Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1955/1956
Serie B
08-04-1956 - Giornata: 26 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Udinese AC 1 - 0 (0 - 0)
RETI: 67. aut. Magli (II) A. [Ud]

Alessandria US Stefani Ideo, Nardi Aldo, Bosio Bruno, Russi Franco, Travia Alfredo, Bodi Luigi, Vitali Alessandro, Manenti Michele, Marchetto Giuseppe, Albertelli Lanfranco, Tinazzi Giorgio All.: Sperone Mario

Formazione avversaria
UDINESE: Romano; Baccari, Valenti; Snidero, Pinardi, Magli (II) Augusto; Castaldo, Menegotti, Secchi, Bredesen, Fontanesi (I) Alberto. All.: Bigogno Giuseppe.

Arbitro: Guarnaschelli Francesco (Pavia)
Note
Angoli: 2-10 (0-3). Spettatori: 14.000. Giornata di sole, terreno asciutto. Inizio gara ore 15:30.

Commento
L’Udinese ha perso e non ha da accampare alcuna scusante. Dalla difesa incerta, in particolar modo nel rientrante Pinardi, ai laterali che con Menegotti non riescono a dominare la zona di centrocampo, per finire all’attacco dove il solo Bredesen ha avuto spunti felici, ma unicamente nel primo tempo, l’undici di Bruseschi ha dimostrato di essere una sbiadita copia della bella squadra che tanta ammirazione ha saputo suscitare tra gli sportivi italiani. Dopo un buon quarto d’ora iniziale, Magli e compagni si sono addormentati. Subito il gol hanno tentato di risalire la corrente, ma ormai il nervosismo serpeggiava nelle loro file e superare l’accanita difesa grigia era un problema pressoché impossibile. Il finale, è vero, è stato tutto dell’Udinese, ma Stefani non è stato mai seriamente impegnato. I tiri di Bredesen e compagni finivano o addosso a qualche giocatore avversario oppure terminavano sul fondo. C’è però un giocatore tra i bianconeri che merita un sincero elogio: il giovanissimo Baccari, che non ha mai perso la testa e che ha disputato davvero una partita positiva. Sugli altri preferiamo esimerci da ogni commento. Limitiamoci solo a dire che se gli uomini di Bigogno continueranno a giocare sul metro di oggi, non tanto facilmente riusciranno a guadagnarsi la promozione in Serie A. E l’Alessandria? Quale entusiasmo, quale volontà tra i grigi! Nebuloso il primo tempo, nella ripresa hanno buttato sulla bilancia della partita tutto il loro ardore e la vittoria li ha giustamente premiati. Impostata saggiamente la partita sul piano tattico (Albertelli retrocesso tra i laterali e l’ala sinistra Tinazzi spostata leggermente verso il centro), l’undici di Sperone ha dimostrato, a nostro giudizio, di essere particolarmente adatto per il contropiede, più che per un gioco di manovra. Qualche cenno di cronaca. La prima azione pericolosa è dell’Alessandria (10’): prodezza di Vitali che lascia surplace Valenti; il suo tiro viene però respinto di piede dall’attento Romano. La partita si mantiene su un piano di equilibrio per una decina di minuti, poi l’Udinese prende un leggero sopravvento. 22’: Bredesen va via sulla destra, giunto sulla linea di fondo centra; Secchi sfiora il pallone di testa, quindi in mezza rovesciata salva Nardi. I bianconeri attaccano sì, ma senza impensierire mai Stefani. Verso la mezz’ora l’Alessandria ha un coraggioso risveglio, ma anche i grigi, una volta giunti in area, sono chiaramente dominati dai difensori avversari. Il ritmo della partita è molto scadente e il pubblico non manca di manifestare il proprio malumore per lo spettacolo davvero infelice offerto dalle due squadre. Nel finale ancora attacchi degli ospiti che tuttavia non riescono a impegnare neppure una volta Stefani. Ripresa: al 3’ Marchetto colpisce la traversa; riprende Manenti, ma il suo tiro è impreciso. L’Alessandria è ora scatenata e l’Udinese si difende affannosamente. Su un contropiede ospite, Travia mette in corner: tiro dalla bandiera e Bredesen ha sul piede un pallone da gol, ma lo precede Nardi che risolve così la pericolosa situazione. 12’: punizione nei pressi della bandierina battuta da Albertelli; testa di Vitali, il pallone batte sulla parte superiore della traversa e termina sul fondo. Al 22’ arriva il gol. Rovesciata di Castaldo al limite dell’area bianconera: fischio dell’arbitro e punizione a due per gioco pericoloso; dopo animata discussione per la posizione dei difensori ospiti, batte Bodi che tocca a Travia, fucilata deviata da Magli e Romano, spiazzato dall’intervento del compagno, è battuto. L’Udinese si butta ora rabbiosamente all’attacco, mentre l’Alessandria adotta una tattica di stretta copertura lasciando all’attacco Marchetto che, pur solo, riesce a mettere più volte nei pasticci la difesa ospite. Sono minuti di passione per i tifosi locali che, tutti in piedi, incitano i propri beniamini. Poi arriva il fischio di chiusura (a proposito, l’arbitraggio di Guarnaschelli, nel complesso, è stato soddisfacente). I bianconeri s’infilano subito nel sottopassaggio, mentre i grigi, raccolti al centro del campo, vengono entusiasticamente applauditi dal pubblico. Sembra di essere tornati ai bei tempi della vecchia Alessandria. Giornata di sole con pubblico da tutto esaurito: circa 12.000 spettatori, ospite di eccezione Paola Bolognani. Partita condotta con decisione, ma nel complesso corretta: nessun incidente degno di rilievo. (Nuccio Ambrosetti, «La Gazzetta dello Sport», 9 aprile 1956) IL SORRISO DI PAOLA BOLOGNANI HA PORTATO FORTUNA ALL'ALESSANDRIA La bella della tv è tifosa dell'Udinese ma ieri la squadra friulana è stata battuta dai grigi per uno a zero - Una medaglia d'oro ed un orsacchiotto regalati alla spettatrice d'eccezione Alessandria batte Udinese per una rete a zero, tra i dodicimila spettatori anche Paola Bolognani, la biondissima studentessa che la tv ha portato alla celebrità nazionale. A dir il vero, la ragazza di Pordenone non doveva aver proprio nei suoi piani questa trasferta calcistica, ma la «voce» della sua presenza al Moccagatta, una voce nata chissà come in principio di settimana, aveva seminato l’agitazione tra le falangi di ammiratori che la «miss tv» vanta in terra mandrogna. E cosi l’ing. Sacco, presidente dei grigi – dopo aver pensato: «Qui se la prendono già con me quando la squadra non va, adesso diventa colpa mia anche se la Bolognani non si lascia vedere…» – spedì a Milano un messo di fiducia cui la Paola nazionale non seppe evidentemente dir di no: ed una Packard nera ed elegantissima sbarcò al campo il suo carico prezioso, che l’arbitro Guarnaschelli aveva da un solo minuto fischiato il via. La Bolognani vestiva un tailleur azzurro molto «comme il faut» e sorrideva agli applausi che ormai per lei sono diventati abitudine. Un bel sorriso aperto, da studentessa in vacanza che prende gusto al divertimento. I tifosi – quelli del calcio, quelli che erano venuti per la partita – furono distratti appena appena un attimo (sentimmo alle nostre spalle un veloce, ma accanito dibattito sulle caviglie della Paola, se sono grosse oppure no) poi si rituffarono nel match, che Alessandria ed Udinese disputavano di slancio, proprio come si conveniva a due squadre della vecchia e cara provincia. I friulani contavano nei ranghi il rientro di Pinardi e di Romano ed allineavano a terzino destro un ragazzo di diciannove anni, Baccari; sulla carta erano i più forti; c’era adesso anche la Bolognani in veste di mascotte; poco da fare, i pronostici erano tutti a striscioni bianchi e neri. Si pensava, anzi, che i padroni di casa si sarebbero chiusi in una tattica difensiva imbottita ad oltranza di prudenza ed invece i grigi, pur non mandando a carte quarantotto uno schieramento dove Albertelli aveva funzioni di regista a mezzo campo, si sbarazzarono presto di ogni complesso riverenziale: l’Udinese sì, attaccava, si spingeva avanti facendo perno sui ghirigori stilistici di Bredesen, ma l’Alessandria, pur badando a non lasciar briglia sciolta al collo della prima linea di Bigogno, dal canto suo non perdeva tempo a lanciarsi all’offensiva, saggiando la scarsa abilità dei terzini avversari ed obbligando la Bolognani, sistemata a dovere in tribuna d’onore con un fotografo accoccolato alle ginocchia che di tanto in tanto si toglieva la voglia di riprendere da due passi la fiorente fanciulla, obbligando la Bolognani – dicevamo – a nascondere, sotto il sorriso che è diventato la sua insegna, i batticuori del tifo. Botta e risposta, le azioni si equilibravano in un campo nell’altro, in un gioco magari non squisitamente tecnico, ma vibrante d’entusiasmo. Qua e là la fiammata degli episodi più interessanti: al 20’ un lancio di Bodi ed un’incertezza di Pinardi mettevano di fronte in un aereo «tu per tu» Romano e Marchetti ed il portiere aveva la meglio d’un soffio; al 23’ Bodi, con una rovesciata da acrobata, rompeva un pericolosissimo ricamo Bredesen-Secchi; alla mezz’ora Guarnaschelli fischiava un fallo veniale e tra la folla si sentiva un urlo: «Arbitro, questo non è pertinente!»; al 35’ Castaldo passava a Menegotti, che dalla posizione di ala destra operava un traversone sul quale Secchi arrivava in ritardo di un decimo di secondo; al 40’ Pinardi spingeva Marchetto contro la rete di fondo e l’ex granata si arrabbiava con Magli, ma l’arbitro chiudeva tutti e due gli occhi. Fine del tempo, discussioni, mondanità. Passeggiata dei tifosi sotto la tribuna, a dar una sbirciatina alla Paola Bolognani, decisamente spigliata nel suo ruolo di attrazione. Le donne guardano e dicono «Tutto lì?», gli uomini, per lo più, sostengono che la studentessa sia meglio al naturale che sugli schermi. La forza pubblica fa gli straordinari per respingere gli assalti dei curiosi; un giorno della passata settimana ha dovuto difendere dai «patiti» le dive ed i divi del cinema al loro passaggio nel corso del Rallye, ora è di turno la campionessa di «Lascia o raddoppia?». E la Bolognani sta al gioco, parla delle prove per incidere dischi, prove che al mattino ha sostenuto a Milano con Teddy Reno, dice che martedì se ne torna a Pordenone, informa che da un sacco di tempo non assisteva più ad una gara di football. Mentre nuove ondate di fotografi si danno al contorsionismo per trovare inquadrature d’effetto, la studentessa riceve mazzi di fiori in omaggio; qualcuno tenta battute di spirito di scarsa lega, la ragazza disarma tutti con quel piglio fresco che è la freccia migliore del suo arco. La partita ricomincia, torna la calma nella piccola tribuna, anche se la gara prende fuoco. Manenti tocca a Marchetto che tira al volo: palla sulla traversa, una mischia storica, palla sul fondo. Il pubblico ora guarda solo in campo, la Bolognani chiede ad una aranciata il sollievo da tanta emozione; ma la manfrina continua; ecco al 5’ Marchetto alzar di una spanna più in su del necessario, ecco al 6’ Bredesen sfiorare il goal, ecco al 12’ Vitali saltar come un capriolo da un gruppo fitto sotto la rete di Romano, toccar di testa il pallone che batte sulla traversa, e schizza via. Le urla si sono fatte roche, chi si aspettava un’Alessandria così viva, che scatta di slancio, che disorienta una Udinese da Serie A? È festa sugli spalti dopo tanto soffrire ed il coro della passione aiuta, sospinge quasi la squadra a continuare la sua azione contro la rete avversaria. «For-za gri-gi, for-za gri-gi»: l’incitamento raggiunge vette di incredibile intensità; e, al 23’, pare uno scoppio l’entusiasmo quando si scatena: l’Alessandria ha segnato. Un’azione qualunque, una punizione a due calci battuta ad una ventina di metri da Romano. Il solito bisticcio per la barriera dei difensori che sembra non rispettare le distanze volute dal regolamento, c’è anche Magli che, irrequieto, saltella per ostacolare il tiro. Due, tre minuti di bisticcio in sordina, poi Bodi «tocca» piano a Travia, che, nel calcio, mette tutt’intera la sua esuberanza. Il pallone è una fucilata, sfiora Magli, inganna il portiere, si insacca. La folla tripudia e si adegua. Scandisce: «Raddoppia, raddoppia!». Vuole un altro goal, la Bolognani sorride sempre: se davvero fa il tifo per l’Udinese è una attrice perfetta. Perché i giocatori van per le spicce, perché si affacciano qua e là scorrettezze, perché al 27’ in una mischia selvaggia per poco l’Udinese non pareggia, perché tre minuti dopo, in un repentino rovesciamento di fronte, Marchetto sfiora il secondo punto. Fiato grosso, mischie, mischie, mischie. Ad un paio di minuti dalla fine la Bolognani raggiunge gli spogliatoi, ad evitare gli ardori eccessivi dei suoi sostenitori; l’arbitro Guarnaschelli, incamminando il fegato degli alessandrini verso le peggiori malattie, allunga la gara, 1’20” di recupero, ma il risultato non cambia nemmeno se Pinardi si spinge all’attacco: 1 a 0 per i grigi. Negli spogliatoi la gioia dei ragazzi di Sperone commuove, cosi come la sconsolata rabbia dei friulani. Tranquillissima, la spettatrice numero 1 chiede le interviste. Come va la scuola? «Bene – risponde – prima di partir da Pordenone ho fatto il compito in classe di greco». Darà alla fine dell’anno i suoi bravi esami, quindi andrà a stabilirsi o Firenze. E la gara? «Ottimi Vitali e Marchetto, la difesa dell’Udinese ha ballato, i friulani sono stati senza fortuna ma l’Alessandria ha meritato la vittoria». Splendido; commento giusto, anche a distanza di tempo e senza milioni in palio, la studentessa di Pordenone «raddoppia». Per una medaglia d’oro e per un orsacchiotto, il ricordo che l’Alessandria le ha offerto dopo una giornata in cui ogni cosa era andata bene. Anche l’arbitraggio, e non è poco. «Gigi Boccacini, «Stampa Sera», 9 aprile 1956) Grande giornata mondano-sportiva allo stadio Comunale di Alessandria quale da tempo non si era verificata nella pur movimentata vita del sodalizio locale, prossimo al suo cinquantennio di attività. È stata la sagra della letizia, della cortesia e della vigorosa lotta come i grigi sanno dedicare nei momenti felici delle loro esibizioni e in cui è particolarmente impegnato l’orgoglio e lo spirito della difesa dei colori sociali. Paola Bolognani, l’attraente studentessa friulana, dopo una settimana di incerte alternative, ha deciso all’ultimo momento di scendere ad Alessandria e di assistere alla competizione, il che ha fatto affollare in modo inusitato lo stadio. Accompagnata dalla mamma, la bionda Paola è stata fatta segno ad ovazioni ed omaggi floreali da parte del Presidente del sodalizio, ing. Sacco, e di alcuni ammiratori, ed ha assistito dalla tribuna d’onore alla movimentata e memorabile gara, che ha registrato finalmente una luminosa vittoria alessandrina. I bianconeri udinesi, forti della loro classe e sorretti da una tecnica invidiabile, hanno iniziato le ostilità a forte andatura: puntando sul fattore psicologico, essi hanno cercato di superare la difesa alessandrina, convinti che, battuti i grigi nella prima parte dell’incontro, il loro morale ne sarebbe rimasto assai scosso. L’Alessandria, invece, pur con due riserve in campo – Bodi al posto di Traverso e Albertelli che sostituiva Perin – ha retto magnificamente all’urto, ha resistito a tutti gli assalti sviluppati dal centro, dalla destra e dalla sinistra dallo schieramento offensivo bianconero, controllandone gli sviluppi. Chiuso a reti inviolate il primo tempo, i grigi sono passati alla riscossa nella ripresa, in cui hanno prevalso alla distanza dominando a tratti con azioni ben congegnate tra mediana e attacco. Un tiro di Marchetto in corsa è stato deviato dal palo, un’altra sua cannonata ha sfiorato di poco il bersaglio, imitato da Manenti, che ha visto fallire una sventola a fil di palo. In campo friulano degne di rilievo alcune belle azioni di Bredesen, Menegotti e Secchi, con tiri peraltro falliti. Al 23’ l’azione risolutiva: Albertelli, su calcio di punizione da circa quindici metri, devia la palla verso Travia, che supera l’accorrente Magli e segna imparabilmente a portiere spiazzato. C’è chi afferma che la palla, nel corso della traiettoria impressale da Albertelli, abbia leggermente urtato contro il piede di Magli, così da facilitare il definitivo tocco di Travia e quindi l’imparabile segnatura del gol. L’esplosione di giubilo divampata sul campo non ha avuto limiti: invano l’Udinese è ricorsa ancora alle sue prestigiose risorse, che a tratti hanno messo in apprensione la rete alessandrina, senza riuscire peraltro a dominare gli eventi. I grigi hanno tenuto testa vigorosamente ai grandi e sfortunati avversari, ottenendo la più bella vittoria di questa dura annata. Anche Paola Bolognani, al termine dell’incontro, ha riconosciuto il merito della squadra alessandrina e pur delusa per la sconfitta dell’Udinese, non ha mancato di ammirare il baldo comportamento dell’Alessandria. Giornata calda di sole. Gioco vivacissimo nei due campi con alcuni lievi scontri; ammonito Tinazzi (Giovanni Camagna, «Corriere dello Sport», 9 aprile 1956) LA BELLA VITTORIA DEI GRIGI SULL'UDINESE L'Alessandria domani in trasferta a Bari Come avevamo previsto, la squadra grigia, di fronte all’Udinese che lo scorso anno si era classificata seconda nel campionato Serie A, ha ritrovato lo slancio e la volontà proverbiali. Il folto pubblico che ha stipato il Moccagatta nonostante la mediocre prova della domenica precedente ha esultato per la magnifica vittoria conseguita in modo netto: la rete realizzata dai grigi è stata definita una autorete, mentre si è trattato di una deviazione in extremis del difensore Magli quando già la palla era stata calciata verso la rete e Romano era tutt’altro che sicuro di sventare l’insidia. Altre brillanti azioni degli attaccanti alessandrini hanno messo in serio pericolo la rete dell’Udinese, mentre Stefani non è mai stato seriamente impegnato, nonostante i reiterati attacchi dei bianconeri. Le azioni degli attaccanti ospiti sono state contenute egregiamente dalla difesa grigia, meritevole di elogio in blocco, particolarmente Albertelli che ha svolto un saggio gioco di distribuzione. L’attacco ha vissuto sulla pericolosità di Marchetto. Il pubblico non ha più fischiato ed ha tributato applausi al volonteroso Bodi che, schierato nel suo ruolo abituale, è stato uno dei migliori artefici nel gioco difensivo dell’ultimo quarto d’ora della partita. Una vittoria netta, quindi, ed una sincera riconciliazione tra pubblico, dirigenti e giocatori. Sugli spalti ha portato fortuna alla squadra grigia Paola Bolognani, giunta ad Alessandria per sostenere l’Udinese! […] La Bolognani dopo la partita ha partecipato ad un ricevimento nel corso del quale le sono stati offerti, a ricordo della giornata, un orsacchiotto (simbolo dei grigi) e una medaglia d’oro. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 14 aprile 1956) RISULTATI: Brescia-Cagliari 2-2 Legnano-Marzotto 1-0 (giocata il 7 aprile 1956) Livorno-Como 2-0 Messina-Modena 1-1 Palermo-Bari 1-0 Salernitana-Verona 0-1 Simmenthal Monza-Catania 0-0 Taranto-Parma 1-0 CLASSIFICA: Palermo 39; Udinese 35; Simmenthal Monza 33; Catania 32; Como 31; Cagliari 29; Legnano 28; Brescia 27; Taranto 26; Bari, Verona 25; Messina, Modena 23; Parma 22; Alessandria 21; Marzotto 20; Livorno 17; Salernitana 12 MARCATORI: 20 gol Secchi (Udinese) 15 gol Milani (Monza) 13 gol Baccalini (Bari) 12 gol Bettolini (Legnano), Buzzin (Verona) 11 gol Bredesen (Udinese), Bretti (Bari), Erba (Parma), Ghersetich (Cagliari) 10 gol Barbolini (Modena) 9 gol Bassetti (Catania), Bettini E. (Como), Regalia (Cagliari) 8 gol Caprile (Legnano) 7 gol Cappa (Bari), Ferrarese (Taranto), Gaeta (Modena), Loiodice (Monza), Marra (Como), Nicoletti (Messina), Puccinelli (Livorno), Rossi A. (Messina) Il punto sul campionato Tentativo di fuga del Palermo che era riuscito a sconfiggere il Bari, di misura, grazie alla rete di Pistacchi. Lo stop dell’Udinese, in casa dell’Alessandria, aveva portato il distacco a quattro punti. Soltanto un pareggio per il Monza opposto al Catania, rispettivamente terza e quarta in graduatoria. Battuta d’arresto del Como, in casa del Livorno: per i toscani a segno Taccola e Masoni.