Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1956/1957
Serie B
17-03-1957 - Giornata: 24 - Alessandria - Giuseppe Moccagatta


Alessandria US - Como AC 3 - 3 (3 - 0)
RETI: 4. Morbello E.[A], 25. Manenti M.[A], 38. Manenti M.[A] 50. Baldini G. [Co] , 77. Baldini G. [Co] , 88. rig. Baldini G. [Co]

Alessandria US Cuman Pacifico, Nardi Aldo, Boniardi Umberto, Traverso (I) Luigi, Pedroni Franco, Russi Franco, Castaldo Ercole, Manenti Michele, Vitali Alessandro, Albertelli Lanfranco, Morbello Egidio All.: Sperone Mario

Formazione avversaria
Como: Panizzolo; Michelotti, Grassi; Gandini, Ferrazzi, Fontana; Bellini, Favini, Santoni, Gritti, Baldini. All.: Lamanna Hugo.

Arbitro: Annoscia Florenzo (Bari)
Note
Infortunato: 65’ Nardi [A, spostato all’ala destra]. Angoli: 7-3 (6-0). Spettatori: 13.000. Giornata serena, terreno spelacchiato e sodo. Inizio gara ore 15:00.

Commento
Morbello, Nardi, Traverso, Arbertelli e Castaldo infortunati GIOCO ENERGICO DEL COMO CONTRO L'ALESSANDRIA: 3-3 I grigi si portano in vantaggio e sono raggiunti su rigore a due minuti dalla fine - Il Catania in testa alla B Un risultato bugiardo com’è questo è difficile trovarlo. L’Alessandria nel primo tempo ha dominato autorevolmente il Como, lo ha ubbriacato con una manovra d’attacco irresistibile, ha ottenuto un largo, meritatissimo vantaggio di tre reti senza subirne alcuna, ha costretto gli avversari a salvarsi in angolo ben sei volte. Nella ripresa, però, la squadra grigia (in maglia rossa per dovere di ospitalità) ha dovuto cedere alla violenza ed ha visto sfumare in extremis quella vittoria che si era meritatamente conquistata. Malmenati sistematicamente da certi difensori privi di scrupoli sotto lo sguardo impassibile dell’arbitro Annoscia (prodigo solo di ammonizioni), i giocatori alessandrini hanno visto progressivamente ridotte le loro possibilità fisiche: Morbello che, dopo aver realizzato il primo goal, era stato colpito a freddo da Gandini, ricevette un altro duro colpo da un avversario e fu costretto a ridurre sensibilmente il suo ritmo di gioco; Nardi, che al 30’ aveva fatto conoscenza con i rudi sistemi del numero 3 lariano Grassi, nella ripresa dovette lasciare il suo posto a Traverso e trasferirsi all’ala destra, mentre lo stesso Traverso, Albertelli e Castaldo, pur continuando a svolgere coraggiosamente i compiti loro affidati, portavano sulle gambe i segni delle «carezze» avversarie. In queste condizioni, l’Alessandria dovette forzatamente rinunciare all’offensiva spiegata che le aveva permesso di dominare nel primo tempo, lasciando l’iniziativa al Como e accontentandosi di difendere il successo. Lo fece però con tanto orgasmo e con direttive tattiche così poco chiare da permettere a Baldini, l’unico uomo veramente pericoloso della prima linea lombarda, di mettere costantemente in pericolo la porta difesa da Cuman e di ridurre, con due reti, lo svantaggio ai minimi termini. A due minuti dalla fine, l’arbitro, che era apparso sin troppo longanime per 88 minuti, applicò improvvisamente la regola della severità ed assegnò ai lariani un giusto «penalty» per uno sgambetto di Pedroni a Santoni, Tre a tre e più nulla da fare. Sarebbe forse bastato affidare il controllo di Baldini, anziché al claudicante Traverso, ad un implacabile «stopper» come Russi, per evitare che una partita così ben avviata giungesse ad un epilogo tanto contrastante con lo andamento del gioco nei primi 45 minuti. Gli errori, però, si pagano e grazie a questa mossa sbagliata, e soprattutto grazie alle scorrettezze dei difensori avversari, l’Alessandria ha incassato il secondo pareggio casalingo della stagione, perdendo altresì il primato della classifica a vantaggio del Catania. I grigi avevano iniziato la partita a ritmo vertiginoso, sostenuti dal caldo entusiasmo di oltre diecimila spettatori venuti ad applaudirli dopo le due positive trasferte di Busto Arsizio e di Cagliari. Al 4’ il portiere lariano Panizzolo era già battuto: azione Manenti-Castaldo, passaggio al centro a Morbello, che controlla il pallone in corsa e di sinistro scaglia imparabilmente in rete. Al 7’ incomincia la teoria dei calci d’angolo, mentre al 13’ il numero 2 lariano Michelotti (sostituto dell’assente Cuttica) salva in extremis su Vitali. Al 16’ Morbello si trasferisce all’ala destra per smaltire le conseguenze di un calcione di Gandini e dalla nuova posizione, due minuti dopo, su lancio di Traverso, costringe Panizzolo ad un’ardita parata in due tempi. Al 25’ Vitali vince un duello con Ferrazzi, mette in azione Manenti che anticipa intelligentemente il portiere e segna il secondo goal. Al 27’ Panizzolo respinge di pugno un tiro di Castaldo, mentre al 30’ Nardi esce a farsi massaggiare dopo essersi scontrato con Grassi. Al 39’ Manenti (il miglior alessandrino con Morbello, Albertelli, Boniardi e Pedroni) ottiene il suo secondo successo personale, concludendo imparabilmente in rete, con un tiro al volo, una azione impostata da Castaldo e Vitali. Nella ripresa, al 5’, su azione di Santoni, Baldini (migliore fra i lariani con Panizzolo, Ferrazzi e Fontana) con un gran tiro di sinistro batte per la prima volta Cuman. Al 10’ Morbello esce dal campo per affidarsi al massaggiatore (calcio di Michelotti) e subito dopo Grassi si attira un’ammonizione arbitrale atterrando rudemente Albertelli, che incomincia anch’egli a zoppicare. La ala sinistra grigia torna comunque in campo e sfiora il goal ingannando il portiere e allungandosi troppo il pallone quando la porta era ormai sguarnita, mentre al 24’ l’arbitro ammonisce per la seconda volta Grassi, per un atterramento di Castaldo. Due minuti dopo, Baldini fallisce di poco la seconda rete con un tiro appena a lato, mentre al 32’ lo stesso Baldini (affidato ora a Traverso, con Nardi all’ala destra) entra con precisione di testa su un traversone di Gandini e porta il punteggio sul 3-2. L’Alessandria ora vede profilarsi la minaccia di un pareggio-beffa e si difende affannosamente, badando a perdere tempo dato che, con tanti zoppi nei ranghi, non v’è possibilità di fare altrimenti. A 2’ dalla fine, il colpo di scena: Pedroni, appena dentro l’area, atterra Santoni ed il rigore è inevitabile, anche se la decisione arbitrale contrasta con la precedente indulgenza del signor Annoscia. Baldini tira e segna il goal del 3-3. Curiosa coincidenza: anche l’anno scorso il Como aveva pareggiato ad Alessandria con un «penalty» di Baldini. (Gianni Pignata, «Stampa Sera», 18 marzo 1957) Incredibile pareggio! Guardate, per favore, il tabellino: l’Alessandria è andata al riposo con un massiccio margine di sicurezza, con tre gol all’attivo e con sei corners registrati contro i zero dei comaschi. C’era stata, insomma, una convincente superiorità tecnico-territoriale degli uomini di Pedroni, tale da non consentire perplessità in merito al risultato finale, passibile tutt’al più di assumere proporzioni più vistose. Senza neanche faticar troppo, l’Alessandria era arrivata tre volte al gol, sei all’angolo ed almeno altre cinque volte su Panizzolo, impegnandolo seriamente. Tranquilla alle spalle, con un triangolo difensivo imperforabile (Nardi annullava Baldini, Pedroni cancellava Santoni, Boniardi ridicolizzava Bellini), la squadra grigia svolse il suo gioco limpido per concezione e pratico nella sostanza, facilitato, naturalmente, da un avversario incredibilmente giù di corda ed insolitamente compiacente nel settore di retroguardia, settore che normalmente costituisce punto di forza sulla scacchiera di Lamanna. Al disordine del gioco raffazzonato dei lariani (impacciato Santoni, lento Gritti, nullo Bellini, cocciutamente personale Favini, svagatissimi Grassi e Fontana), l’Alessandria contrappose schemi lineari, ottimamente congegnati nel centro campo (Russi, Albertelli, Traverso) e sviluppati, manuale alla mano, dal saggio Manenti – il migliore –, dal veloce e continuo Castaldo, nonché da Vitali, meno lezioso del solito. Dopo soli 4’ di gioco, la rete comasca era bell’e saltata. Partì Manenti, dalla destra, e servì alla perfezione Castaldo; questi si impennò in dribbling, quindi lateralmente imbeccò Morbello, prontissimo allo scatto ed al tiro. Impeccabile azione, gol da manuale! La gara si sviluppò, così, sotto l’insegna della squadra di casa. La cronaca è tutta condensata sulle azioni portate da Manenti, da Morbello, da Vitali e da Castaldo. Eccovi, in sintesi, le note salienti. Al 15’ un angolo battuto con l’astuta tecnica del bigliardista per poco non fa raddoppiare l’Alessandria: Panizzolo è bravo a dir di no alla punizione di Albertelli. Al 19’ galoppa velocissimo Morbello (lancio di Traverso) e con un gran tiro in corsa costringe ancora Panizzolo all’intervento a pugni tesi. Al 25’ la pressione alessandrina scardina la difesa apertissima dei comaschi. Scambio veloce Manenti-Vitali, palla tagliata dal centravanti al compagno, scatto e tiro dai due passi. Il tempo di registrare un’altra paratona di Panizzolo (27’, su sciabolata di Castaldo), quindi il terzo gol. Castaldo a Vitali che si destreggia sul fondo; centro teso di Vitali, tranquillo zompa Manenti sulla palla e corregge in rete. Per la terza volta è saltata una difesa che par fatta di burro! E adesso tornate al tabellino e convincetevi dell’incredibile pareggio. Difficile, credetelo, giustificare il risultato finale sotto il profilo tecnico-tattico. Vero è che il Como, dopo il riposo, apparve letteralmente trasformato. Più caparbia la sua difesa (Cuttica e Ferrazzi, soprattutto, ché Grassi continuò disordinato tanto da arrischiare l’espulsione per un fallaccio su Nardi), meglio disposti gli uomini del centrocampo (magnifico Gandini, in crescendo autoritario), più pratico il suo attacco, specie in Baldini, Santoni e Favini. È vero, anche, che l’Alessandria, incassato il primo gol e buttate alle ortiche alcune buone occasioni, andò implacabilmente alla deriva, mostrando nervosismo e calo generale; specie, poi, quando circostanze sfavorevoli costrinsero Sperone a togliere dalla difesa una pedina validissima (Nardi) e all’attacco l’autentico regista (Manenti). Tutto ciò, naturalmente, non basta a giustificare il vistoso recupero. Bisogna però aggiungere che, con la ritrovata vena della squadra lariana e con il progressivo annebbiarsi delle idee di Pedroni e compagni, han coinciso le autentiche prodezze del vecchio Baldini, l’uomo che con tre gol ha rimediato una partita che pareva ormai decisamente scontata. Baldini – in una con Gandini – può essere considerato, a ragione, l’artefice primo del successo comasco. Perché, più ancora delle lacune tecniche alessandrine e più ancora della migliorata disposizione comasca, sono state determinanti le sue prodezze che ad altri, forse, mai sarebbero riuscite. D’accordo, l’ultimo gol il «vecio» lo siglò dagli undici metri (il fallo di Pedroni su Santoni c’era, evidentissimo), con una staffilata sotto la traversa. Ma gli altri due? Al 5’ Santoni, entro l’area, aveva aperto sul compagno; questi aveva fatto partire un bolide autentico che Cuman deve aver sentito fischiare ma non può certo aver veduto. Poi s’era ripetuto, Baldini, al 26’; ma la sventola stavolta incocciò l’incrocio dei pali. Infine, al 32’, eccolo pronto a zompare sulla palla scucchiaiata da Gandini in piena area; col suo testone pelato, una girata perfetta e la palla si accoccolava in rete. Su queste prodezze, quindi, il Como costruì il pareggio. Pareggio che raggiunse a 2’ dalla fine, su calcio di rigore. Partita bifronte, dunque, ricca di fascino e di colpi di scena. Valida in campo alessandrino nei primi 45’, impensabile nel recupero comasco della ripresa. Ovvio che i grigi accampino attenuanti (l’infortunio a Nardi, le deficienze di un arbitro prima decisamente casalingo e poi per niente autoritario). Ma, in verità, considerando come si son messe le cose nella ripresa, non si può dire che il Como abbia rubato il pareggio. Detto dei due gol capolavoro di Baldini ed accennato al rigore, vi raccontiamo gli ultimi episodi della drammatica vicenda. Al 7’ – dopo il gol comasco, cioè – Manenti si libera di Fontana e spara forte in gol; Panizzolo respinge corto e Ferrazzi sventaglia lontano. Il fallaccio di Grassi, qualche scintilla in campo. All’11’ Morbello fila in contropiede e va verso rete; esce disperato Panizzolo, costringendo l’ala al ritiro affrettato: il Como si salva! Gandini (24’) uncina Castaldo, lanciatissimo. Non ci cava nulla, l’Alessandria, sulla punizione. Quindi il gran palo di Baldini, il gol del 3-2, il rigore spietato. 42’: va via Gandini, da dominatore; serve perfetto Santoni al quale riesce la finta su Pedroni; tocco a Gritti che ridà al centravanti; nuova finta e Pedroni, cadendo, si trascina l’avversario. Invitante pomeriggio di sole che fa da calamita ai 13.000 che gremiscono il Moccagatta. Terreno spelacchiato e sodo. Incidente a Nardi (una caviglia malandata al 20’ della ripresa) che obbligherà Sperone a spostare il terzino all’ala destra, Castaldo a interno, Manenti a laterale e Traverso in difesa. (Angelo Ponti, «La Gazzetta dello Sport», 18 marzo 1957) Nella lunga serie di competizioni calcistiche, dall’antica primordiale Arena dell’ex piazza d’Armi di quarantacinque anni fa fino alle più recenti accanite competizioni, non abbiamo mai assistito ad una contesa così vivace, aspra, durissima come l’attuale. Ad agganciare maggiormente lo spirito della folla che gremiva gli spalti e le gradinate, si è verificato l’episodio culminante ad un minuto dalla fine e che ha portato al pareggio, quando già i grigi, oggi in maglia rossa, avevano nettamente dominato per tre quarti della contesa, con sicura baldanza, perfetto stile e azzeccata condotta di gioco. L’arbitro Annoscia, che aveva sorvolato su molti falli ed aveva lasciato impunite le sistematiche scorrettezze di Grassi, con le citate conseguenze, è stato inflessibile nel concedere la massima punizione a favore del Como ad un minuto dalla fine, per un fallo di Pedroni su Fontana che, nove volte su dieci, non viene rilevato da altri direttori di gara. Così l’Alessandria non ha vinto l’incontro casalingo, con l’aggravante di avere parecchi giocatori non in buone condizioni e proprio alla vigilia della più attesa e forse decisiva partita: quella di Verona. Il primo tempo ha registrato una magnifica, spumeggiante serie di trame offensive nell’area dei lariani che non hanno effettuato un solo tiro a rete. Già al 4’ un bell’allungo di Castaldo dal fondo campo permette al pronto Morbello di raccogliere il pallone, liberarsi di Michelotti e saettare in rete. Si susseguono i calci d’angolo e la punizione contro il Como, la rete di Panizzolo è sempre assediata, ma resiste. Al 25’ azione a metà campo di Vitali che si sposta lateralmente, manda al centro la sfera che viene raccolta da Manenti, contro il quale si lancia Panizzolo. L’attaccante grigio però lo evita e lievemente sospinge la palla, che finisce nella rete incustodita. Ad un minuto dal riposo, altra sciolta azione di Vitali che si libera di tre avversari: ancora palla al centro, ove sosta Manenti affiancato da Grassi, fulmineo intervento dell’alessandrino che raccoglie e segna. Con un così pingue bottino e con la squadra allenata da Sperone in piena efficienza, nessuno avrebbe osato infirmare la vittoria sicura alessandrina. Ma il Como, per nulla preoccupato dal grave distacco, si è lanciato nella ripresa nel folto della mischia con sorprendente energia. Fermo Vitali al centro per una recrudescenza di precedenti dolori ad una gamba, zoppicante Nardi, pure colpito Traverso, la compagine alessandrina è andata alla deriva, mentre il Como ha accorciato le distanze al 5’ con un tiro di Baldini che ha sorpreso il pur attento Cuman. Lo stesso Baldini, al 32’, su una rimessa laterale ha raccolto di testa la palla, deviandola fulmineamente in rete. Ad un minuto dal termine, l’imprevisto «fattaccio»: Pedroni, nel tentativo di intercettare il pallone, manda Fontana gambe all’aria; calcio di rigore, fra il glaciale silenzio del pubblico, e terzo gol per gli ospiti. Giornata primaverile, terreno prevalentemente erboso. Gioco duro e scorretto di alcuni giocatori del Como, specialmente Gandini e Grassi, il quale ha ripetutamente colpito parecchi avversari, fra cui Nardi e Morbello che hanno riportato distorsioni ad un piede, Castaldo, Albertelli e Boniardi, così da diminuire il loro rendimento. (Giovanni Camagna, «Corriere dello Sport», 18 marzo 1957) IL PAREGGIO COL COMO E L'INCONTRO DI DOMANI A VERONA Il pareggio raggiunto domenica scorsa dal Como ad Alessandria (3-3) dopo che i grigi avevano chiuso in vantaggio il primo tempo per 3-0 con reti segnate da Morbello e da Manenti (2), resterà nel ricordo del calcio alessandrino come il 3-3 col Torino con due reti segnate da Ferrari proprio dalla stessa posizione (forse più arretrata) di quella dalla quale Baldini realizzò la prima rete. Ricercare le cause del deludente e sconcertante secondo tempo della partita col Como non servirebbe a nulla e dovremmo, dal canto nostro, ripetere ciò che abbiamo scritto fin dalle prime partite di campionato. Recriminare oggi sulle dubbie qualità strategiche dell’allenatore Sperone è tardivo ed inutile; inoltre, si dice che, nel caso specifico, la responsabilità della direzione tecnica non ricada sull’allenatore che aveva invitato i giocatori a seguire la tattica del «calciare e pedalare»: invece, nel secondo tempo, di solito le due mezze ali diventano terzini, l’ala destra ha funzioni di «ala tornante sempre indietro» e gli avversari «pedalano» nella nostra area di rigore e segnano anche se sono cariatidi con 35 anni suonati sul groppone. È stato recentemente scritto che l’Alessandria, squadra d’attacco (40 reti segnate), quando incomprensibilmente si chiude nella propria metà campo, compie un suicidio. Domenica ne abbiamo avuta la prova, e non basta scaricare la colpa sull’arbitro. Il sig. Annoscia di Bari si è distinto nell’inosservanza delle regole federali che impongono la repressione del gioco violento, e si è svegliato solo nel concedere il rigore per il fallo di Pedroni. Il numero 3 del Como, Grassi, e il numero 4, Gandini, giocavano con lo stile del «o la va, o la spacca» e delle loro rudezze hanno fatto le spese Morbello, Nardi, Manenti e Castaldo. Se i falli dei due giocatori del Como fossero stati compiuti da Snidero, ci scappava probabilmente una squalifica a vita! A parte che Baldini, se lasciato libero, costituisce un pericolo per tutti i portieri, vi è da rilevare che Cuman, nell’azione della seconda rete, non è uscito per la parata, permettendo all’ala sinistra avversaria (chi la controllava?) di segnare ancora. Il sostituto di Stefani è un ragazzo volonteroso ma nervoso, si muove anche quando la palla è a metà campo, vorrebbe dirigere i giocatori e si agita con una emotività accentuata. Cuman deve mantenersi più tranquillo, perché la continua ed eccessiva tensione nuoce ai riflessi, e se continua di questo passo finirà in «surmenage», alla stessa guisa di Stefani. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 23 marzo 1957) RISULTATI: Catania-Cagliari 2-1 Modena-Venezia 0-0 Novara-Brescia 4-0 (giocata il 19 marzo 1957) Parma-Marzotto 0-0 Pro Patria-Verona 1-2 Sambenedettese-Legnano 2-0 Simmenthal Monza-Bari 0-1 Taranto-Messina 0-0 CLASSIFICA: Catania 33; Alessandria 32; Verona 31; Venezia 29; Como 28; Brescia 27; Bari, Novara 26; Cagliari 24; Marzotto, Simmenthal Monza 23; Messina 22; Taranto 20; Modena 19; Parma, Sambenedettese 18; Legnano 17; Pro Patria 16 MARCATORI: 10 gol Giammarinaro (Taranto), Marchetto (Marzotto), Milani (Monza) 9 gol Barison (Venezia), Bozzato (Venezia), Calegari (Venezia), Ghiandi (Verona), Manzino (Novara), Morbello (Alessandria) 8 gol Bretti (Bari), Caprile (Legnano), Danova (Pro Patria), Gasparini (Brescia), Vitali A. (Alessandria) 7 gol Bassetti (Verona), Bellini (Como), Borghi (Monza), Erba (Parma), Nova (Brescia) Il punto sul campionato Il Catania si era portato nuovamente in vetta alla classifica, in solitaria, grazie al successo ottenuto contro il Cagliari: di Bicicli e Uzzecchini le reti realizzate dai padroni di casa, Cavazzutti ha siglato il punto della compagine ospite. L’Alessandria era stata fermata sul punteggio di parità dal Como. Staccato di un punto il Verona che era andato in vincere in casa della Pro Patria con le reti di Ghiandi e Bassetti. Il Novara aveva vinto in modo fresco e deciso la partita che la vedeva opposto al Brescia.