Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1955/1956
Serie B
29-04-1956 - Giornata: 28 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Como AC 1 - 1 (0 - 0)
RETI: 80. Bodi L.[A] 72. rig. Baldini G. [Co]

Alessandria US Stefani Ideo, Nardi Aldo, Bosio Bruno, Russi Franco, Travia Alfredo, Bodi Luigi, Vitali Alessandro, Manenti Michele, Marchetto Giuseppe, Albertelli Lanfranco, Tinazzi Giorgio All.: Sperone Mario

Formazione avversaria
Como: Panizzolo; Cuttica, Grassi; Palazzoli, Mezzadri, Marsili; Bellini, Favini, Santoni, Marra, Baldini. All.: Lamanna Hugo.

Arbitro: Corallo Tommaso (Lecce)
Note
Angoli: 6-1. Spettatori: 7.000. Tempo piovoso, terreno viscido. Inizio gara ore 15.30

Commento
ALESSANDRIA-COMO 1-1 Presente "Mike" l'arbitro... raddoppia Sport e mondanità a braccetto ieri allo stadio dell’Alessandria. In tribuna d’onore, invitati dal presidente dei grigi ing. Sacco, erano presenti Edy Campagnoli e Mike Bongiorno, il popolarissimo presentatore di «Lascia o raddoppia?» e la sua graziosa collaboratrice. In elegante soprabito bianco lei, con un foulard nero ad incorniciarle i biondi capelli, in distinto abito grigio e con l’inseparabile pipa in bocca lui. La tribuna era severamente presidiata dalla forza pubblica e dai troppo solerti funzionari della Società Autori ed Editori, che proibivano l’accesso persino ai giornalisti. I due divi della televisione, prima, durante e dopo la gara tra i grigi ed il Como, hanno dovuto tuttavia pagare il gradito tributo della loro popolarità, firmando centinaia e centinaia di fotografie. Tra i cacciatori di autografi ci si è messo anche l’arbitro Corallo di Lecce e Mike scherzosamente ha tracciato in fondo ad una cartolina il suo giudizio sulla partita, con la frase: «All’arbitro Corallo che ha raddoppiato…». Il direttore di gara pugliese, senza bisogno di entrare nell’ormai famosa cabina di vetro, ha «raddoppiato» un calcio di rigore a sfavore dell’Alessandria, ordinandone la ripetizione dopo che il portiere grigio Stefani aveva neutralizzato il tiro dagli undici metri muovendosi prima del tempo. Corallo ha applicato alla lettera il regolamento e, anche se molti altri arbitri non sarebbero stati così severi, non gli si può far colpa se per la sua onesta applicazione delle regole la Alessandria ha rischiato la sconfitta. Quando è avvenuto l’episodio il punteggio era ancora sullo 0-0, a poco meno di venti minuti dalla fine dell’incontro. I grigi avevano sottoposto gli azzurri lariani ad una pressione continua ma disordinata, ma un infortunio toccato subito all’inizio del gioco al loro centrattacco Marchetto – duramente colpito ad una caviglia dal numero 3 avversario Grassi – ha ridotto a metà la potenza d’urto della prima linea alessandrina. È facile quindi comprendere come l’offensiva dell’Alessandria avesse poche possibilità di successo contro una difesa solida come quella lariana, sostenuta a metà campo da un impeccabile «quadrilatero». Poche emozioni quindi nei primi 45’ e reti inviolate al momento del riposo. Nella ripresa il monotono «tran tran» del gioco è continuato, ravvivandosi soltanto al 16’ quando Travia si è aiutato con le mani per togliere a Santoni una palla da goal e l’arbitro ha fatto segno di continuare. Dieci minuti dopo, l’episodio clamoroso: Bodi, appena dentro l’area di rigore, ha nettamente sgambettato Favini lanciato a rete. Corallo questa volta ha indicato senza esitazione il dischetto bianco e Baldini (il migliore del Como con Mezzadri, Favini e l’ex grigio Marra) si è apprestato al tiro. Stefani però si è mosso chiaramente prima ed ha potuto respingere il pallone; il direttore di gara, incurante delle proteste alessandrine, ha ordinato la ripetizione del tiro e per il rigore-bis Baldini non ha più fallito la mira. Il goal del Como ha scatenato in tribuna – il luogo dove dovrebbe trovarsi l’élite degli sportivi – degli incidenti poco simpatici. Fra l’altro un anziano collega milanese, per l’unica colpa di aver espresso il suo obiettivo parere sulla concessione del penalty, è stato minacciato da un gruppo di scalmanati. La confusione ha impedito di valutare esattamente la portata dell’episodio, ma pare che il giornalista sia stato pure colpito. Un caso di intolleranza veramente grave. L’Alessandria – tornando alla partita – aveva giocato male fino a quel momento, mettendo in mostra soltanto la sicurezza di Nardi e Bosio, la volontà degli infaticabili Russi e Albertelli e le finezze, purtroppo senza collaborazione, del tecnico Manenti. Aveva giocato male, ma non fino al punto di meritare la sconfitta, che pur si andava inevitabilmente profilando. I grigi hanno avuto tuttavia nel quarto d’ora finale una magnifica impennata di orgoglio, hanno stretto il Como nella sua area e al 34’ hanno ottenuto imperiosamente il pareggio con lo stesso atleta che aveva provocato il rigore: Bodi, ricevuto il pallone da Marchetto spostato a sinistra, ha tirato violentemente in porta, Panizzolo si è tuffato con un attimo di ritardo e la sfera, battendogli su una spalla, è schizzata in rete. (Gianni Pignata, «Stampa Sera», 30 aprile 1956) Tutto ha congiurato per far catalogare la partita Alessandria-Como fra le più brutte disputate finora al Moccagatta. La pioggia, il terreno viscido, l’infelice arbitraggio, il gioco scadente delle due contendenti, l’eccessiva irruenza degli atleti sono stati i fattori che hanno dato origine alle due reti che si possono definire fasulle. La prima, in particolar modo, in quanto è stata realizzata mercé un doppio errore arbitrale: su fallo fuori area di Bodi ai danni di Favini, il direttore di gara sentenziava la massima punizione. La batteva Baldini e Stefani con una spettacolosa parata scongiurava il pericolo. Il signor Corallo però ravvisava nel tuffo del portiere alessandrino un ipotetico anticipo e faceva ripetere il tiro. Questa volta Baldini coglieva il bersaglio. Facile immaginare ciò che è accaduto sul campo e nelle tribune dopo la realizzazione non troppo ortodossa dei lariani. Gli azzurri si serravano in difesa mentre i grigi, frustati dall’immeritato successo, rabbiosamente assediavano la rete degli ospiti. I padroni di casa svolsero un volume di gioco superiore a quello degli ospiti, ma la cattiva giornata di Vitali, Tinazzi e incerto qual modo Marchetto non diedero i desiderati frutti. Solo la mediana dei piemontesi riusciva a costruire sia pure saltuariamente qualche tema pregevole. Ottima sotto ogni punto di vista la prestazione della difesa. Il Como non ha fatto grandi cose. Il gioco svolto dai suoi uomini non ha impressionato in quanto si basò più sugli spunti individuali di Favini, Santoni e Baldini che su azioni d’assieme. Il migliore degli attaccanti lariani fu senza dubbio Favini. Gagliarda la mediana. La difesa ha assolto i suoi compiti ammirevolmente sebbene Grassi, con le sue numerose scorrettezze, abbia rischiato di mettere a repentaglio la rete così valorosamente difesa da Panizzolo. Il primo tempo filò liscio e tranquillo, la ripresa fu assai movimentata. Nulla di eccezionale sino al 17’. Poi cominciava la sarabanda. Travia, pressato da Santoni, cadeva in area di rigore colpendo con le mani la palla. L’arbitro giustamente rilevava l’involontarietà del fallo e sorvolava sull’incidente nonostante le proteste dei lariani. Al 27’ l’episodio già descritto del rigore. Fra urli e fischi il gioco riprese. Gli alessandrini scattarono assediando letteralmente la rete lariana e tanto insistette che al 35’ Bodi, su passaggio di Marchetto, ristabiliva il pareggio. E su questa rete calava praticamente il sipario sulla brutta e sconfortante competizione. (Romolo Vite, «La Gazzetta dello Sport», 30 aprile 1956) L’incontro è stato condotto alla maniera forte; già al 4’ Marchetto è duramente toccato da Grassi e deve rimanere fuori campo per cinque minuti. È rientrato azzoppato e per un buon quarto d’ora è rimasto all’ala destra inutilizzato al posto di Vitali; poi si è ripreso e ha nuovamente assunto il suo ruolo, sebbene non nelle migliori condizioni. Gli azzurri lariani hanno profuso tutte le loro energie con uno slancio ed un ardore da richiamare più volte l’intervento dell’arbitro. Solida e robusta in difesa e nella mediana, la squadra, ove ha campeggiato ancora una volta l’anziano Baldini, è mancata invece all’attacco e qui si è visto in particolare la intraprendenza dell’ex grigio Marra che tuttavia non è riuscito a costruire alcuna efficace azione conclusiva. Questo lato negativo è stato emulato dall’attacco grigio, forse in condizioni peggiori, poiché gli alessandrini hanno, nel complesso, nettamente prevalso a metà campo, ma sono apparsi lenti, slegati e inefficienti in area di rigore. Più volte i grigi hanno avuto la possibilità di pervenire al successo, ma hanno prevalentemente fallito il bersaglio oppure hanno trovato in Palazzoli un pronto e sicuro difensore. La partita ha avuto così una pressoché uniforme fisionomia nei due tempi e nei due settori: una continua, affannosa ricerca del successo, con trame ben congegnate a metà campo, ma pressoché inconcludenti in area di rigore. Con slancio ammirevole, la mediana alessandrina ha rifornito di continuo i suoi avanti che raramente ne hanno approfittato per concludere quel paziente lavoro preparatorio. Se si eccettua una facilissima occasione fallita da Savini, solo a pochi passi da Stefani, e un bel tiro di Vitali da venti metri a fil di palo, oltre a uno di Manenti mancato per un soffio, le restanti azioni si sono confuse in un grigiore uniforme. Al 2’ del secondo tempo, in un improvviso capovolgimento della situazione, Savini fugge tutto solo da oltre metà campo verso Stefani. Lo insegue affannosamente Bodi, uno dei migliori in campo, che manda a gambe levate l’avversario. Per la verità, il fatto era stato compiuto un passo fuori dall’area di rigore e Savini per lo slancio è rotolato a terra entro l’area fatale. L’arbitro comunque concede il calcio di rigore tra le vive proteste dei locali. Stefani blocca il tiro ma l’arbitro fa ripetere la punizione; questa volta tira Baldini e la palla si insacca nell’angolo sinistro. Rabbiosamente, nell’eccitazione generale per l’improvviso capovolgimento dell’incontro, reagiscono gli alessandrini. Al 35’ Marchetto, sulla linea di fondo, allunga diagonalmente a Bodi e questi calcia, con molto effetto, il pallone che sfugge al portiere e si insacca in rete. I grigi premono con maggiore assiduità e sembra possano prevalere quando, a pochi minuti dalla fine, in un nuovo rovesciamento del fronte, Baldini calcia una punizione dal limite dell’area di rigore alessandrina: acrobaticamente Stefani agguanta la preda e salva così la squadra della sconfitta. (Giovanni Camagna, «Corriere dello Sport», 30 aprile 1956) OGGI, ORE 16, AL “MOCCAGATTA" Sarà teletrasmessa la partita Alessandria-Marzotto La partita Alessandria-Como si è chiusa in parità, dopo 90 minuti di gioco avvincente non per la scioltezza di gioco ma per l’incertezza costante dei reparti d’attacco e delle stranezze del direttore di gara. Come avevamo previsto, purtroppo, la nostra squadra – dopo il riposo imposto dall’incontro nazionale – non ha giocato con la solita forza di penetrazione ed il Como, pur senza applicare il «catenaccio», ha mantenuto una tattica prudenziale, riuscendo ad avere buon gioco nel circoscrivere le azioni metà campo. Per tutto il primo tempo le difese hanno prevalso sugli attacchi: nella ripresa l’arbitro Corallo di Lecce, su un marchiano intervento di Bodi, ha concesso il rigore per un fallo commesso un metro prima della linea bianca. La punizione calciata da Baldini è stata parata da Stefani: l’arbitro però – forse pretendendo che il portiere grigio stesse sull’attenti, ha fatto ripetere il tiro, nonostante le proteste dei giocatori e del pubblico: la rete questa volta è stata realizzata. Proseguendo nella partita i grigi hanno condotto una incalzante offensiva ed hanno raggiunto il pareggio con un tiro fortissimo di Bodi il quale si è fatto così perdonare il precedente sbaglio: da notare che il centroattacco Marchetto, infortunatosi nei primi minuti di gioco, era rimasto ugualmente in campo, zoppicando: forse in tali condizioni, spostato all’ala, avrebbe potuto rendere di più. Tra i migliori in campo, Bosio e Albertelli. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 5 maggio 1956) RISULTATI: Cagliari-Palermo 1-1 Catania-Udinese 0-0 Legnano-Parma 1-1 Livorno-Brescia 3-2 Marzotto-Messina sospesa per impraticabilità del campo Modena-Taranto 3-0 (giocata il 21 aprile 1956) Simmenthal Monza-Salernitana 3-3 Verona-Bari 2-1 CLASSIFICA: Palermo 41; Udinese 38; Simmenthal Monza 35; Como 34; Catania 33; Cagliari 32; Legnano, Verona 29; Brescia 27; Modena, Taranto 26; Bari, Parma 25; Messina, Alessandria 24; Marzotto 22; Livorno 19; Salernitana 13 MARCATORI: 21 gol: Secchi (Udinese) 17 gol: Milani (Monza) 13 gol: Baccalini (Bari), Buzzin (Verona) 12 gol: Barbolini (Modena), Bettolini (Legnano), Bretti (Bari), Ghersetich (Cagliari) 11 gol: Bredesen (Udinese), Erba (Parma) 10 gol: Regalia (Cagliari) 9 gol: Bassetti (Catania), Bettini E. (Como) 8 gol: Caprile (Legnano) 7 gol: Bicicli (Parma), Cappa (Bari), Ferrarese (Taranto), Gaeta (Modena), Loiodice (Monza), Marra (Como), Nicoletti (Messina), Puccinelli (Livorno), Rossi A. (Messina), Taccola (Livorno), Testa L. (Salernitana) Il punto sul campionato La ventottesima giornata ha visto il rinvio della sfida Marzotto-Messina causa impraticabilità del campo. La capolista Palermo è stata fermata sull’1-1 a Cagliari: vantaggio dei sardi con Pantaleoni e pareggio di Pistacchi a due minuti dalla fine. Sono stai tre i punti di vantaggio sull’Udinese che ha pareggiato il match di Catania. Spettacolare 3-3 tra Monza e Salernitana, ultima in classifica: i brianzoli sono riusciti ad evitare la beffa a cinque minuti dalla fine.