Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1955/1956
Serie B
15-01-1956 - Giornata: 15 - Taranto - Valentino Mazzola


Taranto AS - Alessandria US 0 - 0 (0 - 0)


Alessandria US Stefani Ideo, Nardi Aldo, Bosio Bruno, Russi Franco, Travia Alfredo, Traverso (I) Luigi, Bodi Luigi, Manenti Michele, Marchetto Giuseppe, Perin Gastone, Tinazzi Giorgio All.: Sperone Mario

Formazione avversaria
Taranto: Franchin; Tagliamento, Manzella; Castignani, Bordignon, Pellegrini; Cuoghi, Stabellini, Darin, Castaldi, Ferrarese. All.: Perazzolo Mario.

Arbitro: Griggi Nello (Brescia)
Note
Infortunato: 58’ Castaldi [T]. Espulso: 72’ Nardi [A]. Angoli: 5-4 (3-4). Spettatori: 9.000. Giornata di sole, terreno buono. Inizio gara ore 14:30.

Commento
Raramente un risultato è stato così logico rispetto all’andamento della gara ed ai valori in campo: l’Alessandria, che puntava al pareggio ha saputo giocare con lo scudo della prudenza e la lancia del contropiede, sempre con abilità, motivo per cui l’aver lasciato imbattuta il Mazzola costituisce il pieno adempimento del proprio fine. Il Taranto, con la formazione schierata, non poteva assolutamente andare oltre, anzi è già tanto che non abbia lasciato all’avversario più di un punto. L’inviolata rete di Franchin devesi alla solita giornata maiuscola di Bordignon ed in minor misura ai due terzini Tagliamento e Manzella. Sarebbe facile commentare questa ennesima mancata segnatura dell’attacco rossoblù riandando a quanto già scritto alla vigilia. Ma, credeteci, non c’è gusto ad infierire ripetendo gli avvertimenti dati in tempo: evidentemente chi avrebbe dovuto udire il campanello d’allarme è sordo e coi sordi è vano parlare. Ad ogni modo resta dimostrato che una squadra senza mediani e senza mezz’ali, cioè senza quel quadrilatero di felice memoria nelle file tarentine, non può assolutamente far gioco e tanto meno segnare. Con tre mediani disponibili – Castellazzi, De Bellis, Pellegrino – si è voluto spostare in seconda linea il terzino Pellegrini, che naturalmente ha girato a vuoto, non ha tenuto l’avversario diretto, non ha rifornito la prima linea. Al suo fianco un Castignani che anche i ciechi possono vedere stanco, giù di tono, in serie contraria. Per il vero Castignani ha reso più del collega di sinistra, ma non quanto è solito dare e quanto era necessario che desse. Con Ferrari, e vogliamo aggiungere con Veglianetti, D’Amore, Bonfrate utilizzabili nell’attacco, si è voluto insistere su Castaldi il quale, prima ancora di infortunarsi, aveva battuto il record delle cadute senza che nessun avversario lo toccasse. Stentava a reggersi in piedi, a reggere l’urto dei decisi difensori grigi, a dare un pallone buono ai compagni di linea, a sfruttare i non pochi e indovinati passaggi servitigli a pochi passi dalla rete di Stefani. Poi si è azzoppato ed ha finito per inguaiare il poco e sterile gioco di Ferrarese, al disotto del suo normale volume di insidie alla rete avversaria, e Darin dedito quasi esclusivamente al passaggio ed infine Cuoghi, che non è stato servito quasi mai. In quanto a Stabellini, la stessa gara che fece col Cagliari, e forse in maggior ombra. Dunque, ripetiamo, la formazione più sbagliata del Taranto, senza neppure un minimo collaudo dell’allenamento infrasettimanale, non poteva fare di più contro un’Alessandria che, se avesse osato di più, forse sarebbe riuscita a portarsi via anche il secondo punto in palio. L’alba del giorno burrascoso per la squadra rossoblù si presentava con due calci d’angolo subito dopo il via. Quindi seguiva un gioco arruffato che fra l’altro denotava un certo nervosismo fra le file tarentine. L’unico a tenersi calmo e pronto, come di consueto, era Bordignon, il quale doveva impegnarsi a fondo per far fronte all’offensiva dell’Alessandria, scattata col proposito di tentare la sorpresa in fase di apertura. Una volta esauritisi in tale offensiva, la squadra di Sperone assumeva lo schieramento prudenziale e faceva della metà campo la sua zona di assoluto dominio. Però va annotato che nei primi minuti un forte tiro di Marchetto, uscito a lato di poco, aveva fatto sussultare il pubblico del Mazzola. Quindi il Taranto stentatamente si riprendeva, ma la sua azione era discontinua e senza mordente. Al 19’ guadagnava il primo corner a seguito di una trama Darin-Cuoghi-Castaldi, che iniziava la serie dei capitomboli. Al 20’ Ferrarese, che era stato fino allora tartassato da Nardi, reagiva: l’arbitro però applicava la compensazione dei falli concedendo solo la punizione contro il Taranto senza aggravarla a carico di Ferrarese, che aveva commesso il grave fallo. Intanto i grigi cercavano di perder tempo lanciando la palla oltre il reticolato o attardandosi nelle rimesse, per cui Griggi richiamava il capitano Traverso. Manca poco alla mezz’ora e l’unico attivo del gioco tarentino è dato da altri due corners sprecati. Quindi è l’Alessandria con un contropiede di Tinazzi che guadagna un calcio d’angolo. Finalmente al 35’ il primo tiro di un attaccante rossoblù: è di Castaldi il tiro debole e centrale che Stefani para col sorriso. Segue un tiro di Pellegrini da lontano: una eccezione, dato che l’improvvisato mediano aveva in precedenza toccato la palla solo di rado e sempre debolmente. Al 39’ una favorevole occasione data da Darin a Castaldi che è solo in area, tira, il pallone rimbalza su Travia che è attaccato al palo, poi va in angolo. Un altro tiro di Castaldi non ha esito, pur essendo stato servito di precisione con un cross da Cuoghi: la mezz’ala perdeva una palla che può definirsi da gol. Poi il fischio del riposo. Nella ripresa è l’Alessandria a trovarsi contro sole, quel sole che prima aveva reso difficoltoso il compito dei rossoblù, intestarditisi nel gioco sempre più alto. Ma i grigi invece tengono il pallone rasoterra e possono quindi aver la meglio sui ripetuti tentativi dei locali. Inizia Ferrarese con un tiro facile preda del portiere, ripete Castignani da lontano con lo stesso esito. Bordignon non ne può più e, preso il pallone, avanza servendo in corridoio a Darin il quale scatta ma viene atterrato in area. L’arbitro non rileva, il pubblico fischia. Al 10’ una fuga di Manenti, il cui tiro è preso bene da Franchin. Due minuti dopo ancora Castaldi perde un buon pallone, quindi è di turno Tagliamento che avanza in area, dà a Cuoghi che tira con una mezza rovesciata; il pallone esce rasente il palo. Al 13’ Castaldi in una mischia va a terra e quando si rialza zoppica. Subito dopo un’azione personale di Ferrarese con bel tiro finale respinto di pugno dal portiere. Segue la solita fuga di Marchetto e Bordignon, intravisto questa volta il pericolo, lo ferma aggrappandoglisi alla maglia; l’arbitro non rileva ed il pallone non produce danno. Al 18’, su punizione, Stabellini dà a tagliamento, che tira alto sulla traversa. Al 27’ ed al 28’ la rete di Franchin corre due gravissimi pericoli su azioni di linea dei grigi che non concludono per ritardo di intervento di Perin prima e Tinazzi poi. Le due azioni avevano avuto in Marchetto l’abile regista. Un minuto dopo ancora un duro intervento su Ferrarese da parte di Nardi, il quale viene perciò espulso. Il serrate del Taranto fa registrare un bel tiro di Castignani all’angolo parato in tuffo, un altro mancato gol di Castaldi a mezzo metro solo dinanzi alla rete grigia ed un tiro di Manzella che ora si è portato a mediano sostituito da Pellegrini, che nel suo ruolo abituale riesce a giocare molto meglio. Ancora un corner contro gli ospiti su mezza rovesciata di Darin servito da Cuoghi ed infine l’ultima e la più favorevole occasione per il Taranto al 40’ viene mancata da Castaldi, che per il vero non ha molta colpa perché, come già detto, ora gioca azzoppato e dolorante. La logica conclusione della gara viene salutata da un coro di fischi all’indirizzo del Taranto. Se l’altra domenica col Cagliari ci fu lo zampino della sfortuna, stavolta può dirsi che la mancata vittoria è dipesa unicamente dalla formazione errata dei rossoblù. L’aver confermato Castaldi, l’aver spostato Pellegrini in un ruolo non suo, l’aver schierato Cuoghi al posto di Mari senza che mercoledì scorso in allenamento si fosse provata tale soluzione o quanto meno si fosse curata l’intesa del uovo tandem di destra, ammesso che prima ve ne fosse uno, sono errori che hanno determinato il nuovo insuccesso casalingo. Il Taranto ha disputato la sua peggiore partita al Mazzola in questo torneo. Invece l’Alessandria si è comportata egregiamente non solo per demerito avversario, ma anche per proprio merito. E questo va equamente diviso fra tutti i grigi, ché tutti hanno avuto modo di brillare o per impegno o per tecnica. Lievi incidenti a Nardi, Travia e Castaldi, ma solo quest’ultimo resta azzoppato al 13’ della ripresa fino alla fine. Al 28’ del secondo tempo viene espulso dal campo il terzino Nardi, già richiamato più volte dall’arbitro per il suo gioco falloso su Ferrarese. Ciascun tempo è stato protratto di due minuti per recupero. (Franco De Gennaro, «Corriere dello Sport», 16 gennaio 1956) Il risultato bianco di domenica scorsa contro il Cagliari aveva indotto l’allenatore Perazzolo a rivedere la formazione della squadra rossoblù, certamente allo scopo di dare alla prima linea quella incisività che ad essa notoriamente manca. Che il tecnico tarantino abbia raggiunto l’obiettivo non può proprio dirlo, se ancora oggi il reparto avanzato è stato il responsabile unico del nuovo pareggio. Naturalmente chi ne ha largamente approfittato questa volta è stata l’Alessandria, che così come il Cagliari otto giorni prima, non ha di certo meritato il punto guadagnato. I grigi hanno forzato la mano nel gioco duro, specialmente in difesa. La maniera forte ha così messo timore in giocatori come Castaldi, autore a sua volta di numerosi falli in area avversaria, in Darin che non ha mai pensato di impostare un’azione e in Cuoghi. Così come si è svolta la gara, bisogna dire che l’Alessandria ha dato una bella dimostrazione di gioco nei primi 20’ della gara, quando cioè ha giocato con disinvoltura mirando a scardinare l’opposta difesa. Nella ripresa gli ospiti troppo presto si sono preoccupati di non farsi superare ed hanno così inscenata una difesa ad oltranza che se ha sortito l’effetto desiderato il merito… è stato molto degli attaccanti avversari. Il Taranto dal canto suo è uscito fuori con prepotenza nella prima mezz’ora della ripresa. Come si è detto, i grigi si sono imposti per intraprendenza e decisione in apertura. Marchetto e Manenti con bella intesa hanno dato lavoro ai difensori locali tra i quali Manzella e Bordignon si sono subito imposti per tempestività e sicurezza. È al 35’ che il Taranto manca la prima favorevole occasione di segnare, per un tiro fiacco di Castaldi da pochi passi dalla rete avversaria. Poco dopo, altra occasione tarantina mandata a vuoto, ma questa volta per un salvataggio in extremis di un difensore avversario a porta sguarnita. La ripresa registrerà un seguito di incidenti di gioco. A dolersene saranno Ferrarese, Traverso, Castaldi e Stefani. L’Alessandria dà presto l’impressione di voler rinunciare al bottino pieno, ripiegando nel proprio campo con uno stretto schieramento difensivo. In dieci minuti Stefani interverrà ben sei volte a sventare l’offensiva avversaria che si manifesta con tiri brucianti di Ferrarese da pochi passi e di Tagliamento che con l’altro terzino Manzella si spingono a più riprese in avanti tentando di sorprendere la guardia dell’abile portiere alessandrino. Al 12’ Castaldi entra in area di rigore avversaria con la palla ma è sballottato senza misericordia. Il Taranto domina il campo e non ci si convince come la prima linea locale non riesca a tramutare in rete un così vistoso rifornimento della propria difesa. Al 27’, per un ennesimo fallaccio ai danni di Ferrarese, il terzino Nardi è invitato dall’arbitro a raggiungere gli spogliatoi anzi tempo. Al 32’ Stefani corona la sua magnifica giornata con una miracolosa parata. Il gioco si trascina fino al termine indicando negli alessandrini i protagonisti di una difesa vigorosa ed efficace. (Giuseppe Scotti, «La Gazzetta dello Sport», 16 gennaio 1956) LA DIFESA DEI GRIGI RESISTE A TARANTO: 0-0 Una bella gara dell'Alessandria - Nardi espulso Non torna a mani vuote l’Alessandria dalla doppia trasferta nel Sud. Quello che non le riuscì domenica scorsa a Salerno, dove dovette piegarsi a un goal-beffa, le è invece riuscito ieri sul munitissimo campo tarantino, dal quale è uscita imbattuta. I grigi, infatti, con un’accorta partita, hanno reso vani gli assalti dei padroni di casa e, ribattendo colpo su colpo, sono giunti più volte a distanza di tiro da Franchin. Forse, se essi avessero più osato, avrebbero potuto anche conquistar l’intera posta. Tuttavia il pareggio è già un risultato positivo, che premia gli uomini di Sperone per la bella partita disputata. Specialmente nel primo tempo gli ospiti hanno messo in mostra un gioco di ottima fattura. Spinti da una mediana inesauribile, gli attaccanti hanno intessuto piacevoli trame, peccando però d’incisività nel momento conclusivo. Fin dalle prime battute, gli alessandrini si mostrarono molto attivi e lasciarono apertamente intendere di non voler ricorrere ad alcuna tattica ostruzionistica. Infatti Marchetto e compagni continuamente portarono i loro attacchi alla porta di Franchin e al 7’ Tinazzi per poco non segnò. Continuava l’Alessandria a premere e i suoi attacchi si susseguivano a ritmo continuo con azioni di pregevole fattura. Il Taranto non riusciva a trovare la giusta carburazione e indugiava, subendo sempre l’iniziativa degli ospiti. Molti uomini erano giù di forma e accusavano stanchezza: lento Stabellini, lentissimo Cuoghi, inconcludente Darin, poco servito Ferrarese; Castaldi, come al solito, faceva di tutto per non essere utile ai propri compagni di squadra. Ottima tuttavia la difesa dei rossoblù. I grigi tutti sulla stessa linea di rendimento, con particolari note di merito per Travia, Stefani, Traverso e Marchetto. Al 35’ del primo tempo Ferrarese riusciva a farsi luce e, dopo avere dribblato con eleganza Nardi e Travia, tirava in porta con una potenza rara un pallone che andava a sbattere sull’esterno della rete difesa da Stefani. Al 39’ era Darin a sciupare banalmente una palla preziosa offerta da Stabellini. Insisteva il Taranto, al 43’, in un’azione ben combinata di tutta la linea di attacco, ma tutto finiva nel nulla. Nella ripresa il Taranto si rifaceva minaccioso e subito al 5’ Ferrarese con un bel tiro impegnava Stefani. L’Alessandria controllava la situazione e riusciva, in contropiede, ad insidiare la difesa avversaria. Il gioco quindi ristagnava con azioni alterne a metà campo. Poi all’attacco si portavano i rossoblù di Perazzolo, ma Stefani si disimpegnava con sicurezza. Al 13’ Travia liberava su tiro piazzato dal limite per carica su Castaldi: nulla di fatto. Al 16’ altra azione sciupata ad opera di Pellegrini. Ormai si giocava a una porta sola ed i grigi erano tutti raggomitolati nella propria area e speravano nel nulla di fatto. Al 27’ bella azione dei grigi e ardita uscita di Franchin sui piedi di Marchetto, vivamente applaudito dal pubblico. Al 28’ il terzino destro piemontese Nardi, che già era stato ammonito due volte, è stato espulso per scorrettezze ai danni di Ferrarese. Ridotta in dieci, l’Alessandria si è ancora più arroccata nella sua area per difendere lo 0-0, ma i rossoblù, fiaccati dalla stanchezza, non hanno più minacciato Stefani. La partita è proseguita così senza scosse sino al termine. («Stampa Sera», 16 gennaio 1956) DOMANI AL MOCCAGATTA ALESSANDRIA-MODENA Le speranze degli sportivi alessandrini non sono andate deluse e a Taranto, di fronte a 10.000 spettatori entusiasti della propria squadra, i grigi hanno lasciato il terreno imbattuti, sfiorando anzi la vittoria. Nel ruolo di mediano sinistro Traverso si è trovato a suo agio, ed è stato tra i migliori in campo. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 21 gennaio 1956) RISULTATI: Brescia-Salernitana 2-1 Cagliari-Bari 3-3 Legnano-Verona 2-2 (giocata il 14 gennaio 1956) Messina-Catania 0-1 Palermo-Livorno 1-0 Parma-Como 1-2 Simmenthal Monza-Marzotto 3-0 Udinese-Modena 3-2 CLASSIFICA: Udinese 25; Palermo 23; Catania 21; Cagliari, Simmenthal Monza 18; Brescia, Legnano 16; Como, Parma 15; Bari, Marzotto, Modena, Taranto 14; Messina, Verona 11; Alessandria 10; Livorno 9; Salernitana 6 MARCATORI: 12 gol: Secchi (Udinese) 9 gol: Bettolini (Legnano), Milani (Monza) 8 gol: Bretti (Bari) 7 gol: Caprile (Legnano), Erba (Parma) 6 gol: Bassetti (Catania), Bredesen (Udinese), Buzzin (Verona), Loiodice (Monza) 5 gol: Bettini E. (Como), Ferrarese (Taranto), Fontanesi A. (Udinese), Ghersetich (Cagliari), Menegotti (Udinese), Puccinelli (Livorno) Il punto sul campionato La capolista Udinese aveva dovuto faticare più del previsto per superare l’ostacolo Modena e mantenere i due punti di vantaggio sul Palermo che aveva sconfitto il Livorno: gol decisivo di Testa. Terza posizione per il Catania che aveva espugnato il terreno del Messina: decisivo Klein. Colpo in trasferta per il Como in casa del Parma.