Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1955/1956
Serie B
29-01-1956 - Giornata: 17 - Parma - Ennio Tardini


Parma AS - Alessandria US 1 - 3 (1 - 1)
RETI: 43. Bicicli M. [Pa] , 74. aut. Monardi A. [Pa] 5. Perin G.[A], 69. Tinazzi G.[A]

Alessandria US Stefani Ideo, Nardi Aldo, Bosio Bruno, Russi Franco, Travia Alfredo, Traverso (I) Luigi, Vitali Alessandro, Perin Gastone, Marchetto Giuseppe, Bodi Luigi, Tinazzi Giorgio All.: Sperone Mario

Formazione avversaria
Parma: Vernizzi; Cocconi, Monardi; Miniussi, Colla (I) Angelo, Pizzolito; Bicicli, Vycpálek, Erba, Schiavon, Korostolev. All.: Fiorentini Ivo.

Arbitro: De Gregorio Aroldo (Legnano)
Note
Inizio gara ore 14:30.

Commento
I gialloblù hanno chiuso il girone d’andata con la più bruciante sconfitta, venuta a testimoniare in modo inequivocabile la crisi in cui da un mese sta dibattendosi il Parma. Non si può imputare tutto ciò alle forzate assenze del portiere Menozzi, di Alfier e Bernicchi e ai rimaneggiamenti cui è stata soggetta la squadra. C’è in essa un senso di disordine e di rassegnazione. Il primo gol subito al 5’ dai parmensi, sorpresi dalla veloce partenza dei grigi, porta infatti una mezza colpa di Pizzolito nel tentativo di salvare il tiro di Perin, che riprendeva la respinta del portiere su tiro di Tinazzi. Nonostante questo mezzo infortunio, il Parma riusciva a riorganizzare il proprio gioco, alleggerendo sempre più la pressione della squadra alessandrina, decisa e scattante nella manovra in profondità. Ciò anche in ragione del vuoto troppo rimarchevole che si formava nella mediana e dei tentennamenti della difesa parmense. Ma nel finale del primo tempo l’attacco trovò slancio e decisione tanto da chiudere in parità (gol di Bicicli su azione Korostolev-Miniussi), con Bicicli ed Erba spesso minacciosi ma poco precisi nel tiro. Anche all’inizio del secondo tempo il Parma ha potuto far ricorso alle sue migliori forze, nascondendo così le pecche apparse evidenti nel primo tempo. E sarebbe potuto andare in vantaggio se Bicicli non avesse sbagliato un gol a porta vuota da cinque metri; se Erba su un allungo di Vycpálek (oggi abulico) non avesse visto il suo forte tiro respinto dalla traversa. Un Parma che è esistito effettivamente una ventina di minuti in tutto, poi ancora i grigi incominciarono a giostrare, mostrando fusione e collaborazione, per cui la difesa locale si trovò spesso scompigliata nonostante il gioco generoso di Cocconi. E allora è venuta, al 24’, da parte della manovra alessandrina una discesa veramente limpida, conclusa con un tiro teso dello scattante Tinazzi. Il gioco parmense d’improvviso si è affievolito. Non ci mancava poi che l’infortunio di Monardi il quale, mentre il portiere Vernizzi usciva per raccogliere il pallone, calciava… tranquillamente in rete. Eravamo al 28’ della ripresa. Da qui alla fine i gialloblù hanno vissuto su tentativi isolati di Erba e Bicicli, ma la squadra si è disgregata. Un gran gioco non si può dire che i grigi lo abbiano espresso, di fronte ad un avversario così incerto. Comunque l’attacco alessandrino è stato il reparto più positivo, in cui i Vitali, i Perin, i Tinazzi hanno messo in luce scatto e intelligenza. Costante il gioco della mediana; piuttosto incerto quello della difesa, dove Stefani ha però avuto solo due o tre parate difficili. (Giovanni Silvani, «La Gazzetta dello Sport», 30 gennaio 1956) Spieghiamoci chiaro: spettacoli deprimenti come quello che ci è stato offerto oggi ci auguriamo di non vederne più e ci duole, francamente, che il risultato abbia anch’esso segnato con la lucida verità del numero un limite al disotto del quale è assai difficile scendere. Il Parma avrebbe potuto non perdere, è vero, solo che Bicicli, in corsa solitaria verso Stefani al 5’ della ripresa (quando le due squadre bordeggiavano affannosamente intorno al risultato di parità) non avesse messo banalmente a lato a portiere completamente battuto, e solo che la sfera colpita di testa da Erba due minuti dopo non avesse incocciato in pieno la traversa; ma anche non perdendo il Parma avrebbe ugualmente e largamente deluso. Dopo la prova di oggi occorre chiederci con tutta sincerità quali sono le prospettive che si offrono ai gialloblù, visibilmente in presa ad un orgasmo che deriva certamente dalle confuse idee di chi è preposto alla guida tecnica. Oggi erano assenti Menozzi, Alfier e Bernicchi, tre uomini il cui valore è apparso con evidenza al disopra di ogni valutazione soggettiva proprio a causa delle loro assenza; li sostituivano Vernizzi, un giovanissimo considerato, a torto o a ragione, la «riserva della riserva», Pizzolito e Schiavon. La prova di questi ragazzi non è stata certamente positiva, anche se fra i tre, le maggiori responsabilità vanno addebitate all’estremo difensore, battuto da due autoreti e da un’impossibile fiondata di Tinazzi. Pizzolito si è raramente inserito nelle fasi di attacco (ma il quintetto contava solo due uomini quanto a fisico e volontà: Erba e Bicicli) e nella ripresa è stato travolto insieme agli altri. Il pubblico, un pubblico che non ha saputo trattenere la sua indignazione per la malinconica prova dei beniamini, lo ha frequentemente «beccato» ed ha avuto torto perché i limiti del ragazzo erano precisi, determinati dalla sua inesperienza e brutalmente rilevanti dalle annebbiate idee dei compagni di squadra. Fiorentini ha lasciato ancora a riposo Danelon ed ha certamente avuto torto: l’ex bolognese avrebbe potuto se non altro tonificare la prima linea ed in modo particolare quel reparto che resta il punto dolente di tutti i mali del Parma. Intendiamo alludere al quadrilatero: privo come è di interni di tal nome, idonei cioè ad una qualifica che ne indica i compiti nel lavoro di raccordo, il Parma cede graziosamente ad ogni avversario l’assoluto comando del centrocampo di quella zona mediana dove l’avversario, anche il più sprovveduto, come oggi l’Alessandria, può rassettare i suoi panni e partire all’arrembaggio dell’estrema linea parmense che sotto le pressioni mostra agevolmente la corda. Cocconi e Monardi hanno colpe rilevanti, ma non hanno avuto mai la pretesa di essere considerati dei fuoriclasse. Vanno catalogati sotto quella particolare categoria di terzini cui è indispensabile l’aiuto costante di generosi laterali. (Pierluigi Spaggiari, «Corriere dello Sport», 30 gennaio 1956) L'ALESSANDRIA VINCE A PARMA 1-3 L'undici grigio ha ottenuto il primo successo esterno dell'attuale stagione Tralasciati gli accorgimenti tattici che ne avevano caratterizzata la condotta, l’Alessandria si è presentata al Tardini di Parma decisa a giocare interamente le sue possibilità. Poggiando su una difesa nella quale l’irruenza aggressiva di Nardi ben si accoppia alla tempestività e all’esperienza di Travia e alla decisione di Bosio, l’allenatore Sperone ha provveduto a costituire a metà campo una solida barriera con uomini dal sicuro palleggio e dalla tranquilla tenuta, quali Russi, Traverso, Perin e Bodi, lanciando di volta in volta i tre di punta all’assalto della rete parmense. La prima affermazione esterna della squadra piemontese si presenta insomma con le carte pienamente in regola: ne fanno fede il brillante comportamento che gli uomini di Sperone hanno tenuto per tutti i 90 minuti e le qualità di cui si sono mostrati in possesso. L’Alessandria si porta in vantaggio già al 5’ di gioco con Perin, in seguito ad azione con Tinazzi: il tiro dell’interno destro grigio viene ribattuto fortunosamente da Vernizzi, riprende lo stesso Perin e indirizza ancora in rete. Tenta Pizzolito di respingere sulla linea, ma non può che ribadire il punto. La prudente formazione dell’Alessandria blocca sul nascere ogni offensiva del Parma e Stefani corre un solo grosso pericolo al 7’, allorché Nardi, liberando alla disperata su Korostolev, manda la sfera in calcio d’angolo, sfiorando il montante della propria porta. I gialloblù di Fiorentini riescono a cogliere il pareggio al 43’, quando su un colpo di testa di Korostolev, Bicicli sposta irregolarmente Bosio e può fulminare successivamente nella rete di Stefani. Da questo momento l’Alessandria viene fuori e cresce minuto per minuto. Al 14’ Colla è costretto a ricorrere a un fallaccio per fermare il lanciato Marchetto e sulla punizione di Bodi si crea una pericolosa situazione, risolta in extremis da Cocconi. Al 24’ poi dopo una serie di palleggi a tre quarti di campo, in area gialloblù Tinazzi riceve un dosato pallone da Bodi, se l’aggiusta e poi stanga imparabilmente in rete: la sfera si infila quasi alla confluenza dei pali, sulla sinistra di Vernizzi. La reazione del Parma non è efficace e quattro minuti dopo l’Alessandria aumenta il vantaggio, per la verità in modo piuttosto fortunoso: lancio lungo di Marchetto verso Vitali, spostato al centro; il terzino parmense Monardi è sulla palla e la tocca indietro al portiere, senza accorgersi che questi era uscito. Classica autorete e partita finita. (A.C., «Stampa Sera», 30 gennaio 1956) La strepitosa vittoria dei grigi a Parma Domani in trasferta a Verona La prima vittoria esterna dell’Alessandria coincide con una prova di caparbia volontà dei nostri giocatori, che la domenica precedente al Moccagatta erano stati accompagnati agli spogliatoi dai numerosi fischi dei tifosi, insoddisfatti dalla brutta prova fornita col Modena. L’Alessandria domenica, posta di fronte ad una squadra che aveva realizzato ben dieci reti in più dei grigi, è riuscita a segnare tre goals, dopo che per tre partite non aveva violato la rete degli avversari; inoltre, il nostro attacco, su 16 partite disputate, per ben 8 incontri era rimasto sterile. Il Parma aveva dato segno di crisi nelle due ultime giornate di campionato: comunque l’affermazione alessandrina ha maggior valore se si considera che l’attacco era in formazione inedita; come all’inizio del campionato, era stato ricomposto il «duo» del settore destro con Vitali e Perin e sulla sinistra, nel ruolo di mezz’ala, esordiva Bodi. Abbiamo notato con piacere lo spostamento di Perin ad interno destro, suo ruolo abituale, perché ci ricordiamo di Baloncieri, che pur essendo stato una delle migliori mezze ali destre non solo d’Italia, ma d’Europa, se spostato sulla sinistra perdeva tutta la sua incisività. Anche il rientro di Vitali è stato favorevolmente accolto dai compagni di squadra e da tutto il pubblico. Circa l’innesto di Bodi all’attacco sul settore sinistro, non si può pretendere che possa «addentellarsi» immediatamente: servirà ugualmente come mediano avanzato, rendendo mobile il quadrilatero. Tra i mediani, Traverso è tornato nel suo ruolo di laterale: la sua prova è stata egregia e dovrebbe progressivamente migliorare; tutto il sestetto ha brillato per solidità e decisione. Tinazzi, autore della seconda rete, ha mandato in delirio gli stessi compagni di squadra e questo entusiasmo palesa l’ottimo morale della squadra alessandrina. L’ing. Silvio Sacco, che ha assistito alla partita, ha gioito per la meritata vittoria dei suoi ragazzi. Lo scorso anno, al termine del girone di andata, l’Alessandria aveva sommato 15 punti in classifica, con 16 reti segnate e 19 subite; aveva ottenuto 4 vittorie in casa, 2 risultati pari e 3 sconfitte; in campo avversario aveva vinto a Padova e Salerno e pareggiato col Pavia. Complessivamente aveva giocato 9 partite in casa e 8 fuorisede. Quest’anno ha giocato 8 partite in casa e 9 sui campi esterni: ha sommato 13 punti, dei quali 5 in trasferta. Sul proprio terreno ha ottenuto 3 vittorie, 3 pareggi e 2 sconfitte; ha realizzato 15 reti e ne ha subite 17. In questo campionato come «cannoniere» abbiamo Tinazzi con 5 reti e 16 partite giocate; lo segue Serone, con 4 reti realizzate in 8 partite; hanno segnato una rete ciascuno Redegalli, Vitali, Marchetto, Nardi e Perin. Nel campionato 1954-55, alla 17ª partita, i marcatori erano Perin e Serone con 4 reti, Marra con 3, Smersy 2, Albertelli e Lerici 1. L’Alessandria nel girone di andata aveva messo in campo 19 giocatori; nel campionato attuale i giocatori presenti sono stati 21: solo Nardi ha giocato tutte le 17 partite, seguito da Bosio e Tinazzi con 16, Traverso 15, Perin 14; sono stati messi in campo tre portieri, Ravera con 3 partite, Cuman con 5 e Stefani con 9. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 4 febbraio 1956) RISULTATI: Bari-Catania 2-3 Como-Udinese 2-1 Legnano-Brescia 0-0 Modena-Marzotto 1-1 Palermo-Salernitana 1-0 Simmenthal Monza-Livorno 1-0 Taranto-Messina 1-1 Verona-Cagliari 1-0 CLASSIFICA: Udinese, Palermo 26; Catania 24; Simmenthal Monza 22; Cagliari 20; Como 18; Brescia, Legnano 17; Bari, Marzotto, Modena 16; Parma, Taranto 15; Verona 14; Alessandria 13; Messina 12; Livorno 11; Salernitana 8 MARCATORI: 14 gol: Secchi (Udinese) 11 gol: Milani (Monza) 9 gol: Bettolini (Legnano) 8 gol: Bretti (Bari), Erba (Parma) 7 gol: Baccalini (Bari), Buzzin (Verona), Caprile (Legnano), Loiodice (Monza) 6 gol: Bassetti (Catania), Bettini E. (Como), Bredesen (Udinese) Il punto sul campionato Al termine del girone di andata erano state due le squadre in vetta alla classifica: l’Udinese che aveva battuto il Como nonostante il gol del capocannoniere del torneo Secchi e il Palermo che aveva sconfitto, di misura, la Salernitana, ultima in classifica: decisivo il gol di Luosi. Staccato di due lunghezze il Catania che aveva trionfato in casa del Bari. Di misura il Monza si era imposto sul Livorno. Rocambolesca affermazione del Catania sul terreno del Bari.