Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1955/1956
Serie B
07-03-1956 - Giornata: 19 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Simmenthal-Monza 0 - 2 (0 - 1)
RETI: 46. aut. Stefani I.[A] 36. Farina E. [Si]

Alessandria US Stefani Ideo, Nardi Aldo, Russoni Bruno, Russi Franco, Travia Alfredo, Traverso (I) Luigi, Manenti Michele, Perin Gastone, Marchetto Giuseppe, Bodi Luigi, Tinazzi Giorgio All.: Sperone Mario

Formazione avversaria
SIMMENTHAL-MONZA: Ghirardi; Copreni, De Poli; Colpo, Magni, Corti; Farina, Pistorello, Milani, Borri, Mattavelli. All.: Rava Pietro.

Arbitro: Adami Giuseppe (Roma)
Note
Infortunato: 79’ Perin [A]. Rigore sbagliato: 86’ Marchetto [A, parato]. Angoli: 5-7 (4-4) oppure 4-7. Spettatori: 5.000 oppure oltre 8.000. Giornata calda e primaverile, terreno sabbioso. Inizio gara ore 15:00. Recupero della gara rinviata il 19 febbraio 1956.

Commento
Per vedere giocare come si deve i grigi, bisogna andare lontano dal Moccagatta. È un fatto ormai assodato. Anche oggi contro il Monza il gioco degli uomini di Sperone è stato un vero pianto. Peggio di così si muore, o meglio, rimanendo nel campo calcistico, si va in Serie C col treno diretto. Naturalmente non vogliamo togliere alcun merito alla smagliante vittoria della squadra di Rava, il modesto allenatore della compagine brianzola che ragionando accortamente ha mosso le sue pedine in modo da avere punti di vantaggio in più ancor prima di scendere in campo. Il buon «Pierone» ha compreso in partenza che sarebbe stata una pura follia giocare tre partite in una settimana senza ricorrere a opportuni turni di riposo. Oggi ha rinunciato all’apporto di Tagnin, che al Moccagatta poteva far valere l’inesorabile «legge degli ex», ed ha anche lasciato negli spogliatoi Forlani immettendo forze fresche, cioè Pistorello, Farina e Colpo. Sperone invece ha commesso l’errore di far troppo affidamento sugli uomini che domenica a Legnano avevano già dovuto giocare in dieci per oltre un’ora causa l’espulsione di Bodi. La maggior fatica dei grigi si è vista subito nei primi minuti di gioco quando i rossi monzesi anticipavano e lasciavano surplace gli avversari come volevano. E non è tutta qui la colpa del trainer dei grigi. Dopo avere confermato un quintetto di punta sbagliato, con Manenti interno a far da estrema, Marchetto spaesato nel ruolo di centravanti e il solito Bodi che non è uomo di punta e da offensiva, Sperone è caduto nella trappola tesagli da Rava, un tranello tattico che ha scompaginato alquanto la già rimaneggiata retroguardia dei grigi. Rava ha fatto applicare al suo quintetto avanzato il dispositivo ad «emme» di frossiana memoria, con Borri e Milani a fungere da centravanti, Farina e Mattavelli arretrati nella propria metà campo mentre Pistorello si incaricava di marcare Traverso e Bodi. Ne è venuto fuori quel che sperava l’allenatore monzese: Nardi e Battistella sono stati risucchiati in avanti, mentre Russi, incaricato della guardia di Borri, giocava praticamente terzino. A metà campo così i grigi hanno lasciato il fronte sguarnito e per gli ospiti manovrare in pochi colpi fin sotto la porta di Stefani è stato un giochetto. I grigi, battuti sul piano tattico fin dall’inizio, sono stati superati anche sul piano agonistico per tutta la gara. Ecco il succo della partita che il Monza ha dominato e vinto senza neppure premere troppo l’acceleratore. Una gara che gli ospiti non potevano assolutamente perdere. Anzi, stupisce che il bottino monzese non sia stato ancora più rilevante. La prima rete del Monza è venuta al 38’ del primo tempo. Da metà campo, Colpo batteva una punizione che spioveva al centro dell’area. Si contendevano la palla di testa Travia e Milani. Aveva la meglio il centravanti che smistava la palla sulla destra a Farina che, aggirato Russoni, metteva in rete da pochi passi. La rete non era che il logico risultato della supremazia degli ospiti. Prima della marcatura, al 5’ Stefani aveva effettuato una parata capolavoro per sventare un tiro bruciante di Borri e successivamente il guardiano grigio era chiamato al lavoro per neutralizzare tiri al fulmicotone di Milani. Da parte sua Ghirardi (uno dei migliori in campo) aveva passato brutti guai in un paio di occasioni. Al 24’, quando Bodi di testa aveva indirizzato nell’angolino un cross di Marchetto, e al 27’, quando aveva deviato in corner un tiro di Manenti. Con una rete al passivo i grigi però non reagivano come era logico ed allo scadere del tempo sbagliavano con Marchetto una incredibile occasione di riportarsi in parità. All’inizio della ripresa, quando ancora non era passato un minuto, il Monza raddoppiava. Farina batteva un calcio d’angolo e la palla, colpita di testa da Milani, andava a picchiare contro la traversa, ricadeva sulla schiena di Stefani uscito a vuoto e finiva in porta. L’autorete metteva ancora più sulle ginocchia i grigi che specie con Nardi e Russi si lasciavano andare a riprovevoli falli. Il Monza aveva ancora occasioni a iosa per aumentare il bottino, ma la troppa precipitazione impediva a Mattavelli (al 7’) e a Farina (al 26’) di realizzare. Al 33’ della ripresa Perin si è scontrato con Ghirardi ed è rimasto fuori campo fino al 40’. Al 41’ Bodi era atterrato da De Poli in area: rigore. Marchetto mandava il pallone a centro porta e Ghirardi non aveva difficoltà a respingere. Era la fine e la folla si sfogava contro Sperone, capro espiatorio della cattiva prova dei grigi. (Guido Magni, «l’Unità», 8 marzo 1956) La primavera si anticipa con un pomeriggio radioso e invita cinquemila spettatori a far primato per una giornata feriale. Il campo è sabbioso. Al 34’ della ripresa Perin, facendo ponte su Ghirardi uscente, rimedia un colpaccio all’anca che lo costringe ai bordi per 5’. Al 41’ Marchetto tira indegnamente un rigore che Ghirardi para con facilità. Il forcing di Legnano deve avere limato muscoli e riflessi ai ragazzi di Serone, oggi veramente irriconoscibili. E così un Simmenthal tranquillo, forsanco sceso in Piemonte privo di velleità, si è trovato in mano una vittoria piena quasi senza accorgersene, senza aver bisogno comunque di premere più di tanto sull’acceleratore e sciupando poi, da squadra multimilionaria, almeno quattro palle gol. Squadra slegatissima l’Alessandria, stanca, priva assolutamente di gioco a centrocampo, di raccordi, di temi razionali e pratici. S’è buttata con cipiglio nella contesa, illudendo per 10 minuti e non più. Poi ha mostrato i suoi limiti, l’inconsistenza soprattutto del quintetto d’offesa, le lacune al centrocampo, la scarsa tenuta della sua difesa. Insomma, tutto un complesso da rivedere e correggere. Il Simmenthal, si è detto, dava l’impressione di non contare molto, in sede preventiva, sulla vittoria. Aveva, è vero, impostato la sua partita prudente, arretrando Pistorello su Bodi e inviando Colpo a far la guardia a Tinazzi, così da permettere ora a Copreni ora a Magni una certa libertà sulla seconda battuta. E aveva praticamente lasciato a Borri e Milani i compiti sfondamento, appoggiando i due uomini di punta ora con il veloce Mattavelli ora con il più grigio e lento Farina. Ma, pur disposta in codesta maniera, cioè in copertura, la squadra brianzola giocava con un ritmo normalissimo, senza soverchio impegno o almeno offrendo tale impressione. Il tono vivace, infatti, lo imprimeva proprio l’Alessandria, in quei citati 10’ iniziali e, sia pur nel caos generale, per il resto della partita. Sperone aveva disposto in questo modo la scacchiera grigia: Russi a far guardia stretta a Borri, Travia e Russoni impegnati a controllare a vista Milani, Traverso (liberato da Pistorello) a francobollare Farina. In attacco tutto normale con interni leggermente arretrati: schemi spesso aperti sulle ali e tentativi di sfondamento al centro. Ovvio che tale disposizione tattica favorisse alla lunga la squadra monzese, impostata prevalentemente sul contropiede, forte al centro del campo di pedine più tecniche, più ordinata in difesa, più pronta sullo scatto, sull’anticipo, sul tiro. Soltanto nella ripresa, quand’era ormai troppo tardi (Milani aveva infilato Stefani al 1’), l’Alessandria capì d’aver sbagliato tutto. Allora sganciò Traverso (il migliore nell’impostazione e nel rifornimento), inviandolo in appoggio all’attacco e rivoluzionò quell’estemporanea prima linea ridando a Manenti il suo naturale ruolo di interno e spostando quel pasticcione di Bodi a vagolare sull’ala. Ma a questo spostamento rispose Rava, piazzando Pistorello su Traverso, arretrando Borri a centrocampo, tenendo i laterali costantemente in zona a controllare sempre con ordine le galoppate degli avversari e facendo partire o con lunghe fiondate o con corti appoggi all’infaticabile Borri il contropiede sempre pericolosissimo. Insomma, la partita, sia sul piano tecnico sia su quello tattico, aveva in campo un solo dominatore: il Simmenthal. Un Simmenthal, ripetiamo, sul rigo di un puro e semplice allenamento, che non si dannava l’anima per cercare la vittoria, che in fondo gli arrivava quasi senza volerlo. È vero che la squadra di Rava ha dato una dimostrazione chiara delle sue qualità e della sua più idonea impostazione, svolgendo ottimi schemi a centrocampo (bravissimi Pistorello, Borri e i laterali), offrendo sicurezza in difesa e ottimi scattisti in attacco (Milani soprattutto, e Mattavelli); ma è altresì verso che a facilitarle il compito ci si è messa l’inconsistenza alessandrina dove, ripetiamo, salveremo soltanto Traverso (nella ripresa) e Perin. Gli altri, chi più chi meno, han deluso tutti; in maggior misura il fallosissimo e sfasato Russi, il personalissimo Marchetto, l’inconsistente Bodi, nonché Manenti e Travia, visti soltanto a sprazzi. La cronaca di una partita simile non offre note di gran rilievo. Inizio vivace dei grigi, che sparano alto con Tinazzi, impegnano Ghirardi con Bodi, rimediano un corner. Al 4’ rispondono i brianzoli: magnifico, imposta l’azione Borri, che dà a Mattavelli; palla centrata, rimpallo, tiro tagliato di Borri e Stefani è impegnato a fondo. Si gioca lontano dalle aree. L’Alessandria preme, Magni e soci liberano con tranquillità. Notiamo i corner tanto per far qualcosa. Al 20’ batte il Simmenthal, al 21’ l’Alessandria, al 24’ ancora il Simmenthal; al 34’ una buona azione (finalmente!) dei grigi: da Marchetto il cross arriva a sinistra; Bodi gira benissimo di testa e Ghirardi, pronto, blocca. Al 35’ Farina dà a Milani; Travia in area mette giù senza tanti complimenti il centravanti: Adami zitto. Passa un minuto e arriva la doccia fredda. Da trequarti campo, batte una punizione Colpo; la palla cade sulla testa di Milani, che devia a destra, entra Farina e, con lo stinco, butta in rete da un passo. Visto che è facile passare, il Monza insiste, rimedia tre angoli. Ma al 44’ Marchetto, a due passi da Ghirardi, sbaglia la schiacciata a rete di testa. Poteva essere il pareggio. La ripresa comincia con la mazzata decisiva. Corner calciato da Mattavelli, la palla spiove in area; nel grappolo si eleva Milani, che infila preciso: la sfera batte sotto la traversa, schizza sulla schiena di Stefani, finisce in fondo al sacco. Qualche tentativo alessandrino. Tiro alto di Manenti, rovesciata bloccata di Traverso. Ma la confusione (e la stanchezza) rende sbiadita la reazione. Sul velluto il Simmenthal dà spettacolo sempre con guizzi in contropiede. Nardi (24’) brutalizza Mattavelli lanciato in gol. Al 25’ manca l’aggancio Traverso su allungo di Marchetto. Al 26’ è magnifico Milani, in sciolta galoppata sulla sinistra; la difesa è fatta fuori; il centravanti tocca di precisione a Farina, solo a due passi dal portiere; clamorosamente svirgola in alto l’estrema. C’è un colpo di testa (alto) di Traverso al 27’; l’incidente di Perin, una paratissima di Stefani su sventola di Mattavelli. Al 39’ un’uscita a vuoto del portiere alessandrino per poco non costa il gol; Russoni salva sulla linea la rovesciata di Milani. Ultimo episodio, il rigore: De Poli carica rudemente Marchetto in area, lo stesso Marchetto completa, sbagliando, la sua «giornata no». (Angelo Ponti, «La Gazzetta dello Sport», 8 marzo 1956) Delusione e sconforto al Moccagatta. Il fitto pubblico accorso, che sperava ardentemente di assistere ad una nuova affermazione dei grigi dopo i successi esterni di Parma, Verona e Legnano, ha subito una grave amarezza per la sconfitta dei suoi beniamini. Se nel primo tempo i grigi hanno tenuto validamente testa ai forti avversari, dando l’impressione anche di poter passare in vantaggio con alcune abili stoccate di Marchetto, Tinazzi e Bodi, nella ripresa sono andati invece alla deriva in balia degli avversari, che hanno dominato a loro talento. È vero anche che l’Alessandria non ha avuto molta fortuna e due tiri di Perin e Marchetto hanno mancato per un soffio il bersaglio; troppo poco però, nel complesso della dura e serrata competizione, che ha visto, come si è detto, la franca affermazione dei lombardi. Come beffa finale, Marchetto ha fallito un calcio di rigore che avrebbe potuto alleviare il bruciore della secca sconfitta. Già al 1’ il Simmenthal è in angolo su azione di Marchetto. Tre minuti dopo, identica azione del centrattacco alessandrino deviata ancora in angolo, cui fa seguito una cannonata di Perin che colpisce l’asta orizzontale. Al 6’, su tiro fortemente angolato di Borri, Stefani para in modo spettacoloso. Seguono mischie furenti nella metà campo del Monza, infrante dalla solida difesa granata, duttile e robusta, sempre presente nel vivo della mischia. Tuttavia al 14’ una violenta sventola di Marchetto colpisce l’angolo destro del palo e Ghirardi riesce ad impedire alla sfera di entrare respingendola in angolo. Altra irruzione grigia in campo granata: ne consegue un tiro rapido di Perin che l’acrobatico Ghirardi riesce ad agguantare. Il Simmenthal è ancora in angolo, ma senza esito. Due puntate di Pistorello e Farina riescono a ravvivare il gioco che langue nei due campi senza emozionanti azioni di rilievo. Il caldo intenso della giornata quasi estiva comincia a far sentire i suoi effetti e le offensive mancano di vivacità e mordente. Al 28’ l’Alessandria subisce un calcio di punizione dal limite dell’area di rigore per fallo di Nardi su Borri: il tiro diagonale è ancora bloccato da Stefani. In una quasi identica situazione è Bodi che tenta il tiro a rete superando di poco il bersaglio; quindi altra bellissima azione sviluppata da Marchetto e conclusa da Bodi, ma Ghirardi interviene. Al 37’, su calcio di punizione da trenta metri battuto da Colpo, la palla perviene a Farina, che da due passi la sospinge in rete. È il crollo dei grigi che al 40’, 41’ e 43’ devono difendersi da altri calci d’angolo, mentre sul finire del primo tempo, un difensore granata salva la palla diretta in rete con il braccio. L’arbitro, coperto, non rileva il fallo. Nella ripresa il Simmenthal segna al 1’, dopo un rapido palleggio, il secondo punto per merito di Milani. Invano l’Alessandria tenta di risalire il grave svantaggio, ma un grande disordine regna nelle sue file e i pochi tiri a rete sono sbagliati o facilmente bloccati da Ghirardi. Tra le proteste del pubblico deluso a tratti i grigi reagiscono con furore, ma le loro azioni urtano contro la difesa granata fatta più duttile e sicura così da infrangere ogni possibilità di affermazione. Al 43’ l’arbitro concede un calcio di rigore a favore dell’Alessandria, ma il tiro di Marchetto è debole e così il portiere facilmente agguanta il pallone e rinvia. Sole caldo, terreno arido senza un filo d’erba. Ammoniti Nardi e Coperni. Perin, in uno scontro con il portiere Ghirardi, è duramente colpito e resta fuori dal campo per oltre cinque minuti. (Giovanni Camagna, «Corriere dello Sport», 8 marzo 1956) La partita di ricupero col Monza è stata una delusione, ed i numerosi zelatori accorsi nonostante la giornata feriale, hanno lasciato il campo amareggiati non tanto dal risultato della partita quanto dal comportamento della squadra locale. La partita di mercoledì doveva essere la «presa di contatto» tra la squadra e Sperone ed il pubblico alessandrino: ma l’allenatore dei grigi ha voluto insistere nell’errore commesso nell’incontro col Modena, schierando un attacco composto da elementi tutti fuori ruolo. La presa di posizione nei riguardi di Vitali, di Bocchio, di Matteucci e Papa è incomprensibile. L’ing. Sacco è stato largo negli acquisti e non è giusto mettere i giocatori nei ferri vecchi, giungendo al punto di sacrificare l’unico elemento d’ordine, Manenti, mettendolo all’ala. Il Monza ha dimostrato di possedere una inquadratura efficiente ed una chiara visione di gioco. Le migliori azioni dell’Alessandria si sono avute all’inizio, allorché gli ospiti giocavano con Pistorello in posizione arretrata. Ma dopo 15 minuti di gioco, Rava aveva già capito quale poteva essere l’efficienza della nostra squadra, ed ha disposto i suoi uomini riunendoli al centro: la prima rete è scaturita su calcio di punizione. Travia, a contatto con Milani, non ha potuto evitare che il centrattacco, di testa, deviasse la palla sulla destra, dove l’accorrente Farina col ginocchio ha potuto mettere in rete da due passi. Nella ripresa il Monza è scattato fulmineo all’attacco, costringendo l’Alessandria in angolo; la parabola di Mattavelli ha trovato Milani piazzato per il colpo di testa: la palla ha urtato nello spigolo inferiore della traversa e cadendo ha battuto contro la schiena di Stefani, insaccandosi in rete. La controffensiva dei grigi è risultata inconsistente, anche se all’attacco si è inserito Traverso, in quanto il suo avversario diretto, l’interno sinistro Borri, si era spostato a terzo terzino. Ed il tracollo della squadra grigia è risultato evidente quando, al 40’, l’arbitro Adami di Roma con molta generosità ha concesso un rigore a favore dell’Alessandria. Il debole tiro radente di Marchetto è stato parato in tuffo, e ciò ha tolto le ultime deboli speranze alla nostra squadra, già costretta a giocare in 10 per l’uscita dal campo di Perin, che aveva ricevuto una poco corretta ginocchiata nella schiena da parte del portiere monzese. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 10 marzo 1956) CLASSIFICA: Palermo 30; Udinese* 29; Catania, Simmenthal Monza 26; Como 25; Cagliari 24; Brescia 22; Legnano 21; Modena 20; Bari, Marzotto, Taranto, Verona 19; Messina, Parma 18; Alessandria 16; Livorno 14; Salernitana* 11. *: una gara da recuperare