Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1956/1957
Serie B
17-02-1957 - Giornata: 20 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Catania CC 1 - 0 (1 - 0)
RETI: 41. Vitali A.[A]

Alessandria US Cuman Pacifico, Nardi Aldo, Boniardi Umberto, Traverso (I) Luigi, Pedroni Franco, Russi Franco, Castaldo Ercole, Manenti Michele, Vitali Alessandro, Albertelli Lanfranco, Morbello Egidio All.: Sperone Mario

Formazione avversaria
CATANIA CC: Menozzi; Origgi, Toros; Gelio, Grani, Malinverni; Bicicli, Celio, Uzzecchini, Buzzin, Spikofski. All.: Poggi (II) Ernesto Matteo.

Arbitro: Kainer Karl (Wolfsberg, AUT)
Note
Prima partita di serie B della storia ad essere diretta da un arbitro straniero. Infortunato: 88’ Albertelli [A]. Ammonito: Spikofski [C]. Angoli: 4-12 (3-5) oppure 4-11. Spettatori: 15.000 (paganti: 12.268). Giornata grigia lievemente ventilata, terreno ottimo. Inizio gara ore 15:00.

Commento
I grigi raggiungono il Verona e lo stesso Catania in testa alla serie B L'ALESSANDRIA NELLA PARTITA DEL PRIMATO BATTE IL CATANIA: 1 A 0 L'undici piemontese privo di Redegalli, chiamato all'improvviso nella Nazionale militare - Un palo colpito da Spikofski - Per la prima volta un arbitro straniero in B Per la prima volta nel campionato di serie B un arbitro straniero. Alessandria-Catania, partita decisiva per il primato, è stata diretta dall'austriaco Kainer. Il professionismo arbitrale è una questione che rimbalza al punto di partenza come una palla da ping pong dopo aver urtato contro un muro. In Italia i dirigenti di categoria non ne vogliono sentire parlare, però per un incontro difficile, sia pure di seconda serie, fanno venire il « direttore » dall'estero. Questi è un dilettante: Herr Kainer fa il maestro pasticciere in una cittadina della Corinzia, Wolsfsberg. E' un ex-ala destra del Wiener Neustadt, obbligato a smettere la pratica del calcio da un brutto menisco. In vent’anni di carriera arbitrale ha messo all'attivo duemila partite. Nella stagione è già stato cinque volte in Italia. Tuttavia resta un dilettante, sebbene le sue trasferte costino come la prestazione di un professionista. Sfumature. Quel che conta è che ha autorità, e che ieri ha diretto bene, anche se — sfumatura per sfumatura, — ha adottato una leggera impronta casalinga. Gli sportivi di Alessandria, ad esempio, gli saranno grati della precisione assoluta con cui al novantesimo minuto ha fischiato l'alt. Un buon recupero per le precedenti interruzioni sarebbe stato comprensibile. Kainer, invece, ha rispettato il cronometro con la disciplina di uno svizzero. Dopo questo appunto altri non glie ne possono essere fatti, anche perché le due squadre hanno giocato con molta correttezza. Trattandosi di un confronto che per il Catania significava conservare una posizione di tranquillità — sia pur da capolista — il controllo dei nervi va sottolineato, tanto più che i rossoblu non hanno mai fatto ricorso alla forza, sebbene il fattore-peso fosse a tutto loro vantaggio. Elogio doppio ai grigi, i quali giocavano in un'unica gara gran parte delle loro possibilità di mantenersi in zona-promozione. Gli atleti capitanati da Pedroni hanno gettato le loro carte da gran signori. Con impegno, ma senza scorrettezze. A loro merito si deve ricordare anche il fatto che essi hanno saputo superare il senso di disagio suscitato dall'improvvisa convocazione di Redegalli tra i calciatori soldati a Firenze. La nazionale militare composta di professionisti del football ha il significato che ognuno vuol darle. Comunque, visto che c'è, le società l'accettano con disciplina soldatesca. Che però al sabato pomeriggio si senta la necessità di chiamare all'improvviso un « militare » quando alla domenica non è in programma alcun allenamento, resta un mistero della burocrazia con stellette, la quale evidentemente ha poco da invidiare alla burocrazia dei borghesi. Il presidente dell'Alessandria ha perfino cercato di convincere i dirigenti della « militare » che poche ore di ritardo non rappresentavano un gran danno. Era disposto a caricare Redegalli sulla sua argentea macchina sport ed a portarlo a Firenze subito dopo l'incontro. Nulla da fare. Il militare Redegalli a poche ore da un confronto decisivo per i grigi si è messo idealmente sull'attenti ed ha obbedito. Ecco dunque un'Alessandria rivoluzionata scendere in campo agli ordini di Kainer. Traverso, recuperato in extremis, è mediano laterale, Vitali fragile e preoccupante per una fasciatura elastica alla gamba sinistra e centravanti. Anche il Catania ha un assente illustre, Karl Hansen che da parecchio tempo soffre di uno stiramento muscolare. « Stiramento diplomatico o reale » abbiamo chiesto a Poggi, « Guardi la partita e vedrà » ha. risposto col tipico accento ligure, il bravo allenatore dei rossoblu siciliani. Ad incontro osservato ogni dubbio scompare. Il malanno di Karl deve essere autentico. Altrimenti un posto in squadra glielo troverebbero certamente. Nonostante il suo assente il Catania attacca, deciso. Al 9', con un tiro da distante sfiora il successo, Spikofski, da posizione di ala arretrata, sorprende Cuman in contropiede. La palla lascia una impronta grigiastra sul montante e mette in ansia gli alessandrini, che giocano molto cauti. Si deve arrivare al ventesimo minuto per vedere una loro azione pericolosa. Manenti scatta tra due avversari poi si intestardisce a tirare e non scorge Vitali e Castaldo liberi. I grigi danno impressione di fragilità all'attacco, ma sono solidi in difesa. Subiscono una staffilata di Buzzin, che gioca prevalentemente avanzato avendo Spikofski per suggeritore, poi scattano in avanti. Su una punizione di Albertelli Castaldo salta di testa e costringe un terzino catanese a deviare con difficoltà in angolo. Ancora Albertelli, il « quasi Schiaffino » della prima linea, calcia dalla bandierina e di nuovo Castaldo devia con la fronte. Il portiere è fuori causa, ma Grani, respinge. Riprende Manenti. Da due metri in quella confusione di gambe indovina lo spiraglio giusto per... calciare a lato. Una disavventura-record. Comunque l'Alessandria « sente » finalmente di poter vincere e pochi minuti prima che scada il tempo segna. Morbello, un'ala cui manca solo un pizzico di esperienza per essere una grande ala, avanza e serve Manenti. Tocco ad Albertelli e pronto tiro del mezzo sinistro. Il piede di Toros non respinge, ma fa schizzare la palla verso Vitali. Il guizzante centravanti ha una girata superba. Fa perno sulla gamba sinistra e con la destra saetta in rete. Questo punto è il simbolo di tutto l'incontro: l'Alessandria ha giocato benissimo, il Catania non è stato fortunato. Nella ripresa lo slogan non cambia. L'Alessandria guidata da Albertelli, che ha un « crescendo » impressionante, gioca bene; il Catania sta alla pari degli avversari e manca di un soffio alcune occasioni buone Uzzecchini, il biondo attaccante imprestato dalla Samp, si trova solo a due metri da Cuman. Tira bene ma non con forza. L'estremo difensore dell'Alessandria salva con un balzo magnifico (16'). Risponde, al 18', Manenti lanciato da Vitali in una zona libera l'ex-catanese scarta tutti, perfino il portiere. Devia poi a colpo sicuro ma Toros sbuca sulla linea bianca e ferma il pallone da goal. Tra i rossoblu continua a muoversi con molta autorità il mediano Gelio (da non confondersi con il quasi omonimo Celio che gioca mezz'ala e ha pure un'origine interista). Dal « numero quattro » hanno inizio molte offensive pericolose, peraltro ben controllate dallo sbarramento avversario. Al 37' Bicicli trova tuttavia uno spiraglio in questo « muro ». Solo, spostato sulla destra dell'area riceve un facile pallone. Ha perfino il tempo di controllarlo, prima di calciare. Sbaglia la mira, ugualmente. L'Alessandria ha ormai vinto. I suoi difensori sempre autoritari e precisi non si lasceranno più sorprendere. Con questo successo l'undici piemontese raggiunge in testa al torneo il Verona e lo stesso Catania. Il campionato di serie B riprende dunque con tre squadre che scattano dalla stessa linea. Sarà un campionato pieno di emozioni, come la gara che ieri ad Alessandria ha dato un nuovo volto ad esso. (Stampa Sera - Paolo Bertoldi) Con la prestigiosa vittoria sul Catania, i grigi alessandrini riscattano le ultime deludenti prestazioni e ripropongono d’autorità la propria candidatura alla promozione. La frusta delle più recenti polemiche e l’avversario di rango hanno galvanizzato la squadra piemontese che finalmente ha saputo mostrare sul campo quel vigore e quella intelligente disposizione che avevano costituito lacune imperdonabili a Legnano ed a Brescia. Non che si sia trattato, diciamolo subito, di una grande partita, almeno sul piano del gioco orchestrato, dello spettacolo puramente tecnico; ma certo le due squadre hanno saputo offrire una puntigliosa gara, battendosi con animus, pur senza uscire dai binari della correttezza. Cosa che, del resto, non avrebbe permesso il signor Kainer, quanto mai attento e preciso. Alle fiorettature di scuola danubiana dei catanesi, l’Alessandria ha saputo rispondere con trame più razionali, o se non altro ha tentato di svolgere gioco più ficcante, più pratico, sciabolando in continuità palloni radenti, non concedendo spunti alla platea ma mirando al sodo, al risultato. Sperone stavolta ha saggiamente disposto la scacchiera, orientando finalmente la retroguardia sulla marcatura stretta (e Boniardi, incollato a Bicicli, risultò validissimo terzino, riuscendo a cancellare praticamente l’aletta con l’arma dell’anticipo; e Nardi sventagliò da campioncino ogni pallone sul quale tentava l’aggancio Spikofski), e arretrando il prezioso Albertelli a far da mediano aggiunto ha potenziato notevolmente il centro campo, da dove son partiti lanci perfetti per Vitali o aperture dosate per Morbello e Castaldo. Trovatosi di fronte una solidissima retroguardia, il Catania ha portato vani attacchi in linea, scoprendo poi – quando si spense la vivacità del Gelio – larghe fasce sul centro campo dove appunto Albertelli e Manenti creavano le premesse per contropiede da brividi. Così disposta, l’Alessandria è apparsa letteralmente trasformata. Soprattutto sul piano tattico-agonistico, vuoi per la più ideale disposizione di tutti i suoi uomini, caparbi come non mai su ogni pallone, generosi oltre ogni dire. Vero è che il Catania può far appello ad attenuanti valide; può dimostrare di aver marcato un più massiccio dominio territoriale, può mostrare i fotogrammi di un paio di gol mancati di un niente, oltre a quelli che ricordano mischie paurose davanti a Cuman. Ma l’Alessandria può rispondere che in fatto di gol mancati quello di Manenti non trova eguali nella storia e che, in fin dei conti, da quella pressione continua i catanesi raramente hanno saputo creare le premesse sincere per la staffilata conclusiva. Effettivamente il lezioso fraseggio degli uomini di Poggi non poteva trovare terreno fertile, contro gente decisa e ben registrata. E se dal centro campo, sia con il Gelio del primo tempo, sia col Celio della ripresa, sono partiti calibratissimi tocchi per gli uomini d’attacco, questi mai hanno saputo imprimere autorità alla loro azione e sempre hanno finito per cadere nella fitta rete tesa da quelle vecchie volpi che si chiamano Pedroni, Boniardi, Albertelli e Manenti. A dire il vero, neppure l’attacco alessandrino è apparso in gran giornata (all’ultima ora Sperone fu costretto a rinunciare a Redegalli, convocato coi militari). E se togliamo Morbello, in fase offensiva resta ben poco, visto che Vitali e Castaldo si son notati a tratti e che Manenti ed Albertelli avevano ben altri compiti di quelli di sfondamento. Comunque, l’Alessandria il suo gol l’ha rimediato, ma con una esecuzione veramente brillante del pur sfocato Vitali. Il Catania, invece, ha macinato gioco, ha creato pericolose mischie, ma ha sempre sbagliato al momento giusto. Cronaca telegrafica. Cuman si presenta al 2’, parando a fil di palo un subdolo tiro di Gelio, scattato in avanscoperta. Al 10’ è ancora Cuman a volare tranquillo sul tiro improvviso di Spikofski. Un minuto dopo lo imita Menozzi, impegnato da Traverso. Al 20’ Manenti sbaglia il primo gol, esitando sulla girata sì da permettere il rinvio a Toros. Ottima azione catanese con Buzzin-Uzzecchini-Buzzin; dalla destra parte la sventola che va di poco sul fondo. Siamo al 27’. Batti e ribatti, senza note di rilievo fino al gol. 40’: Manenti a Morbello, ad Albertelli che tira a rete; palla che carambola su Origgi e cade dalle parti di Vitali; magnifica girata e palla che si infila implacabile in rete! Parte in quarta il Catnaia. Bicicli dalla destra centra; dalla mischia corta respinta, entra Malinverni e tira; Cuman riesce ad allontanare. Scambio fra Celio e Gelio. Occasionissima per il Catania al 15’: Bicicli batte un corner, Buzzin entra di testa, Uzzecchini mette di tacco nell’angolo alto, ma Cuman salva da campione! Al 20’ è il Catania a salvarsi, in extremis. Manenti va via zigzagando, semina gli avversari, calamita fuori il portiere quindi tocca a rete; sulla linea zompa Toros e compie il miracoloso salvataggio. Qualche attacco massiccio catanese, buona difesa alessandrina. Al 37’, da manovra Malinverni-Buzzin-Spikofski, palla che su rimbalzo schizza a Bicicli, liberissimo: l’ala clamorosamente alza alle stelle. Suggestivo spettacolo di folla al Moccagatta: tredicimila a trepidare per i grigi impegnati a fondo. Curatissimo il terreno, levigato come tappeto da biliardo. Leggeri incidenti a Bicicli (zoppicante ai bordi per 2’) e a Malinverni (k.o. su pallonata al viso involontaria da Nardi); più serio appare quello ad Albertelli, a 2’ dalla fine, tanto che l’alessandrino esce malconcio da una mischia ed è costretto a rinunciare al finale. (Angelo Ponti, «La Gazzetta dello Sport», 18 febbraio 1957) LA BELLA AFFERMAZIONE DEI “GRIGI” SUL CATANIA La vittoria dell’Alessandria sul Catania si può ben definire « vittoria della volontà ». I commenti poco riguardosi che avevano preceduto la partita, avevano provocato la giusta reazione di tutti gli sportivi della provincia e della stampa locale. Infatti il pubblico è accorso a stipare lo stadio in ogni ordine di posti, ed i giocatori, indipendentemente dal loro grado di forma, si sono prodigati per raggiungere quell’ambito risultato che doveva riportare la nostra squadra in vetta alla classifica. Non è stata, quella di domenica, una partita tecnicamente pregevole: i « grigi », con Traverso e Russi in precarie condizioni fisiche, non potevano affrontare l’avversario in un gioco aperto: le mezze ali sono state tenute in posizione arretrata, ma la difesa non ha mai dato l’impressione di capitolare, e Pedroni ancora una volta è riuscito a collegare il gioco dell’estremo trio difensivo con le azioni di respiro a metà campo. All’attacco sono state sciupate facili occasioni: Vitali si è fatto rimproverare nel voler portare a termine in condizioni impossibili azioni in profondità, commettendo lo stesso errore di Tinazzi nelle prime partite di campionato, ed esaurendosi inutilmente. Il nostro centrattacco ha cancellato con un colpo di spugna gli errori commessi, realizzando la rete con un tiro rovesciato, nonostante la carica a tergo ricevuta dal centromediano Grani. Il Catania ha lasciato buona impressione ma commette gli stessi errori dell’Alessandria di 10 anni fa: gioca bene a metà campo ed insiste nel portare avanti la palla, con palleggio a due: ma gli attaccanti poi, giunti all’area di rigore, trovano la strada sbarrata e debbono passare la palla alle ali. Con tale sistema ha usufruito di 12 calci d’angolo, tutti infruttuosi. Più rapido e più ficcante il lavoro di Vitali e di Morbello: Manenti decisamente non ha fortuna: dopo una sgroppata degna di plauso, si è visto respingere la palla sulla linea bianca della rete, a portiere battuto. Accomuniamo comunque in un unico plauso tutti e undici i giocatori per il loro comportamento, segno di attaccamento ai colori sociali. (Il Piccolo, 23 febbraio 1957 – Andrea Canestri) Tanti applausi a fine gara in omaggio ad una gran bella partita UNA SCONFITTA CHE NON INTACCA LE AMBIZIONI DEL BRAVISSIMO CATANIA Nemmeno per l’incontro con il Verona, che dominava agli inizi del torneo con scapigliata disinvoltura, primeggiando unico tra le molte contendenti per la inviolabilità della propria rete, si è vista una lotta così sostenuta ed ardente quale è stata l’odierna partita con il Catania. Gremiti gli spalti e le tribune, ottime le condizioni del terreno convenientemente sistemato, la gara ha assunto fin dalle prime battute un aspetto veloce e sostenuto, ricca di slancio e combattività. Con la nuova vittoria dei siculi, questi si sono presentati con rinnovata e fondata speranza per capeggiare la classifica, e la struttura dei rossoblu, solidi e vigorosi in ogni reparto, ha confermato nella tenzone d’oggi come gli ospiti siano in grado effettivamente di ritornare nella massima divisione. Pronto ed agilissimo il portiere Menozzi, la coppia di terzini ha più volte giganteggiato per la prontezza e la decisione nelle rotture e nei rimandi, mentre la mediana ha con instancabile lavoro di spola costantemente nutrito l’attacco con precisi interventi ed allunghi ben dosati della palla, così da creare la miglior premessa per una efficace offensiva. Senonché lo schieramento di punta, tecnico e stilistico nella preparazione delle trame, tanto da stordire più volte la difesa avversaria, è fallito prevalentemente nell’azione finale per un soffio di incertezza, per un attimo di indugio, per l’errata traiettoria impressa alla sfera di cuoio. Respinta dai tenaci Nardi e Boniardi, ritornati in campo dopo la preoccupante serie di infortuni a catena che ha colpito la squadra grigio-blu, gli attaccanti catanesi sono tornati con metodo, costanza, tattica travolgente, all’assalto della rete di Cuman, il quale si è difeso brillantemente in alcuni interventi veramente pericolosi. A sette minuti dalla fine, però, quando gli animi erano tutt’ora sospesi per l’accanita offensiva scatenata dagli ospiti, e la roccaforte grigia pareva dovesse crollare da un attimo all’altro, Spikofski ha fallito l’occasione d’oro. Egli avrebbe portato al pareggio i suoi colori e forse anche alla vittoria per le nutrite energie profuse da tutti i suoi compagni in questo scorcio dell’elettrizzante competizione. L’Alessandria ha vinto con un magnifico tiro di Vitali sul finire della prima parte dell’incontro, continuamente servito dal lanciatissimo Morbello, un tiro forte, obliquo, assai dosato e che ha lasciato senza scampo tutta la difesa avversaria. Strana squadra l’Alessandria che sa trovare energie tattiche e impostazioni nelle gare più cruciali, mentre non riesce a superare mediocri avversari che non hanno certo meriti e requisiti come il Catania, compagine, lo ripetiamo, che ha lasciato la migliore impressione agli attoniti spettatori ed è apparsa indubbiamente brava sotto ogni rapporto. Per la squalifica di Snidero è ritornato mediano laterale Traverso, posto che avrebbe dovuto essere assunto da Manenti, il quale come attaccante non sempre riesce a collegare il suo gioco con i compagni di linea. Ma all’ultimo momento è stato convocato ieri sera a Firenze il centrattacco Redegalli chiamato a far parte della Nazionale militare, cosicché si è dovuto forzatamente modificare l’attacco inserendo ancora Manenti e richiamando Traverso nella linea arretrata. Complessivamente la squadra grigia ha giocato una buona partita riuscendo a tener fronte agli scattanti avversari, a volte troppo irruenti senza peraltro determinare spiacevoli incidenti. La partita, infatti, diretta dall’austriaco Keiner, sicuro e preciso nelle sue decisioni, è filata sui binari della regolarità fino al termine, se si eccettuano due socntri toccati negli ultimi minuti dell’infernale serrate finale catanese a Malinverni e Traverso, incidenti peraltro di scarso rilievo. Il pubblico ha sottolineato la correttezza dei contendenti malgrado l’alto valore della posta in campo applaudendoli calorosamente al temine della partita. (Corriere dello Sport – Giovanni Camagna) RISULTATI: Bari – Verona 2-1 Legnano – Messina 2-0 Marzotto Valdagno – Brescia 1-0 Modena – Parma 2-0 Novara – Taranto 0-0 Sambenedettese – Como 1-1 Simmenthal Monza – Cagliari 2-0 Venezia – Pro Patria 2-0 CLASSIFICA: Verona, Catania, Alessandria p. 26, Brescia 24, Venezia 23, Novara, Como 22, Simmenthal Monza, Cagliari 21, Bari 20, Messina, Marzotto 19, Taranto 17, Modena, Parma 16, Pro Patria 15, Legnano 14, Sambenedettese 13. MARCATORI: 9 reti: Marchetto (Marzotto), Milani (Monza), Manzino (Novara), 8 reti: Caprile (Legnano), 7 reti: Morbello, Vitali (Alessandria), Bretti (Bari), Bozzato, Calegari (Venezia), Ghiandi (Verona). Il punto sul campionato L’Alessandria, intendiamoci, la parte più importante se l’è fatta da sé. S’è liberato del Catania (ed era anche un bel Catania, non certo rinunciatario), raggiungendolo in classifica. Neanche a farlo apposta, comunque, avrebbe potuto combinarsi una serie di risultati tanto favorevoli. Ha perduto, infatti, anche il Verona, battuto a Bari nonostante la compiacenza di un arbitro che vedeva lucciole per lanterne. Ha perduto il Brescia su un campo – Valdagno – dove in parecchi – anche meno titolati – avevano trovato fortuna. Si è lasciato incantare dal Taranto, sul suo campo, il Novara. Ha avuto un grave infortunio (Bersia), che gli è costato la sconfitta, il Cagliari a Monza. Soltanto il Venezia l’ha spuntata, in casa, contro la Pro Patria […]. Eccezionali progressi del Legnano in zona retrocessione. Una franca vittoria sul Messina ha consentito ai lilla, dopo un lungo inseguimento, di abbandonare l’ultimo posto in classifica. L’attuale stato di forma del Legnano è tale da autorizzare le più ottimistiche previsioni per l’avvenire. A spese di chi? Della Pro Patria, forse. Della Sambenedettese, che neanche contro il Como è riuscita a spuntarla. E del Parma, che sta accusando pause preoccupanti. Sta allontanandosi invece sempre di più il Modena, felicemente registrato da Bacigalupo. E si è messo definitivamente al sicuro, anzi è entrato nella zona alta della classifica, il Simmenthal Monza, che Arcari IV ha letteralmente trasformato. (Ezio De Cesari, «Corriere dello Sport», 19 febbraio 1957)