Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1955/1956
Serie B
02-10-1955 - Giornata: 3 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Cagliari US 1 - 1 (0 - 1)
RETI: 57. rig. Serone R.[A] 1. Serradimigni (II) U. [Ca]

Alessandria US Ravera Vincenzo, Nardi Aldo, Bosio Bruno, Russi Franco, Traverso (I) Luigi, Battistella Adelmo, Vitali Alessandro, Perin Gastone, Serone Roberto, Tinazzi Giorgio, Matteucci Carlo All.: Scamuzzi Piero

Formazione avversaria
CAGLIARI US: Reverchon; Bersia, Simeoli; Villa, Bertoli, Molinari; Savigni, Sanna, Ghersetich, Serradimigni (II) Umberto, Pantaleoni (III) Mario. All.: Piola Silvio.

Arbitro: Righi Raoul (Milano)
Note
Angoli: 12-1 oppure 13-1. Spettatori: 8.000. Tempo bello, terreno buono. Inizio gara ore 15:30.

Commento
Un calcio di rigore, per giunta discutibile assai (vedremo dopo perché), ha impedito al Cagliari di fare centro al bersaglio di Alessandria. Ebbene, la squadra è stata tradita allora soltanto dalla sfortuna? Un momento. Il Cagliari era passato in vantaggio in un minuto. Serradimigni aveva ideato lui l’azione, mettendo in movimento Ghersetich sulla destra ed aveva poi fulminato Ravera sul lancio del compagno. L’avvio felicissimo del Cagliari aveva stordito l’Alessandria. È pesante, per una squadra che viene da due sconfitte, cominciare appena la terza partita e trovarsi con un pallone alle spalle. Il Cagliari – qui il suo primo torto – non capì subito la situazione. Aveva un avversario in ginocchio e non ebbe il coraggio di tentare di metterlo a terra definitivamente. Giocherellò, guardandosi anzitutto le spalle. Nonostante ciò, la partita era sua. L’Alessandria attaccava affannosamente; il Cagliari, ogni qualvolta si muoveva, portava lo scompiglio. Passavano i minuti e sempre più si vedeva che l’Alessandria non avrebbe in alcun modo, con quella squadra che sbandava da tutte le parti potuto forzare il blocco rossoblù. In chiusura del primo tempo, Ghersetich, solo davanti al portiere, stampò sul palo un pallone d’oro. Non ci fece gran caso nessuno, tanto sembrava certo che il Cagliari avrebbe potuto anche concedersi questi lussi. Alla ripresa – dieci minuti dopo o poco più – avvenne il «fattaccio». State a sentire. Su un allungo perfetto di Russi, Tinazzi scattò pronto in piena area affiancato da Bersia. Fra l’attaccante che cercava strada e il difensore che tentava di sbarrargliela, l’urto fu inevitabile, con entrambi a terra. L’arbitro ebbe un momento di incertezza – la folla intanto sbraitava – poi indicò il dischetto fatale. Questa è cronaca, amico lettore. Il cronista non vuole aggiungere nulla. Certo è, però, che ci sarebbe da discutere assai per decidere se fu fallo di Bersia o scontro casuale, o non addirittura eccessivo slancio (tanto per essere generosi) dell’attaccante smanioso di raggiungere la sfera. Basta. Non è a giudicare la decisione dell’arbitro Righi, peraltro assai felice in ogni momento della partita, che si voleva arrivare. Piuttosto si deve giungere a raccontare l’inspiegabile, madornale errore di Ghersetich, che fu l’unica, la vera causa della mancata vittoria. Fu al 25’. Sanna trovò un corridoio libero e Serradimigni, che si muove poco ma sta sempre in agguato e stanga come pochi san fare, non si fece pregare due volte per tentare l’affondo. Ravera a tuffo fermò la sfera ma non riuscì a trattenerla. C’era lì Ghersetich solo, la porta era tutta sguarnita: sarebbe stato sufficiente toccare il pallone per spingerlo in rete. Era, insomma, più facile segnare che sbagliare, perché la rete era lì, spalancata. Ghersetich, che pure è un esperto, volle sparare la stangata: colpì la palla incredibilmente male, tanto che per poco non la mandò in fallo laterale sulla sua sinistra. Il Cagliari, comunque, finalmente un po’ più ardito, continuò ad attaccare fino in fondo. Ma tanto si muovevano e si battevano difensori e mediani (ed a questi è doveroso aggiungere Pantaleoni, che anzi, fu il più bravo di tutti), quanto poco combinavano gli attaccanti. Finì con l’Alessandria che mandava la palla in fallo, a chieder tempo. Quanto vale il Cagliari? Alessandria non ha potuto dirlo. Perché – lo strano è questo – il reparto che meno ha convinto è quello che pure ha rivelato gli uomini tecnicamente più dotato. I Bersia, i Bertoli, i Simeoli, i Villa, i Molinari lottarono con coraggio e con indomito ardore. Ma certo non sanno toccare la palla ad esempio come un Sanna o come un Ghersetich, che però, pur sfoggiando finezze di scuola e di stile superiori al livello della partita, furono gli elementi meno positivi del Cagliari. Forse si tratta di difetti di preparazione. Se così fosse e se Piola riuscisse a trovare pronto rimedio, il Cagliari potrebbe anche andare lontano. Se però il rendimento di Sanna e di Ghersetich dovesse risultare sempre quello di Alessandria, le possibilità rossoblù diventerebbero assai limitate. Perché – è inutile negarlo – l’Alessandria sembrò poca cosa davvero. Tanto ne sono convinti anche i suoi dirigenti che sono rimasti più che soddisfatti del pareggio raggiunto e già hanno annunciato per novembre acquisti a sensazione. Il Vitali, comunque, è un elemento davvero interessante. Ci si vede la scuola del Milan ed in più il ragazzo ha un temperamento di prim’ordine. Egualmente dotato dal lato tecnico, ma non altrettanto formato come carattere, è il Tinazzi le cui possibilità dovrebbero trarre enorme giovamento da questo campionato di Serie B che sta disputando. Ravera, tanto discusso quanto almeno in questa occasione bravo; Nardi, un battitore che non fallì un colpo; l’instancabile Russi ed il sorprendente Serone completarono con i due giovanissimi l’elenco dei giovani al di sopra della sufficienza. Per concludere, resta da parlare di Reverchon e di Savigni. Il portiere è il prezzo più pregiato del Cagliari. Non ebbe gran lavoro, ma sbrigò quanto gli spettava con la sicurezza e la tranquillità (anche questo conta) di un veterano di gran classe. Savigni, invece, accusò la lunga assenza dalle competizioni con una prestazione tanto generosa quanto disordinata. Di più, comunque, non si poteva pretendere. Tempo bello, terreno buono (l’impossibile vecchio campo del Moccagatta ha oggi un tappeto erboso da fare invidia). Dieci minuti, non di più, l’attacco del Cagliari ha rispettato i numeri delle maglie; poi si è schierato così: Serradimigni, Sanna, Ghersetich, Pantaleoni, Savigni. In uno scontro con Sanna, al 30’ del secondo tempo, il portiere dell’Alessandria Ravera si prendeva un brutto calcio in testa: niente di grave, per fortuna. (Ezio De Cesari, «Corriere dello Sport», 3 ottobre 1955) Giusto pareggio tra i grigi ed il Cagliari: 1-1 SERONE OTTIENE SU RIGORE IL PRIMO PUNTO PER L'ALESSANDRIA L’obiettivo dell’Alessandria – ottenere a spese del Cagliari i primi due punti del campionato – è stato raggiunto soltanto a metà. I grigi infatti sono stati costretti al pareggio sul loro campo dalla svelta compagine sarda allenata da Piola e debbono senz’altro ritenersi soddisfatti del risultato, poiché la sconfitta è stata evitata, grazie ad un calcio di rigore, dopo quasi un’ora di gioco. Il Cagliari aveva sorpreso gli avversari al fischio iniziale con un indovinato spostamento di ruolo nella prima linea: Pantaleoni, con la maglia numero 11, è subito arretrato in posizione di mezzala mentre l’interno sinistro Serradimigni è immediatamente avanzato all’estrema. Il terzino destro alessandrino Nardi non ha avuto neppure il tempo di orientarsi e capire a chi doveva dedicare la sua attenzione: un lancio del numero 6 sardo Molinari, corretto di testa da Serradimigni verso Ghersetich, pronto il centravanti restituisce il pallone alla «finta mezzala» che fila indisturbata verso la porta di Ravera, segnando imparabilmente con un forte tiro angolato. Uno scherzo di cattivo genere, che avrebbe potuto demoralizzare l’Alessandria e mandarla alla deriva. I grigi invece non si sono disuniti e, anche se non hanno trovato d’incanto quell’incisività di azione che mancherà loro finché perdurerà l’assenza del centrattacco Redegalli, si sono battuti con tenacia e coraggio, serrando il Cagliari nella sua area e costringendo i difensori rossoblù a salvarsi in angolo ben tredici volte contro una. Sarebbe bastato un centravanti degno di questo nome perché questa pressione insistente si traducesse in tiri in porta ed in goals. Serone invece, pur prodigandosi con abnegazione in un ruolo non suo, non è riuscito a saldare il gioco dell’ottimo tandem di destra Vitali-Perin con quello della coppia di sinistra Tinazzi-Matteucci. L’Alessandria ha avuto ad ogni modo l’occasione per pareggiare al 20’ quando un colpo di testa di Vitali ha sorvolato la traversa, al 26’ quando Perin non è giunto all’appuntamento con un traversone di Tinazzi, al 27’ quando una rovesciata di Serone su centro di Battistella è stata deviata contro il palo e poi bloccata da Reverchon. Al 41’ su un rovesciamento di fronte Ghersetich ha colpito la traversa, ma l’arbitro Righi aveva già fischiato il fuori gioco. L’uno a uno è stato comunque raggiunto al 13’ della ripresa. Su un lancio lungo di Battistella, Tinazzi è venuto a trovarsi solo in area, tallonato da Bersia, che gli ha impedito di tirare in porta coricandolo irregolarmente alle spalle. Rigore inevitabile e rete di Serone con un forte tiro angolato alla destra del portiere. Dopo aver ottenuto il pareggio l’Alessandria ha fatto collezione di calci d’angolo, correndo però il pericolo di perdere la partita quando Ghersetich ha tirato fuori a porta vuota un pallone non bloccato da Ravera su precedente tiro di Serradimigni e al 30’ quando il portiere grigio con una temeraria uscita ha interrotto una puntata a rete di Sanna. Nell’ultimo quarto d’ora la stanchezza si è fatta sentire in entrambe le squadre che, paghe del risultato, hanno rallentato il ritmo del gioco, accogliendo come una liberazione il fischio finale. Ammirati nel Cagliari Pantaleoni, Serradimigni, Villa e Bertoli, mentre nell’Alessandria, oltre al solito Vitali, sono piaciuti Russi, Tinazzi e Nardi, nonostante l’errore iniziale che ha provocato il fulmineo goal rossoblù. (Gianni Pignata, «Stampa Sera», 3 ottobre 1955) Il risultato rispecchia fedelmente il comportamento in campo dei 22 atleti. Nessuna delle due squadre infatti ha brillato di vivida luce per cui la spartizione della posta in palio sanziona giustamente la loro sfuocata prestazione. Scesa in campo con la solita formazione di ripiego, l’Alessandria ha dato un’altra limpida dimostrazione di essere ancora molto sfasata; la prima linea, in particolar modo, ha svolto un ricco programma di confusioni e incertezze, sollevando le rumorose proteste degli spettatori. Benché dotato di buona volontà Serone, nel difficile ruolo di centrattacco, non riesce ad azzeccarne una, altrettanto dicasi di Perin, al quale tuttavia dobbiamo riconoscere il merito di correre instancabilmente per 90 minuti. Scialba è risultata la prestazione di Tinazzi e Matteucci, troppo individualista il primo ed eccessivamente farraginoso il secondo. Soltanto Vitali si è salvato dal marasma generale. Ma se la prima linea grigia ha deluso, la mediana e la difesa hanno gareggiato caparbiamente. La tempestività di Traverso, l’irruenza di Russi e la capacità costruttiva di Battistella hanno consentito ai grigi di far ritorno negli spogliatoi immuni da sconfitta. Hanno coadiuvato ottimamente alla mediana i terzini Nardi e Bosio, mentre Ravera con temerari tuffi sui piedi degli avversari ha salvato la sua rete da critiche situazioni. Il Cagliari è apparso al di sotto della fama che lo aveva preceduto: i rossoblù denunciano l’analogo difetto dei grigi per quanto concerne il settore di punta. Anche negli isolani ha fatto difetto la confusione e l’incertezza specie in area di rigore avversaria. Un uomo solo è emerso sugli altri dei rossoblù: Serradimigni, l’interno sinistro ha intessuto belle trame di gioco, le quali si sono risolte nel nulla, per l’incapacità dei compagni di linea. La mediana ha gareggiato valorosamente nella prima metà della contesa, poi è crollata lasciando dei vuoti di facilissima infiltrazione per gli alessandrini. Il perno della mediana è risultato Villa, scattante ed onnipresente. Anche in difesa, dopo i primi 45’ di gioco, ha ceduto nella seconda fase della competizione. Agli errori di Bersia e Simeoli ha riparato superbamente il portiere Reverchon. A quest’ultimo il Cagliari deve il merito del risultato positivo. L’inizio viene siglato dalla rete segnata quasi di sorpresa da Serradimigni. Difatti sono trascorsi appena 60” che Serradimigni intercetta un bel passaggio di Pantaleoni e batte Ravera. L’Alessandria perviene al pareggio al 12’ della ripresa, quando un attaccante grigio viene atterrato non troppo ortodossamente da Bersia in area. L’arbitro sanziona il calcio di rigore, che Serone trasforma in rete. (Romolo Vite, «La Gazzetta dello Sport», 3 ottobre 1955) SI ATTENDE UNA PROVA POSITIVA DEI GRIGI CONTRO IL LEGNANO La partita col Cagliari si è chiusa con la divisione dei punti ed ancora una volta la squadra grigia si è trovata a giocare il primo tempo contro sole, e dopo soli 40” Ravera era costretto a raccogliere il pallone in fondo alla rete. È stato un errore puerile della difesa, che in partenza si è lasciata cogliere di sorpresa, prima che ogni giocatore potesse individuare l’uomo da controllare o la posizione da prendere. I grigi non si sono però arresi allo svantaggio iniziale ed hanno combattuto tenacemente per raggiungere il pareggio. In tali frangenti la squadra che ha ottenuto il vantaggio lo conserva con il ripiegamento di qualche giocatore, e così Piola, che aveva già dato ordini per uno schieramento di prudenza, consolidò la retroguardia. Il compito dei cagliaritani venne facilitato dalla continua insistenza del nostro attacco nell’appoggiare le azioni sulla sinistra: la rete del pareggio è scaturita da calcio di rigore, per una carica irregolare a tergo nei confronti di Tinazzi in area di rigore. Il tiro di Serone è stato superbo. Se è vero che alcuni nostri giocatori sono ancora lontani dalla forma migliore, e che l’intesa tarda a legare i reparti, occorre però riconoscere che gli undici atleti grigi hanno lottato con lodevole impegno. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 8 ottobre 1955) RISULTATI: Brescia-Catania 1-1 Legnano-Simmenthal Monza 1-0 Marzotto-Livorno 4-3 Messina-Udinese 1-3 Modena-Bari 1-1 Palermo-Como 1-0 Parma-Verona 2-1 Taranto-Salernitana 3-0 CLASSIFICA: Palermo, Udinese 6; Catania 5; Marzotto, Parma, Simmenthal Monza, Taranto, Verona 4; Cagliari, Bari 3; Legnano, Livorno, Messina 2; Modena, Alessandria, Brescia 1; Como, Salernitana 0. *: una gara da recuperare. MARCATORI: 4 gol: Secchi (Udinese) 3 gol: Bicicli (Parma), Bretti (Bari), Fiorio (Marzotto) 2 gol: Bassetti (Catania), Erba (Parma), Ferrari A. (Taranto), Fioravanti (Palermo), Ghiandi (Catania), Lonardi (Verona), Masoni (Livorno), Milani (Monza), Serradimigni (Cagliari), Veglianetti (Taranto) Il punto sul campionato Dopo tre gare giocate si era insediata, in vetta alla classifica, la coppia Udinese-Palermo. I friulani, con una grande prova di forza, avevano vinto sul campo del Messina: mattatore della sfida Secchi, autore di una tripletta. Ai siciliani era servito un colpo di fortuna, ovvero l’autogol di Mezzadri, per poter piegare la resistenza del Como. Dopo due vittorie consecutive mezzo passo falso del Catania che aveva pareggiato a Brescia: a segno Carta per i padroni di casa e autorete di Provezza per gli ospiti. Spettacolare sfida, sette gol totali, con cui il Marzotto aveva avuto la meglio sul Livorno: sugli scudi, per i locali, Fiorio, autore di una tripletta. Ancora a quota zero Como e Salernitana.