Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1955/1956
Serie B
18-03-1956 - Giornata: 23 - Messina - Giovanni Celeste


Messina ACR - Alessandria US 1 - 0 (0 - 0)
RETI: 85. Remonti M. [Me]

Alessandria US Stefani Ideo, Russi Franco, Bosio Bruno, Albertelli Lanfranco, Travia Alfredo, Traverso (I) Luigi, Bocchio Peppino, Manenti Michele, Marchetto Giuseppe, Tinazzi Giorgio, Serone Roberto All.: Sperone Mario

Formazione avversaria
Messina: Salerno; Gratton, Franchi; Geminiani, Cardano, Repetti; Orlandi, Remonti, Rossi, Colomban, Nicoletti. All.: Bacigalupo (III) Manlio.

Arbitro: Coppa Alessandro (Como)
Note
Angoli: 17-0 (7-0) oppure 18-0. Temperatura mite, terreno asciutto ed erboso.

Commento
Non è la prima volta che accade nel calcio quanto è capitato oggi a Remonti. Il mezzo destro messinese era stato per quasi tutta la partita «beccato» dal pubblico per le sue azioni farraginose, tanto che qualcuno si era azzardano a gridare di fare a meno di Remonti che certamente il gioco del complesso ne avrebbe guadagnato. Potete quindi immaginare lo stato d’animo di Remonti: stizza e reazione lo dominavano indubbiamente. Ormai però il tempo era corso via malinconicamente e per Remonti particolarmente la fine sarebbe stata penosa (una buona parte dei fischi in preventivo sarebbe andata a lui!). Come riscattare la disgraziata prova? Solo un colpo a sensazione avrebbe potuto conciliare Remonti al suo pubblico. E Remonti lo azzeccò quando mancavano al termine della contesa soltanto sei minuti. «Imbroccò» un «tirone», uno di quei tiri nei quali non sai se ammirare maggiormente l’imprevedibilità la potenza o la precisione, uno di quei tiri che tagliano corto a tutto e chiudono la bocca a gli avversari, tolgono il respiro e lasciano stupefatti. Si era adunque al 39’ della ripresa in fase di gioco ristagnante in area dei grigi quando Colomban, dall’estrema sinistra, crossava lungo; Russi riusciva appena a toccare il pallone di testa, senza però poterlo allontanare molto. La sfera finiva sui piedi di Remonti. Un attimo solo (il calcio non è il gioco degli attimi?) e dai piedi di Remonti partiva un tiro micidiale. Per Stefani era come se gli fosse arrivato addosso una… sfera di fuoco. Il portiere restava a guardare come uno che dopo aver tanto corso, quando sta per entrare in stazione, vede il treno involarsi! Un tiro al fulmicotone, un fulmine! Il tuono è stato il fragoroso applauso del pubblico. Da tutte le bocche il nome del realizzatore è stato esaltato, tutti i suoi precedenti dell’avversa giornata subito dimenticati. Questo il punto focale di tutto l’incontro, la scena madre. Qui il dramma si è trasformato in commedia e il pubblico ha sfollato di buonumore perché, diamine, un altro 0-0 non sarebbe stato facilmente «digerito». Chi prima di leggere il resoconto ha dato uno sguardo al tabellino avrà notato che il Messina ha oggi fruito di ben 17 angoli. Ebbene neanche uno, diciamo uno, dal quale sia scaturito un serio pericolo per la porta avversaria. Il Messina ha collezionato angoli come un amatore di cartoline panoramiche. Molti saranno anche indotti a pensare che chissà quale e quanto sia stato il predominio del Messina e che l’Alessandria si sia salvata in extremis, per il rotto della cuffia. Ma non è stato così. L’Alessandria, visto e considerato che il Messina all’attacco non aveva abili colpitori di testa sotto rete, ha usato e… abusato degli angoli. Addirittura 7 di questi angoli (e precisamente quelli battuti dai bianchi nel primo tempo) sono scaturiti in seguito ad azioni di capovolgimento nel periodo in cui i grigi tenevano fra… i piedi l’iniziativa. Gli altri dieci, nella ripresa, quando si aveva sì una maggiore insistenza del Messina, ma questa mai assumeva i caratteri dell’assedio. Ben strana partita. L’Alessandria si schierava col mezzo sistema (Travia battitore libero) e invece si spingeva caparbiamente all’attacco (in fatto di tattiche ed applicazione, ne stiamo vedendo delle originali al Celeste!). In sostanza l’Alessandria giocava col mezzo arcinoto della serratura (che rivela subito l’intenzione di tendere, in fondo in fondo, al pareggio) ma attaccando con tale sistema. Vattelapesca! In pratica finiva che di corridoi liberi nel dispositivo grigio venivano a verificarsene parecchi. Ma di tutti i passaggi, di tutte le fratture, il Messina, pur riuscendo a proiettarsi nei capovolgimenti, non sembrava approfittare. Così come si comportavano i grigi, sarebbe stato il miglior invito per atleti pronti e scattanti, ma oggi i bianchi si muovevano malamente; il loro gioco aveva vampate improvvise e scatti rabbiosi e sul più bello impennate e frenate brusche. Il quadrilatero, particolarmente Colomban e Remonti, non si muoveva con sufficiente orientamento e chiarezza e il gioco languiva. Era come una «ninna nanna» concilia-sonni! Così che i maggiori pericoli venivano da parte dei grigi, ma questi nella fase finale si «arenavano». Non si trovava tra i grigi, oggi, il fromboliere di turno. Essi coglievano tanta… acqua (leggi gioco) ma senza potersi dissetare, poiché anziché di un catino si servivano di un paniere. Il Messina poteva farla franca e Salerno, pur ripetutamente impegnato, non aveva in sostanza che da svolgere lavoro di ordinaria amministrazione. In questa prima fase il trio di punta messinese aveva fatto cilecca: Nicoletti aveva in Russi uno spietato segugio, Orlandi, pur lasciato ai… casi suoi da Bosio, aveva poco di buono da fare perché della sua libertà di azione non si sapeva approfittare, come sarebbe stato opportuno, con lanci, Rossi, con un Colomban senza adeguato mordente e un Remonti piuttosto «anarchico», non sapeva che pesci pigliare; cercava il sodo, ma senza ricevere la dovuta collaborazione. Accanto alla prosa e al positivismo del centroavanti erano il romanticismo e la poesia delle mezze ali! Nulla fa fare con un Messina «dinoccolato» e «caramellato». Si attendeva che nella ripresa il Messina si… scatenasse! Si attendeva che il… mastino, liberato dalle catene, si lanciasse a corpo perduto sulle orme della preda. «L’uragano bianco» non arrivava, però! Comunque il tono e la forma delle argomentazioni dei bianchi erano più logici, concreti, persuasivi. La difesa alessandrina incominciava a ballare la danza. Ma poteva sempre uscire con saldo cipiglio da ogni complicata situazione. Si temeva che il Messina avesse acceso un fuoco di paglia (alessandrina). Stralciamo dal taccuino alcuni appunti, che daranno una idea della fase più acuta dello «stringi-stringi» dei bianchi. 20’: Nicoletti sguscia in area, si appresta al tiro. Carica che… levati! Coppa nega il rigore. 21: scatta Rossi, avanza in area una direzione di Stefani (gli avversari sono lontani), ma l’arbitro lo ferma decretando una punizione dal limite per precedente intervento irregolare di un difensore (e la regola del vantaggio alle ortiche). 26’: azione Rossi-Repetti-Nicoletti (che s’è alquanto rinfrancato) e intervento in extremis di Stefani. 29’: Nicoletti, spostato al centro, supera Travia e tira, gran tuffo di Stefani. 30’: Cardano lungo a Rossi (in sospetta posizione di fuorigioco non rivelata); tiro potente, di poco fuori. 31’: ancora Rossi impegna Stefani con un tiro da lontano. 32’: fucilata di Rossi corretta da Repetti e pallone di poco sulla traversa. 34’: tira Repetti imbeccato da Colomban, tuffo di Stefani, angolo. 36’: punizione a due quasi dal limite dell’area grigia. Tocca Remonti a Franchi, tiro e intervento di Russi e altro angolo (l’esito si sa!). L’incantesimo è rotto alfine dalla provvidenziale mazzata di Remonti al 39’. In tutto questo tempo l’Alessandria, nonostante la pressione del Messina, ha cercato sempre di… rispondere per le rime, avanzando volentieri all’attacco appena possibile. Il goal che ha fatto grazia delle pecche dei bianchi del primo tempo (nella ripresa il Messina si è mosso con una rapidità di gran lunga maggiore) è avvenuto agli sgoccioli della fatica. Ma come mai l’Alessandria non ha neanche, quando ormai il pari sembrava acquisito, dato corso effettivo al suo divisamento del mezzo sistema? Misteri. Comunque all’appuntamento con la vittoria questo Messina oggi non è mancato. E questo ci voleva essenzialmente. Fra i bianchi conferma del blocco difensivo in pieno: laterali tenaci lavoratori, ma non sempre precisi. Per il resto abbiamo detto. Fra i grigi, massima tenacia, manovra anche chiara e pregevole, a poco sostanziosa. L’incompletezza dei ranghi ha certo loro nociuto alquanto. Comunque Russi a terzino se l’è cavata proprio bene e bene hanno operato anche Traverso e Tinazzi. La direzione di Coppa non ha molto convinto: autoritaria sì, ma infiorata di più di una svista tecnica. Temperatura mite, terreno asciutto, erboso. Al 22’ della ripresa Repetti usciva malconcio da una mischia in area alessandrina ed era costretto ad abbandonare il terreno di gioco. Rientrava dopo quattro minuti claudicante. (Sante Saya, «Corriere dello Sport», 19 marzo 1956) A cinque minuti dal termine il Messina ha agguantato la vittoria: Remonti, riprendendo una corta respinta di un difensore grigio, saettava all’incrocio dei pali, alla sinistra di Stefani, il pallone del successo. Svanivano così le speranze dell’Alessandria di cogliere un risultato di parità. La partita ha lasciato a desiderare dal lato tecnico. Agli ospiti va il merito di aver giocato aperto e di aver infastidito con rapidi contropiede, imperniati sullo scattante Serone e su Marchetto, la difesa dei locali. Nella ripresa, in un rapido capovolgimento, Manenti coglieva la base del palo, controbilanciato, a pochi minuti dalla chiusura, quando il Messina era in vantaggio, da un palo di Rossi. Favorevoli occasioni (più ai biancoscudati che agli ospiti) si erano presentate ai due quintetti attaccanti, apparsi indecisi nelle stoccate finali. In sostanza un incontro che il Messina ha dominato territorialmente: i grigi hanno resistito fino all’85’, poi il gol fatale. Dell’Alessandria hanno bene impressionato Russi, Traverso e Manenti; del Messina Gratton, Franchi, Colomban e Rossi. (Giuseppe Ariosto, «La Gazzetta dello Sport», 19 marzo 1956) 0-1 a Messina SFORTUNATA L'ALESSANDRIA L’Alessandria ha perduto negli ultimi minuti una partita che avrebbe potuto anche pareggiare se la buona sorte le avesse dato una mano. I grigi si sono battuti con grande coraggio e decisione durante l’arco dei novanta minuti di giuoco, ma ha indubbiamente nuociuto molto alla squadra l’assenza di Perin, Nardi e Battistella, che ha costretto l’allenatore Sperone a schierare come terzino il mediano Russi. Nel complesso, comunque, il predominio delia squadra messinese è stato evidente, tanto che sono stati battuti contro i grigi ben diciotto calci d’angolo. Ma resta il rammarico per l’undici di Sperone di aver dovuto capitolare quando ormai il risultato di parità sembrava acquisito. Inizio in sordina da parte di entrambe le squadre, poi vengono fuori i messinesi e l’Alessandria è costretta a ripiegare nella propria metà campo affidandosi al contropiede. Al 10’ un cross di Orlandi è raccolto da Remonti che opera una mezza rovesciata costringendo Stefani a parare al centro della porta. Al 14’ per poco gli ospiti non vanno in vantaggio: su lancio di Albertelli la palla perviene a Bocchio tutto solo davanti a Salerno, ma l’attaccante grigio indugia troppo. Partenza a razzo dei messinesi nella ripresa, ma al 9’ Salerno deve lanciarsi in tuffo per respingere un colpo di testa ravvicinato di Manenti che aveva ricevuto la palla da Albertelli. Al 28’ è Nicoletti che sfugge a Travia e tira a fil di palo costringendo il portiere ospite ad una applaudita parata. Ormai l’Alessandria pensa solo a difendersi e solo di rado si avventura oltre la propria metà campo. Al 39’ il Messina ottiene il gol della vittoria. Mischia in area alessandrina e palla calciata da Nicoletti; respinge corto Bosio, Remonti che sopraggiunge in corsa e segna. (A.C., «Stampa Sera», 19 marzo 1956) L'Alessandria sconfitta di stretta misura a Messina DOMANI I GRIGI A CATANIA A ranghi incompleti la squadra grigia è stata battuta di stretta misura sul campo del Messina. Le occasioni non sono mancate agli alessandrini e con maggior fortuna la divisione dei punti avrebbe dovuto premiare il comportamento dei compagni di Traverso. Serone, Marchetto e Bocchio hanno avuto ottimi spunti, ma la mancanza di decisione del reparto di punta ha reso inutili gli allunghi di Albertelli e di Traverso nelle azioni di contropiede. A sei minuti dalla fine la pressione offensiva dei siciliani si è conclusa con una rete realizzata da Remonti. Battistella, indisposto, non aveva potuto scendere in campo. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 24 marzo 1956) RISULTATI: Bari-Simmenthal Monza 0-1 Cagliari-Marzotto 2-2 Como-Modena 3-1 Livorno-Parma 1-1 Salernitana-Legnano 0-1 Taranto-Catania 0-0 Udinese-Brescia 3-0 Verona-Palermo 2-2 CLASSIFICA: Palermo 33; Udinese* 31; Simmenthal Monza 30; Como 29; Catania 27; Cagliari 25; Brescia, Legnano 24; Verona 22; Bari, Messina, Parma 21; Marzotto, Modena, Taranto 20; Alessandria 18; Livorno 15; Salernitana* 11 MARCATORI: 16 gol Secchi (Udinese) 14 gol Milani (Monza) 11 gol Bettolini (Legnano), Buzzin (Verona), Erba (Parma) 10 gol Baccalini (Bari), Bredesen (Udinese) 9 gol Barbolini (Modena), Bassetti (Catania), Bettini E. (Como), Bretti (Bari) 8 gol Caprile (Legnano), Ghersetich (Cagliari) 7 gol Cappa (Bari), Loiodice (Monza), Marra (Como), Nicoletti (Messina), Puccinelli (Livorno) Il punto sul campionato Dopo ventitré giornate di campionato si fa sempre piu’ avvincente la lotta per la promozione in Serie A. Il Palermo è stato fermato sul risultato di parità dal Verona: Maselli e Luosi i marcatori dei rosanero, di Buzzin e Bertucco i gol dei padroni di casa. Con tre reti e una grande prova di forza l’Udinese ha avuto la meglio sul Brescia: di Bredesen, Azzimonti e Secchi i marcatori. Importante affermazione esterna del Monza, terzo in graduatoria, sul campo del Bari: match winner Borri mantenendo un punto di vantaggio sul Como che ha superato il Modena.