Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1957/1958
Serie A
08-09-1957 - Giornata: 1 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Fiorentina ACF 1 - 0 (1 - 0)
RETI: 33. Vitali A.[A]

Alessandria US Stefani Ideo, Nardi Aldo, Giacomazzi Giovanni, Marcellini Antonio, Pedroni Franco, Traverso (I) Luigi, Castaldo Ercole, Vitali Alessandro, Vonlanthen (II) Roger, Tagnin Carlo, Savioni Marco All.: Pedroni Franco

Formazione avversaria
FIORENTINA ACF: Sarti; Robotti, Cervato; Chiappella, Biagi, Segato; Taccola, Gratton, Lojacono, Montuori, Bizzarri. All.: Bernardini Fulvio.

Arbitro: Moriconi Antonio (Roma)
Note
Infortunati: 34’ Robotti [F] e Vitali [A, spostato all’ala destra]. Ammoniti: Castaldo [A], Vitali [A]. Angoli: 1-6 (0-4). Spettatori: 25.000 (paganti: 15.164). Giornata calda, terreno regolare. Inizio gara ore 16:00.

Commento
C’era persino la banda. Era quella di Valenza, venuta per l’occasione ad Alessandria per animare la festosa giornata del ritorno dei grigi in Serie A. E suonava, suonava allegramente, soprattutto dopo la partita. Sembrava che non volesse mai interrompere le note di uno strano valzer intitolato «Il galletto innamorato» del maestro Bartolucci. C’era dunque aria di festa ad Alessandria, nonostante il caldo feroce che aveva reso un po’ più duro del previsto lo sforzo degli atleti. E il pubblico, pigiatissimo, in maniche di camicia, applaudiva instancabilmente. Lo faceva in parte per manifestare la propria soddisfazione e in parte anche per dimenticare il difficile secondo tempo di una gara molto equilibrata e perciò più combattuta che bella. Nel secondo tempo di questa gara era accaduto un fatto strano: la Fiorentina, costretta a lottare in dieci contro undici, aveva in realtà assunto l’iniziativa ed era andata molto più spesso dell’avversaria all’offensiva. Attaccavano, i viola, e manovravano anche meglio dei loro rivali; ma l’Alessandria resisteva bene. I grigi, saggi amministratori, difendevano quel prezioso punto conquistato nel primo tempo con un’abile girata di testa di Vitali e non pensavano ad altro. Più volte la Fiorentina fu sul punto di riequilibrare il risultato, ma sempre le mancò una piccola dose di fortuna, sicché, alla fine, i grigi si trovarono vincitori di un incontro che da un lato premia il loro coraggio, la loro volontà e anche il loro gioco offensivo del primo tempo e dall’altro punisce, forse un po’ troppo severamente, una Fiorentina incompleta. La cronaca, più in là, elencherà il susseguirsi delle manovre e rivelerà parzialmente la differente qualità del gioco. Così inquadrato nei suoi limiti effettivi, il debutto della Alessandria può tuttavia considerarsi positivo, anche al di là del successo conquistato. È evidente, almeno da questa prima impressione, che l’Alessandria sarà una squadra di casa. Sul campo dei grigi, molte squadre, e non soltanto questa ancor pallida edizione della Fiorentina, incontreranno notevoli difficoltà. L’Alessandria possiede un solido impianto difensivo, molto ben diretto da Pedroni che, quando è doverosamente protetto, sfrutta a fondo la propria esperienza. E poiché l’esperienza non manca a Giacomazzi ed apprezzabili appaiono le qualità di Nardi, ecco che Stefani è in grado di lavorare con notevole sicurezza. Ma non dimentichiamo l’apporto senz’altro lodevole di quel Marcellini, che ha compiuto rilevanti progressi tanto da figurare i migliori in campo. Questo schieramento difensivo, aiutato soprattutto nel primo tempo da Tagnin (calato alla distanza), ha in definitiva interrotto e frenato la manovra offensiva avversaria, avvantaggiata dal fatto che modesto era l’apporto delle due ali viola e piuttosto deludente l’iniziativa di Lojacono. Sicché l’offensiva viola, che si avvaleva soprattutto del grande lavoro di Gratton, dell’abilità di Montuori e dei suggerimenti di Segato (più volte incorso nella tentazione di effettuare il tiro), mentre è riuscita a fare spettacolo nella ripresa, non ha potuto lasciare una traccia decisiva, anche perché un palo ha impedito il pareggio ad opera di Bizzarri. Alla Fiorentina, sicura in difesa, con un Sarti in forma, un Cervato sempre energico, un Biagi a posto ed un Chiappella disinvolto nel ruolo di terzino occupato dopo l’uscita del bravo Robotti, alla Fiorentina, dicevamo, è mancato nel finale un attaccante che completasse la manovra offensiva. In grado di neutralizzare gli attacchi dei grigi, basati sul contropiede e sulle azioni di Vitali o sulle puntate di Vonlanthen (ma non sempre apprezzabili in Castaldo e Savioni), i viola non sono stati in grado di sfruttare una certa stanchezza degli alessandrini. E hanno perso. Il resoconto della partita segnala un primo attacco dell’Alessandria Tagnin-Vitali-Savioni al 3’ e un altro Marcellini-Vonlanthen-Vitali al 7’, interrotti da Sarti. Il ritmo è subito molto intenso, la gara è un po’ fallosa. L’arbitro Moriconi, che ha diretto bene, interviene molto spesso. Sono puniti vari interventi di Biagi e di Castaldo. Un tentativo di Gratton al 24’ (parata di Stefani), risponde Vitali al 25’. Due centri di Savioni verso la mezz’ora di gioco sono intercettati da Biagi. L’Alessandria attacca di più, sia pure con un certo disordine, e ottiene una punizione per un fallo di Robotti su Savioni al 33’. Batte da sinistra Castaldo e Vitali, di testa, devia con un bel salto, mandando la palla in rete alla destra di Sarti. L’Alessandria insiste e subito dopo, nel contendersi un pallone alto, Robotti e Vitali si scontrano duramente rimanendo feriti alla testa. La Fiorentina accenna a riprendersi e si sottrae alla pressione iniziale dell’Alessandria; Bizzarri al 35’ sciupa un’azione creata da Montuori e Lojacono e Stefani, al 40’, ferma in uscita l’avanzante Lojacono. Nel secondo tempo, con Gratton mediano avanzato e Chiappella terzino, la Fiorentina gioca meglio. L’attacco alessandrino, con Vitali all’ala destra e Castaldo interno appare indebolito. Taccola al 10’ conclude male una bella discesa di Montuori. Rispondono i grigi con Vitali-Tagnin-Vonlanthen (uscita di Sarti al 14’) e poi con Savioni-Vonlanthen-Savioni (tiro respinto di piede dal portiere). Ed ecco i viola in azione al 19’, con Segato-Bizzarri e cannonata al volo di Lojacono, respinta da Nardi e ripresa alta da Montuori; al 20’ con Gratton-Bizzarri e tiro dell’ala respinto dal palo; al 22’ con Montuori-Segato-Gratton, centro da destra e Montuori, di testa, fuori. Poi tirano al 27’ Segato, al 29’ Gratton, su servizio di Montuori, e al 32’ ancora Gratton (che sta lavorando intensamente) su passaggio di Segato. L’Alessandria reagisce con un lungo tiro di Tagnin e impegna Sarti con un bel colpo di testa di Vitali al 37’. Ancora Segato tenta il tiro, da lontano, su discesa di Taccola al 39’; riprova Bizzarri al 40’. Poi il mediano, che sta compiendo un bel finale, serve Lojacono al 42’: il centravanti spara con forza da 25 metri, ma Stefani riesce a parare in due tempi. È l’ultima occasione viola. L’Alessandria fa suo il finale con attacchi di Vonlanthen e di Savioni e si avvia verso il grande applauso e verso le note allegre della banda di Valenza. Giornata caldissima, terreno buono. Circa 20.000 spettatori, primato alessandrino. Numerosi gli scontri nel primo tempo. Un lieve incidente a Sarti, urtato da Savioni, al 3’. Molto più grave l’urto tra Robotti e Vitali al 34’; entrambi sono rimasti feriti alla testa. Vitali rientra fasciato soltanto nel secondo tempo; Robotti viene trasportato subito all’ospedale per una profonda ferita lacero-contusa che richiede un paio di punti, ed è trattenuto in osservazione. Sono stati ammoniti Castaldo per ripetuti falli nel primo tempo e Vitali per proteste nella ripresa. (Massimo Della Pergola, «La Gazzetta dello Sport», 9 settembre 1957) Entusiasmo di venti mila spettatori - Vitali segna il punto decisivo - incidente al viola Robotti a inizio ripresa CLAMOROSO RITORNO DELL'ALESSANDRIA CHE SCONFIGGE LA FIORENTINA Rimettendo piede nel massimo campionato dopo lunghi anni di purgatorio, la squadra grigia ha realizzato certo il risultato più clamoroso della giornata. Ventimila persone hanno assistito alla grande impresa dei loro giocatori. Una bella vittoria; possiamo anche dire una grande vittoria, pur tenendo conto dell’infortunio che, eliminando Robotti, ha obbligato la Fiorentina a giocare per tutto il secondo tempo con soli dieci uomini. La menomazione della squadra ha la sua importanza, ma tuttavia sembra a noi che il risultato vada oltre questo episodio e non scalfisca il valore del successo conquistato dai grigi. In linea del gioco puro c’è stata, da parte dei viola, una maggiore massa di manovra, che ha portato ad una più insistente pressione, ma non però, nel confronto coi grigi, una qualità di miglior pregio. Erano di fronte due unità di diversa maturità, ma mentre la Alessandria è riuscita a tesaurizzare il suo potenziale tecnico fino al limite massimo di sfruttamento impostando un gioco tatticamente sobrio, fatto di azioni elementari che sembravano scrollarsi di dosso il fastidioso fardello di una elaborazione troppo pesante, la Fiorentina invece seguiva la strada opposta, arricchendo la sua manovra di una superstruttura di palleggi che, anziché denotare una capacità costruttiva elevata e ricca di varianti, denunciava invece l’insufficienza dell’amalgama e la povertà delle idee. Quando poi si è trovata ridotta in dieci, la squadra viola ha accentuato il ritmo del suo gioco diventando più aggressiva, ma non è sfrecciata mai con un’azione netta, tecnicamente pulita, tracciata su alcune battute semplici e vigorose. Vi sono, nel suo attacco, uomini che strafanno, come Montuori, e altri che fanno poco o niente, come Lojacono. Mai un’azione incisiva, mai un segno, sia pure sfuggente, dell’antica classe, mai quel tono perentorio di chi domina dall’alto la situazione. La stessa organizzazione difensiva si presenta con diverse lacune rispetto a quella del passato. Teniamo pur conto, ripetiamo, della sfortuna della squadra che si è vista mutilata nel momento in cui doveva cercare di risalire lo svantaggio, ma è la visione generale del suo gioco che ci lascia perplessi. La squadra ha perduto – o non ha ancora ritrovato – il suo stile, il suo ritmo, la sua originalità di manovra. Forse non sarà sempre così; è doveroso attendere, prima di collocarla senz’altro alla quota che ora sembrerebbe spettarle, ma temiamo – e vorremmo ingannarci – che la sua parabola sia nella fase discendente. E se così fosse veramente, ne saremmo proprio rattristati. La Fiorentina ha passato tutta l’estate a farsi delle illusioni su Julinho; il colpo della rinuncia definitiva dell’asso brasiliano l’ha raggiunta alla vigilia del campionato. Ma queste sono considerazioni che non toccano per nulla l’Alessandria. La squadra grigia fa della vittoria d’oggi il suo trampolino di lancio nel campionato. Non ha grandi pretese, e anche il suo gioco è stato senza grandi pretese, ma ad esempio, per quanto riguarda l’organizzazione difensiva, ha dato delle lezioni anche alla stessa Fiorentina. I reparti arretrati dei grigi sono saldamente organizzati e costituiscono in questo momento il baluardo più valido della squadra. Sono uomini che hanno il senso del tempo e la decisione dell’intervento. Il piazzamento è preciso, lo scambio fra mediani e terzini rivela un accordo non casuale, raro che si manifesti una zona vuota in questo settore. Per organizzarsi una difesa, i grigi hanno addirittura abbandonato all’avversario il mezzo campo, ma questo non è apparso un male grave, dal momento che i viola non ne approfittavano, continuando nel loro gioco minuto, complicato. Per tutto il primo tempo il gioco è stato abbastanza equilibrato. L’Alessandria ha dovuto affrontare l’offensiva avversaria ma non ne è rimasta sopraffatta, nessun momento di pericolo vero per Stefani, possibilità di controffensiva sempre aperte e volate da far trattenere il respiro alla folla. Si diceva: ora la Fiorentina comincerà ad ingranare; ma il gioco continuava invece confuso, gonfio ma non ricco di gioco, pieno di intenzioni e scarso di realizzazioni, indaffarato, affannoso, mai in grande spazio, anzi sempre in corpo a corpo, intento a cercare corridoi che in nessun momento si aprivano. L’Alessandria sbarrava le porte, poi a tratti usciva all’aperto. Un grande coro accompagnava le sue folate offensive. L’Alessandria aveva quello che mancava alla Fiorentina: la decisione. Il suo gioco era meno ricco, ma più semplice e più chiaro. In ogni azione puntava dritto al goal, passando attraverso a sbarramenti che tardavano a chiudersi. Al 33’ avveniva l’episodio che doveva essere decisivo per il risultato dell’incontro. Un fallo di Robotti su Savioni al limite laterale sinistro dell’area di rigore, a tre metri circa dal fondo, provocava un calcio di punizione. Lo batteva Castaldo, a traiettoria radente, due metri circa da terra. Usciva il portiere, ma prima di lui Vitali, spiccando il salto, colpiva di striscio la palla con la nuca e la deviava nella rete. Ora la Fiorentina doveva premere sull’acceleratore, ma prima che si mettesse in azione si verificava l’incidente a cui abbiamo accennato sopra: Robotti e Vitali, nel tentativo di colpire di testa la palla, si scontravano e restavano distesi a terra. Momento di interruzione, poi entrambi uscivano dal campo e non rientravano più fino alla fine del tempo. La Fiorentina tentò di risalire, condusse alcune azioni a fondo puntando ora su Montuori, ora su Lojacono, ora su Bizzarri, ma mancava a tutte queste manovre la punta finale, il guizzo decisivo, lo scatto risolutivo. Stefani salvò al 39’, in tuffo su Lojacono, restando a terra per pochi secondi, e fu tutto. Alla ripresa rientrò Vitali, col capo bendato, e si portò all’estrema destra, Savioni passò mezz’ala e Castaldo lo sostituì all’estrema sinistra. Robotti, che aveva fatto apparizione all’uscita del sottopassaggio, ritornò invece negli spogliatoi e lo portarono in seguito all’ospedale per una più accurata visita delle sue ferite. Il gioco ricominciò con una Fiorentina mutilata: Chiappella passò terzino e Gratton mediano. L’inferiorità numerica doveva risultare decisiva, ma i viola reagirono subito come per mascherare il vuoto. Per tutta la ripresa, la Fiorentina ha attaccato in prevalenza, con uno slancio agonistico superiore a quello del primo tempo, ma ancora confusa nella faticosa ricerca dello spiraglio libero. Per tre quarti quest’offensiva è stata opera di Montuori, infaticabile, ostinato, ma fin troppo personale, vuoi per un’assoluta fiducia nelle proprie forze vuoi per sfiducia in quelle dei compagni. L’episodio saliente di questa offensiva lo si è avuto al 21’, quando un tiro di Bizzarri da pochi metri ha colpito il montante. Evidentemente la giornata era avversa. L’Alessandria concentrò tutte le sue forze in difesa, aveva capito che era meglio conservare il bottino che cercare di aumentarlo; ma ogni tanto il suo contrattacco: approfittando della posizione avanzata della difesa viola, partiva per delle prolungate azioni di alleggerimento e bisogna dire che, se avesse avuto Vonlanthen e Savioni in migliore giornata, non si sarebbe trattato solamente di galoppate innocue. Fino all’ultimo la Fiorentina si accanì in un’offensiva continua, incalzante, ora illuminata da vampate d’estro, ora inceppata da palleggi insistenti, padrona del campo ma non signora del gioco, tesa in uno sforzo di volontà ammirevole e inutile. Il destino della partita era ormai segnato. (Ettore Berra, «Stampa Sera», 9 settembre 1957) Questa sconfitta della Fiorentina ha il sapore amaro di una beffa. La partita poteva chiudersi in pareggio e nessuno avrebbe gridato allo scandalo. Un vecchio proverbio dice: «le spinte al crucciato». È lo stesso della squadra toscana che, costretta a scendere in campo con quattro riserve (mancavano Virgili, Orzan, Magnini e Prini), si è vista costretta, al 34’ del primo tempo, a rinunciare anche all’apporto del forte Robotti, rimasto seriamente ferito alla testa in uno scontro con Virgili. Eppure, nonostante l’inferiorità numerica, nella ripresa i viola hanno movimentato il gioco per un lungo periodo. Sono arrivati molto vicini al pareggio, lo hanno quasi afferrato, quando Bizzarri, solo davanti a Stefani, ha calciato a colpo sicuro, ma il palo ha respinto il bolide dell’ala sinistra! Disperazione e dispetto, delusione e sconforto hanno occupato i restanti minuti della partita che l’Alessandria ha agevolmente controllato nonostante la stanchezza fisica di molti suoi giocatori, chiaramente sbandati. Sul pallone di Bizzarri respinto dal palo si è spenta ogni speranza. L’attacco viola, privo di un uomo che sapesse risolvere di forza le combinazioni portate avanti con molto dispendio di energie, non ha mai saputo imporre la sua decisa volontà alla difesa avversaria. Gli unici tiri sono partiti dal piede di Segato, che ha obbligato Stefani a intervenire con molta bravura. Una squadra senza attacco è come un cannone senza munizioni. E chi attendeva da Lojacono il gesto spavaldo di accendere la miccia, è rimasto profondamente deluso. Lojacono è sembrato assente dalla gara. Poche volte ci siamo accorti che fosse in campo. I rari palloni che ha manovrato sono finiti inevitabilmente sui piedi degli avversari. Non ha azzeccato un passaggio, non suggerito una manovra; impacciato, lento nei movimenti, è stato più di peso che di utilità. Una brutta, irriconoscibile copia del giocatore che ammirammo lo scorso anno. Una palla di piombo che ha legato la sua pesantezza ai movimenti, già di per sé stessi incerti, dei compagni di linea. Lojacono come Vonlanthen, si potrebbe dire, perché anche il centravanti dell’Alessandria non ha certamente fatto meglio. Anzi, se fosse possibile, diremmo che ha giocato ancor più oscuramente. E qui ci fermiamo. Nonostante tutte le attenuanti, il palo colpito, l’aver giocato la intera ripresa in dieci uomini, non possiamo ignorare che la Fiorentina ha confermato l’impressione negativa che già suscitò sette giorni fa nell’incontro con lo Spartak. Non parliamo, per carità, di parentela stretta o lontana con la squadra che due anni fa vinse lo scudetto; e non crediamo che la Fiorentina odierna sia neppure la cugina di quella dello scorso anno. Tutta un’altra cosa. In peggio, s’intende. La mancanza di Julinho è notevole. Ma anche se ci fosse lui, le cose non cambierebbero di molto. Non c’è originalità, né estro, né fantasia. Non si può parlare di manovra perché non esiste. Non si può stabilire chi gioca meglio o chi gioca peggio, perché la confusione impera e la babele dei linguaggi ha creato il caso. Questa Fiorentina che in 90 minuti ha avuto due o tre impennate d’orgoglio non meritava, però, di perdere. Figuriamoci, allora, cosa è l’Alessandria, dove il solo Marcellini ha una chiara impronta tecnica, una visione di gioco limpido, una tenuta di gara costante ed esemplare. Le conclusioni sconfortanti che riguardano la Fiorentina hanno appunto origine dalla inconsistenza dell’avversario che si trovava di fronte. Negli ultimi venti minuti i grigi non esistevano più in campo. Sparito Tagnin, scomparso Vitali, anche Traverso e Giacomazzi hanno mollato. Sono rimasti validamente in piedi, oltre a Marcellini, il sempre valido Pedroni, che ha fatto da battitore libero, e Nardi. Praticamente sarebbe bastato un briciolo di lucidità per travolgere questa residua, estrema, fragile barriera di difesa. Forse, se non fosse stata mutilata, la Fiorentina avrebbe anche potuto raggiungere il pareggio; ma il giudizio non sarebbe cambiato di una virgola. Nel primo tempo, la supremazia territoriale è stata leggermente dell’Alessandria, che ha imperniato il suo gioco sul mobile e tecnico Vitali, ottimamente coadiuvato da Savioni. La Fiorentina, pur balbettando in difesa, non si è lasciata sorprendere, anche perché, quando la manovra si spostava verso il centro, Vonlanthen immancabilmente sciupava tutto. La stessa cosa accadeva nel campo opposto, dove alla lodevole iniziativa di Montuori non corrispondeva Lojacono. Anche Gratton si perdeva in un gioco di nessuna consistenza, che a metà campo diventava assolutamente inutile, per scavalcare il confusionario assembramento di uomini. A rompere l’incantesimo giungeva la rete di Vitali e poi l’incidente a Robotti e allo stesso Vitali, riduceva ancor più le possibilità di assistere a uno spettacolo decente. Nella ripresa rientrava Vitali e la Fiorentina in dieci uomini cercava di fare quello che non le era riuscito a formazione completa. Biagi, con Vonlanthen, dominava; Chiappella, diventato terzino, metteva in soggezione Savioni; cresceva Segato; si muoveva meglio Gratton. L’Alessandria ripiegava, si arroccava tutta in difesa e resisteva con disinvoltura, perché l’attacco della Fiorentina tiri in porta non ne faceva. L’occasione capitata a Bizzarri, le tre o quattro stangate di Segato. Tutto qui. No, ché c’è stato anche un tiro di Lojacono, proprio sul finire, che Stefani respingeva di pugno; ed è questa l’unica volta che il nome del centravanti viola è comparso sul taccuino degli appunti. Giornata calda; terreno regolare. È stato battuto il record per affluenza di pubblico: 25.000 spettatori, nell’ampliato stadio Moccagatta. Numerosi gli incidenti; il più grave si è verificato al 34’ del primo tempo: scontro di testa fra Robotti e Vitali. I due giocatori, col volto coperto di sangue, sono usciti dal campo e, mentre Vitali è rientrato nella ripresa spostato all’ala destra, Robotti, al quale sono stati riscontrati sintomi di commozione cerebrale, non è più ricomparso; Chiappella è retrocesso a terzino e Gratton ha occupato il ruolo di mediano destro. Giornata di festa per l’Alessandria, che celebra il ritorno in Serie A dopo nove anni di assenza. Lo stadio è gremito un’ora prima dell’inizio. Applausi, scambio di fiori, scelta del campo, via. L’Alessandria si presenta con un’azione entusiasmante: Vonlanthen sulla sinistra a Savioni, scatto dell’ala, uscita di Sarti, scontro dei due. Il portiere rimane a terra dolorante. Nulla di grave. Attaccano ancora i grigi. Marcellini a Vonlanthen, che invita Vitali al tiro. Risponde Sarti con una parata brillantissima. Supremazia dell’Alessandria che non viene concretata per l’immobilità del suo centravanti. Al 15’ Robotti mette a terra Savioni al limite dell’area di rigore. Punizione battuta dallo stesso Savioni che s’infrange sulla barriera. La Fiorentina soltanto al 17’ riesce a farsi luce con una combinazione Montuori-Gratton. Quest’ultimo viene caricato da Traverso e l’arbitro fischia la punizione. Gratton, continuando l’azione, segna; ma l’arbitro, logicamente, annulla. Il tiro di Cervato viene deviato in angolo da Nardi. Nulla di fatto. Un’altra punizione dal limite di Cervato (fallo di Castaldo su Gratton) finisce di poco a lato. È questo il miglior periodo dei viola che costringono la difesa alessandrina a un duro lavoro. Ma tiri non se ne vedono. Giunge, invece, al 32’, il gol dei piemontesi. Vitali da centro campo apre sulla sinistra verso Savioni che raggiunge il pallone controllato da Robotti. L’ala cade a terra e l’arbitro decreta la punizione. Batte Savioni. Testa di Vitali che precede di un attimo Sarti in uscita e la palla finisce in rete passando proprio sotto la traversa. Due minuti dopo l’infortunio a Robotti e a Vitali e sul finire del tempo due buone occasioni per la Fiorentina mancate da Lojacono e da Gratton. Nella ripresa Vitali entra all’ala destra, mentre Castaldo si sposta a mezz’ala. Il gioco è decisamente giù di tono e raramente offre qualcosa d’interessante. Al 20’ i viola mancano il pareggio perché un palo respinge un tiro di Bizzarri, ormai solo davanti al portiere. Predominio della Fiorentina per i restanti minuti, ma il risultato non cambia più. (Tarcisio Del Riccio, «Corriere dello Sport», 9 settembre 1957) La Fiorentina è stata battuta per uno a zero dall’Alessandria nella prima, tristissima partita di campionato. Virgili assente (ne avrà fino a ottobre), Magnini, Prini e Orzan, anche loro, impossibilitati a giocare per cause di forza maggiore. Virgili era degnamente sostituito da Lojacono, Magnini da Robotti, Julinho non si può sostituire assolutamente. Questa la ragione che subito cerchiamo a scusante dei viola, dopo la pessima partita di oggi. Ed ecco la cronaca. Già al secondo minuto, uno scambio di Bizzarri con Lojacono mette in difficoltà la difesa dei grigi. Ma è soltanto un attimo. I giocatori dell’Alessandria in difesa si riprendono con facilità e mandano all’attacco puntando su Tagnin che passa a Vonlanthen, questi passa a Savioni che avanza verso la rete viole. Sarti esce e riesce a fermare, ma rimane a terra dolorante per qualche secondo. Si procede con alterne vicende, finché al 19’ e al 29’ la Alessandria passa un grave rischio con due tiri di punizione dai limiti dell’area, tutti e due tirati da Cervato. Il primo è salvato dalla siepe delle gambe, il secondo dalla testa di Nardi. Al 32’, Robotti entra con violenza su Savioni che ha la palla e scende da sinistra. Calcio di punizione. Castaldo tira quasi dal limite del corner, Vitali si gira e di testa fulmineamente mette a rete: un goal magnifico. Al 35’ Robotti, l’ex alessandrino, e Vitali si scontrano saltando di testa. Entrambi cadono per terra sanguinanti, tutti e due feriti al capo, e vengono portati negli spogliatoi. Questo episodio conclude praticamente il primo tempo con l’Alessandria in vantaggio per una rete a zero. Nel secondo tempo si viene a sapere che Robotti è stato portato all’ospedale con sospetta commozione cerebrale. Invece Vitali rientra con una strana calotta in capo e va a portarsi all’ala destra. I viola giocheranno così in dieci. Al 10’ Savioni è solo davanti al portiere, indugia, arriva Cervato che mette fuori in corner. Un minuto dopo, Taccola da ottima posizione alza sopra la traversa. Ora la Fiorentina attacca e i grigi sono chiusi in difesa. Un minuto dopo, cioè al 12’, fuga solitaria di Gratton che spara con violenza sopra la traversa. Al 20’ Montuori ha un pallone d’oro a sei metri dalla porta, ma alza anch’egli. È una serie continua di occasioni sprecate soprattutto dalla Fiorentina, poiché in questo periodo i grigi si sono arroccati in difesa. Al 21’ Bizzarri spara con violenza e prende il palo sulla sinistra di Stefani. Tre minuti dopo una ennesima discesa solitaria di Montuori viene conclusa con un nuovo tiro che sfiora di nuovo il palo. È una serie di occasioni della Fiorentina che giungono in area dei grigi, ma che non si concludono mai. Al 35’ Tagnin da lontano; al 37’ Vitali di nuovo tira e costringe a una parata alta Sarti. Al 39’ Segato tenta di nuovo da lontano. Al 40’ stessa azione. Al 43’ Lojacono si produce in un’azione solitaria, passa con difficoltà, finalmente tira ma anche questo tiro e scentrato. Siamo agli ultimi minuti e la Fiorentina cerca disperatamente il pareggio. L’arbitro Moriconi fischia la fine fra il delirio della folla. (Giulio Crosti, «l’Unità», 9 settembre 1957) Splendido esordio dei «grigi» in serie A LA FIORENTINA SCONFITTA L’Alessandria ha «siglato» l’ingresso in Serie A con una vittoria sulla Fiorentina, incontro che avrebbe potuto concludersi a largo punteggio se Savioni e Vonlanthen avessero reso almeno per il 50 per cento delle loro possibilità. La Fiorentina ha giocato il secondo tempo con 10 uomini, è vero, ma la rete della vittoria era stata realizzata prima dell’incidente tra Robotti e Vitali. È inutile oggi enumerare le azioni mancate da Lojacono, Savioni, Vonlanthen, Tagnin, eccetera: ciò che merita considerazione è la buona impostazione della nostra squadra, che punta velocemente all’offensiva senza inutili temporeggiamenti, e si difende con calma, senza ricorrere al catenaccio. Infatti, nel secondo tempo, sotto la pressione dei viola che logicamente dovevano attaccare per tentare il pareggio, i nostri difensori non sono ricorsi ai lunghi rimandi, ma ogni passaggio, ogni elaborata combinazione di passaggi tra terzini e mediani apriva la via ad una azione di contrattacco. I grigi non sono mai ricorsi al mediocre malvezzo di lanciare la palla in tribuna, per acquistare tempo. Abbiamo visto una difesa ordinata, cosciente delle proprie possibilità, veemente in Nardi e Marcellini, tempestiva in Pedroni e Giacomazzi. Ad eccezione di Savioni e Vonlanthen, che per avere iniziato gli allenamenti in ritardo difettano di mordente, gli altri grigi sono stati tutti degni di lode ed il pubblico, il grande pubblico provinciale, è tornato al «forza grigi!» scaturito spontaneo. Per la cronaca, la rete è stata realizzata da Vitali al 33’ del primo tempo, su calcio di punizione tirato magistralmente da Castaldo e realizzato di testa dal nostro interno destro. Una vera prodezza! Due minuti dopo Robotti e Vitali si sono scontrati e sono rimasti entrambi contusi. Robotti non è più rientrato in campo; Vitali è ritornato, ma è stato relegato all’ala. L’Alessandria, con la vittoria sulla Fiorentina, ha ottenuto la fiducia degli sportivi, il consenso dei tecnici, due punti in classifica e 5 di sutura alla testa di Vitali. L’arbitro Moriconi: «Vi lamentate con me perché a San Siro, nell’incontro col Brescia, ho annullato la rete di Manenti e domenica con la Fiorentina non ho concesso il calcio di rigore verso la fine. Tirando le somme, vi ho aperto le porte della Serie A, e con me avete vinto e convinto nella prima grande partita con la Fiorentina. Arrivederci, ragazzi grigi, e speriamo vada sempre così». Al Circolo Alessandria, il socio «Carlen» Amisano aveva dichiarato che se il suo idolo (leggi Vitali) segnava un goal contro la Fiorentina, sarebbe andato a piedi fino a Cabanette. Invitato, dopo la partita, a compiere il percorso, ha risposto: «Non posso, Vitali è stato troppo grande, lasciatemi vivere sugli allori». Nel secondo tempo della partita, un inviato speciale di un giornale di Firenze, in occasione di un calcio d’angolo contro i grigi, bisbigliava ad un suo vicino: «L’Alessandria ha segnato al 33’ del primo tempo, ora siamo al 33’ della ripresa, e segneranno i viola». Ci permettemmo di interferire, cordialmente, precisando che mancavano 12 secondi a 33’; ed infatti la palla, rimandata da Marcellini, tornava nella metà campo viola tra i… gigli fiorentini, dove Vitali, tallonato da Castaldo, ha dimostrato come sanno giocare i provinciali. Serie C, Serie B, Serie A: nella tribuna centrale, imperterrito, l’ex consigliere Volante fa sentire la sua voce, o meglio, emette il solito grido di incitamento (non sempre a proposito) contro giocatori ed arbitri: ma è molto più sincero di coloro che nicchiano se i grigi vanno bene, se anche la Fiorentina è costretta a subire la sconfitta. Squillano i bronzi, rullano i tamburi e la banda musicale di Valenza compie il giro del campo: qualcuno commenta: «È uno spettacolo da paese!». Questi tipi «snob» dimenticano che nelle partite internazionali c’è sempre la banda musicale, che intona gli inni delle nazioni contendenti. Domenica vi erano diversi giocatori esteri in campo, vi era mezza squadra Nazionale, erano presenti gli inviati speciali di tutti i giornali, garrivano al vento i vessilli delle società sportive e si accalcavano sugli spalti circa 20.000 persone. Per noi alessandrini, che siamo rientrati in Serie A, la partita costituiva un evento più im portante di un incontro internazionale. Vi erano Baloncieri, Carcano, Banchero, Cattaneo, Avalle e gli altri ex grigi, che hanno dato al calcio italiano l’impronta di un gioco tecnico che ha fatto scuola. Quindi… musica, maestro, musica! (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 14 settembre 1957) RISULTATI: Bologna-Udinese 2-2 Internazionale-Torino 0-0 Juventus-Verona 3-2 Lanerossi Vicenza-Milan 1-1 Napoli-Genoa 4-0 Padova-Lazio 3-1 Roma-Spal 1-1 Sampdoria-Atalanta 1-1 CLASSIFICA: Alessandria, Juventus, Napoli, Padova 2; Atalanta, Bologna, Internazionale, Lanerossi Vicenza, Milan, Roma, Sampdoria, Spal, Torino, Udinese 1; Fiorentina, Genoa, Lazio, Verona 0 MARCATORI: 1 gol Bassetti (Verona), Bettini L. (Udinese), Boniperti (Juventus), Brugola (Napoli), Burini (Lazio), Capra (Bologna), Charles (Juventus), Chiumento (Padova), David (L.R. Vicenza), Di Giacomo (Napoli), Franchini C. (Napoli), Giuliano (Roma), Grillo (Milan), Hamrin (Padova), Lindskog (Udinese), Maccacaro (Verona), Moro (Padova), Sivori (Juventus), Vinicio (Napoli), Vitali A. (Alessandria), Vukas (Bologna), Zavaglio (Atalanta) Il punto sul campionato Su tutti i campi si é ripresa la lotta per il campionato calcistico Buon inizio delle squadre torinesi in una giornata ricca di sorprese Fra i risultati fa spicco quello ottenuto dall'Alessandria contro la Fiorentina-Inatteso capitombolo del Genoa a Napoli - II Bologna non è riuscito a battere l'Udinese - Mediocre esordio delle unita milanesi e romane Il campionato è cominciato, e bisogna dire che, sotto il punto di vista dell'interesse, ha fatto le cose a modo. In cinque casi su nove è rifuggito da una decisione ed è ricorso al compromesso del risultato pari. Due altre partite le ha risolte con un esito di stretta, misura. In una gara sola ha espresso un verdetto chiaro e positivo, di un tipo che non si discute: a Napoli cioè, dove ha fatto sì che l'undici locale liquidasse ti Genoa per quattro reti a nero. Questa, sotto ti punto di vista dell'interesse, abbiamo detto: rimandando cioè ad altra occasione - l'espressione di un giudizio su parecchie e svariate delle squadre . partecipanti al torneo. Il che non vuol dire che abbia accontentato tutti. Sono ami in' maggior numero le compagini che la giornata ha reso o tristi o pensierose, di quelle che essa ha soddisfatto. Nel novero di quelle che sono uscite dalla prima prova molto cogitabonde, stanno il Genoa, la Lazio, il Verona, ed — ahimè — la Fiorentina. Erano state chiamate dal calendario ad esordire fuori casa, e tutte quattro hanno subito sconfitta: per 4 a 0, come si è visto, il Genoa a Napoli, per tre a uno la Lazio a Padova, per tre a due il Verona sul campo della Juventus, per uno a zero la Fiorentina ad Alessandria. Dei quattro chi è uscito meglio dalla prova, è il Verona, neo-promosso alla Divisione superiore: perché ha messo a segno due tiri, e perché, in complesso, ha tenuto in campo un contegno più che discreto. Ma, delle quattro sconfitte quella che, malgrado le proporzioni esigue, maggiormente impressiona, porta il nome della Fiorentina. I toscani non hanno la sorte dalla loro, in questo momento; dopo di aver dovuto rinunciare definitivamente a Julinho, ti loro attaccante più prezioso, sono stati costretti a presentarsi privi di uno dei terzini, Magnini, e del centromediano, Orzan, e, come se ciò non bastasse, hanno perso, nel corso della gara, il terzino di riserva Robotti. Ed il duo sudamericano d'attacco, Lojacono-Montuori, ha, al solito, fatto sfoggio di virtuosismi ma non di capacità penetrativa. Una Fiorentina che comincia male, farebbe trarre un sospiro di sollievo ad una quantità di altri contendenti, se ognuno fosse in grado di ritenersi soddisfatto del modo in cui sono andati i suoi privati affari. Ma Internazionale, Milan, Sampdoria, Bologna, Roma, hanno tutte dovuto accontentarsi di un risaltato pari, proprio in circostanze che li rendevano fiduciosi nel successo pieno. E' la schiera di coloro che la prima giornata ha reso pensierosi anziché no. L’Internazionale, giocando a San Siro, non ha segnato affatto e si è fatto imporre lo zero a zero dal Torino, il Bologna, pure in casa sua, ha dovuto accontentarsi di un due a due al cospetto dell'Udinese; la Roma, allo Stadio Olìmpico, non ha acciuffato il pareggio colla Spai che grazie ad un calcio di rigore; la Sampdoria, a Genova, non è sfuggita alla sconfitta che a mezzo di una autorete di un terzino dell'Atalanta; ed il Milan, il solo che fosse stato chiamato ad operare in campo avverso, è stato esso pure inchiodato sul risultato d'uno a uno dal Lanerossi di Vicenza. Perché nessuno avesse a lamentarsi o comunque a par¬ lare di mala sorte, il caso ha voluto che tanto il Bologna quanto la Roma, sia la Sampdoria come il Milan, siano andati prima in svantaggio, e non abbiano risalito che in seguito il distacco che li separava dall'avversario: magari a mezzo di un rigore o di un infortunio dell'avversario stesso. Danno da pensare in realtà, questi cinque risultati pari, per il modo in cui sono incappati in essi le squadre che fungevano da protagoniste, più che per altro. Perché va bene che nessuna delle unità di parola abbia ancora raggiunto, non diciamo la perfezione — che nel gioco del calcio corno in tante altre cose di questo mondo non esiste — ma il grado di funzionamento e di rendimento desiderato: però la coincidenza degli esiti non favorevoli C’è pur stata, ed essa parla se mai di condizioni generali non soddisfacenti o non corrispondenti alle aspettative. Perché succede che, fin dalla sera della prima giornata, fin dal primo passo nella tenzone cioè, di squadre a pieno punteggio non ne siano rimaste altro che quattro: Napoli, Juventus, Alessandria e Padova. E siccome l'Alessandria è fresca di promozione e delle grandi aspirazioni non può avere, ed il Napoli ed il Padova non sono, nell'opinione di nessuno, incluse nel novero delle unità aventi le qualità e le speranze per assurgere ai primi }tosti, cosi ci troviamo di fronte al fatto che la somma dei risultati della giornata torna favorevole alla Juventus, Stivanello e Charles alle prese con la difesa del Verona che, a grado di buona forma raggiunto, una sostanza per lo meno la possiede. Proprio quella Juventus che domenica, contrapposta al coraggioso Verona, ha, col suo comportamento irto di contraddizioni, dato luogo a discussioni su discussioni. Del comportamento stesso si è detto quello che era il caso di dire in sede acconcia. La posizione in corsa è, per il momento, ottima: sola, fra 1 favoriti, nel gruppo di testa, con grandi possibilità e buone probabilità di migliorare di efficienza ad ogni nuovo passo che compie. Il passo prossimo si chiama Udine però: e richiede speciale attenzione. Le squadre piemontesi non hanno comunque da lamentarsi per quanto fatto nella prima giornata del campionato. Due hanno vinto, ed una ha pareggiato.. Rilievo merita la prova fatta dall'Alessandria por la sua ricomparsa nella Divisione superiore. I grigi hanno giocato coll'animo di una volta: proprio quello con cui lottavano quando erano una delle pedine più benvolute e rispettate della categoria maggiore. La vittoria ottenuta è un premio alla volontà sfoderata. Ed uguale menzione onorevole, è dovuta al Torino, per il modo con cui la squadra si è portata a San Siro contro l'Internazionale. Rimasti privi del portiere Rigamonti per un quarto d'ora del primo tempo, i granata hanno frenato dapprima ed annullato in seguito le capacità aggressive da nero-azzurri milanesi, uscendo dal campo come la più ordinata delle due squadro in campo. Peccato che già proprio domenica prossima, il calendario costringa i granata a schierarsi contro i grigi, sul campo dei primi nominati. Sarebbe stato bello vedere le due compagini, l'una contro l'altra armata, più avanti nel torneo, ad unità meglio rodate. (La Stampa - Vittorio Pozzo)