Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1955/1956
Serie B
04-12-1955 - Giornata: 10 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Bari US 3 - 1 (1 - 1)
RETI: 6. Redegalli L.[A], 50. Marchetto G.[A], 60. Nardi A.[A] 36. Bretti L. [Ba]

Alessandria US Stefani Ideo, Nardi Aldo, Bosio Bruno, Battistella Adelmo, Traverso (I) Luigi, Bodi Luigi, Marchetto Giuseppe, Manenti Michele, Redegalli Luciano, Perin Gastone, Tinazzi Giorgio All.: Sperone Mario

Formazione avversaria
BARI US: Orlandi; Gariboldi, Romano; Macchi, Grani, Mazzoni; Bretti, Cappa, Logaglio, Baccalini, Filiput. All.: Capocasale Francesco.

Arbitro: Adami Giuseppe (Roma)
Note
Rigore sbagliato: 72’ Manenti [A, parato]. Espulso: 84’ Battistella [A]. Spettatori: 9.000. Tempo buono, terreno fangoso e viscido. Inizio gara ore 14:30.

Commento
Parentesi di bel gioco sul fango del Moccagatta L'ALESSANDRIA TROVA IL RITMO GIUSTO E PIEGA NETTAMENTE IL BARI: 3 A 1 Tre a uno e buonanotte al secchio. Da quanto tempo i sostenitori dell’Alessandria non potevano assistere ad una vittoria tanto convincente dei loro beniamini? I grigi hanno cominciato male il campionato e la parentesi internazionale è giunta opportuna per permettere loro di riordinare le file, cercare l’inquadratura migliore, ritrovare la fiducia nei propri mezzi. Il lavoro dell’allenatore Sperone è stato efficace, i collaudi nelle gare amichevoli senz’altro positivi e la compagine piemontese si è presentata alla ripresa del torneo letteralmente affamata di successi. La vittima innocente della riscossa alessandrina è stato il Bari, una squadra tutt’altro che modesta, equilibrata in tutti i reparti, ma evidentemente colta di sorpresa dall’insospettata vivacità di un avversario che, con i suoi quattro punti ed il penultimo posto in classifica, non poteva incutere molto timore. I biancorossi pugliesi (che hanno avuto in Orlandi, Gariboldi, Bretti e Baccalini i loro elementi migliori) non possono neppure avere la soddisfazione di imprecare alla sfortuna, se non si vuol considerare come uno scherzo della malasorte quello di vedersi assegnato il ruolo di «cavia» per la ritrovata efficienza dei grigi. Questi si sono concessi anzi – udite, udite – persino il lusso di sbagliare un calcio di rigore. Un mese fa il Moccagatta sarebbe saltato in aria per un fatto simile, ieri invece al momento dell’episodio gli alessandrini vincevano già per 3-1, quindi il prodigo Manenti ne è uscito assolto per… amnistia. La prestazione dell’Alessandria ha insomma pienamente soddisfatto. La squadra non ha ancora continuità di ritmo nel suo gioco di attacco: i cinque avanti alternano raffiche offensive irresistibili a lunghe pause a base di cincischiamenti e di passaggi inutili. 8ono questi però difetti che spariranno quando sarà raggiunto un più completo affiatamento che permetterà di trasformare i duetti Manenti-Marchetto, Manenti-Redegalli o Redegalli-Perin in un’azione corale di tutto il quintetto. In difesa l’innesto di Stefani in porta ha dato sicurezza a tutto il reparto e anche Traverso si è ripreso bene, risultando tra i migliori in campo dopo Battistella, Marchetto, Manenti e Nardi. La citazione di merito per questi cinque atleti non significa demerito per gli altri sei. Il giudizio del pubblico, che ha applaudito tutti – baresi compresi – fa testo in proposito. L’Alessandria ha fallito un’occasione da goal dopo trenta secondi con un tiro a lato di Perin, ma ha colto il bersaglio al 6’ con Redegalli. Su rimessa laterale il pallone è andato da Manenti a Marchetto che è scattato portandosi sul fondo e centrando indietro al numero 9: questi ha fermato col destro, ha fatto un mezzo giro su sé stesso e di sinistro ha segnato imparabilmente. Gli attaccanti baresi si sono lanciati al contrattacco mettendo a dura prova la solidità della difesa grigia, ma Stefani si è salvato sempre da campione: al 22’ un suo tuffo a valanga sui piedi di Filiput ha evitato un goal sicuro. Un minuto dopo Redegalli è sceso a rete, ha scartato Romano, Grani e lo stesso portiere, ma un errore di mira ha fatto uscire il pallone a lato, quando un passaggio laterale al piazzatissimo Tinazzi avrebbe dato certamente il secondo goal. Occasione fallita dei piemontesi, pareggio raggiunto dai pugliesi al 36’. Il terreno del Moccagatta era ieri in condizioni infami, ridotto ad un’immensa distesa di fango appiccicaticcio come gomma masticata. Il terzino Bosio al 36’, intervenendo su un lancio del centravanti barese Logaglio, è scivolato e ha dato via libera al suo diretto avversario Bretti: tiro da pochi metri e rete inevitabile. Nella ripresa si scatena l’offensiva alessandrina. Al 5’, su calcio d’angolo battuto da Manenti, il pallone è toccato da Battistella, non trattenuto dal portiere e Marchetto, da pochi passi, lo ricaccia in porta. Al quarto d’ora il terzino Nardi, in una improvvisa avanzata in settore scoperto, azzecca uno di quei tiri che riescono una sola volta nella carriera di un calciatore: da una quarantina di metri, pallone a parabola perfetta che si insacca nell’angolino alto. Al 36’ Gariboldi atterra Perin lanciato a rete e l’arbitro Adami di Roma concede il penalty: Manenti, infallibile rigorista nel Catania, «finta» e tira al centro della porta, Orlandi respinge col corpo e poi, protetto da un compagno, blocca il pallone. Al 38’ Battistella ha un’inutile reazione ad un fallo di Baccalini e l’arbitro giustamente lo rimanda agli spogliatoi. Ridotta in dieci, l’Alessandria si accontenta di difendere per i restanti minuti il largo vantaggio. (Gianni Pignata, «Stampa Sera», 5 dicembre 1955) Nulla da eccepire sul risultato finale della partita. I grigi, in virtù della loro accentuata superiorità tecnica, hanno legittimamente meritato di accaparrarsi la posta. L’Alessandria, nella sua nuova edizione, si è presentata per la prima volta al pubblico amico, per cui è facile immaginare come le tribune e le gradinate fossero gremite. Dobbiamo subito dire che l’aspettativa non andò delusa in quanto la squadra piemontese convinse tutti circa l’aumentato grado di potenzialità. Peccato che il terreno, divenuto viscido e pesante per le recenti piogge, non abbia consentito di svolgere un gioco, se non più bello dal lato tecnico di quanto abbiamo visto, per lo meno più veloce. Nel fango la palla effettuò ripetutamente bizze che sconcertarono i piani sia dell’una che dell’altra compagine. Sicuramente, su un terreno in condizioni meno disagevoli, il tono di gioco sarebbe stato notevolmente elevato. Entrambe le formazioni possedevano i requisiti per dar vita ad una competizione più briosa e condotta a tutto vapore. I padroni di casa, consci dello spirito agonistico di cui erano animati i pugliesi, si lanciavano subito nella lotta con l’intenzione di mettere al sicuro il risultato. Le prime schermaglie a metà campo fecero immediatamente capire che l’Alessandria era in forma. Marchetto e il centrattacco Redegalli sfondavano la difesa pugliese e al 6’ realizzavano. I meridionali, nonostante l’insuccesso, non si demoralizzavano, anzi ciò fu per loro un pungolo che li spinse al contrattacco impegnando con qualche tiro insidioso di Bretti e Baccalini il guardiano grigio. Poi la musica cambiò tono e Tinazzi, Redegalli e Marchetto tambureggiarono di tiri la rete barese, ma il valoroso Orlandi, fra la meraviglia generale, frustrò ogni pericolo. Comunque l’attacco alessandrino, oggi in vena, non desisteva dall’assedio senza tuttavia segnare altre reti benché se ne fossero presentate ottime occasioni al 23’ e al 25’, sciupate da Redegalli e Perin. Ad ostacolare le azioni dei grigi concorse in modo egregio Grani, il centromediano biancorosso, l’uomo più attivo della squadra ospite, ed è proprio per merito suo se Redegalli non riuscì ad insaccare altri palloni. In seguito ad un momentaneo rilassamento degli ospiti, i baresi si insediavano per qualche tempo in area avversaria ma l’onnipresente Nardi e Stefani non si lasciarono sorprendere dalle fucilate di Bretti e Logaglio. Ma al 36’ Bosio intercettava malamente un tiro di Baccalini: dell’errore del grigio approfittava il guizzante Bretti che ristabiliva con un tiro imparabile l’equilibrio della partita. Nella ripresa la fisionomia del gioco non cambiava: attaccavano in prevalenza i piemontesi mentre i biancorossi si mantenevano esclusivamente su una tattica difensiva. Il catenaccio barese resistette però ben poco, ché al 4’, su calcio d’angolo battuto da Manenti, Marchetto infilava il giusto spiraglio per segnare la seconda rete alessandrina. La reazione biancorossa che ne seguì non durò a lungo e al 15’ Nardi, da tre quarti di campo, calciava decisamente verso la rete di Orlandi realizzando il terzo gol. L’Alessandria, ormai certa della vittoria, rallentava alquanto l’andamento delle azioni e fu allora il momento pugliese. Stefani dovette effettuare alcune uscite temerarie onde arrestare i tiri finali di Bretti e Filiput al 20’ e 22’. Poi al 26’ Perin veniva atterrato in area da Gariboldi. L’arbitro concedeva la massima punizione: il tiro di Manenti veniva parato dal portiere barese. Al 39’, per una scorrettezza nei confronti di Baccalini, il mediano piemontese Battistella veniva espulso dal campo. Negli ultimi minuti della partita si registravano soltanto alcune sporadiche azioni nell’una o nell’altra area di rigore, ma senza emozioni. Ottimo l’arbitraggio. (Romolo Vite, «La Gazzetta dello Sport», 5 dicembre 1955) È stata una partita che fa onore al buon football, giocata con eccezionale impegno ed accanitamente, tirata a ritmo dannato da un capo all’altro, alterna nei suoi sviluppi perché condotta a viso aperto e senza espedienti di ostruzionismo. Leali, dunque, gli allenatori e bravi, per mordente e slancio, i giocatori. Anche sul piano tecnico la partita è stata brillante e piacevole, svelta e folta di azioni ben impostate nonostante il terreno viscido non si prestasse all’accademia. Franchezza vuole che si dica subito che delle due squadre, entrambe magnificamente in fiato, la più completa ed organica è apparsa senz’altro l’Alessandria. Se è vero che il buon gioco è fatto di armonia e di ritmo di prima linea è altrettanto vero che i piemontesi mostrano un quintetto (per di più privo di Vitali) interessante e pericoloso, agile e pronto nelle manovre come è rapido nelle conclusioni. Tra i cinque domina Redegalli, buon costruttore ed in possesso di risorse tecniche, di finte e di smarcamento, che è stato oggi il migliore in campo, l’autentico «reuccio» dei grigi e… dei galli baresi. Il massiccio Grani, talvolta battuto nel duello in punta di fioretto, l’ha controllato con impeto ed il duello è stato una delle cose più interessanti della partita. Ma anche il coordinatore Manenti, gli svelti Tinazzi e Marchetto, il fine Perin, si sono innestati con bravura nel gioco del reparto, solo talvolta impreciso nella conclusione. Meno efficienti (specie nell’interdizione) invece i laterali e soprattutto Bosio, su cui incombe la responsabilità del gol barese. Fra i terzini è emerso Nardi, che ha avuto il merito di un nuovo gol spettacolare, mentre Stefani ha compiuto un paio di salvataggi quasi miracolosi. Del Bari si è già notata genericamente la combattività e la tenacia; va rincarata ancora la dose del plauso se si pensa che i suoi uomini hanno giocato gran parte dell’incontro con Filiput zoppicante. Hanno saputo contenere un’Alessandria imbaldanzita ed a tratti irresistibile, rimontando una prima volta lo svantaggio; non si sono prostrati benché ancora distanziati impegnando (pur sull’1-3) l’avversario sino alla fine. Sul piano tecnico la sua difesa, eccezionalmente impegnata, è stata a tratti presa in velocità, mentre la prima linea ha svolto un gioco frammentario, raramente trovando l’accordo e la cadenza dell’assieme, affidati spesso agli spunti individuali di Bretti e Baccalini, i migliori. Cappa ha lavorato bene quando si è trattato di dare una mano al blocco arretrato; buono, invece, il rendimento dei laterali, mantici vitali nelle funzioni di lancio e sostegno. L’alternativa delle fasi e lo spirito agonistico profuso senza risparmio hanno reso la partita interessante e ricca di impressionanti colpi di scena (Camillo Perletti, «Corriere dello Sport», 5 dicembre 1955) BELLA VITTORIA SUL BARI - LA TRASFERTA A COMO La lunga attesa degli sportivi alessandrini è stata ripagata con una convincente vittoria dei grigi sul Bari: volendo sottilizzare, si potrebbe far rilevare che qualche giocatore non ha ancora dato prova della sua classe: bisogna però riconoscere, ad esempio, che Manenti è sempre tormentato da una foruncolite che ormai sta scomparendo, e che Bodi – a causa di impegni per il servizio militare che svolge a Casale – la settimana scorsa non aveva potuto allenarsi. Guardando la squadra in blocco si può dire senza tema di smentite che è stato raggiunto un assetto che non mancherà di dare grandi soddisfazioni: superba la conferma di Redegalli, che si rivela più forte ancora del previsto; meravigliosa la prestazione di Stefani, che costituisce effettivamente una «sicurezza» tra i pali della rete, e… una conferma del centromediano Traverso che troppi già avevano giudicato in modo troppo acre. La squadra, azionata da un quadrilatero che incomincia ad ingranare, ha tessuto nell’area avversaria pregevoli azioni che hanno messo a dura prova la pur forte difesa barese. I biancorossi avevano vinto a Monza e pareggiato a Modena, e speravano di lasciare il campo dei grigi imbattuti, anche perché l’Alessandria in precedenza, sul proprio campo, era stata di manica larga. Sul 3-1 (dopo le reti realizzate magistralmente da Redegalli, Marchetto e Nardi), Manenti ha calciato un rigore non insidioso, parato da Orlando coi piedi. Le reti di Redegalli e di Marchetto sono state elaborate con bravura: Marchetto si è aggiustata la palla con un piede, realizzando con l’altro, senza che la sfera toccasse terra; Redegalli, con improvviso spostamento, si è liberato di ben tre avversari, realizzando con un tiro radente di rara precisione. Infine Nardi ha fatto da terzino e da attaccante battendo Orlando con un tiro potente da 35 metri. Gli ottomila tifosi hanno esultato per l’affermazione dell’Alessandria e trepidato poi fino alla fine per timore di un pareggio, anche se i grigi conducevano con due reti di vantaggio. Ma la paura fa 90, e gli sportivi alessandrini ne avevano sofferta troppa nelle precedenti partite. Dopo la partita, siamo scesi negli spogliatoi, mentre «Genio», il massaggiatore, stava curando i foruncoli ad un polpaccio di Manenti. Entusiasmo generale, senza euforia: soddisfazione di Redegalli, Nardi, Marchetto e Stefani; corruccio di Bosio per l’errore che ha fruttato la rete ai baresi. Abbiamo chiesto al Presidente ing. Sacco le sue impressioni sulla vittoria; ci ha risposto: «Era ora». Abbiamo abbordato Sperone, ma l’allenatore grigio ci ha fatto rispondere che non voleva concedere interviste, e che comunque il merito del successo spettava tutto ai ragazzi in maglia grigia, i quali avevano combattuto con cuore e con intelligenza. Ha soggiunto che Redegalli è sorprendente e che l’attacco renderà certamente di più quando Manenti sarà guarito. Abbiamo ringraziato Sperone per non averci concessa l’intervista e, usciti dagli spogliatoi, abbiamo incontrato Dadone, il «mago», anche lui esultante perché all’inizio del secondo tempo, quando le squadre stavano 1-1, aveva predetto all’ing. Sacco, presenti il cav. Savojardo e l’ex nazionale Avalle: «I grigi vinceranno per 3-1». (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 10 dicembre 1955) RISULTATI: [2ª giornata] Cagliari-Modena 2-0 (giocata il 20 novembre 1955) [10ª giornata] Brescia-Parma 2-0 Catania-Marzotto 1-0 Legnano-Como 2-1 Livorno-Udinese 1-1 Palermo-Messina 2-1 Salernitana-Cagliari 1-1 Simmenthal Monza-Modena 1-1 Taranto-Verona 3-1 CLASSIFICA: Udinese, Palermo 17; Catania 15; Cagliari 14; Legnano 13; Marzotto 11; Parma, Simmenthal Monza, Taranto 10; Brescia, Modena 9; Como, Verona 8; Bari, Livorno, Messina 7; Alessandria 6; Salernitana 2 MARCATORI: 7 gol: Bettolini (Legnano), Secchi (Udinese) 6 gol: Erba (Parma) 5 gol: Bettini E. (Como), Bretti (Bari), Caprile (Legnano) 4 gol: Bassetti (Catania), Bicicli (Parma), Bredesen (Udinese), Ferrarese (Taranto), Fontanesi A. (Udinese), Ghiandi (Catania), Loiodice (Monza), Milani (Monza), Serone (Alessandria) Il punto sul campionato Dopo la decima giornata di campionato il Palermo aveva raggiunto l’Udinese al vertice della classifica. I siciliani avevano vinto il derby contro il Messina per merito delle reti di Pistacchi e Lucchesi. I friulani avevano pareggiato il loro match in casa del Livorno andato in vantaggio con Bernardis e raggiunto da Bredesen. Distanziate di due lunghezze il Catania che aveva sconfitto il Marzotto: decisiva la rete di Fontana Aldo. La giornata aveva avuto tre partite terminate sul punteggio di 1-1. Secondo punto stagionale per la Salernitana che aveva pareggiato la gara interna con il Cagliari.