciarono il distacco al 7’ con una rete-capolavoro. Un’azione impostata da Matteucci, continuata da Perin, che diede lateralmente a Battistella: il numero 7 – che già prima del riposo si era spostato a centravanti – scartò Franchini e lasciò partire un tiro fortissimo di sinistro contro cui la classe di Moro non fu sufficiente. Un gran goal, ma inutile, purtroppo. I grigi intravedevano il miraggio del pareggio, ma le forze erano ormai troppo poche per insistere nell’offensiva. Molti calci d’angolo, occasioni fallite da una parte e dall’altra (con una traversa colpita da Vitali), poi la fine, tra i fischi. Nella disgraziata giornata dell’Alessandria si sono salvati i terzini Nardi e Bosio, il mediocentro Traverso, l’onnipresente laterale Russi e l’attaccante Vitali, mentre fra i veronesi Silvestri, Achilli, Galassini, Buzzin e Lonardi hanno dato con il loro comportamento una certa giustificazione alla fortunosa vittoria. Durante la gara si è purtroppo verificato un luttuoso incidente, che ha avuto come vittima l’anziano accompagnatore del Verona, signor Olivo Zucchet di 58 anni. Il dirigente veneto, quando Buzzin ha segnato il secondo goal, è stato colto da malore ed è deceduto per embolia polmonare durante il tragitto in automobile dal campo all’ospedale. (Gianni Pignata, «Stampa Sera», 19 settembre 1955) Il battesimo della squadra alessandrina non poteva risultare più sfortunato. Scesa in campo priva del centrattacco Redegalli, essa subiva il primo smacco, che doveva avere serie ripercussioni nel corso della partita. La sconfitta, all’analisi del gioco svolto dagli stessi padroni di casa, non è per nulla umiliante, in quanto oltre alle avversità della giornata essi devono altresì annoverare una effettiva superiorità degli avversari. Già erano note le caratteristiche del Verona, per cui, nonostante l’euforia che aleggiava sul campo, derivante dagli avvenimenti felici della mattinata, conclusasi con l’elezione del nuovo Consiglio Direttivo dei grigi, buona parte degli ottomila spettatori che gremivano gli spalti non era affatto certa della conquista dell’intera posta da parte dei beniamini. Un senso vago di rassegnazione e di speranza insieme dominava la situazione. Il Verona nessuno lo aveva a priori sottovalutato. Si sapeva che possedeva una difesa robusta e difficilmente superabile, una mediana gagliarda e tecnica e un quintetto d’attacco veloce, incisivo e con buone possibilità di realizzare. Tutte queste conoscenze vennero confermate nel corso della partita. Il portiere Moro, per la verità, non è stato eccessivamente impegnato, ma Silvestri e Begalli non sono rimasti troppo inoperosi. Essi tuttavia hanno saputo sventare ogni minaccia con sicurezza e tempestività, alleviando in tal modo notevolmente il lavoro dell’estremo difensore. La mediana non è stata inferiore al trio estremo: di essa il miglior uomo è stato Achilli. Sorretto da una così solida mediana, il quintetto d’attacco ha avuto modo di manovrare con agilità; le ali, in particolar modo, seppero piazzare meravigliosi allunghi al centro. Ma se Lonardi e Galassini furono più intraprendenti, Pavanello, Perli e Buzzin apparvero i più attivi e insidiosi: le loro fucilate sibilarono a fil di palo, facendo trattenere il respiro agli spettatori. L’inizio è stato di pretta marca grigia. Reagiva il Verona con una veloce fuga di Lonardi e immediato passaggio a Pavanello; l’intervento di Bosio allontanava la minaccia. Al 12’ i veneti beneficiavano di un calcio di punizione. Lonardi si incaricava del tiro. Il pallone andava direttamente a Ravera; questi effettuava la parata, ma abbagliato dal sole e preso dall’orgasmo lasciava sfuggire la palla in rete fra la sorpresa generale. Doccia fredda per i padroni di casa la cui controffensiva non fruttava. Al 25’ era Buzzin che sorprendeva Ravera spiazzato e realizzava la seconda rete. Nella ripresa i padroni di casa apparivano più ordinati e aggressivi. Al 6’ Vitali, con una bellissima azione personale, batteva imparabilmente Moro. Gli alessandrini premevano ancora per una quindicina di minuti in area avversaria, ma la vigile guardia di Silvestri, Begalli e Achilli, retrocesso, non permetteva loro di violare un’altra volta la rete di Moro. (Romolo Vite, «La Gazzetta dello Sport», 19 settembre 1955) Iniziamo con una nota dolente: al 25’ del primo tempo, quando il Verona ha conquistato il secondo punto, si è visto l’accompagnatore dei biancoblù, signor Olivo Zucchet di 58 anni, un anziano sportivo che da tempo seguiva e assisteva i giocatori veneti, reclinare il campo sulla panchina interna del campo. Il medico della società alessandrina, dottor Guerra, gli ha prestato urgenti cure, ma poco dopo lo Zucchet, stroncato all’emozione, è deceduto. La notizia luttuosa, pur passata per molti inosservata, ha naturalmente rattristato gli animi senza peraltro interrompere lo svolgimento della gara che ha visto l’affermazione della squadra ospite. La luttuosa notizia, pur passata per molti inosservata, ha naturalmente rattristato gli animi senza peraltro interrompere lo svolgimento della gara che ha visto l’affermazione della squadra ospite. Non a caso abbiamo segnalato nelle nostre precedenti comunicazioni come l’Alessandria, pur rinnovata e rinvigorita, non era ancora saldamente addestrata fisicamente e tecnicamente. Inoltre all’incidente al piede occorso in allenamento al centroattacco Redegalli, che ha dovuto essere sostituito da Serone, non ancora addestrato e particolarmente inadatto a tale ruolo, si è aggiunto oggi il duplice infortunio a Ravera, che è costato la sconfitta alessandrina. Onestamente dobbiamo pure aggiungere che malgrado queste avversità, il Verona è stato nel complesso nettamente superiore per classe, tecnica, abilità e valentia ai suoi diretti avversari. Questi hanno lottato con foga, vivacità e pure con molta imprecisione; gli ospiti con stile e maestria, che ha finito col prevalere nettamente. Siamo certi che l’Alessandria è in grado di poter fare di più in avvenire, specie con il ritorno non tanto prossimo di Redegalli e con l’estrema difesa più pronta e meno emozionata; la sconfitta di oggi, dopo l’eccessiva euforia dei giorni scorsi, potrà giovare a tutti per un più severo richiamo a una maggiore disciplina e un più scrupoloso comportamento. («Corriere dello Sport», 19 settembre 1955) SCONFITTI I GRIGI A DAL VERONA. DOMANI IN TRASFERTA A MONZA L’attesa partita dei grigi contro il Verona si è chiusa con un risultato negativo che ha lasciato mortificati giocatori e pubblico: un banale errore di Ravera ha favorito la squadra ospite che, giocando sul vantaggio, ha potuto consolidare il punteggio con un tiro tutt’altro che irresistibile. La famosa autorete è scaturita da un calcio di punizione che, per essere precisi, era un «due calci», e se il nostro portiere avesse lasciato entrare la palla in rete senza toccarla il goal non sarebbe stato valido. Purtroppo Ravera, tradito dal sole e dall’orgasmo, ha sbagliato. Così la squadra grigia, che per prima aveva minacciato la rete avversaria (ma Perin aveva il piede col… mirino alzato), si è accasciata e le pecche della inquadratura sono rimaste più evidenti. Tinazzi, come tutti i giovani, si è presto demoralizzato; Serone si è trovato a disagio nel ruolo di centro ed è stato poco mobile, essendo ancora in ritardo di allenamento. Così dicasi di Matteucci. Solo dopo la brillante azione del secondo tempo, di cui è stato artefice Vitali, la squadra ha dato l’impressione di potersi risollevare, ed il pubblico è scattato entusiasta: poi è subentrata la rassegnazione sugli spalti e sul campo. Dopo una partita come quella di domenica, non è opportuno passare in rassegna il rendimento dei singoli: attendiamo altre partite di campionato, prima di pronunciarci. Ricordino comunque gli sportivi l’anno in cui l’Alessandria inserì cinque nuovi elementi: Mosele, Costenaro, Lombardo, Notti e Cornara. Lo stesso Stürmer aveva premesso che occorreva attendere cinque partite, prima di vedere funzionare la squadra. Domenica scorsa sei sono stati gli elementi inclusi nella formazione e tutti di valore inferiore ai giocatori su elencati! (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 24 settembre 1955) RISULTATI: Bari-Salernitana 2-0 Cagliari-Messina 3-2 Catania-Legnano 3-0 Como-Simmenthal Monza 1-2 Livorno-Modena 1-0 Marzotto-Brescia 2-0 Taranto-Palermo 0-1 Udinese-Parma 3-1 CLASSIFICA: Bari, Cagliari, Catania, Livorno, Marzotto, Palermo, Simmenthal Monza, Udinese, Verona 2; Alessandria, Brescia, Como, Legnano, Messina, Modena, Parma, Salernitana, Taranto 0 MARCATORI: 2 gol: Ghiandi (Catania), Milani (Monza) 1 gol: Bassetti (Catania), Bicicli (Parma), Bredesen (Udinese), Bretti (Bari), Buzzin (Verona), Castaldo E. (Udinese), Fioravanti (Palermo), Gariboldi (Bari), Ghersetich (Cagliari), Lonardi (Verona), Mirabelli (Marzotto), Pinardi (Udinese), Puccinelli (Livorno), Remonti (Messina), Repetti (Messina), Santoni (Como), Serradimigni (Cagliari), Temelin (Marzotto), Villa M. (Cagliari), Vitali A. (Alessandria) Il punto sul campionato La prima giornata del campionato di Serie B aveva regalato emozioni, spettacolo e gol a tutti i tifosi che sono accorsi allo stadio per sostenere la propria squadra del cuore. Questo turno era stato caratterizzato dal fatto che nessuna gara era terminata sul punteggio di parità. A partire con il botto è stato il Catania che aveva rifilato tre reti al Legnano grazie a Bassetti e alla doppietta di Ghiandi. Ottimo esordio del Bari che si era sbarazzato della Salernitana con i gol di Bretti e Gariboldi. Colpo a sorpresa del Marzotto che aveva avuto ragione del Brescia con Temelin e Mirabelli.