Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1956/1957
Serie B
20-01-1957 - Giornata: 16 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Novara AC 2 - 0 (1 - 0)
RETI: 19. Vitali A.[A], 60. Morbello E.[A]

Alessandria US Stefani Ideo, Nardi Aldo, Bosio Bruno, Snidero Cirano, Pedroni Franco, Russi Franco, Castaldo Ercole, Manenti Michele, Vitali Alessandro, Albertelli Lanfranco, Morbello Egidio All.: Sperone Mario

Formazione avversaria
NOVARA AC: Corghi; Pombia, De Togni; Feccia, Corbani, Baira; Piccioni, Eidefjäll, Manzino, Biagini, Albini. All.: Barrera Evaristo Vicente.

Arbitro: Piemonte Erminio (Monfalcone)
Note
Angoli: 4-1 (1-0). Spettatori: 12.000 (paganti: 9.731). Giornata fredda e assolata, terreno secco e in certi punti gelato. Inizio gara ore 14:30.

Commento
PER ALESSANDRIA-NOVARA ENTUSIASMO DEL PUBBLICO: 2-0 L’Alessandria ha cancellato ogni apprensione sul suo rendimento attuale imponendosi con netto punteggio (2-0) ed in modo senz’altro convincente nell’atteso derby piemontese con il Novara, antico avversario dei tempi del glorioso «quadrilatero». In partite come queste, in cui motivi di rivalità campanilistica ed interessi di classifica si uniscono per creare un acceso clima agonistico, di solito ha la meglio la squadra che riesce ad approfittare per prima di un errore dell’avversario ed a portarsi in vantaggio. Così ha fatto la squadra di Sperone: ha segnato, con una astuta zampata del centravanti Vitali, quando l’equilibrio del gioco non era ancora stato rotto (ma si avvertiva comunque un sia pur leggero predominio dei novaresi) e poi ha fatto il possibile per meritarsi quel goal scaturito, oltre che dall’abilità del marcatore, anche da un vistoso errore dei difensori azzurri. Questa rete, bella come esecuzione ma non rispondente ad una superiorità di gioco, ha galvanizzato i grigi e «smontato» per contro il Novara, permettendo all’undici alessandrino di acquistare progressivamente sicurezza di comportamento e di segnare ancora un secondo goal. L’ombra sulla vittoria dell’Alessandria è legata ad un episodio verificatosi proprio all’inizio della gara, un episodio che con uno sviluppo differente da quello effettivamente avuto, avrebbe potuto indirizzare il risultato su un binario assai diverso. L’Alessandria era scesa in campo pienamente consapevole dell’importanza del risultato, a cui era intimamente legata la conservazione del secondo posto in classifica. Perciò i nervi dei giocatori erano tesi come corde di chitarra. In quest’atmosfera si è verificato, al 3’ di gioco, l’episodio cui si accennava. Sulla prima azione pericolosa dei novaresi, il centravanti Manzino, lanciato da Eidefjäll, ha servito di precisione Piccioni, che si è proiettato palla al piede verso la porta di Stefani. A salvare una situazione disperata è intervenuto d’impeto il terzino destro alessandrino Nardi, che non ha potuto fare a meno di atterrare il numero 7 azzurro. Con un altro arbitro meno famoso ma più abile del signor Piemonte di Monfalcone, quello sarebbe stato un chiaro caso da rigore, ma il direttore di gara ha lasciato correre e in quel momento il Novara ha praticamente perso la partita. Lo scampato pericolo ha scrollato di dosso ai grigi la paura ed ha consentito loro d’adeguarsi progressivamente al gioco degli avversari e di dimostrare l’efficienza di una formazione rinnovata con criteri indovinati. Per garantire i collegamenti tra attacco e mediana senza sguarnire troppo la difesa, Sperone ha giocato la carta Albertelli: l’esile interno sinistro è lento, dicono, ma pensa abbastanza in fretta per poter mascherare la deficienza di scatto, specialmente sui terreni invernali. Agendo in posizione leggermente arretrata, Albertelli ha intelligentemente diretto, in collaborazione con Manenti, le manovre della prima linea, permettendo inoltre ai laterali di dedicarsi con assoluto scrupolo al controllo delle mezz’ali novaresi. Finché Albertelli e Manenti sono stati in grado di alimentare con continuità i tre uomini di punta, la prima linea alessandrina ha costituito spettacolo, dominando in velocità gli avversari, poi quando i due interni – stanco per incompleta preparazione l’uno, a disagio per il riacutizzarsi di uno stiramento l’altro – hanno rallentato il ritmo, è venuto fuori ancora il Novara a cercare ostinatamente la rete della bandiera. Gli uomini della retroguardia grigia hanno però negato questa soddisfazione ai rivali. Oltre undicimila spettatori gremiscono gli spalti del Moccagatta quando Piemonte dà il fischio d’inizio. L’Alessandria, per dovere di ospitalità, veste una maglia granata, ma i calzettoni – azzurri per entrambe le squadre – ingenerano egualmente un po’ di confusione. Dopo l’episodio del rigore negato al Novara, l’Alessandria si scuote e all’8’ su azione di Castaldo continuata da Vitali, Manenti con un bel tiro a volo manda di poco a lato. Al 10’ ancora una discesa di Manenti provoca un corner rimasto infruttuoso, poi il gioco ristagna a metà campo, finché al 20’ un «mani» di De Togni interrompe un’azione di Castaldo e Vitali. Batte Albertelli dalla destra e Vitali, sopraggiunto dalla sinistra inspiegabilmente libero da controlli, può indovinare il goal con un tiro a volo di rara precisione. Il Novara appare disorientato e l’Alessandria insiste all’attacco: al 28’ un gran tiro di Albertelli finisce a lato di poco, al 36’ una velocissima triangolazione Manenti-Vitali-Castaldo dà ad Albertelli la palla da goal ma Corghi salva con un ardito tuffo sui piedi dell’avversario. Al 39’ un brutto fallo di Baira su Albertelli e a 43’ un’ammonizione a Nardi per un’entrata troppo impetuosa. Nella ripresa il Novara si presenta con l’attacco rimaneggiato: Biagini, zoppicante, è all’estrema sinistra, con Albini interno, Piccioni centravanti e Manzino ala destra mentre il solo Eidefjäll conserva il suo posto di interno destro. Anche l’Alessandria ha Manenti, fresco di infortunio, impacciato da un dolore ad una gamba che lo invita alla prudenza, ma è evidente che l’handicap è più grave per i novaresi. I grigi infatti, pur con Manenti a ritmo ridotto, scatenano una violentissima offensiva: al 3’ su centro di Castaldo, Morbello si districa in una situazione difficile ma, sbilanciato, tira fuori; al 5’ un’azione di Vitali provoca un calcio d’angolo infruttuoso, mentre due minuti dopo Baira si fa fischiare per un intervento piuttosto deciso nei confronti di Castaldo. All’11’, dopo un altro corner contro i novaresi, Morbello dà a Manenti una palla-goal, ma l’interno destro preferisce ripassare il pallone al compagno e l’occasione sfuma. Al 13’ l’ala sinistra grigia, lanciata da Castaldo, tira a lato, ma al 16’ fa centro: l’azione parte dalla destra, dove Castaldo tocca a Vitali, questi serve di precisione Manenti il quale fa scattare con uno stupendo lancio il piccolo Morbello. Al tiro dell’ala sinistra risponde una grande parata di Corghi, che non riesce però a trattenere il pallone, cosicché lo stesso Morbello può raccogliere la sfera e sospingerla al volo in rete. L’Alessandria è paga del successo e rallenta il ritmo. Ancora due occasioni fallite da Vitali ed una da Albertelli, poi viene fuori il Novara che sospinto all’attacco dai suoi uomini migliori (Piccioni, Albini, Feccia, Baira) costringe la difesa alessandrina a dar prova di tutta la sua bravura. Al 31’ il calmissimo Stefani para in tuffo una girata a volo di Piccioni, al 35’ ancora il portiere evita un quasi autogoal di Nardi deviando il pallone sul palo (salverà Padroni), un minuto dopo un altro tiro di Piccioni è neutralizzato, mentre al 40’, su un errore di Bosio, Manzino fugge solo ma il suo tiro impreciso finisce alto. L’incontro si chiude con i grigi all’attacco e con un salvataggio di Corbani su Vitali. E poi i grigi s’avviano al centro del campo, a mietere applausi: l’episodio di Parma è dimenticato, l’Alessandria e il suo pubblico sono di nuovo amici. (Gianni Pignata, «Stampa Sera», 21 gennaio 1957) Come ai vecchi tempi del famoso quadrilatero piemontese, il derby fra grigi (oggi in maglia granata) e azzurri ha richiamato la folla delle grandi occasioni e come era nella tradizione l’Alessandria e il Novara hanno battagliato con il massimo impegno, profondendo nella gara le più riposte energie e, pur senza mai trascendere, il gioco è stato improntato alla massima decisione, tanto da costringere l’arbitro a frequenti interventi per contenere le esuberanze dei giocatori. E diciamo subito che, a parere nostro, l’arbitro ha agito saggiamente e ha soprattutto tenuto in buon conto la regola del vantaggio. Comunque, la partita non era facile e Piemonte l’ha condotta bravamente in porto. Ha vinto l’Alessandria e meritatamente. Ma non bisogna sottacere che il Novara non era avversario arrendevole e specialmente nel primo tempo, quando i grigi non avevano ancora trovato il giusto ritmo, parecchie situazioni difficili vennero create dagli avanti ospiti, ai quali fece solo difetto il tiro a rete. Evidentemente fuori casa il rendimento degli attaccanti novaresi non è pari a quello che producono in campo amico. Fanno eccezione Eidefjäll e Piccioni: il primo formidabile nel lavoro di spola e di impostazione, il secondo vivace (a volte anche troppo) e intraprendente. Da questi due giocatori sono venute le sole minacce alla rete di Stefani. Pur non avendo giocato al massimo delle sue possibilità, e occorre ricordare le assenze di Tinazzi e Boniardi, l’Alessandria ha bene impressionato, facendo scordare ai suoi tifosi la doccia fredda di Parma. Artefici principali Pedroni e Albertelli; il primo, in palla come non mai, ha recuperato da maestro palloni che sembravano destinati a rete; di Albertelli, al suo esordio nel presente campionato, basti dire che non ha fatto rimpiangere Tinazzi, disputando una partita magistrale sia dal lato tecnico che atletico. È mancato oggi, in parte, all’Alessandria la mediana, che ad eccezione del perno ha presentato Snidero privo di smalto e Russi scorrazzante spesso a vuoto. E nemmeno i terzini sono immuni di pecche: buon per loro e per Stefani che Pedroni ha giganteggiato. Degli attaccanti, oltre al citato Albertelli, Vitali ha disputato una magnifica gara: frequenti e ben diretti i suoi turi a rete, intelligente il lavoro di distribuzione. Peccato che manenti non l’abbia coadiuvato intestardendosi negli «assolo», quando ben più proficui sarebbero stati i passaggi al centro o le aperture alle ali, entrambe velocissime e dal tiro deciso. Degli ospiti abbiamo già detto quanto riguarda gli attanti. Sul blocco mediana-difesa è inutile dilungarci in quanto sono ben note le capacità del sestetto, cementato da anni di gioco in comune. Le reti subite da Corghi avevano il crisma dell’imparabilità. Quando i grigi si scatenano non c’è barba di difesa che possa arginarne l’impeto. E passiamo alla cronaca. Eidefjäll imposta la prima azione della giornata imbeccando Biagini, ma Stefani è pronto alla partita. I grigi vanno in vantaggio al 19’. Un fallo di De Togni su Castaldo provoca la punizione di Albertelli. Palla calibrata a Vitali, che l’aggancia e saetta in rete da una decina di metri. Tentativo di pugilato fra Piccioni e Vitali e Piemonte getta acqua sul fuoco. Il Novara è in angolo al 5’: sul pallone, dalla bandierina, salta a vuoti Vitali e Pombia respinge corto su Russi, che spara alto. Al 15’ la seconda rete è matura. Fuga di Castaldo, che invita Manenti: questi lancia (finalmente) a Morbello, che tira deciso, ma Corghi si salva di pugno. Riprende ancora l’ala sinistra e questa volta il bersaglio è centrato. (Nino Cavallo, «La Gazzetta dello Sport», 21 gennaio 1957) L’antico agonismo regnante fra le squadre del famoso quadrilatero calcistico piemontese è riapparso oggi sul brullo e gelido campo del Moccagatta per l’attesa e temuta competizione fra Alessandria e Novara. Questa, militante fino allo scorso anno nel rango delle elette, è stata l’ultima compagine a resistere agli assalti della lenta discesa iniziata dal Casale, seguita dalla Pro Vercelli e quindi dall’Alessandria. Il richiamo dell’antica tradizione agonistica e lo spirito di emulazione che ha sempre animato queste rivali ha fatto affluire allo stadio Moccagatta 12.000 spettatori, di cui oltre un migliaio novaresi, che hanno vissuto intense emozioni per l’ondeggiare continuo delle folate offensive sviluppate dalle irriducibili avversarie. La lotta si è scatenata fin dalle prime battute altissima e senza esclusione di colpi. Gli alessandrini, oggi in maglia granata, in virtù di un maggiore accorgimento tattico adottato in difesa hanno meritatamente vinto. Il ritorno di Albertelli a mezzo sinistro è valso a sostenere la mediana, in cui ha giganteggiato Pedroni, il migliore uomo in campo, ed a fornire gli attaccanti con i suoi opportuni interventi che hanno sovente sbilanciato o messo fuori campo gli accorrenti avversari. Giornata fredda e assolata, terreno brullo e gelato, causa di numerose cadute da parte degli atleti. Gioco duro e sostenuto nei due campi con scontri e parecchi contusi, ma senza gravi conseguenze. Fra gli ospiti d’onore, Coppi, Girardengo ed alcuni ex giocatori dell’Alessandria. L’arbitro ha richiamato parecchi giocatori. Nella ripresa il Novara ha rivoluzionato la linea attaccante. Dopo un inizio focoso e risoluto degli azzurri, in cui al 3’ un fallo notevole di Nardi, che ha mandato a gambe all’aria Piccioni in area di rigore, non era rilevato dall’arbitro, i granata alessandrini sono usciti dal prudente schieramento difensivo lanciandosi a loro volta verso la rete di Corghi. Al 19’, a seguito di uno dei tanti calci di punizione di cui è stata costellata l’ardente contesa, Albertelli da una quindicina di metri ha inviato diagonalmente verso il centro la palla, che è stata raccolta al volo da Vitali e scagliata in rete. L’azione è stata così fulminea e precisa che Corghi e i difensori novaresi non hanno potuto intervenire. Al 25’ una bella azione di Castaldo, poi un tiro a lato di Albertelli e poco dopo una cannonata di Feccia da 20 metri, che falliva di poco il bersaglio. È ancora Albertelli che al 37’, poiché indugia, fallisce un sicuro punto in un’arroventata mischia sotto la rete custodita da Corghi. Nella ripresa l’Alessandria domina per oltre mezz’ora con pregevoli dimostrazioni di tecnica e stile. Passaggi dosati, interventi precisi, lanci in profondità degli avanti, scompiglio dei difensori azzurri. Al 15’, dopo una lunga pressione sempre sotto la rete novarese, Morbello con un potente tiro diagonale impegna seriamente il portiere. Questi con un balzo respinge a malapena con le mani aperte la sfera di cuoio. Lo stesso Morbello la raccoglie e la proietta in rete imparabilmente. Il Novara ha un magnifico risveglio poco dopo la mezz’ora e Piccioni, con una potente rovesciata, chiama per la prima volta al lavoro Stefani che riesce con un salto acrobatico a bloccare il pallone. Tre minuti dopo lo stesso Piccioni, con una superba prodezza personale, calcia fortissimo a rete all’altezza dell’angolo destro ed anche stavolta Stefani si fa applaudire per il suo salvataggio. Saltuariamente i novaresi ritornano all’attacco, emulati dagli alessandrini, con rinnovate offensive, senza peraltro mutare il volto dell’ardente contesa. (Giovanni Camagna, «Corriere dello Sport», 21 gennaio 1957) La partita di Alessandria era la chiave di volta di tutto il programma novarese: non perdere avrebbe significato mantener viva la fiamma della speranza per un avvenire migliore; perdere avrebbe necessariamente dato un fiero colpo negativo ai sogni azzurri. Si è verificata quest’ultima conclusione, purtroppo. Il perché è facilmente spiegabile. Il Novara, nel clima di tensione creatosi in questa settimana e accresciuto dalla folla presente sul campo, ha mostrato le sue scarse doti di spirito agonistico, sebbene sul piano tecnico non sia apparso inferiore all’avversaria. La mazzata che gli ha tolto il respiro è venuta dopo appena 19 minuti di gioco. Fino a quel momento il Novara aveva dominato in linea tecnica e tattica, svolgendo un gioco pulito anche se poco efficace. Anzi era giunto ad un passo dal gol con Piccioni, sgambettato in piena area quando s’avviava deciso alla segnatura. Piemonte aveva fatto ampi gesti con le mani e… non era successo alcunché. Dunque, al 19’, una punizione un po’ fuori dall’area azzurra era battuta dallo scaltro Albertelli. Il pallone «tagliato» restava per aria qualche attimo senza che nessun novarese tentasse l’intervento. Sulla sfera piombava come falco Vitali, appostatosi prima dietro lo schieramento dei nostri quindi scattato, e scaraventava un bolide alle spalle di un Corghi esterrefatto. Da questo momento il Novara diventava irriconoscibile e tale restava sino all’ultimo scorso di partita, quando operava un «serrate» generoso ma inutile. È giusto dire che sul piano psicologico la rete di Vitali abbia fatto crollare il castello novarese, ma tale castello era oggi quadrato come altre volte? No, senz’altro, per questi motivi: 1) la cattiva giornata di Feccia e Baira, il primo spaesato per non poter marcare la sua mezzala, il secondo innervosito dalle intemperanze degli avversari e senza smalto; 2) l’incidente a Biagini, capitato al 32’ del primo tempo, che ha costretto il nostro perno e regista a spostarsi poco utilizzabile all’estrema sinistra; 3) il gioco rude e molte (troppe) volte violento degli alessandrini che spietatamente troncavano sul nascere ogni embrione d’azione del Novara con interventi decisi, a catapulta, spintoni, ostruzionismo, calcetti negli stinchi. Il Novara, in tale bailamme, ha perso la testa e, invece di continuare nel suo limpido gioco rasoterra, ha seguito l’avversario sulla sua stessa china, improvvisando palloni alti e non rifuggendo da scorrettezze più o meno plateali. E a questo punto viene a galla un altro interessante rilievo: il gioco dell’Alessandria è operato per lo più in contropiedi rapidi e ficcanti affidati a Vitali e Morbello, spinti dall’inesorabile ed intelligente apporto del rientrante Albertelli. I rimanenti attaccanti, invece, pochissime volte si spingono avanti, poiché solitamente danno man forte alla mediana nel controllo della metà campo. Tutto questo, pensiamo, è fatto dai grigi in funzione di una più sicura protezione alla mediocre retroguardia, paurosamente sbandante nei due terzini, colpitori sì ma senza alcun discernimento, abbastanza potente in Pedroni (facilmente superabile però con palloni rasoterra), aspra più che forte nei mediani, troppo scorretti. Con questa invero lunga premessa, si capisce come l’attacco del Novara non abbia potuto usare quelle armi che in precedenza l’avevano reso temibile su ogni terreno. Si deve però obiettivamente constatare che da qualche tempo il cannoniere Manzino non palesa più quel senso della rete e quella mobilità che erano le sue caratteristiche positive; e si deve aggiungere che i progressi di Piccioni sono stati troppo esigui per pesare sull’efficacia dell’attacco novarese. A questo punto s’impone l’analisi degli 11 azzurri. Corghi, interdetto sul primo goal, autore di una brillante parata nell’azione della seconda rete; Pombia aveva a che fare con uno scattante Morbello, agile ed insidioso. Nella ripresa ha avuto parecchi fastidi. De Togni bene, considerando anche il fatto che era quasi sempre libero da obblighi di marcatura. Feccia, senza avversario da controllare, s’è trovato a vagare a centro campo come inutile robot. Ha corso e lavorato molto, ma con quale e quanto profitto? Corbani abbastanza sicuro. Il suo diretto avversario Vitali era veramente un osso duro, sgusciante e preciso nel palleggio e nel tiro. Baira: prova oscura la sua. Piccioni, buon inizio; nella ripresa, da centrattacco, ha impegnato più volte Stefani. Eidefjäll ha tentato un raccordo fra blocco offensivo e difensivo, ma il suo lavoro non è servito a colmare il pesante distacco; in più s’è beccato una gomitata in testa. Di Manzino, abbiamo già detto sopra: anche il cannoniere è tartassato a dovere dagli avversari. Biagini, menomato, ha fatto il possibile. Speriamo che si rimetta presto dall’incidente. Albini ha cercato di dare all’azione offensiva novarese un piglio pericoloso e deciso, ma ha trovato scarsa collaborazione e… s’è meritato un calcione in pieno stomaco. Dell’Alessandria sono piaciuti Vitali, Albertelli, Morbello e Pedroni (a parte certe rudezze). L’arbitro Piemonte non ci ha soddisfatti: è parso facilmente influenzabile dalla folla e non ha punito a dovere il gioco troppo vigoroso dei grigi (in maglia rossa, chissà perché). Taccuino alla mano: terreno ottimo, data la stagione. Giornata di sole, ma alquanto rigida. 3’: azione Eidefjäll-Manzino, con «liscio» di Pedroni; Piccioni piomba sulla sfera e s’avvia verso Stefani. Quando sta per calciare, Nardi lo aggancia e lo manda per le terre. Rigore? No. 8’: tiro a lato forte di Vitali. 16’: Albini è colpito allo stomaco da un calcio di Snidero. 19’: la prima rete, già descritta all’inizio. 1-0 per l’Alessandria. 24’: scambio Manzino-Albini con tiro (deviato) e parato facilmente da Stefani. 28’: fucilata di Albertelli oltre la traversa. 30’: tiro di Feccia a lato. 36’: Corghi esce bene su Albertelli, lanciato da Manenti. 46’: Biagini zoppica per uno sgambetto, accusato nel primo tempo. Il gioco novarese si sfalda. 48’: Morbello spara malamente a lato su crossi di Castaldo. 50’: premono i rossi con veemenza. Tentenna il Novara. 57’: ancora Morbello dribbla a lungo, poi fa attraversare alla sfera tutto lo specchio della porta. Nessuno interviene. 60’: cede ancora il Novara. Vitali-Manenti, con allungo a Morbello, tiro pronto dell’estrema stupendamente parato da Corghi. Riprende Morbello ed infila cogliendo il portiere in contropiede: 2-0. 66’: azione personale di Manenti con passaggio ad Albertelli, tiro a lato. 72’: Vitali è trattenuto in area novarese. Si riprende bene il Novara, ma pare tardi. 75’: Albini, dopo lunga fuga, è falciato al limite dell’area. L’arbitro non dice nulla. 77: tiro in rovesciata di Piccioni, parato in tuffo da Stefani. 80’: confusione in area alessandrina. Tira Piccioni, devia fortunosamente Pedroni e respinge in tuffo Stefani, ritira Manzino, para a mani aperte e a fatica il portiere; la palla perviene allo zoppo Biagini che, solo, spara alle stelle. 81’: nuovo tiro a rete di Piccioni, parato. 85’: fuga e tiro in corsa di Manzino, in seguito a liscio di Nardi. Alto, appena sopra la traversa. 90’: è la fine delle speranze per il migliaio di tifosi novaresi. Esultano i 12.000 alessandrini. (Gianfranco Capra, «L’Azione», 22 gennaio 1957) NETTA VITTORIA SUL NOVARA L'IMPEGNATIVA TRASFERTA DEI «GRIGI» A LEGNANO Come si era previsto, la partita Alessandria-Novara ha fatto rivivere le indimenticabili contese del passato tra le due agguerrite rivali, elette del calcio italiano. Partita decisamente all’attacco, la squadra novarese, che aveva lo scopo di tentare il colpo «a sorpresa» – che non è riuscito per la mancata concessione di un rigore a suo favore –, ha dovuto poi piegarsi alla maggior forza di penetrazione della nostra squadra. I grigi avevano incominciato male: sulla destra troppi passaggi inutili e temporeggiamenti a metà campo; fortunatamente Albertelli, che era stato incluso in squadra quasi a furor di popolo, anziché portare avanti la palla come faceva Tinazzi nelle sue azioni personali, ha preferito la forma migliore di gioco, quella di mettere in moto con lunghi traversoni tanto Morbello quanto Vitali. Al 19’ ha battuto una punizione sul settore destro: uno spiovente sfruttabilissimo per i giocatori più intelligenti a cogliere l’occasione, e tra una selva di uomini impalati è sgusciato fuori il dinoccolato Vitali, che ha rovesciato in rete un tiro di rara potenza. Nel restante della partita il Novara ha dovuto scoprirsi per tentare di ristabilire il pareggio, ma tutto il primo tempo è trascorso senza che Stefani dovesse intervenire. Nella ripresa il più «piccolo» della squadra, il prodigo e saettante Morbello, ha segnato una rete di prepotenza, con due tiri consecutivi effettuati con la sicurezza di un egregio stoccatore. Nella retroguardia, Pedroni ha giganteggiato nel periodo del «serrate» azzurro ed alcuni suoi interventi audaci, ma eseguiti con perfetta scelta di tempo, hanno sollevato l’ammirazione del pubblico. Stefani, che ritorna alla sua forma migliore, ha parato in due occasioni con rara maestria, ancora facendo apparire facili le più ardue parate. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 26 gennaio 1957) RISULTATI: Bari-Marzotto 0-1 Brescia-Como 2-0 Cagliari-Parma 2-0 Catania-Pro Patria 2-0 Messina-Sambenedettese 3-0 Modena-Taranto 3-2 Simmenthal Monza-Legnano 1-1 Verona-Venezia 2-1 CLASSIFICA: Verona 23; Alessandria 22; Catania 21; Cagliari 19; Brescia, Venezia 18; Novara 17; Como 16; Bari, Marzotto, Messina, Parma 15; Simmenthal Monza, Taranto 14; Modena, Pro Patria 13; Sambenedettese 11; Legnano 9 MARCATORI: 8 gol Manzino (Novara) 7 gol Barison (Venezia), Marchetto (Marzotto) 6 gol Bozzato (Venezia), Bretti (Bari), Tinazzi (Alessandria) 5 gol Bassetti (Verona), Buratti (Sambenedettese), Calegari (Venezia), Caprile (Legnano), Danova (Pro Patria), Erba (Parma), Gasparini (Brescia), Giammarinaro (Taranto), Milani (Monza), Nova (Brescia), Vitali A. (Alessandria) Il punto sul campionato Verona-Venezia aveva regalato emozioni agli spettatori che hanno assistito alla sfida: a prevalere era stata la capolista con le reti di Stefanini e Bassetti. Distanziata di un punto l’Alessandria che era uscita vittoriosa dal match contro il Novara. Il terza posizione il Catania era riuscito ad avere la meglio contro la Pro Patria: gol di Buzzin e autogol di Colombo entrambi nel primo tempo. Il Cagliari, quarto, distanziato di due punti dal podio, aveva superato il Parma grazie a Cavazzutti e Mezzalira. Soltanto il Marzotto aveva centrato la vittoria lontano dalle mura amiche: era caduto il Bari con il gol realizzato da Mosca.