Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1957/1958
Serie A
08-12-1957 - Giornata: 13 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Sampdoria UC 2 - 0 (2 - 0)
RETI: 8. Castaldo E.[A], 43. rig. Tagnin C.[A]

Alessandria US Nobili Natale, Nardi Aldo, Giacomazzi Giovanni, Marcellini Antonio, Pedroni Franco, Traverso (I) Luigi, Castaldo Ercole, Manenti Michele, Vonlanthen (II) Roger, Tagnin Carlo, Savioni Marco All.: Pedroni Franco

Formazione avversaria
SAMPDORIA UC: Bardelli; Farina, Agostinelli; Marocchi, Bernasconi, Martini; Conti, Ocwirk, Firmani, Tortul, Mora. All.: Dodgin William.

Arbitro: Marangio Carlo (Roma)
Note
Ammonito: Castaldo [A]. Angoli: 2-4 oppure 2-5 (1-2). Spettatori: 12.000. Giornata grigia, terreno asciutto ed erboso. Inizio gara ore 14:30.

Commento
L'onorevole Brusasca, presente all'incontro, ha fatto da paciere DOPO ALESSANDRIA-SAMP RISOLTO IL DISSIDIO TRA I DIRIGENTI GRIGI Che la Sampdoria sia entrata nel numero delle squadre illustri in lotta per evitare la retrocessione è un fatto che non può destare molta meraviglia, dopo che si sono visti i blucerchiati all’opera sul campo dell’Alessandria. Mister Dodgin, l’allenatore, ha cercato di dare alla sua squadra uno stile di gioco «inglese» ma v’è da credere che la Samp, del football britannico, abbia assimilato soltanto i difetti: una compagine che si muove al piccolo trotto, senza un briciolo di fantasia e di vivacità, perdendosi in giochetti inutili, senza mai scomporsi, come se il risultato della partita fosse l’ultimo dei suoi pensieri. Anche le doti indiscutibili di elementi come Ocwirk e Firmani si perdono in un complesso tanto apatico. I grigi hanno la loro forza proprio nella vivacità, nella combattività e nell’estrema semplicità del loro gioco: un avversario del genere era quindi il più adatto per permettere loro di fare una buona figura senza molta fatica. Gli atleti di Pedroni hanno piegato la Samp con il classico punteggio di 2-0, un punteggio che non ammette repliche, tanto più se si considera che i due goals sono stati ottenuti nel primo tempo e che nella ripresa, malgrado le proteste del pubblico che incominciava ad annoiarsi, i grigi si sono accontentati di vivere di rendita. In campo alessandrino, l’eroe della giornata è stato l’interno sinistro Tagnin. Il biondo atleta ha mantenuto per tutta la gara un alto ritmo di gioco, dimostrandosi prontissimo sia in fase difensiva che nella veste di suggeritore degli uomini di punta. Il primo goal dei grigi, firmato da Castaldo, è scaturito da una splendida azione di Tagnin, che ha scartato in corsa due avversari porgendo poi il pallone all’ala destra, mentre il rigore che lo stesso n. 10 ha realizzato era nato da un atterramento di Castaldo, lanciato naturalmente da Tagnin. La qualifica di migliore in campo gli spetta di diritto, mentre una segnalazione meritano pure, fra i grigi, Traverso, Castaldo e Pedroni e, fra i sampdoriani, Ocwirk, Marocchi e Martini. L’Alessandria è passata in vantaggio dopo appena nove minuti di gioco. Manenti, spostato a sinistra, ha messo in azione Tagnin, che si era trasferito in posizione di ala destra; il biondo è scattato a gran velocità, giunto sul limite dell’area ha ingannato con una finta Marocchi ed ha scartato successivamente anche Agostinelli, servendo quindi Castaldo in posizione di centravanti: il n. 7 grigio ha fermato il pallone di destro e di sinistro lo ha scagliato imparabilmente in rete. La reazione della Sampdoria ha portato i blucerchiati a sfiorare il pareggio al 12’ quando un impreciso intervento di testa di Pedroni (che anticipava Ocwirk su una punizione di Martini) ha messo il pallone sui piedi di Firmani a quattro metri dalla porta alessandrina: Nobili sarebbe stato senz’altro battuto, ma il violento tiro del centrattacco ligure è stato respinto dalla traversa. I blucerchiati hanno continuato ad attaccare, anche perché ai grigi, abituati a giocare in contropiede, conveniva lasciare l’iniziativa agli avversari. Malgrado la loro insistente offensiva, i liguri non sono però riusciti a dare il minimo fastidio a Nobili, mentre l’Alessandria nei suoi rapidi contrattacchi ha sempre impegnato Bardelli: al 31’ Vonlanthen, fuggito sulla destra, ha mandato al centro un pallone che nessuno è stato pronto a raccogliere, mentre al 33’, su azione di Tagnin e Manenti, Savioni ha costretto il portiere sampdoriano ad una ardita parata. Al 37’ un tiro di Ocwirk è finito alto, mentre al 42’ Castaldo, lanciato da Tagnin, è stato atterrato in area da Agostinelli e l’arbitro Marangio ha concesso giustamente il «penalty»: nulla da fare per Bardelli sul tiro dello specialista Tagnin. Al 44’, poi, l’estremo difensore ligure ha dovuto compiere un eccezionale salvataggio per evitare il terzo goal su un tiro di Savioni. Nella ripresa – come si è accennato – l’Alessandria si è limitata a controllare il gioco dell’avversario ed i blucerchiati, nella loro lunga pressione, sono riusciti ad impegnare Nobili due volte in tutto: in entrambe le occasioni, al 24’ e al 26’, su tiri di Tortul, il portiere alessandrino se l’è cavata egregiamente. Al fischio finale, molti gli applausi del pubblico e le dimostrazioni di solidarietà da parte dei tifosi al presidente alessandrino ing. Sacco che – come è noto – reagendo ad un tentativo di mettere in crisi la direzione del sodalizio, aveva invitato otto consiglieri dissidenti a dimettersi dall’incarico. La crisi dirigenziale dell’Alessandria si è però fortunatamente chiusa con una riconciliazione fra le due parti, dopo una riuscita mediazione dell’on. Brusasca, presente alla partita. In serata infatti la segreteria dell’Alessandria ha diramato il seguente comunicato ufficiale: «Al termine della gara Alessandria-Sampdorla, con l’intervento dell’on. Brusasca, si è riunito volontariamente e totalitariamente il Consiglio Direttivo della società. Chiarite le posizioni che hanno dato luogo ai noti interventi, è stata riconfermata piena fiducia al presidente, che si è dichiarato soddisfatto e solidale con il Consiglio Direttivo tutto». Meglio, così: quando una squadra come quella grigia riesce a figurare ottimamente nella massima divisione, permettendosi il lusso di militare nelle posizioni migliori della classifica, una crisi fra i dirigenti condotta con toni polemici costituisce una stonatura. (Gianni Pignata, «Stampa Sera», 9 dicembre 1957) La Sampdoria ha conosciuto oggi sul campo Moccagatta di Alessandria la sconfitta nelle stesse condizioni dell’incontro amichevole del settembre scorso: anche allora i blucerchiati uscirono battuti per 2-0 dopo aver dominato con buona vena, senza peraltro minacciare seriamente la porta di Nobili. Oggi, battuti, all’8’ da una rete irresistibile di Castaldo, riuscito a liberarsi degli avversari ed a scossare un forte tiro da pochi metri, i blucerchiati sono passati all’offensiva con una nutrita serie di azioni pregevoli a metà campo ma indecise ed inconcludenti al momento di realizzare. Il gioco ha così stagnato per circa mezz’ora tra i mormorii del pubblico, deluso dall’opaca prestazione degli uomini in campo. Ad aggravare la situazione degli ospiti è venuto, sul finire del primo tempo, il secondo gol dell’Alessandria per merito di Tagnin, che ha battuto Bardelli su calcio di rigore. Galvanizzati dal duplice vantaggio, i grigi – oggi in maglia rossa per dovere di ospitalità – hanno iniziato a tutta velocità il secondo tempo, impegnando il portiere Bardelli e sciupando altresì facili occasioni per aumentare il bottino. Gli ospiti hanno cercato con ardite folate di giungere al pareggio, ma le loro azioni sono apparse prive di mordente e ben poche volte il portiere Nobili si è trovato in serie difficoltà. La partita, comunque, si può considerare conclusa nei primi 45 minuti: poco si è visto, infatti, nel secondo tempo, anche da parte dell’Alessandria, che dopo un inizio assai promettente ha insistito nel gioco a metà campo, costellato da ripetute fallosità. I due terzini, nonché Traverso e Tagnin, sono apparsi gli uomini migliori nelle file grigie, mentre Ocwirk, a tratti Firmani e Bardelli – che ha effettuato alcune ardite parate – si sono imposti sulla Sampdoria. Al 3’ Savioni con una rovesciata su centro di Castaldo scocca un potente tiro, ma la palla finisce fuori di poco. Cinque minuti dopo, il primo gol dell’Alessandria: Castaldo, con azione irresistibile, precede Bardelli e segna da pochi metri. Due angoli contro l’Alessandria, poi al 30’ e al 36’ Savioni per i grigi ed Ocwirk per i blucerchiati falliscono facili occasioni. Un calcio d’angolo per la Alessandria, quindi al 43’ il secondo ed ultimo gol della giornata: Agostinelli atterra Castaldo in area di rigore con un palese sgambetto. L’arbitro – che ha diretto con equità – decreta la massima punizione, trasformata da Tagnin. Una bella parata in tuffo di Bardelli su un tiro insidioso di Savioni e poi il riposo. Nella ripresa le azioni si susseguono a ritmo serrato; l’arbitro ammonisce Castaldo per un fallo su Tortul. Un forte tiro di Firmani viene deviato in angolo da Nobili. Alcuni tiri di Tortul e Martini falliscono di poco il bersaglio. Anche Vonlanthen sbaglia però imitato poco dopo da Manenti il quale, partito deciso verso la rete sampdoriana, ha un attimo di esitazione e si lascia carpire la palla dall’accorrente Mora. Alla mezz’ora è ancora Nobili a respingere di pugno un forte tiro di Conti. Gli ultimi quindici minuti vedono tutti gli atleti seriamente impegnati: gli alessandrini per mantenere il successo acquisito, i blucerchiati per realizzare il gol della bandiera. Ma il risultato non muta. Lieve incidente a Savioni, che è rimasto a terra dolorante per un minuto. (Giovanni Camagna, «Corriere dello Sport», 9 dicembre 1957) Non si può certo dire che quella di oggi sia stata una bella partita, come del resto non si può fare colpa alla Alessandria, soddisfatta del risultato conseguito nel primo tempo, di non aver curato poi lo spettacolo o per lo meno la vivacità dell’incontro. Se difetto esiste in proposito, si deve unicamente ricercare nella compagine blucerchiata che, pur trovandosi in svantaggio di due reti, non ha cercato di reagire, come se fosse quasi rassegnata a una sorte ormai segnata nel libero del fato. Per la verità, è purtroppo vero che nel secondo tempo gli uomini della Sampdoria, soprattutto per merito di Firmani e di Bernasconi, hanno abbozzato un tentativo, tentativo che si è ridotto, in una rigida analisi, a un balbettio di quello che avrebbe potuto essere un gioco di squadra. Di tutto questo, è logico ne abbia approfittato l’Alessandria, cercando di condurre in porto la vittoria e di rimandare sotto la Lanterna, senza la soddisfazione di una sola rete, la fragile navicella blucerchiata. In novanta minuti di gioco, una sola occasione vera e propria vi è stata da parte della Samp e cioè quando, al 13’ del primo tempo, Firmani, solo in area, sparava fortissimo sulla traversa di Nobili. Con un gol in quel momento, forse la partita avrebbe assunto un altro tono. Ma purtroppo i «se» e i «ma» ben poco lasciano, a consolazione della cattiva giornata. Quello che resta è il risultato nudo e crudo. Dicevamo dunque che l’Alessandria ha approfittato della occasione per condurre in porto il risultato, e infatti, dopo un inizio veloce e sempre in fase di attacco, perveniva alla conclusione con Castaldo. Era Tagnin che partiva dalla metà campo, seminando avversari. Si inseriva poi anche Savioni e la palla perveniva a Castaldo, che non aveva difficoltà a segnare. Un’azione geometrica, perfetta come solo può essere descritta da un manuale. Conseguito dunque il primo successo, i grigi ritiravano le loro batterie e lanciavano a tratti due o tre uomini all’attacco, concedendo così la possibilità alla difesa di mettersi in luce. Ebbene, proprio quando ci si poteva aspettare di vedere un Nobili impegnato al massimo, l’azione dei blucerchiati veniva immancabilmente a spezzarsi sul piede dei due terzini grigi, ottimamente coadiuvati da un Pedroni in buonissima giornata. Era Nardi, soprattutto, a mettersi in vetrina, mentre Giacomazzi, dopo un inizio lento, si riprendeva portandosi alla pari del compagno. Si giungeva così al rigore. Castaldo, dalla destra, perveniva in area e tutto solo stava per entrare in contatto con Bardelli, quando Agostinelli sgambettava l’ala destra, che finiva a terra. Un fallo non certo «cattivo», ma purtuttavia fatto su misura per la massima punizione. E infatti, Marangio, un direttore di gara eccellente, non esitava ad indicare il dischetto. Si incaricava Tagnin del tiro e segnava nell’angolo destro di Bardelli, aumentando lo svantaggio e diminuendo le speranze dei sampdoriani. Da questo momento, e per tutto il secondo tempo, la partita diventava incolore, con una Samp alla ricerca di un assieme e una Alessandria vigile nel controllo dell’avversario, irretito soprattutto nella metà campo. Valutando gli uomini in campo, non sapremmo cosa dire per la Samp, se non quello che abbiamo accennato in precedenza per quanto riguarda Firmani e Bernasconi. A questi potremmo aggiungere con molta buona volontà anche Tortul e a tratti Ocwirk. Per il resto, un grigiore generale. Altro discorso, invece, per l’Alessandria. Nobili si è esibito in un paio di magnifiche uscite, mentre per Nardi, Giacomazzi e Pedroni abbiamo già detto. Bene anche Marcellini, soprattutto in difesa. Anche per Traverso note di merito. All’attacco Cataldo ha lavorato sodo e così pur l’estremo sinistro Savioni, che dimostra un continuo miglioramento. Anche Vonlanthen, al centro, si è destreggiato egregiamente. Tagnin ha sgobbato come al solito, con in più il contributo alle azioni da rete. Manenti ha iniziato molto bene, rallentando poi la sua azione quando il gioco è passato dall’offesa alla difesa. La cronaca. Apertura veloce dell’incontro con tutte le promesse di assistere ad un buono spettacolo (tutto si ridurrà invece ad un semplice prologo). È l’Alessandria che subito, al 2’, impegna Bardelli con una rovesciata in area di Savioni. Le azioni sono alterne. Al 5’ la Sampdoria tenta la via del successo con Tortul che porge in area a Firmani il quale sbaglia. Ancora al 7’, un’azione in linea dei grigi: Vonlanthen passa a Savioni che tira debolmente al disopra della traversa. All’8’, azione della rete di Castaldo, già descritta. Partono i blucerchiati e Firmani, al 9’, impegna Nobili con un secco tiro, obbligandolo a mandare coi pugni in calcio d’angolo. Ancora al 13’, il tiro sulla traversa di Firmani, il quale si dimostra il più attivo. È il periodo della Samp. Al 14’ e a 26’ Firmani sbaglia di poco, poi al 31’ la reazione dei grigi con Vonlanthen che, dopo una lunga corsa sulla destra, non trova nessuno a ricevere il passaggio davanti allo specchio della rete di Bardelli. Il gioco ristagna ora nella metà campo. Sul finire, al 42’, l’azione del rigore realizzato da Tagnin. La ripresa è incolore e le azioni di rilievo sono molto rare. Al 24’, Tagnin si beve in dribbling tre avversari e allunga al limite dell’area a Vonlanthen, che manda fuori. Al 33’, Manenti tenta la via della rete ma trova Bardelli sulla traiettoria. Infine, l’ultimo sprazzo al 44’ con Tortul che, dopo un’azione in linea, taglia sulla destra in area ad Ocwirk, ma Nobili interviene uscendo a valanga. La fine vede una Samp delusa per la cattiva prestazione, mentre i grigi escono esultanti per i due punti conquistati e soprattutto per la riconferma delle loro buone condizioni di forma. Lieve incidente a Marcellini al 25’ della ripresa, durante una mischia in area. Resta fuori campo per un minuto, rientrando senza apparenti conseguenze. Ammonito Castaldo nel secondo tempo. L’Alessandria ha giocato in maglia granata. (Franco Benzi, «La Gazzetta dello Sport», 9 dicembre 1957) Anche la Sampdoria ha dovuto abbassare bandiera sul campo alessandrino con un risultato che non lascia dubbi. I liguri, in svantaggio di due reti nel primo tempo, hanno tentato nella ripresa di risalire il distacco, ma le loro azioni si sono sempre infrante contro lo sbarramento alessandrino. Le reti sono state realizzate nel primo tempo da Castaldo a conclusione di un’azione individuale di Tagnin all’8’e da Tagnin al 42’ su rigore decretato per un fallo di Agostinelli su Castaldo. («l’Unità», 9 dicembre 1957) Pedroni tra i convocati per la «nazionale» - Una «crisi» presto risolta LA FRANCA VITTORIA SUL SAMPDORIA (2 -0) E L’INCONTRO DI DOMANI CON LA ROMA La Sampdoria, che aveva entusiasmato a Birmingham, è stata fermata con facilità dall’Alessandria. Non si può dire che i grigi, per l’occasione in maglia granata, abbiano giocato in modo irresistibile; la indisposizione di Marcellini, la giornata negativa di Manenti, hanno messo la nostra squadra in difficoltà e se il successo è stato raggiunto, ciò è avvenuto per il capovolgimento della impostazione di gioco. Infatti, Manenti e Vonlanthen, che dovevano fungere da «stoccatori», sono stati soppiantati nelle azioni d’attacco dai volonterosi elementi di centrocampo Castaldo e Tagnin. Infatti, il primo è apparso raramente all’ala destra, ma si è trovato sempre puntuale all’appuntamento al centro quando Tagnin, partendo da metà campo, aveva portato la palla in area avversaria per servirla al nostro numero 7: è stato quello di Castaldo, un tiro superbo che ha concluso un’azione meravigliosa. La seconda rete è scaturita ancora sull’azione Tagnin-Castaldo ed il rigore concesso è stato realizzato dalla brava mezz’ala con potenza e scaltrezza. Ottenuto il duplice vantaggio, l’Alessandria si è limitata ad arginare con calma le azioni dei fuoriclasse sampdoriani, minacciando con azioni in contropiede la retroguardia avversaria. I sampdoriani, che avevano visto circolare sul campo Moccagatta inopportuni cartelli che magnificavano a sproposito la crisi della società grigia, avevano creduto di poter approfittare della situazione. Avevano detto: «Gli alessandrini non solo mugugnano, ma si silurano a vicenda, e ciò ci permetterà di portarci via i due punti in palio». C’è stata una piccola variante: i blucerchiati non hanno preso i due punti, ma due goals e la nave «Doria» è colata a picco in riva al Tanaro (siluristi di turno: Castaldo e Tagnin). (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 14 dicembre 1957) RISULTATI: [10ª giornata] Verona-Atalanta 3-0 (giocata il 1º dicembre 1957) [13ª giornata] Genoa-Verona 4-1 Juventus-Atalanta 3-0 Lanerossi Vicenza-Internazionale 2-0 Lazio-Torino 1-1 Milan-Roma 1-1 Napoli-Bologna 0-1 Spal-Fiorentina 2-2 Udinese-Padova 1-2 CLASSIFICA: Juventus 21; Fiorentina 18; Napoli, Padova, Roma 16; Alessandria* 15; Lanerossi Vicenza* 13; Bologna, Verona 12; Lazio, Spal, Udinese 11; Internazionale, Sampdoria, Torino 10; Milan* 9; Atalanta 8; Genoa* 7 MARCATORI 12 gol Charles (Juventus) 11 gol Vinicio (Napoli) 10 gol Hamrin (Padova) 8 gol Bean (Milan), Lindskog (Udinese) 7 gol Di Giacomo (Napoli) Il punto sul campionato La tredicesima giornata di campionato si è risolta a favore dei bianconeri La Juventus consolida il suo primato nei confronti di Fiorentina e Napoli Le conseguenze di Belfast nelle partite di domenica - L'Incompleta squadra viola, con due reti di vantaggio, si è lasciata raggiungere a Ferrara -1 granata meritavano la vittoria contro la Lazio - A grande ritmo l'Alessandria contro la Sampdoria Ripresa del campionato, dopo la interruzione dovuta all'incontro internazionale di Belfast. Ripresa, colla squadra di testa risultata vincitrice ancora, mentre la seconda classificata perdeva un punto a Ferrara, la Roma ne conquistava uno a Milano ed il Napoli li perdeva tutti a due in casa propria. Modificazione dello stato di cose, quindi, nel gruppo di squadre che sta al comando: la Juventus porta, da due lunghezze a tre il suo vantaggio sulla Fiorentina, ed il Napoli e la Roma vengono raggiunti al terzo posto dal Padova, che, ancora privo di quel gran realizzatore che è lo svedese Hamrin, è andato a vince-, re per Sala Udine. La brutta battaglia di Belfast ha lasciato le sue tracce' nella compagine di campionato che un maggior numero di uomini avevano fornito alla nostra nazionale. La Juventus ha avuto Ferrario che è uscito dall'aggressione finale con una costola rotta, ed è rimasto e dovrà rimanere a riposo per qualche tempo. La Fiorentina ha tenuto di sua volontà fuori squadra due degli elementi che di maggiore stanchezza risentivano: Cervato e Montuori. Ed infine, per cause che apparentemente solo in parte dipendono dalla lunga trasferta, il Milan ha giocato senza Schiaffino. Quattro giuocatori deteriorati su undici, costituisco una percentuale tutt’altro che trascurabile. La Juventus ha battuto, allo stadio comunale di Torino, l'Atalanta per 3 reti a 0. Non hanno giuocato bene i bianconeri: hanno segnato. La testa di Charles, usata come un ariete, ha fatto tutto. Tre testate, tre palloni in rete. Per cui il gallese passa al primo posto dei marcatori, superando Vinicio, Hamrin e tutti quanti. Ad avvantaggiarla è stata la notizia in serata da Ferrara, dove la Fiorentina, andata in testa per due a zero nel primo tempo, è stata raggiunta alla ripresa dalla Spai. Mancavano, come si è detto, Ccrvato e Montuori nelle file dei viola, ma rientravano, dopo lunga assenza, Magnini e Virgili! La Fiorentina pareva sicura di sé, e& effettivamente meritava di vincere fino a mezz'ora dal termine: poi rimase vittima della volontà di riscossa sfoderata dalla Spal nel serrate » finale: ciò, dopo di aver sbagliato un rigore col terzino Roboni, Vox-juventino. Domenica prossima, il grande incontro fra il primo ed il secondo classificati del momento: Fiorentina contro Juventus a Firenze. Il punto lasciato dai viola sul campo di Ferrara fa si che nemmeno in caso di sconfitta, i bianconeri possano perdere il primato, ma l'esito della partita non può fare a meno di aver una grande influenza sul futuro andamento della lotta per il primato. Di calci di rigore ne sono stati appioppati quattro nella categoria maggiore del campionato: tre a favore dei padroni di casa, ed uno a vantaggio degli ospiti. Ne è stato convertito in rete uno, quello di Tagnin dell'Alessandria contro la Sampdoria. Tutti gli altri sono stati sbagliati: uno, come si è detto, a Ferrara da Rebotti della Fiorentina, e gli altri due a Napoli da Franchini e da Di Giacomo dei partenopei, contro il Bologna. Il non aver saputo approfittare in due occasioni consecutive, a tre minuti di distanza l'una dall'altra, delle due punizioni massime, ha voluto dire la sconfitta per i padroni di casa, dato che, prima dei due episodi decisivi nel senso negativo, il Bologna era andato in vantaggio per una rete segnata da Pivatelli. Cosi l'unità che aveva, nella precedente giornata di gara, battuto clamorosamente ed inaspettatamente la Juventus fuori dalle proprie mura, è caduta sul proprio terreno. Va avanti il Bologna invece, una unità che indietro non avrebbe dovuto andare mai. Questioni interne — il mal sottile che spesso rode tante squadre nostre — metteva le pastoie al buon funzionamento dei petroniani. Ora che la guida della compagine è passata nelle mani di una persona seria e competente come l'ungherese Sarosi. la squadra è già risalita nella prima metà della classifica. E dovrà risalire ancora. Del sottile che rode diverse squadre nostre, si diceva. Eccone una: il Milan. Ha vinto il campionato la stagione scorsa ed ora, dopo dodici giornate lavorative del presente, si trova confinato in zona di retrocessione, non avendo che l'Atalanta ed il Genoa in posizione peggiore della sua. Domenica, sul terreno di San Siro, è stato costretto al pareggio dalla Roma: e doveva perdere, dicono le cronache. Mancava Schiaffino — per un raffreddore, si dice — e rientrava invece in squadra lo svedese Liedholm. Fra i due non corre buon sangue, si assicura da parte di chi è al corrente delle segrete cose. Il grado di forma e di rendimento dell'uruguaiano è molto sbiadito in questa stagione: dei rischi, l'uomo non ne corre più. In questa occasione, dall'infermeria era uscito finalmente anche Galli: eppure la squadra, che ha disimparato a giocare non ha funzionata a dovere. E domenica prossima deve andare a Verona, dove trova una squadra dal dente avvelenato per la inopinata sconfitta per hai — la più forte di tutta la giornata — inflittale in riviera dal Genoa. E, mentre l'Alessandria continua a giuocare forte ed a vincere — si trova oramai al quarto posto della classifica — risale infine il Torino, che è riuscito a mettere il capo fuori della zona di retrocessione. I granata hanno pareggiato per uno a uno allo Stadio Olimpico colla Lazio, e, secondo l'opinione unanime di coloro _che hanno assistito all'incontro, potevano e dovevano vincere. Il punto della vittoria essi lo hanno segnato, ma l'arbitro, dopo di averlo riconosciuto, lo ha annullato. Ha avuto occasione di segnarne altre, di reti, il Torino? è stato tradito dalla assenza di uomini capaci di mettere il tocco finale alle azioni. Non deve rallentare. deve perseverare, dimostrando di saper segnarci dopo di aver dimostrato di saper giuocare. Sarà così dura la lotta della retrocessione che, dalla relativa zona, è bene stare lontano il più possibile. (La Stampa - Vittorio Pozzo)