Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1956/1957
Serie B
27-01-1957 - Giornata: 17 - Legnano - via Pisacane


Legnano AC - Alessandria US 3 - 2 (2 - 1)
RETI: 19. Caprile E. [Le] , 55. Bocchio G. [Le] 31. aut. Russi F.[A], 36. Morbello E.[A], 72. Morbello E.[A]

Alessandria US Stefani Ideo, Nardi Aldo, Bosio Bruno, Snidero Cirano, Pedroni Franco, Russi Franco, Castaldo Ercole, Manenti Michele, Vitali Alessandro, Albertelli Lanfranco, Morbello Egidio All.: Sperone Mario

Formazione avversaria
Legnano: Soldaini; Tarabbia, Castano; Parodi, Colombi, Sassi (I) Luciano; Bocchio, Lupi, Palmér, Santagostino (II) Aurelio, Caprile. All.: Innocenti Ugo.

Arbitro: Adami Giuseppe (Roma)
Note
Espulsi: 58’ Palmér [L] e Snidero [A]. Ammonito: Santagostino II [L]. Angoli: 6-5 (2-2). Spettatori: 5.000. Tiepido pomeriggio di fine inverno, terreno pesantissimo e a tratti gelato. Inizio gara ore 14:30.

Commento
L'ALESSANDRIA (2-3 A LEGNANO) PERDE IL SECONDO POSTO IN CLASSIFICA Beati gli ultimi, se gli ultimi sono come il Legnano! La squadra lilla, protagonista due settimane fa di una clamorosa vittoria ai danni del Verona capolista di Serie B, ha ripetuto ieri la prodezza – tanto per non fare ingiustizie – anche di fronte all’Alessandria. Lo scatenato undici lombardo ha trovato lo slancio per una sorprendente riscossa nella ritrovata vena del suo biondo «asso» Palmér e nella vivacità di Pino Bocchio, un ex alessandrino che, non sfuggendo alla regola del «nemo propheta in patria», ha dovuto emigrare a Legnano per essere apprezzato quanto merita. Questi sono indubbiamente i due atleti cui va il maggior merito della resurrezione della compagine lilla, ma anche tutti gli altri hanno diritto ai più ampi elogi, ed in special modo Santagostino, Caprile e Lupi. E l’Alessandria? La sconcertante squadra di Sperone è diventata praticamente l’emblema della «doccia scozzese». Delude e perde a Parma, ma non si fa a tempo a parlare di crisi che subito essa si riprende e merita lodi contro il Novara. I tifosi ritrovano la fiducia e vanno tranquilli a Legnano e la squadra infila un’altra di quelle giornate in cui tutto va per traverso, perde la tramontana ed anche la partita. Che si può dire di un complesso del genere che, a furia di far l’altalena tra la polvere e l’altare, ha ora perso il secondo posto in classifica? La situazione dei grigi, vista alla luce della desolante prestazione di Legnano, non è certo tranquillizzante: l’attacco ha realizzato due reti ed ha colpito un palo ed ha fatto quindi interamente il suo dovere, ma la difesa? Padroni da solo non può bastare a tutto, ma ieri contro i lilla soltanto il capitano non ha avuto colpe sulla coscienza. I laterali Snidero e Russi, necessitano urgentemente di riposo e, dopo venti minuti di gioco, erano praticamente scomparsi dalla lotta. Con il vuoto davanti a loro, anche i due terzini Nardi e Bosio non sono riusciti ad essere all’altezza del compito e pure il portiere Stefani ha accusato incertezze determinanti agli effetti del risultato. L’Alessandria, insomma, non ha fatto per nulla onore alla sua posizione di classifica e qualche suo atleta si è anzi lasciato andare, nel tentativo di fermare gli scatenati avversari, a scorrettezze indegne di una squadra di rango. Soltanto Morbello (autore dei due goals e migliore tra i grigi) ed in misura minore Vitali e gli altri dell’attacco più Pedroni hanno giocato senza deludere: troppo poco per una squadra che punti alla promozione. Con un po’ più di fortuna, comunque, la partita avrebbe potuto prendere un indirizzo più favorevole ai grigi. L’Alessandria aveva cominciato bene: al 2’ soltanto una fortunosa deviazione in angolo del portiere legnanese Soldaini aveva evitato un goal di Vitali, mentre al 4’ ancora Soldaini respingeva di pugno su punizione di Manenti, e all’8’, 9’ e 12’ per due volte Manenti e per una Albertelli perdevano occasioni propizie. Poi l’iniziativa dei piemontesi progressivamente si spense e venne fuori con autorità il Legnano, agevolato dallo strano schieramento del suo attacco, cui la difesa alessandrina non riusciva ad adattarsi. I lilla giocavano con Palmér arretrato e Russi si dedicò al suo controllo lasciando libero Pedroni, ma nessuno si incaricò di marcare strettamente l’interno destro legnanese Lupi che, completamente smarcato, creò i più gravi pericoli per la porta alessandrina. Con il numero 8 in funzione di inesauribile uomo di lancio e con Palmér e Santagostino che sfuggivano con estrema facilità al controllo di Russi e Snidero, il Legnano sottopone la porta di Stefani ad un veemente assedio passando in vantaggio al 19’: un fallo di Bosio interrompe un’azione di Bocchio. Batte lo stesso Bocchio, Stefani incerto non accenna neppure l’uscita e Caprile da due metri scaglia il pallone in rete. Dieci minuti dopo Lupi scivola mentre sta per segnare il secondo goal, ma al 31’ Stefani capitola per la seconda volta: il tiro è di Palmér, radente dalla sinistra, ma la colpa è del portiere che, tuffatosi fuori tempo, col braccio devia la sfera nella propria rete. Al 34’ Palmér solo davanti a Stefani, dopo un preciso passaggio di Bocchio, sbaglia il goal clamorosamente con un tiro a lato e al 37’ Morbello di testa su calcio d’angolo accorcia le distanze per l’Alessandria. Nella ripresa i grigi partono all’attacco, sfiorano il goal al 2’ con Castaldo, al 7’ ancora con l’ala destra, al 9’ con Manenti su lancio di Vitali colpiscono il palo a portiere battuto. Da un possibile 2-2 all’1-3: fugge in contropiede Caprile e passa a Palmér, Stefani respinge il tiro ma Bocchio è pronto a ricacciare la palla in rete. Il gioco ora si infiora di scorrettezze: al 14’ Snidero falcia Palmér e viene espulso, lo svedese si vendica a tradimento e viene pure lui rimandato agli spogliatoi. Ancora Morbello al 26’ su bella azione in tandem con Manenti segna il secondo goal per l’Alessandria, ma la partita è ormai chiusa: i grigi sono ormai rassegnati e il Legnano non ha più un’oncia di fiato da spendere dopo il generoso e vittorioso sforzo. Negli ultimi venti minuti di gioco non si verificano episodi di rilievo, anche se l’arbitro Adami di Roma, recuperando ben 2’30”, tiene più del previsto sulle spine i sostenitori del bravissimo Legnano. (Gianni Pignata, «Stampa Sera», 28 gennaio 1957) I miracoli si ripetono! A Legnano, di questi tempi, è diventato quanto mai difficile il compito per le avversarie, ambiziose e no. Dopo il Verona, ecco l’Alessandria costretta ad alzar bandiera bianca di fronte all’imperversare degli ultimi della classe, lanciati ormai verso una orgogliosa quanto caparbia rimonta. Più che di vero football, stavolta sarebbe il caso di parlare di battaglia a denti stretti, nel disperato tentativo di superarsi senza guardar troppo di fino lo spettacolo. D’altra parte, non si potevano pretendere fiorettature o saggi stilistici su quel fondo indegno e con una posta in palio così determinante per entrambi i complessi. E, ad onore del vero, Legnano e Alessandria sono riuscite a darci più di quanto umanamente potevamo sperare. Fatto appello all’orgoglio ed alla volontà dei «senatori», il Legnano s’è buttato nella contesa a testa bassa, confermando il suo carattere di squadra destinata a ben altra classifica, meritatamente costruendo la sua vittoria in virtù di una più saggia impostazione di gioco e di una più omogenea intelaiatura. Nonché, sia ben chiaro, di una più accentuata dose di agonismo. L’Alessandria – che pur s’è battuta con animus – ha mostrato grossi squilibri in difesa, dove vanamente il gagliardo Pedroni (prima libero, alle spalle dei terzini, poi – sullo 0-2 – funzionante da mediocentro effettivo) ha cercato di supplire alla carenza di scatto dei terzini, tentando altresì l’appoggio in offesa, visto che poche palle dosate riuscivano a servire i laterali. Ed è anche mancata, la squadra grigia, in attacco, dove nell’azione continua di Manenti e Morbello non s’è mai inserito Vitali, vagolante alla ricerca del tocco fine là dove si imponeva piuttosto decisione e potenza. In effetti, vista anche sotto il profilo tattico, la partita i lilla l’han vinta ancora prima di incominciarla. Un’Alessandria schierata con tanto di «libero» proprio non ce l’aspettavamo: soprattutto in considerazione del terreno anti-scattisti e dell’avversario che – salvo in Bocchio – non disponeva di elementi veloci e gradiva piuttosto svolgere temi ponderati. Arretrando Pedroni, affidando Palmér a Russi e Lupi ad Albertelli, i grigi orientavano ovviamente il proprio gioco sul contropiede, impostando l’azione a centro campo con Castaldo o con Manenti, invitando a scatti ora Morbello ora Vitali. E forse quei dieci minuti iniziali, di pretta marca alessandrina, devono aver illuso parecchio gli uomini di Sperone sulla consistenza dell’avversario, che appariva invero preoccupato – era ovvio lo fosse! – coi suoi interni incollati alla fascia dei tre quarti campo e con Palmér pure arretrante nel tentativo di sganciarsi dalla guardia stretta di Russi. Fatto sì è che quando dalle retrovie lilla partirono lanci lunghi, la fascia del centro campo alessandrino risultò scoperta. Sicché ebbero buon gioco gli astuti Caprile e Santagostino, riuscì a ricamare il fine Palmér, scattò in permanenza il promettente Bocchio. E la retrovia grigia ballò la rumba infernale. A questo punto entra in gioco anche quel pizzico di fortuna che sempre aiuta gli audaci. E così il Legnano cava da due situazioni apparentemente banali due palle-gol che mettono k.o. l’avversario. Poi si prende anche il lusso di sbagliare la rete più clamorosa dell’anno (proprio col tecnico Palmér!) e qui arrischia di compromettere tutto. Ma è proprio adesso che si accentua il carattere della squadra di Innocenti e di contro si rivelano le scarse doti battagliere dell’avversario. Quando, cioè, l’Alessandria non trova la forza per costringere i lilla al forcing, ma si fa piuttosto infilare ancora una volta in maniera davvero puerile; e poi subisce senza reazione decisa il lento ma chiaro predominio territoriale di Caprile e compagni che finiranno letteralmente sfiniti ma vittoriosi. Insomma, dalla migliore disposizione delle pedine sulla scacchiera, dalla più caparbia azione dei suoi uomini di punta (magnifica la prova di Caprile, ottima quella di Santagostino e del giovane Bocchio), da talune circostanze favorevoli, il Legnano ha tratto la sua bella e meritatissima vittoria. Per i grigi si è trattato, più che di una giornata «no», di squilibri determinanti (i terzini ed il portiere), nonché dell’inadattabilità di talune pedine (Vitali, specialmente) col terreno proibitivo e col clima battagliero della ripresa. La cronaca spicciola. Dieci minuti di marca alessandrina. Sul lancio di Manenti la difesa lilla (che si riprenderà magnificamente nei terzini, ma sempre lascerà perplessi in Colombi) è in… panne; per fortuna esce Soldaini, obbligando Vitali al tiro senza controllo; la palla incoccia nel portiere e va in corner. Tira Albertelli (notevole il suo lavoro, specie in fase di interdizione) e Soldaini (3’) respinge di pugno. Tarabbia al 9’ arriva a sventagliare la sfera crossata da Castaldo e sulla quale zompava deciso Albertelli. E qui comincia ad uscir dal guscio il Legnano. Pedroni è magnifico nel bloccare Bocchio lanciato in contropiede (10’). Al 15’ scende Lupi sulla destra, serve Bocchio che crossa; testa di Nardi, tiro di Santagostino sbucciato sul fondo. Al 16’ Lupi si sgancia da Pedroni; ma anziché stringere e calciare di sinistro, batte col destro da posizione impossibile. E sbaglia! Gol al 19’: fallo di Bosio su Bocchio, quasi sul fondo; batte Santagostino, scatta sornione Caprile e mette in rete, di piatto (Stefani non s’è sognato di uscire, Nardi è rimasto incollato a terra…). Cerca il recupero l’Alessandria. Tutto si spegne sulla rovesciata di Castaldo (24’) che Soldaini blocca. Sfiora il bis il legnano; ma Lupi non ce la fa a correggere il cross di Santagostino al 30’. Ma ecco il secondo gol, banale quanto mai: Palmér, lanciato da Caprile va sulla sinistra, sulla linea di fondo tocca di punta cercando il centro area; palla ad effetto che incoccia in una caviglia di Russi, schizza verso la rete di Stefani che tocca con una mano a fil di palo ma non trattiene. L’Alessandria è in ginocchio. Al 35’ Bocchio è stupendo nel doppio scatto che brucia gli avversari; perfetto il cross al liberissimo Palmér. Lo svedese cerca il gol classico: finta il portiere e punta sull’angolino opposto; palla che esce clamorosamente di una spanna! Dal possibile 3-0 all’effettivo 2-1. Angolo di Castaldo (36’); manca l’entrata Colombi, scatta deciso Morbello ed il gioco è fatto. Al 43’ esce spericolato Stefani su Santagostino lanciatissimo; mischia a terra, con Pedroni e portiere acciaccati; gioco fermo per due minuti. Poi altra mischia da brividi, in area alessandrina. Ripresa. Ci riprova l’Alessandria e per poco (8’) Sassi non gli dà una mano arrischiando l’autorete (la palla, che stava rotolando verso il fondo, veniva dal mediano corretta sul palo!). Al 10’, però, vanno ancora in vantaggio i lilla: Caprile si scatena sulla sinistra, quindi piazza sui piedi di Palmér un pallone d’oro; sbaglia ancora lo svedese, calciando su Stefani uscente; questi perde la palla e quando sta per recuperarla a terra è già intervenuto Bocchio il quale con calma indovina lo spiraglio. Mischia davanti a Soldaini, doppia espulsione, arbitro che va nel… pallone. I fischi a vanvera non si contano più. Per fortuna la gara non degenera. Al 27’ nuovo recupero alessandrino: Morbello a Manenti, ancora a Morbello che è scattato in area; nulla da fare per Soldaini. Non c’è altro si finisce col Legnano lanciato a spender gli ultimi spiccioli d’energia. Quasi a voler sottolineare il suo buon diritto alla vittoria. Tiepido pomeriggio di fine inverno; oltre 5.000 spettatori attorno al campo. Il terreno è fra i peggiori che noi si ricordi: pantanoso e attaccaticcio nella fascia centrale, pieno di insidie ai lati per via della solita lastra di ghiaccio. Incidenti per scontri fortuiti a Pedroni e Stefani (fuori campo per 2’) e a Lupi. Riammonito Santagostino (per inutili scorrettezze). Espulsi al 13’ della ripresa Palmér e Snidero; il mediano atterrava lo svedese sulla linea laterale ed Adami si limitava ad ammonirlo; mentre Lupi batteva la punizione, Palmér colpiva l’avversario in area e quello si buttava a terra, accentuando volutamente la gravità del fallo; Adami, che nulla aveva visto, interpellava il segnalinee e decideva l’espulsione di entrambi i giocatori. (Angelo Ponti, «La Gazzetta dello Sport», 28 gennaio 1957) L'INCOMPRENSIBILE CROLLO DEI GRIGI A LEGNANO Domani è ospite al "Moccagatta,, la coriacea squadra modenese L’Alessandria si è inginocchiata inspiegabilmente anche a Legnano, contro il fanalino di coda del girone. È stato un crollo: il portiere insufficiente, i terzini irriconoscibili, i mediani senza fiato e senza alcun slancio. Ci risulta che Stefani ha chiesto una settimana di riposo e ne ha ottenute quattro (?). Snidero è stato messo a riposo dalla Federazione per una domenica, ma è stato pubblicato che anche lui ed i compagni Russi e Castaldo hanno bisogno di… riposare. Tutti i giornali hanno dettato nuove formazioni e l’ing. Sacco ha fatto il «punto» sulla «Gazzetta dello Sport» dichiarando che «Sperone non si tocca». Per conto nostro già ci siamo espressi ripetutamente sull’indirizzo tecnico dei grigi ed è inutile ripetere le stesse cose. Siamo d’avviso però che, nonostante la sconfitta di Legnano, c’è possibilità di riprendere quota, possibilmente non perdendo le partite prima di disputarle. Sabato scorso ci eravamo permessi di segnalare che sarebbe stato utile far giocare arretrato Russi, per dare man forte a Bosio il quale attraversa un periodo di mediocre forma e perché contro Bocchio il terzino si è sempre trovato in difficoltà. Queste erano e dovevano essere cose note ai tecnici locali, i quali invece si sono preoccupati di far «marcare» Palmér che, coprendo il ruolo di centrattacco, si doveva invece trovare di fronte Pedroni, l’unico elemento dei sei giocatori della retroguardia in piena efficienza. Con tale schieramento, si è reso libero il numero 8 del Legnano, e cioè proprio la mezz’ala che aveva la possibilità di lanciare Bocchio. Indipendentemente dal risultato della partita, sarebbe grave non porre a noi stessi questo interrogativo: perché Stefani è irriconoscibile, Nardi e Bosio fanno acqua, Russi e Snidero sono insufficienti, Castaldo non è più l’uomo dell’Udinese, Pratesi delude, Redegalli è sfasato, Traverso è privo di fiducia, Manenti alterna partite incerte ad altre mediocri e Castelli non è ancora a posto? Chi li risolve questi «quiz»? Nonostante il crollo del sestetto di retroguardia, escluso Pedroni, l’attacco ha segnato due reti, e ciò quando la squadra grigia si trovava in svantaggio. Ciò vuol dire che la squadra si può rimettere in carreggiata. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 2 febbraio 1957) RISULTATI: Catania-Modena 1-0 Como-Verona 4-3 Marzotto-Simmenthal Monza 2-2 Messina-Pro Patria 0-0 Novara-Cagliari 3-0 Sambenedettese-Parma 1-1 Taranto-Brescia 0-3 Venezia-Bari 1-0 CLASSIFICA: Catania, Verona 23; Alessandria 22; Brescia, Venezia 20; Cagliari, Novara 19; Como 18; Marzotto, Messina, Parma 16; Bari, Simmenthal Monza 15; Pro Patria, Taranto 14; Modena 13; Sambenedettese 12; Legnano 11 MARCATORI: 9 gol Manzino (Novara) 8 gol Marchetto (Marzotto) 7 gol Barison (Venezia), Bozzato (Venezia), Caprile (Legnano), Morbello (Alessandria) 6 gol Bassetti (Verona), Bretti (Bari), Calegari (Venezia), Giammarinaro (Taranto), Milani (Monza), Tinazzi (Alessandria), Vitali A. (Alessandria) 5 gol Buratti (Sambenedettese), Danova (Pro Patria), Erba (Parma), Gasparini (Brescia), Ghiandi (Verona), Nova (Brescia), Sacchella (Brescia) Il punto sul campionato L’ultima giornata di andata AVEVA regalato emozioni e colpi di scena. Al termine di una rocambolesca gara il Verona era stato sconfitto dal Como: settegol in totale con i comaschi che avevano vinto di misura la sfida. A pari punti il Catania che aveva dovuto sudare le proverbiali sette camicie per avere la meglio sul Modena: match winner Uzzecchini. Staccata di un punto, terza in graduatoria, l’Alessandria che era stata battuta a Legnano. Venezia e Brescia, quarte ed appaiate in classifica avevavo vinto i loro rispettivi incontri opposti a Bari, 1-0 decisiva la rete di Calegari e Taranto, in trasferta, 0-3: mattatore della partita Sacchella, autore di una doppietta.