Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1957/1958
Serie A
19-01-1958 - Giornata: 17 - Udine - Moretti


Udinese AC - Alessandria US 2 - 0 (2 - 0)
RETI: 4. Bettini L. [Ud] , 22. Pentrelli L. [Ud]

Alessandria US Nobili Natale, Traverso (I) Luigi, Giacomazzi Giovanni, Snidero Cirano, Pedroni Franco, Girardo Antonio, Natteri Hugo, Manenti Michele, Tagnin Carlo, Vitali Alessandro, Castaldo Ercole All.: Pedroni Franco

Formazione avversaria
UDINESE AC: Romano; De Giovanni, Valenti; Sassi, Cardarelli, Sentimenti (V) Primo; Pentrelli, Pantaleoni (III) Mario, Bettini Lorenzo, Lindskog, Fontanesi (I) Carlo. All.: Bigogno Giuseppe.

Arbitro: Marchetti Armando (Milano)
Note
Infortunato: 64’ De Giovanni [U, passato all’ala destra]. Angoli: 5-6 (3-2). Spettatori: 10.000. Incasso: lire 8.000.000. Giornata di nebbia. Inizio gara ore 14:30.

Commento
L'ALESSANDRIA AD UDINE SORPRESA IN PARTENZA Sei titolari assenti tra i grigi - Buon esordio di Girardo L’Alessandria ha perso questo incontro di Udine ancor prima di cominciarlo e lo ha perso non per colpe né per errori, ma per le circostanze che lo avevano preceduto. Il ricupero in extremis di Nobili sarà stato un atto necessario data l’indisponibilità degli altri due portieri, ma proprio a lui va attribuita la responsabilità del primo goal. Lo spostamento a destra di Giacomazzi sarà stata una misura imposta dalla defezione di Nardi e di Boniardi, ma proprio al generoso Giacomazzi bisogna far ascendere la svista che ha determinato la seconda rete. Sul due a zero in favore dell’Udinese era praticamente impossibile all’Alessandria superare lo svantaggio. Impossibile per l’inconsistenza del giuoco di attacco, vizio grave senza dubbio, per cui è stata già buona ventura per i piemontesi limitare il passivo ai due goals suaccennati bloccando il risultato sul due a zero. Del resto, nessuno, forse neppure il più accanito sostenitore della squadra grigiazzurra, alla vigilia sperava molto in questa partita. Troppi gli ammalati e gli indisponibili per infortunio, troppi arrangiamenti alla formazione: Nobili messo in campo nonostante fosse convalescente di una grave influenza, Giacomazzi spostato a destra per l’assenza di altri terzini, Traverso passato nel settore dell’estrema difesa dalla mediana, Natteri incluso come ala destra e Castaldo relegato a sinistra. Pedroni poi, per completare a quadro di per sé già abbastanza confuso, ha portato in campo Tagnin come centravanti per mettere Vitali alla mezz’ala, una stranezza che avrà forse una ragione logica che è comunque sfuggita anche all’osservatore più attento perché Tagnin ha fatto di tutto meno che l’uomo di sfondamento e Vitali, se si è arrangiato alla meglio, non ha funzionato mai da mezz’ala. Poteva una squadra così raffazzonata – sia pure per necessità e non per il piacere del nuovo – sperare in un risultato utile proprio contro un’Udinese che aveva una gran voglia di vincere e una inderogabile necessità di classifica? Evidentemente no, tanto più che le prime vicende della partita hanno immediatamente messo a nudo le pecche dell’undici alessandrino, costretto alla resa per ben due volte nel breve spazio di venti minuti. Dimentichiamo i preliminari accennando soltanto che l’Udinese ripresentava in porta Romano, assente fin dalla primavera scorsa per divergenze di opinioni con l’allenatore. Non c’è neppure il tempo di aprire il taccuino per gli appunti. Il primo attacco dell’Alessandria si perde nel nulla, riprendono i bianconeri con alcune azioni di assaggio, poi Sentimenti V lancia lungo a Pentrelli che tocca al liberissimo Bettini spostato a destra; il centravanti bianconero si trova proprio sul vertice dell’area di rigore e, non avendo vicino nessun compagno con cui continuare la manovra, decide di tentare… Ne sorge un tiro molle e fiacco, Nobili si butta con leggero anticipo, la palla gli batte davanti e finisce lenta in goal (quarto minuto). Un infortunio del bravo Nobili, che si riprenderà poi abbastanza bene, ma errore determinante sull’andamento della partita. Si nota un po’ di confusione in campo e le incertezze si assommano agli errori veramente puerili. Gli attaccanti si muovono anche per qualche azione di alleggerimento, ma si tratta di tentativi: Natteri denuncia i suoi limiti, Tagnin sta troppo arretrato, Manenti è sempre solo contro due o tre difensori e Vitali ha tocchi di alta classe, ma non ha la continuità necessaria. Quando avanzano i friulani c’è molta confusione in area piemontese. Traverso si paleserà come il migliore e giuoca bene pure Pedroni, anche se non eccelle come in altre partite. Giacomazzi, terzino sinistro d’abitudine, trova difficoltà nell’operare a destra concedendo troppo spazio al pur modesto Fontanesi. Siamo al ventesimo: c’è un fallo di Girardo su Pentrelli, tira Lindskog e la palla si schiaccia sul montante alla sinistra di Nobili e torna in gioco; Traverso respinge e dà a Tagnin che non può proseguire per l’intervento di Sassi. Il mediano destro udinese azzecca un lungo lancio a Fontanesi che, come al solito, è liberissimo; Giacomazzi lo affronta ma in ritardo e viene superato. Il cross di Fontanesi questa volta è preciso: Lindskog sbuccia la palla nel tentativo di tiro e Nobili è ingannato dall’errore dello svedese. Arriva in corsa Pentrelli, rete: Udinese due, Alessandria zero al ventunesimo minuto. Il giuoco è fatto. Impossibile per l’Alessandria ricuperare lo svantaggio; la manovra dei grigi è troppo frammentaria. Tutti cercano di superare in forze uno sbarramento difensivo che tutt’al più si potrebbe aggirare in velocità. Non si nota il lavoro di Tagnin, Vitali tenta qualche «a solo» ma non può concludere, Castaldo sta a centro campo ma non trova il tempo giusto nei «dribblings» e perde tanto tempo e molti palloni. La difesa friulana vive tranquilla, il rientrante Romano è pressoché disoccupato; interverrà una sola volta allo scadere del tempo su un tiro di testa di Traverso, susseguente a calcio d’angolo. La ripresa non dirà nulla di nuovo, anzi appaiono ingigantiti (forse per la fatica accusata da molti) i difetti delle due squadre. L’Udinese attacca con molta volontà ma con poche idee, l’Alessandria si difende a volte bene, a volte con un po’ di fortuna. Il pubblico, allettato dalle due reti realizzate dai suoi beniamini all’inizio, vorrebbe qualcosa di più e fischia ora questo ora quello, scontento dell’andamento del giuoco e di qualche fallo commesso più per irruenza che per cattiveria degli alessandrini. Lindskog colpisce un’altra volta il palo, mentre De Giovanni finisce all’ala zoppicante per uno stiramento muscolare. La confusione aumenta, mentre un gelido vento porta sul campo un banco di nebbia caliginosa che riduce sensibilmente la visibilità. Finalmente, il buon arbitro Marchetti fischia la fine. Spiace sempre perdere, ma è necessario dire che questa volta pochi appunti possono essere fatti agli uomini di Pedroni. Nessuna squadra può rinunciare impunemente a sei giuocatori (Nardi, Boniardi, Marcellini, Savioni, Vonlanthen e Pistorello); per superare simili guai occorrerebbe un po’ di fortuna e in questo momento i grigiazzurri non sono in favore del destino. La sconfitta di Udine dove pertanto essere archiviata senza tanti commenti e senza troppe critiche; anzi, prima di chiudere queste brevi note di cronaca, riteniamo necessario rilevare il buon esordio in Serie A di Girardo. (Giulio Accatino, «Stampa Sera», 20 gennaio 1958) Per un’Alessandria con parecchie riserve, una Udinese volitiva ma sfortunata nella fase conclusiva, anche se la dea bandata gli ha dato una mano nell’occasione della prima segnatura dopo soli 4’ di gioco, segnatura che ha dato l’avvio alla sua meritata vittoria, dopo tre mesi di astinenza casalinga. Peppino Bigogno, che giustamente o a torto è accusato un po’ di conservatorismo, aveva voluto ripensarci prima di prendere la decisione definitiva sulla formazione da mettere in campo e, non volendo correre rischi, dal momento che poteva contare sui rientri di Valenti e Pantaleoni, ha tappato soltanto il buco lasciato aperto dall’assente Piquè, spostando Sassi a mediano destro, ma spolverando però quel Romano che da oltre un anno era stato messo fuori squadra. Che la decisione dell’allenatore bianconero sia stata saggia è testimoniato dal risultato e forse ancor di più lo hanno dimostrato sul campo lo spirito combattivo e la forza di volontà, fattori principali del successo dei friulani. Abbiamo detto che, pur vincendo, l’Udinese non ha avuto tutte le fortune dalla sua. Se così non fosse stato, indubbiamente i grigi avrebbero lasciato il Moretti sotto il peso di una più severa sconfitta. Bisogna infatti sapere che, nell’arco dei 90’ di gioco, ben tre volte il montante si è sostituito a Nobili nel respingere tiri destinati a rete, senza contare poi che lo stesso portiere, in almeno due altre occasioni si è salvato per il solo spirito di conservazione, poiché gli è venuto istintivo alzare le mani su tiri ravvicinatissimi di Fontanesi e Lindskog. Come si vede, una partita per i friulani per i friulani, finalmente riconciliati con il loro pubblico, non è mai sfuggita di mano, se togliamo i brevi momenti in cui i grigi tentarono disperatamente di accorciare le distanze. L’Alessandria, dal canto suo, ha un po’ deluso gli sportivi friulani per la scarsità della prestazione, mantenutasi costantemente sul piano della mediocrità. Indubbiamente, sul rendimento di Pedroni e compagni potranno aver influito non poco le molte assenze, ma è parso evidente che, sia in fase di attacco sia in quella difensiva, i grigi sono apparsi molto impacciati. Meglio così per l’Udinese, che attendeva questa partita con la speranza di poter finalmente interrompere la serie negativa e poter interrompere la serie negativa e poter incamerare, oltre che i due punti estremamente necessari per la sua classifica, una salutare boccata di ossigeno che la sollevasse dalla depressione morale in cui era caduta. Non si può affermare che il male sia completamente guarito, in quanto i bianconeri hanno palesato ancora parecchie indecisioni, specie nelle azioni conclusive, ma il volume di gioco sviluppato, le belle trame degli attaccanti, anche se troppo elaborate, e il buon ordine tenuto dalla difesa, lasciano sperare che si possa tornare presto sulla giusta via. Il ritorno di Romano ha dato notevole fiducia ai reparti arretrati, dove si è visto un sorprendente Sassi, tra i migliori in campo, uno scattante Valenti e un autoritario Cardarelli. All’attacco, Lindskog sta riprendendo quota e Pantaleoni è stato efficacissimo; su tutti ha brillato, però, Bettini per mobilità e precisione dei passaggi, ben coadiuvato da Pentrelli, anche se questi è apparso troppo individuale. Dei grigi, soltanto la buona volontà ha fatto spicco e con essa la tenacia di Castaldo e Snidero, smaniosi si ben figurare davanti al loro ex pubblico, e quella del generoso Pedroni preoccupato di tappare le molte falle che troppo sovente si aprivano in difesa. Tolto l’errore del gol iniziale, Nobili non ha colpe, anzi molti meriti, per aver salvato spesso la sua porta da situazioni pericolosissime. Soltanto il primo tempo ha avuto una cronaca degna di essere menzionata nei suoi punti principali: l’Udinese, che si è gettata subito all’attacco, è andata quasi di sorpresa in vantaggio al 4’. Giacomazzi interveniva al limite dell’area di rigore su una palla indirizzata a Bettini, ma svirgolava e il centravanti, con le spalle rivolte alla porta, effettuava una mezza girata e indirizzava a rete un tiro senza pretese. Nobili si lanciava con un attimo di anticipo e veniva scavalcato dalla sfera beffarda. Al 7’ era Sentimenti a sventare una pericolosa azione sotto la porta di Romano, uscito a vuoto. Poi, al 19’, per la prima volta, il montante aiutava Nobili. Per un fallo di Girardo appena fuori area, Lindskog batteva la punizione e la palla, carica di effetto, sbatteva contro lo spigolo del palo. Al 21’ giungeva la seconda rete bianconera. Fontanesi lavorava una palla nella metà campo alessandrina e in velocità giungeva fin sulla linea di dove traversava rasoterra. Bettini prima e Pantaleoni poi cercavano di sfruttare il preciso passaggio, ma non vi riuscivano. In agguato c’era però Pentrelli, che infilava l’angolo destro. Al 34’, su lancio di Sassi a Bettini, il tiro al volo del centravanti colpiva il montante sinistro. Un minuto appresso, Natteri sciupava una buona occasione ed allo scoccare del tempo. Tagnin di testa, su calcio d’angolo, impegnava Romano in una bella parata in tuffo. Alquanto opaca la ripresa, caratterizzata da contrattacchi in massa dei grigi, inconcludenti e imprecisi nel tiro e da alcuni ottimi interventi di Nobili, impegnato da Pentrelli, Lindskog e Fontanesi. Al 25’ si aveva la più bella azione della giornata. La palla viaggiava da Sassi a Bettini e da questi a Petrelli, che lanciava nel corridoio Lindskog; lo svedese entrava in area e, pur stretto da due avversari, sparava a colpo sicuro, ma la base del montante si sostituiva a Nobili nel respingere il micidiale tiro. Foschia nel primo tempo, leggera nebbia nella ripresa. Al 19’ del secondo tempo, De Giovanni si infortunava e passava all’ala destra, rimpiazzato da Sentimenti a terzino, mentre Pantaleoni retrocedeva a mediano, lasciando il suo posto a Pentrelli. Al 35’, anche Sentimenti restava infortunato, ma restava zoppicante al suo posto. (Ivan Naliato, «La Gazzetta dello Sport», 20 gennaio 1958) L’Udinese ha giostrato sufficientemente bene, senza peraltro mostrare quella lucidità di manovra di altre volte. Gli ospiti sono apparsi privi di una vera e propria impostazione tattica e senza una ben delineata manovra. L’uomo che forse tra i grigi alessandrini si è maggiormente distinto è stato Tagnin, che con funzioni di centrattacco arretrato ha cercato fino all’inverosimile di dare un volto alla squadra. I bianconeri, che alla distanza di oltre un anno schieravano Romano a guardia della rete, sono passati in vantaggio quasi improvvisamente al 4’, quando Bettini, ricevuto un passaggio da Lindskog all’altezza dell’area di rigore, si voltava tirando a rete in maniera irresistibile. Il portiere alessandrino si gettava in anticipo sulla palla che lo scavalcava e finiva in rete. Dopo due occasioni mancate da Fontanesi, la stessa ala sinistra al 21’ creava le premesse per la seconda rete. Fuggito con palla al piede fino alla linea di fondo, traversava rasoterra: Bettini e Pantaleoni mancavano l’entrata, ma Pentrelli non falliva il bersaglio, infilando l’angolo sinistro. («l’Unità», 20 gennaio 1958) DOMANI I GRIGI IN TRASFERTA A FIRENZE Una difficile prova per la compagine alessandrina Ad Udine, l’Alessandria, presentatasi largamente rimaneggiata per l’indisposizione di alcuni giocatori, ha dovuto rassegnarsi alla sconfitta. Perdere 2-0 contro l’Udinese non deve essere considerata una sconfitta disonorevole, se si considera che squadre di alto rango hanno seguito la stessa sorte. A 4 minuti dall’inizio, per un errore di Nobili, la squadra avversaria è passata in vantaggio ed ha trovato lo slancio per dominare la situazione. La fragilità della nostra compagine è dimostrata dal fatto che i migliori in campo sono stati Traverso, nel ruolo insolito di terzino, e l’esordiente Girardo. All’attacco qualche uomo è stato, come al solito, pressoché fermo, a tutto discapito del reparto, che avrebbe potuto impostare numerose azioni offensive. L’Udinese comunque nel secondo tempo avrebbe potuto ancora aumentare il vantaggio e solo la caparbia volontà della nostra difesa è riuscita a contenere il risultato sul 2-0. Juventus, Fiorentina, Lazio e Lanerossi, squadre che precedono l’Alessandria, hanno conosciuto domenica l’amarezza della sconfitta: ma gli sportivi alessandrini guardano solo al cattivo comportamento della nostra squadra, con evidente disanima. Vi sono anche coloro che gongolano per la sconfitta, in quanto avevano previsto il crollo, e non si soffermano sulle giustificazioni: l’incompletezza della compagine, le precarie condizioni fisiche di Manenti, Nobili, Vitali e Tagnin. I grigi sono stati sconfitti e non si vogliono sentire scusanti. Non si vuol considerare, sportivamente parlando, che Pedroni non ha potuto disporre dei seguenti giocatori: Stefani, Cuman, Marcellini, Nardi, Boniardi, Pistorello, Albertelli, Savioni, Vonlanthen e Sgorlon. Dieci uomini sufficienti da soli, se in efficienza, a battere l’Udinese. L’Alessandria, in precarie condizioni è stata sconfitta, al pari della Juve e della Fiorentina, che costituiscono la noblesse del campionato. La nave alessandrina, dopo aver fatto acqua da tutte le parti in questi ultimi incontri di campionato, sta ora turando le falle per compiere il giro di boa del girone discendente. Dopo 17 incontri, la squadra si trova con 17 punti in classifica (è stato un numero fatale, comunque!). I grigi sono all’ottavo posto nella graduatoria, alla pari col Bologna, quel famoso Bologna che, all’inizio del campionato, con l’innesto di Vukas e Maschio, si era presentato con l’orgoglio di aver battuto la Juventus, reduce dai trionfi in Svezia. Lo squadrone «che tremare il mondo fa» le ha buscate ad Alessandria e si trova affiancato ai nostri grigi. Tirando le somme, la situazione a metà strada è ancora ottima. C’è qualche giornale che le spara grosse contro l’Alessandria, rea di precedere nella graduatoria della classifica le squadre milanesi e rea di avere formato, con gli scarti delle altre squadre, una compagine che si batte con l’onore delle armi. C’è qualche altro giornale che riporta con troppa facilità notizie non degne di conferma. Alla crisi della nostra squadra, alla crisi dirigenziale, nel momento in cui si sta lavorando per rimettere il sodalizio in carreggiata, è doloroso rilevare che nell’ambiente sportivo c’è ancora troppa gente che scrive con la penna intinta nel veleno. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 25 gennaio 1958) RISULTATI: [15ª giornata] Juventus-Sampdoria 4-1 (giocata l’8 gennaio 1958) [17ª giornata] Atalanta-Spal 0-0 Internazionale-Bologna 0-2 Roma-Juventus 4-1 Genoa-Milan 1-1 Napoli-Lanerossi Vicenza 3-1 Padova-Fiorentina 3-2 Torino-Sampdoria 4-3 Verona-Lazio 1-0 CLASSIFICA: Juventus 25; Napoli, Padova 23; Fiorentina 21; Roma 20; Lanerossi Vicenza, Verona 18; Alessandria, Bologna 17; Internazionale, Torino 16; Milan 15; Lazio, Sampdoria, Spal 14; Udinese 13; Atalanta, Genoa 11 MARCATORI 16 gol Charles (Juventus) 14 gol Vinicio (Napoli) 13 gol Hamrin (Padova) 10 gol Bean (Milan), Firmani (Sampdoria) 9 gol Lindskog (Udinese) 8 gol Da Costa (Roma), Di Giacomo (Napoli) 7 gol Lojacono (Fiorentina), Pivatelli (Bologna), Sivori (Juventus) Il punto sul campionato Al giro di boia del girone di andata la Juventus si era confermata in vetta al campionato nonostante la sconfitta sul campo della Roma: una buona prova dei giallorossi al cospetto di una pessima prova dei bianconeri. Staccato di due lunghezze il Napoli che aveva battuto il Lanerossi Vicenza: mattatore della gara Vinicio autore di tre reti. A pari punti dei partenopei c’era il Padova che si era aggiudicato la vittoria contro la Fiorentina priva di qualche pedina importante. Un pareggio meritato quello ottenuto dalla Spal sul campo dell’Atalanta. Il Torino, nella partita del bel gioco, con slancio e velocità aveva superato la Sampdoria: i granata avevano colpito tre legni. La vittoria era sfuggita al Genoa: è accaduto tutto nel primo tempo, il finale era stato 1-1 contro il Milan. La nebbia e il freddo avevano tenuto lontani i tifosi dallo stadio ma la visibilità era stata abbastanza regolare ed il Bologna era uscito vincitore dal campo dell’Inter.