Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1957/1958
Serie A
29-09-1957 - Giornata: 4 - Verona - Marcantonio Bentegodi


Verona AC - Alessandria US 3 - 0 (2 - 0)
RETI: 13. Maccacaro C. [Ve] , 41. Maccacaro C. [Ve] , 71. Bassetti F. [Ve]

Alessandria US Nobili Natale, Nardi Aldo, Traverso (I) Luigi, Marcellini Antonio, Pedroni Franco, Pistorello Giancarlo, Castaldo Ercole, Manenti Michele, Vonlanthen (II) Roger, Tagnin Carlo, Vitali Alessandro All.: Pedroni Franco

Formazione avversaria
VERONA AC: Ghizzardi; Basiliani, Cuttica; Tesconi, Rosetta, Larini; Bagnoli, Stefanini (I) Gianluigi, Maccacaro, Gundersen, Bassetti. All.: Piccioli Angelo.

Arbitro: Rebuffo Giovanni (Milano)
Note
Ammonito: Castaldo [A]. Angoli: 9-2 (6-0) oppure 8-1. Spettatori: 17.000. Incasso: lire 8.000. Cielo coperto, terreno perfetto. Inizio gara ore 16:00.

Commento
La nemesi calcistica ha ancora una volta affermato i suoi diritti. Quello che alla vigilia i tifosi locali speravano (ma non lo dicevano per scaramanzia) è avvenuto. L’anno scorso toccò al Verona recarsi ad Alessandria con la rete ancora inviolata e uscirne dal campo col passivo di tre gol, oggi è stato il turno dell’Alessandria che a Verona ha visto capitolare per la prima volta in questo torneo la sua porta, anch’essa per il conto totale di tre palloni. La vittoria dei gialloblù è stata franca e senza discussioni coronata da reti assai belle. Ottenuta la seconda allo scadere del primo tempo, il Verona nella ripresa ha rallentato il ritmo, limitandosi ad eleganti azioni dimostrative, contro un avversario non rassegnato, ma in evidente difficoltà all’attacco. Solo verso la mezz’ora ha di nuovo giocato per segnare: e vi è riuscito, e di più avrebbe potuto fare se Bagnoli prima e Gundersen poi avessero avuto maggior fortuna. Vittoria piena dunque, convincente, di una squadra che ha fatto vedere per quasi tutti i 90’ un gioco estremamente pratico, lucido ed inesorabile. Nettamente migliorata rispetto all’esibizione interna contro il Vicenza, la compagine scaligera si direbbe in fase di completamento se non di crescenza. All’attacco, l’intesa di Gundersen con Bassetti e Maccacaro è un fatto ormai compiuto. L’apporto di Stefanini, leggermente arretrato al centro del campo, e di Tesconi alla manovra offensiva, e di Larini in quella difensiva, è notevole ed efficace. Cuttica ha oggi sbalordito per i progressi compiuti, per la bella sicurezza raggiunta. Rosetta è uscito col suo solito stile da ogni situazione. Basiliani si è pure comportato assai bene, mentre Ghizzardi non eccessivamente impegnato, ha sbrogliato da par suo i pochi pericoli creatisi davanti a lui. Se la partita, come si è detto, è stata quasi pacifica nel secondo tempo, nel primo tempo tuttavia è stata abbastanza contesa. L’Alessandria non era per niente venuta a Verona con propositi rinunciatari. Ed in campo ha subito dato a vedere di volersi battere per il successo pieno, e non per il pareggio. È pur vero che il gol veronese, venuto dopo soltanto 13’ di gioco, l’ha costretta a venire avanti ben presto, ma comunque è da sottolineare che durante quei primi 13’ non aveva affatto tentato di abbozzare il catenaccio. Bisogna tuttavia dire che oggi Pedroni non era in grande giornata ed ha faticato assai a tenere a freno, anche con qualche scorrettezza, un Maccacaro vispo come non mai; e il centravanti gialloblù gli è infatti sfuggito in più di una occasione. Gli altri difensori hanno naturalmente risentito della cattiva vena del loro capitano. All’attacco, gli ospiti han mostrato ben poco: Vonlanthen non s’è mai visto (il tempestivo Rosetta aveva sempre la meglio), Vitali ha avuto solo qualche sprazzo e Castaldo non si è trovato certamente a suo agio contro Cuttica; Tagnin e Manenti han lavorato sodo ma si son poi sempre trovati perplessi nel distribuire il pallone o nella conclusione a rete. Il primo attacco è degli ospiti, poi il Verona si spinge in avanti e colleziona angoli: quattro in due minuti. All’8’ Maccacaro è atterrato in area da Pedroni, ma l’arbitro fa cenno di proseguire. Ancora un nettissimo fallo di mano in area di Pistorello (tiro di Bassetti diretto in porta) e poi la prima rete locale. Bellissimo traversone di Gundersen, palla a Bagnoli che scarta Traverso e centra rasoterra; Bassetti fallisce la sfera, ma l’accorrente Maccacaro è alle sue spalle ed insacca. L’Alessandria ora si spinge avanti: manovra abbastanza bene a mezzo campo, ma in fase conclusiva è costantemente anticipata dai difensori scaligeri. Al 30’ Vonlanthen carica a terra Ghizzardi, buttatosi su un tiro di Manenti, la palla sfugge al portiere ma il gioco vien fermato subito. Stangata di Manenti e splendido tuffo di Ghizzardi al 38’. Al 41’, su un lunghissimo rinvio di testa di Basiliani, Maccacaro si trova di fronte Pedroni, fra i due c’è un rimpallo e Maccacaro sveltissimo ne approfitta, sfugge al centromediano e previene l’uscita di Nobili, andando a prendersi il pallone oltre il portiere ed insaccarlo! Nella ripresa il gioco è sempre ben controllato dal Verona che si produce in puntate pericolosissime. Al 13’ Bagnoli fugge tutto solo sulla destra arriva davanti a Nobili, tira su di lui, riprende il pallone (Nobili è ancora a terra), spara di nuovo, prende sulla sinistra Bassetti, rimette al centro e Bagnoli tira questa volta fuori. Al 26’, la terza rete veronese. Bellissima triangolazione Gundersen-Maccacaro-Bassetti che al centro spara di sinistro a rete. (Franco Rasi, «La Gazzetta dello Sport», 30 settembre 1957) SECCA SCONFITTA DELL'ALESSANDRIA A VERONA Una giornata grama non può far storia; archiviamo quindi questa partita in tutta fretta, senza per altro dimenticare gl’insegnamenti che il risultato comporta: Verona 3, Alessandria 0 al termine di una gara che ha visto un Verona vivace e prepotente, cui ha fatto invece riscontro un’Alessandria fiacca, inconcludente, senza vitalità. Soltanto così si spiega il secco rovescio dei grigiazzurri, che sono caduti sul campo veneto senza tante attenuanti. Non è successo nulla che possa giustificare la resa dei piemontesi, o meglio, non hanno cooperato a questa sconfitta fattori esterni. È crollata la squadra sotto il peso di tre goals, di un palo, di otto calci d’angolo contro uno. Che possono contrapporre gli alessandrini a tutto questo? Un atterramento di Vitali ad opera di Larini, non visto dall’arbitro; una palla schiacciata sul montante a seguito di una difettosa parata di Ghizzardi su tiro di Vonlanthen. Troppo poco per voler fare dei paragoni, troppo poco per voler sostenere un confronto che non ha ragione d’essere. Il Verona assume subito uno schieramento prudenziale, con Stefanini arretrato nel ruolo di mediano, per dare man forte a Rosetta. Un accorgimento tattico forse inutile, date le circostanze, ma Pistorello non sa sfruttare il «dono» e se ne sta praticamente inattivo nel suo posto di mediano, sbagliando anche quelle rare volte in cui è chiamato in gioco. L’inizio è travolgente: in pochi minuti i veneti battono cinque calci d’angolo; Pedroni è in difficoltà nel controllare Maccacaro. Bassetti sfugge sovente alla guardia di Nardi, Gundersen domina la sua zona e Bagnoli trova semplice superare Traverso. Al 13’ il primo goal: centro di Gundersen, fuga di Bagnoli, cross, tentativo di tiro di Bassetti e palla a Maccacaro a pochi passi da Nobili. Niente da fare per il portiere, alessandrino: «Pel di carota» non fallisce il bersaglio. Un goal fortunoso, se vogliamo, ma è il frutto di una superiorità indiscutibile. Due minuti dopo, Vitali è atterrato in area da Larini: un fallo enorme, sotto lo sguardo assente dell’arbitro milanese Rebuffo. L’Alessandria ha l’impressione di una palese ingiustizia e si disunisce ancora di più. Tagnin è in ombra, Castaldo non ne azzecca una, Manenti appare affaticato, i difensori commettono un sacco di errori; su un madornale «liscio» di Pedroni, fugge Maccacaro e il secondo goal è fatto (41’). Sul 2-0 si va al riposo e nessuno crede più alla possibilità di rimonta dell’Alessandria. La seconda parte della gara infatti confermerà le previsioni: giocano di più gli alessandrini, ma è un gioco senza idee e senza inventiva. La palla staziona a metà campo in una persistente manovra di passaggi stretti e quando gli uomini di prima linea giungono nei pressi dell’area di rigore, tutti i corridoi sono chiusi e Ghizzardi rimane pressoché disoccupato. Al 6’ Vonlanthen azzecca un tiro e la respinta del portiere manda la palla sul montante sinistro. Tutto qui. Ma è troppo poco. Nel contrattacco i veneti sono pericolosi. Bagnoli sbaglia un facile goal al 12’, ma al 26’ Bassetti non ripete l’errore del compagno: azione volante Cuttica-Maccacaro (spostato a sinistra)-Bassetti; l’ala è libera e batte Nobili per la terza volta. Il resto della partita non ha storia e si gioca soltanto per aspettare il 90’. Concediamo pure tutti i meriti al Verona per la gagliarda condotta di gara, ma non dimentichiamo le lacune palesate dall’Alessandria. Si impone alla squadra piemontese il problema dell’attacco: occorre trovare un uomo che sappia tirare in goal; troppo fragile è la manovra degli uomini di punta grigiazzurri, troppo fragile e inconsistente l’azione sotto la porta avversaria. Così operando, anche i difensori finiscono per trovarsi a mal partito. Questo è successo ieri a Verona. Auguriamoci che gli insegnamenti servano per trovare una giusta soluzione. (Giulio Accatino, «Stampa Sera», 30 settembre 1957) Tripudio sugli spalti al triplice fischio di chiusura dell’arbitro. I gialloblù, in giornata di vena, hanno inflitto una secca sconfitta ai grigi – la prima del campionato – mettendo per ben tre volte il pallone nella porta difesa dalla matricola Nobili. La vittoria degli scaligeri è stata più che meritata ed è scaturita da una condotta di gara gagliarda, volitiva, basata oltreché su di un gioco costruttivo e tecnicamente pregevole, sulla rapidità degli spostamenti attuati da ogni singolo reparto. In novanta minuti di entusiasmante spettacolo agonistico che più di una volta ha mandato in visibilio gli spettatori. Il Verona ha imposto la sua netta superiorità sul complesso ospite, realizzando due reti nel primo tempo ed una terza nella ripresa. Forte nella linea dei difensori, con Cuttica pronto ad ogni intervento ed imperioso su ogni palla; sicura nella mediana, dove Rosetta ha fatto brillare la sua inconfondibile classe; duttile all’attacco, in cui Gundersen è stato un vero regista; la compagine veronese non poteva non giungere ad un risultato positivo. Così, dopo i vicentini, anche i piemontesi hanno dovuto lasciare le penne sul rettangolo del Comunale che, pensiamo, sarà un terreno infido per tutti. I grigi neppure dopo i tre gol al passivo hanno «mollato», gareggiando con uno spirito battagliero che fa loro onore. Nella seconda parte della contesa, anzi, hanno creato qualche azione pericolosa per il settore arretrato scaligero, senza tuttavia riuscire a concludere positivamente. Tra gli uomini di punta è mancato il risolutore, l’atleta che sapesse piazzare la stoccata finale. Bravo, tecnico, intraprendente Vitali, buon lavoratore Manenti, ma nessuno si è dimostrato capace di fiutare la rete. Palla ai grigi, ma l’azione viene intercettata da Rosetta, che lancia Maccacaro il quale nei pressi dell’area avversaria commette un fallo di mano. Il gioco staziona prevalentemente a metà campo. Due angoli per il Verona, senza esito. Un atterramento in area di Maccacaro da parte di Pedroni rimane impunito. Al 9’ un altro angolo per i padroni di casa, con parata di Nobili. Il Verona preme ma non conclude per la sfortuna. Un «mani» di Pistorello su tiro di Bassetti imbeccato da Gundersen viene trascurato dall’arbitro. Finalmente, al 13’, il primo gol del Verona: centro di Gundersen, palla toccata da Bagnoli, e poi da Bassetti verso Maccacaro che, da pochi metri, segna imparabilmente. L’imbattibilità della rete dei grigi è così sfatata. Un fallo di Basiliani, al 16’ in area su Vitali, rimane impunito, come i precedenti. Al 22’ una staffilata di Manenti viene facilmente bloccata da Ghizzardi, mentre un centro a parabola di Bassetti costringe il portiere avversario, al 24’, a deviare in calcio d’angolo. Azione Vitali-Manenti al 30’ con parata volante di Ghizzardi. Un tiro di Pistorello lambisce il palo laterale della casa veronese. Su un fallo di Larini ai danni di Manenti, al 34’, la Alessandria usufruisce di una punizione dal limite. Il tiro di Manenti viene respinto da Ghizzardi. Al 37’, fallo di Traverso su Bagnoli: la punizione di Basiliani finisce a lato di un palmo. La seconda rete del Verona arriva al 41’. Lungo rinvio di Basiliani, rimpallo tra Pedroni e Maccacaro il quale si impossessa della palla e fila verso il gol. Vano il tentativo di uscita di Nobili, in quanto il centro attacco dà il colpo di grazia e spedisce la palla nel sacco. Poche battute ancora, poi il riposo. Con due reti all’attivo, il Verona si è ripresentato per la ripresa. Al 4’ un tiro di Maccacaro trova sulla sua traiettoria il braccio di Nardi, ma l’arbitro lascia correre. Il ritmo del gioco è di molto diminuito. Un angolo al 6’ per l’Alessandria, poi un palo di Vonlanthen al 7’. Azione Manenti-Vitali, al 21’, con tiro sopra la traversa. L’Alessandria si salva in angolo al 23’ su una incursione di Gundersen. Al 26’ il terzo e più bel gol della giornata. Travolgente azione Gundersen-Maccacaro, spostato sulla sinistra; centro raccolto da Bassetti e palla spedita al volo nel sacco. Il Verona gioca ora sul velluto e l’Alessandria cerca di arrivare al gol della bandiera. Niente da fare, però in quanto la difesa gialloblù si dimostra insuperabile. Al 35’ traversone di Maccacaro a Gundersen il quale colpisce al volo la palla che va a stamparsi sulla traversa. Un angolo per i grigi ed uno per i gialloblù. Ultimi tentativi degli ospiti senza esito e poi il fischio di chiusura. (Guido Rizzetto, «Corriere dello Sport», 30 settembre 1957) L’incontro fra le due neopromosse si è risolto a favore del Verona con un netto margine di reti. L’Alessandria era attesa sul terreno del Bentegodi con particolare interesse dovuto al fatto che i grigi non avevano subito alcun gol dall’inizio del campionato. I difensori piemontesi però nulla hanno potuto contro l’incisività degli attaccanti scaligeri, fra i quali il duo Bassetti-Maccacaro ha dominato. Buona la prova di Gundersen, che ha notevolmente migliorato la sua prestazione rispetto alle partite precedenti. In difesa, Rosetta è stato un impareggiabile regista. Nelle file alessandrine è piaciuto Manenti, che è stato l’unico a mettere in pericolo la porta veronese. La prima rete è stata segnata al 13’ del primo tempo da Maccacaro, che ha raccolto uno scambio fra Bagnoli e Bassetti. La seconda, al 41’, è stata un’altra prodezza dello stesso Maccacaro, che ha concluso una lunga discesa iniziata prima della metà campo su passaggio di Basiliani. Al 26’ della ripresa il Verona ha arrotondato il punteggio per merito di Bassetti che, spostatosi al centro, ha indirizzato in rete un preciso passaggio di Maccacaro. Al 36’ Gundersen colpiva la traversa con un forte tiro al volo. («l’Unità», 30 settembre 1957) LA BRUCIANTE SCONFITTA DI VERONA E L’INCONTRO DI DOMANI CON LA LAZIO A Verona, la squadra grigia è caduta, ed è caduta male: 3-0. Dopo tre partite a rete inviolata pur avendo affrontato gli attacchi di tre elette del calcio italiano (Fiorentina, Torino e Milan), nessuno si attendeva un crollo così netto della nostra retroguardia. Le cause però non vanno ricercate nello schieramento difensivo, ma nella insufficiente tenuta del reparto d’attacco. Ancora una volta, pur prodigandosi, Vonlanthen non ha risolto il problema del centrattacco, apparendo di ben lunga inferiore come estro e come rendimento al diretto avversario Maccacaro, il centrattacco proveniente dalla Serie B. C’è stato, è vero, un calcio di rigore non concesso per evidente fallo ai danni di Vitali, comunque la squadra di Pedroni è mancata alla prova per cause che sarà doveroso studiare ed eliminare, per evitare di continuare in una situazione poco felice, per ciò che concerne l’attacco alessandrino. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 5 ottobre 1957) RISULTATI: Atalanta-Napoli 2-4 Fiorentina-Udinese 2-0 Genoa-Bologna 0-0 Lazio-Lanerossi Vicenza 2-0 (giocata sul campo neutro di Napoli) Milan-Sampdoria 0-1 Padova-Internazionale 0-0 Spal-Juventus 0-1 Torino-Roma 0-0 CLASSIFICA: Juventus 8; Napoli 7; Fiorentina, Padova, Roma, Sampdoria, Verona 5; Alessandria, Internazionale, Lazio 4; Lanerossi Vicenza, Milan, Spal, Torino, Udinese 3; Atalanta, Bologna 2; Genoa 1 MARCATORI 5 gol Vinicio (Napoli) 4 gol Hamrin (Padova) 3 gol Angelillo (Inter), Burini (Lazio), Charles (Juventus), Di Giacomo (Napoli), Maccacaro (Verona) Il punto sul campionato Conferme e sorprese nel quarto turno del campionato di calcio Continua le marcia della Juventus sempre al comando ed a pieno punteggio pieno Il fatto più clamoroso della giornata è stata la sconfitta del Milan a San Siro - Ancora una vittoria del Napoli L'Alessandria perde la sua prima partita e il Genoa conquista il primo punto - Bella prova dell'incompleto Torino Continuano le vicende movimentate del campionato. Il torneo pare che abbia una gran fretta di far sì che tutti i risultati che possono umanamente verificarsi, si verifichino subito, senza indugio, come per dare ad ognuno dei contendenti tutte le gioie e tutti i dolori possibili, e poi... ricominciare. E' stato il turno del Milan di perdere questa volta, addirittura sui proprio campo. La Squadra Campione si è fatta battere a San Siro e per 1-0 dalla Sampdoria che finora non aveva a sua volta riportato una sola vittoria. Si noti che nemmeno il Milan aveva ancora realizzato un successo pieno; ma in questa occasione i rossoneri, dopa lunghi mesi di carenza, contavano nuovamente su Schiaffino, l'uomo che doveva registrarne il gioco e mettere idee dove non ce n'erano. Effettivamente, è stato uno strano modo di festeggiare il ritorno in squadra di quel cervello che mancava al complesso: nella giornata, né Schiaffino né Grillo né nessuno degli uomini dal gran nome, ne ha azzeccata una. E cosi il Milan, detentore del Titolo, si trova, dopo quattro domeniche di giunco, nella zona bassa della classifica, a cinque lunghezze da chi sta in testa, e con una media passiva di reti. E domenica prossima dovrà vedersela, ancora a San Siro, coll'Internazionale, in gara stracittadina. Assieme ai Milan, è caduto per la prima volta in campionato anche l'Alessandria. La sconfitta dei grigi ha l'attenuante di essere stata subita in campo esterno, ma il risultato dell'incontro, tre a zero, è pur sempre netto e forte.. A far cadere in modo simile gli alessandrini è stata l'altra squadra neopromossa, il Verona. Il quale si è portato tutt'altro che mule finora, e, pur non nutrendo eccessive aspirazioni, si trova in Stolone di classifica al momento attuale. In contrapposto alle unità che hanno fatto il loro primo passo falso e compromettente ilelln competizione, stanno le unità del gruppo di testa della classifica, il gruppo che, come rendimento complessivo, può essere definito come quello della compattezza. Ne fanno parte: la Juventus che continua ad essere il solo undici a punteggio pieno, il Napoli che fila a gonfie vele, e la Fiorentina che, in un notevole ritorno alla buona forma, ha ritrovato l'euforia di un tempo. Hanno battuto vie differenti, per giungere dove sono giunte, le tre squadre. La Juventus si è recata a Ferrara, e da quel campo pericoloso è tornata vittoriosa per uno a zero. Hanno giuocato tutt'altro che una gran partita, i bianconeri, contro l'impetuosa Spai ed il loro successo è dovuto ad un calcio di rigore del primo tempo e ad una difesa salda e compatta nella ripresa. Contrariamente alle previsioni, è stata la prima linea dei torinesi a disunirsi ed a non dare soddisfazione, questa volta. Comunque, dato che il vincere fu sempre mai lodevole cosa. la Juventus, che domenica prossima è chiamata a ricevere il Padova, se ne sta sempre sola, davanti a rutti, con un bottino di otto punti su una possibilità di otto, e con un numero di reti segnate esattamente doppio di quelle incassate. Il Napoli, per conto suo, ha continuato in quella sua corsa travolgente che aveva fatto crollare il Torino la domenica precedente. I partenopei sono andati a Bergamo, e vi hanno battuto senz'altro l'Atalanta per quattro a due. E' doveroso menzionare che l'undici bergamasco si è presentato in campo incompleto, ma bisogna riconoscere che il Napoli è in questo momento una squadra che cammina forte. Partito in campionato fra l'indifferenza generale, anzi accompagnato dallo scetticismo dei suoi sostenitori stessi, l'undici azzurro ha trovato nella coppia Vinicio-Di Giacomo un'ottima molla di propulsione per x suoi attacchi, e segna in larga misura— tredici reti in quattro giornate, equivale ad una media superiore alle tre per ogni partita dtspu tata, un fatto che manda Vinicio al primo posto nella scala dei marcatori di tutte le categorie del campionato. Domenica prossima, il Napoli è in casa, e riceve il Verona: può continuare nella sua marcia impetuosa. Sola delle tre compagini di testa ad operare in campo proprio, è stata domenica la Fiorentina. La data segnava il ritorno all'ovile di quella pecora che porta il nome di Julinho, ed essa non poteva essere celebrata altrimenti che con una vittoria. E i viola la hanno ottenuta, battendo quella squadra sena ed ordinata che è l'Udinese: per due a zero. E' tornato il pubblico, a Firenze, ed è tornata anche la buona forma. Ed uno dei motivi specifici del ritorno di quest'ultima, è da ricercare nelle felici condizioni fisiche e tecniche in cui si trova, in questo periodo, la mezz'ala Monturi e qualche altro fra i vecchi compagni suoi. Domenica prossima la Fiorentina è attesa a Vicenza, dove l'anno scorso subì una emerita batosta — che ora tenterà di vendicare. Dopo quattro giornate di gare, già non è più ora il caso di parlare di squadre che siano alla ricerca di un buon grado di rendimento. Ci si deve soffermare invece sulle unità che nella loro efficienza sono state intaccate da lesioni e da malattie — da queste ultime particolarmente, a causa dell'imperversare, in forma sia pure benigna, della febbre asiatica». V'è il Torino, per esempio, che non può essere e non va giudicato fino al momento in cui non tornerà ad avere disponibili tutti gli uomini — attaccanti tutti — che erano stati stroncati da mali diversi- e che non hanno ripreso che ora la loro preparazione. Il Torino continua ad essere la sola squadra di tutte tre le serie del campionato che non abbia spedito un solo pallone nella rete degli avversari. Nemmeno domenica i granata, affrontando la Roma sul proprio terreno, sono riusciti a segnare. Hanno giocato meglio che nelle recenti occasioni, ma sono rimasti sterili Cosa che, limitatamele Ha quarta giornata, è successo del resto a ben dieci su diciassette altre 'compagini. Non c'è che da aspettare, ed il Torino può farlo, perché se esso è parco nel segnare, lo è ugualmente nel lasciar segnare: le sole sue tre reti passive le ha portate con sé dallo sfortunato incontro sostenuto la settimana addietro al Vomero, contro il Napoli scatenato. (La Stampa - Vittorio Pozzo)