Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1955/1956
Serie B
30-10-1955 - Giornata: 7 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Catania CC 0 - 0 (0 - 0)


Alessandria US Cuman Pacifico, Nardi Aldo, Bosio Bruno, Battistella Adelmo, Traverso (I) Luigi, Bussetti Luigi, Vitali Alessandro, Perin Gastone, Redegalli Luciano, Tinazzi Giorgio, Serone Roberto All.: Sperone Mario

Formazione avversaria
CATANIA CC: Puccioni; Origgi, Bravetti; Malinverni, Boniardi, Perin Sergio; Quoiani, Spikoskfi, Ghiandi, Hansen Karl Aage, Bassetti. All.: Andreoli Piero.

Arbitro: Corallo Tommaso (Lecce)
Note
Angoli: 4-3 (2-1). Spettatori: 8.000 oppure 10.000. Giornata di sole. Inizio gara ore 15:00.

Commento
L’Alessandria dava l’addio a questa sua formazione d’inizio campionato. Verranno ora, prezioso dono di novembre, rinforzi grossi e con loro una verdissima speranza. Ebbene, proprio oggi, probabilmente, ci si è accorti che i rinforzi, pur bene accetti, non erano poi tanto urgenti. L’Alessandria ha giocato infatti la sua più bella partita dell’anno, e con lei ha giocato, da grande squadra, un Catania che autorevolmente riafferma il suo desiderio di tornare in Serie A. Due belle squadre, una bella contesa. Ecco un pomeriggio domenicale che avrebbe potuto riconciliare al calcio chi se ne dice arcistufo (magari mentendo per un piccolo snobismo). Di solito, davanti a un pareggio, ci si suole domandare subito chi avrebbe meritato di vincere. Oggi diremmo che risultato più giusto non si potrebbe trovare. Occasioni per tutti, gol per nessuno e un punto su ogni piatto della bilancia. I piemontesi hanno esercitato una pressione più insistente, più assidua, ma almeno altrettanto pericoloso è stato il Catania. C’è un bilancio dei corner e pende (4-3) per l’Alessandria, ce n’è uno dei pali colpiti ed è invece (2-1) per gli ospiti. Nessun giudice, da Salomone in poi, oserebbe pronunciarsi se non per la parità… Buonissima e quasi ottima impressione ha lasciato il Catania che, angustiato da tante disavventure, ci premeva sapere se fosse stato capace di reagire. Ecco infatti una squadra solida, sicura di sé, specie in difesa, dove ha giganteggiato un Boniardi formidabile rompitore, eccellente nella pura e semplice interdizione. Ma sul suo piano va posto anche Origgi, e valorosissimo è stato il portiere Puccioni, e tra i bravi laterali fortissimo ha giocato soprattutto Perin. All’attacco, maggior vitalità ce l’ha mostrata Quoiani, robusto e positivo, mentre l’elemento di maggior classe è sempre Spikofski, però poco altruista; inoltre la sua posizione avanzatissima non è compensata dal lavoro di Karl Hansen, apparso lento e poco calibrato. Del resto, nemmeno Ghiandi, pur mobilissimo, e l’insistente Bassetti sembravano al loro meglio. Ad ogni modo, una squadra dall’impostazione lineare, aperta e sicura; uno squadrone, anzi. L’Alessandria, almeno in questa inquadratura, uno squadrone non pretende di essere. Però, quante belle doti! Tre uomini si sono profilati a contorni nettissimi sullo sfondo della prestazione, pur pregevole e generosa da parte di tutti; in difesa Nardi, a centrocampo Battistella e all’attacco quel sorprendente Vitali, che usa dribbling, passaggio e tiro come armi taglientissime. Sulla scia di quei tre hanno giostrato gli altri, dal portierino a Bussetti, il quale ha sostituito bene Russi ed è stato giustamente collocato a marcare il pericoloso Spikofski. L’attacco grigio è stato più forte sulla destra (Vitali-Perin) che non al centro o a sinistra, ma va detto che sono anche usciti da Redegalli, Tinazzi e Serone alcuni spunti individualistici. Quanto all’arbitro Corallo, non ci sembra in definitiva che abbia meritato i fischi che ha avuto. La sua direzione è stata buona, forse poco pronta, ma abbastanza avveduta. E se ora siamo soddisfatti della partita, credetelo, è anche un bel po’ merito suo. Sul primo attacco serio del Catania, al 2’, per un errore di Bosio, Quoiani è liberissimo in area, mira con la stessa calma con cui si può battere un rigore… e sbaglia! Subito dopo Vitali fa il vuoto sulla destra, porge alto in centro e Tinazzi di testa spedisce sulla traversa, poi ribatte di piede e Karl Hansen salva sulla linea! Un inizio rovente. Poi la gara si calma, come per un assestamento: più vivace rimane l’Alessandria, più potente il Catania, che deve comunque subire due angoli (ma all’11’ Cuman deve precedere disperatamente Ghiandi su un cross rasoterra, bellissimo, di Quoiani). Pericolo grosso per il Catania al 19’: il solito Vitali a Redegalli che al volo serve Tinazzi, esce Puccioni e il grigio gli alza la palla sopra, ma non riesce a infilare la porta ormai spalancata. È al 24’ il brivido al cuore dell’Alessandria, quando Bassetti tira da due passi sul portiere e la replica di Quoiani, con Cuman ancora a terra, è deviata da qualcuno in corner, e ancora su questo, ripreso da Quoiani, spunta Nardi a salvare di testa sulla linea. E sempre il Catania, quando scatta, fa tremare il bastione grigio, e alla mezz’ora Quoiani con una fucilata colpisce la radice del palo alla destra del battutissimo Cuman, che più d’una volta notiamo spiazzato su queste azioni in diagonale. Al 33’ Quoiani si riprova alla sinistra e dopo la discesa porge a Ghiandi, che chiama Cuman a un tuffo laterale. Non è da credere con ciò che l’Alessandria sia dominata, anzi è pericolosa per la sua parte, sebbene in fasi meno emozionanti di quelle citate. E la vitalità della contesa fa piacevolmente volare in un baleno i primi quarantacinque minuti. Alla ripresa l’Alessandria tiene l’iniziativa, al piccolo trotto, per più minuti: un tiro alto di Perin, un corner, una testata di Serone (5’) fuori per un capello, un tiro di Tinazzi bloccato a terra. Però, quando il Catania si desta… ecco al 14’ una velata di Quoiani sulla sinistra e un cross che Ghiandi, cadendo col portiere, fa schizzare contro il montante! L’Alessandria preme, ma spreca diversi palloni con tiri da lontano. Il contropiede del Catania è pericolosissimo al 27’, su un rapidissimo scambio di Spikofski verso Ghiandi, atterrato da Traverso sul limite. La punizione è fatta esplodere da Quoiani e la palla, schizzando sulla barriera, piega improvvisa verso un angolino basso e Cuman ci arriva miracolosamente coi polpastrelli. Al 33’ Vitali spedisce alle nuvole un pallone d’oro. Le due squadre adottano la marcatura «a uomo» e in particolare i difensori grigi debbono scambiarsi per seguire i numerosi spostamenti dell’avversario: Ghiandi, ad esempio, ora è all’ala, ora è addirittura in difesa e Quoiani manovra preferibilmente al centro. Non è però certo l’attacco siciliano il protagonista della ripresa. È sempre l’Alessandria a dare il ritmo al galop finale. Ma il risultato è ormai inchiodato su quello zero a zero che piace a tutti, che non scontenta nessuno, che si pone come giusta sigla a una bella partita. Se qualcuno avesse perduto – chiunque avesse perduto – sarebbe stata forse una festa minore anche per gli altri… (Gian Mario Maletto, «La Gazzetta dello Sport», 31 ottobre 1955) Il Catania è uscito dal Moccagatta con quel punto che costituiva il minimo delle sue aspirazioni, gli alessandrini sotto sotto il saluto di grandi applausi del loro pubblico, che ha premiato una prestazione animosa e meritevole, segno questo di rispetto per il rango dell’avversario, ma che dice anche che la squadra di casa ha saputo tenere il campo valorosamente con la «grande declassata». È stato un incontro ben giocato nel primo tempo con prevalenza catanese, tutto combattuto nella ripresa allorché la Alessandria ha buttato sulla bilancia dei valori il peso di tutto il suo impeto di gagliardia provinciale. Il Catania ha saputo contenere lo slancio piemontese, ma ha dovuto accettare nella ripresa di giocare la partita sul piano del combattimento, dopo aver meglio avviato sul binario tecnico del primo tempo. Ecco il suggerimento che detta questo risultato sia pur utile per i siciliani: il pretendente alla mano di Madonna Promozione ha disputato una buona partita sul terreno agonistico, quasi mai è apparso disorientato dalla veemenza dell’avversario, ma non è riuscito a far subire all’avversario il suo giuoco, a costringerlo ad avviare il dialogo sull’argomento da lui preferito, la tecnica. Infatti la prova degli ospiti, dai quali è naturale pretendere una cifra di gioco superiore date le loro aspirazioni, non è stato del tutto convincente. Ottima la difesa indubbiamente: Puccioni ha dato sempre senso di sicurezza, Boniardi ha dominato calamitando con la testa i palloni alti, ben fiancheggiato dal pulitissimo Origgi e dal sempre valido Bravetti. Le riserve cominciano a venire quando si parla del quadrilatero, anzi dei tre mediani, dato che Karl Hansen ha sempre giocato in posizione tanto arretrata quanto Spikofski liberato da ogni compito di spola. A tutti può essere concessa la sufficienza per il lavoro di interdizione, ma solo il biondo Perin (un poco energico nel combattimento) è piaciuto nel primo tempo per le sue felici ispirazioni alla prima linea; quanto ad Hansen, inutilmente abbiamo atteso il tocco del regista, l’idea viva dell’uomo di classe; l’uomo cerniera troppo raramente ha saputo inserirsi nel vivo del gioco. L’Alessandria però, è doveroso, notarlo si è mostrata molto meno disprezzabile di quanto dica la classifica: uomini come Battistella, Traverso, Bussetti, Redegalli e soprattutto Nardi, un difensore classico con idee chiare, e Tinazzi dal tocco preciso, danno eccellente rendimento. C’è qualcosa da rivedere, ma il peggior momento pare superato, anche perché la tenacia aiuta a rimediare le deficienze. Giusto nel complesso, dunque, il risultato. È stato un incontro così ricco di alternative da dover rimanere aperto sino alla fine ad ogni esito. Pensate: attacca all’inizio il Catania e subito Quoiani, sfuggito a Bosio e solo davanti a Cuman manca l’occasione, buttando fuori con un gran tiro. Passano due minuti e la traversa di Puccioni vibra, colpita di testa dal Perin alessandrino su centro di Vitali. Un altro paio di minuti e Quoiani costringe Cuman al tuffo con un tiro dall’angolo. E si continua di questo passo, sciorinando emozioni a ripetizioni: ora è Tinazzi che chiama fuori Puccioni (20’) venendo travolto; prima di cadere riesce tuttavia ad imprimere alla palla una maliziosa traiettoria spiovente: la sfera finirà oltre la rete, ma solleva il brivido. Quindi è il Catania, marcatamente superiore in questa fase di gioco, a sfiorare più volte il successo. Ancora al 28’ dialogo ben sostenuto tra Spikofski e Quoiani: l’ala, sfortunata, scuote ancora il palo, colpito proprio nello spigolo interno, così da rendere impossibile a Ghiandi di sfruttare il rimbalzo. Su una rimessa laterale di Bassetti, capita allo stesso Ghiandi la grande occasione: c’è un corridoio libero alle soglie dell’area che invita al gol, il centravanti prende e spara, ma verso il cartellone che sovrasta gli spalti dei popolari, facendo pubblicità – vedi caso – alle doti di una bilancia di precisione! Il Catania cerca di sfruttare il suo momento: al 42’ nell’area grigia c’è una mischia furibonda, ma dal groviglio di uomini esce Cuman con la palla appiccicata al petto. La musica cambia nella ripresa: è ora la Alessandria che attacca e il Catania che regge l’urto massiccio dell’offensiva, con le ali arretrate che danno alla prima linea schieramento a «M». Ma le occasioni non mancano anche ai siciliani. Così al 5’ Ghiandi, ben lanciato da Boniardi, mette a lato; quindi Tinazzi chiude una serpentina elegante con un tiro telefonato. Poi (14’), su centro di Quoiani, Ghiandi impegna ancora Cuman; quindi il centroavanti siculo si trasferisce all’ala, portando a spasso Traverso, implacabile nella vigilanza. Al 25’ il pubblico urla per un preteso fallo catanese in area: si sviluppa intanto la controffensiva sicula e Corallo (arbitro discreto) fischia la punizione dal limite per un fallo di Ghiandi; spara Quoiani e la palla esce a sghembo dalle gambe della barriera, tanto che Cuman solo a stento riesce a prenderla. (Camillo Perletti, «Corriere dello Sport», 31 ottobre 1955) TRA ALESSANDRIA E CATANIA ALTALENA DI EMOZIONI: 0 A 0 Sembra un paradosso, ma è logico invece dire che il pareggio a reti inviolate fra Alessandria e Catania vale una vittoria per entrambe le contendenti. Tanto per i grigi, che non credevano certo di riuscire a tenere testa ad uno squadrone che punta all’immediato ritorno in Serie A, quanto per i siciliani i quali, se non hanno perso contro un’Alessandria così inaspettatamente vivace e combattiva, vuol dire che hanno proprio le carte in regola per battersi per la promozione. I diecimila spettatori che hanno affollato gli spalti dello stadio Moccagatta sono usciti soddisfatti: per il risultato, ché un pareggio contro tanto avversario non poteva certo scontentare nessuno, ed anche per il gioco, perché ad Alessandria questo anno non si era ancora vista una così bella partita. Lo 0-0 infatti nasconde dietro di sé non una gara scialba ed inconcludente, ma novanta minuti densi di gioco e di emozioni, durante i quali grigi e rossoazzurri si sono battuti senza risparmio di forze per una vittoria che non è venuta. Ed è meglio così perché, se entrambe le compagini hanno avuto le occasioni favorevoli per il successo, la sconfitta dell’una o dell’altra sarebbe stata estremamente ingiusta. Più classico, più elegante il gioco del Catania, tutto entusiasmo e volontà quello dell’Alessandria; ma, sulla bilancia del rendimento, le due squadre si sono equivalse: hanno colpito un palo ciascuna, hanno sbagliato un goal quasi fatto ciascuna, hanno dato luogo, insomma, ad un pareggio che più pareggio di così non potrebbe essere. La prima occasione perduta è stata del Catania, al terzo minuto, quando l’ala destra Quoiani – doveva passare ai grigi, ma i siciliani han fatto assai bene a tenerselo – fuggiva solo approfittando di un doppio errore di Traverso e Bosio, ma tirava alto da buona posizione. Un minuto dopo però l’Alessandria rispondeva per le rime: rimessa laterale di Battistella a Vitali che stringe, crossa al centro dell’area, testa di Redegalli, traversa! Al 20’, dopo che un ardito tuffo di Cuman aveva strappato a Ghiandi un pallone da goal, si ripresentava ai grigi l’occasione per andare in vantaggio. Pallone lavorato abilmente da Perin – il migliore alessandrino con Battistella, Vitali e Nardi – e passato poi a Tinazzi che evita un avversario ed il portiere in uscita ed indirizza nella rete incustodita: la sfera sorvola la porta e finisce sul fondo. Le emozioni sono appena cominciate. Cinque minuti dopo Cuman deve respingere di pugno su Hansen, riprende Quoiani ed il tiro è deviato in angolo; sulla punizione Nardi di testa salva a portiere battuto. E ancora: al 30’ Quoiani, lanciato da Spikofski, fugge e tira secco rasoterra e colpisce il palo, scontrandosi sullo slancio con un avversario. L’ala destra va fuori campo e rientra dopo 5’, insieme a Tinazzi che era uscito pure lui a farsi massaggiare per un colpo al fianco subito nell’azione del goal mancato. Nella ripresa il gioco offensivo alessandrino rallenta un po’ di tono, anche perché l’ostacolo costituito dal centromediano rossoazzurro Boniardi, insuperabile nei palloni alti (e bravissimo anche in quelli bassi), appare troppo duro per il tenace Redegalli. Lo sbarramento costituito da Boniardi, Origgi e Bravetti impedisce ai tentativi di Vitali, Perin e Tinazzi di giungere a buon fine, mentre l’abile lavoro di rilancio di Malinverni e Sergio Perin, con l’appoggio dell’arretrato Hansen, rifornisce in continuazione l’attacco rossoazzurro di palloni invitanti. L’Alessandria deve salvarsi in angolo per tre volte consecutive, Cuman deve districarsi in alcune difficili situazioni, ma il Catania non riesce a segnare. Nell’ultimo quarto d’ora, anzi, l’iniziativa torna ai grigi che impegnano Puccioni al 30’ con Tinazzi di testa su passaggio di Vitali, al 35’ con lo stesso Vitali che tira alto dopo una triangolazione con Battistella e Perin, all’ultimo minuto infine quando Redegalli, riuscito finalmente a svincolarsi da Boniardi, si sfoga con un gran tiro, alto di poco. Poi il fischio di chiusura dell’ottimo arbitro Corallo di Lecce ed applausi per tutti. L’Alessandria ha finito ieri il suo primo ciclo di campionato e si ripresenterà in campo tra una settimana a Brescia, in edizione-bis, con i rinforzi dell’ultima ora. Ma anche senza Bodi, Manenti, Marchetto e quegli altri che verranno, ieri i grigi si sono fatti onore. Del Catania si è detto: merita di risalire, è difficile trovare nelle sue file chi è il più bravo accanto al bravissimo Boniardi. Forse Hansen, forse Quoiani, ma anche gli altri… (Gianni Pignata, «Stampa Sera», 30 ottobre 1955) I GRIGI IN TRASFERTA A BRESCIA CON BODI, MANENTI E MARCHETTO Nel secondo confronto con squadre siciliane l’Alessandria, pur non raggiungendo la vittoria, ha completamente soddisfatto i diecimila spettatori accorsi al Moccagatta per documentare che, nonostante le partite negative in questo inizio di campionato, gli sportivi seguono con ammirevole fiducia la rinnovata squadra dell’ing. Silvio Sacco. Il risultato pari contro il Catania è stato accolto con orgoglio dal pubblico alessandrino, anche perché ottenuto prima che venissero inseriti i nuovi acquisti. È stata una partita giocata senza fronzoli dalle due contendenti, ma senza durezze. La palla ha minacciato le due reti in modo alterno e le azioni egregiamente manovrate in profondità al centro del campo si sono proiettate nelle aree di rigore mettendo a dura prova i difensori ed entusiasmando il pubblico per l’ottimo livello tecnico e la maschia volontà nel combattimento sfoggiata dai giocatori in casacca grigia. Occorre risalire a molti anni addietro per poter ricordare una prestazione brillante dei nostri giocatori ed una magnifica partita come quella giocata domenica dall’Alessandria contro la forte squadra catanese, retrocessa in Serie B per motivi disciplinari ma non per demeriti in campo tecnico. Tutti i nostri giocatori in blocco sono degni di elogio e l’entusiasmo notato nelle tribune al termine della partita sta a confermare che effettivamente vecchi e nuovi dirigenti lavorano con un programma ben definito per riportare l’Alessandria a posti migliori nella graduatoria dei valori calcistici. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 5 novembre 1955) RISULTATI: Bari-Marzotto 1-0 Como-Brescia 2-0 (giocata il 29 ottobre 1955) Livorno-Legnano 1-3 Messina-Verona 3-1 Palermo-Parma 1-0 Salernitana-Modena 0-3 Simmenthal Monza-Taranto 2-0 Udinese-Cagliari 1-0 CLASSIFICA: Udinese 13; Palermo 11; Catania, Legnano 10; Marzotto 9; Simmenthal Monza 8; Cagliari, Bari 7; Modena, Como, Messina, Parma, Taranto, Verona 6; Brescia 5; Alessandria, Livorno 4; Salernitana 0 MARCATORI: 7 gol: Secchi (Udinese) 6 gol: Bettolini (Legnano) 5 gol: Bettini E. (Como) 4 gol: Bretti (Bari), Caprile (Legnano), Erba (Parma), Milani (Monza), Serone (Alessandria) Il punto sul campionato Era ripresa la marcia dell’Udinese in vetta alla classifica grazie alla vittoria, di misura, ottenuta sul Cagliari: decisiva la rete di Bredesen. Staccata di due lunghezze il Palermo che aveva sconfitto il Parma per merito di Lucchesi. Al terzo posto il Legnano, vincendo in casa del Livorno, con le marcature di Pastore, Parodi e Caprile aveva raggiunto il Catania, fermato sul pareggio ad Alessandria. Sconfitto il Marzotto in casa del Bari. Era sempre piu’ ultima la Salernitana che ha subito reti, in casa, dal Modena.