Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1956/1957
Serie B
24-03-1957 - Giornata: 25 - Verona - Marcantonio Bentegodi


Verona AC - Alessandria US 1 - 0 (1 - 0)
RETI: 6. Basiliani A. [Ve]

Alessandria US Cuman Pacifico, Boniardi Umberto, Bosio Bruno, Snidero Cirano, Pedroni Franco, Russi Franco, Castaldo Ercole, Manenti Michele, Vitali Alessandro, Albertelli Lanfranco, Morbello Egidio All.: Sperone Mario

Formazione avversaria
Verona: Ghizzardi; Basiliani, Begalli; Frasi, Cardano, Stefanini (I) Gianluigi; Garassini, Ghiandi, Maccacaro, Bertucco, Bassetto. All.: Piccioli Angelo.

Arbitro: Steiner Carl Erich (Vienna, AUT)
Note
Rigore sbagliato: 74’ Frasi [V]. Infortunati: 46’ Vitali [A, passato all’ala sinistra], 77’ Maccacaro [V, passato all’ala sinistra]. Angoli: 2-5 (2-4). Spettatori: 15.000. Incasso: 8.000.000 lire. Giornata primaverile con cielo coperto, terreno buono. Inizio gara ore 15:30.

Commento
Dal match che avrebbe anche potuto chiudere definitivamente i suoi sogni di gloria, il Verona ha invece trovato quel pizzico di volontà e di buona vena sufficiente per riassestare la classifica e per tornare di prepotenza fra i personaggi di quel racconto che si chiama promozione. Le ultime notazioni che davano un Verona in fase calante, squinternato e privo ormai di smalto e di vivacità hanno trovato oggi la più significativa smentita. Vero che la squadra di Piccioli non ha offerto saggi autentici d’arte calcistica e che, soprattutto in fase di offesa, la sua manovra è apparsa oltremodo scarna, priva oltre tutto di mordente e di decisione. Ma vero anche che dal diretto confronto con la grande rivale piemontese proprio i gialloblù sono usciti a testa alta, non tanto per lo striminzito punteggio a favore, quanto per la più duttile manovra sviluppata lungo l’arco della partita, per la più fresca vena delle sue pedine disposte sul centro campo, per la più decisa e caparbia azione dei pilastri di retroguardia. Non c’è stato, questo è chiaro, gran gioco, spettacolo di marca. Tuttavia, nella battaglia decisa, agonisticamente affascinante, Frasi e compagni hanno saputo imporre il ritmo più allegro, hanno cercato più degli avversari di creare gioco a centro campo e di sviluppare con vivacità in attacco, sottoponendo al martellante forcing una difesa assolutamente giù di corda, impacciata e lenta oltre ogni dire. Il Verona del primo tempo avrebbe potuto chiudere la partita con un nettissimo vantaggio di gol, a conclusione di quel suo chiaro ed indiscutibile dominio. Purtroppo, la vena del rosso Maccacaro era oggi alquanto annebbiata, tanto è vero che per ben due volte il giovanotto mancò il tiro conclusivo al momento giusto. E neppure da Bassetti e da Galassini, le altre pedine di punta, arrivarono tiri decisi e pericolosi. Sicché i gialloblù si accontentarono alla fine di quel gol-sorpresa, siglato da Basiliani direttamente su punizione. Un gol che vale una partita, che porta due punti d’oro sul pallottoliere della classifica anche se non basta a fotografare la reale differenza dei valori in campo. Già, perché l’Alessandria vista oggi non era se non una copia sbiaditissima della bella e manovriera compagine osservata otto giorni prima contro il Como. Fuori fase la sua difesa (vano e perfino commovente il prodigarsi di Pedroni visto sguinzagliato all’attacco nel tentativo di rimediare il risultato), lenta e sfasata la mediana, incapace di sviluppare trame accettabili il suo attacco, vuoi per la modesta personalità di un Vitali prima cancellato da Cardano e poi zoppicante alla estrema, vuoi per la mediocre giornata di Castaldo (ben guardato, del resto, da Begalli) o per l’evidente disagio di Manenti ed Albertelli a reggere al più veloce ritmo imposto sul centro campo dagli avversari. Praticamente, la differenza sostanziale – e determinante – fra le squadre sta tutta qui: nella velocità meglio rispondente alle caratteristiche dei Frasi, dei Galassini, dei Bertucco e nella più caparbia azione difensiva che ha visto ergersi davanti a Ghizzardi un baluardo insormontabile (facilitato, d’accordo, dalla estemporanea e slegata azione alessandrina) soprattutto grazie alla gagliarda prestazione di Stefanini, di Cardano e di Frasi. Se sfogliamo in fretta il taccuino ci accorgiamo subito come il succo della gara sia stato di pretta marca scaligera. Dominio assoluto del centro campo (magnifico Stefanini in rottura, gagliardi davvero Frasi e Bertucco in appoggio), tranquillità alle spalle (l’arma dell’anticipo sfoderata dai terzini), scioltezza di manovra in fase offensiva. Gol, si è detto, non ne arrivarono. Ma occasioni d’oro ne crearono sì i veronesi, frastornando Boniardi e Bosio, costringendo il vecchio «Pedro» al superlavoro. Già al 1’, su lancio perfetto di Ghiandi, tra Bassetto e Maccacaro, il mediocentro alessandrino fu costretto a sventagliare in corner. Al 2’, su errorissimo di Russi, Albertelli dava via libera a Ghiandi (funzionante a stantuffo fra attacco e centro campo): scatto e tocco a Maccacaro che falliva balordamente il bersaglio. Al 4’ parve risvegliarsi l’Alessandria: ma sulla palla sbucciata dalla testa di Cardano, Vitali non ci cavò che un tocco fasullo, manna per l’attento Ghizzardi. Ed al 5’ andò in vantaggio il Verona: Russi uncinò Ghiandi a un metro dal semicerchio dell’area e Basiliani andò a battere la punizione. L’arbitro Steiner (perfetta ed autoritaria la sua direzione) ordinò la ripetizione del tiro, visto che Snidero si era mosso anzitempo: il terzino, con tiro secco e preciso a mezza altezza, infilò stavolta Cuman a fil di palo. Non trovò reazione la squadra grigia. Anzi, fu ancora il Verona a premere in continuità, sfiorando il gol a più riprese. Ci fu, è vero, un bel tiro di Vitali al 14’; ma la palla fischiò piuttosto lontana da Ghizzardi. Poi Cuman fu costretto alla danza infernale sulla linea di porta per le continue scorribande dell’attacco veronese. Al 17’ su una punizione di Galassini, il portiere volò fuori dai pali e corresse giusto sui piedi di Bassetti; l’ala non s’aspettava il grazioso regalo e così Boniardi riuscì a zompare e a rimediare in extremis. Al 23’ Maccacaro, cavata la palla dai piedi dell’impacciato Bosio, sbaglia clamorosamente sul fondo. Ed alla mezz’ora, dopo una punizione del solito Basiliani, ancora il rosso non ce la fa a concludere una bella triangolazione Stefanini-Galassini-Bassetti. Al 34’ si ripete Maccacaro sbagliando da due passi l’ottimo servizio di Bassetti. Finalmente al 36’ si rivede la squadra grigia: ottiene un corner e, sul tiro di Morbello, Manenti tira a rete sfiorando la traversa. Questo il racconto spicciolo del primo tempo. Fate ora il conto delle occasioni create e fallite dal Verona; poi confrontatele con quelle dei grigi. C’è differenza, non vi pare? Nella ripresa però il gioco scendeva notevolmente di tono. I gialloblù, fallito inoltre un rigore, si preoccupavano più che altro di contenere le reazioni avversarie, limitando le iniziative ad azioni di alleggerimento (per altro sempre pericolose). Ma anche qui mancò all’appuntamento la squadra piemontese, riconfermando quella sua assoluta mancanza di carattere, quella sua insofferenza alla lotta, alla battaglia. Perse, è vero, Sperone, una pedina in attacco, ché Vitali vagolò come un’anima in pena sull’ala; ma pur nella ritrovata vena di Manenti, pur nella caparbia azione di un Pedroni corsaro lanciato all’arrembaggio, la squadra non riuscì a recitare un solo tema valido, non fu capace di cucire un discorso accettabile. Albertelli scomparve presto dalla scena, cosicché dalle spalle mai arrivò un suggerimento intelligente, un tocco estroso, dosato, per gli uomini tentanti il ricupero (Snidero e Russi disordinati, Castaldo pasticcione come non mai, Morbello avviato alla fatale spompatura). Così il Verona, senza affanno, riuscì a contenere l’ultima carica alessandrina. La cronaca, ovviamente, è meno densa di note interessanti. Si gioca prevalentemente sulla metà campo, si fa a gara a chi sbaglia di più. C’è una mischia paurosa in area alessandrina all’8’ e ce n’è una non meno paurosa in area veronese al 16’; ma i difensori se la cavano sempre. Al 14’ però Ghiandi, partito in velocissimo contropiede, aveva impegnato Cuman, costringendolo all’uscita volante. Prima della mezz’ora ecco la buona occasione di raddoppiare per il Verona. Galassini scorrazzò entro l’area invano ostacolato da Bosio; il terzino inciuchito finì per cinturare l’avversario, sicché Steiner fu costretto a puntare l’indice sul dischetto del rigore. Clamorosamente Frasi calciò almeno quattro metri lontano dalla porta di Cuman! Fallita l’occasione propizia, il Verona si chiude ancor più in difesa, anche perché costretto a relegare Maccacaro all’estrema. E l’Alessandria siglò il finale di partita senza tuttavia trovare forza sufficiente o estro per scalfire l’attenta barriera veronese. Al 37’, infatti, annotammo la unica occasione propizia: ma sulla punizione di Albertelli, corretta poi da Morbello e respinta dalla difesa, Snidero tirò altissimo sotto la porta sguarnita. Altro di valido non ci fu davvero. Tutta la tifoseria scaligera ha risposto all’appello: sono 15.000 almeno, stretti come sardine in scatola (otto milioni d’incasso). Il pomeriggio è calduccio; il terreno pennellato di erbetta verde. Incidenti di gioco a Vitali e Maccacaro nella ripresa; l’alessandrino, causa il riacutizzarsi di un vecchio strappo, passava già al 1’ inutilizzato all’ala sinistra, mentre il veronese lo imitava al 32’ (distorsione alla caviglia destra?); centravanti diventavano rispettivamente Morbello e Bassetti. (Angelo Ponti, «La Gazzetta dello Sport», 25 marzo 1957) Un rigore sbagliato dai veronesi L'ALESSANDRIA CEDE DI MISURA A VERONA: 1-0 Ha vinto il Verona, perché non ha proprio potuto farne a meno. I gialloblù, passati in vantaggio in apertura di giuoco grazie a un calcio di punizione battuto due volte, secondo l’ordine di un arbitro ligio al regolamento come l’austriaco Steiner, hanno fatto tutto il possibile per consentire ai grigi di annullare il distacco. I padroni di casa hanno infatti sprecato balordamente ogni occasione di aumentare il punteggio, arrivando persino a calciare a lato un rigore, e hanno denunciato sbandamenti difensivi assai invitanti per gli avversari. La Alessandria non era però fisicamente e psicologicamente in grado di sfruttare le occasioni che le si offrivano per raddrizzare una partita compromessa. L’allenatore Sperone avrebbe dovuto avere almeno a disposizione qualche atleta da mettere in squadra al posto degli infortunati di turno. Per mancanza di rincalzi, invece, egli ha dovuto mandare egualmente in campo Vitali e Morbello, benché i due attaccanti risultassero tutt’altro che ristabiliti dagli infortuni subiti contro il Como. Dopo mezz’ora di giuoco l’ala sinistra ha incassato fortuitamente un altro duro colpo alla caviglia già contusa e, pur cercando di rendersi utile, si è trovato nell’impossibilità di usare disinvoltamente il piede sinistro. Poco prima del riposo, Vitali, tentando un difficile salto di testa su calcio d’angolo, ha sentito nuovamente riacutizzarsi il suo strappo muscolare alla coscia e nella ripresa è rientrato in campo del tutto inutilizzabile all’ala sinistra, con Morbello spostato a far atto di presenza all’ala destra, Manenti centravanti e Castaldo interno. L’insuccesso alessandrino non va comunque drammatizzato più del necessario. Malgrado l’accanirsi della malasorte, la squadra dell’ing. Sacco resta in piena corsa per la promozione, a un solo punto da Catania e Verona. Quindicimila spettatori, tra cui almeno un migliaio di alessandrini, gremiscono il Bentegodi. Al fischio iniziale dell’ottimo arbitro Steiner il Verona scatta all’attacco. Maccacaro tira a lato al 2’, Bosio salva su Galassini al 3’; ma i grigi rispondono al 4’ con Vitali che, lanciato da Castaldo, tira precipitosamente sul portiere. Al 6’ per un fallo di Snidero su Ghiandi l’arbitro concede al Verona una punizione da una trentina di metri. Lo specialista delle punizioni, l’ex spezzino Basiliani, tira a lato; ma Russi nella barriera si è mosso prima del tempo e Steiner fa ripetere. Basiliani stavolta fa centro con un tiro angolatissimo, complice il portiere Cuman completamente spiazzato. L’Alessandria vede frustrati da questo colpo a freddo tutti i suoi propositi di prudente difesa. Costretta a passare al contrattacco, essa lo fa senza molta autorità, quasi rassegnata all’ineluttabile, tanto è vero che i maggiori pericoli per la porta di Ghizzardi vengono dai calci d’angolo magistralmente battuti da Albertelli. Poi riprende a premere il Verona e dopo un tiro a lato di Maccacaro al 21’, al 29’ Basiliani fallisce di poco la mira su punizione dal limite. Il primo quarto d’ora della ripresa vede i grigi insistentemente proiettati all’attacco. Al 3’ un tiro di Manenti, corretto da Morbello, finisce fuori di poco, mentre al 7’ Cardano salva in angolo su traversone di Manenti. Al 13’ fugge in contropiede Ghiandi, ma tira sul portiere, mentre al 20’ l’arbitro, con l’aiuto dell’interprete, ammonisce Bertucco per un fallaccio su Snidero. Al 27’ Manenti, serrato in area tra due avversari, non riesce a sfruttare un centro di Castaldo, mentre al 29’ il terzino grigio Bosio tronca una fuga del veronese Galassini trattenendolo per un braccio in area. Un rigore inevitabile per un fallo del tutto inutile. Frasi si avanza per battere la massima punizione, ma colpisce male la palla e sbaglia la porta di almeno un metro. Scampato anche questo pericolo, resta ancora un quarto d’ora ai grigi per puntare al pareggio. Con Vitali e Morbello zoppicanti, l’attacco alessandrino è però troppo evanescente e il Verona, pur difendendosi con molto affanno e non meno disordine, riesce a portare in salvo il prezioso successo. (Gianni Pignata, «Stampa Sera», 25 marzo 1957) Vittoria di misura, ma meritata, quella ottenuta dai gialloblù scaligeri sull’Alessandria. Una bella partita nella quale le due compagini non hanno lasciato nulla di intentato, per cui merita subito di essere raccontata. L’importanza della posta in palio ha costretto le due antagoniste a spingere subito a fondo. Il centromediano dei grigi Pedroni era costretto subito a salvare in calcio d’angolo per sventare la prima, pericolosa puntata dei padroni di casa. Pronta risposta degli avversari e Vitali impegnava con tiro non forte Ghizzardi, costretto a parare a terra. Un fallo di Snidero ai danni di Ghiandi era al 6’ punito con una punizione poco fuori l’area dei grigi e al centro della porta. Un primo tiro di Basiliani veniva fatto ripetere dall’arbitro; questa volta la palla raso terra andava a scuotere la rete. L’entusiasmo saliva alle stelle per l’inaspettato vantaggio. Con un gol nelle prime battute, l’Alessandria era costretta a un tenace inseguimento per diminuire lo svantaggio. L’incontro assumeva, pertanto una fisionomia quanto mai interessante e vivace, non solo per l’impegno dei ventidue atleti, ma anche per le azioni che si susseguivano da una parte e dall’altra. Il Verona aveva modo di farsi notare costringendo sovente la estrema retroguardia avversaria ad un duro lavoro di arginamento. La pressione dei padroni di casa rimaneva vana per la scarsa mira degli attaccanti gialloblù. Più di una volta Maccacaro, Bassetti, Galassini hanno avuto sui piedi la palla buona per battere una seconda volta Cuman, ma altrettante volte il tiro si perdeva a fondo campo o finiva fra le braccia dell’estremo guardiano, il quale non sembrava proprio in giornata di grazia. Nella ripresa il Verona iniziava con l’unica rete segnata dal terzino Basiliani su calcio piazzato, mentre all’attivo molte occasioni sono mancate. Calavano notevolmente i gialloblù scaligeri, mentre avanzava l’Alessandria nel vano tentativo di raggiungere il pareggio. Con Frasi e Stefanini molto arretrati, ai quali di tanto in tanto davano man forte Bertucco e Ghiandi, il Verona aveva modo di neutralizzare il quintetto avversario molto pericoloso. Al 29’, su azione di contropiede, il Verona aveva la possibilità di raddoppiare su calcio di rigore. Su lancio di Ghiandi, infatti, Galassini e Bosio lottavano gomito a gomito in piena area. Il gialloblù veniva messo a terra. Batteva dagli undici metri Frasi molto a lato della casa di Cuman. La palla si perdeva sul fondo. Una facile occasione sciupata banalmente che avrebbe permesso al Verona di riposare sugli allori. Fra i migliori in campo, una lode speciale meritano Stefanini I, Frasi (a parte il rigore fallito) e Ghiandi per il Verona; Russi e Manenti per l’Alessandria. Giornata primaverile con cielo parzialmente coperto. Vitali nella ripresa si è scambiato di posto con Morbello, mentre Maccacaro, per uno scontro con un avversario, al 32’ è passato all’estrema sinistra. (Guido Rizzetto, «Corriere dello Sport», 25 marzo 1957) Domani, ore 15.30 al Moccagatta ALESSANDRIA-MARZOTTO Anche a Verona la squadra grigia è stata battuta per una rete realizzata su calcio di punizione: difetto di schieramento, ripetizione del tiro, incertezza di Cuman, incidenti iniziali a Vitali e Morbello e parzialità dell’arbitro nell’assegnazione delle punizioni hanno cooperato alla nuova sconfitta. Ancora una volta, comunque, si è avuta la conferma che la squadra grigia fuori sede perde la sua personalità, l’estro costruttivo si offusca e le azioni d’attacco non sono appoggiate adeguatamente dalla mediana. Con due elementi del reparto d’attacco (elementi che senz’altro sono i migliori e più pericolosi) in condizioni menomate, il nostro reparto di punta non ha più avuto il solito rendimento. Nonostante il risultato negativo, numerosi spettatori alessandrini hanno dichiarato che la squadra grigia non ha demeritato nei confronti degli avversari e un risultato pari avrebbe rispecchiato più fedelmente l’andamento dell’incontro. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 30 marzo 1957) RISULTATI: Bari-Catania 1-0 Brescia-Modena 2-0 Como-Novara 0-2 Legnano-Parma 1-2 Marzotto-Pro Patria 2-1 Messina-Cagliari 2-0 Simmenthal Monza-Taranto 3-2 Venezia-Sambenedettese 1-1 CLASSIFICA: Catania, Verona 33; Alessandria 32; Venezia 30; Brescia 29; Bari, Como, Novara 28; Marzotto, Simmenthal Monza 25; Cagliari, Messina 24; Parma, Taranto 20; Modena, Sambenedettese 19; Legnano 17; Pro Patria 16 MARCATORI: 11 gol Giammarinaro (Taranto) 10 gol Calegari (Venezia), Marchetto (Marzotto), Milani (Monza) 9 gol Barison (Venezia), Bozzato (Venezia), Danova (Pro Patria), Ghiandi (Verona), Manzino (Novara), Morbello (Alessandria) 8 gol Bretti (Bari), Caprile (Legnano), Erba (Parma), Gasparini (Brescia), Nova (Brescia), Vitali A. (Alessandria) Il punto sul campionato Catania e Verona si erano trovate in vetta al termine della venticinquesima giornata di campionato. La formazione veneta era uscita vittoriosa dal match contro l’Alessandria mentre i siciliani erano stati sconfitti dal Bari: decisiva la rete di Farinelli nel primo tempo. In quarta piazza il Venezia che era stato fermato sul risultato di parità dalla Sambenedettese: vantaggio dei padroni di casa con Calegari e pareggio di Buratti nel corso della ripresa.