Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1956/1957
Serie B
10-02-1957 - Giornata: 19 - Brescia - Mario Rigamonti


Brescia AC - Alessandria US 1 - 0 (1 - 0)
RETI: 3. Nova E. [Br]

Alessandria US Cuman Pacifico, Nardi Aldo, Boniardi Umberto, Snidero Cirano, Pedroni Franco, Russi Franco, Pratesi Enrico, Manenti Michele, Vitali Alessandro, Albertelli Lanfranco, Morbello Egidio All.: Sperone Mario

Formazione avversaria
Brescia: Roda Balzarini; Zamboni, Provezza; Neri, Raimondi, Gorlani; Sacchella, Fraschini, Nova, Bersellini, Sospetti. All.: Fattori Osvaldo.

Arbitro: Piemonte Erminio (Monfalcone)
Note
Infortunato: 70’ Russi [A, passato all’ala]. Espulsi: 79’ Neri [B] e Snidero [A]. Ammoniti: Boniardi [A], Sacchella [B]. Angoli: 4-3 (3-2). Spettatori: 15.000. Giornata grigia, terreno pesantissimo coperto di segatura. Inizio gara ore 15:00.

Commento
Verona e Catania sempre al comando della Serie B SUL TERRENO DEL BRESCIA INCERTA L'ALSSSANDRIA L’Alessandria ha perso anche sul campo del Brescia ed è giusto che l’attesissima gara sia finita così. Le vicende dell’incontro, vissuto sino al novantesimo minuto sull’incerto vantaggio del goal realizzato in apertura dagli azzurri lombardi, avrebbero anche potuto consentire ai grigi di racimolare un pareggio, ma questo sarebbe stato in ogni caso un risultato «trovato». La crisi della compagine alessandrina continua ed il coraggio con cui si battono tutti i suoi uomini – anche quelli fisicamente spremuti o tecnicamente interiori al loro compito – non basta a mascherare le pecche che si rivelano in tutta la loro gravita, in ogni reparto. Il problema più assillante per i grigi è quello della mediana, dove la temporanea indisponibilità dei rincalzi non consente rimedio all’attuale insufficienza di Snidero e Russi. Ma questo «vuoto» nella zona centrale del campo provoca, logicamente, squilibri anche negli altri settori: scarsa disinvoltura negli interventi da parte dei tre terzini, costretti talvolta nell’assillo della lotta a commettere scorrettezze che esulano dalle loro abitudini; azione confusa e priva di autorità della prima linea in cui le mezze ali, preoccupate di non sguarnire troppo il centrocampo, hanno lasciato frequentemente abbandonato a se stesso un trio di punta efficiente, del resto, soltanto in Morbello. Un’Alessandria dal gioco tanto approssimativo non poteva certamente sperare di resistere ad un Brescia lanciatissimo e ben deciso ad aprirsi la strada verso traguardi ambiziosi. Una prima linea di giovanissimi – in cui non si sa se ammirare di più l’infaticabile Bersellini o gli estrosi, vivacissimi Nova e Sacchella, l’altruista Sospetti o l’individualista Fraschini – ha dato la spinta decisiva per il raggiungimento della vittoria, efficacemente sostenuta da un sestetto difensivo in cui il «pelato» Gorlani e il numero 5 Raimondi sono stati i più brillanti. Il confronto purtroppo ha perso ben presto il carattere di una lotta cavalleresca per divenire un’aspra battaglia senza esclusione di colpi. L’eccessiva irruenza di alcuni difensori è apparsa indubbiamente riprovevole, ma la responsabilità maggiore va attribuita all’arbitro Piemonte di Monfalcone il quale, con tanti saluti alle severissime disposizioni della Lega, ha tollerato troppe scorrettezze, intervenendo poi con la necessaria autorità quando il bel gioco era uscito di scena da un pezzo. Non ci sembra che valga la pena mandare degli arbitri famosi a dirigere i grandi incontri di Serie B, quando questi «principi del fischietto» si permettono di arbitrare con noncuranza, come se le squadre cadette non meritassero tanta attenzione. La direzione del signor Piemonte – poco mobile, alquanto personale nella valutazione dei falli e sovente distratto – è riuscita a scontentare tutti quanti: i bresciani, per l’indulgenza nel giudicare le ripetute scorrettezze del grigio Boniardi; gli alessandrini, per la mancata concessione di due rigori di cui uno almeno evidentissimo; il pubblico tutto, infine, perché l’impunità concessa a Boniardi ha permesso il dilagare del gioco scorretto troncato – a 10’ dalla fine! – dalla tardiva espulsione di Snidero e Neri. Il Brescia, dopo aver corso un pericolo al 1’ (azione di Pratesi e Vitali frenata da una pozzanghera), è andato in vantaggio al 2’: il centravanti azzurro Nova tocca magistralmente a Fraschini e, mentre questi mette in azione Sacchella, scatta al centro per raccogliere il centro dell’ala destra e depositare imparabilmente di festa il pallone in rete. Cuman è irrimediabilmente battuto ed il tocco finale di Sospetti al pallone si rivela superfluo. La difesa alessandrina accusa il colpo, si sbanda, ma evita ulteriori danni finché, dopo venti minuti di tambureggiante offensiva dei lombardi, un’azione di Morbello, Albertelli e Manenti porta i grigi a sfiorare il pareggio: Balzarini manca l’uscita sul centro di Albertelli, Manenti tira a volo ed il goal sembra fatto, ma un gomito di Raimondi rompe la traiettoria del pallone deviandolo oltre il fondo. Invano i piemontesi reclamano il rigore: per Piemonte è calcio d’angolo. Al 34’ e al 36’ tiri di Morbello parati, al 45’ Boniardi è ammonito per una grossolana scorrettezza su Nova. Nella ripresa è di scena Cuman (il migliore dei grigi con Morbello, Albertelli, Nardi e Pedroni), che salva al 6’ su un gran tiro di Nova e si farà poi applaudire per altri interventi miracolosi. Al 17’ un’altra dura carica di Boniardi a Nova, ma Piemonte non ha visto niente e si limita a concedere la punizione, mentre il centrattacco bresciano esce a farsi massaggiare. Un tiro a lato di Sacchella (22’) seguito da una parata di Cuman su Fraschini, un pallone di Morbello neutralizzato da Balzarini al 28’, altre due consecutive prodezze di Cuman su tiri di Sacchella e Sospetti. Al 30’ l’alessandrino Russi, lamentando uno stiramento, si sposta all’ala destra con Pratesi interno e Manenti mediano. Cinque minuti dopo, episodio «giallo»: Snidero falcia Bersellini e Neri interviene a pugni in difesa del compagno. Morale: i due mediani destri vengono espulsi. A squadre ridotte in dieci, l’Alessandria si produce in un disperato «serrate» ma un’uscita di Balzarini su Pratesi ed una provvidenziale mano di Raimondi (che toglie il pallone ad Albertelli su centro-tiro di Pratesi) impediscono ai grigi di raggiungere in extremis il pareggio. (Gianni Pignata, «Stampa Sera», 11 febbraio 1957) Dall’impostazione più razionale di schemi offensivi, dalla miglior disposizione delle pedine sulla scacchiera, da una più caparbia e duttile azione, sviluppata all’insegna della velocità e della praticità, il Brescia ha costruito oggi la sua più prestigiosa vittoria dell’anno e si riaffaccia con autorità alla ribalta del campionato cadetto. Non vi tragga in inganno, quel risultato miserello; il gol non basta a fotografare la superiorità della squadra di Fattori, la quale ben altro punteggio avrebbe racimolato solo che Cuman non avesse detto perentoriamente di no ad alcune fucilate di Fraschini, Nova e Bersellini, e solo che Sospetti e compagni non avessero indugiato o mal diretto palle d’oro davvero. Non soffermiamoci, perciò, sul risultato. Seguiteci, piuttosto, nel racconto della gara, che ci ha offerto spunti degnissimi sul piano tecnico, ma che pure ci ha regalato sconcertanti pause e, soprattutto, spigolosità accentuate, sì da farci temere il peggio. E ciò, sia detto subito, in conseguenza della scarsissima autorità di Piemonte, nonché a quel clima elettrico, da nervi a fior di pelle, venutosi a creare sul campo più per colpa dei grigi che non degli azzurri. Sul piano tecnico il Brescia ha soverchiato l’avversario di una buona spanna. Improntata la partita sulla velocità, su schemi lineari e sbrigativi al massimo, i «pivelli» dell’attacco bresciano si sono letteralmente scatenati; e sotto la fine regia di Bersellini, ben sorretti dai generosi Neri e Gorlani, Nova, Fraschini e Sacchella hanno costituito pericolo permanente per la retrovia avversaria, anche oggi cocciutamente praticante la difesa a zona. Alla lunga, anzi, proprio a seguito del forcing imposto dagli attaccanti bresciani, uomini esperti come Boniardi e Snidero si sono visti saltare i nervi; e se il primo se l’è cavata con una ammonizione (Piemonte non ha visto il fallo su Nova ed il segnalinee, interpellato, se l’è sbrigata alla… Pilato) e con molti fischi, il secondo ha raggiunto anzitempo gli spogliatoi e certamente tornerà a meditare nel purgatorio degli squalificati. Vero è che se Piemonte avesse mostrato polso sull’irruenza di Nova, sui fallacci di Boniardi, sulle prime avvisaglie di gioco duro, forse non saremmo arrivati ad episodi davvero disgustosi dei quali purtroppo è ricca la cronaca della ripresa. Ad ogni modo, sottobraccio all’inerzia dell’arbitro, vanno le intemperanze di giocatori cui le società, prima ancora dovrebbero imporre il rispetto delle più elementari norme di cavalleria e di educazione sportiva. Comunque, dicevamo, di fronte all’imperversare delle rondinelle, l’Alessandria ha cercato di reagire, di impostare un gioco più pacato, meglio rispondente alle caratteristiche dei suoi uomini; ma anche quanto il Brescia ha lasciato l’iniziativa alla squadra di Sperone, ma da questa è partita l’azione perentoria, mai ne è sortito il tiro degno, mai s’è vista insomma l’impronta della compagine di rango. Gli è che l’attacco (privo com’è di Castaldo e di Tinazzi) appare sfasciato, balbettante, vuoi per gli assenteismi di un Vitali sconcertante, vuoi per la lentezza di Pratesi, per i personalismi di Manenti; cosicché, alla lunga, servono poco o nulla gli scatti rabbiosi del bravo Morbello, la continua spola di un Albertelli in forma ma avviato fatalmente alla spompatura, se costretto a macinare 100 chilometri per domenica. Con una prima linea annaspante nel buio e con una difesa mal disposta (Pedroni, poveraccio, sputa l’anima costretto in «zona» senza protezione; Boniardi fatica, ormai, quando ha un avversario scattante e deciso come s’è confermato Sacchella), anche il centrocampo alessandrino ha finito per perdersi nel labirinto; Snidero e Russi, che bene avevano cominciato, sbagliarono tocchi, fallirono interventi, completarono insomma il mediocre quadro di un’Alessandria paurosamente in declino. Il Brescia ha manovrato a tutta orchestra nei primi dieci minuti e per quasi tutta la ripresa. Con l’arma genuina della velocità, della lucidità di idee, della potenza d’infiltrazione, ha stradominato l’avversario. La nitida azione di Bersellini, la mole di lavoro svolta da Fraschini, Neri e Gorlani, l’irruenza e la decisione di Nova nonché la vivacità di Sacchella si sono fuse a meraviglia con l’attenta copertura di Raimondi e Provezza e la tranquillità di Balzarini. Insomma, un Brescia vivo, valido, ottimamente preparato. Inutile, pensiamo, parlar di tattiche quando la causa determinante della sconfitta va ricercata nella più fresca vena avversaria, nella più autoritaria azione. Oltreché nel ritmo; ad una idoneo e all’altra no. Poco spazio per la cronaca. Dal «via» al gol passano 3’; e in questo spazio Vitali vien frenato da una pozza, mentre sta per crear scompiglio fra i difensori bresciani. Ed ecco la rete decisiva: Fraschini semina a tre quarti campo Pedroni che scivola; ottima l’apertura a Sacchella il quale scatta, beffa Boniardi e crossa; si eleva Nova, dalla mischia, e con la fronte corregge una sventola in gol. Paratissima di Cuman (4’) su sventola di Fraschini, gran tiro di Nova (6’) fuori di un niente. Al 18’ altra parata di Cuman su «girata» di Nova; palla che sguscia però sul fondo. Al 24’ prima azione alessandrina, con tiro di Albertelli respinto da Balzarini, ripreso da Manenti e deviato da Raimondi in corner. Al 33’ Morbello impegna due volte Balzarini; la seconda volta la sventola è difficile per il portiere, che se la cava. Il tempo finisce con un gran volo di Cuman su tiro di Fraschini e con una entrata di Pedroni che… fa volare (!) Nova. Sempre Brescia in cattedra. Al 6’ Zamboni-Bersellini-Nova; tiro che costringe Cuman in tuffo. Un corner per i grigi. Quindi va via Nova da centro campo; nessuno lo affronta, sicché questi cerca il tiro dal limite; palla a una spanna dal gol. Fallaccio di Boniardi su Sacchella. Si ripete il «vecio» su Nova ed è fallo davvero balordo. Scintille in campo. Sacchella entra scalciando su Boniardi, quello risponde: doppia ammonizione. Gran tiro di Sacchella (23’) quindi uscita temeraria di Cuman su Fraschini. Russi, intanto, zoppica e va all’ala; retrocede Manenti e poi Pratesi e poi ancora Albertelli. Mezz’ora: Cuman si stende e neutralizza un improvviso tiro di Sacchella, quindi si accartoccia sulla sventola di Sospetti. Mischia paurosa in area alessandrina (Nova, Pedroni, Nardi a terra con palla fra le gambe; e Piemonte zitto). Quindi doppia espulsione. Pratesi entra su Balzarini a terra e dà i brividi (38’)! Al 40’ mischia in area bresciana; tira Pratesi, azzecca il corridoio, ma Balzarini è bravo a respingere. Gran tiro di Bersellini (42’) e prima dell’ultimo gol sbagliato (Sospetti) registriamo un plateale placcaggio di Balzarini a Pratesi. Tutto esaurito, con quindicimila (dicono) che fan tanto… sardine in scatola. Terreno pesante, malgrado la copiosa semina di segatura. Incidenti a Russi (stiramento), costretto dall’ala al 25’ della ripresa, a Nova (botte da duri scontri), a Sacchella (idem), a Bersellini (calcione al basso ventre da Snidero). Espulsi al 34’ della ripresa Snidero e Neri; l’alessandrino aveva falciato Bersellini, sicché il mediano – persa la testa – s’era avventato stringendo al collo l’avversario. (Angelo Ponti, «La Gazzetta dello Sport», 11 febbraio 1957) Il Brescia ha conseguito oggi il suo quarto successo pieno consecutivo applicando la legge del massimo risultato con il minimo sforzo. Dopo aver segnato a freddo la rete della vittoria, gli azzurri hanno rallentato il ritmo travolgente dei primi minuti, lasciando all’Alessandria parecchia iniziativa. Nel secondo tempo la battaglia si è riaccesa a tratti violenta ed il Brescia ha tenuto brillantemente testa agli avversari, mantenendo sempre l’iniziativa del gioco e in parecchie occasioni minacciando di raddoppiare il punteggio. L’Alessandria di oggi ha palesato abbondantemente la crisi che sta attraversando subendo una sconfitta per la quale non c’è alcuna attenuante: palesando scarsa efficienza in alcuni uomini, specie all’attacco, e una conduzione tecnica alquanto scadente. In svantaggio in apertura di partita, i grigi per tutti i novanta minuti hanno tenuto una posizione piuttosto guardinga: Sperone voleva forse difendere la sconfitta? Inoltre, alcuni grigi hanno palesato in almeno due uomini un nervosismo che dimostra la scarsa condizione: Boniardi ha rischiato un paio di volte l’espulsione per falli su Nova e Snidero l’ha subita per un ingiustificato calcio a Bersellini a pallone distante. Degli ospiti si sono salvati Pedroni, Cuman, Russi e, all’attacco, il solo Morbello, l’unico che abbia dato qualche preoccupazione alla difesa bresciana. Nel Brescia è stata grande la prima fila sorretta da un Fraschini al massimo del rendimento e regista di tutte le migliori azioni; ma Bersellini è stato di poco inferiore, mentre Nova e Sacchella hanno confermato con vitalità e l’estro le loro notevoli capacità. Un po’ al di sotto del normale standard i i due mediani, specie Gorlani, mentre in difesa il migliore è stato Raimondi. («Corriere dello Sport», 11 febbraio 1957) Domani alle 15.00 al Moccagatta UN INCONTRO DI CARTELLO ALESSANDRIA - CATANIA L’Alessandria ha subito domenica scorsa a Brescia la quinta sconfitta consecutiva su campi esterni, dopo una partita tenacemente combattuta e perduta in partenza per un goal segnato al secondo minuto di gioco dai padroni di casa. L’affannosa azione offensiva della nostra squadra non ha dato risultati positivi per la mancanza di collegamento tra i nostri reparti e per il mancato apporto della mediana. In seguito – oltre alla sconfitta – sono caduti sull’Alessandria i fulmini della Lega, che ha squalificato Snidero per tre giornate. Comunque, tirando le somme, l’Alessandria si trova a due punti di distacco dal Verona e dal Catania, e quest’ultima squadra ha giocato due partite in più sul proprio campo: tale rilievo potrebbe dimostrare che la situazione non è catastrofica, così come è invece stata descritta nei giorni scorsi da vari giornali sportivi e non. Ci stupisce però che tutti quei critici che avevano incensato l’Alessandria, elogiando il suo sistema di allenamento, il valore dei suoi uomini, ecc. (quando noi, modestamente, mettevamo in evidenza le lacune del nostro gioco, gli errori degli schieramenti, la mancata valorizzazione di alcuni giocatori, le eccessive pretese verso altri), proprio oggi, alla vigilia di una partita decisiva con una diretta contendente alla promozione, scrivano che l’Alessandria è stato un «bluff»; precisano inoltre che l’allenatore non ha avuto a sua disposizione «una squadra» e che non ha avuto fortuna. Vorremmo che gli amici di Torino ricordassero che l’Alessandria ha dettato legge in fatto di tecnica calcistica, e che proprio nelle file delle squadre torinesi hanno fatto spicco i vari Baloncieri, Bertolini e Ferrari. Non si venga a dire che attualmente non ci sono uomini per comporre una squadra degna di dare la scalata alla Serie A: si abbia piuttosto il coraggio sportivo di guardare in faccia la realtà, considerando che se i nuovi acquisti non hanno dato il rendimento sperato, anche altri titolari della nostra squadra sono l’ombra dei giocatori dello scorso anno; e chi di dovere ha il compito di appurare le cause di tutto ciò. In fatto di fortuna o sfortuna, ci si lasci dire che l’Alessandria, malgrado le 5 sconfitte consecutive, è tuttora a soli due punti dalle squadre di testa. Vi sono stati tra i grigi troppi contusi, squalificati, messi a riposo, troppi strappi muscolari, ecc. Vorremmo comunque che il pubblico alessandrino non rinunciasse a priori alla speranza ed alla lotta, specie quando si considera che gli elementi a disposizione ci sono, e si può ancora affrontare con ottime probabilità l’arduo carosello del campionato. Nel momento attuale, con un pubblico che risponde con entusiasmo, sarebbe da pusillanimi scoraggiarsi: e, in fatto di responsabilità, non è nemmeno onesto giocare a scaricabarile, addossando al presidente la colpa di avere effettuato acquisti infelici. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 16 febbraio 1957) RISULTATI: Cagliari-Bari 0-0 Catania-Venezia 1-1 Como-Legnano 1-1 Messina-Marzotto 2-2 Novara-Sambenedettese 2-1 Parma-Simmenthal Monza 2-3 Pro Patria-Modena 1-1 Taranto-Verona 0-0 CLASSIFICA: Catania, Verona 26; Alessandria, Brescia 24; Cagliari, Como, Novara, Venezia 21; Messina, Simmenthal Monza 19; Bari 18; Marzotto 17; Parma, Taranto 16; Pro Patria 15; Modena 14; Legnano, Sambenedettese 12 MARCATORI: 9 gol Manzino (Novara) 8 gol Marchetto (Marzotto), Milani (Monza) 7 gol Barison (Venezia), Bozzato (Venezia), Bretti (Bari), Caprile (Legnano), Morbello (Alessandria) 6 gol Bassetti (Verona), Calegari (Venezia), Danova (Pro Patria), Erba (Parma), Ghiandi (Verona), Giammarinaro (Taranto), Nova (Brescia), Tinazzi (Alessandria), Vitali A. (Alessandria) Il punto sul campionato La seconda giornata di ritorno era stata caratterizzata dal pareggio in cui hanno incappato le due leader della classifica: il Verona era uscito da Taranto sullo 0-0 mentre il Catania ha pareggiato il match casalingo con il Venezia: di Uzzecchini, per i padroni di casa, il gol e autorete di Toros a favore degli ospiti. Il Brescia aveva vinto lo scontro diretto con l’Alessandria agguantandola al terzo posto. Soltanto il Monza aveva ottenuto la vittoria lontano dalle mura amiche: decisiva la rete di Milani a dieci minuti dalla fine in una gara in cui erano state ben nove le gare terminate in parità.