Museo Grigio - Archivio Storico

Stagione: 1957/1958
Serie A
09-02-1958 - Giornata: 20 - Milano - San Siro


Milan AC - Alessandria US 1 - 1 (0 - 0)
RETI: 64. Galli C. [Mi] 83. Savioni M.[A]

Alessandria US Nobili Natale, Boniardi Umberto, Giacomazzi Giovanni, Snidero Cirano, Pedroni Franco, Traverso (I) Luigi, Manenti Michele, Vitali Alessandro, Vonlanthen (II) Roger, Tagnin Carlo, Savioni Marco All.: Pedroni Franco

Formazione avversaria
MILAN AC: Buffon; Maldini, Beraldo; Bergamaschi, Zannier, Fontana; Mariani, Liedholm (I) Nils Erik, Galli Carlo, Grillo, Cucchiaroni. All.: Viani Giuseppe Ferruccio.

Arbitro: Gambarotta Carlo (Genova)
Note
Infortunato: 33’ Nobili [A, sostituito in porta da Giacomazzi dal 33’ al 45’ e dall’84 al 90’]. Angoli: 9-4 (4-1). Spettatori: 10.000. Giornata grigia e piovigginosa, terreno molle cosparso di segatura. Inizio gara ore 14:30.

Commento
L'ALESSANDRIA CON UN PORTIERE IMPROVVISATO RIESCE A NON PERDERE CONTRO IL MILAN L’Alessandria, pur con il portiere Nobili gravemente infortunato, tanto da dover lasciare la maglia nera e i guantoni al terzino Giacomazzi, ha pareggiato a Milano contro i rossoneri campioni d’Italia: uno a uno è il risultato e il giudizio più sereno dice che i grigiazzurri di Pedroni non l’hanno demeritato. D’accordo che il Milan ha attaccato di più, d’accordo che le migliori occasioni sono state create dai milanesi, ma l’Alessandria ha retto bene il confronto, pur rispettando precise disposizioni tattiche di difesa a oltranza. Siamo certi, pertanto, che i fischi uditi alla fine della gara erano indirizzati agli uomini in maglia rossonera; ai piemontesi, del resto, non si poteva rimproverare assolutamente nulla. I tifosi del Milan, forse, hanno «sofferto» la partita, hanno visto la squadra del cuore impegolata in un gioco che non aveva né impeto né tecnica, un gioco confuso e fiacco che non poteva piacere. Da ciò la rumorosa chiassata finale, con gli atleti lombardi che uscivano dai campo a testa china. L’Alessandria ha preso un punto prezioso a San Siro, grazie specialmente alla gagliarda prestazione dei suoi uomini della difesa. Anche quando Nobili ha dovuto abbandonare il campo – verso la fine del primo tempo e una seconda volta subito dopo il goal del pareggio a pochi minuti dal fischio di chiusura – il reparto intero ha saputo reagire agli assalti dei milanisti: Pedroni sempre pronto, Boniardi generoso, Giacomazzi sicuro anche come portiere, Snidero attento, Traverso combattente di razza ed infine anche il bravo Nobili, che ha voluto ritornare fra i pali nonostante il consiglio contrario del medico, rimanendo finché le forze lo hanno sorretto. Un blocco veramente forte, anche se aiutato dalla prestazione di prudente copertura di Tagnin, Manenti e a tratti anche di Savioni. S’inizia, in perfetto orario, agli ordini dell’arbitro Gambarotta. Piove, una pioggerella fine di tipo autunnale. Il Milan gioca senza Schiaffino e senza Bean; l’Alessandria ha dovuto lasciare in tribuna Castaldo, Marcellini e Nardi. Non ci vuole molto per capire la tattica studiata dai due allenatori: il Milan si affida specialmente alla regia di Liedholm; l’Alessandria non vuole correre rischi e chiama in zona di intercettazione tre uomini dell’attacco: Manenti, Tagnin e Savioni, tre uomini che creano la barriera di primo urto. Liedholm ha in Tagnin una guardia attenta e tutta la manovra rossonera soffre di questa carenza a centro campo, Grillo corre molto ma non azzecca che raramente il tiro, Cucchiaroni si perde in inutili dribblings, Galli è fragile come un giunco di fronte alla gagliardia di Traverso e Pedroni. Si deve dire anche che i laterali milanisti offrono poco ai loro colleghi di prima linea e la gara quindi prosegue quasi monotona: attacchi dei rossoneri con poca convinzione, si difendono con radi ma vivaci contrattacchi i grigiazzurri. Vonlanthen e Vitali si muovono con spunti interessanti e al 10’ per poco non ci scappa il goal: Savioni centra, Vitali, con eleganza, ferma la palla di destro per tirare di sinistro, Buffon neutralizza la prodezza tecnica dell’alessandrino. Le azioni dell’attacco del Milan sono sempre eguali: Mariani e Cucchiaroni tentano di aggirare il dispositivo «a riccio» della difesa piemontese, cercando poi di sfruttare l’intraprendenza di Galli. Niente di nuovo, niente di sensazionale, mentre i minuti passano senza che nasca veramente una occasione facile per il tiro in porta. Qualche calcio d’angolo, qualche fallo dal limite, alcuni tiri «svirgolati» verso i settori popolari della curva Sud. Al 33’, un episodio determinante: su un cross abbastanza facile, Nobili si butta in avanti. Il portiere alessandrino, forse sbilanciato al momento del salto, cade male e rimane a terra. Viene subito trasportato negli spogliatoi, visibilmente sofferente. Giacomazzi indossa la maglia del portiere infortunato, sembra tutto facilitato per il Milan, ma i suoi attaccanti non riescono ad effettuare un solo tiro in porta e si va al riposo sullo zero a zero. Si ricomincia e Nobili è al suo posto. Il medico sociale ha provveduto, nell’intervallo, ad un rapido esame, emettendo questa diagnosi: distorsione del ginocchio destro, con probabile strappo dei legamenti crociati. Nobili zoppica, ma «vuole» giocare in porta. La fisionomia della partita non cambia. Il Milan mantiene una certa superiorità territoriale e dopo alcuni calci d’angolo segna al 19’: azione sulla destra dell’attacco con manovra Bergamaschi-Grillo e centro di quest’ultimo. Davanti a Nobili, spunta di testa di Galli: rete. È regolare la posizione del centravanti milanista? L’arbitro dice di sì e convalida il goal. L’Alessandria non disarma: il gioco degli attaccanti grigiazzurri si fa più pressante, nascono buone manovre d’assieme a cui partecipa anche Traverso. I milanesi cercano, dal canto loro, di sorprendere Nobili infortunato, con lunghi tiri da lontano. Al 37’, pareggio; rapido scambio Vonlanthen-Manenti, cross di questo ultimo proprio sulla testa di Savioni, che depone in rete: uno a uno. Disperata reazione del Milan con Galli, che tira da fuori area, Nobili si butta per parare ma il falso movimento acuisce il dolore al ginocchio infortunato. Nuovo scambio di consegne con Giacomazzi in porta e Nobili negli spogliatoi. Giacomazzi coronerà la sua generosa prestazione deviando in calcio d’angolo un «bolide» di Mariani. Passano i minuti e al Milan non si presenta più l’occasione per vincere. All’Alessandria basta il pareggio… (Giulio Accatino, «Stampa Sera», 10 febbraio 1958) Il risultato non risponde in pieno all’aperto della gara, che per quasi un’ora si è ridotta a un concitato dialogo fra una difesa ultra-rinforzata dei grigi e una cocciuta, martellante e non priva di efficacia azione offensiva milanista. Insomma, l’Alessandria ha fatto il catenaccio più rigoroso che le è stato possibile e il Milan ha risposto esasperando lo spirito aggressivo dei suoi Grillo, Cucchiaroni e Galli, il tutto condito dai buoni suggerimenti del grande Liedholm e dai lanci di Bergamaschi e Fontana. Sovente Maldini poteva aggiungere i suoi tiri e spioventi all’offensiva. Nelle intense vicende della gara, era Mariani il solo che, a tratti, riusciva a trovarsi meno sorvegliato dagli avversari, ma l’ala non era in giornata felice, in fatto di conclusione. Comunque, spingi e rispingi, questo attacco ha fatto il dovere suo: sarebbe erroneo considerarlo debole soltanto perché ha dovuto tempestare a lungo contro una chiusura imperniata sul solito Pedroni (quando ammirevole di tocco esatto, quando semplice battitore alla carlona, scorretto non più di un paio di volte), su Traverso custode di galli, Savioni su Grillo, Tagnin arretrato… e tutti a dar man forte, lasciando in avanti soltanto Vonlanthen e Manenti. Questo attacco, alla fin fine, è riuscito a segnare la rete che normalmente mette in ginocchio le squadre catenacciare. Invece, proprio in quel momento, l’Alessandria, lanciandosi a tutte gambe alla riconquista del pareggio, metteva in luce non tanto le sue virtù manovriere – per la verità meglio palesatesi in altre occasioni, per esempio nel confronto con la Juventus – quanto il noto e cronico tallone d’Achille della difesa rossonera: il vezzo di cincischiare in area, gli interventi ritardati, le battute tardive e infelici. Si aggiunga che tale difetto di autorevolezza in sede difensiva ha nella squadra del Milan un anticipo nelle fasi di interdizione al centro del campo. Gli occhi di lince che aiutano i rossoneri a trovare gli spiragli per organizzare un attacco sembrano chiudersi quando si tratta di frenare le iniziative avversarie. Troppa finezza, troppa condiscendenza nel lasciar giocare, troppe «pedalate indietro» in luogo dell’audace entrata rompi-manovra. Fatta una mossa in contropiede, riesce facile agli avversari del Milan arrivare all’area rossonera, quasi su invito: «prego, si accomodi». Tanto che l’Alessandria, una volta messa in condizione di dover ricuperare, poté arrivare spesso in quella zona invitante: non già coi lanci lunghi e occasionali caratteristici del contropiede, ma con serie di passaggi che davano tempo e modo ai grigi di raffittire il loro fronte d’attacco. E siccome Maldini una volta portò lui al centro la palla che contendeva a Savioni e poco dopo Beraldo si attardò a giocherellare contro Vonlanthen e Manenti, così venne il pareggio, con una centrata, un bel colpo di testa, una meritata soddisfazione per la linearità della tecnica. Insomma, il Milan lavorò (e bene) per organizzare centro occasioni da rete, sfruttandone una sola. L’Alessandria ne svolse mezza dozzina in tutto e una fu la buona. Non si può neppure parlare di sorpresa in contropiede, perché l’azione in questo caso era maturata con nutrita manovra e persino la fase finale chiamò in causa almeno quattro giocatori, da Vonlanthen che impegnò Beraldo quasi sulla linea di fondo (dopo che Traverso aveva operato una rimessa laterale) a Manenti che centrò, a Tagnin che schizzò in avanti richiamando la attenzione di Zannier e del retrocesso Liedholm, a Savioni che si staccò libero in perfetto colpo di testa. Vien quasi fatto di dire che il Milan, enormemente meglio dotato di giocatori dell’Alessandria, si produce in una sola maniera, l’attacco sempre vivido, mentre la provinciale Alessandria ha corde più elastiche in ogni fase, sia che si difenda con otto uomini (e magari in sette, quando Nobili è negli spogliatoi, Giacomazzi in porta e Savioni addirittura super-arretrato in veste di terzino) sia che tenti con quattro o cinque elementi la manovra d’attacco. Siccome le partite vengono decise dalle reti fatte e non dai minuti passati all’offensiva, così non c’è da trovare disdicevole il risultato salomonico di questo incontro. Piuttosto vien fatto di chiedere se la stessa Alessandria, che ha impoverito l’intero primo tempo in un monotono rilancio di palloni dentro la sua area, non avrebbe trovato premio più pronto e forse anche maggiore se avesse deciso prima di insidiare in forza la pur sempre fragile cortina difensiva dei rossoneri… Comunque, sotto la guida accettabile dell’arbitro Gambarotta, i fatti si sono svolti così. Dal fischio d’inizio, Alessandria in «chiusura». Il che non toglie che Manenti prima e Savioni poi possano tentare tiri ammonitori. Però l’attacco del Milan, sorretto da un Liedholm che sta volentieri arretrato, sfoggia un gran tiro alto e poi spedisce Galli oltre ogni sbarramento: Galli tenta di aggirare Nobili che gli si è buttato incontro, ma il portiere ha la meglio. Persino Maldini, disoccupato per l’arretramento di Savioni, scorribanda in area alessandrina. Un suo appoggio a Mariani non dà esito, perché l’ala sbaglia il passaggio a Galli. Buffon, peraltro, deve intervenire per respingere un tiro di Vitali, su centrata di Manenti, e poi per deviare in angolo un tiro di Savioni, a conclusione di un lancio Tagnin-Vitali. Di scena Nobili per una punizione di Liedholm e per una serie di ottimi traversoni che Grillo doma di piede e di testa. Una volta che il portiere pare spacciato, per la folata perfetta di Liedholm, Cucchiaroni e Grillo, arriva Giacomazzi a deviare sul fondo. Ancora presa di Nobili su tiro di Cucchiaroni e deviazione in angolo per cannonata di Galli. Al 32’, la corazza di gambe che protegge il portiere alessandrino in una densa mischia diventa mucchio per l’irruzione di Maldini. E al 33’, il portiere si infortuna. Una centrata di Grillo arriva alta davanti alla rete, dove si stagliano Liedholm e Galli, controllati da Pedroni e altri grigi. Nobili si lancia, non tocca la palla e, mentre questa è ribattuta da un compagno, egli cade in un groviglio di corpi e gambe. Non si rialza, accusa sofferenza acuta al ginocchio e viene portato agli spogliatoi. Si gioca a una porta sola, ma la difesa grigia difende Giacomazzi da ogni insidia, sparando via palloni su palloni. Dopo il riposo, la partita riprende con una chiara offensiva milanista. Lo zoppo Nobili respinge a punì un gran tiro di Galli. Subito dopo, la palla scavalca portiere e traversa per un colpo di testa di Galli arrivato in corsa e sottomisura a sfruttare uno spiovente di Bergamaschi, al quale aveva aperto la via Mariani. Ancora Mariani centra e Galli, di testa, impegna il portiere. Al 14’, Buffon si vede arrivare addosso Vonlanthen e sventa la minaccia. E al 19’ la rete milanista, che si pensa possa essere risolutiva. Duettano Bergamaschi e Grillo, poi il mediano centra lungo da destra a sinistra e trova la testa di Galli (c’è anche Mariani lì) che con esatto tocco infila. L’Alessandria snoda ora il suo contropiede ben nutrito. Al momento non incisivo, peraltro, tanto che Liedholm (bella discesa sulla sinistra), Grillo e Cucchiaroni possono insistere in rapide azioni. Una cannonata di Grillo (passaggio di Mariani) sfiora la traversa, poi Giacomazzi si vede impegnato in dribbling da Mariani e lo vince. Pur meno assistita, la difesa di Pedroni sa dunque farsi valere; al 30’, per contro, è la difesa milanista che se la vede brutta per discesa di Manenti e tiro di Tagnin (para Buffon, a terra). Comunque, Maldini, Mariani, Grillo due volte, poi ancora Liedholm possono insidiare Nobili, che dopo ogni intervento accusa dolore al ginocchio leso. Al 38’, dopo che altri tiri di Maldini e Fontana hanno sibilato all’esterno dei montanti, viene il pareggio, sull’azione complessa già descritta. Subito dopo, Nobili deve assentarsi e ridà la maglia nera a Giacomazzi. L’Alessandria torna a chiudersi nel suo guscio mentre – a dire il vero – pure l’attacco del Milan ha perso molto del suo mordente. Interessanti due prodezze del terzino-portiere: devia in angolo un formidabile tiro sparato da Mariani da circa trenta metri, poi blocca in presa un tiro di Cucchiaroni, forte anche se centrato. Circa diecimila spettatori nell’aria grigia, piovigginosa e leggermente nebbiosa dello stadio. Terreno molle sul quale peraltro i giocatori hanno manovrato con la sicurezza derivante dalla lunga abitudine a ben altri fanghi. Grosso incidente al portiere Nobili che al 33’ di gioco, cadendo male in una avventata uscita, riportava la distorsione del ginocchio destro e doveva cedere la maglia nera a Giacomazzi. Ripresentatosi in porta alla ripresa del gioco, Nobili doveva ancora abbandonare il campo al 39’ del secondo tempo. (Mario Zappa, «La Gazzetta dello Sport», 10 febbraio 1958) Desolante spettacolo a San Siro: nel grande stadio di Milano, ancora una partita mediocre e con poca folla avvilita. Per Milan-Alessandria gli spettatori paganti erano 5.000: dove sono finiti i tempi del «tutto esaurito» e della cornice dei centomila? Al Milan la folla ha girato le spalle e – occorre dirlo – la squadra non ha fatto molto per rimeritarne la fiducia. Con l’Alessandria, il Milan non ha saputo approfittare della circostanza favorevole dell’incidente sofferto dal portiere alessandrino Nobili (distorsione al ginocchio). I grigi sono stati costretti a giocare con Giacomazzi fra i pali per gli ultimi 19’ del primo tempo e gli ultimi 5’ della ripresa. E in tutti quei 24’ che è rimasto fra i pali, l’improvvisato portiere ha dovuto intervenire solo una volta per buttare in corner uno schioppettante tiro di Mariani sferrano da una trentina di metri. Eppure, questo Milan, sia pure balbuziente, era pur riuscito ad andare in vantaggio con un acrobatico tuffo a pesce di Galli, che deviava in rete il passaggio a parabola di Bergamaschi. Un attimo di distrazione del capitano alessandrino Pedroni e il Milan ne approfittava con un pronto scatto del suo centravanti. Spezzato il catenaccio, il Milan avrebbe dovuto avere il coraggio di insistere e di raddoppiare: l’Alessandria aveva dato molto, sia pure nel suo gioco fatto soltanto di rinunce, ed è stato proprio in questo momento che il Milan ha denunciato le sue manchevolezze. Ha permesso all’Alessandria si uscire dal guscio e di ottenere con Savioni la rete del pareggio, una rete venuta più dalle incertezze della difesa (Beraldo e Zanneier sono fra gli imputati) che dal merito degli alessandrini. Il Milan ha attaccato più a lungo, ma si è trattato di una supremazia esclusivamente territoriale. I rossoneri avrebbero bisogno di due ali al meglio della loro forma per aggirare il catenaccio avversario, ma sia Mariani sia Cucchiaroni non sono mai sembrati in grado di rendere decisamente utili in questo gioco. Ancora una volta, il più valido attaccante rossonero è stato Grillo che ha cercato di tirare sempre, con poca fortuna, da ogni posizione. L’Alessandria ha fatto ricorso al catenaccio e ciò ha indubbiamente contribuito a far scadere il livello del gioco: Tagnin, che ha montato la guardia a Liedholm, ci è sembrato, assieme con Manenti, uno dei più validi alessandrini. Gli unici due, comunque, che hanno cercato di far gioco e di costruire qualche cosa. Gli altri badavano solo a ribattere la palla in qualche modo. Poi Pedroni li ha mandati all’attacco ed hanno fatto un po’ di più. Ma non è certo giocando così che si richiamano le folle agli stadi, anche se si riesce a strappare un prezioso punto sul terreno di San Siro. (Enrico Crespi, «Lo sport illustrato», 13 febbraio 1958) Il risultato di parità è la giusta conclusione di questa mediocre partita e premia, in parte, la volenterosa prova dei grigi che, nonostante un infortunio al proprio portiere, sono riusciti a non farsi superare. Il Milan è sembrato in una giornata poco felice e la disposizione difensiva alessandrina ha avuto buon gioco contro le troppe elaborate e lente azioni rossonere. Sin dall’inizio Pedroni retrocede e l’attacco alessandrino si riduce a due o tre elementi. Il Milan parte all’attacco ma vuoi per errori dei propri attaccanti, vuoi per la prontezza dei difensori grigi non conclude. Liedholm prima e Galli poi sciupano due ottime occasioni. Per contro, i grigi sono spesso minacciosi con improvvise puntate in contropiede che Tagnin, libero, imposta con abilità. Al 29’ Tagnin, liverato da un ottimo passaggio di Manenti, non riesce a concludere una bella occasione. Al 32’, su traversone di Maldini, Nobili esce e respinge ma ricade in malo modo infortunandosi al ginocchio destro. Esce dal campo e viene sostituito da Giacomazzi che conclude il primo tempo senza essere impegnato in modo severo. Nella ripresa, rientra Nobili ma appare ancora dolorante. I grigi, mano a mano che scorre il tempo, si rinserrano e respingono gli attacchi dei rossoneri. Al 20’, tuttavia, non possono evitare la rete: Mariani effettua un lungo centro e Galli, tuffandosi, riesce a colpire di testa e segnare. Subito dopo, il Milan potrebbe raddoppiare, ma Mariani ottimamente lanciato da Grillo non sa approfittare. L’Alessandria apre ora il gioco e si butta con veemenza alla ricerca del pareggio, che raggiunge al 38’ Zannier sbaglia il rinvio e Manenti segna con prontezza. Il portiere Nobili esce definitivamente. Il Milan si butta ora all’arrembaggio ma non riesce a raggiungere la vittoria. («l’Unità», 10 febbraio 1958) UN FRANCO PAREGGIO DEI «GRIGI» CONTRO IL MILAN Domani al «Moccagatta» (ore 15) un avversario difficile: il Verona Sul colossale campo del Milan, non vi erano più, domenica scorsa, le 70.000 persone dell’incontro di qualificazione per la Serie A tra Brescia e Alessandria, ma solo 10.000 spettatori, dei quali circa mille alessandrini. La sportività rossonera ha accusato un duro colpo: i milanesi intendevano vivere sugli allori, credevano che bastasse lo scudetto di campioni cucito sulla maglia per spaventare gli avversari, e piuttosto di veder perdere preferiscono disertare lo stadio. I grigi, nonostante l’infortunio di Nobili, avevano chiuso il primo tempo a reti inviolate; nella ripresa, le azioni si sono bilanciate con 5 angoli contro i grigi, tre contro il Milan; difesa manovrata nella nostra area, azioni offensive appoggiate ora su Vitali e Vonlanthen, ora su Manenti-Vitali, sempre registrate da Tagnin. Dopo la rete dei rossoneri al 19’, i tifosi del Milan credettero che i loro campioni avessero fatto saltare il «catenaccio»: ma l’azione progressiva del nostro reparto di punta fu penetrante, continua, senza elucubrazioni oriundistiche e, su nitida rimessa di Manenti, Savioni segnava la rete del pareggio. Usciva definitivamente Nobili e Giacomazzi diventava portiere insuperabile. Tutti i grigi sono stati degni di lode. «Prego, si accomodi…»: questo è il titolo del commento di Mario Zappa nella «Gazzetta dello Sport» sulla partita Alessandria-Milan. Se il decano dei critici sportivi della «rosea», sincero ammiratore dei grigi, ci permette, facciamo nostro il suo titolo, poiché non è il Milan che ha offerto all’Alessandria la possibilità di passare, bensì i grigi a togliere dai pali Nobili, nel primo e nel secondo tempo, come per dire alla squadra sudamerico-italiana, campione d’Italia: «Prego, si accomodi…». Quando a San Siro, durante l’interminabile spareggio col Brescia, l’Alessandria stava dando gli ultimi colpi di cesello con Albertelli e Traverso all’ambita vittoria, rivolti ai colleghi lombardi della tribuna stampa, avevamo esclamato: «Ci rivedremo con i grigi in Serie A, qui a San Siro, col Milan». Una sonora risata fu la risposta, risata che voleva significare: «Non fatevi illusioni, la Serie A è un’altra cosa». Tiriamo le somme, alla prova dei fatti: Inter-Alessandria 1-1, Milan-Alessandria 1-1. Ride bene chi ride ultimo. (Andrea Canestri, «Il Piccolo», 15 febbraio 1958) RISULTATI: Atalanta-Lanerossi Vicenza 2-4 Fiorentina-Bologna 2-1 Genoa-Juventus 1-2 Lazio-Internazionale 3-1 Padova-Roma 3-0 Spal-Udinese 2-0 Torino-Napoli 4-3 Verona-Sampdoria 5-3 CLASSIFICA: Juventus 31; Padova 27; Napoli 25; Fiorentina 24; Lanerossi Vicenza, Roma, Verona 21; Alessandria, Internazionale 20; Bologna, Torino 19; Lazio, Milan, Spal 18; Sampdoria 16; Udinese 15; Atalanta 14; Genoa 13 MARCATORI 17 gol Charles (Juventus), Hamrin (Padova) 15 gol Vinicio (Napoli) 14 gol Firmani (Sampdoria) 10 gol Bean (Milan), Del Vecchio (Verona), Sivori (Juventus) 9 gol Angelillo (Inter), Aronsson (L.R. Vicenza), Lindskog (Udinese) Il punto sul campionato La giornata era stata caratterizzata dall’incremento del vantaggio della Juventus sulle dirette inseguitrici. La capolista aveva sconfitto la Spal: aveva aperto le marcature con Boniperti dopo soli venticinque secondi di gioco. I punti di vantaggio sono stati cinque sul Padova che era uscito indenne dal campo dell’Inter. Quattro reti e spettacolo nel 2-2 tra Napoli e Atalanta, con i partenopei che hanno finito la sfida con un'infortunato in campo. Pari anche tra Udinese e Fiorentina con i padroni di casa che avevano spinto sull’accelleratore senza concludere le occasioni create. Tre volte in vantaggio e tre volte raggiunto il Bologna dal Genoa che aveva avuto piu’ facili occasioni gol non sfruttate. Gioco scialbo all’Olimpico con la Roma che aveva battuto il Torino grazie ai gol decisivi di Da Costa. Con due reti siglate da Danova il Milan aveva piegato a Marassi ha piegato la Sampdoria.