Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1957/1958
Serie A
20-10-1957 - Giornata: 7 - Ferrara - Comunale


S.P.A.L. - Alessandria US 3 - 2 (2 - 1)
RETI: 1. Vitali G. [S.] , 17. Mezzalira G. [S.] , 30. Sandell N. [S.] 56. Savioni M.[A], 76. Tagnin C.[A]

Alessandria US Stefani Ideo, Nardi Aldo, Giacomazzi Giovanni, Marcellini Antonio, Pedroni Franco, Traverso (I) Luigi, Castaldo Ercole, Natteri Hugo, Vitali Alessandro, Tagnin Carlo, Savioni Marco All.: Pedroni Franco

Formazione avversaria
S.P.A.L.: Bertocchi; Delfrati, Costantini; Villa, Ferraro, Dal Pos; Vitali Giancarlo, Zaglio, Prenna, Sandell, Mezzalira. All.: Tabanelli Paolo.

Arbitro: Steiner Carl Erich (Vienna, AUT)
Note
Ammonito: Prenna [S]. Angoli: 8-8 (3-6). Spettatori: 10.000. Giornata piovigginosa, terreno ottimo. Inizio gara ore 15:00.

Commento
Una partita che ha confermato le stranezze del gioco del calcio. Sufficiente dare un’occhiata al tabellino, del resto, per avere una prima idea dei controsensi odierni: nel primo tempo, tre reti a zero per la Spal e sei corner a tre per l’Alessandria; nella ripresa, due gol dei grigi e cinque angoli a due per i biancazzurri. Il gioco per di più è venuto a convalidare la sequenza delle reti, smentendo appieno il significato dei calci d’angolo sino al riposo. Si è assistito ad una costante supremazia dei padroni di casa all’insegna del tutto facile; poi, all’improvviso, nel secondo tempo, ogni velleità è passata dalla parte degli ospiti; è venuto un gol, ne è venuto un secondo e si è finito addirittura con gli spallini atteggiati in un catenaccio non certo preventivato, a difendere quel loro minimo vantaggio che già era stato pingue. Spiegazioni? Psicologiche, forse sia per l’una sia per l’altra squadra. La Spal ha avuto una partenza a razzo e dopo circa un minuto s’è trovata in vantaggio: la palla filava veloce da Zaglio a Vitali, a Prenna, poi si alzava a candela per l’intervento di Pedroni e finiva sui piedi di Zaglio, il quale sparacchiava al volo fortissimo. Stefani, coperto da molti uomini, si buttava d’istinto e la sfera, picchiando su qualche parte del suo corpo, schizzava alta in corner. Tiro dalla bandierina di Mezzalira, salto a vuoto di Prenna e Sandell, rimbalzo a terra, Stefani immobile e tocco decisivo di testa di Vitali: 1-0. Euforia in campo e fuori. Al 2’ saetta di Vitali che Giacomazzi, in area, respingeva nettamente col braccio. A termini di regolamento, rigore non era, ma tutti urlavano. Ed il ritmo si manteneva bruciante per una decina di minuti, con Stefani costretto a due grandi uscite volanti. Per i grigi non c’era nemmeno il tempo di respirare dopo quella botta a freddo che sembrava aver agito da… anestetico. Al 17’, fallo di Nardi su Prenna e punizione poco oltre la metà campo: tocco di Prenna indietro a Vitali e lungo traversone verso Mezzalira che arrivava in corsa senza avversari. Uscita, meglio: tentativo di uscita di Stefani con la palla che, colpita di testa dall’ala sinistra, si adagiava in rete: 2-0. L’Alessandria collezionava qualche calcio d’angolo ed un tiro di Castaldo respinto da Bertocchi a pugni uniti, ma pericoli veri e propri la Spal li correva soltanto per certe agghiaccianti deviazioni di Costantini. La sinfonia comunque era sempre diretta dai biancazzurri. Al 23’, corner di Sandell, passo in dribbling di Zaglio e fucilata di sinistro; respingeva il palo. Al 29’, altro tiro di Zaglio e altro palo: sul rimbalzo, Pedroni allungava a Stefani, ma in piena corsa irrompeva Sandell che faceva centro: 3-0. Due interventi di Bertocchi su Vitali e Castaldo, poi al 42’ la Spal sfiorava il quarto gol: tiro di Zaglio, deviato in un qualche modo da Stefani e disperato salvataggio in corner di Giacomazzi. Questo il consuntivo del primo tempo, con un’Alessandria messa fuori combattimento prima ancora di riuscire ad organizzare un gioco consistente, con Natteri e Vitali punte avanzate e tutti gli altri a far ressa nella zona di centro campo. La ripresa: i biancazzurri se la prendevano comoda e la copertura in difesa si faceva del tutto approssimativa. I grigi, senza cose eccezionali, continuavano ad impegnarsi con la bella volontà. La cronaca era più scarna, il gioco calava di tono ma dopo dieci minuti Natteri crossava da sinistra un pallone che finiva alle spalle di Bertocchi per un bel tiro a volo di Savioni, avviato in corsa. Si avvertivano i primi fischi: gli spallini si avviavano verso lo smarrimento completo, mentre nei grigi rinasceva una certa speranziella. Al 31’, punizione da sinistra di Savioni, respinta di testa di Ferraro e Tagnin, che già era stato marcato alle spalle irregolarmente, indovinava al volo l’incrocio dei pali. Ultimi minuti in pieno affanno: l’incubo del pareggio annebbiava la vista ai ferraresi, già cullatisi nella certezza di una chiassosa vittoria mentre gli ospiti spingevano a fondo per raggiungere un insperato traguardo. Ma il risultato non mutava e la vittoria rimaneva agli spallini a giusto premio di ciò che essi avevano saputo fare nel primo tempo, più ancora come gioco che come reti, in quanto Stefani ha la sua buona dose di responsabilità. Gli alessandrini sono usciti dal campo evidentemente insoddisfatti, ma è certo che oggi essi, presi sull’anticipo all’inizio, non hanno saputo creare una manovra efficace. (Giorgio Contarini, «La Gazzetta dello Sport», 21 ottobre 1957) L'ALESSANDRIA IN NETTO SVANTAGGIO PER POCO NON RAGGIUNGE LA SPAL Nel calcio, come nella vita del resto, ci sono momenti in cui tutto va male, e questa volta è andata proprio male per l’Alessandria. Non parliamo tanto delle vicende di gioco, quanto dei fatti che hanno preceduto la gara, che sembrano creati apposta per mettere in difficoltà i grigiazzurri. Ha cominciato Vonlanthen a dichiarare forfait alla partenza; poi, poco prima di scendere in campo, anche Manenti ha chiesto di restare in tribuna a causa di un persistente dolore muscolare e, infine, si è messo a tramare contro i piemontesi anche il caso, che ha permesso ai ferraresi di segnare un goal dopo appena cinquanta secondi di gioco. Niente di male, si potrebbe obiettare che il tempo per recuperare non mancava, ma per fare ciò gli uomini di Pedroni avrebbero dovuto mettere in moto l’attacco, proprio il reparto che lamentava le defezioni importanti di Vonlanthen e di Manenti. Aggiungete a tutto questo un arbitro, il signor Steiner della Federazione austriaca, che permetteva ai ferraresi di difendere in tutti i modi il vantaggio conseguito ed avrete un quadro abbastanza esatto della situazione in cui si sono trovati gli alessandrini all’inizio di questa gara. Sgombriamo comunque subito il campo da ogni preconcetto: Pedroni e soci non hanno fatto nulla, o molto poco, per raddrizzare la situazione e la partita è corsa, liscia e lineare, verso la più logica conclusione. Sul 3 a 0, infatti, si è chiuso il primo tempo e soltanto nella ripresa si è avuto un parziale risveglio degli ospiti. È difficile, a questo punto, stabilire il merito degli alessandrini e il demerito degli emiliani, che non ne azzeccavano più una buona; sta di fatto che sono venuti i goal di Savioni e di Tagnin a modificare in parte il risultato, ma le prodezze dei piemontesi sono finite qui e il possibile pareggio non è stata raggiunto. La partita ha avuto due distinti volti. Nel primo tempo abbiamo visto una Spal vivace, combattiva, generosa, a cui faceva riscontro un’Alessandria in difficoltà. Calcio d’inizio, scambio Prenna-Sandell e lancio a Zaglio, che vuol indirizzare a rete da una ventina di metri. Stefani è sorpreso e devia con difficoltà in calcio d’angolo. Tira Mezzalira, Stefani esce ma non prende la palla che Vitali – l’ala destra ferrarese, tanto per intenderci – mette in rete. Doccia fredda per gli alessandrini, costretti a tentare la rimonta in condizioni difficili. Gioca Natteri, ma la sua azione è incolore; gli manca la classe per essere un palleggiatore e gli fa difetto il temperamento per essere un combattente. Che fa in campo? Si adatta alla men peggio, ma ci vuol altro per poter superare i Ferraro, i Dal Pos, i Costantini. Del resto, per amore di verità, dobbiamo dire che neppure i suoi compagni marciano meglio e Bertocchi sta praticamente disoccupato a guardare la grande confusione che avviene a centro campo. I ferraresi, comunque, corrono ancora: Zaglio sta a centro campo, Sandell cerca di mettere ordine e di lanciare a turno i tre compagni rimasti in posizione avanzata. Al 15’, Steiner fischia un fallo di Pedroni su Prenna; tira l’ala destra Vitali e Mezzalira raccoglie di testa, superando incredibilmente Stefani: 2 a 0. La partita sembra ormai decisa. Gli ospiti non riescono ad avvicinarsi a Bertocchi, anche perché la difesa della Spal gioca alla «spazzatutto» senza che Steiner si senta d’intervenire. Figuratevi se Vitali o Savioni vogliono rischiare di entrare in una zona minata… A centro campo, Traverso non azzecca un passaggio giusto, mentre Tagnin lavora molto ma con pochi frutti. Poco prima della mezz’ora nuova rete dei biancazzurri, questa volta su errore di Pedroni. Zaglio rischia un tiro che manda la palla a schiacciarsi sul montante, Pedroni, che ha seguito la traiettoria, trova comodo passare indietro a Stefani; sulla palla, lenta, piomba Sandell e il terzo goal è fatto. Diciamo pure che sono stati tre goal fortunosi, ma la Spal meritava di vincere di fronte ad una Alessandria abulica e scialba all’attacco e assai vulnerabile in difesa. Questo gioco dovrà parzialmente essere modificato nella ripresa. I grigiazzurri infatti rientrano in campo come trasformati. Non assistiamo a un gran gioco, ma il miglioramento è netto. Sarà forse la Spal a risentire della fatica, sarà il terreno sempre più viscido che rende difficile la manovra, sta di fatto che l’attacco alessandrino si sveglia di colpo. Bertocchi ha qualche intervento fortunoso, poi, all’11, la prima rete dei piemontesi. Azione Natteri-Vitali-Savioni, l’ala sinistra indovina lo spiraglio nel tiro e la palla è in rete. I ferraresi quasi non reagiscono, sembrano adagiarsi sul risultato che considerano inattaccabile. Invece viene il secondo goal degli ospiti. Savioni calcia una punizione da fuori area mandando la palla a Tagnin; sull’interno sinistro alessandrino si affollano alcuni difensori che lo spingono, impedendogli di calciare. Sarebbe un fallo da rigore, ma Steiner fa finta di niente. La palla, ribattuta da Delfrati, finisce ancora a Tagnin, che la scaraventa in rete: 3 a 2. Manca un quarto d’ora alla fine e l’ombra del pareggio veleggia sul campo; i difensori biancazzurri sentono il pericolo e si raccolgono in forze a protezione della loro area. Il compito, del resto è difficile ma non impossibile; basta un po’ di «grinta» per certi attaccanti… Vitali vaga isolato per conto suo, Castaldo tenta l’azione individuale (figuriamoci, in quel caos), Tagnin è troppo solo, Natteri non fa niente. Arriva il fischio di chiusura a sanzionare questa vittoria della Spal, una vittoria che all’inizio pareva facile ed è stata invece assai contrastata. (Giulio Accatino, «Stampa Sera», 21 ottobre 1957) Spal e Alessandria si sono divise la partita in due parti. La Spal si è presa il primo tempo, conducendolo dal 1’ al 45’, segnando tre reti e mancandone almeno altre tre facilmente realizzabili e sciupate per la troppa precipitazione, la Alessandria ha invece dominato per tutta la ripreso, non riuscendo però a rimontare completamente lo svantaggio per l’arretramento in area biancazzurra di quasi tutti gli spallini. La partita è così terminata con lo stretto vantaggio di un gol da parte della Spal che per altro non ha demeritato il successo. Infatti, la squadra ferrarese è apparsa più organica di quella alessandrina per una migliore impostazione dei temi d’attacco e per un più positivo gioco del quadrilatero. La formazione grigia invece ha vissuto soprattutto su quell’eccellente giocatore che è Tagnin, non solo unico vero uomo capace di sfondare, ma anche l’unico capace di preparare dignitosamente il gioco a metà campo. Risultato quindi nel suo complesso abbastanza esatto che ha rispecchiato il valore delle squadre in campo. L’Alessandria ha deluso completamente nel primo tempo le aspettative del pubblico, soprattutto in difesa, dove Stefani si è dimostrato completamente fuori forma e Giacomazzi quanto mai confuso e arruffone. E se l’undici di Tabanelli è riuscito a sfondare facilmente, ciò in parte è dovuto a questa crisi difensiva di una Alessandria che era già riuscita in passato a imbrigliare attacchi molto più potenti di quello spallino. Vale la pena di osservare, da un punto di vista tecnico, che i grigi, presentatisi in campo senza l’usuale catenaccio, hanno lasciato scoprire tutta la loro debolezza, e se nel secondo tempo sono riusciti anche a combinare qualcosa, ciò è dovuto chiaramente al calo pauroso degli spallini, convinti di avere già la partita in tasca e un po’ traditi dall’improvviso cedimento delle linee difensive (vedi Ferraro, Delfrati e Dal Pos) che hanno accumulato errori su errori. Le note positive della Spal stanno invece nell’attacco, dove Vitali ci è sembrato essersi ripreso molto bene dalle scadenti prestazioni d’inizio campionato, e dove soprattutto Zaglio e Sandell hanno dimostrato di sapere il fatto loro. Come già si è detto degli alessandrini, solo Tagnin ha dimostrato di avere grossi numeri per imporsi, mentre l’atteso mediano Marcellini ha piuttosto deluso. Giornata piovigginosa che ha limitato l’affluenza del pubblico, non superiore alle diecimila persone. Terreno in ottime condizioni, nonostante la pioggia caduta per tutta la mattinata e interrottasi soltanto all’inizio della partita. (Nino Cristofori, «Corriere dello Sport», 21 ottobre 1957) Al fischio di inizio del viennese signor Steiner, la Spal partiva con spavalda sicurezza e al primo minuto di giuoco era già in vantaggio. Stefani, al 6’, si produceva in una parata volante, poi respingeva un debole tiro di Prenna. L’offensiva biancazzurra era però insistente e portava presto alla seconda rete, al 17’. L’Alessandria, sferzata da questa seconda marcatura, partiva fortissima e nella mischia che si formava in area ferrarese fruiva di una punizione al limite dell’area di rigore. Una finta di Vitali ed un fortissimo tiro di Castaldo costringevano Bertocchi a parare in angolo. Era però presto rintuzzato il tentativo degli ospiti, cosicché, al 30’, si aveva la terza rete per la Spal. Dopo un palo di Zaglio, senza che Stefani potesse intervenire, sul pallone che rimbalzava accorreva Sandell, che metteva decisamente in rete prima che il portiere alessandrino potesse fare un qualche tentativo di parata. Alcune azioni di contropiede degli ospiti, fra cui emergeva Castaldo, poi ancora un palo di Sandell e un intervento in extremis di Nardi, che riusciva a mandare in angolo un pallone che pareva destinato irrimediabilmente in rete. Giunti al riposo con il vantaggio di tre reti, gli spallini iniziavano la ripresa in sordina, pensando forse di avere di fronte una squadra ormai rassegnata. Le cose, invece, non erano proprio così e lo si è visto ben presto. I grigi, ai quali ormai non restava che tentare il tutto per tutto, si sono lanciati caparbiamente a testa bassa contro la difesa ferrarese, intessendo attacchi ben coordinati che facevano perno su Pedroni e Tagnin ed andavano spesso ad infastidire la retroguardia ferrarese, mettendola in seria difficoltà e segnando due volte, prima con Savioni all’11’ e poi con Tagnin al 30’. La Spal trovava finalmente qualche sprazzo e reagiva, ma il suo giuoco era slegato. L’Alessandria inseguiva tenacemente la speranza del pareggio, ma la difesa ferrarese vigilava. («l’Unità», 21 ottobre 1957) DOMANI AL MOCCAGATTA ALESSANDRIA-BOLOGNA I «grigi» sconfitti di misura a Ferrara - Preoccupazioni per rincontro di domani: forse indisponibili Nardi, Stefani, Traverso e Vonlanthen Il risultato di Ferrara è stato una sorpresa, in quanto è mancato alla prova il portiere Stefani, che quest’anno aveva incominciato ad esibirsi con sicurezza e classe che gli avrebbero certo aperto le porte per la squadra nazionale. Purtroppo, per cause che possono essere attribuite al lontano infortunio di cui ha risentito circa un mese fa, è calato paurosamente di tono, al punto di umiliare sé stesso. Il «serrate» del secondo tempo contro la Spal, organizzato dalla squadra alessandrina, e le due reti realizzate da Savioni e Tagnin sono servite solo a mettere in orgasmo la difesa avversaria. La nostra squadra aveva numerose possibilità di aggiudicarsi la vittoria, se non fosse intervenuta, dopo soli 45 secondi di gioco, la prima papera dell’estremo difensore, che ha posto la nostra squadra in condizioni di inferiorità. Dopo meno di mezz’ora di gioco, tre palloni avevano già varcato la linea della porta di Stefani. Il pubblico ferrarese, nel secondo tempo, di fronte al netto dominio alessandrino ed alla disordinata difesa dei biancocelesti, aveva sottolineato il comportamento della propria squadra con prolungate salve di fischi. Gli alessandrini presenti a Ferrara, dopo la seconda rete di Tagnin realizzata a 14 minuti dalla fine, avevano intravisto la certezza di conseguire almeno un pareggio. L’Alessandria, contro le squadre metropolitane, punta i piedi e regge degnamente ogni confronto. Quando si tratta di affrontare, nelle loro modeste tane, le squadre di provincia, dimentica la lesione, vacilla sui piedi d’argilla ed i giocatori preferiscono restare in tribuna, eccetera. Tirando le somme: 3 reti subite a Verona e 3 a Ferrara, totale 6; mentre ha subito un solo goal giocando con Fiorentina, Torino, Milan, Lazio e Inter. Per fortuna, in Serie A non gioca il Castellazzo Foot-Ball Club, altrimenti altra torta! A Ferrara, Pedroni aveva portato Manenti, Nobili e Natteri: quest’ultimo, reduce da una influenza, doveva considerarsi in «gita premio». Giunti al… passo estremo, cioè prima di entrare in campo, Manenti e Stefani interrogarono la margherita: gioco, non gioco, gioco. Cosicché Stefani ha optato per il sì e Manenti per il no, ed i due punti che potevano essere incasellati comodamente contro una squadra in crisi sono svaniti, benché si fosse chiusa la porta della stalla, quando la vittoria era già scappata. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 26 ottobre 1957) RISULTATI: Atalanta-Internazionale 1-0 Fiorentina-Roma 2-0 Genoa-Sampdoria sospesa per impraticabilità del campo Lazio-Napoli 4-1 Milan-Juventus 1-1 Padova-Lanerossi Vicenza 1-0 Torino-Udinese 6-2 Verona-Bologna 1-0 CLASSIFICA: Juventus 13; Napoli 11; Fiorentina, Roma 9; Sampdoria, Alessandria, Internazionale, Lanerossi Vicenza, Lazio, Padova, Verona 7; Spal, Udinese 6; Atalanta, Bologna, Milan, Torino 5; Genoa 1 7 giornata 1957 58 MARCATORI 7 gol Vinicio (Napoli) 6 gol Di Giacomo (Napoli) 5 gol Hamrin (Padova) 4 gol Charles (Juventus), Lindskog (Udinese), Montuori (Fiorentina) Il punto sul campionato Molte le novità della, settima giornata del campionato di calcio Uscendo imbattuta dal campo di S. Siro la Juventus si è rafforzata in testa alla classifica Il clamoroso crollo del Napoli contro la Lazio a Roma - Il maltempo ha ostacolato su molti terreni lo svolgimento delle partite - Netto e promettente il successo del Torino - Battuti l'Inter, il Bologna e la Roma Giornata di notevole rilievo, la settima del campionato, giornata che lascia una traccia e farà sentire i suoi effetti nell'andamento generale della lotta. In essa, la Juventus, allontanandosi per la prima volta dalla sua abitudine del successo pieno, ha interposto la distanza di due punti di classifica fra sé ed il più vicino inseguitore; in essa il Napoli, crollando rumorosamente, ed alla presenza di ventimila suoi sostenitori, a Roma contro la Lazio, ha dato l'addio ai suoi sogni d'oro di irresistibile potenza d'attacco; in essa il Torino ha rotto l'incantesimo ed ha vinto per la prima volta travolgendo decisamente l'avversario; in essa anche l'Atalanta ha riportato la sua prima vittoria, sconfiggendo a Bergamo quei suoi tecnicamente strani compagni di colore che sono i neroazzurri di Milano; in essa, ed è praticamente la sorpresa minore, la Roma ha subito la sua prima sconfitta nella competizione; ed in essa infine il maltempo ha sfrenato una offensiva in grande stile nel settentrione del Paese costringendo alla sospensione ed al rinvio la partita fra le due squadre di Genova. A Milano è venuta giù tant'acqua nello spazio di trenta ore da allagare il campo: e, per la prima volta, il terreno di San Siro non ha funzionato: si è giuocato su un lago. E la Juventus ha sfoderato una partita, non grande come tecnica, ma maiuscola come volontà e carattere. Ha lottato, e poteva, e doveva anche, vincere. Ha dovuto accontentarsi di un risultato pari, una rete per parte, ma è uscita dal campo acclamata dai suoi sostenitori giubilanti — almeno di quelli fra di essi che avevano avuto il coraggio di sfidare il diluvio. La notizia dell'improvviso rovescio subito dal Napoli nella capitale ha lasciato i bianconeri isolati e con due punti di vantaggio sugli azzurri partenopei e quattro sui viola fiorentini e sui giallorossi romani. Fa un gran bene ai juventini, quanto avvenuto a Milano: perché fornisce loro la prova materiale di poter ergersi all'altezza di ogni problema vero e reale che il lungo torneo possa creare e mettere sulla loro via. Non c'è di meglio che credere in sé, senza. lasciarsi ubriacare dal successo, per vincere. Domenica prossima saranno di turno allo stadio torinese, gli uomini dell'Interazionale, con in squadra quel tipo un po' attaccabrighe che è Lorenzi: sarà, per la Juventus, la difficoltà di tipo nuovo, quella di non reagire alle provocazioni. Chi dovrà intanto pensare molto seriamente ai casi suoi, è il Milan. Nemmeno questa volta, nemmeno sul proprio campo — ridotto ad un acquitrino, ma sempre il terreno casalingo — nemmeno messo di puntiglio, ha saputo ridiventare se stesso. Ha fatto un passo in avanti come grado di forma, ma non come efficienza vera e propria. Sette partite, cinque pareggi e due sconfitte, questo il suo bilancio attuale: con sempre otto lunghezze di ritardo su... colei che detiene. Il campionato assume oramai la fisionomia di una corsa ad inseguimento per i rossoneri che hanno vinto il torneo dell'anno scorso. La prossima tappa li porta a ricevere i bergamaschi dell'Atalanta, che ancora non hanno ricuperato né ricupereranno quel bel giuocatore dal ginocchio che stranamente si blocca ad intermittenza, che è 10 svedese Gustavsson. Giù in basso, nelle ultime posizioni, molto rumore. Mentre il Genoa rimaneva fermo ed isolatissimo all'ultimo posto della classifica, a causa della sospensione del derby ligure per la impraticabilità del campo — ed ancora non è noto il giorno in cui l'incontro potrà essere ricuperato — pareo- Bean segna la rete del pareggio nell'incontro di Milano che unità al disopra di esso si muovevano. Si è mossa, come accennato, l'Atalanta che, battendo l'Internazionale per uno a zero, si è portata da quota tre a quota cinque. Si è mossa la Spai, che, piegando per tre reti a due l'Alessandria dopo dura ed accanita lotta a Ferrara, ha portato a sei i quattro punti di classifica che aveva. E si è mosso infine il Torino. Il quale ha sfogato tutto il suo malumore ai danni di una Udinese che è incappata in un contrattempo dopo l'altro. Per sei a due hanno riportato il successo i granata, che hanno potuto finalmente — dopo un mese e mezzo di campionato — mettere in campo una formazione completa o quasi. L'avvenimento è stato celebrato con un risultato di sei reti a due. Il che vuol dire che quel pauroso dislivello fra reti subite e reti segnate, è stato in una giornata sola quasi colmato. Ora la media relativa è ancora passiva ma per una rete sola: sette contro otto. Se la posizione di classifica non denota gran che il successo realizzato, la cosa è dovuta alla circostanza, già accennata, che altre consorelle dei posti di coda hanno contemporaneamente un passo in avanti. Domenica prossima va a Padova, rinfrancato, il Torino, a Padova dove l'undici locale ha avuto, grazie ad una rete di quella astuta volpe che è lo svedese ex-juventino Hamrin, il suo derby speciale col LaneRossi di Vicenza. Un successo riporterebbe immediatamente i torinesi in aria di classifica più respirabile. In basso, dove l'atmosfera è un po' da... febbre asiatica, rimane il Bologna. Al quale non ne va bene una. E se ne conosce anche la ragione oramai. Ohe è da ricercare in questioni interne e magari anche intime, per cui quella che prometteva essere una compagine di elevato valore, è diventata un organismo che, ad ogni pie sospinto, si inceppa e cessa di funzionare. Non riprenderanno a correre veloci, i petroniani, che il giorno in cui avranno risolto i problemi di casa loro. (La Stampa - Vittorio Pozzo)