Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1955/1956
Serie B
15-04-1956 - Giornata: 27 - Bari - della Vittoria


Bari US - Alessandria US 0 - 2 (0 - 1)
RETI: 16. aut. Grani E. [Ba] 75. Vitali A.[A]

Alessandria US Stefani Ideo, Nardi Aldo, Bosio Bruno, Russi Franco, Travia Alfredo, Bodi Luigi, Vitali Alessandro, Manenti Michele, Marchetto Giuseppe, Albertelli Lanfranco, Tinazzi Giorgio All.: Sperone Mario

Formazione avversaria
Bari: Orlandi; Gariboldi, Romano; Macchi, Grani, Mazzoni; Bretti, Cappa, Novelli, Baccalini, Farinelli. All.: Capocasale Francesco.

Arbitro: Lo Bello Concetto (Siracusa)
Note
Angoli: 9-1 (5-1). Spettatori: 10.000. Cielo coperto e vento, terreno buono. Inizio gara ore 15:30.

Commento
Peggio di così non poteva giocare il Bari. Ne ha approfittato l’Alessandria per vincere e, se vogliamo, per stravincere. Come stavano andando le cose, infatti, ben più pingue poteva essere il bottino dei grigi, se questi avessero voluto continuare negli attacchi a fondo e avessero avuto il piede più centrato. La superiorità dell’Alessandria sul Bari, però, non sta nei due gol: sono state due reti semi-fasulle, quelle che hanno decretato il risultato. La prima un’autorete, la seconda irregolare perché segnata da Vitali con una spalla e dopo aver caricato il portiere che è finito a gambe all’aria in fondo al sacco. Questa seconda rete è stata convalidata senza tentennamenti dall’arbitro, che ha così aumentato il già grande numero dei suoi errori in questa partita che, se non hanno avuto peso sull’esito vero e proprio della gara (persa in partenza da un Bari senza idee), hanno d’altro canto innervosito giocatori e pubblico. Povera è la cronaca. Nel primo quarto d’ora – al 4’ – c’è stato soltanto un barlume di azione del Bari, con un bel traversone di Farinelli banalmente sciupato da Novelli. Poi al 16’ l’autorete: tiro fa fuori area di Albertelli, pallone che spiove in area e che Grani di testa, soffiandolo al suo portiere, mette in rete nonostante un disperato tentativo di salvataggio in extremis operato da Romano. Al 18’ una traversa di Novelli. Al 22’ Orlandi ha salvato tuffandosi sui piedi di Marchetto. Al 23’ un tiro di Novelli è stato deviato da Bosio. Quattro minuti dopo i baresi non hanno saputo approfittare di un’occasione d’oro sotto porta. Il gioco è diventato duro e spigoloso; più volte Bretti e Novelli sono stati «accarezzati» da Bosio e sono rimasti a terra doloranti. Nulla di mutato nella ripresa. Al 12’ una girata al volo di Macchi ha trovato pronto Stefani. Al 21’ Vitali ha tirato fuori da pochi passi. Al 30’ il secondo gol: Grani ha alzato a campanile, la palla è caduta sfiorando la traversa e schizzando sulla spalla di Vitali il quale, caricato Orlandi, ha messo in rete. Il resto della gara non ha storia. Solo al 38’ Orlandi e Romano impediscono a Manenti di aumentare il bottino, rinviando in due tempi una cannonata del mezzo destro grigio. Vittime di continui incidenti sono stati Bretti, Cappa e Novelli. (Paolo Magrone, «La Gazzetta dello Sport», 16 aprile 1956) Un disastro di partita. 90’ di gioco a malapena rispettato dall’Alessandria, squadra che, peraltro, avrebbe dovuto fare molto di più contro un Bari bucherellato esattamente da undici lacune, contro un Bari che non aveva neppure un giocatore in forma, neanche Orlandi che, di solito, è in queste circostanze il salvatore della patria, neanche Mazzoni che pure negli ultimi tempi è stato il più continuo e neppure Bretti e Baccalini i quali, oggi, hanno giocato per così dire alle rovescia, dimenticando tutto quello che di buono hanno saputo fare sino ad ora. Tutti con le gomme a terra. Una esibizione da ricordare a lungo perché non è facile giocare così male. Una partita che, nel complesso, si può definire una macedonia di errori, di abulia, di insufficienza completa. E bisogna precisare che non solo il Bari ha scoperto il patrimonio delle sue impreviste debolezze, ma anche l’Alessandria che pur vincendo non è stata irresistibile, anzi si è aiutata con le pezze a colore di due gol fortunosi, uno segnato per suo conto da Grani e l’altro infilato con la nuca quasi senza volerlo, da Vitali. Quindi, potete immaginare che genere di partita sono stati costretti a subire i diecimila fedelissimi di tutte le domeniche. Spettacolo scadente, a tratti ravvivato, verso la fine, dagli spunti dell’Alessandria che, quando il Bari era preda dell’orgasmo più temibile, ha collezionato azioni ad effetto, una delle quali ha riscosso addirittura gli applausi cavallereschi di un pubblico che pure aveva altro per la testa. Che cosa aveva il Bari di oggi? La diagnosi potrebbe essere, se ci consentite, bivalente. Atleticamente, il Bari era ai verbi difettivi. I giocatori arrivavano sulla palla sempre col treno merci. Ma vi è anche un’altra diagnosi della quale bisogna tener conto. La squadra era giù anche finanziariamente. E questa può essere, diciamo così, una malattia ben più grave di quella fisica. Non siamo in grado di stabilire quali di questi malanni abbia determinata la pessima prestazione e l’ennesima sconfitta casalinga. Ma possiamo, comunque, affermare, senza tema di smentite, che ambedue le cause sono all’origine dell’insuccesso odierno. Intendiamoci: i giocatori non hanno voluto perdere per tutelare nel modo più banale i propri interessi, ma hanno affrontato la gara in condizioni psicologiche non del tutto ideali e ciò non costituisce, bene inteso, una scusante perché, tra l’altro, se colpa vi è di questa situazione le responsabilità debbono essere distribuite tra chi non paga e chi non vince. Chiusa la parentesi che riapriremo in altra sede, torniamo alla partita. Il Bari è caduto in trance sin dall’inizio. Si è visto subito che non ingranava. Gli errori superavano nettamente gli interventi buoni e i giocatori non riuscivano a mettere un po’ di ordine nell’impostazione del gioco. Al 3’ un cross di Farinelli poteva dare alla gara ben altro indirizzo, ma Novelli che si era isolata bene sulla destra falliva il tiro ingenuamente, mettendo a lato. Il pubblico invece di fischiarlo decideva di incoraggiare il centroavanti. Comunque, il risultato era sempre lo stesso. Al 7’ le speranze del Bari venivano affidate alla seconda punizione dal limite battuta sino questo momento da Cappa, lo specialista; il tiro era bello, forte, a mezza altezza. Però il pallone sfumava sul fondo, dopo aver lambito un palo della porta alessandrina. Seguivano 8’ di gioco inutile, a metà campo, dove l’Alessandria sfoggiava una mediana di notevoli possibilità, Russi e una sicurezza difensiva, accentuata anche dalla presenza delle due ali e di Albertelli i quali sostenevano in copertura il sestetto che aveva in Travia un uomo quasi sempre libero. Al quarto d’ora la partita si metteva male per il Bari. Il merito non era dell’Alessandria che, per la verità, non aveva combinato nulla di eccezionale in fase offensiva. Era un grossolano errore di Grani che dava il via alla sesta sconfitta casalinga. Il tutto su calcio d’angolo, la lacuna più grave della difesa barese. Si trattava, tra l’altro, dell’unico corner che l’Alessandria ha battuto nel corso di tutta la gara. Autore del tiro dalla bandierina, Vitali; corta respinta di Macchi, palla fuori area ad Albertelli. La mezz’ala piemontese cercava di pescare sulla sinistra Marchetto, ma non vi riusciva perché due giocatori del Bari erano andati sul pallone: Orlandi che lo aveva «chiamato» e Grani che non aveva sentito. Scontro dei due difensori baresi a mezz’aria e palla a campanile, colpita male da Grani il quale, a sua volta era stato sbilanciato dal portiere. Il vento faceva finire la sfera nello specchio della rete là dove Romano, in extremis, la intercettava. Fischio dell’arbitro che era in area di rigore e palla al centro. Era dentro o fuori dalla linea? Noi non abbiamo il teleobiettivo, ma è pur vero che le tiepide proteste dei giocatori baresi, i quali anche in questo oggi erano giù di corda, autorizzano a credere che Lo Bello abbia avuto ragione. Comunque, il Bari reagiva per lo meno in contropiede. Un minuto di tempo e corner in suo favore. Poteva avverarsi il sogno della marcatura su calcio d’angolo anche per i baresi, ma lo svarione di Novelli, corretto da Stefani, mandava la palla sulla traversa e addio pareggio. Altro calcio d’angolo al 22’ e al 32’ ma l’esito per il Bari era sempre lo stesso. Nel frattempo Bretti veniva caricato un po’ duramente e Cappa, colpito ad un ginocchio, andava per qualche minuto fuori dal campo. Il primo tempo si chiudeva con i fischi che il pubblico indirizzava all’arbitro e ai giocatori, e con due minuti di recupero. Secondo tempo. L’Alessandria non cambiava neppure una virgola nella sua tattica difensiva. Il Bari, dal canto suo, invece di migliorare peggiorava e sul contropiede gli ospiti bussavano per il gol della tranquillità. Al 5’ Orlandi effettuava una bella parata su tiro di Tinazzi dalla sinistra. Se il portiere barese avesse fallito l’intervento, due attaccanti alessandrini avrebbero potuto segnare a porta vuota. All’8’, sesto corner per il Bari: lo batteva Bretti, interveniva Baccalini di testa, ma Stefani non correva alcun pericolo: palla fuori. Una punizione dava modo a Macchi, all’11’, di rovesciare in rete, da pochi passi: Stefani si trovava il pallone tra le mani, senza sapere come e anche così per il Bari non andava. Ormai il risultato era a disposizione dei piemontesi. Il Bari non riusciva a valicare l’ultima linea degli ospiti i quali, peraltro, non avevano neppure bisogno di lavorare molto per frenare un attacco squinternato. Si spiegano così gli applausi per l’Alessandria al 20’, allorquando la palla, viaggiando velocemente da Albertelli a Manenti e quindi a Vitali, per poco non finiva nella rete di Orlandi: il tiro lambiva il palo, a portiere battuto. L’altro gol, però, era maturo. Il Bari lo incassava al 28’, ma si trattava di una semi-autorete. Risaliamo alle origini: Grani, per frenare Marchetto, che a piede libero puntava verso Orlandi, lo tratteneva per la maglia. L’arbitro comandava una punizione. Palla ad Albertelli che la inviava al centro dell’area, Orlandi si guadava bene dall’andare incontro alla sfera e Grani, a sua volta, non poteva fare altro, pressato da due avversari, che tentare per lo meno la deviazione in calcio d’angolo. Il «campanile» ricadeva sullo stesso gruppetto di giocatori e, precisamente, sulla nuca di Vitali che, pur essendo di spalle alla porta, riuscì a mettere il pallone in rete. Niente altro da dire. I disastri, per essere completi, hanno bisogno anche di una pennellata di sfortuna. Il Bari tentava di passare al 36’, ancora su corner. Anche Grani si era portato in prima linea, ma l’Alessandria non mollava. Anzi a 6’ dalla fine, con un velocissimo contropiede di Tinazzi, si portò in zona di tiro. L’ala sinistra allungò, infatti, a Manenti che saettò in rete. Orlandi era coperto, ma riuscì egualmente a deviare a gamba testa. E la partita non ebbe più storia, ma solo fischi: ai giocatori baresi e, specialmente, all’arbitro il quale, secondo noi, non ha di certo influito sul risultato. Campo asciutto, gioco ostacolato da un vento fastidioso; al 27’ del primo tempo Bretti restava a terra per un paio di minuti. Verso la mezz’ora si faceva male Cappa che, dopo essere stato per 5’ fuori campo, riprendeva zoppicante il suo posto. (Mario Gismondi, «Corriere dello Sport», 16 aprile 1956) UNA MOVIMENTATA VITTORIA DELL'ALESSANDRIA A BARI: 2 A 0 L’Alessandria, pur priva di Paola Bolognani in veste di mascotte, ha «raddoppiato» ieri allo stadio Comunale il successo conseguito domenica scorsa contro l’Udinese ed ha battuto il Bari per 2-0. Una disgraziata autorete dell’ex torinese Grani ha aperto agli alessandrini la via del successo e il raggiunto vantaggio li ha indotti poi a chiudersi in un gioco di copertura, affidando al contropiede la possibilità di una nuova sorpresa. Nel secondo tempo infatti l’Alessandria riusciva ad aumentare il vantaggio, approfittando del nervosismo che aveva preso a dominare i biancorossi pugliesi, pressoché nulli all’attacco ed alquanto incerti nell’estremo trio difensivo. Ed ecco la cronaca. Il primo quarto d’ora vede un leggero predominio barese, ben controllato dall’Alessandria che si riscuote e passa al contrattacco. Romano al 15’ deve salvare in angolo ed il tiro di Vitali spiove davanti alla porta barese. Grani sfiora la palla di testa e l’errata deviazione provoca un autogoal mentre Orlandi, uscito a vuoto, non può intervenire. La reazione del Bari è veemente ma sterile. Un tiro di Novelli è respinto dalla traversa, mentre uno di Bretti viene salvato in extremis da Nardi. Al 30’ i biancorossi restano in dieci per l’uscita dal campo di Cappa infortunato e l’Alessandria può conservare il vantaggio fino al riposo. La ripresa trova i grigi più circospetti e decisi a difendere il vantaggio con un saldo sbarramento a metà campo rafforzato dall’arretramento di Albertelli. Il Bari cerca disperatamente il pareggio, ma la traversa respinge ancora un tiro di Baccalini su azione impostata da Bretti, mentre uno spiovente di Novelli non trova alcun attaccante pronto a raccoglierlo e a deviarlo in rete. La squadra pugliese, scoraggiata, si lascia dominare dal nervosismo e l’Alessandria ne approfitta per svincolarsi dalla pressione avversaria. Al 25’ su un rapido, sconcertante contrattacco impostato da Marchetto e Manenti, Vitali calcia a lato a portiere battuto. L’ala destra grigia non sbaglia però il bersaglio al 29’: su punizione dal limite, lo «specialista» Albertelli taglia fuori l’intera difesa biancorossa con un passaggio sulla destra a Vitali che, smarcato, inganna il portiere e realizza imparabilmente la seconda rete. (Nicola Calitri, «Stampa Sera», 16 aprile 1956) DOMENICA ORE 15,30 AL MOCCAGATTA Incontro amichevole Alessandria - Pavia La squadra grigia è tornata da Bari con due punti preziosi: avevamo rilevato, nelle nostre note di sabato scorso, che il Bari era l’unica squadra della Serie B – oltre all’Udinese – che non aveva mai terminato la partita col risultato pari. Aveva subito 5 sconfitte e riportato 8 vittorie: non c’era quindi via di mezzo ed i grigi hanno infilato la strada buona, conseguendo una convincente vittoria. Con tale affermazione l’Alessandria ha consolidato la sua posizione in classifica, raggiungendo quota 23, precedendo il Marzotto con 22 punti, il Livorno con 17 e la Salernitana con 12. Ora, più che guardarci alle spalle, abbiamo la possibilità di aspirare ad un maggior consolidamento della posizione in classifica. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 21 aprile 1956) RISULTATI: Cagliari-Salernitana 3-2 Como-Legnano 2-1 Marzotto-Catania 2-1 Messina-Palermo 3-3 Modena-Simmenthal Monza 1-1 Parma-Brescia 2-0 Udinese-Livorno 2-1 Verona-Taranto 1-0 CLASSIFICA: Palermo 40; Udinese 37; Simmenthal Monza 34; Como 33; Catania 32; Cagliari 31; Legnano 28; Brescia, Verona 27; Taranto 26; Bari 25; Messina, Modena, Parma 24; Alessandria 23; Marzotto 22; Livorno 17; Salernitana 12 MARCATORI: 21 gol: Secchi (Udinese) 16 gol: Milani (Monza) 13 gol: Baccalini (Bari) 12 gol: Bettolini (Legnano), Buzzin (Verona), Ghersetich (Cagliari) 11 gol: Barbolini (Modena), Bredesen (Udinese), Bretti (Bari), Erba (Parma) 10 gol: Regalia (Cagliari) 9 gol: Bassetti (Catania), Bettini E. (Como) 8 gol: Caprile (Legnano) 7 gol: Bicicli (Parma), Cappa (Bari), Ferrarese (Taranto), Gaeta (Modena), Loiodice (Monza), Marra (Como), Nicoletti (Messina), Puccinelli (Livorno), Rossi A. (Messina), Taccola (Livorno) Il punto sul campionato Spettacolare pareggio per la capolista Palermo, capolista, opposta al Messina: al termine di una gara vibrante erano state sei le reti totali realizzate. Ne ha approfittato l’Udinese che aveva superato, di misura, il Livorno con i gol di Magli e Secchi. Il Monza, terzo, non era andato oltre il punteggio di parità sul campo del Modena. Si era avvicinato il Como che ha battuto il Legnano: decisivo il rigore di Baldini.