Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1956/1957
Serie B
10-03-1957 - Giornata: 23 - Cagliari - Amsicora


Cagliari US - Alessandria US 0 - 0 (0 - 0)


Alessandria US Cuman Pacifico, Nardi Aldo, Boniardi Umberto, Snidero Cirano, Pedroni Franco, Russi Franco, Castaldo Ercole, Castelli Giulio, Manenti Michele, Albertelli Lanfranco, Morbello Egidio All.: Sperone Mario

Formazione avversaria
Cagliari: Persico; De Toni, Simeoli; Schiavoni, Bertoli, Bersia; Letari, Bicicli, Regalia, Cavazzuti, Ghersetich. All.: Piola Silvio.

Arbitro: Marangio Carlo (Roma)
Note
Infortunati: 40’ Perisco [C, sostituito in porta da Bersia], 87’ Bicicli [C]. Angoli: 8-2 (3-2). Spettatori: 10.000. Giornata primaverile con venticello leggero di levante; terreno buono. Inizio gara ore 15:00.

Commento
GRAVE INCIDENTE A PERSICO IN CAGLIARI-ALESSANDRIA: 0-0 Il portiere dei sardi, alla fine del primo tempo, è involontariamente colpito al viso - All'ospedale con prognosi riservata per frattura del setto nasale, sospetta frattura mascellare e stato di choc - I rossoblu, con Bersia tra i pali, resistono ai grigi Quando, a pochi minuti dal termine del primo tempo, il Cagliari è stato privato del suo portiere Persico, si è avuta netta l’impressione che l’Alessandria non avrebbe avuto molte difficoltà ad imporsi. Sino ad allora la squadra grigia aveva manovrato con agilità, spingendosi all’attacco con chiarezza di idee e con risolutezza. Il drammatico incidente che ha tolto di gara l’estremo difensore rossoblù, se ha provocato una grave minorazione nei ranghi della compagine di Piola, ha pure tolto il mordente alle azioni alessandrine: al 41’ di gioco Persico si è tuffato in ardimentosa uscita sui piedi di Castaldo il quale, trascinato dallo slancio, lo ha accidentalmente colpito con violenza al viso. Il portiere cagliaritano ha dovuto lasciare il campo cedendo la maglia numero 1 al mediano Bersia e, trasportato immediatamente all’ospedale, vi è stato ricoverato per frattura del setto nasale, probabile frattura della mascella superiore destra, grave rinorragia e preoccupante stato di «choc». I medici si sono riservati la prognosi ed hanno affermato che, in ogni caso, Persico non potrà essere ristabilito prima di cinquanta giorni. L’attacco alessandrino, che pure si era imposto fino a quel momento per la fluidità della sua manovra, sotto la impressione del gravissimo infortunio di cui si era reso sia pure involontariamente responsabile, è calato improvvisamente di tono, ha perso tutta la sua autorità e le sue azioni sono diventate opache, slegate, poco convincenti. Quello che poteva diventare un successo si è così tramutato per l’Alessandria in uno stiracchiato pareggio strappato ad una squadra incompleta, con un mediano tra i pali. Nulla da ridire, comunque, sullo 0-0 conclusivo. Obiettivamente valutate, le due squadre si sono equivalse: l’Alessandria ponendosi un tantino al disopra del Cagliari sul piano tecnico, i rossoblù portandosi ad un maggior livello dei grigi quanto ad agonismo. Riguardata nel suo complesso, la partita – senza dubbio la più interessante ed emozionante vista quest’anno all’Amsicora – ha vissuto di fasi alterne con continui capovolgimenti di fronte. Hanno dominato soprattutto le opposte difese, impegnate seriamente dalle continue scorribande condotte per lo più, da entrambe le parti, con contropiedi veloci. La difesa in maglia grigia ha dato spettacolo per calma e precisione negli interventi. Dalla mediana — notevole nel lavoro di stroncamento al quale è stata spesso chiamata – sono partite, grazie a un mirabile lavoro, le migliori azioni del reparto attaccante ospite. Nelle file rossoblù si è notata ieri una maggiore vigoria soprattutto nell’attacco, che è il costante problema del trainer Piola. Gli uomini del quintetto avanzato si sono mossi con disinvoltura e soprattutto con molto impegno. Il migliore, senza dubbio, è stato Bicicli, autore di numerosissime azioni personali e di pregevoli conclusioni di azioni di linea. Bene ha fatto il reparto mediano fino a quando l’infortunio di Persico non ha costretto il laterale Bersia ad indossare la maglia numero 1. Il nulla di fatto, che riflette l’andamento equilibrato dell’incontro, non concede alla cronaca molto respiro. I due portieri sono stati alternativamente impegnati dagli attaccanti, ma le occasioni meramente decisive sono state per entrambi in egual numero. Il predominio del Cagliari è stato sensibile in apertura dell’incontro, ma dopo appena dieci minuti l’Alessandria è riuscita a prendere in mano le redini della contesa, conducendo una spavalda scorribanda con Castaldo e Manenti. Il tiro conclusivo è stato parato da Persico in tuffo sulla destra. Due minuti dopo è stato Cuman a dover esibirsi in una parata alta su centro di testa di Bicicli che raccoglieva un corto passaggio di Regalia. Sul finire del primo tempo si è quindi avuto l’incidente al portiere cagliaritano. La ripresa si inizia con Bersia in porta e, per evitare brutte sorprese, i rossoblù sono costretti a lanciarsi furibondamente all’attacco. Non riescono naturalmente a mettere in difficoltà seria gli avversari, ma ottengono da questi quasi una rinuncia all’offensiva, con fasi alterne molto interessanti per pregevoli prestazioni di singoli e per la notevole intesa dei diversi reparti. Nel finale, al 42’, Bicicli cade pesantemente e viene trasportato a braccia negli spogliatoi, avendo riportato uno stiramento alla coscia destra e una grave contusione al ginocchio con lesione dei legamenti. (Peppino Fiori, «Stampa Sera», 11 marzo 1957) Al 40’ del primo tempo, in uno scontro con Manenti, Persico resta a terra privo di sensi. Viene condotto agli spogliatoi e di qui all’ospedale per una frattura al setto nasale. Il posto del portiere rossoblù viene occupato da Bersia fino al termine della partita. È strano a dirsi, ma una volta tanto il pareggio torna ad onore del Cagliari, oggi tartassatissimo dalla sorte. L’aver dovuto rinunciare al proprio portiere in un momento in cui la lotta era ancora aperta, per ripiegare quindi su un difensore di fortuna, ha messo i rossoblù in condizioni di inferiorità numerica e qualitativa. Per la verità la perdita di un importante pezzo del gioco del calcio quale è il portiere è un fatto che fiacca le energie e che può compromettere un risultato. Ma proprio con l’uscita dal campo di Persico, pesto e sanguinante, il Cagliari ha trovato la forza di reagire ai colpi della malasorte e di fornire una delle sue più volitive prestazioni. Per tutti i 45’ della ripresa con Bersia nuovo guardiano della rete rossoblù (e il terzino cagliaritano se l’è cavata in ogni contingenza con bella sicurezza) la menomata squadra cagliaritana si è portata all’attacco e ha costretta l’Alessandria a rintanarsi nella sua area prodigandosi senza un attimo di sosta con commovente dedizione. Non riusciamo a spiegarci come l’Alessandria, trovandosi insperatamente in condizioni di vantaggio, non abbia saputo approfittare della circostanza favorevole. Se vi è stato in campo un protagonista, quello è stato il Cagliari, i cui uomini si sono elevati nettamente al di sopra degli avversari. Un elogio su tutti merita il bravo Bicicli e poi, nell’ordine, ricordiamo De Toni, Bersia che ha dato una ottima prova della sua versatilità, Persico fin quando è stato duramente colpito e Schiavoni. Nelle file alessandrine, eccellente la gara della difesa con alla testa il bravissimo e coraggioso Cuman. L’attacco, specie nei secondi 45 minuti, non è esistito. Preciso intervento di pugno di Persico, che devia in corner all’8’ un tiro scoccato da tre metri da Manenti. Al 16’ Regalia viene brutalmente atterrato in area, l’arbitro nega il rigore mentre il pubblico protesta vivacemente. Al 26’ un tiro di Bicicli è parato da Cuman mentre Persico allontana di pugno un nuovo pallone di Manenti. Al 39’ Cuman è pronto su una rovesciata di Cavazzuti. Al 40’ l’incidente a Persico: il portiere rossoblù si butta sui piedi del centravanti avversario avviato a rete e viene colpito al capo. Il gioco è sospeso per tre minuti. Nel secondo tempo, al 5’ Bersia opera il suo primo intervento parando un tiro di Manenti e poi allontanando di pugno una punizione calciata da Castelli. All’8’ azione Bicicli-Ghersetich e tiro conclusivo di quest’ultimo bloccato a terra da Cuman. Nuovo attacco rossoblù al 13’: Schiavoni di testa impegna in parata a tuffo sull’angolo sinistro il portiere grigio. Il Cagliari fino al termine segna una concreta superiorità sull’undici ospite che raramente mette il naso nell’area rossoblù. La partita si conclude con una punizione dal limite che il Cagliari non fa in tempo a battere per il triplice fischio di chiusura dell’inesatto arbitro Marangio. (Giuseppe Satta, «La Gazzetta dello Sport», 11 marzo 1957) Orgoglio e tecnica. Da una parte un Cagliari che voleva rifarsi il prestigio e la stima del suo pubblico, dall’altra un’Alessandria blasonata e capolista, con un attacco dotato di alcune individualità di prim’ordine e decisissima a continuare la sua marcia verso il primato. Da due contendenti come questi era più che legittimo, per i diecimila dell’Amsicora, attendersi la partita da manuale che appunto all’insegna dell’orgoglio e della tecnica sarebbe dovuta passare agli annali del calcio di seconda serie. Invece la contesa ha mantenuto le premesse solo per la prima metà. Fintanto cioè che l’andamento normale del gioco, già turbato dalle sviste madornali di Marangio, non ha veduto i padroni di casa a ranghi seriamente ridotti per l’infortunio occorso a Persico, che al 40’ ha dovuto abbandonare il campo senza fare più ritorno tra i pali, e a Regalia, confinato all’ala pressoché inutile. Sin qui le azioni, come volume, si erano equivalse. Più pericolose, almeno potenzialmente, quelle dei grigi, per quanto esse si siano infrante sul sistema difensivo cagliaritano abbastanza pronto e registrato; più insistenti quelle del Cagliari, che però non hanno trovato la necessaria coesione e incisività nella fase conclusiva in quanto hanno dovuto cozzare il più delle volte contro lo schieramento difensivo avversario che ha avuto in Pedroni, battitore libero, un autentico baluardo. Per garantirsi l’efficienza delle retrovie, Sperone aveva adottato la sua nota tattica di schieramento con interni e laterali arretrati, con Castelli interno ma anche lui arretrato con compiti palesi di appoggio ai mediani. Questo schieramento si è rivelato idoneo a condurre tranquillamente la partita sui binari del pareggio. Ma c’è da chiedersi: avrebbe resistito l’Alessandria a un Cagliari in piena efficienza qual è apparso nella prima parte dell’incontro? C’è da dubitarne. In linea di massima, si deve affermare che, stando alla prestazione vista all’Amsicora, i grigi sono ben lontani dal meritare il primo posto in classifica. Inoltre, c’è da chiamare in causa il direttore di gara, che al 17’ ha lasciato correre un fallaccio in area alessandrina (Regalia, solo davanti alla rete, atterrato dopo essere stato stretto tra Pedroni e Boniardi). Come sarebbero andate le cose con un Cagliari in vantaggio? Al 40’, poi, l’infortunio di Persico [si scontrava in area con Manenti dopo aver salvato in extremis la sua rete da un tiro dell’alessandrino. Il gioco veniva sospeso per qualche minuto. Tutti accorrevano attorno al portiere: Persico sanguinava abbondantemente dal viso dove aveva ricevuto un calcio. Abbandonava il campo senza più tornare tra i pali]. Privato praticamente di due uomini, con Bersia costretto tra i pali, il Cagliari ha naturalmente perduto le migliori chances per il successo totale, costretto a guardarsi bene le spalle per non subire una sconfitta quale, da una squadra effettivamente di rango, ci sarebbe stato, in tali condizioni, da attendersi. Per maggiore smacco anche Regalia, vittima del gioco duro, ha dovuto essere trasferito pressoché inutile all’ala. Né qui sono finite le disavventure del Cagliari, ché al 45’ anche Bicicli, oggi il migliore uomo in campo, un’autentica rivelazione, doveva essere trasportato a braccia negli spogliatoi, terza vittima del gioco duro degli avversari. (Vittorio Stagno, «Corriere dello Sport», 11 marzo 1957) Altro incontro di cartello domani al Moccagatta ALESSANDRIA-COMO La squadra grigia è andata a raccogliere (come era nelle previsioni) sul campo cagliaritano il punto che i sardi avevano strappato al Moccagatta nel girone di andata. È stato un risultato prezioso per l’Alessandria, specialmente se si considera il modo in cui è stato conseguito: la tenace squadra avversaria, che nel primo tempo aveva dovuto subire la supremazia alessandrina, si è trovata menomata per il grave infortunio toccato al portiere Persico, che ha avuto il setto nasale fratturato in conseguenza di un involontario colpo ricevuto da Manenti, tra i cui piedi si era coraggiosamente buttato per evitare una sicura rete. Dal canto loro i grigi, impressionati per l’incidente e constatando che l’arbitro, ad ogni minacciosa incursione alessandrina, faceva trillare il fischietto, si sono preoccupati di portare in porto un risultato pari. Riportiamo dal giornale «La Tribuna del Mezzogiorno» la conclusione del giornalista cagliaritano Emilio Carca: «Con un po’ più di fortuna i rossoblù avrebbero potuto battere l’Alessandria che, nonostante tutto, non ha saputo, o non ha voluto, approfittare delle condizioni di inferiorità della compagine locale». (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 16 marzo 1957) RISULTATI: Bari-Taranto 3-2 Brescia-Parma 2-0 Como-Modena 2-1 Legnano-Pro Patria 1-0 Marzotto-Novara 0-0 Messina-Catania 1-3 Venezia-Simmenthal Monza 5-1 Verona-Sambenedettese 1-1 CLASSIFICA: Alessandria, Catania 31; Verona 29; Venezia 28; Brescia, Como 27; Bari, Cagliari, Novara 24; Simmenthal Monza 23; Marzotto 22; Messina 21; Taranto 19; Modena 18; Legnano, Parma 17; Pro Patria, Sambenedettese 16 MARCATORI: 10 gol Giammarinaro (Taranto), Marchetto (Marzotto), Milani (Monza) 9 gol Barison (Venezia), Bozzato (Venezia), Calegari (Venezia), Manzino (Novara) 8 gol Bretti (Bari), Caprile (Legnano), Gasparini (Brescia), Ghiandi (Verona), Morbello (Alessandria), Vitali A. (Alessandria) 7 gol Bellini (Como), Borghi (Monza), Danova (Pro Patria), Erba (Parma), Nova (Brescia) Il punto sul campionato Si era riformata la coppia al campionato di Serie B. Il Catania, vincendo il derby siciliano in casa del Messina, grazie alla tripletta di Patino aveva agguantato l’Alessandria fermata sul pareggio in casa del Cagliari. Al terzo posto in solitaria il Verona che era stata fermata sul pareggio interno dalla Sambenedettese. Sono state cinque le reti rifilate dal Venezia al Monza: mattatore della sfida Calegari, autore di una doppietta.