Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1955/1956
Serie B
01-01-1956 - Giornata: 13 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Palermo US 2 - 1 (2 - 1)
RETI: 4. Tinazzi G.[A], 39. Tinazzi G.[A] 36. Fioravanti R. [Pa]

Alessandria US Stefani Ideo, Nardi Aldo, Bussetti Luigi, Battistella Adelmo, Travia Alfredo, Bodi Luigi, Matteucci Carlo, Manenti Michele, Marchetto Giuseppe, Perin Gastone, Tinazzi Giorgio All.: Sperone Mario

Formazione avversaria
Palermo: Angelini; Griffith, Bettoli; Benedetti, Mialich, Bergamo; Lucchesi, Biagini, Testa, Luosi, Fioravanti. All.: Rigotti (II) Carlo.

Arbitro: Rigato Gino (Venezia)
Note
Angoli: 3-10. Spettatori: 10.000. Giornata di tiepido sole, terreno in più parti gelato e cosparso di segatura. Inizio gara ore 14:45 (invece delle 14:30 previste, per richiesta dell’Alessandria).

Commento
Una partita di calcio brillante e spettacolare come quella fornita ai 10.000 spettatori del Moccagatta dall’Alessandria e dal Palermo oggi, assai difficilmente avremo l’occasione di rivederla. La gara ebbe inizio sotto buoni auspici: un tiepido sole purificò il cielo dal leggerissimo velo di nebbia, fugando il dubbio circa il regolamento svolgimento della competizione. A rendere poi maggiormente interessante l’incontro contribuirono efficacemente la volontà insolita di emergere dei grigi, la caparbietà e la tecnica dei rosaneri e infine l’encomiabile operato dell’arbitro Rigato, energico e preciso. I ventidue atleti in campo iniziarono l’ostilità alla garibaldina, chiudendole con lo stesso ritmo: per novanta minuti consecutivi assistemmo a emozionanti fasi di gioco che si alternavano repentinamente nell’una e nell’altra area di rigore. Stefani da una parte e Angelini dall’altra vennero sottoposti a un lavoro assiduo; analoga fatica dovettero sobbarcarsi le mediane delle due squadre. L’esordio di Travia fu provvidenziale per i padroni di casa: l’ex juventino, nel ruolo di centromediano, ha disputato una gara superba e buona parte del successo dell’Alessandria va attribuito alla sua prestazione. Ma se Travia è stato il «numero uno» dei grigi, Battistella e bodi seppero egregiamente emularlo: i due laterali svolsero un efficace lavoro difensivo, senza un attimo di rilassamento. Meno efficiente, per l’assenza di Bosio, è apparsa la difesa, dove Bussetti, nonostante la sua ferrea volontà, non sempre fu redditizio e sicuro; Nardi e Stefani, invece, al solito ardore abbinarono uno stile e una tecnica di buona lega. Ma dove maggiormente la compagine locale apparve trasformata fu nella linea d’attacco: mai come in questa gara ebbimo agio di vedere un amalgama, un’intesa tanto perfette. Il regista Manenti fu l’eccellente tessitore delle trame che diedero l’ambita vittoria ai grigi; ebbe però in Tinazzi e Marchetto validi collaboratori: in particolar modo Tinazzi, oggi in vena di prodezze, fu pronto a realizzare con i palloni fornitigli dal piede di Manenti. Il Palermo, squadra dalle grandi possibilità, deve l’odierna sconfitta alla lentezza con cui si è messo in moto. Saldissimo in difesa, con Angelini, Griffith e Bettoli, si è dimostrato robusto anche nella mediana, dove Mialich, con il suo gioco autorevole e tempestivo, superò d’un palmo Benedetti e Bergamo, sebbene entrambi abbiano disputato una partita brillante e redditizia. Il settore migliore dei rosaneri fu però l’attacco: i cinque uomini di punta sono apparsi altrettante gazzelle, veloci, sbrigativi, con un senso di posizione meraviglioso, incisivi e intraprendenti; hanno mancato alcuni bersagli che parevano facilissimi più per sfortuna che per incapacità. Inizio di gara dei grigi. I padroni di casa facevano una prima incursione in area avversaria e Manenti faceva sibilare a lato dei pali la palla. Reazione immediata dei siculi in area alessandrina e Luosi spara tra le braccia di Stefani un debole pallone. Torna alla carica l’Alessandria, con una veloce discesa Perin-Manenti-Tinazzi: quest’ultimo, al 4’, realizzava. Al 36’, su calcio d’angolo battuto da Lucchesi, con un preciso colpo di testa Fioravanti pareggiava. Ma non erano trascorsi che pochi minuti quando, al 39’, Tinazzi riceveva un bel passaggio da Manente e insaccava imparabilmente. Le emozioni maggiori si avevano nella ripresa per il gran numero d’occasioni fallite per un soffio. L’ultimo quarto d’ora vedeva il Palermo tutto proteso all’attacco nella speranza di strappare il pareggio. Ma a nulla valsero i suoi tentativi, ché l’onnipresente Travia e il dinamico Nardi opponevano una valida resistenza. (Romolo Vite, «La Gazzetta dello Sport», 2 gennaio 1956) IN ALESSANDRIA-PALERMO (2 A 1) SODDISFACENTE ESORDIO DI TRAVIA Due goals contro uno degli avversari, un palo colpito da facile posizione ed una superiorità di gioco per quasi tutto l’incontro stanno a dimostrare il buon diritto dell’Alessandria alla vittoria sul Palermo. Superiorità di gioco però non vuole ancora dire sicurezza di rendimento e garanzia di risultati per l’avvenire. L’Alessandria, pur vincendo ieri con pieno merito, non ha dato l’impressione di essere tecnicamente a punto, sì da lasciare tranquilli i dirigenti che si sono generosamente assunti il compito di guidarne le sorti. I giocatori ci sono – proprio all’ultimo momento si è aggiunto anche Travia – ma difetta la manovra d’assieme, mancano i collegamenti nel quadrilatero, dove molti (Perin e Battistella ad esempio) preferiscono spendere energie nel correre molto, anziché nel cercare di «trovare» il compagno e l’azione d’attacco diventa in genere confusa, quando sarebbe ora di concludere. Una squadra che ha bisogno ancora di lavorare molto, nonostante il torneo sia già giunto ad un terzo del cammino. L’innesto di Travia, voluto dall’ing. Sacco, ha dato sicurezza ai settori difensivi; l’ex juventino, immesso nel ruolo di centromediano, ha dominato la sua zona con la foga dei tempi belli. Alcuni errori non tolgono i meriti del neoalessandrino. Dell’attacco abbiamo già detto. I due goals sono nati da tiri azzeccati dell’ala sinistra Tinazzi; insufficiente Marchetto nel ruolo di centroavanti, troppo «isolato» Manenti, che preferisce giostrare in zona tranquilla anziché buttarsi in avanti come uomo di appoggio a Matteucci ed allo stesso Tinazzi. L’euforia della vittoria, insomma, non deve distogliere l’attenzione dei tecnici sul lavoro che deve ancora essere svolto: fare di tanti uomini a disposizione una squadra che sappia giocare. Il Palermo ha retto al confronto per una buona mezz’ora. Poi alcuni (Bergamo, Griffith e Biagini, ad esemplo) hanno accusato la fatica di dover arrangiarsi a giocare su un terreno sdrucciolevole per il gelo e l’intero complesso ha cominciato ad arrancare in una manovra frammentaria e tecnicamente povera. Ottimo Mialich, generoso Luosi, dinamico Testa, intraprendente Fioravanti. Troppo poco per una squadra che vuole essere fra le «vedette» del torneo, troppo poco specialmente sul finire quando si è cominciato a voler raggiungere il pareggio ad ogni costo, facendo uso di rudezze inutili: sport non vuole dire lotta senza quartiere. Una giornata poco felice di Angelini, troppo fermo sul secondo goal, ed una partita senza colore dell’intera compagine. Niente di grave, comunque: il campionato è ancora lungo ed i risultati di Monza, di Cagliari e di Catania lasciano al Palermo tutte le possibilità. La cronaca della partita ha avuto le fasi salienti nel primo tempo: 4’, azione in profondità di Matteucci; sul cross dell’ala, Manenti finta e Tinazzi indovina l’angolo alto alla destra di Angelini. Alessandria 1, Palermo 0. I siciliani cercano disperatamente il ricupero, combinano alcune belle azioni, ma la difesa piemontese è vigile ed attenta. Soltanto al 36’ verrà il pareggio. Calcio d’angolo tirato da Luosi, Fioravanti salta di testa sulla palla ed indirizza a rete, Stefani è pronto alla parata, cerca di alzare la palla sulla traversa, ma il suo tocco è infelice e la sfera dopo aver battuto sul palo cade in goal: Alessandria 1, Palermo 1. Tre minuti dopo nuova rete di Tinazzi, realizzata allo stesso modo della prima: Manenti, Marchetto, Tinazzi. Tiro dell’ala sinistra mentre Angelini sta a guardare: Alessandria 2, Palermo 1. La ripresa non dirà nulla di nuovo, salvo che il Palermo è praticamente finito come unità operante in campo. Non si è mai avuta l’impressione che i siciliani potessero ottenere il pareggio. Era destino che l’Alessandria superasse i quotatissimi rivali, un destino felice al primo dell’anno. Che sia di buon auspicio? (Giulio Accatino, «Stampa Sera», 2 gennaio 1956) È stato l’incontro più accanito e maggiormente conteso disputato finora sul campo Moccagatta, che pur aveva dato vita due mesi fa ad un’altra ardentissima contesa col Catania, conclusasi con la divisione della posta. Oggi invece i grigi hanno letteralmente sovvertito il pronostico, che voleva vincitore il Palermo al secondo posto della classifica e ad un punto solo dall’Udinese, che pure ha capitolato dopo oltre un anno di interrotti successi. L’affermazione degli alessandrini è dovuta in modo particolare a due precise, fulminee staffilate di Tinazzi, che ha battuto inesorabilmente Angelini. Tutta la squadra, però, ha contribuito per ardore e slancio al successo e l’innesto di Travia a centromediano è stato subito efficace e risolutivo, sia nel gioco a metà campo come in area di rigore. Perin è stato il solito instancabile tessitore tra la mediana e l’attacco, arginando le irruenti offensive avversarie e collaborando efficacemente nella manovra offensiva. Anche Stefani ha avuto la sua parte di applausi in alcuni interventi veramente importanti, mentre forse il punto subito avrebbe potuto essere evitato, almeno a giudicare dal nostro punto di osservazione. I palermitani hanno fortemente impressionato nel primo tempo per la velocità, la decisione e la precisione delle loro azioni offensive. Per nulla preoccupati del gol subito in apertura delle ostilità, hanno continuato ad intessere le loro trame costruttive con implacabile ardore, sconvolgendo più volte l’estrema difesa alessandrina. Poi si sono sovente indugiati in soste, incertezze e palleggi nel momento risolutivo dell’azione, cosicché è venuto a mancare il successo quando pareva ormai acquisito, per chiarezza e slancio, dal precedente lavoro costruttivo. Invero, la sorte non è stata loro favorevole, poiché più volte l’Alessandria si è salvata in condizioni assai difficili, subendo una fitta serie di calci d’angolo, indice dell’orgasmo affannoso che andava diffondendosi nell’estremo reparto difensivo dei grigi. Di questa manifesta superiorità di attacchi, protrattasi per oltre mezz’ora, i rosaneri non hanno saputo approfittare. Raggiunto il pareggio mercé anche l’infortunio di Stefani, si sono lasciati superare cinque minuti dopo dalla stangata irresistibile di Tinazzi e su questo punteggio si sono concluse le ardenti ostilità. La cronaca è presto riassunta. Dopo un tentativo di Marchetto, ammiratissimo nella sua fuga e per cui Angelini è dovuto intervenire con un balzo per rimandare la sfera di cuoio, al 4’ Matteucci centra dall’estremo limite del campo: intervengono Marchetto e Perin, quando la palla è raccolta al volo da Tinazzi che da venti metri spara una cannonata a fil di palo. Esplode un applauso fragoroso per il bellissimo punto segnato, ma subito dopo gli animi degli spettatori ondeggiano perplessi per la poderosa offensiva scatenata dai palermitani. Ben sette calci d’angolo sono battuti in meno di mezz’ora contro la rete di Stefani fino a che, su tiro di Lucchesi dall’estremo limite del campo, Fioravanti raccoglie e di testa sospinge la palla verso l’incrocio dei pali. Stefani interviene forse in ritardo, le sue dita correggono la traiettoria della sfera di cuoio, che finisce in rete. Il pareggio scuote nuovamente gli alessandrini. Tinazzi, ancora servito da Perin, con una sventagliata identica alla precedente lascia senza scampo il rassegnato Angelini. Nella ripresa il Palermo si disunisce, non brilla più, i suoi passaggi sovente sono errati, la stanchezza e la delusione si diffondono tra le sue fila. Sfuggita l’agognata vittoria nel primo tempo, quando le possibilità per i rosaneri sono apparse molteplice e a volte frustrate dalla sorte avversa, gli ospiti sono stati a lungo dominati dai loro antagonisti, che hanno avuto una ripresa magnifica. Bene o male la difesa palermitana ha retto a tutti gli urti, ha resistito alle ondate offensive dei grigi, ha opposto una solida barriera ai vari calci d’angolo e di punizione subiti in questo lungo e tormentoso periodo senza cedere un istante. Si è giunti così verso il 40’ con l’Alessandria prevalentemente all’attacco, mentre pareva rassegnato al suo destino il Palermo. D’improvviso i compagni di Angelini, con un meraviglioso recupero di energia e di volontà, hanno capovolto l’andamento della disputa e hanno fatto rivivere i penosi minuti di apprensione per le raffiche che non accennavano a placarsi verso la porta di Stefani. Con una velocità ammirevole, i palermitani sono ritornati alla riscossa e decisamente sono pervenuti al successo. Respinti a destra, risorgevano a sinistra, infranto uno schema da un lato riprendevano al centro, variando temi e situazioni da far annebbiare la vista agli stremati difensori grigi e far prevedere da un attimo all’altro la capitolazione della roccaforte alessandrina. Il miracolo non si è avuto e il fischio finale dell’arbitro ha liberato migliaia e migliaia di spettatori dall’incubo incombente, salutando la vittoria dei colori locali con un vibrante e meritato applauso. A tratti sole, giornata abbastanza mite. Terreno in più parti gelato e cosparso di segatura. Gioco vivacissimo e sostenuto nei due campi, con duri scontri e parecchi contusi, per cui l’arbitro ha ammonito diversi giocatori, specie palermitani. (Giovanni Camagna, «Corriere dello Sport», 2 gennaio 1956) La squadra grigia è partita per la duplice trasferta del Sud PROSSIME AVVERSARIE: SALERNO e TARANTO Il nuovo anno è iniziato per gli sportivi alessandrini con una brillante vittoria della squadra del cuore: è stata una affermazione con vincente, che ha entusiasmato i 10.000 spettatori accorsi al Moccagatta, fiduciosi di vedere finalmente la compagine alessandrina combattere con perizia e con ammirevole volontà. A galvanizzare i reparti ha cooperato in misura notevole l’innesto di Travia, l’ex juventino. La partita è stata tiratissima ed alla prima rete segnata da Tinazzi su azione di Matteucci, i palermitani si sono decisi a passare al contrattacco, abbandonando la tattica prudenziale adottata all’inizio: e dopo 7 calci d’angolo consecutivi è scaturita la rete del pareggio. Tre minuti dopo, ancora su azione sulla destra, Tinazzi ha con un magnifico tiro segnato per i grigi la rete della vittoria. La partita ha messo in risalto l’efficienza della squadra di Sperone, anche se Matteucci per la prima volta giocava all’estrema destra, a lato di Manenti, e Travia non aveva mai vestito la maglia grigia: l’ex giocatore ha disputato l’incontro con sicurezza e saggezza, mantenendosi a ridosso dell’area di rigore e sempre al centro del campo. Traverso invece, nuovo nel ruolo di centrosostegno, si spostava con frequenza ai lati quando i compagni erano fuori posto, coll’unico risultato di far fare bella figura ai laterali, e ciò a tutto suo danno. Il gioco di Travia in certo qual modo ha messo in risalto che il lavoro dei mediani laterali Battistella e Bodi non è stato egregio, e dovrà essere forzatamente modificato. Abbiamo infatti notato che, con l’apporto dei mediani laterali, tanto Manenti quanto Perin hanno dovuto svolgere il gioco d’interni d’attacco arretrati: quando i reparti grigi cominceranno a funzionare con maggior discernimento, i risultati non mancheranno di essere soddisfacenti, tanto più che la sicurezza che dà la retroguardia invita a tentare con maggior autorità l’azione offensiva. Si potrà dire di avere la squadra «a punto» quando la mediana permetterà a Manenti di svolgere il gioco di mezz’ala di punta, riprendendo quota nella classifica dei cannonieri, come nei precedenti campionati. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 7 gennaio 1956) RISULTATI: Bari-Como 2-1 Brescia-Modena 1-1 Cagliari-Parma 0-1 Catania-Salernitana 1-1 Legnano-Taranto 0-0 Livorno-Messina 1-1 Simmenthal Monza-Udinese 2-1 Verona-Marzotto 4-1 CLASSIFICA: Udinese 21; Palermo 19; Catania 17; Cagliari 16; Legnano, Simmenthal Monza 15; Brescia, Marzotto, Parma 14; Bari 13; Modena, Taranto 12; Como 11; Verona 10; Alessandria, Livorno, Messina 9; Salernitana 4 MARCATORI: 10 gol: Secchi (Udinese) 7 gol: Bettolini (Legnano), Erba (Parma) 6 gol: Bredesen (Udinese), Bretti (Bari), Caprile (Legnano), Milani (Monza) 5 gol: Bettini E. (Como), Buzzin (Verona), Ferrarese (Taranto), Fontanesi A. (Udinese), Loiodice (Monza), Puccinelli (Livorno) 4 gol: Bassetti (Catania), Biagioli (Marzotto), Bicicli (Parma), Cappa (Bari), Ghiandi (Catania), Scarascia (Modena), Serone (Alessandria), Taccola (Livorno), Testa L. (Salernitana), Tinazzi (Alessandria) Il punto sul campionato La tredicesima giornata di campionato aveva visto la caduta delle prime due formazioni della graduatoria. L’Udinese era stata sconfitta in casa del Monza: decisiva la rete di Lojodice nel secondo tempo. Il Palermo era stato sconfitto dall’Alessandria. Non ne aveva approfittato il Catania, che aveva dovuto sudare le proverbiali sette camicie contro la Salernitana ed aveva agguantato il pareggio al 90’ grazie a Santamaria. Caduta casalinga del Cagliari, quarto in classifica, sconfitto dal Parma: match winner Monardi.